Archive for 2013

Francesca Pascale, “donna pasquale”


22 Mar

L’“ascesa” di Pascale Francesca, la “donna” del “Cavaliere”, i “piccoli” retroscena da me narrati…

Prefazione doverosa a dover di cronaca. Se all’uomo “medio”, integerrimo, somministrano medicinali “rehab”, Silvio “ingolla” l’Enterogermina della nuova fidanzatina, tutta tutta di “foglio illustrativo” per la raccomandazione dopo il suo “Depot”. Eh sì, Silvio ama quelle sottili, e non va per il sottile, infila e “deposita” affinché “salgano” in Parlamento.
Egli sì che sa “accasarle”, “accasciandole” ad Arcore, poi a “malincuore” le manda in malora.
Eh… la “sete” di “potere” nella stanza “orale”.

Pigliamola, ricordando prima i grandi, poi c’occuperemo del “suo”.

“Evviva” le “campagnole” elettorali nel suo letto!

Pietro Mennea è morto, “Mortacci!”, anche un pasoliniano avete “ucciso” per colpa che corse troppo, evviva Citti! Statevi zitti!

Mennea, campione olimpionico e duecentometrista fin al male incurabile per cui, defunto, oggi se ne celebrano gli allori. Oro di primati e primi podi prima dell’avvento di Carl Lewis e dell’uso degli anabolizzanti. Uno degli ultimi “alzabandiera” del tricolore vincente del nostro Paese oggi più arretrato di prima. Tutti fermi ai nastri di partenza e, se “sgattaioli” prima che (ti) “sparino”, sei “immortalato” nel “finish” d’una foto “ricordo” per le prese in giro da pista “ciclabile”.

Nato a Barletta il 28 Giugno del 1952, deceduto ieri Notte per cause appurate alla sua purezza.

Intellettuale, pluripremiatosi anche di varie lauree, specializzato in Educazione Fisica, un fisico mai laureato però in Fisica ma designato al “ruolo” dell’orgoglio nostro, oggi di plastiche e “ritocchi” in laboratorio. Hanno clonato le pecore, domani cloneranno anche tua madre, rendendola “a pecora” per “esporla” agli orrori dei bisonti sui viali…

Filantropo, innanzitutto educatore della Pedagogia a questa società italica d’imbecilli.

Partiva piano, “in sordina”, recitando la parte del “coglione” ai “blocchi”, poi accelerava e metteva al tappeto, tagliando quasi sempre il traguardo per primo.

Detentore di vari record, fu solo superato da palestrati più “pompati” e “dopati”.

Specializzato in varie categorie, non solo sportive, se ne va un genio, la Freccia del Sud.

Mica chi scaglia di “freccette” a “facili bersagli”.

La dura lezione di vita (im)partita dal “vile” Max Cady

Freschezza di Luna marcia, di mele marcissime a inondarsi di solarità accecante. Oh, che abbaglio, il lupo “abbaia” ed è “monaco” a Demonio assoluto, impertinentissimo d’ogni vostro sporco “peccatuccio”. L’orsacchiottolegato di cappio al collo, “squittì” nel suo ululato “raccapricciante” a scovar il capriccio del “leguleio” ignorante e irrispettoso, tutto pettinato e di “raffinata” cravatta nel nodo delle ingiustizie ch’arrabbia con la sua “indolenza” ad addolorarli, “tutti”, nel “dolorino” per suo “sommo”, e poco salomonica (ah ah, che “salam-o-i-ahia”) (Giuris)”prudenza”-pruriginosa-turbata del non risarcirle e confessare il tor(t)o dell’abominio a se stesso perpetrato di “mascara” nella sua amante “(s)quadrata”, ché di cuoricini addolcisce la fig(li)a-sua adolescenza soffocata dal manigoldo padre “truccato(re)”, di sadica “maestria” a lederne le grazie fosforescenti al suo “fo(sfo)ro” nel(la) fine (giustifica il mezzo… “uomo?”), che “finezza-furbizia”, di frigido intimidirne lo slancio sessuale, d’allacciarla alle paternali prediche, al che s’adegui all’educazione che l’avvi(t)i nel porcil tanto “amato” e amabile alla “buona” società. Arma del ricatto “adulto”, candito alle piccole pesti da “condire”, a cui raccontar favolette. Come coccola la sua Bella, tenendo cara la pellaccia e la “Bestia”. Il suo “cinema” ridacchia di gran arie che si dà, di danno non ammesso, perlopiù “omesso” fascicolo dell’imbrigliar “maligno” i testicoli dei “socialmente pericolosi”, (in)castrati su sorrisetto “castoro” da Nolte Nick e “notaio”.

Nottambula va la paura che atterrisce, si ribalta il gioco del terrore, biblica s’abbatte la vendetta dei “promontori” e delle gerarchie da “gendarmi”.

Ma il nostro avvocato non era esperto di “ordinamenti?”. Giuridico e “judge” giusto?

Non se ne dà pace in anima(le), e vuole ancora, di violenza psicologica, frenare le “rabbie” dei cani(ni)? Dando-deodorando lor(d)o, di suoi dardi aridi, lo sfoggio della sua aure-ol-a. Olé, come “esorti” alle “palle” la collega “inferiore” di “Squash” per sudarle fra le cosce. Attento, il basic instinct è Illeana Douglas. Pecca ma “nascondilo”. Non è Sharon Stone, sì, è libertina ma non denuncerà…, conosce bene il “sistema”. Legge del “Taglione”, mio “stupratore” stupido. Che tragico problemuccio adesso devi sbrogliare, nostro “imbroglione”. Tu freghi ma non ti sfregherai tanto le mani. Eh no. Non si può “fare”. Sono affari tuoi, ora(tore). “Me ne frego, arrangiatevi!”, sussurri contro gli “urlatori”. Tu, barricato da intoccabile, di barrette di cioccolatino t’alletti con la Lange nel lettino-diletto. Ah, ma stai mettendo su (questo almeno va “ammesso”) qualche etto di troppo. La tua pancia cresce a “benessere” delle “cer(tezz)e” pian pianino morenti e abitudinarie. Viziatone! Volpone!

Fissi un appuntamento con un antico “amico” che, nel pub, ti sbatterà… in faccia i tuoi puberali ragionamenti.

Tutti questi figli di papà, tanto (ap)presi d’ambizioni, esaltati, ma non s’impegnano l’un con l’altro.
Ognuno ha la cosiddetta “vita sua”.

Chiedi una mano e si prendono il braccio… della morte.
L’indifferenza la fa… da “padrone”.

Il crimine, mal “pagato”, va sotterrato di “palate”.
Prima risolvi la faccenda della faida, prima (non) farai i conti…

Assoldi dei teppisti per un’imboscata. Ah, ma tu avvocato dovresti esserne “informato”. Max è un montanaro, licantropo dei boschi, “cattivo” a Cappuccetto Ros(sett)o…

Max sfila i manganelli e (te) li suona. Che “carica”.

Avvocato? Avvocato?
 Perché ti celi dietro l’“immondizia?”.

Allora, sei proprio una merda.

Schifoso, fammi vedere la faccia.

No, dai, lascia “perdere”.

Risolviamo la questione in modo altrettanto “perbenista”.


A cura di Mariagiovanna Capone e Nico Pirozzi, “eminenti storici” d’un “Presidente” che farà “Storia”. Sì, nero su bianco delle sue avventure con una e poi un’altra, ché Pascale gli è “papale” di papille al suo “Calippo

Anziché comprare un libro di filosofia russa, un troglodita coi rutti acquista alla Feltrinelli questo “capolavoro”… “ascetico”. Incredibile!

Sfoglia le pagine delicatamente, soffiando sulle “orecchie” e sognando, intanto, Francesca immersa nelle “foglie” di Silvio. Si commuove, “bagnato” d’empatia al Cavaliere del suo “cavallo”.

Sì, non soffermiamoci su queste schifezze. Clinton sapeva come eccitare il “clitoride” della plebe “Monica”, Silvio gli è “mon(a)co” di strappo e “trash”.

Ora, come ha fatto “questo” a essere eletto?

Mi sembra che l’Italia sia un “paese” di puttan(at)e.

L’altra Notte, ero appostato dietro le serrande delle sue “serre botaniche”. E vidi, “captai” Silvio catapultarsi sulla puta con “inappuntabile” punteruolo.
Spinse fin all’applauso di Emilio Fede sghiacciato in brodo di giuggiole, che filmò l’amplesso “in diretta” per “audience” da Selvaggia Lucarelli. Una su cui nutrirei dubbi “in merito” a ciò che Silvio sa e toccò “con garbo”.

Questa è l’Italia!

Accattatevela!”.

Al tram! Insomma, “accattoni” noi siamo, ma non ci svendiam per le gattine mentecatte.

Ti attacco al muro!

Meglio la mia “cap(r)a” di questi “caporali” al “capriccio”. Fra l’altro, questa Mariagiovanna è parente(si) di Al Capone?

Ho detto tutto…

Io affabulo, io son favola e tu sei “affamato”. Diffamami, otterrai solo l’infamia!

Da quando ho privilegiato la mia anima, è tutto un privilegio. Leggo, non son Legge, scelgo da solo e ragiono senz’imbecilli.
Sempre patiti di festini, di fruste e “bei” fustacchiotti. Mi fustigassero.

Di mio, continuo a essere un mio lib(e)ro, “Hollywood bianca”, totale menefreghismo al “far carriera” su miei denti “carati”. Sì, siete cariati!

“Gustosi” fuori, dentro non più. Neanche nella “mela”.

Datevi alla Mecca del Cinema. Tu, che mendichi?
Che dici? Che vuoi? Il mio? Fatti i cazzi tuoi.

Datti al debito, io son ippica e “pippo”, di brutto.

Donnetta, ecco le manette, lega tuo marito, non imprigionarmi nel “vasetto”.
Basta con la “vasellina!”. Asina, ecco l’asola!
Solo rimarrò? Io remerò non da Sanremo.

Fiorello è tuo idoletto, diavoletta! Che fioretto di spadone!
Spadolini!

Ecco, ecco il forcone!

Basta, abbiam finito con la commedia?
No, voglio anche l’ammenda!

Meniamoli!


Ieri “insonne” sognai Silvio con “Silvia” fra i (ri)membri…

M’apparve diabolico, con tanto di parrucchino da “piedi caprini”, e m’intimò a smetterla di tormentarlo quando le “rabbuia”.

