Archive for 2013

“Ender’s Game”, first look footage


03 May

De Niro “heat” Pacino: who is better actor?


03 May

Invertiamo gli addendi, il risultato impossibile di risposta certa non cambia.

Robert De Niro e (il suo) meta… Cinema


02 May

Il “metacinema” di (o con?) Bob De Niro: ogni “mostro sacro” deve, come tutti, rapportarsi alle analogie coi suoi trascorsi, “iracondi” o borderline, sulla “visione” anche “a venire” dell’intreccio in se stesso, camaleontico che (non) sia
Il Cinema, babbei, è come la vita.

La vita di ognuno di noi è da iscrivere in un intarsio di rimandi e citazioni, tante nostre “mimiche facciali” a espressione di chi ci stamperà sopra una (sovra)impressione, sembiante di quel che appariamo o sembrammo.

Capita all’impiegato del catasto, “fantozzizzato” da logiche coercitive del giudizio superficiale alla sua “mediocritas vittimistica” ma ingiustamente sbudellata d’arroganti carneficine, all’operaio, oberato da “debiti” per rimontare nella “cabina di pilotaggio” dei “comandanti” più “esperti” a volare di privilegi dello “schiavismo”, al disoccupato che non è (cancellato totalmente…) riconosciuto nemmeno nella sua dignità “in forma(le)” e non “viene” neppure preso in considerazione (in “integrazione” d’incassare, sì) del dargli credito (anzi, gli strozzini “usureranno” per altro usurpare nello strangolarlo a “pragmatico” sul far… “economia”), al notaio che passa le notti in bianco per colpa di cavilli legali della stessa “insonne” burocrazia che (non) studiò con dovizia e scrupolo dello “scrutinare” le clausole “contemplative” verso monache di clausura, lese nella loro incolumità violata sotto i colonnati di qualche cattedrale “losca-bianca”, e perfino all’intellettuale ché, più crea filosofia per accertarsi “calmo” dentro autoingannevoli serenità metodiche alla “disciplina” elevata, più invece, di “contraltare”, “contratto” non trarrà beneficio né fighe alla sua missione protesa in “suo” salvifico.

Molto “recluso”.

Capita anche ai registi, imbrigliati da un Sistema che in principi(n)o “appura” il talento poi ti “prova”, stremando le intuizioni più “indipendenti” nel fine corrotto d’adattarla a grossi ingranaggi per (s)premerti nel botteghino.

Esempio lampante: Christopher Nolan, più la Warner Bros gli dà soldi per “filmoni” e più gira filmetti da “pochi” milioncini al box office.  Però target coglioncelli.

Capita soprattutto agli attori.

Pensate ad Anthony Perkins, Hitchcock ingabbiò il suo “uccello” nella “donnapsyco che non visse più due volte.

Rimase Norman Bates, “battezzato” grandissimo solo per un ruolo di “ripetizioni” sul glande suo di Edipo.

Al che, intervenne “Il processo” di Kafka alla Orson Welles per salvarlo dal pregiudizio castrante ma non servì a ripagarlo.

Peggiorò del tutto, “marchiato” anche da una causa in tribunale a riconoscergli il torto oramai “impagabile”.

Il danno già avvenne infatti al suo s(t)esso perpetrato, (com)penetrato “fallo”, e Tony “sconsolato” morì mal sfruttato. “Maltrattato” in remake sempre più brutti e penosi.

Ma è capitato soprattutto a colui che interpretò Al Capone. Al Pacino? No, De Niro nella sua heat vs un’autoparodia da martellate con la sua “mazza da Baseball” in testa… coda.

Prima, a pronunciare il suo nome, ogni attore n’era intimorito. E raggelava nel sangue alla De Palma.

Ma, per sostenere il Tribeca e il suo “Sustengo” di Viagra, rincoglionito girò appunto ogni cazzata.

Un po’ si riprese? Mah.

Sfogliando qualche ultima “particina”, ravvedo un ghigno dei tempi d’oro, e son qui lieto a rammemorar voi come fu personaggio storico e oggi a ribadirsi sebbene un po’ sbiadito.

