Archive for 2013

Woody Allen contro Falotico: due identici “ai denti”


07 May

Stefano Falotico e Woody Allen conversano, disquisiscono sul destino “co(s)mico” di un’umanità non tanto ottim(ist)a, ai piedi di Manhattan, con la Torrei Eiffel a svettare come… Libertà!

A sbafo, sbandati, dal Mondo ottuso schivati-schifati, “schiavi” di regole programmatiche-pragmatiche, insomma sugli ema-tomi artistici “sbaviamo”, chissà cosa ne pen(s)erà Shakespeare nell’essere o non essere Emma Thompson

Io e Woody siamo statue di cera, scolpite nella blu incandescenza immersa a solitudini in qualche modo affini sebbene su sembianti “diversi”, agli antipodi solo del primo acchito… ah, i tacchi solari delle donne per nostra misoginia cavalcante eppur sempre profondamente attratta dal “nervo” focale dell’Eros domato contro il Thanatos che genera melanconia. E anche emicranie per poc’antropocentriche “bersagliere” al centrarle nei loro più “intimi” desideri.
Ah, da lupi depressi le concupiamo, lui spelacchiato e io nelle prime alopecie di “penicillina” alle ferite d’amore.
Che mordenti misantropi, uomini d’altra razza. Oramai, neanche nelle fabbriche dei “giocattoli” “tiran” fuori pezzi erronei come noi. Non adatti alla massa che va per la maggiore… Noi errabondi, vagabondi pensierosi fra una mia sigaretta nervosa e il volto di Woody increspato di fegato “polmonare” sull’osmosi d’asfissie a un’empatia virile un po’ schizzinosa nei riguardi del Sesso, sensuali d’asessuate, nostalgiche visioni “oceaniche” dai colori “nitidi”, natanti, piangenti che planano nel meditabondo sorvolare su “tutto”.

Onirici o neri?

(Ri)flettiamo…

“Livellati” sul mare, appianati ai s(u)oli. Almeno non appiattiti.

Gli omosessuali, appunto, c’osservan con sospetto, la polizia aspetta le ambedue mosse false per “incatenarci” alla prigione dei nostri scatenati sogni “virtuali” repressi, la gente “normale” ci stressa e l’esistenza si fa… opprimente.

Che sgambetto! Che “gobbi” di colpi! Al Cuore!

Ma siamo noi a giudicarli deprimenti. Ah, l’uomo medio logora con la sua lorda, capricciosa voglia “matta”, perennemente mirata al “triangolo isoscele” delle cosce, dunque è molto “mirabile”, da celebrare in “lode”.
Con tanto di allori e “scappellarci” di “Buongiorno”.

Preferiamo un addio mansueto alla consuetudine, anche se la messicana Consuelo ci strizza l’occhiolino ed è peperina di salsa “matata” al nostro “corto… circuito” ballerino ma non “latino”, più “alla francese” nelle rotonde sul mare annoiate da questa oscena liscezza. Che “tonti!”.

Lui, evidentemente “mostriciattolo”, cerebrale accidioso a mo’ del “Ça va sans dire”, io arrugginito come Pacino Lefty Ruggiero nel mio apatico e “Me ne frego fin(i)to” da “Che te lo dico a fare…?”.

Poche carnali donne nel nostro carnet, Woody col Cielo in una stanza autocentrata di maniacali nevrosi proiettate ad altri, adesso anche d’alter ego, io spesso in cameretta romantica come i poemi cavallereschi della mia stessa spada nella roccia da Camelot. Anche da cammello. Non se se son Amleto o se sia un Bene… Carmelo.

Orsi siamo e brindiamo alle “ossa” di Artù, Principe tradito da Ginevra la meretrice, in mezzo alla “foresta” di Lancillotto,  un figo più spassoso che la (es)portava in “giostra” e la riscaldava, “avvelenandoci”, nei prati verdi delle ginestre e “corsette campestri”. Ah, Lancillotto lo “lanciava” fra i suoi “corsetti”. Pizzi e merletto.

Cazzo, aiutaci Merlino! Manca la melina! Anche i letti a “castello”.

Così, col taccuino alla mano e appunto il tacchino da Giorno del “Ringraziamento”, causa benedire e basta le “graziose”, telefono a Woody per svegliarlo dal suo recente letargo cinematografico. Lo invito a cena ché, a lume di candele, ammiccheremo a vicenda col frizzantino da geni “brillanti”.

Lui, ancora in canottiera, annichilito in un letto insonne di brutti incubi, prende su la cornetta ma, nonostante risponda-cheto-chieda presto “Pronto?”, fa fatica a riprendersi.
Al che, sgrana la vista e punta la locandina di Die Hard, con Bruce Willis a rammemorargli di non mollare.
Woody, invece, nel naufragare sempre “controcorrente”, mollò quattro pet(ard)i isterici, “modulando” un valzer di sconnesse frasi all’unisono dei “tuoni” piovigginosi ch’echeggian fuori.

