Archive for 2013

Il Boss Springsteen conosce l’Estate


04 Jun

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La dovete finire di raccontare stronzate, il Boss sa che d’Estate ne andate matti.

Quindi, buoni e bone.

Al Pacino e i suoi “No” ad “Apocalypse Now”, “Die Hard”, “Star Wars”


04 Jun

He may be 73 now, and all his best-loved film performances are from the last century, but there’s no denying Al Pacino’s drawing power. He packed out the London Palladium last night for An Evening With Pacino – a curious one-off event in which he was interviewed by Emma Freud as clips from his best-known movies were shown, and genially answered questions from an adoring audience.

Most people left the theatre buzzing, seemingly happy they’d got their money’s worth. Not a negligible achievement, given that tickets ranged from £60 to £250. But for this event, which felt like a fan convention at times, Pacino was halfway home merely by having shown up.

In baggy all-black clothes, he ambled onstage and ran both hands through his hair all night as he talked. Emma Freud lobbed easy questions for Pacino to hit out of the park, and set the tone with her first comment: “Would it be all right if I said I wanted to lick your face?” Friendly grilling, then, rather than Freudian analysis.

Still, Pacino had interesting anecdotes. He’d enjoyed making Scarface (clearly the favourite film of many in the crowd), but found the Godfather trilogy “a long, awful, tiring story.” The studio was apparently poised to dump him from the first one, his first major film, in which he played Michael Corleone, because he seemed to be contributing little. Then director Francis Ford Coppola shuffled the shooting schedule, moving forward a scene in which Michael shoots rival mobsters in a restaurant. The studio suits saw the rushes and concluded Pacino was OK.

There were some decent revelations when he disclosed film roles he had turned down: Richard Gere’s in Pretty Woman (now that would have made it a different movie); Lenny (the role of Lenny Bruce went to Dustin Hoffman); Harrison Ford’s in Star Wars (“it was mine for the taking but I didn’t understand the script,” he quipped); and both Marlon Brando’s and Martin Sheen’s parts in Apocalypse Now.

The clips were exemplary: The Godfather and Scarface, of course, but also the great Dog Day Afternoon and his deliciously over-the-top crescendo of a monologue in Any Given Sunday, with Pacino as a football coach. We also saw a snatch of Scent of a Woman – far from his best movie, but the one that finally won him an Oscar for playing a blind, retired military officer. Asked by an audience member to say his character’s recurring phrase, Pacino obliged: “Whoo-yah.” The crowd went wild.

 

Still, they stayed politely attentive even when Pacino turned precious, discussing the theory of his craft and talking about an actor’s “instrument.” This was a crowd-pleasing evening, yet there was a cerebral edge to it: Pacino aired his grievances about why Americans find Shakespeare hard to get their heads around; he introduced a clip from his latest film, the art-house Wilde Salome, in which he stars with Jessica Chastain; and he concluded the night by reading an ee cummings poem and reciting part of Oscar Wilde’s The Ballad of Reading Gaol.

A few celebrities were sprinkled throughout the crowd: Paul O’Grady; singer Beverly Knight and Linda Henry from EastEnders, both looking smart – and, incongruously, ex-Spurs legend Ossie Ardiles. Also, inevitably, a gaggle of not-quite-recognisable D-listers, there primarily to flaunt themselves before photographers. For someone of Pacino’s stature, the list of invited guests should have been more impressive.

Still, an agreeable if eccentric evening. The thought occurred afterwards that Pacino’s performance was a subtle sleight of hand – giving the impression of sharing long-withheld secrets without revealing anything inadvertently. You can call him Al, but you don’t really know him at all.

Facebook non “Ci piace”


04 Jun

Introduzione vera come pretendo quando lo tendo!


