Archive for 2013

Meglio la Gioconda, il giochetto o Vahina Giocante? Grande!


04 Aug

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Musée du Louvre? Meglio a muso duro del ludro senza la Gioconda: quattro film ove il dipinto si vendica di “pennello”

In questa società di buonisti falsi e fascisti, c’è bisogno di rispolverare le armi con del sano Cinema di vendetta: V per Vendetta? No, tre, come la Trinità?
Facciamoli in quattro quei quattr’occhi. L’ultimo si chiama Tong Po, è più stronzo, ma la mia giravolta non è solo vendetta ma Van Damme, da cui il detto “Vattelo a pigliar’ inter… cul’, ecco lo scalpo di calci”.

Vendetta fatale che prima o poi, dopo tanto “suonato” ma riscoccato, paura tremar fa.
Rannicchiati, inviperiti, temono oh sì il “signorino” che a tal signoria sarà principesco.
Come nelle storie dei film indimenticabili, alcuni sottovalutati ché mai dar del “nano” a uno più avanti, ingigantito potrebbe lì punirti anche da folli onanismi tuoi mentali.
Oh mio demente, guarda un po’ che scoppi sorprendenti. Volesti sorprendermi alle (s)palle, come dico io, accoppiare a questa visione lercia e immonda del Mondo.
Invece, son cagnone ché incagnisti sol per accanirlo. Che manipolazione. E la mandibola, di stessa carne lacerata, fremerà per dissanguarti in macelleria.
Oh, uccelin dove pensi di vol(t)are?

4 film che fanno al “caso” nostro. Ove cascò l’asino che volle combinar un casino alla vita altrui, invece accoppato verrà assai presto “sculacciato”.
Eufemismo per dir che, “ardendo”, a testa in giù penzolerà sgolato. Forse, decollandolo o in bocca ingoiato?

Ahi ahia, che brutta storia, che “scottatura”. Di catture fosti, mio impostore, rapitore d’ostaggi da tener “buoni”, ma guarda che boia!

Sbudellato come un bue, qual sei, e spennato da quaglia, mio canterin malandrino e maialone “in tiro”.

Non c’era il complotto? Invece sì. Architettato dal “bell’uomo” Huston Danny, faccia da schiaffi, appunto.
Punito come si deve. Persecuzione, inseguimento, le bugie t’inseguono e non mi “rassegni” neanche con un assegno.
Ecco la freccetta lampeggiante del gioco al “bersaglio facile”. Aggancia le cinture di sicurezza, beccati il gancio a spappolarti la boccuccia, zitto e a cuccia.
Non provar ad aprir bocca, anche perché è sbocciata tutta la verità. Ebetuccio!
Che scoppio! Che omicidio vigliacco!
Ma il padre prima si duole, poi non corrotto ti rompe, pezzente.
Sei un pezzo di merdaccia, ecco la “ricompensa”. Son pesante? Mai quanto il tuo alito!
Anche or che spiri, tu cattivo spione, annuso il tuo fegato sporchissimo!

Quest’avvocato non rispetta il codice penale e gli emendamenti. Raggira la legge a privilegi suoi.
Indifendibile eppur da difendere. Non si nasconde “dietro un dito” l’hide and seek?! Zac, tu chiudi e io ti apro.
Altrimenti, si finisce insaccati, avvocato che fai le vacanze in villa. Guarda che lupo col sacco a pelo!
Spunta di Notte con le scarpe tutte rotte, la tua caccia alle streghe non gli ha dato tregua, allor sarai (s)tremato.
Finirà il “cattivo” affogato, ma meglio un “topo di fogna” dei legulei fetenti.
Ops, occhio al fendente. Ferin è “al dente”. Fra tua moglie bollentissima di Babele e lingua a tua Juliette di turbamenti già precoci nell’ardimento.
Ah, s’inaridirà anche il frutto acerbo, la volpe e l’uva… passa, la fragolina ama già il boschetto della licantropia.
Che Tropico del Cancro, che verginella per il toro giammai affranto. Basta coi parti di figlia unica.
Vogliamo i nostri “gemelli”. Gemi, puttana! “Ingravida” al Max. Lo vuoi “candido”, Cady o coi canditi?
Meglio i canini, mordicchian le tettine e abbrancan il branco. Un Uomo “al minimo?”. No, Max, poco Conte ma da pareggiar i conti.
Grande Cinema di Scorsese, molto “scortese” coi “signori”.

Sono cazzi sceriffo! Il suo caffè è amaro. Ficchiamo dello zucchero e “spariamocelo”.
Secca, senza fronzoli, sintetico, di cuoio e faccia da schiaffi, pugni da orbi. Che sgarbo! Ecco il sigaro da Leone! Arrugginito forse, attento però quand’affonderò, estraendo dalla fondina per fonder il piombo in tuo pancino.
Che casino!
Il son of a bitch spacca la schiena. Violenta le donne e non ha rispetto neanche della sua capigliatura.
Al che Van lo manda a fanculo nel Jean-Claude!
Trama reinventata: da piccolo, leggevo il “Guerin Sportivo”, da spartano m’educarono all’eleganza ellenica, infatti m’innamorai di una tal Tiziana, una mezza impietrita da colonne greche al posto dell’atletico scosciare, accavallai le gambe e m’assonnai.
Al che, m’invaghi de I guerrieri della notte, ma fui svegliato da urlatori che mi calciarono con offese “falcianti”. Gridandomi addosso “Siamo dei furfanti, mentre tu sei in dormiveglia, noi ci droghiam di canne e bombiamo le ragazzine col cannolo!”. Dicesi sveltine. I campioni di razza si vedono alla lunga distanza, cfr. non è da un apparente cazzone che vedi quanto dura di erezione”.

Un idiota volle paralizzarmi, anzi spezzarmi le gambe con violenze psicologiche infamanti, nell’addur suo “geniale” di rovinarmi anche quello in mezzo alle gambe.
Roba da pazzi, insomma. Da promessa del Calcio a botte in culo per sculacciarmi Sì, scherniva il babbeo, appoggiato perfin dal babbuin del babbo e della madre fattucchiera scimmiesca e scema, ché assieme escogitavan mosse “marziali” per rendermi di marzapane senza pene.
Urlarono: “Devi penare, non far il dormiglion pensatore!”.