Prendiamo film alla mano di quel che di Lui (sempre maiuscolo, a prescindere…, rimane) vedremo.

Non so se godremo di belle visioni, ecco.

Malavita di Luc Besson

Il cineasta francese pensa bene di allestire una black comedy che mescola i suoi famosi gangster al Paul Vitti di doppia personalità. Stronzata “vera” sarà? No, du’ pall(ottol)e.

Sì, non può esserlo. C’è Michelle “Scarface” Pfeiffer. Una che a cinquant’anni fa ancora la sua “porca” figura.

Altro che la “terapia” del “Boss” sotto stress. Michelle te lo rende “lesso” e “catatonico”.

Quindi, che piaccia o meno, ce “la” gusteremo di “godibile”.

Amplesso “schermato” d’orgasmo ampless’ in 3D dinanzi al “sognarla” enormemente (ri)dimensionati.

 

Last Vegas di Jon Turteltaub

Michael Douglas “rimpiazza” (di letti a molte p-i-azze…) Jack Nicholson, inizialmente designato per tal senile Hugh Hefner nel desinare con le “conigliette” al sugo di “leprotto”.

Jack è sempre stato un mitico… anche puttaniere. Questo, “separato” dalla sua bravura interpretativa, è comunque un “birichino”. Tanti “bicchierini” a ochette per l’occhiolino del marpione da “piedino” nei mascara-mascarpone.

Douglas “lo” batte però. Prima di Catherine, ci fu Sharon Stone del Basic Instinct tremendo alle cosce “tremanti” d’infarto da Tramell.

La trama è “quella”: quattro figli di puttanazza, appunto, invecchiati in faccia, infiacchiti” ma non di voglia di fica da sfiancare, vogliono passare una Notte Hangover, eh sì da “vecchi” leoni, come si suol “dare”, proprio con delle passerone.

Passeggiando nella città del vizio. Occasione “riunione” per un celibato di (viv)addio molto “prelibato” su mignottine non “illibate” ma da sbattere.

De Niro che “cazzo” fa in questo film?

Sharon Stone fu Ginger del suo SamAceRothstein.

In quel capolavoro di Scorsese, finirono tutti “arrosto” per troppa carne al fuoco…

Più che un Casinò, un casino di porcate!

 

Hands of Stone di Jonathan e “qualcosa”…

De Niro è ossessionato dalla “pietra”, Sharon, John Curran con Edward Norton a fottersi in culo “vicendevolmente” e ora appunto “arrivare alle mani”.

 

La storia di un Robert(o) duro Durán, toro scatenato che perse contro Sugar Ray Leonard mentre LaMotta fu “smontato” da Robinson di “omonimia”. Come il nero “identico” della serie televisiva.

Insomma, cazz(ott)i da “uomini” un po’ “animali”.

Il resto lo capite da voi.

Se non c’arrivate, causa orecchie “famose” dunque restie all’ascolto.

Mia accolita, so che vogliamo bere a collo ogni “gonna”, per “imbevuta” di sazie “spremute”.

Ma la realtà non ce “lo” permette, la realtà “taglia” e fuori lo stesso esce…, birbante fra i delinquenti, la mia lingua castigata non sta(rnuta).

In verità, vi dico che sua Santità non vale San Pietro.

Pietro fu ligio al patimento ed ha le “chiavi” del Paradiso, “angeliche” donne che, dopo una vita passata in sacrifici da “farselo”, hanno avuto accesso ai “recessi”, eh sì, ancor più “profondi”.

Sono colui che sono, e predico dal “basso” dei cieli, dei miei (as)cessi e di te brutto come l’Inferno.

Ora, fratelli della congrega, raccoglietevi in preghiera.

Unitevi a Lei.

Robert De Niro sa quanto anim(aleggi)ò con Campbell Naomi, per poi smacchiarsi in fedina nuziale con un’altra nera.

Questo è tutto, tutto (rap)preso.

Ecco l’apprendimento!