La sua vicina di casa, donna pia quanto “spia”, bussa alla porta dell’apparta(men)to.
Domanda che cos’è stato quel trambusto.

Woody, con “proverbiale” (non) lasciarsi andare, ancora in vestaglia, “annuisce” un “Signora, è acqua passata, la ritenzione idrica del mio (re)moto passato”. Come da Verbo che emisi…

La signora, simile a Edwige Fenech infermiera, lo manda a fanculo. Già. E gli tappa la “bocca” con “amorevole cu(citu)ra”.

Woody, in tut(t)a “sveltina”, si veste e, dopo averla cinta di farneticazioni “nullafacenti”, non sa quali cinture scegliere.

Dunque, nel mentre della sua mente, di nuovo si scioglie in (rim)pianto a (di)rotto. Incompreso e “in compressa”.

Frattanto, trascorsa mezz’ora dal mio primo “squillo di tromba”, giungo a casa del mio amico.

Esclamazione!

– Woody, è tardi. Non attardarti di più per colpa della tardona. Si sta facendo… Notte, poi non avremo Tempo perduto… da Midnight in Paris.
– Hai ragione Stefano. Perdonami, alle volte sragiono. Colpa dei troppi ragionamenti da topo senza “top(p)e”.
Dammi… 15 minuti di Andy Warhol e andremo a mangiarci delle uova. M’occorre il lass(ativ)o, anche Lasonil al mio Pinocchio “nasino”, per “risollevarlo” da quella dannosa del “Pronto Soccorso”.

Che andasse ove sempre (non) and(r)ò.

Quindici più tardi, Woody è pronto.

Al ristorante più “rinomato” del quartiere “meglio” frequentato di New York, veniamo accolti dal menestrello di Fracchia la belva umana.

Io vengo trattato come il commissario Auricchio di banfiana memoria. L’incivile canterino infatti comprese subito che non sono uno da Ela Weber. E la buttò su sfottò delle battutine “piccantine” al nostro scambiarci da “toccati”.

Voglio aggredire il troglodita ma Woody mi trattiene e, con più “classe”, ri(t)ma allo stronzo maleducato:

– Non siamo da Gigi il Troionenon siamo frocioni… ma ti facci(am)o un culo così.
– Scusatemi tanto, v’avevo preso per “quelli”.
– No, siamo solo amici. Non s’inimichi “uomini” come noi.

Meglio non trovarseli di fronte in “posizione” orizzontale. Quando le “spariamo”, utilizziamo l’arma Magnum da Callaghan col grilletto… “in sordina”.
Silenzio… di tomba.

Ceniamo. Woody ordina delle “cozze”, io delle ostriche. Ci fermiamo al caffè, il dolce ce lo “rifila” l’oste.
Eh sì, un conto salatissimo di “prima” scelta: 1000 dollari più “bottino” della mancia a strapparci le mani(che).

Senza mutande, senza “speroni”, senza cartucce, senza pall(ottol)e, tristemente c’avvi(t)iamo verso il fiume Hudson. Comincia a grandinare, usiamo l’ombrello e aspiriamo il vento con delle cann(ucc)e.

Buona la “gran(it)a”.

Prendiamo “posto” in panchina, essendo dei panchinari della vita. “Titolari” però della sfiga.

E “contempliamo” senza pronunciare una sola parola.

Dopo tre ore del fissare il vuoto, piglio il “pazzo” al balzo con una balzana cazzata.

– Woody, che frutta preferisci? La banana o la Macedonia di Alessandro Magno?

– L’acido dell’insalata dopo il minestrone “bagnato”.

– Ti capisco.

Anch’io non lo “condisco”.

Quindi, ci baciammo mentre quella passerotta di Gwyneth Paltrow passò in quella “zona” e, a grandi falcate, salutò i nostri “uccelli”.

Non ci rassegniamo e Woody canticchia Nek:

Non è mai com’era ieri,
cambia il senso cambiano i pensieri,
e ti sembra tutto da rifare…
Sbagli se ti guardi indietro,
punta avanti anche se hai mezzo metro,
c’è sempre una strada per viaggiare…
è un’inguaribile follia,
saperti solo mia…

è congiunzione astrale…

– Questa è l’ultima porcata che mi fai, Woody! Adesso, finalmente ci sono arrivato!

Radio Days pensavo fosse un capolavoro ma invece è meglio Glory… di Springsteen!

Tu non spingi per nulla!

Detto ciò, lo spingo, annegandolo e dandolo in pasto agli squali.

In poche parole, “emergerà”.

Annacquato di pene da pirata?

No, da piranha.

