Archive for 2013

Ferragosto e aragoste, il gusto della vita


15 Aug

Un altro Ferragosto senz’aragosta eppur sono un “fenomeno” nell’amplesso, sproporzionato per quanto riguarda le dimensioni di “cesso”, ove ti masturbi tu di “sasso”

Il malessere serpeggiante della mia “proboscide” tonante: scritto di “verga” a elefantiasi poderosa del pachiderma nella società dei “fanghi”, ove lui sta(g)na

Oh, la stalla e gli stalloni della fattoria degli animali.
Qui, Falotico l’intrepido, unicorno che scortica e incorna le vostre cieche cornee, a cavalcarle di peli bianchi per albeggiar “albino” ma eppur volpino dopo notti ululanti e quasi quasi latranti anche di Sesso animalesco nella latrina, “letargico”, mai spossato delle s-posate ma fraudolente nel mio “lento” che  incita le muliebri horses con “orzo” di amari cavallerizzi nel ritto aggrovigliato, poi abbandonar le sverginate a strofinarsi in nervosi (ah, la nevrosi) dolori di pelli ancor innamorate, eppur dello scudisciarlo-sciacquarla per altro scuoiar’ fra cuoi capelluti in nuovi capezzoli drizzissimi, roventi e “asciugacapelli” al sapor balsamico d’un profumato “inondare” d’“affogato” lindor, di fighe vellutate come pantaloni a caval Donato che non si guarda in bocca ma si pompa. Totoiano, affondo di ani annuali nel bisestile allungarlo e, quando Febbraio è quattro stagioni di “birra” prolungata, mi par giusto tirarmela con una di s(i)esta. Estiva? Tirami su, dessert!
Sì, l’incito ma non metto incinta, causa Estathé finito, immettendolo con furia del West, di cintura di castità son la chiave campestre, d’estro sblocco la timida e d’uva premo di “vendemmia”. A zoccoli di cowgirl fra puledre “mordaci” e insaziabili, salandole nel salir di salive e “disboscando” il frutto prelibato. D’appetito ingordo fra voi porci mischiati alle zoccole. Sono la salsiccia in questa “ciocca”. Anche nelle sciocche. Buona albicocca. Basta che sia gnocca.
Sprona la castigata a “castigo” del mai castrarsi perché in vena sua so che, sebben frigida, vuol venire, lo intuisco dai suoi occhi svenevoli e tanto desiderosi d’acchiapparmelo fra libidinose, liquide già chiappe. Lo stappo, gliela strappo, mi “sventra” e lo sventola. Ma domani altre sventole. A novanta e anche ad “alimento”.
Oh, son il cavalleggero dei venti leggeri, leggiadro la defloro in parsimonie di Lei smaniosa che corteggio prima di mimose e poi ad “arrossirla” di spine fragorose. Che fragolina da coglier in “fallo”, quando il languido tramonto s’eleva… a gaudio di me il Gallo l’alla(r)gante e di lingua nell’inguine aleatoria. Sì, bretone come i racconti medioevali di Artù, sfodero la spada fra i delinquenti, smalto le unghie d’avvinghiarle su girandola in ormonal ghiandola, e la forgio tergente nel detergerla acquosa con effervescenza di metallo pesante a pesce sgusciato. Premendo anche alla santa, che m’inquisirà ma, maledetto, altre inietterò da “Lancillotto”. Amante imbattibile che ruba Ginevra al suo miglior amico, scevro d’ogni fedeltà coniugale per mirar di “tiro” appunt(it)o su Ginevra d’arco sfrecciante. Ficcantissimo di bersaglio con Lei che, godendo tra la foresta di sveltina e il suo sbrogliato cespuglio, si spoglia di tutti i bavagli mentre l’arciere la cinge, lo intinge, l’abbraccia di bracieri caldi e lo “estingue” quando nitrisce sempre Ginevra di culo fatto a strisce nel ragliar’ come la Fata Morgana che si china a mo’ di Turchina nelle storie tese d’inchini a Lancillotto, figlio di puttana traditore e gran di nason da Pinocchio inculato alle ottiche di Balanzone. Ché Lancillotto è uccello picchio, orologio a cucù t’incul’.
Elio, Dio del vento, preferisco le Eolie, isole felici ove le spiaggianti puoi spalmare d’olio, ergendo il tuo Bronzo di Riace nel Ricino rancoroso dei fegati fottuti d’ancore (eh sì, quanti rancori) att(r)accate e daglielo ancora. Io pretendo… l’oro e non gli argenti. Berlusconi è passato da Arcore ai ferri corti.
All’Argentario schizza  il “bagnino” che nuota come un gabbiano a salutar i vostri frustrati dromedari “sollazzati”.
Io do aria di scirocco anche fra l’Antartide su eschimesi donne “a mandorla” che di glup dentro l’iglù aizzan la mia “gru” d’orso polare nel riscaldarle dai raffreddori e dai mariti “surgelati” mentre sgranocchio culi di mandolino fra i vostri spergiuri da mandarmi a fanculo.  Eh sì, mandarini. Ove infatti sto. Benissimo di pene.
Infernale t’infiammo, mentre tu ti lamenti da tanta carne senz’arrosto e già fosti nel fumo dei tutti infornati furono sul mio fornicante. Ah, rosichi di formicolio. Pigliatevi i formaggi, miei topolini, io lo sforno e Lei gode a lievitarmelo di “sformato”. Ecco la formica che scopa anche Vera Farmiga, ribaltandola  di scrivania e divano sul Departed del mio cazzo “partito” a razzo fra gli spari. Di ruzzole son lazo nei rodei rotanti del mio matto cavallin’ appunto matador anche di corrida incornante.
Tutte io domo, tranne le vecchiette scaramantiche che m’ammoniscon di cornetti e “coroncine”. Son acide e non più aromatiche. Bestemmiano Dio e la Madonna! Eh, si sa, se nessun uomo te lo dona, allora sii pentita e dalle labbra pendi del Papa.
Di tutto Cor’ scorrazzerò a incoraggiarlo d’amido e “ammoniaca”, Demonio e anche “cagnolino” sguinzagliato a Crudelia De Monattrazione fatale d’una Glenn Close niente male. Sì, molto buona ancora di atipica femminilità cattiva da invero gattona.
Glenn sembra un Uomo eppur le tette son sempre state il suo pezzo di figa anomala.
Androgina vaginona un po’ milf e un po’ cagna d’attrice sopravvalutata e soprattutto deve stare dentro con Lei sotto.
Perché penetrando entra appunt(it)o nell’antro e avanti un’altra.