La mia guerra, non freno il morso ché mai demorderò contro una borghesia “altolocata” sol nei loculi senza più solarità, da me inculata

Da anni, odio con irriguardosa malevolenza, tutta questa schiera indaffarata e “severa” d’umanoidi arresisi ai più anodini e ricattatori “buoni” costumi. Transumanza d’un gregge impecorito, issante sventolati “pettorali” da “forti” guerriglieri con sacche scrotali formato atomiche “bombe(tte)”. Flatulenze e trombanti. Granate macellanti, oh sì, sgranan gli “occhiolini”, illanguidendoli dinanzi a una fighettina “bellina belante” ch’asservisca il lor “divino culo sfiancante e ficcandolo”, prostrati alla “crostata” ogni Notte per appunto insaccare altre anali “scimitarre”, eredi della scimmia mai domata del lor tanto inveito istinto bradi(pi)ssimo. Congetture a stremar chi non s’adatta a tal “allattati”, professan la casta per (in)castrar quelli che han (non ano) l’intrepidezza di non attenuarsi a queste “fredde tiepidezze”. Pavoneggiano, saccheggiano nel “d-i-ritto” elevato in “gloria” d’orali retoriche. Ossessionati dal lavoro, che inver ripudiano ma mantengono, per celebrarsi nel celar il vero animale che (non) possa insospettire “simili” impettiti. Che (i)denti(ci). Inappuntabili, quanti appuntamenti con le Escort per poi “scoreggiarci”. Che “coraggiosi”. Presentan cere “intonse” della tosta aderenza a quel che “adorano” come “aurea” nomea delle arie (fritte) e dell’aure a cui, intonati (di stonar gracchianti, i “presenti-de-menti d’arte, eh arredano ammantati questi lampadari-allampanati”), ne son intonaco per un “pulito” affresco che non sveli le macchioline di sangue delle loro sveltine, assai caudine e carnali, che invece il mio Sguardo indagatorio scova nel tanto porcile di “scopare”.

Attribuiscono, nel secondo decennio di questo nuovo Millennio, ancora “valore” ad ameni, a mano armata, pezzi di carta (lauree, specializzazioni, sì, altri “alti” gradi militari da “not-a-i”, da sceriffi di Nottingham), a giudizio plebiscitario del prossimo, appunto “valutato” second(in)o metriche di tal vetustissimi, nazi-fascisti “suffragi universali”. Non mi asseconderò, verecondo sarò fecondità!
Quindi, invalidato se di stesso “cazzo” non “vaglia”. Imbavagliano!

Come se quest’“igienica garanzia” della scaletta “gerarchica” li  rassicurasse. Eh sì, un’assicurazione da “parati”.
Addobbati per ingobbire e maltrattare coloro che, per scelte, circostanze, rinunzie, superamento di tal aberrazione da catalogo della “biancheria intima”, non s’attiene, mai ne sarà “atterrato”, a questa base di “cacciatorpedinieri”, già, scacciano, demonizzano, a esorcismo demoralizzante che “tranquillizza” la lor coscienza “(e)retta”. Diciamocela, puzzolente.
Asservita a vecchissime regole “sociali” che a me paiono soltanto poco di solidarietà. Classismo lo definisco, e con questa gente mai la finirò. Li sbatterò nelle lor da morti “casse”.

Saranno, sì, sfiniti, annientati, massacrati, spiati, “videocamerizzati” dall’esterno per addentrarmi all’interno delle co-deste “interiora” camerette mai sazie in cui sudano come bestie.
Guardati a vista, di mio “vispo” esser vespa (p)ungentissima, scorticati, urto a loro “urla”, sorvegliati e sgridati, rastrellati e, strillando, rispetteranno. E, se non obbediranno, “pettinati” saranno, di pari “gel” spermicida, di molto “calienti”.

Ne ho visti e li combatterò a costo di venir deriso, picchiato, vilipeso, linciato e ferito fin all’ultima goccia della lotta. Oh, borbottano, da me solo in testa botte!

Frivolezza, sono la peggior incarnazione speculare delle vostre assurde, assordanti speculazioni, sono la “copulazione” action esplosiva alle vostre infide “fornicazioni” fragranti, sono il “mostro” che, lentamente, t’ucciderà. In flagrante, ecco la deflagrazione, mio fraudolento!

Prenditi Freud e fottitelo, maniaco sessuale.

Poveri stronzi.

Paragrafo 2 della punta stilografica nelle facce “comunitarie” del network “sociale”

Seppur iscritto e “dotato” di pseudo-amici, tutti dei leccaculo quando hanno bisogno di un paio di pinze per far “pinzimonio” con le loro cervella annacquate, eh sì, sono un meccanico Fonzie “salva-baracca” pur con viso da sberla, insomma un menefreghista “spingente” meglio di te che lo prendi senza saper, fra l’altro, da che parte “pendon” le labbra delle tue “dipendenti”… sulle rotelle, sostengo a iosa che tale “mezzo” è un abuso spazientente e incita alla (non) violenza.  Spazzatura di merde! Affusolando imbecilli nel “Mi piace” collettivo ruffiano, solo de­leterio e improduttivo.