Sono sempre a galla, gli stronzi ho scoperto e da me solo merda in faccia. Oltre ai pugni, questo è ovvio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Zelig (1983)
  2. Ombre e nebbia (1992)
  3. Taxi Driver (1976)
    I due sopra fan cagare, robetta intellettualotta da masturbatori.Mille volte meglio Travis, tassista come me per la feccia di una manica di lerci che pensavo amici e invece scoprii dei puttanieri sfruttatori, scatenando il putiferio.

    Non li ammazzai, anzi sì.

    Travis li uccise fisicamente, io in modo che patiranno eternamente.

    E piansero. Cazzi loro. Se la sono cercata.

  4. Rambo (1982)
    Da collegare al capolavoro sovrastante.

Premio Zucca, racconto


06 May

Il Cinema del culo


06 May

Film girati col e “a culo”: anal… isi “logica” di capolavori cubisti e anche puttan(at)e che valgono l’evacuazione flatulente assai eiaculante quando il cogitare è meglio di “pensare”. Insomma, film fighi contro l’aerofagia ch’eppur è un “bel vedere”, pelli(cole) sculettanti!

Tinto Brass fu “specialista” dell’ovvio desiderio virile in “là” quando ovula oppure rotondità ad “alveare” per il nettare iniettato fra mela, miele e tette, lungo di nasino e occhietto volpone, e che va a finire, da animalesco “cineasta” che abbindolò la massa, “lì” sempre protesa anche se è un vecchietto con la protesi.

Eh sì, “tira” avanti Tinto, nonostante l’ictus, è un ornitorinco. Per voi porcospini.

Un “mostro” Tinto, patito del “mostrarlo”. Un grassone che assunse il peggio di Fellini, “dilatandolo” al “vas(ett)o” dell’erezione onnipotente da regista erotico solo di visioni mosce come l’impotenza di Ercole dinanzi appunto al culo di Arianna David dopo f-at-iche di Sisifo scalate, afa scalata e una “montata” lattea da montar a 90 post(eriori) cinquanta miss concubine ammesse. Che messaline! La saliva! Salì. Dalì. Dai!  Davide e Golia Gabriella di gambe che furono “fluidificanti” per il Berlusconi “stirante”, “ammirato” in poltroncina “levigata” sul sorriso “cazzeggiante” di “meeting” e corna del suo “eminente” summit trasmesso Fede-lmente d’emittente demente. Emilio! Programma cul… turale ad “alto” tasso a voi fottuti già di scatola scatologica in quest’escrementizia destra che vi pigliò per il deretano con il “Cavaliere aitante”, mascarato invero orco per le porche sinistre.

Lo so, lo sanno anche i militari che, in quelle notti “nonniste”, sognarono d’evadere dal filo spinato e “mitragliare” col muscolo “maschio” rafforzato sugli spinaci anabolizzanti per la donna dei sogni “schizzanti”.

Tre film girati (in tondo), pure masturbazioni…
In senso figurato e anche di figone che valgono il “prezzo” dello “staccartelo”.

L’Achille del Kitano, piede minore d’una battaglia di Troia (ogni allusione è citazionista)

Artista riflette se impazzire o farci un lungo… metraggio con maionese e pomodoro spiaccicato al suo clown cinese. Preferirà disfarsi delle sue opere, allestendo quest’operetta apprezzata solo da un pazzo maniaco del Takeshi senza cazzi per la testa ma con gli addominali “tartarughe” da Bruce Lee. Kitano volle rinfrescarsi dal suo stilema malinconico ma affrescò solo i nostri coglioni “scroscianti” su applauso formato durezza yakuza. Sì, film che dorme e non prende pesci, film lumaca e sleeper in senso senza slurp di “gustoso”. Il vostro incubo peggiore, miei fan del Beat.

In questo film, si vedono botte…, pennelli, quadretti, sketch, lottatori di Catch, lottatori di sumo meno sodomizzati del presunto “creativo” che se la suda ma non guadagna né il suo pene e neanche la pagnotta.

Il corpo dell’anima

Il poster te lo “impiastriccia”, invero trattasi di film più profondo d’una superfici(anal)e Raffaella Ponzo come dipinta da Sanzio Raffaello in quanto Natura superfica della Madonna da “ingoiarla” alla banana.

Arriviamo alla frutta!

Capolavoro sottovalutato che alcuni videro solo perché attratti dall’immagine di (s)fondo.

Ammetto che anch’io noleggiai il VHS per “spassarmelo” senza guardare oltre ma, “ritmando” nel rimanere “incollato”, avvistai più di un fondoschiena magnetico. Il contenuto non è una ombelicale Venere siffatta ma da “indagatore” d’un dramma romantico intimista del delicato “toccare” corde pericolose, il Sesso senz’età, e anche la giugulare di Roberto dinanzi alla magnificenza della Ponzo coi “meloni” su labbra sue secche dei limoni di Sicilia.

Comunque, anche Antonella Ponziani ha un gran didietro.

