Archive for 2013

Capolavori horror di Settima Arte metacinema


10 May

L’orrore è nella società a ogni angolo che svoltate. Si leggon di storie macabre, di pestaggi e ragazze insanguinate, d’orchi famelici a predarle, d’appiedati disoccupati (e qui v’è il marcio più spaventoso…), di licenziamenti in tronco e di filmoni stroncati che, col senno di poi “postumo” inalberato, emergon con cadavere vampiristico nei fascini agli afflati del sottovalutato-sotterrato fu(nebre) sulle radici, sradicato ed evirazioni

Innovazione, aviazioni, levitaction!

Per anni, la Universal fu fucina di talenti, con esposizioni di Bela Lugosi e figlio, di Karloff Boris e Christopher Lee prima dell’avvento del colore o “Technicolor”.

Che ci fucilò.

Quindi, periodo di “magra” nei 70, quando forse solo De Palma trasse uno dei primi King di nevrosi adolescenziali esplosive in Carriesatanica.

Da Shining, incubo “velato” da intellettuale con metafore a tutt’andare di bambino-“triciclo” ma oltreTempo, ecco il Sam Raimi che rinverdisce i fasti, affastellando carrellate e piani sequenza tra foreste Necronomicon, memori sia delle haunted houses sia di Romero.

Armato di tenebra, s’ottenebrò tristemente nel blockbuster “fumettizzante” e, dalle ragnatele spiritate, a Peter Parker di Maguire “rassicurante”. Solo il Green Goblin del Dafoe salvò di grand guignol al fosco che fu.

Ma qui avete scordato altri.

Oggi, chi abbiamo? Rob Zombie, appunto? Un nome che è un programma di Moon (ah, Sheri, come me la farei quando cala… il “plenilunio” dell’ululato…)

Ne cito setteCapitali! Anzi, quattro perché Seven di David Fincher è un thriller.

Asso. Poker!

Sbanco, sbraniamo. Il tavolo verde si tinge di “rossa”.
Storie lugubri di decapitazioni, impermeabili col “cappotto”, d’accapponar la pellaccia.

Mischiate al sangue “nitrato” di cavalli nitrenti, di giugulari “incipienti”, di cavalcate arroganti, di diavoli inchiappettanti.

Da paura, rabbrividite? No, meritano l’applauso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Dracula di Bram Stoker (1992)
    Coppola recupera il Mito del Nosferatu, incarnandolo nel volto d’un Old… man. Ringiovanendo tutto!Lo svecchia a bobina che rammemora il Cinematografo innamorato di Mina.Apparizioni, sparizioni, eclissi, una Ryder Winona d’affissione. Mi “crocifiggerei” per il seno debordante della sua fanciullezza a me di “castello” distante, di mostruosi pipistrelli. Perché, ove c’è il lago della Transilvania, l’Uomo della Notte si tuffa nel Giordano della sua “redenzione”, urlando a suo seno il Dio “maledetto” che la benedica.
  2. Frankenstein di Mary Shelley (1994)
    De Niro monstre, soprattutto perché è strepitoso anche se (s)coperto dal trucco (in)visibile. Tragico Branagh d’uno Shakespeare Zoetrope, memore del Bram Stoker di Francis.Altro che Era mio padre di Sam Mendes!Chi vuol intendere, intenda. In medias res, m’imbattei nella selva oscura del “ricrear(mi)”.Nel bel mezzo delle cose, avreste da offrirmi una bona Bonham Carter di affinità elettive di “cosce?”.Tim Burton sa quanto può essere freak Helena…
  3. La casa dei 1000 corpi (2003)
    Capostipite della stronzata altissima e purulenta di polente al sugo, dunque masterpiece scatologico d’escrementizia antropofagia eleva a beltà. Bestie, a bestia!Picture show, donne dipinte, bisce metallare, cazzi sparati, vaffanculo gratuiti, una figa della Madonna.Manca solo Tim Curry è quest’oggetto misterioso sarebbe stato perfetto It.
  4. Eccezzziunale… veramente (1982)
    Rimane un po’ così terrone, ma ce lo mangiamo tutto.Torrone del tor nel torreggiar!Donna, dammi la mela, partì l’Inferno in Terra dalla tua Eva non mielosa con Adamo, a cui il demiurgo tagliò il pomo e anche spruzzarti di “potato”.Donna, vai a sbucciar le “patate”, vogliamo abbellirti dalla scorie e piangerai di cicoria.Questo è (Abatan)tuono che spacca tutto. Orripilante “cotonato” di carisma ove neanche Al Pacino di Dick Tracy.Puro pus undeground, altro che Moretti!Qui si sfiorano vette incontaminate di totale schifezza.