Post di sfottò, di “ohibò”, di tristi da popò, frasi e citazioni da Totò, di Oscar Wilde tirato “in mezzo” ma non c’entra, di pederasti con manie “missionarie” da redenti dell’ultima ora nelle ventiquattrore che nascondon profilattici iellati e “bucati” di siringhe a lor “gemellate”, di professori esibizionisti a “linkare” l’ultimo “capolavoro” che hanno evacuato-vomitando “intelletto”, dal titolo propedeutico, “Salinger nelle saline della saliva su un’eremita da Re Mida”… sinossi: la storia di un insegnante che vuole scoparsi le sue studentesse ma rimane sdentato con sogni esterofili in quanto al “suo” non filantrope.

E questo sarebbe poco. Si spalleggiano, si lamentano perché qualcuno assecondi lo “schizzo” del non esser venuti nell’altra “chattata” figuzza in quanto merluzzo. Truzzi, citrulli, cetrioli, Rocco Siffredi che “scalda” una Lucarelli con glassa ardita da glande nel bon ton del prime time, bollino verde quando su Twitter non c’è censura, troie a (dis)misura… per il maschio “figo”… a me sembra un cesso, la mia opinione è sacrosanta, si benedica e non “impenni”, l’esorcizzo io nello strizzarglielo-“bloccandolo”, eliminatorie, competizioni, rivalse, falsi invalidi, depressi che osannano sitarelli di fondoschiena da “sciatori”, un trattore a mo’ di Mercedes, Parigi fotografata da un “mouse” spento, occhi semaforici, forum, di-battiti di applauso e una senza battiscopa a Battipaglia.

S’accaniscono contro Renzi ma io li vedrei barboni in Piazza Re Enzo, Lorenza, insomma la demenza.

Una mi provoca. L’avverto. Non mi crede.

Tre ore dopo…
Si trova al traumatologico pur non essendomi spostato dal PC.

Questo il Mondo che avete voluto, per cui avete “combattuto”.

Da me solo calci in quel posto. Ed è il minimo se non volete passare tutta la vita al cimitero.

Sono un reazionario? No, uno che spara.

Una cretina, già fottuta dalla nascita, poi “evolse” in qualche succhiare, mi ricorda che nel 1946 nacque la “democrazia” e i Savoia furon “dimessi”.

Glielo metto da boia e poi strangolo il fidanzato del suo “Savoiardo”. Savonarola? No, sangue alla pummarola.

Eh sì. Come volevasi dimostrare.

Che volete fare? Bruciarmi la casa? Non potete!

Il fuoco sono io.

Sì, m’incaponisco contro gli Al Capone e, dato che son cape toste, finiranno “tostati”.

Non prendermi sul serio, non sei la serietà?

Dunque, nel sedere!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Francesco (1989)
  2. Rispetti la scelta assurda.
  3. Quando meno te lo aspetti (2004)
    Caccio un peto.
  4. All’ultimo pugno (2013)
    Una bella scazzottata ante litteram. Vai vai!
  5. Malavita (2013)
    The Family? Domani, il trailer. Puttanazzoni, non perdetelo!

“The Crossing Guard” by Sean Penn from “Springsteen’s Missing”


02 Jun

Mickey Rourke, freak stroll


02 Jun

 

Una “coppia” da far impallidire le plastiche facciali. Eh sì, sfacciata.

 

Queste scarpette rosse meritano un accompagnatore sui tacchi androgini.

Un De Niro da “manuale”, da manovale


02 Jun

Ricordiamo per non dimenticare tal orrore.

 Qui, evinciamo lo sguardo corrotto del grande attore nella controfigura peggiore.

 Un De Niro che arriccia il naso, in mezzo a residui di spazzatura.

 Stringi la mano al Carlo più patetico con i coppoloni come sfondo, e la carriera è da scappellarsi in zona verdognola.