Al che, furono travolti dall’onda d’urto. Eh sì, roba da urlo.
Compresa la sua faccia da cretino, assai presto frantumata su “Adesso, hai rotto, ecco la di Van Damme spaccata”.

Creperà d’invidia o è già crepato, “scremato” nelle mutandine? Voi che dite? Ne prenderà? Ma tante…

E ricordate: la vendetta è meglio di Antonello Venditti. Quella famiglia di ven(d)uti e mentecatti da me solo che cazzi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuori controllo (2010)
  2. Gli spietati (1992)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Kickboxer – Il nuovo guerriero (1989)

Al Pacino from “Imagine”


01 Aug

“Cose nostre – Malavita”, Poster italiano


01 Aug

Cose nostre fronte neutro Una traduzione come Cosa Nostra comanda. Aria di casa Manzoni, non Alessandro.

“The Dying of the Light” ritrova la “Luce” con Cage diretto da Paul Schrader


01 Aug

From The Playlist:
With “The Canyons” wrapped, packaged and now ready to hit theaters and VOD this weekend (you’ll see our review soon), Paul Schrader is already looking ahead to his next project. Last night at the New York premiere of the film, when asked if he would ever do a movie like “The Canyons” again (a low-budget indie), Schrader said he would, but it would have to be under the right set of circumstances. He then went on to reveal his future plans, which include a project with a bit more financial muscle behind it. “The next movie I’m doing is with Nicolas Cage and it’s a much more conventional process,” he shared. So what is that movie?

When we spoke to the director last month (full interview coming soon), he revealed that his next directorial effort was “The Dying Of The Light,” a project that Nicolas Winding Refn was originally gearing up to direct a couple of years back. “I’m gonna make that this winter,” Schrader told us, adding: “I think Nic Refn will be exec producer or something, [and] we have gotten an A-actor for that. He’s agreed to the terms, but we’re still negotiating the perks. I’ll do that film starting at the end of the year.” It’s likely safe to say that Cage is the actor he was lining up.

The story centers on a C.I.A. agent who starts to become afflicted with blindness while on his last mission, and Refn’s incarnation infamously fell apart when he couldn’t convince Harrison Ford (who was set to star alongside Channing Tatum) about the fate of his character. But presumably, Schrader—who also wrote the script—will have no such trouble here with Cage on board.

According to Roger Friedman, the project is set up at Red Granite, the upstart production house whose upcoming slate includes Martin Scorsese’s “The Wolf Of Wall Street” and Scott Cooper’s “Out Of The Furnace.” More details likely to come, but with five years since his last feature, “Adam Resurrected,” it looks like Schrader isn’t wasting a moment in utilizing his newfound momentum.

Son più bello di Christian Bale


01 Aug

Son più bello di Christian Bale, non ci piove sul mio “capello vessato” di vostro latte alle ginocchia da Italietta sol di patatine fredde per Siffredi e gnoccone da mie “nocche”

Uè bello di mamma, dove cazzo vai? Ti spezzo la noce del capocollo. E poi Deborah Caprioglio era solo una vacca per i mammoni da mammelle!

Da cui il detto falotichesco del Don Chisciotte son meglio i biscotti

Che altro aspettarsi da un Paese di puttanieri? Che Berlusca venga condannato, poi assolto per direttissima un’ora dopo, i giovani talenti vedon scavalcarsi da Volo Fabio e in radio passa tua sorella isterica ad alto volume quando tromba nel sedile posteriore.

Da me, solo che grinta alla Bale!

Titolo: se pensavate che Javier Bardem, in Non è un paese per vecchi, avesse “acciuffato” la pettinatura peggiore della Storia del Cinema, vi eravate sbagliati.
Bale, il trasformista, vi ha smentito!

Sottotitolo: padrone oramai assoluto della “licantropia”, cioè la malattia “deniriana” d’Actor’s Studio ove il “trucco” è scomparire nella “tuta mimetica” del camaleonte impressionante, Bale cambia sempre aspetto, oggi bello, domani magro come un patito del Biafra, nel Futuro di Nolan e a suo modo si “pettina” in “manierismo” dannatamente “affascinante”, muta dal figo al fisico a pera, dalla frangetta al riporto come Lino Banfi, ed è per questo che a noi non importa che reciti “bene”, basta appunto che sia Bale!

Chiariamoci: Christian Bale non ha mai saputo recitare. Tale è blasfemia? No, è la verità inoppugnabile.
Bale è inespressivo, raramente aggrotta la fronte, ha stampato in viso la faccia da culo che non la togli neanche dietro la “visiera” di Batman.
Un esemplare attoriale di carisma “roco”, strambo, misterioso, al Falotico.
Sì, sono come Bale. Oggi scrivo un romanzo di genere, domani “degenero” e partorisco “parti malati” d’una metamorfosi oltre i confini immaginativi del cambiamento (im)previsto.
Senza prudenza, una Donna si tocca pruriginosa attratta irresistibilmente dalle mie labbra sottili a “miagolarle” amplessi maculati nell’ingrossarlo “di sottecchi”, ma domani non mi va… e rimangono “secche”, sì, passo dal leone all’agnellino con “sospetta” facilità.
Virando anche nell’evirarmi “fai da te” ché è meglio mantenerselo sodo da soli alle (gira)volte vicendevoli.
Mi masturbo. Non è reato e non viviamo più all’epoca del “Probizionismo”. Gli onanismi schizzan brindanti di “alto” grado alcolico. E se non ci saran le alcove, il tuo gatto covi “al lardo” da lasciarci lo zampino.
Sì, state attenti quando è lì per “zampillare”. Un attimo cruciale di momentanea perdita dei sensi, frastornanti istanti che potrebbero esservi letali. Se, per tropp’eccitazione, venite smoderati, l’ultimo “tiro” è talora esplosione letale.
Precautelatevi d’aver le unghie tagliate ché il prepuzio potreste graffiare nella “premura” della circoncisione “tagliante”.