    Dunque, d’annoverare, senza niente invidiare, agli altri tre sopra.

    Vogliamo mettere un Vanzina formato Diego contro Le streghe di Salem(me)?

     

“Fearless” di Peter Weir, recensione di Davide Viganò


09 May
Scampato a un incidente aereo Max Klein vede la su vita rinnovarsi e sconvolgersi del tutto. In lui nasce un distacco verso la famiglia e gran parte delle persone, ma anche una profonda sensazione di onnipotenza. Ed è proprio questa che lo spinge ad aiutare Carla, una giovane donna di origine messicane che nel tragico incidente ha perso il suo bambino di appena un anno.
Sono due modi diversi di affrontare la sciagura che si incontrano e cercano faticosamente una sorta di equilibrio, un tentativo di ritorno alla vita, (Max parla spesso di “scomparire,siamo già morti,siamo fantasmi”) ma, mentre l’uomo ha trovato una dimensione di esclusione e “strafottenza”, quasi noncuranza nei confronti della vita e della morte, (ad esempio mangia fragole, frutto per lui pericoloso in quanto allergico),la donna si abbandona totalmente a un straziante dolore e un feroce senso di colpa.
Max è circondato dai media, da un avvocato delle assicurazioni cinico e invadente, da un bambino che ha salvato e che non lo molla mai, da uno psichiatra abbastanza goffo che vuole psicanalizzarlo e sta vivendo una grossa crisi matrimoniale. La salvezza da una morte certa in realtà la legato fortissimamente alla stessa morte. Nel suo rapporto con Carla ritrova un vero motivo di esistenza, un reale scopo.
Peter Weir è un grande regista, sopratutto nel suo periodo iniziale in Australia ha diretto dei classici legati a un Cinema d’atmosfera inquietante come L‘ultima onda tanto per citarne uno, in America si è sempre comportato più che bene: Witness, lampante esempio.
Questa pellicola del 1993, per me è tra le sue migliori, un film complesso  e intelligente sul lutto, la sopravvivenza a un grosso disastro, la perdita di un figlio, lo scontro e incomprensione tra chi è sopravissuto e gli altri, ma anche tra gli stessi che son usciti salvi dal funesto e terribile incidente, la casualità della vita, il senso di impotenza di fronte alla morte dei cari e quello di onnipotenza, il cinismo della società che sfrutta una vita per riempire giornali e tv o per prendere più soldi dall’assicurazione.
Tratto da un romanzo di Raffael Yglesias, che firma anche la sceneggiatura della trasposizione cinematografica, è un’opera di lucidissimo dolore, che evita quasi sempre facili scivoloni nel sentimentalismo o nel ricatto emotivo, un’attenta indagine psicologica non solo dei due protagonisti,ma anche del mondo che li circonda
Il tema della morte per me è fondamentale, amo i film che l’affrontano e sopratutto quello che come si vive o supera un lutto, che trasformazione porta nelle persone e nella cerchia famigliare o il rapporto con la società. E questo lavoro del regista australiano, grazie a una buona sceneggiatura, affronta questi temi con la giusta misura di melodramma e dramma, sa quando spinger un po’ di più e quando fermarsi.
E poi è Cinema, grande Cinema. La scena iniziale con Jeff Bridges che esce dal campo di granoturco ha una potenza visiva meravigliosa, esattamente come l’incidente aereo che ci viene mostrato nel finale. Pare di essere su quel maledetto aeroplano, (io ho paura di volare e questo film mi conferma tutto eh!), ci si commuove anche per quella gente che muore o quella che sopravvive, per le mani che si cercano e non si trovano,veramente un pugno nello stomaco.
Il rapporto tra Max e Carla, che non sfocia mai nella inutile sequenza di sesso o nella storiella sentimentale, ha un rigore morale raro nei film che in un modo o nell’altro sono comunque non relegati alla nicchia del Cinema d’autore, ( e io amo le nicchie eh!), così come la scena dell’incidente di macchina che Max si procura per eliminare il senso di colpa a Carla è un momento, ripeto, di grandissimo Cinema, per montaggio,suono,recitazione, tutto.
Fearless ha un grande cast che funziona alla meraviglia, dai due memorabili e indimenticabili, Jeff Bridges e Rosie Perez, fino a Isabella Rossellini, John Torturro, Benicio Del Toro, Tom Hulce.
Opera forse dimenticata e trascurata, ma validissima, da rivedere.
Portate i fazzolettini perché si piange e tanto eh!