Questo è “firmato” Salvatore Piscicelli. Antonella, da Pozzessere, viene trivellata sempre “domestica” nel tinello.

Morale della “nera”… fava… arrossita. Cappuccetto!

Poi scoprii di più e mi diede… lo slancio. Mi lasciò e rimasi con una locandina di nuovo autoerotica da lupetto senza la lupa.

Ah, che “uva”, che vulva!

La ragazza che giocava con il fuoco

Giocò e si scottò, tanto da bruciarsi, come si suol dire quando una si “scalda” troppo vicino al camino e alla sua freddezza di ghiaccio da “mezza vita”, essendo una non calmina freak. Un po’ di cervello fritto ma di patatina molto piccantina. Ella urla al criminale “Sei stato scoperto!”, poi se lo scopa sotto le coperte. Non è molto coerente. Sparato su patta spalmata in un sol bocco(lo)ne! Anche se è rasata!

Invero, Rapace fu rapacissima a “quagliare” la strada verso Hollywood, per una carriera “abbottonata” sulla rampa di…? Slaccio! Tutti i “missili” entrarono nella sua galleria da ex ragazza persa, ora per l’uomo che, dopo averla “vista”, si riprende al… “glande”. Detto anche mandorlato croccante come il taglio dei suoi occhi e anche fra le mutande “ammiccanti” da Sala(n)de(r). Spettinatrice dell’ispettore “doppiopetto” da thriller “cadaverico” come i laghi della Scandinavia “sciolti” da lei “affogata”. nei delitti e lettoni. La Lettonia!

Ridley Scott lo sa. Tradì la Facio con Noomi per un “Prometheus” di promesse matrimoniali cornificate  nella “fantascienza” del blade runner rovinato da questa Rapace Alien-a. Detta anche Nostromo della caramellina alla caravella nella scoperta dell’America su bestemmiato Vangelis di non Santa Maria pasquale… La conquista del Paradiso!

1492? No, un 69!

Attualmente, Ridley e Gian(n)ina sono in ca(u)sa a “spartirsi” l’inculata reciproca.

Nostradamus sapeva.

I duellanti è la storia veggente, proietta in avanti, di come Ridley patirà troppi panni da lavare e anche piatti “a tenzone” del suo birbante tizzon’ a modo “sciabola forestale”. Un Robin Hood, nudo.

Chi protegge il testimone?

Chi, appunto, ti parerà il culo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Culo e camicia (1981)
  2. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
  3. Caribbean Basterds (Caraibi & Bastardi) (2010)
  4. Fatti, strafatti e strafighe (2000)
  5. Cul-de-sac (1966)
  6. Acque profonde (1996)
  7. Cult (2013)

“Il corpo dell’anima”, recensione


05 May


Torbide pelli d’anagrafe graffiata, scintille e discinti profumi perversi, sanguigni!

Nel 1999, il Cinema italiano, sfodera un capolavoro che passa assolutamente inosservato.
D’annoverare nella categoria “Erotismo raffinato” oppure “Età delle innocenze”.

Un Uomo senile, memore forse d’Italo Svevo, è profondamente annoiato, incarnato nel volto “pauroso”, nevrotico ma rassegnato di Roberto Herlitzka. Simbiosi con la vecchiaia rancorosa ma “decorosa” della sua elegante “coltezza” ridicola “in vestaglia”.

Luana è una ragazza attizzante dall’eccesso parossistico, arrossita senza timidezze di fanciullezza burrosa e provocantissima, esuberante e sensuale, acerba ma ingorda di Piacere da emanare in avidità della carne “rannicchiata”, come lo scheletro asessuato d’un professore disamorato. Senza Cuore e pulsazioni all’Eros.

E lo stuzzica da “badante”, sin a che il Sesso negligente s’inarca a notti passionali d’un divorante “scandalo”.
Libero da occhi benpensanti ma (in)discreti, fottuti d’orgasmi. Profondi, compenetrandosi di attrazione ambigua eppure irresistibile dello “sbirciarsi” la maschera indossata nella sbriciolata a sé lussuria delle sventrate menzogne bigotte.

Innalzati a luciferino gaudio placido nel tinto dondolare come bestie selvatiche.

Si mangiano, lui ch’effonde ogni esperirla di cerebrale corpo “ripugnante” a lei denudata con forza del puro fiore del “male” che racchiudeva in pose da matta imbizzarrita.

E, nelle turgide penombre di pleniluni infuocati, si fondono a densità nichilista, “colmo” esasperante, ossessi d’educarsi pelle e ossa agli assaggi per entrambi non ancora assaporati. Lui, restio al fuoco, illanguidirà in voraci membra di lei squartata nella gioventù spalancata all’odore adult(er)o del sangue indurito dall’afosa esistenza del “tramonto”. Alt(e)ri in apice ormonale elevato di grida a Dio!