Un Ferragosto come un altro, né più né meno, manco un pompino, sono chiuse anche le pompe di benzina

Giro per la città, rincaso e son ancora le undici di mattina quando a Rimini stan tutti di culo all’aria nel “nudismo” dopo un’an(n)o davvero “duro” e “lavorativo”. Sì, non fanno un cazzo eppur guadagnano.
Prendi quel “direttore”. Sta lì nell’ufficio del (tele)comando, controlla di monitor gli impiegati mentre passa il Tempo fra uno spiegazzar i quotidiani e una sotto il tavolo che glielo morde ma non lo piega, perché chi sta su è sempre a inferiore che “spacca”.
Poi, feroce aggredisce gli impiegati al mobbing del “Se non tornano i conti, licenziamento in tronco… comunque quell’inserviente potrebbe tornar all’utile del modello 740 su 90-60-90 con dichiarazione senza redditi su suo reggipetto formato va rifatta di fotocopia sul desk al(la) top(a)”.
Già, il direttore del cazzo non indossa mai pantaloni con le toppe. Se la macchiolin cade lì, poi è “evidenziatore”. il bianchetto?
Meglio il velluto, è nato con la camicia. Vai tu quadro inquadrato a righe! Attento alla ruga!
Verso Mezzogiorno, come “alti” son orientati quelli… a Riccione fra le riccissime umide in calore, “spellate” di protezione “solare” nel dopobarba del “topo” da spiaggia, appunto, il mio telefono squilla.
No, nessuna squillo floreale. Un depresso come me che vorrebbe lo aiutassi a pubblicare un libro sulla fauna e sulle “farfalle”.
Provo a spingerlo… ma la butta sul paesaggistico. Già, lo sfondo aiuta se non (la) sfondi.
Comunque, in questo Ferragosto “che caldo fa e la Luna è un girarrosto”…, più che altro né Domenica né mica tanto di minchia, solo du’ palle (s)gonfiate a “materassino” di “menarmelo” annoiato-annodatissimo-loffio e di “cuffiette” casalinghe, meditai su come far l’amore con una “tedesca” buttandola sull’approccio da trecce bionde. Musichetta. Sono oca!
Ottenni una “tresca”, una mora che mi uccise solo con la morra cinese di sfottò sulla mia mano morta, ma il quiz è “ammorbidente”, tendente al sereno variabile previo “precipitazioni”. Sì, prevedo grandine e nessuna “granita” intesa in lato “seno” e neppur B ma solo “a sfera” di BIC. Caz’.
1) Un ragazzo, dinanzi a te, scoppia e la voglia di assonanze del verbo “orale” fan presto a sboccar di volgarità “sicula”. Che limoni? Vedo solo che monti uno che spruzza sui tuoi pompelmi. Mah, solita merda. Meglio la mia melma. Almeno, la marmellata “fatta in casa” è scontata e non devi pagarle l’aranciata.
2) Insicuro lo fui, adesso fumo per affievolire le infamie delle mie (s)fighe. Talvolta, ho fame per secchezza di bocca(le). E poco appunto sbocco. Scopo a terra come metodo rilassante del misurarla nei miei centimetri non andati a taglia di una da baciar di pizzetto al mio trancio. Mi pulisco i baffetti. Dammi un buffetto. Sono buffo per pasticcini da buffet?
3) Tranciami, se vuoi questo. Oggi son bontà a te apparecchiata di gourmet da gatto, domani sparviero e con le forbici per recidere il polsino da tennista sballato, gasato e completamente di fusa ad affusolato solo per un “rovescio vincente”. Quindi, il piatto scotta, i piselli non son cotti al prosciutto, potrei raffreddarmi e tu non sei da brodini, bavette, pappette e amanti col pannolino d’imboccarli nel liofilizzato. Aizza la forchetta nella panna, sii dolce e delicata, punta dritto al Cuore e mangialo a voluttà. Chi più ci dà, chi più è assetato. Speriamo in tovaglioli di seta.
4) Davanti a una bionda come te, dimentico le birre nel frigo e ti offro un vino del Chianti, famoso luogo ove Depardieu è chef alla francesina. Sì, quello francese è meglio. Più elegante nonostante il Bergerac e la panza. Gli italiani non sanno corteggiare. In Francia, c’è più Spagna di zuppa inglese. Fidati. Anche se i liquori, a malincuore del languor da guru troppo bagnato di mio ghiro, sanno che lo zabaione è scaduto. Facciamo un altro gir(in)o come Richard Gere. Tu sei, come dico io, una che, prima di gustartela, vuoi i panegirici e i ghirigori.
Sei da Giorgio Gori. Meglio Cecchi Pa(v)one. Se devi scegliere un idiota, meglio optare per uno più scemo. Che aquile di aquiloni!
5) Qual è il tuo attore preferito? Dimmi che sono io e muterò camaleontico come De Niro per interpretare la parte che più si confà all’adattamento. Bussa alla mia porticina, lasciami lasciva il copione. Senti che scie di “ripassatina”. Che passerino…
6) Sono Woody Allen? Sì, ho sempre preferito l’originale Zelig ai cabaret con Vanessa Incontrada. Anche se m’eclisserei sul suo seno vulcanico. Pentendomi di essere stato timido e non averlo mostrato per ciò che avrebbe voluto sapere ma non osai chiederla di osé. Forza, fai come Vanessa. Acqua e sapone. Il rossetto ci sta però. Sbavo per le tue pere.
7) Amo le donne, ma tu sei molto di più. Quindi, passo ora dall’amore all’odiarmi.
8) Otto più uno quanto fa? La prova del nove? Meglio sette per sette fa 69? No, fa venti in meno, quelli che dimostro anche se il mio cervello è pari ad Einstein nei 33 da povero Cristo. Come la vedi? Saranno cazzi.
Come i trentini che andarono a Trento trotterellando e sotto la panca la capra crepa.
9) Hai figli? Sì. Mi faranno il culo.
Ho imparato a giocare alla Playstation da quattro anni, loro saran più avanti di me a piazzarmelo. Fidati. Le nuove generazioni sono nel nostro didietro. La vita è un videogame. Se non la programmi subito, come puoi chiedere un lavoro da programmatore? Oggi, se non sai programmare, diventa un ologramma. E il genital organo dove cazzo va? In televisione, assieme alle ochette nel balletto che tutti applaudono.
Sì, la Tv condiziona ma poi si fan quelli loro. Meglio se “reali” nel Garko di fiction.
10) Sei bellissima. Tutto qua. Il resto è una cazzata. Ma dovevo dirtela.
Anche se dartelo mi pare bruttissimo. Suona diretto, suonerebbe magnifico se sfilassi la tua gonna attillatissima. Faccio schifo? No, solo da quando sono nato.
Bacio. Andiamo in gelateria?
Io lecco quello crema e nocciola, tu quello dello yogurtiere. Sì, fa più “stracciatella”.
Comunque, secondo me quel cioccolato è un merdoso. E poi non è neanche nero.
Poteva venir buono alle “bone”. Come Denzel Washington. Recita ottimamente, soprattutto con Eva Mendes di Training Day. Salutami tua sorella.
Sì, un altro Ferragosto in pantofole. A guardare un film del cazzo.

