di Stefano Falotico
L’altra giovinezza di Sorrentino, Youth, un film alla Francis Ford Coppola?
Adoro Coppola perché la giovinezza lui sempre rimpiange e dev’essergli rimasta “intrappolata” in gola, come se gli fosse sfuggita e, attraverso il suo far Cinema in maniera mastodontica (talvolta anche “manieristicamente” ridondante ma pur sempre d’alta scuola), volesse perennemente ricordarcela e, come dire, imbrigliarla per tener a freno appunto il rimpianto in sue elegie nostalgiche innalzate a grido perpetuo, immolato dunque all’infrangibile, (r)esistente, (s)fiorita, vigorosamente riaffiorata gioventù… mai stanca e mai davvero abbandonata.
Sono tanti, infatti, i titoli di Francis incentrati sulla giovinezza (non) andata, riacciuffata per un soffio… anche al cuore da “coma” di Kathleen Turner, seppur con differenze “tematiche” di varie versioni, cioè variazioni sullo stesso tema, appunto, fra “compitini” in classe proprio di Peggy Sue…, erroneamente giudicato un film minore mentr’io sempre lo adoro e via via, col passar degli anni, sarà che come Coppola invecchio e (non) piango, maggiormente so ammirarlo (e non ha prezzo, diciamocelo, quel da voi poco apprezzato Nic “nepotista” di ciuffo di banana da simpaticissimo imbranato), fra il suo Dracula senescente, ammantato quanto ammanettato da un’apparentemente orrida, spettrale decadenza che, invece scosso all’improvviso dalla fiamma romantica rinata, miracolato dal risorto, reincarnato amore della sua amata riapparsa, vien vivificato e ringiovanisce dopo tanto immemore “dormire” nelle bare del già seppellirsi vivo, da non morto, fra la malinconia proprio di Un’altra giovinezza e tanti Jack più o meno sbagliati o (il)lecitamente criticabili.
E allora, ecco che il nostro regista proprio più coppoliano perché, come Coppola, è l’unico italiano veramente, “eccessivamente” ambizioso tanto d’attrarsi le peggiori antipatie e le più cattive invidie, Paolo Sorrentino, annuncia l’inizio delle riprese del suo nuovo film, confermando il cast delle grandi occasioni (non) perdute. Vedi? Inizialmente, doveva intitolarsi In The Future, oggi invece è stato “rilasciato” il titolo, fin a prova contraria e ripensamenti dell’ultima ora, definitivo, semplice e immediatamente ricordabile, La Giovinezza.
Sarà girato fra l’Italia, naturalmente, la Svizzera e l’Inghilterra, e annovererà, oltre al confermato Michael Caine, il sempreverde e “internazionale-naturalizzato oriundo italico”, Harvey Keitel, così da me ribattezzato dopo il milionesimo, ennesimo ruolo dai nostri registi compatrioti assunto, Rachel Weisz, Paul Dano e la rediviva Jane Fonda. Qualcuno vocifera anche Willem Dafoe.
Sarà la storia di due uomini che s’incontrano sulle Alpi per riflettere assieme su quel che è stata la loro vita e su quella che ancora è, e per l’eternità, giovanissimamente, sempre sarà. L’incontro eccentrico, a vite “concentriche” ma non bisogna ancor chiudere il cerchio perché la vita appunto deve andare avanti sin alla fine da combattere a morte, fra un ex direttore d’orchestra (Caine), rassegnato a essersi ritirato dalle scene, e un regista un po’ in là con gli anni (Keitel), però attivo come non mai.
Promette faville. Cinema vivo!
Evviva Sorrentino!
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