– Falotico, t’insegno le regole! Per la miseria! Sei un misero!
– Silvio, ricordi proprio il nostro Fiorello?
– Chi, l’intrattenitore di Sky?
– Già, il “Roberto Baggio” del “Karaoke” con Katia Noventa. Gli era “oca” di “codino”.
– Lei gli faceva la corte?
– Si, ma le metteva in coda.
– In coda?
– Sì, Fiorello, a differenza di te, non ama le ammucchiate, ma le file “indiane”.
– Cos’è un cowboy?
– C’hai preso.

E “rielaborò” Carducci nei verdi prati…, D’Annunzio, Leopardi, “poetizzò” il prender tutto a cantare:

La nebbia agli irti colli… piovigginando sale!

– Mi fornisce l’esegesi di questa “lirica?”.
– Non vale una minchia, come la tua.
– Ti denuncio e ti costringo ai lavori forzati.
– Ma che denunci, Silvione?
Levati dalle zoccole!

E salirò, salirò!



Daniele Silvestri è amico di Costanzo.

Che papponi!

Ce lo spariamo questo video?

 

  1. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  2. Ho ammazzato Berlusconi (2008)
  3. Guarda il cielo: Stella, Sonia, Silvia (2000)
  4. Don Pasquale (1940)
  5. Francesco (1989)
  6. Una notte in Transilvania (1985)
  7. Arriva un cavaliere libero e selvaggio (1978)

Pietro Mennea è morto


21 Mar

Pietro Mennea è morto, “Mortacci!”, anche un pasoliniano avete “ucciso” per colpa che corse troppo, evviva Citti! Statevi zitti!

Mennea, campione olimpionico e duecentometrista fin al male incurabile per cui, defunto, oggi se ne celebrano gli allori. Oro di primati e primi podi prima dell’avvento di Carl Lewis e dell’uso degli anabolizzanti. Uno degli ultimi “alzabandiera” del tricolore vincente del nostro Paese oggi più arretrato di prima. Tutti fermi ai nastri di partenza e, se “sgattaioli” prima che (ti) “sparino”, sei “immortalato” nel “finish” d’una foto “ricordo” per le prese in giro da pista “ciclabile”.

Nato a Barletta il 28 Giugno del 1952, deceduto ieri Notte per cause appurate alla sua purezza.

Intellettuale, pluripremiatosi anche di varie lauree, specializzato in Educazione Fisica, un fisico mai laureato però in Fisica ma designato al “ruolo” dell’orgoglio nostro, oggi di plastiche e “ritocchi” in laboratorio. Hanno clonato le pecore, domani cloneranno anche tua madre, rendendola “a pecora” per “esporla” agli orrori dei bisonti sui viali…

Filantropo, innanzitutto educatore della Pedagogia a questa società italica d’imbecilli.

Partiva piano, “in sordina”, recitando la parte del “coglione” ai “blocchi”, poi accelerava e metteva al tappeto, tagliando quasi sempre il traguardo per primo.

Detentore di vari record, fu solo superato da palestrati più “pompati” e “dopati”.

Specializzato in varie categorie, non solo sportive, se ne va un genio, la Freccia del Sud.

Mica chi scaglia di “freccette” a “facili bersagli”.

 

Buon compleanno Pino Daniele!


20 Mar

In verità, li ha fatti ieri, o chissà quando?

Daniele Pino compie gli anni. Un Uomo alla frutta che medita sul suo salice piangente, con del vinello e una bagascia a far i conti col napoletano amaro con tanto di vulcanica voce effeminata alla Loren nel Mastroianni, il Mastrolindo

Mi ricordo tempi vaghi che coniugai nell’Imperfetto al Passato remoto, d’anteriore su sedili posteriori


Al(a)to e menefreghista conclamato, eccedo di tutta boria con borchie contro le donnette coi borselli.
Non mi rammarico né mi pento(le), ché altezzosa mia raffinatezza a ludibrio luccicantissimo del mio essere “abulicissimo”, fra risate bucoliche di compagni viandanti in mezzo a questo vostro sputtanarvi in malora e baldorie di dicerie che incenerirò, senza posacenere ma acceso, in quanto sigaretta Chesterfield, azzurra come la Luna, rossa incandescente quando più “dura”, aspirando la vita con “soffi” al Cuore in zona “infarto cronico” mai ictus ma maledetto.

Sì, sbandiero i vostri panni sporchi e li stendo al “Sole” poiché, bruciantissimo come un fiammifero nella fiamminga Amsterdam, son io a provocarvi danno e anale ai vostri annuali baccani da “fatti”, miei fumati.

Io son Bacco, io vi becco e vi sbatterete, da soli, in prigione se ancora vorrete imbrigliarmi nella rete delle vostre teorie tattiche, con poco tatto e neanche Borotalco di Verdone su Eleonora Giorgi, da strategie “pressing” format(o) coglione alla Adriano Bacconi, poco Francesco Bacone dei “balconi” di Paola Ferrari, “Domenica sportiva” solare alla massima del filosofo “giurista” appena citato:

Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa; nessuna forza può spezzare la catena delle cause naturali; la natura infatti non si vince se non ubbidendole.

Io, cari Bacconi e Bacone, ubbidisco al “liscio”, ribaltandomi d’autoerotismo con giochi “balistici”.

Sì, mi ubriaco di finte, eludendo le fighe, e “insacco” nella porta del mio porgervi il “fazzoletto”.

“Intonso” come voi che, di tonfi, sognate le tuffatrici ma non ne siete “truffatori”.

Celebrate DiCaprio l’attore che, d’emulazione, imita appunto Nicholson Jack nelle sopracciglia accigliate, inarcandovi ad applaudirlo mentre la vostra esistenza guarda, osserva ma è sempre più “cuculo” d’una Shutter Island che prevedo vicinissima. Il crollo è prossimo e percepisco sciagure del vostro realizzare tutti gli sbagli del trauma all’origine delle schizofrenie adoranti i “cazzi” degli altri. Andrew Laeddis sa…ardete solipsisti, adattando le anime in “cuor” arreso alla maschera da voi costruita per resistere alla voglia di tornare indietro e scoparvi quella del “Padiglione” meno da sedare ma di sedere ad andar “a culo”.

Vi preoccupate della “Politica” ma non badate al sodo. Emma Bonino consiglia ai bambini di star “buonini”, intanto rosica per Lucarelli Selvaggia che, poco “fredda”, sta “pianificando” un “programma” selvatico con Siffredi Rocco, “quello” che ha capito tutto.

Ieri sera, la nostra scosciatrice, senza vergogna e che “mette tutti” alle gogne mentre “pen pianino” tutta Sky in “lei” piacevolmente “affonda” (eh sì, Selvaggia ha “sfondato”, vende bene la propria “merce”), di seno in “tette” viste fu intervistata da una testa un po’ scoppiata di microfono ai suoi testicoli “arrapati”.

C’è qualche “uccell”’ che l’accusa di “Porcona” ma lei si difende, a difesa della femminiltà, “sostenendo” le sue “regioni”, calde nella bollita.

Asserisce, fra gli “altri”, che sogna Rocco a “inserirglielo”. E paragona il Siffredi a Willy Pasini, sessuologo della mutua per tutte le “mute” in cerca dell’“urlo”… “all’arrabbiata”.
Sì, secondo Selvaggia, Rocco mette in pratica le fantasie sulle natiche mentre Willy è solo coyote alla Peter di Luna di fiele. In quel capolavoro di PolanskiEmmanuelle Seigner fu al marito una Beep Beep a fottersi un nero più “pimpante” dell’impotenza ammaritata ma non sufficientemente “maturo” per “amarla”.

Mah, finirei con questo aforisma al “foro” di Selvaggia. Una che s’è creata un blog con tanto di sezione “Forum”. La frase da ricordare è questa:

Selvaggia ama il rock di Rocco, in quanto adora il Pavesino ad allattarlo di “biscotto”, detto in modo figurato anche “tiro” mancino a “inculata” tremenda con tanto di “Calcio”.



Uomini della ciurma, ricordate: la schiuma del mare è uno shampoo alla Tutti pazzi per Mary.

Il sex appeal si misura da come mangi un pasticcino e poi ti denudi, di canottiera, alla Bruce Willis.

Irresistibile. Come no:

il pasticcino!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mery per sempre (1989)
  2. L’oro di Napoli (1954)
  3. Il sentiero del pino solitario (1936)
  4. Pinocchio (2002)
  5. Vulcano (1950)
  6. Balla coi lupi (1990)
  7. Daniel e la gara dei supercani (2004)

L’Arte folle del Cinema


19 Mar

Il Cinema è Arte “folle” alla Alda Merini, non “adda morì” come Aldo Moro, ma avvenire alla Cronenberg David, l’Uomo Spider che non guida le vespette di Moretti

Il Cinema è passione mia divorante. A costo che mi costerà una cifra e mi “spellerà”, non scendo a compromessi con finte realtà. Cosa vedremo?

Fratelli della congrega, un anno di trambusto è già per me iniziato, perso fra vari deliri letterari, contratti che prevedono un certo “sborsare”, soprattutto delle ragazze a cui porgerò i miei libri “incomprensibili” per ricevere sportellate da “cassiere” ignoranti, naufragi ove il vento della mia anima si perde per ritrovar la rotta dopo la “rottura di palle”, il mio Spirito dirompente, prepotenti che mi picchiano e offese all’impicchiata affinché m’impicchi.
Ma io insisto, non mollo la presa cinefila e “sgancio” varie bombe da postazioni “radioattive” della mia reattività… tellurica. Infatti, prevedo multiple “lastre” che mi diagnosticheranno un Cancro per troppa asfissia polmonare da “terrone” a non “sboccare” da nessuna parte. Alla gola, in quanto mangio le mentine balsamiche e “nessuna” m’“ingolla”. Spesso mi scollo e “scoccio”. Il porto mi aspetta. Orsù, leviamo le ancore, imbarchiamoci del tutto. Eh sì, quando tutto va in barca, devi affidarti a un Titanic(o) veliero dei tuoi sogni, nella speranza che una bocciatura “Iceberg” non fratturi la prua.
Altrimenti, la vedo brutta, detta anche “Affogo!”. Caronte mi salverà da traghettatore ma finirò col “noleggiare” un traghetto con un drago delle favole per far spola, con questa “sposa”, a Capri, ove ceneremo vicino ai faraglioni ma senza nessuna “faraona”, ché concupita da uno con più “liquido”.

Ah, la liquidità. Non inflazionatevi se sempre affascinanti volete essere, se no le donne vi rendono “flaconcini” per colpa di troppa “affettività”… a un “altro”.

A parte l’imbecillità, che ha sempre il suo perché, ecco i film dell’an(n)o “a venire” che si prospettano superbi. Eliminiamo quelli superficiali, raggiungiamo la superficie delle vette, dell’empireo, oh Imperatore, questo Emperorcon Tommy Lee Jones non conquisterà nessun botteghino. E tu, volgare, chiudi la bocca e la “bottega”.