Sì, diciamocela. Christian Bale non vale un cazzo. Ma è unico ad attuar il Metodo nel nuovo Millennio.
Nolan lo contatta: – Cristiano, devi pomparti e “tirarti” appunto “a lucido” per un futurismo muscolare del mio innovativo, avveniristico filmone. Quanto ti dobbiam dare noi della Warner Bros?
Bale: – Ora, vediamo un po’… calcolatrice alla mano, previo calcoli renali del fegato sotto sforzo. Devo passare tre mesi in palestra per sollevamento pesi da dieci ore quotidiane, escluso i festivi, causa mia moglie che vuol vedere i “risultati” anche del mio muscolo più importante. Roba pe(n)sante.
Molto dura… ma come si suol dire, quando il gioco di fa “duro…”, i duri cominciano a giocar’! Bene, volete dei bicipiti dalla circonferenza sui “trenta” direttamente proporzionali allo sguardo che ammicca un “Ti sbatto al tappeto, sono tosto e più dritto di te?”.
Impresa ardua, “ardente”. Quindi, raddoppierei la dose, non solo di anabolizzanti. Pain & Gain, muscoli e sudore… per apparire cazzuto e non cazzone, per bagnarle tutto al primo “bucar” lo schermo, sessanta milioni di dollari.
Solo con questa cifra (stilistica?), potrò concentrarmi previo “pene” che dovrò soffrire.
Nolan: – Tagliamo la testa al “toro”. Cinquanta e chiudiamo l’“affare”. La proposta è “bona”, non può ri-fiutarla. Mi stringa la mano. Bale, prima m’assicuri che non è già “sudata”.
Bale: – No, è sporca. Sono reduce da un altro film per cui m’han pagato “a novanta”. Interpreto per codesto la parte del meccanico oliato su occhi neri languidi come il petrolio da “Mi pieghi ma non mi spezzi”.
Nolan: – Si pulisca e poi stringiamo il cont(r)atto. Ok?
Bale: – Give me five. Io Christian e tu Christopher. Insomma, siamo fratelli cristiani!

Ah ah!

Ora, American Hustle è da vedere per varie ragioni, soprattutto perché c’è Amy Adams, una che danza sui tuoi o(r)moni e tu sragioni di zona erogena

Elenchiamole:

1) L’hair stylist di Bale e Cooper è un genio. Due sex symbol che sembrano Gianni e Pinotto solo grazie al “barbiere”.
2) Anche Jeremy Renner non scherza. L’espressione da pollo è rimasta intatta, i capelli da gallina rendon il performer più elettrizzato, al “forno”. Un look d’hurt locker.
3) Amy Adams è parimenti cotonata, molto patata, molto da “Mi slaccio la patta” e Lei: “Già fatto?”. Sì, “da urlo”.
4) Il cameo di Bob De Niro che non compare nel teaser trailer. Dicesi effetto sorpresa da Victor Tellegio su Ace Sam Rothstein del “rubamazzo”. La scena del casinò sarà sfoderata nel full a manico del Tube.
5) David O. Russell non sbaglia mai un colpo. Eccetto il suo abbigliamento con scarpe da ginnastica prese in prestito da suo figlio autistico. Scusate il cinismo, ma quel paio… non se po’ vede’!
Il lato negativo” d’un regista tifoso di Jovanotti. Sì, pensa positivo perché il suo Cinema è fighter!
Sì, un personaggio da Groening, Cinema talvolta figo e talvolta solo fighetto per le grattachecche.
Storie di grattacapi ove non manca mai almeno una figona a far la porca figura.

Almeno David non è un patetico da Claudio Baglioni e Vasco Rossi.

Ad ascoltar “Sally” non salirete molto… solo luci a San Siro…
ed un pensiero le passa per la testa
forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s’è salvato!
forse davvero! non è stato poi tutto sbagliato!
forse era giusto così!?!
forse ma forse ma sì
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore

Insomma, cosa avete capito da questa triste storia?

Che sono più grande di Christian Bale ma non ho nemmeno un millesimo dei suoi soldi?

Eh già.
Comunque, son uscito dalla fornace ma ascolto ancora Bruce Springsteen.

Perché sono il Boss e, se rompi il cazzo, ti strappo le palle! Ecco la terapia con pallottole, ecco lo stress!

Più che you talkin’ to me? un secco “You understand?”. Stiramento da coglioni!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Eyes Wide Shut (1999)
    Diciamocela, fa cagare. Orgia di bellocci merdosi. Puttaneggia anche Kubrick che fu in cazzeggio a tutto spiano che di videocamera appiana culotti pieni.
  2. The Prestige (2006)
    Digitazione, digito sul mio. E sparisco in un istante.
    Tac, cosa hai visto? Un beneamato. Sono il beniamino.
  3. American Hustle (2013)
    Che bordello!
    Almeno, Jennifer Lawrence farà integrale, caldo spogliarello prima che tutti i protagonisti verran internati e spogliati al fresco?Già di parla di Oscar. E lo si paragona a Cinema anni Settanta.
    Secondo me, detta come va detta, senza timori reverenziali, questo film è truccato.
  4. Out of the Furnace (2013)
    La faccia alla Falotico ci sta tutta.

Evviva la France! E Cécile!


31 Jul

Ah ah!

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Tre scene “spinte” per il prossimo an(n)o cinematografico: tre fighe che valgono il p(r)ezzo!

Oggi è Agosto, domani la Luna gira nel Motel con De Niro e John Cusack, su capello all’aragosta di De Niro cotonato nel coast to coast con Rebecca Da Costa.
Bob non indossa la LACOSTE, ma è lacustre boss da strozzin d’anaconda e “Facciamoci du’ spaghi, poi t’impiccherò Cusack con lo spago”. Insomma, ti faccio arrost’ perché il debito scotta. Mi costò anticiparteli, ecco l’anticipo di “costolette”. Si chiama secondo, il terzo è dolcissimo! Ah ah!
Capelli bianchi, soffici al tatto, non di buon “taste” ma Bob tasta Rebecca meglio della “scimmia” Chewbecca. Chi se le becca?
Saran botte da orbi(tali) a tal vile nel mio Guerre stellari.