Un sacco bello e sacchi di merda

Qui, Verdone spacca. Aiuta l’amico culatone a prenderlo nel culo in senso metaforico a mo’ di Sorpasso perché lo spinge troppo e l’amico non impazzisce, si sfinisce perché è passato col semaforo sul verde per troppi an(n)i.

Sì, gli amici servono nel momento del bisogno. Ad esempio, un mio amico bisonte fa sempre i suoi bisogni all’aria aperta e di “aiuole” piscia in testa da sessualità pornografica. Ce la diciamo? Più che pervertito, è un invertebrato. Quelle su cui piscia sono le tartarughe dei suoi addominali palestrati in senso asimmetrico al cervello bacato, con “tendenza” all’edonismo onanista nel “marsupio” delle palle rinforzate con del cotine…
idrofilo.
Comunque infila… se stesso, ed è un gran filantropo. Viene da me e mi dice “Sei solo un figlio di puttana come tutti. Sappi che ogni madre è stata con uno come te da zucchero filato”.

Rimango di stucco, penso che sia meglio il più analfabeta muratore di tal “a cul… scultoreo”.
Acculturatissimo, quasi “fine”. Tanto che mi vuol affinare.

“Quella è una troia. Ne sei innamorato. Fidati, ti tradisce con me… nelle mie fantasie, quindi so cosa vuole dalla vita. Proprio un cazzo”.

Capisco che gli amici sono gelosi anche quando lecchi un gelato. Sì, c’è sempre qualcuno che è montato e pensa di succhiarti a immagine del suo stecchino.

Di mio, posso garantire un co(r) Algida e semmai Sammontana. Tu credo invece sia stato sormontato.

E dire che volevi fare il mio bene. Io ho fatto il tuo pene e ora siamo fottuti come tutti.

Sì, la società oggi ficca te, domani me no.

Anche perché non ci sono. Sono dietro nell’avanti-alt-o.
Ciao…
Comunque, è meglio un Ferragosto a Viareggio che una maschera che vaneggia.
Io non ho questo problema. Sono il carro funebre.
Ho perso un altro contatto su Facebook. Lo chiamavo “L’origano dell’organo un po’ indeciso se entrare o farsi penetrare”. Lui si dichiara poeta. Di mio, credo sia un pio. Anche se ama sotto i pini.
Più che gaio lo fa anche nella ghiaia.

Sì, la gente è ipocrita. E io generalizzo da comandante… Gli omosessuali fanno i raffinati ma poi sono i primi appunto a sbattertelo là, senza eccezione (di) alcuna. Hanno delle lacune da riempire. Le donne citano i poeti russi, poi tu scrivi loro una poesia da reduce della guerra in Bosnia e ti scrivono “Addio, non voglio un uomo indurito, mi bastavo uno duro”.

Al che, penso a Chris Walken de Il Cacciatore. E sparo in testa a Bob De Niro. Urlandogli: “Ecco la roulette russa. Dammi Meryl Streep e non indurmi al suicidio”.

Diciamocelo. Walken è meglio di De Niro. Anche a letto.
Basta vedere come balla. Da quelle movenze di bacino, capisci che non dà bacini alla Innamorarsi ma maledetto a uccello sfibrarsi. Che poi (si o ti) ammazzi, non son cazzi che ti (ri)guardano.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il sorpasso (1962)
  2. Ferie d’agosto (1996)
  3. Un sacco bello (1980)
  4. Agosto, donne mie non vi conosco (1959)

Nick Nolte è un good thief, fidatevi


15 Aug
Qualitˆ: Originale.  Titolo Del Film: Il Triplo Gioco/ The Good Thief.

Qualitˆ: Originale.
Titolo Del Film: Il Triplo Gioco/ The Good Thief.

Tre film che vedo, vidi a modo mio come vedrò sempre la vi(s)ta, più uno ficcante e non vedrai più nulla, psicopatico!

Ognuno fa dei film un’esperienza sulla base del retaggio culturale, del culo a filtrarli d’emozioni a seconda del grado fortunoso.

Ad esempio, uno guarda Taxi Driver e pensa che il Bickle sia un disadattato “idiota”.
Questo è lo “sguardo” del miope uomo “normale”.

Secondo me, è così il Bickle. Va dritto, lo prende e poi le dà. Il resto è un’esegesi da campagne elettorali allaPalantine.
Diciamocela. Se qualche pappone la combina sporca e macchia le innocenze delle minorenni, taglio il bulbo mio e pure i suoi “peli”…
Sono come Travis. Quando mi giran le pall(ottol)e, la tragedia mi rende un eroe della strada.

Non volevo diventare un eroe, mi hanno costretto.