FilmTv.it e il nostro Requiescat su Ciajkovskij


09 May

Applauso!

 

Il 6 novembre 1893 Pëtr Il’ic Cajkovskij muore a San Pietroburgo in circostanze mai chiarite: tre testimoni raccontano la loro versione dell’accaduto.

 

Combattere!


09 May

I libri si scrivono così, col furore dell’anima che altri han prostituito per ingraziarsi i ruffiani a pari leccarsi il culo. “Protetti” da maschere istituzionali della falsità menzognera e dai ricatti più abominevoli per poi abusare di presunto “potere”, derivato forse da un riconoscersi “uguali” alle stesse cere che li “riveriscono”. Ex liceali a mendicar quattro peletti di figa dietro visi tanto buonini (bovini!) e rassicuranti quanto la carta vetrata di un’oscenità che sempre combatterò, fulgido e risonante a mio concepirla, quando già mi sganciai da coetanei bavosi, adoranti nel pender dalle “labbra” delle cretinette, “rafforzandosi” a vicenda allo sfoggiare, “sfogandosi”, “teorie guerriere” da “vincenti” sol patetici dinanzi a me, elevato per scelta. Non comprenderanno e insisteranno con l'”autorevolezza” coesa e “consona” alle loro “vocali” d’orgasmetti frivolucci, di festicciole, un’altra scaramuccia e altri “ciucci”, per scaccolarsi “coccolati” e cessi non disincrostati, soprattutto di merda mai sciacquata a lor(da) coscienza sporca e orrendissima quanto le presunzioni di mentalità da me vinte in totale, “onnipotente” perseguire le mie strade e non asfaltarle di “morbidezze” dell’addolcirmi al “bravo” e appunto “bava”. Che a me disgusta!
Perché nessuno viene in casa mia, (de)ride con spocchia e strafottenza da “fottitore”, per “cambiarmi”.

Sono io a cambiarli!

E a spaccargli pure la fica tanto suo “suonata” in faccia!

Leo DiCaprio è grande Gatsby? Meglio Lebowski


09 May

Sognatore eccelso in feretri da tetraggini vostre di “santità” che io svelai in modo “sacrale”, udite udite, state zitti e, ammutoliti, ammanettatevi all’immagine (intro)flessa di orrendi riflessi da polpette!


Prefazione “intonata” alla smanceria del “manico” oggi di chi, ammainato, pretese che nascessi e, invece, ne son sue veci e fece, in quanto fui e sono mentre lor son “signori” di “fare” in “affari” ancor fetali e fetidi

L’orco favolistico, nero “pittato”, con sobrietà raffinatissima “tocca” le donne a tutti i “rintocchi”

Che io me ne freghi, è “cosa” ovvia e giusta, e mai m’aggiusterò. Tutte io le gusterò, essendo la mangusta che scarta le cozze e s’inebria in stelle marine dai costumini a me lo “scostumato” per antonomasia.
Perizoma strappato per l’erogena zona.

La mia nomea si “allunga” proporzionalmente al vostro invertirvi di bugie, io lo squalo che trasformo lo squallore del Mondo in friabile e sgranocchiante sapore. Vi mangio e anche le mungo!
Abisso biscione e a Lei che le abbassa.

“Infilo” il mio binocolo fra scroccarmi le (g)nocche e un seno mio d’albicocca, a cui lo appiccico di “(s)cotto”, eh già tutta “toccata”, per via delle frustrazioni femminili con mestruazione incorporata, corporalmente m’entra in groppa. Scivolando, liscia liscia, attizza il tozzo. Che tonno!