A tal puttanata sesquipedale, meglio tre donne della Madonna!

Annotate perché le vedrete nude a “breve”. Miei ludri, ce l’abbiamo “lungo”.

Cecilia… ah ah De France sta con Jean a letto. Compa’ Giuan’ la tocca di “bugiardino” e c’è il terzo “incomodo” vicino al comodino di Tim Roth, anche lui un “nasone”.
Ma con un culo di tal bionda, basta che si tromba. Sì, all’osteria numero tre, trovate questo terzetto di filmaccio.

Spoiler: Jean e Cécile ci dan come dannati ma il regista vuol rendere elegante la scena “porno”. Al che, ficca la cinepresa nella “diretta” De France che geme tutta bella e riempita nella cupa dissolvenza.
Un film erotico quanto un cupio dissolvi.
Comunque, essendo lupacchiotto, mi berrei Cecilia nella sua “foresta” al mio alberello.
Sì, aveva ragione San Paolo nella lettera ai Filippesi. Le donne son tutte delle “filippine”: Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne.

Laetitia non è mai stata casta. Ella castra, ella di culo pretende le “svastiche”.
Sì, intanto Accorsi mastica il Maxibon e la Laetitia è bona di culo in vacca.

Pare che qui l’Arterton sia proprio una Gemma. Insomma, mica roba da Giuliano… omonimo e omino. Parliam d’un fondoschiena che lustra gli uccelli meglio delle varichine.
Lei si china, bascula e il “tuo” non oscilla, molto presto (s)viene, in cul’ arcuato, bizantino di “frizzante” precipitoso per tropp’Arterton d’arti mobili. Anche di tette è tonica.
Sì, vicino al mobilio del lettino, se vai con Gemma, assicurati che ci sia il “tampone” per la respirazione bocca a bocca, previo fazzolettino Tampax… Ah ah!

Il film dovete indovinare mentre io desino con tali asine, cioè mule. Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cécile De France
  2. Laetitia Casta
  3. Gemma Arterton
  4. Robert De Niro 

“American Hustle”, first look


31 Jul

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Wolverine vai vai!


31 Jul

Ho sempre preferito Ray Charles ai Ray-Ban, la bandana ai frutti dell’amor, cioè le banane, ho sempre visto i migliori VHS senza Blu-ray del cazzo

Amo i pirati, non della strada, ma asfalto la tua cecità!

Sono un cinico d’altri tempi, insomma “al taglio”

Questa società è ampiamente peggiorata. Donnette con poco cazzo “storiografico”, fan le fighe oramai che sono ad “anta”.
Perlustrando zone inesplorate nel rimpianto che spera che qualcheduno impianti qualcosa che possa germogliare più della piantina.
“Uomini” perlopiù con l’alopecia evidente degli stempiati senza tempie, fuori Tempo massimo e al minimo storico. Anzi, degli stoici. Per andar con queste, devi aver perso molti peli.
Infatti, l’impianto salva capra e “cavolo”.
Fidatevi, fratelli della congrega, non c’è peggior sordo della sorte. Non c’è peggior sorca d’una che se lo inforna per fornicargli il portafogli.
Ah, adesso nuove manie di protagonismo stan insospettendo gli ambiziosi senza cervello.
Appena spunta qualche mente geniale, si crede che abbia copiato da altre f(r)onti.
Bene, ho la mia teoria in merito. Chi vive di sospetti, merita che io lo spettini. E glielo spacchi anche, fiancheggiandolo e poi sbattendoglielo in mezzo ai fianchi.
In tutta franchezza, lo terrorizzo. Lui fa il terrorista se un “terrone” sale agli onori della cronaca, reputando impossibile che abbia tagliato il traguardo quando prima sbucciava solo la (ci)polla della moglie “alla buona”.
Ma la vita riserva sorprese, miscredente. Dalla credenza “popolare”, può venir fuori chi ti “screpola” le palle.
Sì, se sotto la panca la capra crepa, tu caprone non crei e critichi chi creò, in quanto tu crepato e da cremare. Cretinetti!
Lecca il Cremino e lascia star i bambini che sognan se non gradisci i loro “dolcini”.
Di mio, son duro cattivello, sganasciami contro il sorrisetto e a fette ti “righerò” con asce ridenti. Sì, le lame ridono, il lama ti sputa in faccia “a rissa”.
Se amaro giudichi il mio riso, allora orso sarò ancor più ad arderti. Un bel falò scagliato contro chi ruppe la vetrata, qui ad appiccar e impiccar dopo le picconate.
Piccione, io ti cago, non mi caghi? Allora, pisciami in testa. Ammesso che ti abbia lasciato i testicoli. Ci covi? Ecco il corvo!
Secondo me Einstein era un idiota. Tutti a dichiararlo genio. E che me ne faccio di un genio che rivoluziona la fisica se poi non inventò la dinamica per viaggiar spaziale?
Peraltro, andava fermato prima che Fermi brevettasse la bomba atomica per l’uso anomalo dei guerrafondai.
Meglio la musica planetaria, orbitante ad “assonnarmi”, a chiuder gli occhi e navigare piuttosto che questi neuroni tosti privi di ritmo ed elettrizzati a capelli sfibrati.
Meglio Doc di Ritorno al futuro. Quello leggeva Verne, non era una merda da ventimila seghe mentali sotto le tristi maree. La vedeva in grande, e realizzò il vettore dell’entropia, permettendo di “vettori” che i genitori “trombassero” di motore schizzante!
Poveri fessi. Tarantino non copia? No, non copia, trae spunto, ispirazione e reinventa. E, dall’inventar, va il copulare.
Lo sa Uma Thurman. Prima le diede la parte della drogata, poi della protagonista, poi le fu Bill previo non ingravidarla, dandoglielo tanto da Quentin delinquentello col contraccettivo previdente. Mai mettere incinta Uma, altrimenti vorrà l’Oscar per il Rosemary’s Baby. Parto della scopata schifosa e pulp.
Puro trash undergriund da Planet Terror. Al Sud, quando vedono una bionda così, urlano “Che puscio!”. E quindi spingono il tasto rosso del push. Per lo splash da bastardi senza gloria.
Figata della Madonna che Moretti Nanni non capirà mai. Sì, Nanni. Continua col tuo “Cinema” reumatico.
Di me si può dire tutto. Tranne che non sia un genio di “YouTube”, meglio di te che non sai non solo un tubo ma neanche come t’inculo.
Totalmente.
Con questa, per oggi è tutto. E un’altra ne conquisto.
A domani, per altre botte.
Ora, che c’entra Ray Charles? Meglio un “cieco” che sa come toccare i “tasti”. Ray è nero e alla porno attrice Bray Rhiannon piacque il suo “tocco”.
Dicesi piano-forte.
Sono uno stronzo? Lo sono sempre stato.
Dici di no?
Beccati questa “cattiveria”.
Ieri sera, ho vsito il signor Ionata in carrozzina. Gli ho offerto delle tazzine e v’ho bagnato il mio “cornetto”, augurandogli buona fortuna.
Mi ha maledetto, e io: “Non sono superstizioso. Amo i gatti di Edgar Allan Poe e soprattutto le nere gatte. Per lei, Ionata, la vedo invece nera. Abbaia, dai, bau bau. Lo so che ti faccio la bua. Me le faccio anche al buio. Se vuole guardarci, gliele mostrerò a luci accese. Nessun problema, ma non le tirerà ugualmente nonostante le tendine abbassate e infuocati noi da finestra sul cortile”.
Ionata: “Sei un mostro!”.
Io: “Ecco, tieni il binocolo. Reggici i moccoli e attento a non metter becco di bernoccolo. Insomma, eccola, guarda come lo allunga”.