Virilità a femmina e conturbanti odori di squamato odorarla come nivee creme di resurrezione senza vergogna!

Un protagonista enorme, bravissimo.

Raffaella Ponzo a simbolo plateale del Peccato più “scabroso”, già avvolgentissima in una locandina “scarnita” su un culo maestoso, da deflagrare in gioie virenti com’eclissi dell’alto oltraggio alle ipocrite impudicizie, alle barriere dei muri “silenti” del suono vivo scagliato contro i vili, contro ad energia massacrante dei bugiardi anneriti e a oscurarsi omertosi da repressi.

Vedersi amandosi, amanti di ricordo indimenticabile, turbati fino alla morte, distrutti da quello struggersi lontano ma aderentissimo a ogni desiderio vero mangiato e sguainato in “oscena” Bellezza!

(Stefano Falotico)

Tenete d’occhio “The Iceman”, capolavoro interpretativo di Michael Shannon


05 May

 

Pacino & Cannavale


05 May

Digressione che dovete saltare se al mar di mare non volete “affondare”. La Donna “al largo” merita il canotto. Dopo c’occuperemo del “cupo” cipiglio del Cannavale, attore “teatrale” che a me pare un melodramma napoletano amaro!
Io so(g)no, poiché son sempre desto e non m’arresto fra chi, nel “lecito”, è sconcio per “conciare” a sua pelliccia d’animale! Sono Io che investo su di me e ti rivesto di par “parere” nel murarti fra le pareti!

Prefazione ironica, “drammatica” in linea con gli sfottò di massa, ove si abusa del prossimo a violenze psicologiche reiterate dal non ritirare mai la mano, anzi a infilarla di coltello nella piaga solo a “plagio” di noi che dovremmo piangere, invece sonanti “rideranno” di modo nostro nelle lagrime versate di sangue!

Tempo di “alta marea” cinematografica, piattezza per sale prossimamente deserte, rinfoltimento invece del “grande schermo” per costumini da “quattro dimensioni” quatte quatte nel mio nuotarle “sott’acqua”, che limpida visione!

Questa è stata una cattiv’annata cinematografica. Sempre “figa”, come no.
Moscia come tre mosconi al bar di un nullafacente eterosessuale in apparenza una roccia che pur vuol farsi il commendatore roco ottantenne con la camicia “profumo” tal stronzata-etichetta(ta): “La cravatta odora di mattino levigato nel cappuccino sciolto a te contessa scremata dello zuccherarmi i bottoni marroncini su noia annodata da slegare in modo aperitivo-appetitoso”.

Pochi titoli d’annotare per le nostre notti affamate di Cinema… anche perché d’altra fame moriamo “in bianco”.

Questa la lista di ciò che m’è piaciuto:

1) Jimmy Bobo, Stallone in Hill dei tempi d’oro cazzuti.

Fine.

Il resto, qua e là, quattro stellette, ma nessuna mi dà… il “cinque”.

Meglio tornare all’ovile del vecchio Sly spaccamascelle senza rompiballe d’ordinanza formato “Tornita per muscoloso più tamarro di me il nervoso sparacazzate da eclissare con calci volanti in mezzo inculanti all’addolorarlo e non dorarla in Luna ululata a due”.

Sì, quando una Donna mi piace, divento un boom tequila della mia anguilla liscia nel bum bum di tambur battente, soprattutto al mio “abbattuto” ma carro “a(r)mato”.

Cazzo tanto scazzato. Più che altro, tanto a(tt)izzato quanto azzannato.

Ah, le donne sono come la stampante.

“Ficchi” la carta e selezioni i colori vivi per dar… vivacità alla tua anima “annerita” ma loro preferiscono fotocopiarti di delusioni opache come il primo paragrafo d’un romanzo venturo, narrante di voce castrata dentro, come no, varie sventure “provocate”… dall’invocarle ma non molto “imboccarle”. Che sventole!

Sul ponte sventola bandiera…

S’intitola “Le epiche epopee del mio marinaio in poppa, perché il singolare è meglio del plurale”. La pippa a te psichiatra di pipe! Ti viene il Pepe? Vai Beppe, vai!

Sottotitolo: “Sempre sotto, inteso nel senso sfigurato senza seni, inseminai d’autoerotismo appaiato all’applauso soddisfacente come loro, le seducenti eppur ad altri più sull’attenti”. Attraenti? Sono il Tenente!

Vi do… l’anticipazione. Se mi deste… l’anticipo, potrei scrivere il resto dato che, come dice il detto appunto, se non te la dà, perdi l’ispirazione a lungo non andare, e non c’è poi più da fare…


Capitolo 1

L’abbronzatura del mio ronzio, Riace rimase sbronzo come un dissanguato branzino “al dente”
 
Vado al mare, prime cosce bollenti da guardare dopo tante attrici “ammirate” di virtuale “impalpabile”.