Cavalco di gran galoppo e a un’altra lo appioppo, mentre voi, tristarelli e “pudici”, vi nascondete in moralismi fetenti, respingendo anche i feticismi di Quentin Tarantino. Attenti! Uma Thurman non è per voi, Kill Bill sono io.

Con mosse da tarantola, ah, fra cipressi autunnali che io brillo di lucentezza, aggroviglio la Donna al “vagliarla” tutta tutta più ricevuta di “ritorno”. Sì, la attornio e di toro insacco, scappando col malloppo per altre a cui “affibbiare” tutto tutto il mio… accalappiarle. Al cappio le prendo, ancor di “cavallo”. E scorrazzerò per altro lanciar il razzo!

Come me le spupazzo e me le “schiaffano”, poi ritrose mi schifano ma, intanto, ho “dato”.

Mai con le zoccole ma schiocco con i diabolici zoccoli!

Sì, domestica annacquata, repressa da un marito impotente, ingurgitati il dattero ché io, esotico, mi do appunto senz’etica all’“etichettarle”. Smarco l’uomo che mi ripugna e snocciolo altre “prugne” con mia testa dura da cocco e “durissimo” di cioccolato dest(r)o. Ah, fondente si spalma fra le palme e nessuna “impalmate”.
Sbaverete miei “imbavagliati”. Sbagliate, non è colpa vostra, causa che il bersaglio non raddrizza la freccia rossa.

La galleria va percorsa.

Lasciandole, dopo la “scia”, coi palmi di naso ma un ottimo assaggio di bocca che annusa.

Defilato, infilzo e affastello l’arbustello abbrustolito fra giornaliste di mezzobusto e un orgasmo combustibilissimo alla faccia di chi, senza fica, di bile non (s)bollisce.

Con fisico da Roberto Bolle, bollo e ballo in mezzo a ragazzine di ballerine e latine di peperone.

Son il “papero” Gastone  in ano da buco di culo, in senso nati(c)o con la camicia e anche “sbottonatino” da fortunato fra natiche del mio “fanatico” e il tosto “macrobiotico” del “bugiardino”.

Affannatevi! Questa è solo farina della mia sacca…

Ah, che birichino, quanti bei buchini per il mio bruco mentre voi brulicate alcolizzati anonimi e di colite a dar dei nomi. E il dardo non dardeggia in Lei da premere ove “arieggia”.

Non “smadonnate”, sverginatevi alla svelta e poi “rallentate” lo sc(r)oscio.

Son Falotico e non ne risparmio nessuna, offro alla cassiera lo scont(r)ato “incassare” il fiscale scontrino del mio “fisico”, sì, è dolce il caz’ come la cassata! Che cascate! Non son cazzate ma rizzate!

Cascamorti, scamorze, ecco l’Uomo che lo “rafforza”. Ed è allattato!

Spaccatevi le schiene, io nei fondoschiena affonderò con più loro muliebre “spezzarmelo” da pezzi che non sono altro. Fan le “affrante” ma spremo io le “olive” come al frantoio.

Tre che valgono la “candela”:

Valeria Cavalli

Quando la vedo, Lei non lo vede ma lo sente. Senzientissima all’insaziabile del sale…

Ancora accavalla e dammi il tuo posto al Sole.

Virginia Madsen

Sul suo seno non ci son parole da spendere ma pene da impennare!  Lo sa Danny Huston, ex suo marito che, ogni “volta”, ce l’aveva “ustionato” e dannato. Quei capezzoli son sempre d’ottima annata.

Susanna Messaggio

Prima di urlare “Fottiti!”, sai benissimo quanto mi fottesti.

Ora, vacca, sculetta. Allegria!

Pericolo di “crollo”, allarmante sono “amorevole” di fiabe quanto fava a mela di voi smielati.
Chiamatemi Ismaele smidollato, “carne e ossa” a-l-men ti son fantasma, mio da malmenare in un balenar da “bianca

Al mar, vado cantando e pilucco voi, gli allocchi senz’amore.