E va da Dio adesso. Appunto. Come sa Paul Schrader in Martin Scorsese.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Triplo gioco. The good Thief (2002)
    Melville negli occhi “sghembi” d’un platinato Jordan. Sì, Bob è un ladro, un gambler che ha scazzato tutto.
    Compresa la fotografia troppo acquosa da finto figo delle atmosfere di Costa Azzurra. Roba da ricchi alla Paolo Villaggio. Anche dovessi ereditare una grossa cifra da un puttaniere benefattore di Parigi, preferirò donare i miei soldi da Charles Dickens, “illudendo” di grandi speranze i giovani. Fra una troia e un valore, scelgo di donarmi.
    Poi, semmai sbaglio. Regalo i miei “gioielli” a un amico di cui mi fidavo, il quale mi deruberà anche dell’anima appunto. Sghignazzando d’aver sfruttato il maestro a fini “orali” dell’incularlo sotto i baffi e di “occhiolino” nel come dirgli: “Ti ho fregato, mio Montecristo”.Mah, secondo me questo film è tale “esegesi”: Nick Nolte pianifica di svaligiare il casinò, all’ultimo momento ci ripensa. Forse per colpa di Kusturica, uno da zingarate che son diventate di maniera. Quindi, da non prendere sul serio come “confidente”. In quanto ti spelerà d’underground nel gatto nero su tuo “b(i)anco”.
    Kusturica è come Maradona, si è drogato per colpa dei troppi dribbling fenomenali. Alla lunga stancano e sniffano pure robaccia. Nick capisce che i suoi “fedeli” lo tradiranno, li abbandona allo “scippo”, allo scassinamento e si reca ai tavoli da gioco. Assieme alla biondina spronante che, sotto sotto, ci “scopò” un pompino nella dissolvenza a metà del film di “mela”, sequenza di lei vispa a intraveder’ nella “sfocatura”, vince al glande.
    Mentre gli altri ladri vengon beccati in flagranza di reato. Il ratto migliore è Nick, poiché appunto sgattaiolerà con la topina, tutto bello intappato di smoking nel felice smog di prima mattina sulle note di Leonard Cohen.
    La musica di Cohen serve a ribadire i titoli di “coda” ammiccanti: hai rivinto troppo tardi, sei un vecchione, ma almeno non ti sei bruciato come quei giovani rincoglioniti già da strapazzati. I tuoi testicoli son malinconici, eppur spingono liberi mentre loro “cantan” al fresco malconci.
  2. Ocean’s Eleven. Fate il vostro gioco (2001)
    Fa schifo tutta la serie. Poco da opinionare. Mi scoperei solo Zeta-Jones. All’epoca attizzava.
    Il resto ammoscia. Soderbergh a pecora.
  3. Solaris (2002)
    Tornando all’accoppiata con Clooney, Soderbergh si monta la testa e sfida un titano della fantascienza.
    L’esito è la sonnolenza. Più che trascendenze e ricordi orbitanti, du’ palle talvolta risvegliate da Natasha McElhone che però non mostra le mutande. Solo di striscio. Speravo si strusciassero.
    Ma è un amore “metafisico”. Già troppo una figa di “primi piani” e basta. C’era anche il rischio d’annusarla col telescopio.
  4. Non è un paese per vecchi (2007)
    Non ho mai amato questo sopravvalutato. La trama è questa: un pazzo, che non è mai andato dal barbiere, spara all’impazzata, “spettinando” l’ordine di tutte le contee. Tommy Lee Jones non l’acchiapperà perché Bardem inchiappetta tutti. E la racconta “giusta”. In un Mondo ingiusto, questo è il capolavoro che vi meritate.
    Scopre l’acqua calda ma la fa passare per sorgente viva.
    In quell’anno, era meglio premiare Il petroliere. Ho sempre preferito la nerezza del pozzo su stronzo puro al distillato d’Evian evirante e impura da punitore “biblico”.
    Ci vuole Rambo a fottere le stellette.
    La spiegazione è codesta. Confondono un genio traumatizzato per uno scemo e cominciano a torturarlo.
    Gli infliggono altre ferite nella pelle, anche dell’anima, lui si ribella spaventosamente.
    Diventa “pericoloso”.Lo sceriffo viene avvertito… eppure è “tosta” la sua testa di cazzo.
    Continua a ridacchiare, pensando che quel “fuggitivo” sia un decerebrato coglione.Sì, infatti, “in fallo”, nel finale John gli spara nei coglioni.

 

 

Charles Brandt conferma “The Irishman” di Scorsese


14 Aug

Charles Brandt is the author of several noted books including ‘Donnie Brasco: Unfinished Business’, ‘The Right to Remain Silent’ and the hot, New York Times true crime bestseller ‘I Heard You Paint Houses: Frank ‘The Irishman’ Sheeran and Closing the Case on Jimmy Hoffa’ — revealing the activities of the nation’s most notorious crime families. On this ‘ConciergeQ Conversations with Chantal Westerman’, which originally aired on EverydayOpera.com on July 29, 2011, Charles shares his career as the former Chief Deputy Attorney General of Delaware and trial attorney, details about ‘I Heard You Paint Houses’, which is being made into a Martin Scorsese film, starring Robert De Niro, and Al Pacino, Sun Valley, Idaho expertise, and more!

Porcile alla Pasolini!


13 Aug

La Natura irreprimibile dei diversi, osanna nell’alto dei cieli a Pier Paolo Pasolini, come me, un diverso “assassinato”

Prefazione “supponente” e “allineata” all’imbecillità “moderna”: se non vi aggradan le prime righe, passate al grassetto, miei grassoni, numero due perché la Trinità è appunto tre di piedi caprini!