Ma tocco… di nuovo il fondo, tentando un approccio con una meno porcina delle altre.
Meno pia ma da spioncino! Capolavoro di abbordaggio e di spionaggio! Sotto il vestito, c’è tutta la pistola subacquea!
Un pulcino che pulsa(nte)! Impermeabile quarzo!

Sdraiata sul materassino, me lo gonfia ma, dopo altro rifiuto, userò solo le braccine “su e giù” per non essere affogato nelle sue “bracciate”. Che braciola di maiala ch’è?
Un tuffo dove è più blu! Asciugamano e fazzoletto (de)tergente!

Eh sì, sembrava una poveretta, invece noto che fa l’amore con un cane tenuto al guinzaglio che le regala il collarino mentre “lei” lo cinge fra mani delicate “circoncise” dai polsi pulsanti attorniati nei braccialetti verde “smeraldo” di  suo “fedele” a inondarla-baci di donati “amori” morbosi dalla sprizzante purezza istintiva-(s)tingersi.

Ah, una coppia d’“oro”.

Lei mi sbeffeggia mentre mangia il suo animale sotto i baffi, nella derisione anche di un bambino lestofante col gelato “limonato” della sorellina lattea colorito “crema protettiva” sapore “fragolina”.

Fa un po’ freschino dopo la “calura”, o meglio la cattura, al che comincia a piovere. Prima il Sole brillò “folgorante” ai f(i)ori delle spiaggianti sul raggiante venirne infornate di “dardi”, poi la burrasca fu già annunciata di “annuvolamento”.

Riaffioro!

In pineta, in mezzo a ortiche, orge, ossa spolpate, carni arrostite, trovo una cinquantenne ancora “in tiro”.

Al che, le propongo di far a botte e inalberarmi da incazzatissimo!

Lei fraintende e vuole davvero scoparmi.

Ed è qui che sono cazzi amari.
Il boschetto della boscaiola! Che imboscata!

Capisco che il buco dell’ozono è causa del mio Pianeta alieno.

Ribelli, scatenate il putiferio, spellati voglio che issiate chi eravate, chi siamo lo sappiamo noi! Tu non sei, incarni la carne del vuoto! Nullità!
Tu hai finito di “circondarci”, di circuire col tuo sorrisino da cannibale ammaestratore del circo!
E devi solo cucirti in gabbia, perché ti segregheremo nell’urlo irruente del tuo “leone” ora da noi ammansito di “dolce” non frenarci a vendetta della fiera “feriale” del tuo sbranare con graffi “festosi!”

Ora, basta! Finiamola. Le cattiverie gratuite per troppo Tempo han “accerchiato” i nostri destini, il nostro delfino! immutabili nel loro pregiudizio “forte” da violenti “temprati” alla vita che si “spacca il culo” per “distruggerle” e coccolarle a lor danza invero di morte, come da Salmo del mio Santo lucertola nel mo’ della salamandra fra tali mannaie che io, da mannaro, ammainerò sempre, mordendo non morbido bensì a loro mostri tanto mordaci tanto or lordati!
Smerdiamoli!

Sì, sono impazzito ma soprattutto sparo all’impazzata, a salve di giustizialismo “innocuo” che però ferisce ove la cicatrice “amputarono” d’altri tagli inferti a frattura rimarginata ma di lor giudizio emarginante coi soliti attacchi del branco “inviolabile”, dietro l’arroganza della “compostezza” in lor sussiegosa e rugosissima bo(r)ia da (in)fermi(eri) abbrustolenti!

Arderai di arbusto!

E non me n’addormento ché altre dominazioni alimenterebbero di loro “catena” a fregarsene, così elementari nello sradicare, deflorare la nudità delle anime per inorgoglire solo il privilegio del luogo comune!

Che scempio di florilegi! Se voi aveste letto “Il signore delle mosche”, zitti e mosca v’ammutolireste di tal “ammutinare”, e saettanti rane bibliche avveleneranno il già pruriginoso e falso inamidarvi per “umide”, faraoniche cene d’amplessi. Che fessi!

Dico a te, donnaccia! Che ti divertisti col sadismo più sfrenato a “scherzare” di anonimia appunto con voce in falsetto, nello stuzzicare mentre ridacchiasti col tuo marito ancora “ridente” sul tuo corpo gemente d’unti unguenti, com’acuminasti a derisione a tuo (di)letto pieno di aderita, schiava opulenza! Puzzolente! Delinquenti, tu di biforcuta lingua e il tuo… di “linguine” allo scroto dei coiti da cotti! Ecco gli “spaghetti” a collo nell’a tutta birra di spappolarti!

Ce l’avete il fegato!? Sfigati sarete voi! Facce da Sfinge! Ecco la sdentata, ecco come ti pietrificherai, pentendoti, e implorerai della tua ribaltata piramide! Pente-cost(ol)e!
E tu eri un figone? Ah ah!