Pigliatelo dentro e stai buono e b(o)varo.

La tua mula potrebbe (of)fendersi.

“Man of Steel”, new official Poster


02 May

“Wolverine”, CinemaCon Footage Trailer


02 May

Federico Frusciante, l’Uomo “zombie” Rob-espierre spietato-spia del Cinema più profondo


02 May

Da qualche anno, un personaggio anomalo e controcorrente rispetto alla “cafoneria” di massa col caffettino “rinomato”, sviscera gli antichi vizietti di quest’Italietta frizzi e lazzi e invero amorevole sempre e solo di fascismo ideologico.

Un titano nella sua videoteca livornese, ove con ingordigia è cinefilo notevole, d’intuito alto d’acume e giustamente irriverente, a tambur battente, contro il cinemino dei cretinetti col “Cremino” in boccuccia che oggi par “elevato” a rango dello stilema stolto ma “serio”. Tifone! Tifate!

Egli, appassionato di horror dei più memorabili(e) anni ’80 e anche “oltre” nel Romero indietro temporale eppur avanti sesquipedale, non teme di spararle grosse, “sbocc(i)ando” di bocciare ciò che a suo genio proprio non va giù. Non la bile, lo “sbudello” bellissimo promuove e dà una mossa a chi è buffo di abbuffate!

Sigaretta alla mano e camicetta metallara, inveisce furioso contro il Nolan Christopher sopravvalutato e oramai “marchettaro” di svendita. Approvando solo i suoi esordi migliori del senno di poi.

Frusciante non si svende, un Pacino Al dell’entroterra toscano a sciacquar il Cinema “sporco” in Arno da purificare nel Carpenter John.

Fra gli altri suoi pupilli, impressi nelle pupille oculate e ador(n)ate, Tarantino Quentin, capostipite della nuova rivoluzione cinematografica.

Sì, se le donne ingrassan di “gioielli” mucciniani con le cicc(h)e dei bacetti fra squali-squallide ammucchiate sul cazzo in “cenetta” degli arricchiti stronzi a “onor” della società falsamente “buonista” e accondiscendente, Frusciante sempre più ascendendo osanna il Cinema “disturbante”, sputtanando a iosa le “rosette” e il “pan in forno”.

Tirando fuori Sam Raimi e piazzando calci alle palle a coloro i quali non “entra” in testa che i lor testicoli son da parecchio stati (in)castrati d’assurde amenità “scolastiche”.

Nel grande Cinema, già, non tutto “torna”, amiamo i film che ci “torturano” di dubbi “al tor(ni)o”, che c’inducono a pensare, a coinvolgerci, a “miagolarci” di fusa eccitate nella creazione della Settima Arte propulsiva, “impulso” di cratere incendiario, sanguinante e padella, polsi recisi, incubi, splatter, piatti che volano, aerei che bombardano la piccola borghesia ignorantona nei “missili” piazzati alla “base” di piccinerie.

Contagio, contaminazioni, mine vaganti noi siamo sane in questo Mondo di perduti e deperito nei “balletti” da “stalloni”. Balere, ecco le balene!

Ragazzina in ballerina, andrai in bambola con noi “bimboni”.

Vaffanculo, gridiamo! Fieri di non aver sviluppato la visione “pingue” di queste lumache, noi siam ogni Pinguino di Tim Burton, domani ogni Joker un po’ più saggio di Batman.

 

Una manciata di video monumentali di un Uomo che non abbatterete neanche coi carri armati.

Egli è l’armata delle tenebre, il Bruce Campbell della sua “ferramenta” aurea fra tanta gentucola da carrucole e “vincitori” carrozzoni!

Forza, la corazza. Scusate, volevo dire la carrozza!

Azione! Anticipazione! E soprattutto: “Baywatch” fu una serie orrenda, ma Marliece Andrada era una figa da “orticaria”.