Idola(tr)o in quanto autentico e non ancor macchiato, macino pugni a vostre facce da “sberle”, ché più bello non belo come voi quando “abbellite” le “belle”, invero da sgraziati su grazie da “bestie”.

Prego, ne vuole un altro o posso inserirglielo di stantuffo così obbligherà° qualcheduno, ma non io, ai sociali “obblighi” per solleticarvi da “solid(al)i?”.

E affrontaste, sfrontati, il genio per “venirne”… macerati, abbattuti, eh sì, schienati, “puledri” miei tanto ostinati!

Sono stronzo più di voi, che v’adorate adornandovi di ruffiani amorucoli, da carrucole e rucola, con tanto di baruffe e occhietti buffi. Stuccate e mummificate anche una col trucco.

Il muratore è amatore!

Sono irriverente in quanto avventato e parsimonioso di sputi se sputtanarmi tu vuoi “amputarmi” in viso.

Sei un invidioso!

Tu e la tua puttana, in brodo di “giuggiole”, di coccole vi “acconciate” ma è soltanto sconcezza ad affronto del mio “frontale” non sciogliermi in tal patetiche ebbrezze. Di patate son bronzeo, talvolta mi sbronzo dopo lo “spruzzo”.

Sarò ebete o beota, perlopiù non abito fra chi è abitudinario ma arbitro delle mie dispute.

Cos’è normalità in tal Mondo di vanità?

Come ti ricordo quando eri “timido”, quasi soffrivi d’atimia ed era un bene non attrarti, tu polo “negativo” ma combattivo al magnete dei lati “positivi” da bicchierino mezzo pieno, anche penoso di “vuoto” pneumatico all’atomo del tuo invero inguaribile ematoma senza sincera empatia.

Dammi “retto”, ficcati Emma e “immettilo”.

Ti sarò (James) franco. Fai schifo. “Crescendo”, come tutti gli altri sei diventato. Millantatore e “rubacuori” con tanto di foto “segnaletiche” del “tuo” sdraiato in “lei” sull’attico.

Ce l’ha abbronzata o pallidamente profumata? Si stende o lo “rassoda” con l’aranciata?

Permettimi “fratello” di diseredarti nel sedere e di congedarti con un plateale assaltarti.

No, non ti salto addosso come la cretina che “cremi”, ma morbido entro pian piano, visto che m’avvistasti per disturbo della “quiete”. Sono raggiante come l’UVA, volpone aviatore per avvitarle.

Al largo, le allago! Allargale! Annegamento e godimenti! Affogare nelle foghe!

Oh, stupratore delle mie volontà, in tutta onestà (mia e non tua), pigliatelo là e buono sta.

Altrimenti più “buona” lei ne vedrà.

Con me, senza dubbio, nel “buio” verrà…!


Consulto psichiatrico

Mi reco di nuovo dallo strizzacervelli, uno nuovo che sa come “ammosciartelo”.
La sua diagnosi sbrigativa, dopo aver parlato che “Sta arrivando la stagione dei bikini e quanto strabuzzerà”, è stata questa, non tanto “estatica”:

accenni da socialfobico derivati da depressione bipolare con momenti di atimico tendenti al serenonegli attimi per cui, su percosse sono Filippo Timi e, dalla raucedine delle sigarette ne(r)vose su caffè amarognolo d’attorialità istrionica da pagliaccio, variabile mi accendo nei tuoni alla Al Pacino più sopra le righe, arrabbiato e poi al monologo dell’applauso da solo senza Sole e senza “rinsaldarlo” alla soldatessa delle “manovre”.

Ce la vogliamo dire?

La psichiatra non sarà mai me stesso.

Ho detto tutto.

Anzi no.

Indovinello: avete Naomi Watts e Nicole Kidman ma ne potete scegliere una terza.
Su chi ricade l’uccellino?

Su nessuna, perché è stato un sogno.

Al risveglio, un panorama “color” foglie morte…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il grande Gatsby 3D (2013)
    Io ho letto tutto Fitzgerald, compreso “Tenera è la notte”.

    Questo film, viene annunciato così: “Io so chi è Lei signor ‘sti cazzi”.

    Come prego?

    No, non ho detto Gatsby, non devi scassar’ la minchia biondino.

    Beccati ‘sta Mulligan e non entrar in guerra col Maguire.