Cronenberg è in verità un Falotico in abiti esistenzialisti da Stefano “al reumatismo”

Nella mia casa, ci sono molti libri di Medicina, acquistati proprio nella frazione omonima del comune di Bologna. Altri, li lessi con delle pizzette di Altero, ma li comprai ad Altedo.
Ho sempre avuto una cultura alta, di “bocca buona”. Infatti, per anafilassi a un Mondo per me allergico… divenni senza papille gustative delle donne.
Alcune “limonano”, altre fan (il) brodo da galline. Di mio, la patata è lessa.

Ora, sto studiano da vicino, nonostante abbia visto tutto di “codesto”, la filmografia di David Cronenberg, come s’evince da geniusdavidcronenberg.com, sito veramente appena inaugurato ma sotto i migliori auspici.

David s’è laureato in Lettere, ma i suoi film non son da prendere alla lettera. Vanno interpretati come la Bibbia. Insomma, non stigmatizzatelo come “dogmatico”. Tutte quelle cazzate che leggerete, del tipo “Mutazione della carne”, “Evoluzione della specie”, “Sperma prebiotico”, “Cinema macroscopico”, “Telescopio nella mente da oroscopi”, sono stronzate.

Egli è colto “in flagrante” come il Falotico. Un po’ men(t)o(re), stando al fatto che, alla mia età, non aveva ancora scritto un romanzo. E neanche ora che ne ha appena compiuti 70.

Provetto e in provetta, “in vitro” su occhio vitreo, David è filosofo della Settima Arte. Perla rara… (ab)usare di cervello in un’epoca ove i “valori” sono alla cazzo di cane.
Una società andata a puttane è il “termometro” della crisi economica, discendente dalle scimmie, che arrostivano i simili dopo aver mangiato gli sciacalli e gli “uccelli volanti”, come la preistoria insegna ma voi non l’avete imparata. Vi conosco. Studiaste a memoria per la condotta, ma vi salvaste per il rotto della cuffia. Ora, con tanto di “lode”, vi siete imborghesiti nella “carineria”.
Sì, prima credevate alla poesia e al Cinema, adesso credete alla “postazione” Facebook dei “Culi Divini”. Non si “sparga” la voce del mio “seme” in gir(in)o, anch’io ne sono iscritto. Dovessi patir la “fame”, il sito servirà ad alleviare l’appetito o a fustigarlo di più. Nel “Non si sa mai”, intanto “ce l’ho”… fra gli aggiornamenti. Al Giorno d’oggi, bisogna precautelarsi, in caso di “tirare” a campare… Un fondoschiena “mela” toglie la patologia di torno, il germe e il verme.

Ancora lavora l’ex “Ministra” Germini?
Di mio, so che gemeva di “cul-toro”.

Cronenberg è come me.

Incontro uno, il quale vuole indagare nei miei comportamenti. Un tizio dal portamento da demente.
Gli sono scanner. E, di telepatia alle sue apatie, che vorrebbe proiettarmi grigiore e noia, alzo il volume dei neuroni, su “ultrasuonargli” le cervella.

Boom!

Ora, per molto Tempo pensai di essere Spider di Quei bravi ragazzi. Il cameriere preso per i fondelli dai “tosti” e ucciso da Pesci. Insomma, lo sfottò fu esagerato e rischiai di diventare peggio, sempre Spider, ma alla Ralph Fiennes. La doppia personalità “omonima”. Nomen omen! Proprio Come Lazzaro, “Alzati e cammen’”… se domani vuoi il comodino e un “caldo” camino. Da “fritto” in padella a “frittata” senza né brace ma “abbraccioni”. Quando uno ti “Abbraccia”, invero sei già nel braccio dei “finiti”.

Ho scoperto che sono Viggo Mortensen.

Spero di non morire da veggente.

Anzi, veggo in quanto Walken che vede di zona morta. Sì, per vari e-venti, mi “sciagurarono” ma non avevano previsto le conseguente del “coma”. Una volta risvegliato, alzai il radar e cominciai a scandagliarli con meticolosità degna della mia nomea e tanto a monster della guerrafondaia nostra “comunità” di viveur.

Credete che siano felici? Fingono, come una donnaccia di mezz’età con le rughe anche nell’erogeno di “tanto arimmel”.

Di mio, è inconfutabile che sia un genio per antonomasia, infatti a Santo Stefano festeggiano l’onomastico del loro martirio.

Me ne son sempre al(a)tamente fregato dei miei coetanei. Teppisti erano a 16 anni, età pericolosa dell’adolescenza sorvegliata d’adulti a metterli in guardia, e adesso posseggono proprietà private con “Attenti al padrone” a mo’ d’ammonizione. Io non entrerei in quelle case neanche se su quei divani trovassi sdraiata Naomi Campbell della nera “fulva” che fu. Quando, basculando in passerella, attizzava i fotografi nell’occhiolino a strabuzzare le loro coronarie. Poveri zoom.
Che zombi.

Non credo che ne godrei molto. Una così s’accoppiò con Briatore, uno degli esemp(lar)i più laidi a monumento zendel mio discorso. Una volta che si sistemi la pancia, fai il gallo del sistema e sguazzi fra collanine e “collari” a chi decreti “perdente”. Sì, in camera mio ho un suo manifesto con le “cubitali” del mio “masturbarmene” a testa “impettita” quando “erigo”… “quel che non si dice”.

Sono un fanatico degli eremiti e non dei Re Mida.

Ne ho conosciuti. Bambini che vennero sculacciati dal padre per un “voto di carità” che potesse “dare” il futur danaro per il “libero accesso” a ogni fessa per loro “di flessioni”.

Ex adoratori di Carpenter John, oggi con una fighella già in menopausa dei circuiti svalvolati del circolo (vizioso…) di cucito e cucina con le piastrelle “profumo” benessere.

Madri maniache religiose che hanno catechizzato i figli affinché fossero educati poi al “piccante”, una volta compresa la “parabola”.

Figli di papà col pasticcino di Domenica e la mano morta da “maledetti” del Lunedì mattina prostituito ai lavoretti per l’utile, il dilettevole e tanti letti “a castello” dei loro “valori” (s)montati a piacimento.

Sono un genio, professo senza professorini e maestrine, la mia via è maestra, in quanto Maestro che, se sgarri, pesta pure Vittorio Sgarbi.

Chiamatemi stronzo, sono un Illuminato.

Per il resto, Presidente di che?

Quando “tira” male, apro dei siti.
Farnetico falotichescamente, confabulo, amo le favole, anche le “fragole”.
In quanto lupo versione Tom Stall(one).

In fin dei conti, chi parla d’amore spicciolo è un picciotto, chi fa il grande è un piccione.

Insomma, non so se “starci”. Il sito sa.

Classifica dei più attesi. Non ho nessun attestato, ti prendo a testate!

Tre capolavori annunciati. E tu sarai denunciato.

Porto lo zaino, anche la zanna.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Only God Forgives (2013)
    Refn che “spacca”… le ossa, che maciulla, che stramazza al suolo. Cinema detto “Colpo allo stomaco”.
  2. Malavita (2013)
    De Niro versione “mal… andrino con un figlio anatroccolo”, quella “cocca” della Pfeiffer, “cuoca” di “birra” bionda, questo Jones, sempre Lui, cacciatore.

    Una cazzata coi fiocchi pirotecnici.

  3. Venus in Fur (2013)
    Un Polanski con solo due attori. La moglie fornicata dall’amante sadico.
    Questo è Roman al massimo. Un masochista che sfancula perfino la consorte, riprendendola. A schiaffi.

Quel “Poor Man” del Boss Springsteen


18 Mar

 Ascoltate idioti e imparate!

“To the Wonder”, nuovo Trailer


18 Mar

Datevi al Wonder di Terrence Malick, metafisici dimenticherete il vostro fisico anche se la Kurylenko è una gran figa e, fra le “alghe”, è la mia Olga, sì, le po(r)go nella marea di…

Mont Saint-Michel(in), il “pneumatico” alza e “sommerso” dell’uccell’

Dopo molta depressione, compresi che la compressa era solo una “spremuta” per non “premerle addosso”, così riemersi e “lo” misi

Prefazione per le “azioni”

 

Fight Club, rivoluzione scatenata di scalpi anche “nobili” ai nubili e agli scapoli, e alle scapole delle s-palle messe a mollo e “ammogliate” al mio “molo”, banchina serena contro…

… il branco nel sedere sedatissimo! Adoro il mare e non le merde!

Non arretro un istante dinanzi all’ostinazione dei fascisti. Oh, fasciano e sfasciarono, ammutolirono e vollero ammainare. Invece, ordino una pizza marinara e varie “pizze” a mozzarella del condimento a tali dementi “alla romana” con le rumene, che corron a tutta birra, nascondendosi ché impauriti dalla mia “capricciosa”. Sì, io rumino e son gramigna. Vuoi estirparmi ma cresco con più folta “foschia” ove pascoli le tue nebbie

Che sia una società di stronzi “galleggianti” che sbatton in galera chi non è escremento… si sa, dunque, se la salsa è lo sfottò contro il saltimbanco che “imbalsamarono”, io saltai “balsamico”, “al basilico” esaltato della zizzania, sui banchi delle scuolette dalle regoline rigide, e ammansisco le “scolarità” di quest’ilari che tante arie si dan(na)no. Anali e ingordi, soffron della goliardia più perniciosa a cui spruzzo il pesticida su ogni altro “bianco” omicidio. “Fumata nera” del mio aspettare la proclamazione del mio Papa, irriverentissimo nell’“intonacarli”, scardinando i codici vetusti di chi scardinò i gradini del mio “Altare”. Ah, la Patria e Mussolini, d’affinità “elettiva” molto “encomiabile” a Hitler, il progenitore di tutte le teorie che inneggiarono per il “movimento”… “ardente” della razza “superiore”, e bruciaron vive tante anime. Coi denti! Sì, condiamoli! “Cotoniamoli”.

L’ovatta è “ometto” ai tuoi elmetti. Chi volevi omettere? Mettiamo la tua testa a posto!
Comando io, sono Schwarzenegger di Commando! Implacabile come Ben Richards, mio “caro” richie. Io t’arriccio e ti “striscio”. Altro che le tue camicie “da quadro”. T’accerchio e patirai i cerchi alla testa. Tu non credi più a nulla, neanche a quelli di grano come in Signs.
Sgrani gli occhi e lanci “granate”. Io ti segno, io ti marchio, io ti rado al suolo. Tabula rasa contro l’appiattimento dei tuoi “caldi” piatti! Ti sparecchio, ti sparo e t’assordo nelle orecchie. Ecco il “tampone” al timpano!
Ecco le “campane”.