Che c’entrano i VHS? Sono l’acronimo di “Vedi ah ah che slurp”.

Sì, alle banane, preferisco che mi lecchino le bone.

Avete letto? Sì, così ragiona lo psicopatico che mi “pedinò” per anni, salvo esser sedato nell’ano. Ora, par blindato in casa, gli hanno d(ot)ato l’immunità dopo le sue munizioni e i suoi ammonimenti ai “musoni”.
Dicesi vendetta sottile(tta) al tontolone che pensò di girarsele e raggirar e invece adesso gironzola di stanza in bagno a cagarsela

Sì, “avventuriamoci” nella “criminal mind” d’un “acuto (web)master”. “Dottore” in “Scienze delle culinarie”, par che si vanti d’aver culo. Mah, a giudicar dalla sua ragazza, che ha raccattato nell’immondizia del suo immondo “USA e getta”, a entrambi non donerei salviette né salvezza.
Ma quale “sanità”. A questi qua solo che un lavaggio. Mentale? No, da ridurli in ospizio con la mentina e il mio “bon ton”. Insomma, provasse a “sbottonarsi” la “patata”, giudicando le patte altrui e non rispettando i leali patti, giocandosela sporca, e il suo porcello chiederà l’elemosina format(o) salvadanaio, prossimo articolo del suo “giornalismo”.
Che altro aspettarsi da un ebete del (de)genere? L’albero genealogico era già (i)scritto nella pessima borghesia che, pedante, “pedala” e ti dà una pedata.
Insomma, usiamolo come pedone. E se non sarà steso, allora il torpediniere. Non basta? Allora, aggiungiamo un topo nel letto della sua topina.
Impaurita urlerà e finalmente si “bagnerà”. Ché, stando con “uno” di tal “sfatto”, poco è soddisfatta. Per forza, si stufa senza lo stantuffo. Sebbene stia messa male anche quando si consola con marmellata di confettura. Fai fai! Iattura. Il catturone!
Sì, una coppia da “(s)ballo”. Lei di San Diego, una palindroma or “inserita” socialmente ma sempre in quel posteriore assieme all’impostore.
M’immagino le loro notti. Lui: – Cara, hai preso nota di come, dopo un mese, te l’ho reso noto?”.
Lei: – No, ho preso sonno. Mi annoiava. Sei un tonto. Lo voglio tornito.
Lui: – Che cosa ti ha dato noia?
Lei: – Non lo so. Non ho visto né sentito nulla. “Tirava” cattiva aria, così mi son voltata dall’altra parte e ne ho cacciato un altro.
Lui: – Un altro di che? Un peto?
Lei: – No, uno che non come te, “grazie” alle sue (ri)petizioni, mi fa goder di giravolte.
Lui: – Sì, voltiam pagina. Che voto avevi in “Educazione sessuale?”. Che condotta?
Lei: – Mah, non ricordo. Credo d’aver superato il Ginnasio grazia a un po’ di “ginnastica” con quello… di fisica.
Lui: – Ah, un capoccione alla Einstein.
Lei: – No, uno di buone flessioni di cappelle.
Lui: – Svergognata. Che facevi comunella con uno dell’ISEF?
Lei: – No, gliela concessi di “palle a mano” ma respirava male.
Lui: – Soffriva di asfissia polmonare?
Lei: – No, aveva la fisima di non aver il fisico per infilarmelo.
Lui: – E come ha fatto a insegnare quella “materia?”.
Lei: – Scopava con l’insegnante di chimica, specializzata in astronomia. Sì, che viaggi si fottevano. Lei gli decantava le costellazioni, lo allattava e lui veniva in Venere.
Lui: – Ah, quindi quella prof. gliele “girava”. Sarà stata una docente bona che credeva agli oroscopi del Venerdì 13.
Lei: – Non era il diciassette?
Lui: No, non raggiungeva neanche quello più sviluppato dei sette nani, quindi. Ah ah, me le suono da solo.
Lei: – Di suo, appariva un missile ma era sempre sulla rampa di lancio.
Lui: – A scoppio ritardato, insomma. Cioè: scaldava, stava “trombando” e poi evaporava?
Lei: – Sì.
Lui: – E come hanno fatto ad avere una relazione così “duratura?”.
Lei: – Be’, guardavano le stelle col telescopio. Previo la gastroscopia.
Lui: – E quindi tu, piccola stella senza cielo, hai scoperto il tuo Ligabue.
Lei: – Ah, il “pianeta” Liga esiste solo per le ragazzine da boni e bovari.
Lui: – Però le fa sognare.
Lei: – Preferisco un sonnifero. Dai, dormiamo.
Lui: – Aspetta, “amore”. Ho visto cose che non puoi immaginare…
Lei: – Io non ho visto mai le mie cosce, domani ho da far… una radiografia di raggi a balenottera. Devono individuare se esiste.
Lui: – Allora, ti auguro sogni d’oro.
Lei: – Sì, se mi regalassi qualche volta…
Lui: – Una galassia?
Lei: – No, mi basterebbe una collana. Almeno, posso andare sui viali d’alto “bordo”. Altro che borghi di Correggio. Altro che scoregge.
Lui: – Come Belena con Corona? Finirai in carcere. Poi, succhierai quelli dei secondi(ni) col collarino.
Lui: – No, come il tuo coglione.