    Se no, so’ guai.

  2. Ender’s Game (2013)
    Han Solo di rughe stellari e testa fra le nuvole della Star che fu.
  3. Captain Phillips (2013)
    Ho sempre preferito i bastoncini del Capitan Findus.

    E il mio “bastone”. “Marinò” ma è ciambella alle “marinare”.

    Questo Tom Hanks contro i pirati somali è credibile come la triglia di non far a poltiglie proprio nessuno.

    Annegatelo!

“The Butler”, il Trailer


08 May

Me ne fotto! Di voi “lavoratori” senz’Arte ma solo di “parte”


08 May

Notevole sito che adduco “adunco” all’ardita maestria di chi l’ha creato, indubbia mente maestra di “creativa” vulcanicità.

Non mi riferisco al mio ma a quello di chi offre le referenze del suo esser cesso.

 

Esiston, giusto a nota e piè di pagina, personaggi nati eletti, come Siddharta l’emblema d’ogni carità saggia contro chi, crudele, ardì ad ardere con unta vacuità, sortendo l’effetto contrario alle loro “contrarietà”. Assaggiarono assai Male d’impressioni “a pelle”.

 

Ah, cervellini contratti per contattare…

 

Ne vidi. Genitori figli di già padri castigatori, “affil(i)ati” alla più becera mentalità retrograda, influenzata, chissà, dal fascismo che imperò e minò, montati anche d’incoscienza indotta in comportamenti assunti poi a “modello”, esigere che i figli a tal “divenir” osceno s’adattassero al porcile di frivolezza sguaiata, menzognera del vero ma maschera per ottenere (suc)cesso.

 

Ah, ne conobbi, semianalfabeti tronfi con prosopopea di lingua biforcutella, fra stoviglie, lavelli e pretendere “lavand(ai)e”, in un campionario, mai da campioni è ovvio, del pavoneggiarsi per t(r)oni assai indelicati di troiette e porchetta, con fior all’occhiello delle “scherme”-sceme nei tenzoni da cenoni di forchette e forconi. Che “orchi” sporcaccioni!

 

Ma il vecchio, dinanzi al ribelle “cazzo suo”, bruciò di rabbia su tutti i furiosi coglioncelli suoi e inveì smargiasso, fiero-fiera tutto contento/a che la sua “educazione” fosse lo specchio del solo castrarsi da ignorante a “man bassa”.

 

E aizzò, azzannando sparlò, pensando di divorare e a suo mostro adeguare.

 

Il Principe, in tutto Cuore, poco accorato a tali “coretti” di “gran” voce, optò per scelte a libertà “irritante”, aleggiò da alito e aitante è eterno ora che verità rivelata fu, ché assediata ancor di pregiudizi e sospetti sarà l’idiozia mentre Lui sempre più sa(le).

 

Oggi io son scrittore mentre le merdacce in vitarelle si smerdarono.

“Ender’s Game”, Trailer


08 May

The Dark Knight-s


07 May

Non so, nel cammin di mezza, o gigantesca, oltre mia vita altisonante, in un sito (chissà quale, di certo non mio) “cinefilo” incespicai, ops, volevo dire caddi in “trance“, allucinata in tanto mio viaggiare fra damerini viziati, logorroici malati di mente mascherati dietro paraventi di “cultura” liceale, e indottrinati da genitori anti liberali a solipsismo d’educazioni tanto “mansuete” da costringerli, indur(iri)li verso costipanti scelte restrittive della propria libertà dell’anima, diritto supremo e inalienabile a me l’intoccabile. Genio innato, spauracchio dei piccolo borghesi che non concedono opzioni diverse dalla piattezza della comune massa omologata e, con dubbio sadismo, tacciaron di follia e altre amene bassezze, partorite sulle illazioni d’una pura fantasia “divertita”, i predestinati, com’è avvenuto in gloria il trionfo sprigionato d’antiche forze irrefrenabili e furenti, scevri siamo da regolette caudine, da insensibili troine e da questo tedioso, gretto conformismo, ahimè, oramai avviato al degrado morale più abietto e incoercibile.

