di Stefano Falotico
Are you a goodfella?
No, neanche quello. Sei solo un fesso.
Un mio (ex) amico, fortunatamente molto ex, sì, ironizzando sul suo fallimento, riporta nel suo blog la celeberrima frase d’apertura di Quei bravi ragazzi, pronunciata dal suo protagonista, Ray Liotta.
Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster…
Mah…, io, di tal scellerato “compagno” (tra)passato, di passaggio e speriamo non più dalle mie parti passi, non ho un gran ricordo, dato che da suo (non) pentito lo trascinai in tribunale e gli puntai proprio il dito, come scena finale del succitato, a me sempre eccitante, capolavoro di Martin.
Questa storia la conoscete un po’ tutti. Chi più chi meno, lui ne prese molte. Non solo “economicamente”.
Sì, ma comunque non era un mafioso. Solo uno sporcaccione peggio dei derelitti descritti appunto in Goodfellas. Frequentò il liceo classico e venne promosso sempre grazie alle “spintarelle” del padre che (cor)rompeva le insegnanti, promettendo, in cambio del lasciapassare, dei “presenti”, ricattandole da passerotto, proprio affinché il pargoletto ottenesse la promozione previo simpaticissimo, certo, nulla osta, ostia, nonostante le ingiustificate assenze del figlio mai presente in aula ma, nel frattempo, marinante nel parchetto con le canne ma manco un’aiuola da “porchetto” qual sempre fu a “non riempibile”. Vuoto totale, bilioso, “durissimo”. Un fottuto “genio” dichiarato… “Diplomatosi” dunque con “stile”, poche stell(in)e e “inappuntabile” condotta, credo si sia, in termini simili, laureato da lordo e poco di lode. Ma, nonostante le molte leccate di culo, pare che oggi sia lo stesso imbecille che denunciai per varie sue “infrazioni” alla mia dignità.
Feci bene a rompergli le palle e a sfondarglielo.
Non credo comunque che soltanto per “causa” mia traslocò dalla sua casa. Anche per altre porcate che combinava ai vicini. I vicini, si sa, son spesso “ammanicati” a quelle lor vicine e lui invece volevo star troppo vicino a queste, non prevedendo però la sociale “previdenza” dei fidanzati picchiatori. Dunque, credo alloggi oggi dentro una cassa cranica molto rotta(si).
Credo perfino che anche come emulo di Joe Pesci abbia fatto un buco nell’acqua.
Non si è realizzato non solo come persona “normale” ma neanche come animale.
Di suo, passa il tempo a immedesimarsi nei capolavori della Settima Arte di Scorsese, scegliendo personaggi in linea col suo, quelli sbruffoni ma molto coglioni, pensandosi oggi Robert De Niro e domani chissà chi. Oh, almeno, da questo punto di vista, ha un certo “gusto”. Era peggio se sceglieva pessimi attori. Sì, una certa grandezza sa apprezzarla. Niente da dire. Nessuna ombra di dubbio. Gli son rimasti solo i santini. Nessuna obiezione, giudice.
Che io mi ricordi, costui vive ormai di altrui ricordi. Ah, che topo amaro, che tipo da mare(a).
E credo che presto si sparerà.
A meno che non sia già affogato.
Comunque, posso offrirgli un tiramisù. Sì, che mi costa fargli un ultimo “regalino dolce?”.
Molti mi chiedono se ho fatto la scelta giusta a rovinarlo.
Rispondo di aver fatto la scelta sacrosanta.
Avrei voluto fare di più ma la legge non me lo permise.
Ma glielo misi.
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