Sono un “triste” profeta in tal società d’idioti, che io soggiogo a dilapidar le loro pellacce malfamate, per via fortunosa di come mi diffamarono!
Per quanto, gente arrogante mi tempestò di offese pesanti, la lor “pressione” scaturì l’effetto contrario.
Dopo anni di preoccupazioni, causate da codesti vili esemplari di scimmie, posso asserire, inserendolo lor nel culo gorillesco, che persevero nell’imperterrita mia strada “dispettosa” e odiosa, spassandomela in questa cittadina giungla. Poiché io gravito nell’altrove degli immaginari in cui “incunearli” con smargiasso risvegliarli dal “Sogna sogna che poi ti metteran nella gogna e neanche una gonna nel metterlo”. Già, nel mentre che sogni, “lei” si sventra con un bue di “danza del ventre”. Attento ai bovari e alle avare. Ave Cesare! Io do a Cesare quel che è mio, cioè un pugno in faccia e una figa “imperiale” da “foro romano” nello spellarla in vesti da gladiatore.
Graffiante, le donnacce più “leonesse” si smaltan le unghie e alle leopardate offro il pessimismo cosmico diLeopardi, recitando a voce del Lato B nel “guardarla” da un’altra malinconica prospettiva.
Sì, Silvia stuzzicò il membro di Giacomo che, da “poeta” castrato a mo’ di Farinelli, scrisse liriche di metrica “sciolta” nella diarrea del fegato macerato nel chi rosica senza il pene nel “lievitar” per una sola(re) rosellina (evirazione e non “levitazione”), stilando cagate “scolastiche” a ricordarci la legge di Murphy traslata di poco uccello “al(le)ato”: se qualche coscia può andar male, ti farai da solo nel “rimembri” da pollo e depressione bipolare un po’ orso Yoghi e poca cremosità da yogurt per lei flessuosa di Yoga.
“Pezzo” contorto eppur  ginnasta contorsionista dell’addominale “bocca-bocca” senza “purè”  da ricordar appunto a (de)mente in memoria, simil Foscolo foschissimo, dei posteri(ori) privi del primitivo “bosco”. Che frutti appassiti! E la banana anche? C’è a consolazione il “tiramisù”.
Son pargoletto alla Pascoli di onomatopea alle topine. Addolorato per tali Madonnine che ogni giorno ne sverginano una cinquantina, salvo confessarsi per “Domani c’è-n’è un altro, la figa va avanti” nel darla via col vento alla Rossella.Ah ah! O’Hara che, “dorata”, d’orifizio è innamorata del tramontarlo nei solstizi e stanotte li faccio tutti rizzi. Chi è Jessica Rizzo? Che rossa arrapante! Che troia “virginale”. Che vagin’ molto bugiardella… Ah ah, cara Rossella.
Il rossetto è il marchio del tuo Peccato. Indossi pantaloni “eleganti” di marca, eppur sbava…
Diciamocelo, una stronza da “strozzapreti”. Ecco il “lebbroso” ai tuoi labbroni. Ecco la “lampada” di Ala(di)no!
Dormono, assopiti tutti dal buonismo formato famiglia su Station Wagon variabile a seconda del grado d’imborghesimento. Accalorati in pantofole sul “Varietà” abitudinario. Un Tempo a monopolio della Carrà Raffaella, poi la Cuccarini per la “casalingua” della cucina più amata dagli italiani da Fantozzi.
Io “strombazzo” nel traffico a clacson “luciferino” in tal vociferar vostro da nuovi mostri.
Sviando per la vi(t)a traversa che se ne frega delle pneumatiche e sgomma con tanto di spiaccicarti il bubble gum, mia ragazzina bombastica di tette rifatte. Guarda come discola sei ora sotto “orali” scoppi del motor “trombante”. Io credo nei dischi volanti. Ah ah! Alienandomi!
Sì, il tuo tamarro ti riverisce di partite domenicali con tanto di pranzo “rilassante” nel divano festivo da perdente-anale che tifa Ronaldo-insaccante!. Ha sfondato le calze a rete! D’anelli ti (se)vizia nell’esistenza sadomasochistica del sospirato… “Tredici” e intanto non tira neanche di “crocetta”. Sì, mastica quel “gommone” di vincita a Riccione, il materassino è gonfio di vasi dilatatori da torelli “balistici” e un fornicarti, previo aborto, nel “fornello” su fiammiferi per cannette di cenette con tanto d’orgetta. Sciacquetta, usa il detersivo se vuoi “(t)ergerlo”.
I panni-piatti sporchi vengon… meglio col “limone”. Acido! Ché tanto va così di tergicristallo spermatico nel televisoreHD al plasma, ove deve “andare” il  porcile del tutti “lieti” intonati al catodico delle liofilizzate schifezze e poi “dolci” come il latte dinanzi al direttore d’azienda, miei impiegati, a novanta di “spiegazione” sottomessa-segretaria-in gran segreto caporale sodomita, con la giacca delle cravatte frust(r)ate sull’ovatte dell’amplesso da fessacchiotti dopo le messe “sacre” al pentimento “Se così poche Maria mi scagioneranno, sarà un Rosario d’altro tradimento al marito”. Rosario, il mariuolo “affascinante” che buca con gli occhi languidi per lo “scioglimento” nascosto da laureato con lode e “aureola”. E le scugnizze fotte per “romanticismi” alla Daniele Pino… “Silvestre”. Si chiama “Me-lo-dia!”.
Ah, dopo il lavoretto, un bicchierino d’aperitivo, forse una troietta da mal adocchiare di sottecchi per la gonnella “traspirante” il sognarla in sfacciata “trasparenza” mascherata dalle cortesie alla “signora”, nel desiderarle che desini per orgasmi da asini.
Lei è più scema di te, potrebbe starci la coppia di “bastoni”.
Una scopa e una briscolina, una bevutina e una di poppe appunto in Tv se manca l’accoppiamento per svuotarloquando la moglie è in vacanza su Michelle Hunziker, la Marilyn Monroe del cazzo. Dai, ecco la bionda birra per la straniera 3 per 2 stronzate la rendon famosa nell’Italietta denudata. “Faccela vede’, faccela di faccina!!”, urla il medio “alzato” nel “Fuck you” gastrico e appunto nostrano. Poi, non la vede e si dà al veggente Nostradamus.
La voce della “Provvidenza” in caso d’oroscopi non scopanti al “gemellaggio” da stadio.
Ricorda che devi “imbiancare”. La casetta va lustrata in previsione meteorologica del Settembre più arrugginente.
D’acquaragia, coraggio, pulisci e spolvera, il parroco “verrà” a benedire e dev’esser tutto in ordine per la puttana(ta) del Paradiso.

Credo nell’Altissimo quando t’entra caldissimo, punendoti se non porgi l’altra guancia all’amico del giaguaro, un impostore Giuda come te, che se ne sbatte di Via Crucis. Con prima “inchiodarla” e poi sanguinante torturarsi diPassione!

Credo in Mario Brega che è comunista così e ti urla “Ah zoccoletta?! Fascio a me?!”.
Credo in Massimo Troisi e Benigni Roberto di Non ci resta che piangere. Su Massimo che fa il “buono” finto tonto ma, all’ennesimo “Sì… ma in quanti siete? Cosa portate? Un fiorino”,  ti manda a fanculo.