Da animali saran puniti dalla Bestia. La Bestia vive di Notte e “vegeta” sulle streghe con le scarpe tutte rotte, è dirompente e ti rompe il musino, a cui “affibbio” appunto, e non cicatrizzerai con punti di sutura (so che “sudi freddo”), la fibra mia di tutta libbra. Non valgo una “Lira?”. Sì, infatti son lirico, ho sempre privilegiato la poesia agli avamposti e la trincea a chi trancia. Dunque, due più due fa quattro, e io ti spezzo in cinque. Potrei anche esagerare, moltiplicando il “fuoco” all’ennesima potenza ché, “elevata”, come la tua “nobildonna”, domino, fregandomene dei tuoi monopoli.

Sono un “pollo?”. Sì, mi rosolo da apollineo, e ti appiopperò il mio “cappero” in te che m’hai “stufato”. Affarista “afoso”, arido che non affabuli, con la fabbrichetta “regolatrice” dei pian(t)i.
Tu e le tue “linee”, t’allineo io! Ecco chi va contro le “mode” e a modo suo è smodato al tuo “galateo”, mio “galantuomo”… al galà, al tuo Jerry Calà canterino, al tuo gagà. Al tuo “gelato”, preferisco il “pistacchio” che pastrocchia, accecando i tuoi “occhietti”.
Ai mielosi, il “caramello” dello sbudellarli! Il carro armato ai tuoi “bombardamenti” da damerini.
Alla dama, gli scacchi. Ti scaccolo “matto”.

Vuoi mettermi i paletti? Recintarmi? Ecco il paletto. D’avorio e di tutto mio livore, proprio conficcato nel tuo Cuore, “eretto in san(t)ità” per noi, vampiri e licantropi, ancestrali e “celestiali”.
Mi reco dalla tua ragazza, non vale un cazzo:

ciao, a parte gli scherzi, m’osservo allo specchio. Sono di viso carino e di “visiera” sportiva ma le tue gambe già spezzano il sogno di baciarti con fluidità. Corporea… “accorpami”. Ne estrarrei il mio oro e non piangerei notti amare, diluendo il lubrificante in carburanti “a scoppio”. Ma cosa ne sortirebbe? Il “mio” di malasorte.  Mia Venere di Milo, non farmi la fine di Sandra. Da felliniana a rifatta. Si sa, quando s’incunea, allegro e birbantone, dentro lo scivoloso triangolo dell’amore, da te esposto, esibito di libido “depilata”, otterrei “torreggiante” una Donna non terragna di chiatta ma a inchiappettarmi nella “dieta” ai miei testosteroni. Come Schwarzenegger uso l’anabolizzante, in quanto Governatore della mia testa con un solo muscolo da pompare, il cervello. Se pompassi “atleticamente”,  in te “gonfiata” d’amplesso, saresti sicura che non scoppierei? A piangere? Sì, sempre di liquido si va a parare quando “lo fai” o quando non me la dai. Mi “liquidi”. Pretendi il quid pro quo, cioè il maschio per gli “scambi(smi)”.  Dai dai, sono un folle che cavalca con spirito “ignobile”, non essendo un milite ignoto e di notti spesso tragicomiche. I miei amici contattano il manicomio ché a tutte le “pantere” vorrei “sfilar” i guanti, per carezze di mano “fredda” a surriscaldare il mio palmo di naso, sempre agghiacciato da un rimaner all’asciutto con tanto di pastasciutta, cioè gli spaghetti dell’americano a Roma, Sordi e perfino “mutilato” con una sola forchetta e non il forno di prelibatezze “attorciglianti”, dicesi conchiglia del ripiegare al primo, (da) solo, e mai procedere a “spezzettar” la carne con le patate fumose di focoso “speck” affumicante.
Al fulmicotone, invece, continuo a fulminarvi di ogni Donna. La Donna, coi suoi tacchi direttamente proporzionali, quando alti, ad alzarmi… l’umore, amo le bassotte cagnoline, le pienotte da cannolo, le mezze misure quando “eccedo” di troppa durezza non livellata alla media della “norma”. Sono eccelso, t’accendo, basta con le domestiche tranquillità d’incensi… “e gloria”. Ficcati il mio “glorioso”. I normali, no dico, soffermiamoci. Non fermare questi calori. “Odora” nella sinuosa tua rosa. Normale è un impiegato che spende la vita a guardare film “romantici” in cerca delle pratiche di divorzio. In pratica, è diviso già a metà, e non lo “spartisce”. “Va messo” bianco su bianco, in caso di eteri della stessa razza ipocriti col manifesto di Campbell Naomi, sul nero se omosessuale, sulla giapponesina nel “caz’” se  preferisce e “alliscia” le letture di Mishima per il
missile Tsukamoto.

In poche parole. Quando t’ho vista, ho avuto voglia di correre. Basta col “Corriere”. Sì, tu maratoneta, in bicicletta su pants a provocare quelli con la panz’, minigonna  fotomodella in casa sulle pos(at)e dei “pattini” per attizzare il ragionierino in pattine che vuol “posartelo”.
Come posso dirti che, dopo ciò, uno Sputnik è partito d’embolo ai miei vasi dilatatori?
Vuoi sputarmi?
“Fallo”.
E lecca con garbo.

Firmato, l’Uomo che incula

Non aspetti altro.
Morale: l’umanità è morta dentro, vai a morire ammazzato!
Altrimenti, da me, riceverai mazzate!

Ecco il “mazzolino”.

A parte le “porcate”, Donna apri il “boccaporto”, sono il tuo Ben “pene” Affleck nei tramonti “rosso” di sera

Amo Malick Terrence ma ho una mia teoria su costui, cineasta che non discuto ma che (non) fotte.

I suoi film sono “impalpabili”, immagini bellissime quasi “cartoline di Venezia” innamorata fra canali e barchette. Sono eleganti, non ci sono teppisti con le borchie né le “borse”… sotto gli occhi.

I suoi attori, da Richard Gere in primis, sono dei figoni per store ai confini della realtà.
Rabbie giovanili, a metà fra la pazzia e lo spupazzarle, ma Malick è un depresso cronico.

Sfatiamo molti falsi miti sulla depressione, oh mia “Dea”.

Per anni ne patii, soffrendo come un cane, fra l’altro mi bastonavano. Poi, urlai “Basta(rdi)!” ma m’azzannarono da lupi. Così, mi rifugiai concavo nella spelonca, tutto spelacchiato e dal pelo poco rizzo.

Ma rizzai in piedi, sì, sono un feticista delle caviglie muliebri. Appena una Donna “bascula”, “crollo”.

Svengo e le son “veniale”. Se “trascina” il piedino per solo 30 secondi “netti”, tutto tutto “viene” senza bisogno neanche di toccarmi.

Più metafisico di così, non (ci) piove. Che “piovra”. Duro come il piombo. “Volante” come gli aerei a Piombino.
Sognando di piombarle addosso a mo’ di un razzo nella sua “Luna”. Ah, che calotta, ti chiami Carlotta?
Ti darò… calore in quella “zona”, non lamentarti del buco dell’ozono.

– Stefano, stai in forma, ma ti avverto. Allarmati. Avrai una ricaduta.
– Ah, per forza. E che sono Ercole? Anche Ercole, dopo 50 sui cui culi “affondò”, s’ammosciò.
Non puoi resistere per sempre… “a lungo”.
C’è anche la pausa “caffè”. Per ora, premi sul “Red”. Registrami nel tuo formato “archivio” di chiavetta.
– Non sei cambiato. Sempre il solito marpioncino.
– Sì, posso toglierti il maglioncino? Preparami i “maccheroncini”.
– Toglimi le mani, schifezza!
– Evviva Lavazza, più lo mandi giù e più ti tira su!
– Sei un porco vizioso!
– Viziami dai. Sevizia. Fammi da zia!
– Zotico!
– Ne ho piene degli antibiotici. Ora voglio, “erba voglio”, la “canna” della tua “bioetica”.
Devo imboccarti. Fatti rimboccare le coperte. Scopriti. Scopami.
– Ma io ti distruggo, cazzo.
– Hai capito. Distruggilo!

Sì, il Cinema di Malick è un surrogato.

Occupiamoci, da “disoccupati”, di cose serie.
Insomma, le cosce son “deserte” per colpa di troppi lavoratori in miniera che non posson “badarle” ma sbadilano. Non darmi del bidone, ho risorse impensabili. Infatti, mi trovi nella città perduta. E tu, deperito, non fare il tecnico. Ho dell’edilizia da “mattone” su ancor più matti e mattarello in testa alle tue matrone da poltroncine, da “piastrellare” sulle mattonelle, in quanto, se pisci fuori dal vaso, io ti cago da pipistrello. Nessuno mi caga? Allora, andassero a cagare!

Come procede, dottore, il nostro, speriamo non impervio, ma focosamente spericolato, avventurarci in Poe Edgar Allan. Non è che incontreremo un alano nella grotta in prossimità della Rue Morgue? No, la strada è irta per il successo, che è il participio passato di “succedere”, quindi, se succederà saremo non dei cessi da Sanremo.
Perché odiamo i “Salirò” e di saliva non saliamo. Non assaliteci, vassalli. Forza, “monchi”, il vascello ci salverà. Salpiamo per nuovi lidi, basta con questi “idoli”. Idolatri, Iddio vi bruci, noi ardiamo di Passione, ma Cristo non è povero, mai. Velli d’oro, svelti, vi divelleremo. Credete in qualcosa o no? Ah no? Allora, annacquateli nel fiume, questo è il Comandamento numero undici:

“Se non credi, crepi, travolto dall’apnea”.

Se non mi credi, sei già morto.

Ricordate: come vi affogo io, neppure le fighe che “innaffiate” con foga.

Ah ah. Sono una forza. Sono la forca.

Non sopporto molti bolognesi. Parlano così: “Ha lasccciiiaaato una sciiia”.

Sono uno sciatore, io lascio e, se m’incazzo, t’allaccio pure.

Senza “Sì” di pronuncia “SCI”.

Mollo la presa, sono un cliffhanger. Amo Lee Van Cleef nella Fuga.
Ci “bendiamo” assieme e beviamo.

Evviva la Sicilia, Terra del Sole!

Ove, da dietro le colonne, spunta chi t’incolonna.

Oh, mia Donna, son un po’ stempiato, ma ti sacrific(c)cherò nel Temp(i)o, con tanto di “piano” alla Bontempi.
Che bontà!

Che limonata di agrumi. Ah, si raggruma il sangue! Forza, saraceni, chiudete le saracinesche.
C’è una puttana per cena!