 

Hugh Jackman non è solo Wolverine, “Prisoners”, Official Trailer


02 Jun

“Superman”, new Tv spot


02 Jun

Amplesso al dente di Vlad Dracula


01 Jun

E non urlare “Dio mio!”, v’ho litigato in tempi atei dal sospetto “templare”


L’umanità si divide in due categorie: chi è un wild at heart e chi è in salotto coi divani in pelle di Sailor, viscidamente mormorante “lingue” serpentesche nel “giubbotto” dell’amante “delirata”Sì, più che lynchiano, quella specie d’amore è un “leitmotiv” del lento morire su fatina di caffè d’orzo, insomma degli orsi che scopano fra un tè e lo zucchero che balla vicino al tinello, mescendo la “salsa”Di mio, ho sempre preferito una musica più attizzante, anche quando me lo “strizzo” e in Lei non si rizza.Ecco, ho una mia teoria in merito. Oh, non sarà emerita ma è del “merlo”. Regola basica, primaria-primina: sfoderare l’arnese del “work in progress” e lavorarci duro, con dedizione meticolosa al fine che il martello pneumatico sia “operaio”, sperando che non si eviri da sé nel troppo trastullarlo. “Spruzzarci” sopra del basilico per condire la patata infornata di “microonde” l(i)evitanti a tutta birra.
Oh, non sarete benedetti nelle basiliche, ma vi piglierete per il culo da solitario simil omuncolo col basco.
Attenti, però.
Potrebbe ferirsi in maniera incancellabile. Rafe mediamo? No, asportazione intera. Previo chirurgia appunto ove non più tira ma fa la sua “porca fig(ur)a”. Poi, potreste concorrere al premio della miglior immedesimazione “sentita” e “monstre”.
A parte gli scherzi e gli “schizz(at)i”, veniamo… al “sodo”.
Di mio, sì cazzeggio “parzialmente scremato”, poi apro il frigo e mi riscaldo con del latte sciolto in capsule ermetiche. L’onanismo al singhiozzo provoca ematomi di bassa autostima, prima lo sfogo e quindi della dolce bevanda munta da vacche che ve lo ammaccheranno d’altra suzione al fegato in liposuzione senza pastorizia.

Le liquirizie sono la panacea al dipender’ dal pene, masticarle in bocca e lasciar che la papilla gustativa freni le palle non slinguazzate. Sì, se non gusti, meglio le caramelle balsamiche.

Come dice il detto: se di sesso sei (a)nemico, almeno non rendertelo amen(o).
 
Se non sai ridere delle tragedie umane, sei un umanista filantropo, quindi sarai presto (ar)reso disumano dai maiali col filetto, la chiamano “finezza”
In un Mondo immorale, professo la disciplina sacrale con le olive Saclà, in quanto “appestato” non solo dalle genovane ma anche slabbrato dai lebbrosi dei testimoni di Geova, meglio i giovani gioviali alle giulive! Più che lunatico, sebbene volitivo, sono aggredito dai violenti che, con “voluttà”, “violano” quelle rosa altrui nel mio rossore “marziano”. Sì, Red Planet del capolinea “spaziale”
Oggi pomeriggio, ero “macchinizzato” vicino a un bar di professione “moscone”.
Al che, adocchio un terzetto pessimo, composto da due marmittoni con la ventiquattrore e una sorca di dottoressa ad “annuirla” per amplessi del triangolo oscuro e “attentato” poco virtuoso in passamontagna alla passerina non tanto solitaria.

Rincaso, rattristato, e metto in moto la fantasia. Peraltro, torturata.

Ripesco il Gary Oldman draculiano e stringo i denti nel Tempo che va in malor’. Per rallegrare gli umori, mi ricordo di quando m’innamorai di una più bella di Mina ma non fui adamantino a corteggiarla e ricevetti la mia sacca “a pelo” come un lupo spelacchiato di scroto e scrofa, dietro suo borsello dello schiaffo sincero d’un rabbioso grido giudeo e al tradimento.

Rinnegato, come Lorenzo, inseguo ancora la chimera e l’utopia della ri(congiunzione), a carnal mio sconsacrato nel profanarmi d’atti impuri, dunque dai benpen(s)anti sputato a mo’ di lama.