Al che, spazientita, si alza dal letto e gli urla: – Sono una zoccola, ci sei arrivato? Sto con te perché mi dai il tetto!.
Lui: – Stronza, dammi le tette.

Finisce con tutt’è due distrutti ma peccato. Tutti quei “dementi” andran perduti nel Tempo come lacrime nella pioggia.

Questa play fa… tristezza?

No, fa verità.

Posso, onestamente, dichiararmi l’unico sano di “manto” in una società di ammattiti.
Non c’è la rima? Ma almeno, c’è stata la freddura indementita. Ah ah!

Definizione di freddura: “Battuta, non battona, sbatacchiata a muso appunto duro, che brucia”.

Ah ah.

– Che cazzo ridi?
– Non posso?
– No, non puoi nulla.
– Sei solo che nudo.
– Be’, ma è un bel vedere, no?
– No.
– Perché mai?
– Perché sei volgare.
– Ricorda mentecatta: la volgarità un baffo mi fa e Donna baffuta sempre piaciuta.
– Vai con quelle coi baffi?
– No, me la rido sotto il “buffo”.
– Non capisco.
– Allora, ti piscio.
– Piscialetto.

Finisce col pugno in faccia.

E al solito la “fica” s’infiacchisce, il ricco poltrisce, io danzo il liscio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Wolverine – L’immortale (2013)
  2. Fuori controllo (2010)
  3. Lake Placid 4 – Capitolo Finale (2012)

Poesie by Gianluca Viola


29 Jul

BRUCIO DI TE. CANTO D’AMORE E D’USTIONE

Brividi di freddo, mescolati a vampate improvvise di caldo, menopausa effimera all’interno della mia epidermide rossastra.

Schiena febbricitante, assenza, fortunatamente, della benché minima traccia di fitte. Mi tocco, dolorante, la superficie calda delle spalle, sfrego la mano all’interno della pelle resa secca dall’eritema, mi accaldo io stesso mentre tento di donare sollievo a ciò che non può ricevere sollievo alcuno.

Non mi piacciono le ustioni, a meno che non siano interne.
Preferisco le ustioni del cuore e dell’anima a quelle passeggere della pelle.

Ma piace comunque, ogni tanto, pensare che nella mia bollente schiena, nascosta chissà dove, all’interno del più interno strato di pelle, sia nascosta tu, e che il calore emesso sia in realtà il tuo calore.

Ecco, ora si può dire esattamente: brucio di te.

OH BELLA ADDIO

“Oh partigiano, portami via”.

Come chi diceva, o meglio scriveva di odiare gli indifferenti e poi, proprio lì, nell’indifferenza, è stato relegato dai suoi indegni colleghi. Una mattina mi son svegliato e sono andato a comprare il giornale, quale non ha importanza, tanto ci sono scritte le stesse cose con la stessa lingua. A volte anche male. Una mattina mi son svegliato ed ho trovato l’invasor, a casa mia. Non sono mai certo se star dalla parte di chi invade o di chi è invaso, mi è sempre stato inviso l’invadere, e anche l’essere invaso. Mi sono creduto invadente, si, ma invaso, mai. Invasore, men che meno. Invasore è chi entra con veemenza all’interno di qualcosa che non concerne la sua proprietà fisica o intellettuale.

Tutti siamo invasi e invasore di qualcuno o di qualcosa. Oh partigiano… no, fermati, cancella questa parte. Partigiano non è un termine da 2013, è squalificato, dalla sinistra in primis, useremo un altro termine…

che so… democratico, ecco. Oh democratico, portami via… ma no, non va… dove ti può portare un democratico se non nel suo basso? Proviamone un altro, dai, proviamo moderato. Oh moderato, portami via. No, non suona bene nemmeno questo, il moderato al massimo ti porta via i rimborsi elettorali. Vada per partigiano, ma si sappia che questa brutta parola è, in quanto brutta, inutilizzabile. Oh partigiano, portami via, perché mi sento di morir. Scendi dalle Alpi, tu, o unico partigiano rimasto, tu che ti schieri e non cerchi di pacificare, tu che non chiami l’inciucio dialogo. Vieni qui che c’è tanto bisogno, o partigiano! Portami via! Andiamo dove vuoi tu, ti prego, anche in Islanda, ma non qui, ovunque ma non qui. Partigiano? Mi senti? Ci sei ancora? Le mie parole se le porta via il vento, che peccato. E se io muoio da partigiano, tu mi devi seppellir. Ascoltami partigiano, tu che viaggi come un motorino, che però è rimasto senza gas, ti prego, ascolta la mia supplica, sono qui che ti aspetto da una vita. C’è tanto ancora da liberare, o partigiani, ma dove siete? E seppellire lassù in montagna, sotto l’ombra di un bel fior. Perché non rispondete? Cosa vi è successo? Toglietevi quelle magliette di Che Guevara, smettetela, andiamo. Siete stati corrotti anche voi da chi diceva che servono nuove parole, quando invece bisognava solo ascoltare quelle vecchie. Antonio Gramsci vi odierebbe. Antonio Gramsci vi ucciderebbe. Partigiani, reagite! Non cantate più Avanti Popolo, mandando avanti sempre e solo il popolo, rimanendo voi indietro, partigiani! Popolo di sinistra, voi, contadini non istruiti… oggi la sinistra è tutta cultura, ma inutile però. O meglio, solo erudizione. Ma non usiamo più nemmeno quel termine, è estinto. Sinistra, ormai, è solo un aggettivo che può essere usato per descrivere una vecchia casa di campagna che ha la porta che scricchiola. E questo è il fiore del partigiano. Vogliamo anche le rose, si. Uno che non la pensava come voi disse che non vogliamo essere subito così rassegnati e senza sogni. Vogliamo ridere, appassionarci, vogliamo urlare, vogliamo discutere, vogliamo essere sinistri, non considerandolo aggettivo. Vogliamo anche perdere, ma con onore. Vogliamo anche dialogare, ma rimanendo sui nostri punti. Partigiani, se ci siete ancora, rispondete all’appello, vi scongiuro. Bussate alla porta di altri come voi, e scendete a Roma, c’è tanto bisogno di voi, ma tanto tanto.