Pacino in David Gordon Green’s “Manglehorn”


02 May

Worldview Entertainment has committed to finance and produce Manglehorn, which David Gordon Green will direct from a script he wrote with Paul Logan. I hear they are going out to Al Pacino for the lead role of A.J. Manglehorn, an aging, ordinary guy in a small town who nurses his sick cat, squeezes out a conversation with the local bank teller every Friday, and eats at the same place every day. But there is more to Manglehorn than meets the eye: he’s an ex-con who, 40 years ago, gave up the woman of his dreams for a big “job”. He now obsesses daily over the choices he made. After a dramatic effort to start over, Manglehorn faces a terrifying moment and is unmasked as a guy with a very, very dark past.

 

This figures to be a hot sales title at Cannes, and in a pitch to potential buyers, Green describes Manglehorn“as the story of a guy who gave up the love of his life for a life of crime and now he regrets it as the world crumbles in front of him. His profession as a locksmith is symbolic of a guy who’s trying to find the key to put his life back together. It’s a love story, the choices you make in your youth and the situations you set up for yourself: you end up sitting alone at the dinner table talking to a cat! I do think there is a beautiful humor in this.”

The film marks Worldview’s second collaboration with Green and his production team after the Nicolas Cage-starrer Joe, which will make the fall film festival circuit. London-based WestEnd Films will handle international sales at Cannes. Worldview CEO Christopher Woodrow and COO Molly Conners will produce alongside Lisa Muskat and Green. Maria Cestone, Sarah Johnson Redlich and Hoyt David Morgan will executive produce alongside Todd Labarowski, Brad Coolidge and Melissa Coolidge for Dreambridge Films, which is making an investment in the film. Jody Hill and Danny McBride will executive produce for Rough House.

 

È la storia di un uomo che abbandona l’amore della sua vita per il crimine e adesso prova un enorme rimorso. La sua professione di fabbro è il simbolo di un uomo che sta cercando la chiave per rimettere insieme la sua vita. È una storia d’amore, sulle scelte che fai da giovane e le situazioni che ti crei: finisci seduto da solo a tavola a parlare con il gatto! Penso che ci sia della stupenda ironia in questo.

“La grande bellezza”, il Trailer


02 May

Michael Mann’s “Agincourt”


02 May

 

Finalmente, era ora. Michael Mann annuncia il suo prossimo, immane lavoro.

A Giugno, inizierà le riprese d’un cyber thriller con Chris “Thor” Hermsworth e Viola Davis, intanto “mette nero su bianco” di firma contrattuale un progetto a realizzarsi prossimamente, Agincourt.

Come da Trono di… e affini, il genere “medioevale”, di cappa, spada, amplessi “brucianti”, orchi, tenzoni, tavole rotonde, cavalcate, gogne, bambini e vecchie spaventate dai “nani”, sciabole lucidissime, sta tornando prepotentemente di moda, e questa tendenza siam contenti che non “tenda” appunto ad attenuarsi.

“Deadline” conferma le voci di corridoio secondo cui Mann, dopo questa “distrazione” transgenere “futuristica”, si sarebbe cimentato con un’epica avventura nel Mondo di “Excalibur”.

By MIKE FLEMING JR | Wednesday May 1, 2013 @ 5:44pm PDT

 

EXCLUSIVE: Stuart Hazeldine has been tapped to rewrite Agincourt, which Michael Mann will direct based on the Bernard Cornwell bestseller about an archer who comes of age under Henry V as the king prepares to lead his outnumbered English troops against the French in the Battle Of Agincourt. That epic battle was immortalized by Shakespeare’s Henry V. The protagonist is a young man with a death sentence on his head who is saved when his skills with the bow catch the attention of the king. The archer develops into a warrior and falls in love with a young woman whose Cineblog.