In questo Credo, credo che Apollo Creed non doveva sfidare la seconda volta Rocky Balboa perché lo fece nero.
Come il carbone.
Lo polverizzerò.
Credo in me, Stefanino che ti fa ano al cambiamento delle tue palle da fascista!
Ecco il mio daino. Come lo vedi… il danno!?
Dai, picchia più forte la prossima volta.
Ecco il Bambi che ti ha incornato! Fa male? No, non sparare ai cervi! Idiota!

Ecco la “corona di spine!”. Ahia. Ci ammazzerà? No, solo mazzate! Ma tante, panzone!

 
2) Introduzione indagatoria nelle menti criminose di poveri “Diabolik” al mio Lupin da Prova a prendermi alla DiCaprio…

nello Spielberg di Hook, quindi con finale carpe diem e “ca(r)pisci” adesso Uncino il senso della vita, tu che disdegnasti la setta dei poeti estinti per “svezzarli” al tuo mai(ale) attimo fuggente d’adulto bavoso, desideroso che presto “trombasse” per  (di)venir… trombone come te, nostro ribadiamolo panzone?

Stamattina, di “atimia” molto “affettiva” verso costoro che farò presto a fette (eh sì… quelle biscottate son da marmellata con tanto di “cereali” inzuppati ai cervellini della “colazione dei campioni”), di tutto “Cuore” come il libro diDe Amicis Edmondo “pedagogo” a tali immondi(zie), ho telefonato a un’agenzia investigativa di Bologna.
Risponde un gentile signore, e gli illustro pazientemente il “caso”.
Egli replica che può agire soltanto se esistono elementi giuridici per poter così procedere col rintraccio.

“Sì, eccome. Una causa dibattuta in tribunale. Fra l’altro, il contenzioso è tutt’ora leggerissimamente aperto”.

Mi domanda se gli atti dei verbali depongono, alla luce dei fatti (e di tal “falli”) a mio favore.

Di mio, confermo che, sulla base del processo giudiziario, dell’eclatante ingiustizia riconosciuta da psichiatri e medici affini, dopo un logorante “percorso riabilitativo” assolutamente inutile quanto altresì agghiacciante, sì, tutte le prove adesso “convergono” a mia ragione sfacciata, da risarcire in modo assai “lesivo” contro chi, per “scherzaccio”, combinò uno scandalo del quale ho già provveduto, con l’esposto del mio avvocato, a informare gli organi deputati affinché chi ha sbagliato, comprese “perizie” fatte con lo stampino e “all’acqua di rose”, paghi. E anche in maniera assai onerosa e altrettanto dannosa.
Certosina e non ci saran cerotti a tenerli.

Dopo una mezz’oretta di conversazione, mi “confida” il suo segreto indirizzo di posta elettronica, gli chiedo la cifra forfettaria a “titolo” informativo, e lui, sempre con molta signorilità egregia e distint(iv)o, mi rassicura che, se il “wanted” della sua “Ricerca” vive ancora nei miei dintorni, il prezzo da pagare… è abbastanza basso.
Ci salutiamo…

 

3) Chi la fa (s)porca, non può scopare tanto di bugie corte, e presto non l’allungherà… neanche di sue “bestiali” scopate… Ecco, il “brindisi”. “Allegria”, ci troviamo dinanzi a La Morte Rossa di Edgar Allan Poe, vossignorie di tante cene dei cretini…
Il cremisi!

Il criceto, come Max Cady, svelto si vendicherà supermonista. Sì, come Cady è passato in fretta dalle avventure del Leprotto alla “Giurisprudenza” contro gli imprudenti che s’accanirono “legulei” perché infastiditi da un “pruriginoso” che andava “obbligato” alla “legge” della “figa”

Ecco, annotate di carta e penna, miei lupacchiotti, codesti nomi “anonimi”.

Recandovi in Internet, troverete la tesi di “laurea” d’uno di ta(g)li “istruttivi”. Uno dei “distruttori” delle vite diverse. Sicuramente dalla sua faccia da “culo”.

Dopo un’adolescenza “brillante” da scolaro “classico”, dopo averlo “scolato”… di “olive ascolane” a tutte le ragazzine dei “professionali”, detti anche pompini della già scuola “superiore”, quindi ricattatoria per le ricotte, apprendiamo (sì, ancor le sue lo “apprendono”…) con “apprensione” che codesto “dottore” s’è “specializzato” in Scienze Politiche con un “trattato” intitolato “… Il buddhsimo attivo”…

Adesso, vive in Belgio, dopo tante vacanze estive ad Amsterdam, ove si drogava nel suo canale di “scolo”, appunto, con tutte le “reincarnate” Escort straniere, molto a lui “passive” di passerine scottate. E gliela diedero senza sconti.

Adesso, scorda quei momenti “acerbi” e quelle “uvette” passeggere. Passeggia “stimato” e di “amor raffinato”.

Davvero, un “educato”.

Con tanto ancor di reverenza e “inchino”. Il bifronte bisontino e unto(re) è forse oggi sposato con una “girasole” che ha strappato, di “fiore”, nei cavolfiori di Bruxelles?

Eh sì, quest’uccellino ha messo le radici. In “pianta” stabile, come si suol dire.

Ma gli porrei questo dubbio: “Criminale, tu la storia la sai… è uno degli esami più importanti per ottenere la lode… e come mai mentisti nel continuar a dar del demente a uno come me?”.

Rimane senza parole. Scioccato, forse “appiccicato?”. Sì, non s’è pulito il prepuzio. Che qualcuno gliel’abbia reciso?

Degli altri, già v’ho narrato. Sì, una violenza inenarrabile, dunque fate voi. Ah, sempre per la question della fata! Ma vaffanculo, a te, alla fava e alle fragoline! Mezze calzette! Ecco il cazzone!

Uccideteli!

Così sia scritto. Come si suol “dare”, “è andata così”.

Che ora la paura non vi fa dormir’…

Già… se qualcuno di voi avrà gli “attributi” per indagar in profondità… su tale orribile vicenda, scoprirà che il cognome, di cui ho parlato, fa assonanza proprio con OPG.

Ma in fondo non è lui il colpevole. Solo un altro stronzo, edonista sacco di merda.