 

Vogliamo ancora credere in qualcosa, essere rappresentati, essere, non sembrare di essere. Vogliamo poter dire “io sono di sinistra” senza vergognarci di essere considerati sostenitori degli inciuciari, delinquenti, senza idee e senza intelligenza. Vogliamo avere un sogno. Vogliamo vivere. E questo è il fiore del partigiano, morto per… morto per… morto per?

 

TU, MIA

Una intera nottata buttato accanto… al tuo profumo, dolce, fresco, come marea, condito dall’arcadia lontana del tuo essere improvvisamente, supremamente ed eternamente viva, di una vita eburnea, solare, di una bellezza pudica, di casto erotismo, orientale, orientaleggiante, orientata, orientativa.
Dedicami le tue notti e regalami i tuoi giorni, dedicami i tuoi giorni e regalami le tue notti, con mille baci mangiami, di saliva dissetami, di calore bruciami, brucio di te come se fossi fuoco, e io plastica.

Tu, isola che non c’è, cristallo ineffabile, materiale non malleabile, mandorla dolcenera.

Tu, inconsapevole arte moderna,  scultura michelangiolina, perfezione dell’imperfezione, maschera della pigrizia, celebrazione dell’errore.

Tu, vorace presenza, sirena onirica,  vampiro vegetariano, meravigliosa creatura.
Tu, mia.

 

NOTTETEMPO

“E un’altra volta è notte e scrivo/ non so nemmeno io per che motivo/ forse perché son vivo/ e voglio in questo modo dire ‘sono’”. Che cosa diventa a lungo andare tutto il piacere che abbiamo provato da ragazzi? In cosa si trasforma? In dei buffi e allucinanti e allucinatori amarcord coloniali, in degli alberi di marzapane, in dei giardini pensili calabresi, in una goccia di rugiada il ventuno di marzo sull’autostrada del sole? Che poi, che significa essere ragazzi? Nell’antica Grecia si era ragazzi fino allo spuntare dei primi peli, qui si è ragazzi fino alla caduta dei primi peli. D’altronde i tempi cambiano, e coi tempi cambiano i modi di fare. Prendete esempio dalle stelle: le vedete in cielo come sono fisse, bellissime, lucenti. Forse è lì che si nasconde la riserva di tutto il piacere che abbiamo provato in passato. Tutti gli amori che abbiamo creduto di avere, o che per paura non abbiamo avuto. Siamo fatti di ripensamenti, rimpianti e frasi ad effetto che avremmo voluto dire durante le litigate, e che invece sono venute in mente dopo. Il rimpianto è il più melò dei sentimenti, più dell’amore. Il rimpianto è un francesismo obbligato, un qualcosa da festa mobile, da Parigi anni 20, o al massimo da Belle Époque.

Ci si scompone, cubisticamente. Si diventa opere di Braque e di Pablo Picasso. Ci si scinde in più cose, in più persone, in più sezioni. Ci si scinde perché è inutile che qualcosa rimanga solida, completamente inutile. L’unità del tutto esiste solo grazie alla scomposizione di questo. Niente scomposizione, niente unione. E dunque, dove si trova tutto questo piacere?
Nelle bottiglie di Jack Daniel’s svuotate, fumando Pall Mall e ascoltando gli Stones.

Batman vs Superman


29 Jul

Ma quale Wolverine! Meglio il volenteroso che spacca lombrosiano fra bambocci a lui irosi. Li fa rossi! E se la fa viola!

Il cinecomic(o) vi salverà da Superman vs Batman, miei disumani ominidi con le maschere nere. Io sono l’eroe cazzuto che si spezza con una grissina bona

Come diventare un eroe in un Mondo di merde

Sono un bugiardo. Latente, e pretendo il latte. In cui m’immergo, macchiandolo della mia “S” tatuata in pieno petto. Tuffandomi nelle stantuffate con donne lisce, armoniche alla S appunto di “Serpente”.
Fra i vermi solitari, ribaldo rifulgo in auge, sul “logo” imbattibile. Su mantello rosso, altro che quel Lego di Tiziano Ferro col suo relativo, ritardo l’orgasmo in eiaculazione del mio che “svolazza” pimpante e al “formaggio” Belgioioso nella mia disillusion alla Badly Drawn Boy.
Fottendomene in scoparmela di brutto. Oggi, van di moda espressioni come “Me lo sparo a bestia”. Di mio, ripeto con ripetizione, ti caccio un peto e la trombo nell’animalesco a sen(s)o antropomorfo del “morphing” erettile.
Sì, questa biscia che, spasmodica e stimolata in punti “crescenti”, sviluppa il muscolo, dilatandolo a propagazione nell’action di vasi comunicanti col Braccio di Ferro che spacca il culo.
Sì, è un periodo esuberante, anche regredendo nel puberale, meglio se indurendoleo in tanti pubi, piombando addosso sulla Donna da salvare e marchiare.
Così, d’avventura notturna in altra camuffa, spingo brutalmente, picchio Bruto l’ammuffito e ficco Wilde Olivia nel Sesso coi fiocchi senza confettini, inseminando col pene, nel panico generale dei caporali a fettuccine.