E tu, mentecatto, “accattatela!”.

Finale col “botto!”

In fin dei conti, son sempre stato un maledetto. Mi ricordo che i miei coetanei raccoglievano le “farfalline” dal prato mentre io, “stuprato” sul divano, “infilavo” Fuoco cammina con me del Lynch “linciavo” su quel fondoschiena madornale di Sheryl Lee. “Liscio liscio” andava ch’era un Piacere “arrostito”. Ah, quella bionda drogata, da “sottosopra” fra doghe di legno, altro che i “Malavoglia”, una da Verga e basta, senza dolori di Werther.

Una Sheryl così, ti rendereva irruentissimo e bisognoso di “morfina”.

Oggi, di tutte le gnocche son il nocchiere. E, se qualcuno mi critica, invidioso della mia “potenza”, gli spacco le nocche in quanto son “premuroso di coccole”.

Mi chiamano il “Cioccolato fondente”. Sì, fra poco si celebra la Pasqua e le uova fan brodo di galline.
Ah, ne avete di zampe. Io le scarto e “ovulo” senza lasciar “macchia” fra le lenzuola.

Sono l’“Ascensione” in Maddalena perché v’insegno una regola: se non “lo” alleni, poi si allenta la “tensione”. E finirete con le “cere” in processi(one).

Sì, la mia candela è “fiammante”. Sono il “fenomeno” in mezzo alle mutande.

Lo so, Lei lo sa, lo sanno tutte e le “benedisco”. Con tanto di “abluzione”.

Miei deficienti da polluzioni notturne, datemi una Sheryl e non m’accontenterò.
Voglio anche Sharon Stone dei bei tempi, quando lì in mezzo era bollente, accavallante per il “cavallo”.

Ora, non avalliamo alibi, ce l’ho solare come il Sole a Mezzogiorno, risorgimentale come dalla Mezzanotte in poi.

La mia proprietà intellettuale è indelebile, e non la cancelli coi tuoi sorrisi “al bianchetto”, meglio una “Notte in bianco” dei bianchi col colletto e bavosi, i ludri son luridi, io son arido a costoro, ai quali riderò in faccia, sputando anche “in-vis(t)o” a Cristo!

Il dialogo medio dell’italiano “alto” è questo.
Immaginate quattro scamorze incravattate al ristorantino “Spumantello del manto d’orzo”:

– Hai visto che figa?
– Dio mio. Da schianto, da urlo. Ululo. Mio Gesù, ce l’ho già duro. (S)vengo, ordinando polpette.
– Che poppe. Da “brindare”.
– Sì, un brindisino “portafortuna” ai nostri “gioielli”.
– Com’è ingioiellata. Sarebbe tutta da “disgelare”. Chi azzarda la prima mossa?
– Io. Si “scioglierà” subito. Le presento il conto, da “Conte” a raccontarle frottole per la sua “frittella”, grazie alla mia carta di credito. Me la cremo tutta! Di “canini”.
– Sì, al sapore “mascarpone”.
– Affonda il Savoiardo!

Ecco, tale schifezza è la società, non solo italiana. In Italia, son sinceri. In America, si nascondono dietro il “trollare” ma “rullano” più droghe per le troie.

Nello spazio “Commenti” delle attrici “adulte”, leggiamo robe come “I want fuck you, my darling, so badly!”. Poi, come lavoro, sono i messi di Barack Obama.

Sì, il bed and “breakfast” su “furious”. Sezione Vin Diesel, cosce e motori “lussuosi”.
Ove il lust fa rima con “pasto”.

Di mio, sono un impiastro, preferirò sempre Quei bravi ragazzi al “pentirmi”.
E Joe Pesci al “pesce”. Le donne te “lo” friggon in padella. Prima vogliono la Cadillac, poi pure la lacca e l’“H” di quando “entri” e “spingi” sull’acceleratore, fra preliminari, orali e i soliti “rituali”.
Giochi d’attrazione a cui “ripiego” nel “dispiegarmelo”. Dicesi fottute seghe che mi fanno una pippa.

Una mi “riverisce”: – Uno come te becca a boccali di birra.

Risposta secca, di labbra secche: – Becco solo un lavoro da becchino. Ai morti dentro, preferisco il cimitero. Almeno, vicino ai loculi, puoi leggere un buon libro senza farti distrarre dai cul(aton)i.

– Ah, figurati. Sei molto interessante, invece.
– Sì, ascolto Bruce Springsteen. Infatti, sono come De Niro, un Boss sotto stress.
Ah ah, come “uomo” non interesso mai. Prima o poi crollerò. Sono un poeta e romanziere, forse la mia atipicità piace a livello intellettuale ma non a livello “fisico”. La mia mente è troppo grande per i miei trenta centimetri.
Che credi? La sofferenza delle “astinenze”, prima o poi, induce alla metafisica. Come già avvenne da anni in cui non “venni”. Mi sveno per una “mission”, la Letteratura e il Cinema.
Sono Mendoza nel Jeremy Irons. Un gesuita bello ma, alla cui vista, le donne, chissà perché, urlano “Oh Signore, per carità!”.

Quindi, oltre a non beccare, non “pecco”.

– Ma se non pecchi, finirai “spaccato”.
– Sì, amo le spaccate delle arti “marziali”.
Dovresti averlo notato?
– Cosa?
– A forza di “aprirmi” troppo, non apro la cerniera.
– Te la apro io. Stai calmo…
– No, guarda ma non toccare. Tocca ma non gustare. Sono Al Pacino…
– Il Diavolo
?
– No, alla diavola. Cotto allo spiedo.

Stamane, ricevo un’ammonizione, ma com’è possibile? Sono io a usare il “cartellino rosso”

Avvertenze per l’uso, dunque avvertimento, Falotico. Varie ragazze son state tempestate da messaggi troppo carini. Viviamo nel 2013, non nell’Ottocento. Quindi, o manda lettere come “Voglio fotterti”, oppure la elimineremo dal sito perché questo è l’andazzo. Che a lei piaccia o meno. Non giochi al pagliaccio se non vuole finir ghiacciato.
Sia meno romantico e più fig(li)o di puttana. Le ragazze amano il lesso non il lessico. Col lesso, che le mantiene, posson pensare al cesso da pulire senza sbattersi troppo. Son delle fesse ma non giri attorno alle fessure, fessacchiotto! Le ragazze esigono l’orsacchiotto per i ciucciotti, non le labbra raffinate. Affili il “tiro”.

Come “la vedi?

Lo vedo.

Cosa? Il “visone”. Non posso “comprarle” però la “pelliccia”.

 

Raramente, un trailer viene allestito dal regista in persona. Ma il regista è Terrence Malick, factotum anche della promozione alle sue pellicole.

 

Molto discusso all’ultimo Festival di Venezia, ecco le nuove immagini della Magnolia Pictures di To the Wonder.

 

Molti critici, forse frettolosamente, l’hanno stroncato, pensando erroneamente, a mio avviso, che non si possa girare solo un film “cartolina”.

 

Che ci vuole una trama, un “traliccio” dei personaggi e che, per quanto la fotografia sia magnifica, non si può basare la Bellezza solo sulle sensazioni visive.

 

Perché no?

Questo metro di giudizio chi l’ha stabilito?

 

Da malickiano puro, affermo il contrario e lo sosterrò, sempre, a spada tratta.

 

 

La fav(ol)a del Piffer(ai)o magico


16 Mar

Io Ozio e spargo sulle vostre natiche l’olio roventissimo, miei odiosi

Il suono frastornante ai vostri sonniferi!

Per amare una Donna, bisogna (d)osare con molta calma “apparente” se, alla parete, non vuoi essere “impiastricciato”, nel senso d’autoerotismo “schizzato”

Prefazione elegantissima, biglietto da visita di stile da “cane” con gli stivali

Centro di riabilitazioni psicotiche alla demenza collettiva, da decollare con tanto di fiocchettino… a neve, e virato al bero, ai loro papillon “papali(ne)”, su impallinarli di “pillolina”

La vita, quando si apre al furor più agonico di te rannicchiato, illumina i neuroni “in onore” del rachitismo mentale dello squallore di cui è ammorbato il Mondo peccatore. E allora il “pesce piccolo”, mirato da “mire” e bersagli(eri), si tramuta in un divorator, livoroso squalo. Titanico che, dalla sommersione d’apneica ossigenazione, respira a branchie pulite, lontano dal branco del gregge cacciatore “ondoso” e d’affamati pirati barbarici, spurgando le colpe dei “neonati” che s’arrogarono la fame d’abissali pasti(cci) a “bandiera” della “reverenziale” lor “forza superba” per mangiare il “plancton” affinché piangesse, scellerati cannibali d’antropofaga cupidigia “marina” e frivola, superficiale e crudele alle budella stesse attorcigliate dei fegati “abbuffati” nei buffet(ti).

Quando Moby Dick (il)leso, nel suo “delfinare” mesto e contemplativo, d’aguzzini rancorosi come Achab, il frustrato, meravigliosamente si trasformò nel “mostro” di Loch Ness, e che tormenta/o alle pasciute serenità della “tranquilla” loro “dorata” navigazione canzonatoria e goliardicamente “golosa”. Oratori, vi sputo la lisca. E, liscio, mi defilo dalla fila indiana, infilzando le panzé da incazzato, corazzato panzer. Ah, mie panzoni…, vi slaccio i bottoni e v’imbottisco nel trombarvi. Tromboni! Ecco i rombi, ecco Rambo!

Si rabbuia il Cielo, le nubi annunciano la tempesta, tuoni mordono la “termodinamica armoniosa” dei vili villici, tanto contenti a imbandir festicciole sul ponte di “maestri”.
Gli alberi scricchiolano, un cigolio “sospetto” è già profezia della calamità.
Terribile come Dio vilipeso nel suo diritto al libero arbitrio, insindacabile, inviolabilissimo del suo Giudizio universale, con Michelangelo a “forgiare” la scocca vitale a tali primitive, grezze carni “affilate” nell’obbrobrio imperdonabile del mai risanato errore alla radice della “mela”.
Tanto ambirono al Paradiso che, terrestri, furon mortificati all’eterno non più lindore della Bellezza ora a scolparsi per riscolpirsi come quando il Padreterno li spedì al Purgatorio del Pianeta degli orrori sacrificati per poi scegliere i meritevoli e giudiziosi.

No, ferali sanguisughe vollero detronizzare il mio puro, sanguigno e vitalissimo, non avvitabile e non in cravattino, “naufragare” di cavallina in “matta” frenesia del Cuore, ma ne sortiron solo un più malvagio sortilegio.