A te ch’accusasti con l’intransigenza d’un caporale coi “diritti” di uccidere in maniera “fredda” ché solo volesti scaldare la rabbia al fine di spegnerla con sedazioni per “rinsaldarci” al tuo “intenderla” che non offre saldi!

Ecco il sandalo di Mosè! Ecco lo “spartiacque” del tuo bagnarle! Ti piace il musetto?

A muso distrutto, rotto mio bastardo!

Dei tuoi ricatti, dell’urto al non ascoltarci! Mio vello, svelto svelati!

Adorami!

Siamo in guerra! E si combatte, maledetti vermi borghesi!

Come vi crogiolate di abbuffate, fra cellulite, sbattere in cella e cellule di celluloide che i vostri neuroni neanche carpiscono. Non possedete le iridi per la magia iridescente del Cinema, miei insipienti!

Noi siamo sapidi, noi siamo la lapide al vostro presumere da “somari!”.

Meglio i sumeri! I celti, le accette! I barbari dei barbosi!

Le sal(s)e affollate, tutti vestiti “in riga”, su poltroncine della carreggiata che “scoreggia” fra popcorn(a) e altre patatine di porcata alla “maionese” sudicia in ketchup piluccato da drogati del Sesso imbevuto come Coca… della “cann(ucci)a”.

V’infilziamo noi di rimpinzate!

Ecco le pinze! Quante donnicciole, coi “pizzetti” su mustacchio per il virile muschio dei selvaggi mucchi, di pizze in faccia saran “capricciose!”.

Fottetevi, sarete aggrediti a fiotte!

Appiccicose! Appicchiamo!

Chiaro, figli di mignotta!?

Questo come me lo sorseggi?

La sorte meglio della tua s(p)orca!

Dopo tale poema, di cui non frega a nessuno, a qualche “fregna” sì da fregare già, è ora il Tempo di (s)parlare di Cannavale!

Sottotitolo: come costui corruppe tutti gli Stati Uniti per interpretare la versione di Americani a Broadway e ora ha assunto le “veci” del figlio di Al Pacino in Imagine

John Lennon sta gridando “Pietà!” ma Cannavale “ci sta”.

Ruolo inizialmente pensato per Jeremy Renner che, dopo conflitti intestinali con lo script, abbandonò il “Padrino” a suo discepolo BobbyDe Niro di Corleone?

No, comunque un siculo sicuro di sé ma molto meno bravo di John Cazale. Da pronunciare in modo banfiano così: “Don Jon(hnson?) cazzell’”.

Ah, rimpiangiamo John. Nell’immediato futuro, dovremo sorbirci Cannavalo, qui detto all’Abatantuono.

Non spenderei molte parole su quest’analfabeta, mi congederò con tali due “da antologia”:

Al Cinema, Michele Placido è uscito col film Il cecchino.

Al che, avvicinai la mia vicina di casa per chiedere di vederlo assieme d’occhiolino.

“Lo” vedrò malissimo. Il marito ha un cognome da morirci secchi: Cecchini.

Per svagarmi dall’ennesimo “trivellamento” sbudellante di mia delusione “a mano armata” (leggi “sega” da s-chiappa “bombardata”), vado in giardino, rado il prato e son lì per cantare… all the people

Ma mi viene in mente come la gente mi rade al suolo. E rimango solo senza patate, ma potato del tutto.

Con te “donna” non ho ancora finito!

Tu mi vuoi raffreddare, invece beccati questa freddura:

– Cosa fai nella vita?
– Impiegata ed esco con le amiche.
– Mah, sarà.
– Perché?
– Pensavo impiegassi molte minchie entranti. Si chiama “bustapaga” di shopping.

Ciao.

Ricordate: scioperare rendere l’Uomo un filosofo alla Schopenhauer!
E a Cannavale mille volte meglio la cannella sui canditi di Natale!

Da gustare dopo un primo di cannelloni!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Palle in canna (1993)
  2. I cannoni di Navarone (1960)
  3. Una canzone per Bobby Long (2004)

Imagine… Pacino o John Lennon? Cannavale o Bombolo? Julianne Moore o Annette Bening? La bona o la banana?


04 May

Change cast

Cannavale Bobby sostituisce Jeremy Renner, Bening la Moore. Non mi sembra uno “scambio” figo.

Jeremy ha i muscoli canini, Cannavale la faccia da scugnizzo,  la Moore è biondona, la Bening una morettina di cui mai m’innamorerei.

Su tal stronzata, vi chiedo di riflettere.

Imagine all the people? No, immagino molta gente e mi passa la voglia di cantare.

“The Great Gatsby”, Premiere highlights


04 May

 

Leo è sempre più bello, sempre più deniriano.