Favello, non “trivello”, vacillo e non ho né un bacio né bacini ma un pelvico mio Elvis selvaggio senza Cuore lynchiano, in quanto linciato. Come un coniglio d’Inland Empire, accendo la Tv e mi sintonizzo sulle antenne del chi ha orecchie per intendere, intenda. Eppur la “tensione” cristiana del “varietà” me l’ammoscia e il mio cavo esplode d’elettricità (contro)corrente rispetto alla mia “mano” che bestemmia nel toccarmi. Deflagro, frano, pian piano si raffredda, “tiro” il freno e l’inibizione altrui va a puttane. Ma balla(no). Aperte sempre le danze, a culo ci dan di panza.
In mutande, medito. I panni sporchi della gente perbene sanno la macchie loro.
Di mio, al massimo quelle di sug(her)o. Sudo però, ce la metto ma me lo mettono di gettito senza neanche il (contrac)cambio dei gettoni. Lordi, adoratemi!

Rimango un romantico, dunque solo come un canin’. Eh sì, il dentista lo attaccherà al “sanguigno”, trapanandomi da maratoneta.

Il Monnezza ne aveva ben donde a smadonnare, qui son rimaste poche Madonne e molte Maddalene stan, scalze, incalzando, per lo scazzo.

La donna odierna è “diurna”, Dracula è assetato ma riceverà solo “setosi” calci nelle palle dai carabinieri opulenti, in quanto lo rinverranno cadaverico nel plenilunio e sverginato anche dai barboni di flatulenza. Da vampiro a licantropo per fuggire ai tropici. Ma incontrerà una troia accoppiata con le trote incontaminate. Al piranha.

Finirà Barbie isolato e non avrà i soldi per la lametta da barba di campagna. Peraltro, se il gentil sesso graffia, le tue unghie non s’allupano ma l’allunaggio ci sta.

E, fra i crateri, il tuo “carattere” sarà vampirismo dello spazio intergalattico senza “latte” ma con ancora il collare, il tartaro alle gengive, l’interdentale e pose da giullar’ in mezzo al buio total’.

Eh sì, total recall. Le memorie di tutta una (s)figa.

Sono giù? No, meglio di così si muore. Il fallo, infatti, è fuor di dubbio?
Fuori e basta.

A parte il “tutto” che non va, sono il romanticismo più maledetto.

Già, il Peccatuccio.

Ora, ebetucci, buona Notte e tu salutami la sorella. Non mi sembra suora ma, di suture, è oggi in clausura in quanto ex suina.

L’ho detta?

Sì, dammela.

La cosa? No, la mia stranezza da Carpenter.

Qui ci sta, forza, la risatina sardonica del volponissimo Dracul(ato))ne di Coppola.

Oh, secondo me il film è quello: Vlad torna dalla guerra, trova Mina accasciata, in quanto suicidatasi dopo una falsa missiva di un impostore che le scrive, ingannandola: “Il Principe azzurro della Russia notturna non potrà più entrare nella tua galleria come un missile russo sbiancante-insanguinato”.

Al che Vlad, distrutto dal dolore, rinnega la Chiesa, si autoscomunica e comunicherà solo coi lupi della Transilvania.

Scopre che Mina s’è reincarnata a Londra.
Contatta dunque il notaio Keanu Reeves per attuare le pratiche di divorzio.

La prima volta fu atroce, meglio non sposarsi più.

Keanu arriva al suo castello, Vlad viene deriso nella sua “fede” da quest’agente matrimoniale da Marta Flavi, lo sfida, accennando a una latente omosessualità repressa da bello e dannato, ma l’abbandona, lasciandolo scopare in tranquillità con Monica Bellucci e altre due puttanone. Dopo verrà Cassel Vincent e Monica perderà i sani appetiti del fondoschiena con l’aplomb britannico.

Vlad non vorrebbe ma può. Purtroppo, è ancora perdutamente innamorato della Donna che l’ha rovinato, riducendo il suo Cuore all’Inferno. Lo edulcorò, diciamo.

Traversa mari e monti, intanto si fotte l’amica “in camuffa” da werewolf.
Oh, si dice: “Non si sa mai, intanto la biondina spinge, patii anni immemorabili da “incancrenito”, alleniamolo per il colpo gobbo. Bisogna lubrificarlo di rodaggio dopo tanta gatta… buia”.

Incontra Mina al Cinematografosottovoce alla Marzullo per dar nell’occhio con un cappellaccio da Zucchero Fornaciari e mosse da garrese.
Fra il dire e il fare c’è di mezzo il… “Male”.
Cazzo.
La bona Winona riesci ad aver di nuovo, salvo il dottorino della mutua che lo tromba.

Prima di esalare e salire al Cielo, urla “Dovete morire ammazzati!”.