Mi torturarono, inveiron con la veemenza più blasfema d’oscenità a ogni decoroso e intimo pudore, “sessualmente” soddisfatti nelle loro leccornie da lecchini e giovinastri del “salmastro” esser salamandre fredde dallo scodinzolar di code “lecchine”.

Tale violenza provocò solo un rafforzamento, non persuadibile alla stolta volontà vanitosa d’“ammanettarmi” e “incarcerarmi” alle loro croci pagane da ben (ap)pagati.

Io corro sempre più a manetta e “a manesco”, manigoldi ingordi! Vi sporco! V’inforco, porci!

E si liberò dunque, sprigionata come da meandri arcani, messianici di furia e potenza di fuoco, una così devastante autorità insopprimibile, scagliata come saetta bruciante proprio contro tali nani d’innata inanità. “Lattai” dell’allegria e del prenderla come “viene” altrimenti t’appendono, dipendenti alle prostituzioni del sistema solo a (ri)torsione di tutti i loro repressi desideri che, prima o poi, sfoceranno “a dirotto” nel rimpianto più punitore e supplicante perdono agli autoinganni, “imbrogli”, “ristoranti” di troie e trattorie di ta(g)li(e), mai sbrogliar appunto la lor ma(ta)ssa, ai raggiri, ché tanto anelarono, di giretti e “giravolte”, a inannelar tutti nel reparto da “biodiversi”, quanto patiranno l’esperimento “laborioso”, orrido del “virtuoso” laboratorio delle schifezze che pastrocchiarono, lavandosene poi le mani. “Pulitissime” merde, da cena e ghiotto applauso alle scene(tte). Scemetti!

Mai m’annichilirò a questa borghesia di dinastia puzza anchilosi, e ne sarete costernati.
Ché, di mio esser costellazione alle mie stelle, non attenuo la morsa né il vostro rimorso.

Cambio mille aspetti, miei caporali col “pettorale”, oggi delfino, domani volpino, ieri lupone, nell’immenso immarcesibile, mai nella vostra “marcetta” marcissima, un filibustiere da bellimbusto, a irridere il vostro brusio, i vostri arrosti, la vostra “rosticceria” da “pasticcieri”, le vostre puttanelle da quattro soldi e bustarelle.

Eccovi servito lo stronzo.

In quanto, potrete mandarvi ad Alcatraz ma, una volta “evaso”, ti romperò di nuovo il cazzo!

Corteggiamento così: meglio la tua “giraffa” da leone che “a pecora”, la tavola ove ci si “scalda”

Essendo il Gatto, fortunello ad arricchire gli altri e non tanto a “rimpolpare” il mio, girovago e osservo i polpacci delle donne

Ridacchio “sotto i baffi”, annuendo alla micetta ché mi sia “miccia” vicendevole.
Lei annusa da lontano, m’inaridisce e, oltre alle mie narici soffocate, il mio “pelo” si chiude a riccio.
Così, maledico il “ricco” che le “arruffa” la gattina, dopo averla conquistato con una riffa clandestina.

Ah, quindi faccio comunella con un immigrato e miriamo Miriana, sapendo che starà sempre con “uno” più “ammirevole”. Ci complimentiamo col “suo” e ci spostiamo, da “spostati”.
Poi, entriamo nella bettola ove cenano, “estraiamo” l’aceto dall’insalata di tal patatona e “contorniamo”  il suo “uomo” a colpi d’accetta “rosolante al sangue”. “Al dente”.
Lui prova a disincagliarsi dalla presa, perché (non) ci sta, come il “nostro” fra le mutande sul punto d’ebollizione!
Scaraventiamo le posate e “lo” posiamo alla sua futura “sposa”. Che frutta!
Urlando: “Questo è il pane integrale, l’antipasto prima della lasagna con la besciamella! Veniamo da Ragusa ed ecco il ragù bollente”.
Il cuoco, spaventato, in preda a spasmi e a “spaghetti” del nostro aglio, olio e “peperoncino”, chiama i carabinieri, che giungono in soccorso della “cotta” dopo mezz’ora di ritardo, causa cattiva digestione post caffè amaro delle loro “sfighe” di barzellette.

Il casino è un menu “senza prezzo”.

– Che sta succedendo qui?
– No, non succede nulla, già successe, insomma fu un (suc)cesso senza neanche un succhiotto.
– Che cazzo state dicendo?
– Insomma, c’apparve da “pappare” ma è tutta carne e niente arrosto, meglio la zuppa di questa donnetta con la zucchina vuota. Meglio la polpa del pomodoro alle sue “poppe”.
– Cioè? Non ve la siete “cucinata?”.
– No, abbiamo ordinato una bistecca.
– Quindi, i vostri “stecchini” non sono entrati?
– Scusi, ci scambia per omosessuali? Non è una questione di ossobuchi. Vale a dire, arriviamo alle “ossa” del nocciolo. Meglio la noce moscata di questa noce di cocco.
Meglio il cocomero di voi merli. Meglio la “melina” di Pelé al “melone” di questa che non “speleremo” mai. Fa ribrezzo anche ai minchioni!
– Minchia.
– Sì, siamo i cattivi tenenti. “Tenetevela”. Noi ci “manteniamo”. Siamo dei “duri”.
Come la scorza dei limoni di Sicilia.
– Ah, delle cape toste.
– Sì, meglio del capoufficio. Ora, facciamo colazione con un cappuccino.
Incappucciateli tutti, in modo “cremoso”.

La mia iniziazione erotica fu l’apripista del “pirla”

Dopo essere stato sverginato “a forza d’urto”, di(s)cesi anche “svezzamento scassatutto”, il mio cervello sbandò, perché non compresi, ah quante compresse e pressioni, che la mia prima ragazza avesse sbandato per uno che non sbavava neanche se si fosse trovato di fronte a una modella con venti chili di tette su cento Km di gambe nelle rotondità D’Indianapolis alla Kardashian Kim.

Al che, “su di giri”, svalvolai, innamorato pazzo alla Celentano e, dalla flora batterica intestinale, leggasi “fegato” rosicante per le donne “rosate” da altri, a cui s’affiliava anche la bestia nell’antro del suo ventre, ballai con le “ballerine” formato scemenza per troppo precipitoso “liquido seminale”.
Sì, mi s-postai dall’immobilità “sabbia mobile”, detta anche “Sto affogando senza affogarlo”, al prostrato- “crostata” del “Bagnato troppo per inumidirle di voluttà”, previo denuncia di troppa “cannuccia”.

Uno “nato con la camicia”.

Le donne, venute a conoscenza, del mio “lungimirante”, cominciarono a recarsi sotto casa mia, versione Demi Moore di Rivelazioni, cioè “stalking” attrazione fatale dello stupro “invertito”, ove giocai al Michael Douglas “mignon”, rimpicciolito nonostante le mie “dimensioni”, del loro basic instinct Milf. Le donne sanno “fingere”, non mi riferisco agli orgasmi di Meg Ryan, che la virilità feriscono, ma alla natura stessa, a prima vista, (“mano”) morta. Prima s’accasano con uno che le “sostenga”, cementano le basi della “solidità”, poi di pilates si rassodano quando il portafogli è già p(i)en(o) di “riempirla”, quindi si rivolgono ai giovani vogliosi per ritrovare la “freschezza” della menopausa più “femminista” a spronar la carica, la vacca, delle estetiche “plastiche” ancor in cerca di slanci da immortalare di “mortadella”. Che flirt, che lifting…

Ne patii… “quelle” dell’Inferno. Mai avevo appurato la mia sensualità fino a quando una maschiaccia mi “evirò” del tutto. Bella era bella, ne voleva di brutto.
Il mio fisico, crollando dopo il “colando” del “collante” strappandole i collant per lo “stappar’”, da integerrimo, di-“venne” svenato. Mi “svuotarono” non solo la scrotale sacca. “Mi piaci un sacco, sei come la Nutella del Saccottino”…  Lo presi in saccoccia, ordinai un take away al cartoccio. Diciamocela, da ragazzo veniale di peccatucci all’onanismo fin a “ingigantirlo” per tardone che desideravano le insederassi col “tappo”. Meglio il pollo al limone del cinese da “gelato fritto”.

Che schifo. Il mio corpo subì il contraccolpo, che “botta”.

A pera, lo stomaco però ingrassò nel Pinguino, altro che Batman. Il mio pipino “lievitò” da pupone, e i pipistrelli incitarono il mio Tarzan a esser l(i)ane con tutte le Cheeta. Per la banana scimmiesca.

Dopo un po’, dopo “molte” montate, me ne nauseai. Il mio naso tornò Pinocchio, e regredii di nuovo. Cercando pace dei sensi nelle letture buddhiste dei tibetani, sperando che codesti rilassassero il mio troppo “tirarmelo” in ogni ano. Queste “paesane” da balocchi stancano. Le devi portare al luna Park e, oltre alla Luna, pretendono di s-tenderti con lo zucchero filante. Se fai il serio, ti “danno”… del prete. Quanti danni. Che montagna russa! Occhi fuori dalle orbite, mignotte fra le “grotte degli orrori”, sì, le streghe per il tuo Strudel.

Prima adorano il “saliscendi”, l’uccello che “ascende” pur entrando in “galleria”, poi ti rendono un vampiro perché son state loro a dissanguarti. Eh sì, amano il sanguinaccio. Fai solo la figura del “salame”. Senza piccante ma “picchiatello”.
E non batti chiodo. Così, t’iscrivi a un partito comunista, eh già, la falce e il martello.
Batti il ferro finché è “caldo?”.
Mah, qua non c’è cassa.

Più che un kiss kiss, prevedo un  cuscus. Ingranai per la “quinta”, m’ancor prediligo il “riso” del grano scemo-la.
Il bacio alla francese direbbe couscous, un barese “Cì è cuus?” (chi è questo?), una magrebina mi renderebbe meno “di magra” e più manzo, sfoglio le margheritine in cerca solo del mio “papavero”.

M’ama o non m’ama. No, l’hanno staccato alla “radice”. E ora come “faccio” a ritornare “fiorellino?”.
Rimango con le mani in mano del mio pisello.

Le aste del mastice nell’offerta di “attrici” da canasta e da vostri “canestri”

Eccomi a voi, dal pulpito a predicare sui vostri mendicanti prepuzi.
Bene, apriamo il “piatto”, aprite le patte:

– Questa è Megan Fox. Vale un “beneamato”. Partiamo. Si parte da 15 Euro.
– La compro io a 100.
– Nessuno “alza” di più?
– Bene, Chris Walken di New Rose Hotel s’aggiudica, volpone, la vulvina!
E ci scapperà il perfetto pompino.
Applauso!