Non so chi gestisca tal sito, ma mi complimento con la sua “elevatezza” e la sua “indiscutibile” moralità, consigliandogli di visitare ibs.it e prender nota dell’Uomo della Notte, vero Cavaliere Oscuro rising di springsteeniana forza romantica, ancestrale, medioevale, lirico, maudit e poeta per eccellenza. Prossimamente ancor avventuriero d’altri romanzi illuminanti e opere immortali a benedire la nostra minuscola umanità degli sparvieri tanto tanto “carini”.

Colui che assurse a profeta inascoltato e  boicottato ma il Mal dei vili inquisitori si ritorse contro di specchio crudelissimamente “sfacciato” a schianto e urlo, giammai taciuto, di proprio tanto anelare che il Maestro all’Inferno bruciasse.

Invece, con lesta mossa da palmo lor di naso (ah sì, i bugiardi di gambe corte e ingegno strategico dai complotti sottilmente vendicati con “flebile” dolore ed eterna condanna…), sbiancarono e, in preda al panico della loro onta, fuggitivi corsero annichiliti.

Mi congedo, ancora congratulandomi con quest’invisibile “fottuto genio” di dare un’occhiata a “Batman”, voce tenebrosa che mangia i mostri in un sol boccone, aleggia sereno e vola su lidi maestosi in grembo alla grandezza totale.

Requiescat: Indagine sulle morti di Čajkovskij


07 May

Pëtr Il’ič Čajkovskij, figura emblematica della Musica, genio e compositore indimenticabile.

Ottavio Plini e Alberto Luchetti hanno pensato d’indagare sulla sua misteriosa morte, girando questo corto straordinario, che ospito qui nel mio sito e di cui sono anche la voce inquisitrice.

Centoventi anni fa, la notte del 6 novembre 1893, Piotr Ilic Čaikovskij moriva a San Pietroburgo, nell’appartamento del fratello. Le cause della morte sono a tutt’oggi misteriose, con almeno tre ipotesi molto diverse fra loro. Cosa accadrebbe se fossero chiamati tre testimoni vicini al compositore negli ultimi giorni a raccontare ciascuno una di queste versioni? E chi, se non Čaikovskij stesso, potrebbe avere l’ultima parola sulla questione? Le note della sua sesta sinfonia, conclusa poche settimane prima, ci saranno compagne in questo viaggio, dischiudendoci le estreme verità di questo grande uomo.

Regia di Ottavio Plini e Alberto Luchetti da un soggetto di Ottavio Plini. Fotografia di Alberto Luchetti e Marco del Rosso. Aiuti operatori Tommaso de Brabant e Andrea Prandini. Interpreti: Giacomo Beria, Valerio Vannini, Attilio Costantino, Monica Maria Seksich, Stefano Falotico.

 

Recensione di Stefano Falotico

 

Ipnotico, “breve” capolavoro che racchiude, in lirismo d’immagini fuori d’ogni epoca, l’assoluta anima di un genio “vergato” nei patibolari ultimi suoi giorni prima dell’addio definitivo ma immortale per l’umanità. Magnetiche presenze s’intersecano a gravitar di congiura e testimonianze discordanti, diluite in plumbei nitori fra inquadrature accorate, soffuse, “al liquore”, avvinghiate all’enigma per sempre misterioso, aura di fascino “arsenico”, dolce-amara visione del Tempo scandito nelle lucenti, incantevoli note della sua impareggiabile colonna sonora colore Bellezza.
Spettralmente, appare dalle nebbie L’Inquisitore, figura “mascherata” flamboyant, voce gotica che s’incarna (in)visibile dalla penombra, si sviscera dalle e dentro le tenebre profonde di quest’indagine maestosa. Quindi, sfilano i suoi amici, i suoi conoscenti, i suoi “assassini”. Il rimpianto dell’amore e di una vita sacrificata per un bene altissimo, estremo. Poi, il Cielo lievissimo s’increspa nella Notte.

Complimenti a tutti gli interpreti, con particolare menzione per il protagonista, nel cui “vegliardo” volto brilla la saggezza vivida di un grande Uomo, per Valerio Vannini, perfetto, stupendo sentire ad aderenza del dolore così elegantemente espresso, e a Ottavio, “fantasma” inquietante da “lugubre” cerimoniere.

Genius-Pop

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