Dio lo perdona perché è stata solo un’incazzatura durata millenni.

In Paradiso, gioca a briscola con altre “biscie”.

Cristo scopre la clandestina bisca e li spedisce nelle foibe.

In cui Vlad, scoprirà Berlusconi a lavorare in miniera.

Entrambi, si consoleranno coi loro reperti archeologici. Cantando a “squarciagola”.

Firmato il Genius
(Stefano falotico)

  1. Dracula (1979)
  2. Dracula di Bram Stoker (1992)
  3. Rocky II (1979)
    Alla fine, lo ha massacrato. E deve stare solo zitto.

Un dettaglio può uccidere una poesia, Enrico Ruggeri


30 May

Anche una vita falotica

Ragazzi, la vita è molto strana. E il futuro è un’ipotesi.

Quanti alibi, quanti albini, e quanto “albume”. Eh sì, limonando poi si secca la lingua e non hai più fame.
E sperando tutto (non) s’avvera. Devi indurirti! E la tenerezza? Solo la carta igienica Tenderly.

Così, “fanciulleggiando”, qui cascato in un Mondo colorato oggi e domani opaco, mai dire maiJames Bond?
No, una gemma quale sono io, se mi va “tont” Buzzanca con la cassapanca in panchina senza pall’ e poi giocond’, in questo crocevia di caravanserragli, di gente asserragliata, di saracinesche e meglio la cinesina…, basta non aver la panz’. Vedrai che te la cucina in dolce e non agro di amaretto. Sol “levante”.

Per voi, amici miei, faccio il Togn(azz)Circo e trapezista pendo dalle emozioni, le osservo, le abbranco e le donne sfianco. Mi tengon duro, ma non si “rafforza” d’unione… elefantiaco son Dumbo e “spara” alla Doome.
Delirando con Dune di Lynch. Altro che donnaiolo!
Enrico è come il quinto di Shakespeare e, disarcionato, cadrà di mistero. Sospira, dai, Donna, scusami se non son stato delicato, ma angelicata non essere… solo ombelicale.
Ripensaci, quante pene… e voglie di doglianza. Condoglianze, evviva la nostra danza, sognatori fra gli inetti e tante rifatte tette, sparlatori! Non spalleggiatemi! Tutto tutto è già una palla, se ne resta una ancora, ancora ché io da quella sera non ho fatto più l’amore col mio autoerotico Woody Allen…, altre masturbazioni. Fossero solo mentali non mi “accecherei”, ma il cenacolo fu “tagliato” da un furbastro Giuda. Ma ascese da “ladro”, eh sì, come un lardoso ancor “amoroso”. “Chiavato” da San Pietro versione Tinto Brass.
Spezza il grissino e versati del vino, mia signora, rassoda la mia crucis e non darti all’uncinetto. Meglio il Capitano cinico al Peter Pan.
Incrocia le dita nel panier’, la ciambella è col buco ma mangio solo un Bucaneve.
Altro che filibustiere, farabutti! Le vostre pute amputate e io cammino non tanto amante. Sbilenco-inculato e fra i viandanti andati.

Starling, agente mio, castigami in prigione fra questi cannibali, fammi fumare una canna e fammi accarezzar il mio canino. Fammi fare quello che vuoi. Là fuori, solo Buffalo Bill. Donna, mi scuoi. Il cuoio capelluto!

Questa vita è un continuo dare e non te la dà. Si lavora ma il livore ti dissangua. Ti vampirizzano ed è scisma dell’ascesso gengivale.

Salivando non va “salendo”, non “entrato”, è integrato socialmente. Una contraddizione in termin(an… al)i vivi.

Battisti Lucio? No, prima ero Lucignolo e adesso le lucciole van con Pinocchio con altri balocchi in bocca e i boccoli a sfottere la mia Botticelli.

La botte piena e la moglie ubriaca con un impiegato.

Insomma, tirati la cravatta ché io mi “(di)rado”.

Mi ramifico senza figa e la diramazione è alopecia o complanare di quel che non “impianto?”.

Eh già. Il bulbo pilifero non è un lupo.

Più che solitario, sono Solaris.

Firmato il Genius

  1. 2001. Odissea nello spazio (1968)
  2. Il mercante di Venezia (2004)
  3. Il silenzio degli innocenti (1991)

 

Genius-Pop

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