 

Può, chi nasce sotto una cattiva stella, sfidare la sorte e vincere? Può, un solo uomo, tener testa a un intero esercito e cambiare l’esito di una guerra? Quella di Azincourt è una delle battaglie più famose della storia, teatro di uno scontro disperato tra l’esercito inglese e quello francese. Era il 25 ottobre 1415. Per gli inglesi rappresentò una straordinaria vittoria, che assunse dimensioni epiche molto prima che Shakespeare la immortalasse nel suo Enrico V…

Nicholas Hook è un arciere inglese di umili origini che, per salvarsi da una condanna a morte, parte come mercenario per difendere Soissons, la città in mano al duca di Borgogna. Le informazioni che riporta in patria sulle atrocità dell’assedio, unite alla sua abilità nel combattere, gli fanno guadagnare credito presso re Enrico V, che lo vuole con sé nella campagna diretta alla conquista della corona francese. Là, sulla piana di Azincourt, i nemici, in netta superiorità numerica, verranno sconfitti in una battaglia nella quale Hook avrà un ruolo cruciale.

L’attesa si fa palpabile.

Primo Maggio, il Principe Re sono a non omaggiar i lavorator’!


02 May

Millantano coi miliardi rubati con le porcate!

Fra l’Arte più incantata, arroventata e il “piacevole” lavorar, dunque di livori marcirsi, prediligo il “letto” pen(s)ante “lento” di altisonanti mie creazioni dal cratere “annoiato” ma non col nodo alla cravatta


Che serve solo alle ciabatte delle tacchine col tacco a “spillo”


Da anni oramai “impagabili” di risarcimento alla mia libertà vilipesa e minata, una piccola, montata borghesia stagn(ol)a mi perseguita al fine di “ammanettarmi” in costrizioni “stringate”-surgelate della loro mentalità “astringente”, “fatta” di “siringhe” dosate… in festini freddi ma “famosi” in quanto assurda ribalta ogni assunto e mia ascensione afasica e non come la loro idiozia farfallona e afosa, per “ammattire” anche il mio logorar “sciolto” nei riguardi “posati”, irriguardosi di tal guardoni, poco amorevoli ma merdosi, invero perfino (per “segno” e per “spago” di nostrani “spaghetti” alla carbonara? No, al carbone) malfamati e sempre libidinosi nell’an(nu)ale fame “cannale” dietro facciate dallo “sfacciato” abusare in “tinta” un(i)ta sul sobbalzare “dentro” finissimo ogni mio “schi(ama)zzo” dopo che vollero indurmi ad ammazzar il me stesso meno “proteso” al lor sessual’ poco meditare eppur-è nel torbido rimestar per altre “minestre” riscaldate come le “bocche bone” delle lor ancelle per tali quaglie uccellanti in tribale flagellare con coltellacci “ammanicati” appunto al manico di “scopa”.

Da sempre, sin da quando scoprii la mia coscienza oltre e non accomunabile alle comunelle di tali falsissimi da “Comunione” e appunto accoppiamenti fraudolenti di “fratricide” unioni (secondo me, ustioni, unte e “bisonti”, eh sì, i cornuti), scoperchiai i “vasetti” di Pandora, celebrando il mio Natale col Pandoro senza il loro “zuccherino” dorato, a mio avviso già un’avvisaglia dell’avvelenarti “killing me softly” tr’abbuffate “festive” nel Panettone fra le tettine di attici innevati, nevosi di nervo “arricchito” in mezzo color ebeti-abete e inalberarlo “caduco”.

Insistono nella caccia alla mia Strega le tali befane, megere che vissero una giovinezza molto “istruita” in quanto sopra… ttutto lì “indirizzate” dall’istruttoria, rizzo “aizzarle” nel fascismo. Maliziose, eh sì, sparsero zizzania queste zie retrogusto acida “bontà”, con l’intento “tangibile” di “spronarmi” al loro “peperoncino”. Affumicarono anche i mariti con la pancetta. Dei bracconieri a metter il becco-bacon.

Stuzzicarono di azzannare con “buffetti” dolci alla mia guancia (e)salata nel mio “porgere” a codeste un mai desto “Buongiorno”. E il mio recalcitrare fu scalciato in modi funesti, con tanto di fucina e ammonizioni dell’offesa “immunitaria” (il distint-iv-o…) dell’urlo “sapor” munizioni a murarmi vivo bruciato: “O ti svegli, o ti sparo nelle palle con mitragliatrici, fucili e la polizia del costume di noi gonnelle dal costume facile!”.