De Niro Candy Store


04 May

Da fonte accertata e inconfutabile 

No stranger to the world of cops and criminals, Robert De Niro is set to star Good Universe’s “Candy Store” that Stephen Gaghan is helming.

Jason Clarke and Omar Sy also star from a script that Gaghan co-wrote with Shannon Burke.

Pic is set in the Brooklyn underworld where a former covert ops agent discovers the organization he has been fighting over his career has set up shop in his backyard. He teams with a former cop to stop the threat that could endanger the city of New York.

De Niro will play the cop.

Lionsgate will distribute in North America with Good Universe selling overseas rights at Cannes.

Allison Shearmur will produce along with Gaghan.

Lionsgate had been on the hunt to find a star to play the cop to help international sales potential, so De Niro should be an effective addition.

The CAA-repped De Niro was last seen in “Silver Linings Playbook,” which earned him an Oscar nomination.

 

 

 

Banana Joe Bud Spencer


03 May

 

Tutti preoccupati oggi della banalità, va recuperata la “BananaJoe di Bud Spencer, un “gorilla” di Piedone l’africano, che picchia i ragnetti essendone aracnofobia alle sceme scimmiette! A peda(la)te!
Dai!

Parentesi “tonda” su “squadrarla” in modo “accerchiante” fra intimità da non assecondare alla Gioconda nel suo far il cascamorto per gravitarle in tondo.

Alziamo i ton(t)i. Il maschio sono io e pretendo di “sbucciare” ché, spelando, il vizio va succhiato di saccarosio per dolce sacco da orsacchiotti a “pelle”.

Donna, sei tu un’arretrata. Voltati e mostrami allora il “retro” per la mia bott(eg)a!

“Annacquami!. Sorseggia fin ad addivenir in avvinazzato mio spruzzato spumante!

Dialogo di regole dell’attrazione, più che altro di pol(l)i opposti fra “lei” in opposizione al volerla “atomica” in tante posizioni “calme”, come Placido Violante di grosso seno sporgente.

– Tu sbandi per me, ma non hai visitato la mia faccia. Che razza di oltraggio è mai questo al mio pudore?
Come ti sei permessa di sbavar il labbro tuo a “pendulo” dei “personali” senza prima valutare se “penderà” o s’affloscerà penoso da “vuoto” causa la “tua” appunto vacantissima “permalosa” e non a permeare il mio “schizzinoso” d’affare che riguarda solo me, me soltanto?

 

Risolve la faccenda da “sberla”: t’ho appena dato un’occhiata, ci stai per una toccata e fuga?

Replica: no, preferisco la figa che sono io. Forse non lo sai ma, travestito, sto “investendo” molto sulle mie tante facce da culo.

– Ah, ti credevo bello e cervellotico, invece sei banale.
– Opterei per un bignè da me di fai da te. Ci stai?
– A che?
– Al coccodè. Il coccodrillo come fa?…
– Sei un cocchino.
– Sì, uso anche il cucchiaino nello “strapazzato” mio gustare molte gustose uova alla coque. Le tue albicocche non me lo “staccheranno”.
– E io che m’ero illusa che fossi un Uomo… garbato e di stile. Fai schifo! Sei un “tuorlo!”.
– Sono lo strappo alla regola. E le tue calze troppe volte han st(r)appato. Lo intuisco dalla rasatura “reggente” di troppi pelosi nella “depilata” dal grido isterico “raggiante”. L’acquaragia? Coraggio, dilla!
– Porco, a che alludi?
– Alla Luna. Se la verginella dal lupo vien “rosata”, violetta “viene” tacchina. Leggenda popolare secondo cui , quando un licantropo è provocato, o la prende subito o molla la presa.
– Che cazzo dici?
– Non lo so, è tutta una cazzata. Tu sei molte “cazzate”. Se divento incazzato, te la vedrai brutta.
Lascia perdere i cazzoni. Un “calzone” così non l’hai mai mangiato. Al peperone di salame piccante!

In gir(in)o, mi chiamano il finto ghiro. Il sombrero del Mexico a coltivare le patate fra le nuvole.
Tu pensi che “dorma”, invece ti “domina”, arando nel “fumarsela” con mille gradi all’ombra. Dell’arrancar’!
Zum zum! Zoom!

Dell’ultimo Sole? No, qui solo Notte fonda.

Te lo do io… il letargo!

Sai dove ti vedo bene, puttana? In mezzo proprio alla tua “foresta”. Mi sembra l’unico posto a cui puoi in… d(i)rizzarlo con la “foglia morta”.

Più che appaiarmi ai tuoi cornuti, rimango unicorno.

Comunque, dopo averti “in(o)culato”, le mie cornee hanno spogliato viva una scimpanzé.

Molto meglio della bertuccia.

 

E delle bucce tue da boccuccia!

Bocciata dalla mia testa di noce!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)