Perché è sul vero criminale che l’investigatore deve puntare…
Ecco il dito…

Lui ancor ridacchia e sbeffeggia con un “L’hai preso in culo, troppo tardi pensare alle vendette”.

E io, con enorme calma, a sangue freddo “annuisco” un tremendo, glaciale: “Non credo in  Dio. L’Inferno non punisce i mostri perché non esiste l’aldilà… delle atrocità in questa nostra aberrantissima società. Come si può pretendere che esista una giustizia divina? Però, toglimi una curiosità mio quaquaraqua. Quando ti guardi allo specchio e la prendi per il collo, qualche volta vedi me nel riflesso a tua ugola nel timor che ti decolli?”.

E ci rimane secco. Quasi quasi da “orgasmo”.

Già, è “venuto”… tutto a galla.

Insomma, porci da galera.

Sono cattivo? No, ho imparato a ragionare come i deficienti.
Adesso non sono contenti?
Che pensavano? Che mi sarei adattato a una vita da ragioniere su cui ancora accanirsi?

No, scrittore son artista. E agli affaristi, che falsifica(ro)no, falcio di questa calcolatrice. Si chiama truce oppure attricetta che raccomandi? Non lo so, mi raccomando, attento a spingerla bene.
Potrebbe denunciarti e mostrare le tue vergogne.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Porcile (1969)

  1. Non ci resta che piangere (1984)
  2. Rocky II (1979)

Federico Frusciante vs Falotico Stefano alla Clint Eastwood


12 Aug

Le avventure di Clint Eastwood che si avventurò nella videoteca “Videodrome” di Federico Frusciante, scovando i lupi in compagnia di Carpenter

Su Facebook, appare un’immagine dal “nulla”. Sedda e Frusciante “a braccetto” nella videoteca gestita con far “mitomane” da Federico.
La foto è inequivocabile, allarmante, “segnaletica”. Tanto da risvegliare Callaghan dal suo letargo pesante.

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2013/08/federico-videodrome-frusciante-e-francesco-sedda-uomini-non-da-caffettino-segafredo/

Tale foto è incontrovertibile, d’adocchiar per non prender più sonno… e da dedicarle una descrizione secca come il Cinema del Clint.

“Ri-tagliando” i due characters “con l’accetta”, come si suol dire quando non si approfondiscono le sfumature psicologiche dei protagonisti.

Già. Qui assistiamo a due irriducibili cinefili con tendenza incurabile al nerd. Eppure hanno il loro effetto. Uno floreale, l’altro cupo su barba carismatica di sex appeal in jeans secchi.

Il pomeriggio è tardo, il Clint non domo si sveglia dal dormicchiarla. Si reca in quel della Stazione Centrale e ordina una Freccia per recarsi in quel di Livorno.
Arrivo previsto prima dell’orario di chiusura. Previo ritardo, dovuto al freno a mano di una vecchia nello scompartimento “Malinconie a vapore della senile senza più sedile posteriore di quando godevo senza santini a consolazione”, Clint scende dal treno, chiede informazioni in merito al luogo “maledetto” ove, durante i giorni feriali, Frusciante staziona anche di videorecensioni un po’ nel tirarsela.
Ferma una tizia sulla quarantina con tettone da toscanaccia alla “Maremma maiala!”. Lei spalanca gli occhi, Clint “sgrana” il fucile dell’occhiolino e lei la spara fredda. “imbracciando” qualcosa d’indecifrabile che non rispetta l’italiano:

“La giri a sinistra, la vada in vetta alla strada e la si ritroverà in capo”.

Clint non capisce un cazzo di questo semi-dialetto “dantesco” sciacquato nell’Arno, ma si arrangia lo stesso, mangia un “paninaro” figlio di Pupo e, alla fine, scruta da lontano la scritta lampeggiante un “Videodrome” allucinante.
Luci al neon sì… nella penombra del primo tramonto livornese.

Con passo felpato, Clint molla un ceffone a un ragazzo deficiente già sul “claudicante” di cervello malandato, manda un bacino a una squinzia del baretto lì limitrofo “I toscani aman l’ano e fan baccano con Gianna Nannini”, quindi bussa alla porta.
Ad accoglierlo, di “spioncino”, Federico. Che pronuncia un “Non accogliamo emuli di Eastwood, mio fascista, torni fra i militari”.

Il Clint, provocato, sferra un calcio imprevisto, Frusciante cade a terra frastornato, l’amico Sedda prova a sedar Eastwood “infuocato”.
E, nel parapiglia generale, spunta un tenente dalla volante lì appostata, punta l’arma assieme a un carabiniere a la butta in barzelletta, urlando:

“Evviva Schwarzenegger! Ha capito tutto. Noi rispettosi della Legge, noi di moral guidance ma, in quest’Italietta, mancan i soldi, Dio d’un Giuda ladro!”.

Il Clint dice “Bravo…”, Frusciante riprende in mano Atto di forza e scatta l’applauso.

Le scopate di De Niro


11 Aug

 

Secondo voi, come scopa Robert De Niro? E soprattutto (se ne) fotte anche di prossimi settanta su moglie taglia XL?

Prefazione di gangsbanged!

Uno dei ruoli che sfuggì al Bob, non so se lo sapete, è appunto Bill The Butcher in Gangs of New York, perché era “intrallazzato” con la moglie nella causa per l’affidamento del figlio autistico, salvo poi sposarla di nuovo simil Burton-Taylor e tagliar la testa al toro, non so se al bimbo!

Ah ah!

Detonante!

Buon complean(n)o Robert!

Come da “Cinerepublic”, trovate il mio articolo anche “impostato” di celebrazione ventura ai suoi 70. Sì, quando voglio, vesto ortografia classica, didattica, istruttiva, un po’ come i giornalisti della mutua.
Quando sono Falotico, pretendo la bizzarria. Ché altrimenti ci s’annoia e la libido cala, insomma non col(g)o. T’ho beccato in fallo, come si suol “dare”. Dammela flagrante, e che sia fiamma al mio fiammiferone!
Feromoni. Un “fenomeno”.
Suonato sarai tu ché mi pari sul rincoglionito “tendente”.