Ottennero vari “rinculi” e un “grilletto” non tanto erotico, bensì “a(r)mato”, “toccato” e là “ubicato” nel loro “sfanculare” in tenuta di me “ubriaco” che non abboccai a loro cure “psichiatriche” da malate di mente col “bocchino” fra le “labbra”. Sì, puttane che van a culo!

Al che, disgustate dal ri(n)tocco inaspettato e dal mio non arreso render “Grazie”, gratuitamente inveirono mentre il loro “uomo”, celebre trombone del “clarinetto”, (r)intonò nel “venire” d’un rim-bang-bombo(lone) da rimbambito a (d)an(n)o del mio saltellante daino e a questi non dar proprio un “cazzo” di “soddisfazione”.

In quanto Do(n).
Il rimmel!

Il mio suonarle fra le righe di rima!

Sì, sono Bambi(no), famoso cervo che ti mette in guardia dall’ucciderlo se corre nella foresta di voi deerhunter.

Sempre “tirati”.

Potreste pentirvi del vostro “Un colpo solo!”, perché la “botta” si ritorcerà di trauma boom… erang.

Voglio errare, non tollero i tuoi orrori! Borghesuccio della malora!

No, non rientro nei ranghi e neppure nelle racchie. Amo i rami e diramo le crudeltà nel cuocermi un uovo al “tegamino” dello strapazzarvi nell’imboscata da voi stessa “tesa” solo a trappola della “gatta” che giocò col topo e finì ancor più zoccola.

Sono uno stronzo da “zoo”. Ove si trovan specie rare e non zotiche per i “rapaci”.

Privilegio l’Arte di Cuore “tout court” molto lungo a ficcartelo nel culetto di mio longilineo Ercolino nell’inguine su “slinguaccia”, e ti cago in testa col(la) dilatatore “vasetto” molto erigente a voi “esigenti” ma secondo me non tanto esistenti, poiché morti dentro da un pezzo. State a pezzi!

Ti metto a posto!

Mi chiami pazzo?

Sì, la bettola aspetta un cameriere che servirà il panino al prosciutto per la mille(foglie) “infornata” impiegata spesso “chinata” di patata arrosto “sformata”.

Parentesi “tonda”: colpa della ciambella col “buco”.

Sì, sei un garzone, meglio un geniale cazzone del siciliano cannolo con la “lupa(ra”) servile solo per “scivolare” in suina appioppata e pallottole rivoltella-frittatina dello “sbavarvi”.

Rossetti? No, coltivo le violette. E la mia “gramigna” è allergica alle graminacee e a ogni mi(na)ccia!.

Girasole! Tu invece “banderuola” sola nella saletta.

Meglio il lupus in fabula piuttosto che le cagnoline “al toast” e di mielose favolette al babà “tostato” e tastato di crostata piePuah!

Bye!

Ba(u)bau!

Schiava, adesso “regalami” il collarino! E a cuccia starai come me, “femminuccia” di coccio “duro”.

Eccoti il “burro” di “cassata”.

Ecco la tua cacca di “cacao!”. Sì, vai a cagar’! Vacca!

Tu, stronzo, provochi solo la diarrea!


Ci ripenso e di vergare son “pesante” punisher in tal “marzapane” di buonismi e cornetti della “brioche” vegetale!

Col Tempo, ho visto molte menti della mia generazione divenir dementissime nell’adattare il loro corpo ad anima corrotta, prostituiti alla viltà davvero più vigliacca, all’insanabile e (il)lecito voler violentarsi a “metro” del giudizio imperante della massa dei “vincenti” adorandoli.

E tutto ciò mi schifa.

Posso, in tono anche alter(at)o, elevarmi a Giudice del più enorme suffragio universale a questo lor naufragio poco speranzoso per le generazioni future. Orfane perfino del loro Passato innocente oggi barattato per venderlo a mezze calzette che ne stan già dirigendo la morte “incipiente”.