Il vendicatore dei ratti e dei nani, educati alla pigra piccola borghesia cafona che sarà “spedita”, in modo spedito, al mio iellarli e nella caverna, segregarli senza lieto fine dei “rimaneggiamenti” buonisti ma cattivo nel modo più crudele, in quanto “piffero” del mio libero flauto che “scodinzola” dì e Notte nel “perdigiorno” al Piacere erotico

Tanti beoti che elevate a “emblema” di quest’orrendo cheto vivere, ove i savi e i saggi vengon spacciati per parassiti malsani, in quanto innatamente ribelli di lor altera alterità, come dico io.
Cacciati, assediati, da “scovare” per “scoparseli”. Sì, affinché sian servi riverenti da pavimentare con calunniosa demenza.

Ma, come Topolino di Fantasia, la mia immaginazione è ingorda a divorare tali roditori, topi di fogna sempre ossessionati a “sforacchiare” le topine. Si balla! Di scopate!

Un’idiozia che flagella le coscienze più vivaci con reprimende tremende al loro spontaneo viver(si) giovani. Per “atterrirli”. Ma potremmo terrorizzarli? Certo, col potere ritorto ai torti nostri inflitti. Avete or voi le fitte? Ancora le frittelle? Ah, la ciambella non è riuscita col buco… di culo? Mi chiami “sfigato?”. Stai attento che non t’infanghi. Il toro è torrido, e addenta il tuo “torroncino”. Vivi sulla torre della gerarchia? Ecco allora il “torello” alla tua casetta. Tu incasini e io ti scassino, con tanto di miei mocassini da “pagliaccio”. Non puoi incasellarmi. Ehi, tipo da caserma, pigliati la serva!
Giovinezze, sì, annichilite da ricatti imbecilli affinché si prostituiscano agli ordini (urine?) costituiti (i “ricostituenti” per sedazione ad “addolcire?”) della comune frivolezza.

Talvolta, nascono esemplari “maledetti”, non “adatta(bil)i” a questa bile che dovremmo digerire.
Esseri sotterranei da elevar in trono suadente il proprio dissotterrato essere.

E scocca il pandemonio, l’ira di Dio ad afflizione, e “affissione”, riversata (in lagrime) a tali impostori, poco “composti” ma sempre “difesi” dal paravento delle “difese immunitarie” dell’immunità “legale”, dietro la quale combinan porcate di porcile ai loro sorci per la “sorca”.

Costoro van “infornati”. Tanto cretini che, “cremati”, di stessa scrematura saran “cremino” (non) da leccare. Il nazifascismo, che emargina, va di parimenti cicatrice assai “cucito di bocca e boccone”.

Il mio piffero tira soave, “divaricato” e mellifluo, soprattutto “fluido”.

Si chiama libertà, quella minata dall’ignoranza, dal pregiudizio e dalle ideologie dei “forti”.
Di mio, so che potrete sforzarvi a “forzar” la mia fortezza, ma v’indebolirò di vendicativa punizione inaspettata.

Piaciuta la reazione? Ah no?

Allora, una razione di pugni poco razionali.

Sono spietato, e succhio i vostri s-piedini.

La prossima volta, attacca chi non t’attaccherà al muro e ti strapperà la piccineria tua, mio piccioncino.

Sono colui che vive oltre le topaie, non rattopparmi altrimenti te lo appioppo!

Ora, potete spararmi, ma prima sparatevelo!

 

  1. Il Gatto con gli Stivali (2011)
  2. Il pifferaio di Hamelin (1972)
  3. Fantasia (1940)
  4. Harry ti presento Sally (1989)
  5. Black Rain – Pioggia sporca (1989)
  6. Full Metal Jacket (1987)
  7. El Topo (1971)

Predizioni cannensi


15 Mar

Prime indiscrezioni per il Festival di Cannes! Basta, cannaioli! Sono il “babà”, e senza liquore abbaio da “partenopeo”, in quanto di peti adorate il prete ma (non) intingete nella “Palma

Gatsby 3D con DiCaprio “fenomenale” di Fitzgeraldluhrmaniano” un tanto al kitsch “ammodernato” al barocco, inaugurerà la kermesse, fra miss in minigonna e il muso di chi perderà.
Fratelli della congrega, sbilanciamoci già ancor prima delle proiezioni ufficiali, proiettiamo di piroette per scommettere su chi, alla gara, partecipando, non sarà vincente.
Uno solo… highlander, brandendo il trofeo dorato non so se ricordato dai posteri, senza dubbio scriverete, voi giornalisti, tanti “leccaculo”-post pur di ammanicarvi, ruffiani, alla corte del supponente “Corriere”, con Lucarelli Selvaggia, fra una tetta e l’altra “scollante” di “balcone”, a preparar le pappine “reali” da “Papa” “regalina-analina” come le sue cosce “liquirizia” su andamento “celebrity”.
Now, my name is mine. E tu, maiale, non sei me. Tu sei mia, micia, dai che accenderemo la miccia.
Ammicco e tu mi sei “amica”. E, “amichevolmente”, guarderemo i film della rassegna, mentre mi strofinerai, “finissima”, la mano senza “seghe mentali” da Ghezzi, ma “rizzo” per lo “scrosciante” che sale glorioso da “Montées des Marches”, “montante” e (in)fermo poltroncina di seta…

Tu, Polifemo, di Cinema capisci i tuoi paraocchi. Fra l’altro, nei hai solo uno, che vuoi “giganteggiare?”.
Non comprenderai mai il “gigionismo”. “Accidenti”, accecatelo! Questo Polifemo è solo uno spettatore non gradito alla Lars von Trier. Mi mette melancholia ‘sto antichrist! Ninfomani, anche di fianchi! Se occhio non vede, Cuore non duole, tu che cazzo vuoi? Che tristezza!
Il tuo “Omero” nel senso dell’eroe dell’“Odissea” o l’osso che “spezzi”, “addentandomelo?”.
Ah, Donna! Preferirò sempre i tuoi tacchi al tallone d’Achille! Ti chiami Ilaria? Dunque, io ho letto “L’Iliade”, ho una spada, “Troia”, che a quella… allude. Quando cala la Notte, dal “cavallo” esce e sa “mescerlo”. Che infil(z)ata!

“Fiato alle trombe!”.

I proci son avvertiti, i greci s’aggregheranno agli spartani per una “spaghettata” di tarallucci e vino, e io, il paciere, posso a te, Elena, “riposarlo” nello “spossartela?”. Guarda che “arco”, che “tiro”, che poetici “sospiri”. Ho un fisico (all’)asciutto e olimpionico, prediligo la “staffetta” ai cento metri, ma ce l’ho di “trenta”, il “bastoncino” che riparte nella “patata bollente” per l’“allungo” a tagliar la… “mela”.

Quale meta e altra metà. Dio ti fulmini! Sono Zeus, non sono una meteora. Sono l’immortale.
Dunque, in modo immorale, “faccio una” che mi va a genio. T’ammazzo di botte, mia amazzone!

Applauso!

A parte, la parentesi “storica”, rimembrante il “membro” dei promiscui, “eleganti” ellenici, pensiamo alla “manifestazione”. Tu, perché “lo manifesti?”. Ti denunceranno per oltraggio al pudore del “pub(bl)ico”. Lo scandalo va visto in sala, non toglierti i sandali anche se guardi un peplum perché la tua religione non te “la concederebbe”. Non “venderlo” a saldo.
Va sventolato e, appunto, “rinsaldato”, solo quando sei certo che, saltandole addosso, non ti salteranno le palle, causa frantumazione dei testicoli di (im)prevista (contro)mossa “femminile”.
La donna sa quando osare, quando “arrossartelo” ma devi procedere con cautela se vuoi che la “candela”… “venga” rossa. Altrimenti, solo commozione. Cerebrale e non, come un film da “lagrime amare”. Un film che piacerà a Giona Nazzaro o al nuovo Amedeo Nazzari?

Giona, talora, anche nelle “tarde” ore, spara cazzate, Amedeo piace ai cazzari!
Sì, quelli che si masturbano sulle gambe della “conduttrice” e poi se “lo tiran” da intellettuali!
Della minchia! Si spaccian per pensatori liberi, ma “dai!”, “liberatelo!”. Se no, poi piangete il “melodramma” senza “miele”.

Già… “si fanno” i nomi di grandi registi. E tu, prostituta, pensa al Cinema, non al pene, ragiona in grande, sgrana la vista, non “sgranocchiar” il “glande”. “Elevati”. Porca puttana!

Chi ti credi di essere? Sofia Coppola? Tu sei da “cappella!”. Ma non sei suora. Sappilo! Tu vuoi solo “(s)tapparlo!”.

Oltre ai sofismi di Sofia, col suo “cinema” platinato con “chiccheria” su chiacchiere inutili d’annoiati indigeribili come la bile del “Somewhere”, ecco pochi ma importanti nomi che potremmo vedere.

1) Jim Jarmusch, il numero uno di sempre.
2) Roman Polanski.
3) Paolo Sorrentino.

E, soprattutto, speriamo in una buona Malavita a tutti.

Luc Besson sa!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Venus in Fur (2013)
    Lou Reed conosce il sedere della Seigner nel polanskiano.

    Tu, stai seduto!

  2. Malavita (2013)
    Tonino è francese.
    La Pfeiffer, una francesina. De Niro, un Jones di sfida.
  3. La grande bellezza (2013)
    La Ferilli è vacca, Verdone è oramai svaccato. Servillo si salva!
  4. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Se non hai mai letto questo libro, datti alla mut(u)a.
    Altrimenti, come Gatsby, perderai un amore e troverai la pace dei sen-s-i.
  5. Twelve Years a Slave (2013)
    Bello e più bono, Fassbender e Pitt.
    Due maschi a confronto. Fa schifo, a prescindere dal regista.
    Il cast è una castroneria. Poi, Brad ha denti da castoro.
  6. Only God Forgives (2013)
    Dio dimentica, io perdono. Mi va bene, quindi nessuna vendetta del cazzo! Una lavata di testa, sì. Beccati le sforbiciate boxing sul boxer.
  7. Behind the Candelabra (2013)
    Anche Michael Douglas è una checca. Dovevamo sospettarlo.
    Il candelabro si scioglie nel Damon Matt-o di andargli (di)dietro.

    Ho detto tutto.

    Che puoi (pre)tendere da Soderbergh? Utilizzò Sasha Grey, attrice che studiò alla corte dei cordini sadomaso, adesso un ingrigito Douglas di parrucca per scandalizzare da Liberace i parrucconi.

    Mi sembra un film che andrà a culo. Buona la prima.

“Phil Spector”, Making of and Premiere


14 Mar

 

Debutterà a breve l’attesissimo Phil Spector di David Mamet, di cui estrapolo il “Dietro le quinte” dell’HBO, “a viva voce” proprio di Mamet, che c’anticipa la strana, intricata vicenda del “brutto pasticciaccio”.