Sì, nerd alla Peter Parker, ancora a cantare gli 883  ma non sapete dove “sbatterla”. Se a Nord, Sud, Ovest, o a Este, vicino Padova. Porky’s!
Prevedo molte cagate da piccione solitario e, piccioncini, sarete scovati dal mio “piccone”. Sì, riparo le tragedie italiane nel riso amaro alla Mi manda Picone.
Con voce roca da Giannini nel profumo di Pacino. Persi il treno? Meglio che essere un trans come te, a cui lo infilo di traverso, piazzandolo nei tuoi peli sotto l’incrocio.
T’impalo, poi cavalco da (fur)fante per la contrada “Tradimento”, ubicata a Siena nel tuo Palio da pallino demente. La folla esulta, la cavallina rompe i timpani e io la “tampono” nel tagliar il traguardo.
Quanti gua(d)i.

Di Notte, afferro il canino e lo porto a spasso. Le passere gli pisciano in testa, ma almeno posso dichiararmi un Uomo che non va a puttane.
Sono l’antieroe figlio dei Settanta, (ah ,che an-n-i) indosso il giubbotto di pelle anche fra la people del village, mentre lo scappello assieme al Cappellaio Matto per farci due alici in padella.
Sono lo scoiattolo che brinda con l’alce, io Rocky e lui Bullwinkle, tu bulletto a cui frego la bella e noi beliamo da pecore.
Meglio un Giorno da pecorina che una leonessa. Quella indossa il leopardato, te lo rapisce e il tuo cazzo non capisce. Allisciatelo, ruffiano. Sai che riffa.
Insomma, più che un’evacuazione, una cagata a pois, ti credevi zebra e invece sei solo uno juventino fra gli agnelli…
Da cui il film Lions for Lambs, film pseudo-impegnato ove Robert Redford è più bello d’un Tom Cruise che fa il bellimbusto.
Tom lo vedrei bene a belare nel film che dirigerò, Jerry va con Tommaso e il naso del Santo t’annusa la gatta. Film per cui s’è candidato nel ruolo della c(i)uccia. L’espressione legnosa c’è, cammina rigido, con un po’ di Valium otterrà la statuetta…
Sì, altro che Bale, Cavill e supereroi della minchia. Alla Warner Bros ho proposto una collaborazione con Nolan. La sceneggiatura è “inesistente”. Ridotta all’osso ma fa il suo “effetto rinculo”.
Un Uomo, vestito in calzamaglia, viene inquadrato tipo pittura vivente nel motion del Pictureinpicture. Poi, si abbassa i pantaloni e ce l’ha grosso.

I nemici urlano: “Ora, sono cazzi!”.

Il supereroe li tranquillizza: “No, è solo uno, puttanieri. Ma è entrato in tutte le vostre mogli. Per due ore, nel fermo-immagine lo diceva tutto. E loro sono state catturate dallo sguardo penetrante, che buca lo schermo”.

 

Epilogo che ti mette in buco…


Finiamo così, in “Bellezza”… dialogo fra un genio che sono io e un pallemosce che ne beccherà tante a breve, uncoming soon presto trasmesso sulle migliori reti della sua faccia da storpio nazional-popolare:

– Queste sono idiozie di uno che non si gode la vita!
– Infatti.
– Cioè? Mi provochi?
– No, me ne fotto.
– Non capisco. Non capisco.

Five minutes later gli disintegro il cranio, non con un raggio laser ma con un’ascia alla Machete. Insomma, potevo usare l’arma della società che agisce in modo “invisibile”, invece son sempre stato senza maschere a costo che mi sbattano in carcere.
Almeno, non dovrò render conto al mio compagno di cella con delle recensioni per farmi leccare il culo.

Secondo me, a parte Reeves Christopher, tutti gli altri attori dei “fumetti” posson finire fra le sbarre. E ricordate: meglio una barra di cioccolato se volete dolcificarvi con chili di melassa. Ammazza la massa!
Almeno, la lingua sogna davvero, e par che il cacao lo alzi più di cocc(i)o.
Insomma, pigliarla in volo è meglio che prenderle da me. Non fa rima, ma non sono fanatico di Nietzsche. Preferisco tante anche e dei sodi fianchi a un ebetuccio.
Compresi i tuoi da levigar a sangue.
Si chiama assonanza, anche “assonnato” stronzo.

Sì, a sonagli ti ficco il sonnifero e son ferocia.
Quando dormi, la paura ti fa cagar nelle mutande?

La primaria regola per tagliarsi le barboncine

Prefazione con “Fuck you” incorporato:un mezzo pseudo scrittore giudica le mie opere, dall’alto “dotto-erudito” delle sue raccomandazioni del cazzo e io gli scrivo questo: un parere spassionato sul suo libro, lo vuole?
Trattasi di una leccata di culo buonista come va di moda oggi.
Questa è la verità. E va sbattuta in faccia agli stronzi arroganti che sfruttano il solipsismo di studentelli schizofrenici, caro professore del licealotto “Uccelletti” da comandar a bacchetta. Poi, usufruendone per i propri successi “letterari”. Ecco il mio cazzone, cazzaro che si spaccia per geniaccio. Da me solo che cagnacci scatenati.

Contatta la polizia. Gli spedisco la polizza dei miei pugni in faccia su foto 32 denti come Zanna Bianca.
Sono Hemingway: se uno fa il grosso, gli mostro il mio uccello tosto. E gliele tasto.

Sì, fuori come un balcone, meglio di quelli di rovo.
Molte donne ascoltano i consigli degli usignoli.
Meglio il coniglio Lucignolo.
Più da conigliette con le lucciole.
Egli è il mandorlato Balocco!

Ho detto tutto.

Anzi no. Anni fa, un idiota volle rovinarmi. A tutt’oggi è schiavo della madre che lo usa come “videocamera” da posizionare sui suoi amanti raccattati fra altre zoccole della “buona” borghesia guardona.
E da me solo che schiaffi ad accecarli.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Wolverine – L’immortale (2013)
    Preferisco la vulva pelosa.
  2. L’uomo d’acciaio (2013)
    Meglio il mio duro.
  3. Iron Man (2008)
    Meglio le women calde a ferro.

 

Genius-Pop

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