Vidi “colleghi” d’infanzia che patirono la sacrosanta loro età già martoriata da padri orchi e picchiatori, nel “diritto” supponente di “eriger” che, a tal redarguirli, s’attenessero al bieco porcile adesso ancor più di moda in abititrans(itori) delle tra(ie)ttorie su contaminazione più contagiosa d’emulazioni al prossimo per un ventur poco a mio (ar)dire “avveniristico” né tantomeno avvenente. Orrendo!

Ragazze adolescenti complessate ora a giudicar superate le “paure” che io dico sono l’angoscia reattiva per lo slancio vitale. Retrivo! Vade retro! Se spegni il tormentato tuo Cuore e uccidi le fragilità savie, cosa ti resterà da vivere?

Un’immonda nevralgia camuffata da “benessere” e “normale” uguaglianza per non sentir(si) diversi.

Il diverso è nostro idolo, a emblema contro ogni prototipo del reputato “esemplare”.

Il “cattivo” esempio è la marcia di chi non depone le armi alla scemenza del carnascialesco far e “disfar” a “piacimento”.

Noi siam i combattenti, noi alti issiamo i colori, il menzognero e non chiaro dunque clero sputtaniamo, non lo sbiadito tricolore del moralismo stolto godiamo, oscurantista e “inquisitorio” è bigotto!

Noi siamo i ribelli eterni che sbeffeggiamo, a costo di patire e interrotti “appisolati” dai lor sonniferi “sommi”, dalle loro dottrine con storte diottrie d’una perversa “malaria” di fondo al “lebbroso” più bello sull’imbellettarvi con occhietti “barrette” sdolcinate e sbarrato “non chiuder un occhio”, la classe “professorale” figlia e tramandar retaggi fascisti “culturali” del mero annerire coi “puntini” sulle i delle pecore “bianche” tramutate da questi ignoranti sguardi in distorsioni che, a percezione interiore nostra, se ne frega altissimamente e da elevati li sfregiamo!

Siam quelli che strombazziamo a chi brinda di “trombate”, ché osservammo ritardati i quali, dopo inenarrabili e oscene “leccatine” a Destra, adesso son i “portavalori” del più basso disprezzo.

Da timidi a stupratori con licenza di uccidere, regalata loro da quel che va per la maggiore.

Son cambiati in peggio!

Noi li odiamo, li perseguitiamo, platealmente li (s)fottiamo.

Recidivi, persistono a percoterci ma son loro i cotti.

Siam coloro che ce ne sbattiamo di regole “brave” solo da bifronte lor crederci buffoni ma rimarranno dei cafoni “eleganti”. I pagliaccioni da ago nel pagliaio dei peli altrui. Pulissero i propri, prima.

Non a modo, smodati, a testa eretta e testicoli irsuti, orsù, contro ‘sti stronzoni a carne stessa loro tritata di eguale tortura, con godibile “cottura” in viso ridiamo a irridere soprattutto nell’erodere altre certezze e cazzi non affini allo stile di questa postilla:

se mi fai Male, ricordati che hai già perpetrato un omicidio alla tua anima, ché non mentirà quando da solo ti specchierai nell’acqua “benedetta”!

Sì, questo sono e voglio esserlo!

Uno che non può vergognarsi, mentre molti altri sì.

E dovrebbero suicidarsi!
Ancora non trovano il coraggio? Ah, capisco, sono dei piccioni picciotti.

Promuoveteli, dai.

Ora, ordino una “perversione” e rimango avverso a chi invece convertirò

Che mi creda o meno, il cappio al suo collo è questione di attimi e neanche se n’accorgerà.

Non perdono le bestie, quando specialmente se la (s)tirano da glabri a me sempre obbrobriosi.

Magia!

Nel fondoschiena, improvviso, una dinamite entrò tua ex amica.

Si chiama ricompensa!

La prossima volta, pensaci!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

P.S.: non nel sociale lavoretto ma genio superbamente liberale.

  1. Ronin (1998)
  2. King of New York (1989)
  3. La zona morta (1983)
  4. I vitelloni (1953)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)