Phil, vittima, carnefice, mostro, assassino, vittima del sistema giudiziario, genio o enigma assoluto che nessuno sviscererà mai?

   A incarnarlo, come sapete, Al Pacino, già ampiamente lodato dopo le prime proiezioni alla stampa, entusiasta della sua performance, da molti subito definita “tenebrosa” e inquietante, perfettamente aderente al ruolo richiesto.

Noi italiani, al momento, per quel che c’è dato vedere, possiamo “ammirare” le “ridicole” tante capigliature di Al/Phil. Possiamo considerarla però, senza dubbio, un’interpretazione degna di menzione e premi ai prossimi Emmy.

Intanto, ieri Notte, s’è tenuta la “Prima”. Al Pacino, accompagnato dalla sua giovane e bellissima “fidanzata”, c’è apparso in grande forma.

      

Il Milan chiavato nel Giorno del Signore Messi Conclave


12 Mar

Scrutinio inappellabile: quattro pappine e a casa di Berlusconi a brindare con delle sgualdrine. Dai, è andata così, il ritorno è stato boomerang!

Lo so, diavoli milanisti sorretti al grido di Diego Abatantuono viuuulenza!, serata tragica per voi, poveri illusi. Speravate davvero che la partita truccata in casa fosse un lasciapassare per i quarti di finale. Ma io profetizzai la disfatta, a nulla valse la combina a scopo elettorale di Silvione. Il Signor Messi, di tutto punto, puntò la porta dei vostri sogni e li sigillò con plateale sbattervi al muro del vostro Inferno in Terra straniera, ove Barcelona è il ribaltone di tutti i vostri festini.

Quando il vostro umore, lo so, è calato di brutto, masturbatevi nel belloccio jackal Gere Richard e noleggiate la Donna negata di Foster Jodie, outing delle vostre colpe da falsi frati.

Fra il “sesso forte” di Richard Gere e quella “debole” di Jodie Foster, scegliete una minestra “calda”

Richard Gere è invero un ermafrodita, infatti è protagonista de La frode, la sua sessualità è “arbitrage”…
Ora, non sono mai stato patito di Richard. Le donne, durante la visione di Pretty Woman, s’imputtanivano al cinema, assumendo la Julia Roberts d’ogni loro conversione, da finte monache frustrate, ad asserire che il maschio “brillante” rende la donna apatica, e “ligia al dovere”, una prostituta d’alto bordo…, scatenando la femmina repressa dei loro matrimoni fallimentari ma desiderosi d’un “fallo” Gere non da ghiro come invece il marito nella letargia del suo erotismo (in)castrato fra impiegatizie “bollette” senza il bollore della Luce Enel, la fiamma “elettrica” del peccaminoso “colpo di fulmine” che fu ma non “ce l’ha più”, sparito in un “flash” d’effetto blackout

Sinceramente, non ho mai compreso perché al gentil sesso piace Richard. Sì, oggi “va” Clooney George, e la rassomiglianza è identica: entrambi “signori” un po’ brizzolati su tintura grigiognola e sorriso a carati, sempre attorniati da modelle nel loro “impegno” d’attori “seri” fra melodrammi svenevoli e rigide cravatte da labbra di “cuoio” profumo “cuoricino”.

Richard fu fidanzato con Crawford Cindy, poi la sposò, la spupazzò e consegnò i suoi nei a Robert De Niro. Non mento, pare che Condy e Robert abbian avuto una relazione “epidermica” dopo la separazione della Crawford da Richard, per un amplesso sveltina di Bob nella sventolona.

Di tale “mistero”, fra le lenzuola, ne discusse anche Bruno Vespa, fra una verruca e una grattatina da “mani pulite”.

Il neo è “abbronzato” come Barack Obama, De Niro adora le nere, come da Grace Hightower e precedenti altre tresche nella selva nera, appunto, ma si concesse una “botta” di “girovita” con Cindy, conclamata puttana ch’è stata con mezza Hollywood. Sì, il fascino silhouette su gambe chilometriche che tentarono anche la strada della recitazione, con risultati penosi.
Cindy, sei solo una che succhia i peni, lascia stare il “Ciak”, torna all’ovile, i tuoi ovuli son sempre “rossi” per “quelli” mai flaccidi. Non sperare nel “balzo”, gli spermatozoi “aprono” più possibilità…

Richard, eccetto qualche titoletto, non ha una grande filmografia. Pellicole ove spesso fa proprio il figo fra le fighe ma non rimedia una gran “figura”, cinematograficamente parlando.

Espone il suo volto “inappuntabile” che le punta tutte ed è inespressività su fronte di rughe bilanciata nell’ammiccamento di classe. Non recitativa ma da padre “puta… tivo nelle uvine-vulvette”. Gli tira… ma non centra quasi mai i “bersagli” della Critica. Il suo alito non puzza d’aglio, anzi è deodorante su dentifricio “smacchiante”…

Con questo Arbitrage ha rischiato però la nomination all’Oscar. Infatti, il ruolo era stato pensato per Al Pacino, che declinò dopo aver preso “contatti” con Susan Sarandon. Una dal seno grosso ma dall’antipatia che “ammoscia”. Lo sa Tim Robbins, a costei ammogliato, appunto, per molti an(n)i, ma poi scoprì che le sue ali della libertà non potevan esser tarpate da una vecchia quaglia “aguzzina” delle sue vogliettine anelanti un anal, e non d’anellini all’anulare, a Rita Hayworth per il “buco” dalla gatta… “buia”.

Sì, me lo confidò privatamente: “Stefano, Susan me lo imprigiona. Quando si toglie il reggiseno, non ci vedo più dalla fame ma, quando la mangio, devo ficcarle… un cuscino sopra. La sua faccia rovina tutto. Il mio uccello è galeotto…, sono un Kinder Fiesta, (pre)tendo il ripieno di marmellatina su glassa di cioccolatino. Basta con gli amici di merenda…”.

Gli consigliai di attuare le pratiche di divorzio e, nel frattempo, “darselo” al “manuale” d’atti impuri da American Pie.

Insomma, un dead man walking…
 
Ne La frode, Richard interpreta Silvio Berlusconi. Un affarista “Tangentopoli” che vuole la poltroncina e pure le “tope”.

Alla fine, verrà ricoverato, “rovinato”, al San Raffaele.
E Vasco Rossi lo consolerà così:

Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
ti risvegli con il Sole
sei chiara come un’alba
sei fresca come l’aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri…

Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori

In attesa del Papa a salvar capra e cavol(fiori), il Conclave sa…, v’illumino d’attori “viziosi” e dunque non da “eleggere”: Richard Gere e Jodie Foster, un ex puttaniere ora “tibetano” alla Dalai Lama e “una” che “la dice tutta”

Jodie Foster è lesbica in quanto “ammutolì” di più la sua Hannibal Lecter da silence of the lambs dopo lo “Sport” con Keitel Harvey del Taxi Driver.
Foster Jodie vinse due Oscar perché, dopo lo stupro di Sotto accusa, non tollerò Buffalo Bill

Eh sì, Buffalo era manesco e violento con le donne, e Jodie “glielo” catturò. Buffalo voleva cambiar Sesso eppur “lo” aveva, anche se ne nascondeva… la “proboscide”.

Jodie gli sparò ma il trauma fu irreparabile.
Così, lasciò l’FBI e si occupò completamente della sua femmina. Dopo tante “freddure”, meglio il domestico calor’.

Conobbe una Donna di facili costumi e partorì un figlio.
Ora, com’è possibile questo?
L’inseminazione artificiale la mise incinta. “Artificiale” sta per la sua relazione “vulcanica” col rude, “erudito” ed “eruttivo” Crowe Russell. Jodie “la” gelò ma tenne celato il suo rapporto “clinico” con Russell, detto “L’uccellone”.

Sì, anche le lesbiche vengon “colpite” da uno che le faceva… “sangue”.

Da quest’avventurella, nacque Innocenzo. La madre, Jodie appunto, costrinse il figlio a non farne voce con nessuno, gli tappò la bocca.

Da cui il film Il silenzio degli innocenti.

Dopo essere stata salvata dalla prostituzione minorile, grazie a Travis Bickle, Iris è più “rossa” di prima.

Povero Innocenzo. Che Male ha fatto per “meritarsela?”.

A differenza di questi due “palle”…, io “le” corteggio così, in modo da “estenuarle”, salvo venir fracassato…, eh sì Cassano, le donne voglion i mobili di frassino e il “nero” mogano, io non ho dei grandi modi. Parafrasando Totò, la Donna è mobile e io le son mobiliere. Il loro “spogliatoio”.
Infatti, mi fanno secco, e intanto si “rinsecchisce”. Poco “raschia” ma il “barile” è “bidone”

Becco una, mi “sbecca”, che zoccola!

Sì, per te sono piccolo, ma offriresti l’amicizia a un brillante e creativo scrittore, poeta, romanziere? Mi chiamo Stefano Falotico, non ti sto mentendo. Puoi trovare le mie opere su ibs.it e prenderne nota, anche Notte, magari, se vorrai, scherzo. Dai, voglio “schizzare!”.

Sei molto bella, lo sai, ne sei cosc(i)e(nte). Devo, senza cortesie ma con Piacere, instaurare con te un rapporto (e)pistola(re), lasciamo stare gli episcopali, sì, meglio l’andamento lento di Tullio De Piscopo con tanto di “clarinetto” alla Arbore Renzo. Non fare però la Mara Venier, no, il mare mio è amante e non amaro. Meglio l’amaretto di Saronno.

Il biscotto “duro” ripieno di liquorino.

Finii coi coglioni “strapazzati”. Sì, lei si tolse la cintura di castità e la incastrò al mio “bacino” molto “castrante”.

Applauso!

Figlioli della congrega, un consiglio: se cercate una ragazza che sia una “figliola” e non possedete uno yacht, meglio così. Tanto era una mignotta!
 

Ora, ritardato, sbuccia la mela, lascia stare i suoi meloni a me.

Cari pazzi, sono il pupazzo. Carissimi milanisti, belli come il cazzone del Berluscone, io inculo alla Lionel.

Eh sì, siete degli Oreste Lionello, belli.

Il Bello sono io, come Depp. Infatti, mi sparerete negli occhi.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Aspettando il Messia (2000)
  2. La messa è finita (1985)
  3. C’era una volta in Messico (2003)
  4. Milano calibro 9 (1972)
  5. I diavoli (1971)
  6. Messo comunale praticamente spione (1981)
  7. Golfo del Messico (1950)

Genius-Pop

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