Ora, fratelli della congrega, vi siete mai chiesti come scopa Robert?
Ora, altrettanto, mi replicherete “Non ce ne frega un cazzo, badiamo ai nostri…”. Eppur è “affar” vostro perché dagli anni settanta, appunto, a oggi… il suo è fortunato.
Infatti, dovette smaltir la panza dovuta anche al cortisone per il Cancro alla prostata. Maledetti farmaci. Quando uno sta male, c’è una sola cura: il culo. Altro che psicologi, interinali e altri manualetti. Ecco il lavoretto!
Ah ah! Una bella lavata anale!
E il Bob ne ebbe da ve(n)dere ben donde. Quante donne.
Dalla conclamata “prostituta” Shelley Winters che lo raccomandò previo che “la” incanalasse, che schifo… grassa e unta, sin a Uma Thurman.
Sì, quando (p)Uma “sbocciava” di tette meravigliose, roba di “finezza” con tanto di Cannes nello sgambare.
E il Bob a sci(ro)pparla. Scaloppine e che galoppo. Con tanto di gola e groppi alle vecchie a rosicar coi mariti gobbi.

Bob è vecchio ora, ammogliato all’Hightower, pantera nera che ben si addice al suo “neo” senile.
Eppur Grace è sederona.

Comunque sia, v’ha fottuto! E va (s)fatta!

– Salutami tua sorella!
– Perché la conosci?
– No, ma ha conosciuto il mio fra le cosce che vide e succhiò. Si chiama glory hole. Ciao.

Daniel The Butcher sono io! Fuoco e fiato alle trombe!


11 Aug

 

La leggenda del Butcher, l’Uomo che “sbuccia” e succhia le vostre boccucce da banane, miei scimmiotti!
L’ascia contro le bagasce!
La gente s’è scocciata della bontà a tutt’andare, scagliate frecce e bruciate le loro case, appiccate e impiccate, calma piatta e paura a conficcata!
Che confettino eh? Ecco la confettura! La birra “Nastro Azzurro!”.

Terrorizzati, affiniamo le armi. Affinità “muliebri”, misoginia pura. Feroce, van sbranate, che cosa sbraitano?
Io sono il poeta, il “macellaio” delle carni “addolcite” che saccheggio in appuntito arrostirle con bracieri a mia lanterna rossissima, altro che Revenge con Costner e la Stowe. Sono il mohicano e quella va spalmata nel fuoristrada con del burro d’arachidi, d’amplesso gorillesco inculato nei posteriori. Tanti car(at)i, essendo quel culo un pezzo da novanta di gran “bigiotteria”. A rombar di motore scoppiettante nello scoparla di boschi forestali. Deflorazione! Basta con le flore intestinali, mie da gastriti e fegatini! Ecco il lupo al sangue! Agnelline, che taglierino! La fauna pelosa va “disboscata” nella quercia ardimentosa, nei cespugli abbisogna, miei bisonti, aggrovigliar il rovente prepuzio e d’arbusti esserle bellimbusto! Che praterie!
A bastardo poi lasciarla come una cagna, per inseguire altre “delfine” su tal vita da rodeo!
A velocità supersonica, trombo di tuono e col tonno condisco l’insalata anche delle anoressiche scricchiolanti di cavalline. Che “magro”, nuda e cruda di costolette! Delle frustate da frustare col salsicciotto nel carburare di burro e permear di pioggerella come la marmellata granulosa delle fette biscottate.
Inacidito, sì, oleoso son permaloso se gl’idromassaggi schizzan di mia precoce “effervescenza”. Ma io batto il ferro caldissimo, a martello che trivella in pneumatici “vuoti a perderlo”.
Lo sperpero, le sperono, indosso scarponi e m’arrampico sulle loro “sdrucciolevoli”, montagnose e scoscese colline, ché rassodo le lagrimine delle valli e lieto-latteo m’allieto al “cioccolato” svizzero su mio orologio a cucù che “sbecca”, spicca svettante e incula nel lì volar alla Nicholson.
Sono da manicomio, ove sederò nel sedere ogni Fletcher. Ecco la siringa!
Azzardando poi slavine di valanga alla “vaniglia” nell’infernale Quinlan che tutte le Marlene Dietrich striglia! Con tanto di “in sequenza” che plana pian pianino a “mano nella manina”.

Sì, le donne mettono tristezza, si commuovono sempre per i film tristi. Roba tipo Pretty Woman nella Julia Roberts della loro minigonna un po’ vacca e po’ a Richard Gere “il carino” che le “ovatta” da “brave bimbine”. Vai, american gigolò!
Giochicchia Richard, provoca e la farfallina scricchiola. Che scricciolo. Va “scaccolata” la sua depressione, dinoccolandolo a tocchi del profiterole e scandendo allo zabaion’ nel “distillarlo” rosato tendente, se non modererete la foga nelle fighe di Savoiardi, arrossato sul rossetto sbavato.
Ah ah. Van “sbrindellate”, di brillante “affogarlo” e infilate andran sciancate dell’infilzata.

Ma sì, ci vuole un cazzo senza tenuta stagn((ol)a, basta con queste lagne. Tu, idiota, vai a “stirar” la lana, voglio la coperta di Luna sottosopra. La imbocco io di “termosifone” con tanto d’unghie da Wolfman.

Queste donne coi figli a carico. Dovete caricarli subito di “cascate” e non condurli a guardare Madagascar. Cartone animato d’accartocciare in quanto fa cagar’! Cascamorti ipocriti! Vi stupro i coglioni, che siete, a morsi.
Senti, puttana: “Ti strappo il mascara, ti riempio di denso mascarpone e la frutta sarà una mela o una macedonia?”. Sì, finché c’è zuppa va il pen bagnato.
Tanto queste sono tutte “languide” e liquorose. La linguaccia! Ecco il Grand Marnier, di marca “pregiata”, come sfregio io d’insaporirlo liquido neanche il cappuccino più cremoso. Io stuzzico dolcissimo nell’agre imbiondarlo su uve di mia vigna aggrappata ai grappoli che digradano poi in altre vagine di-vine.
E “stappo” ogni topa anche in cantina, dando alla candida un vinello d’ubriache finte e alla dura zoccola una mentina su piantagioni di “zucchero”. Ecco la canna!
Ecco lo spinello, avvocaticchio! Ecco la pipa, psichiatrello! Ecco il vasino, bevilo tutto!

Viviamo nel 2013 e queste ancora son delle patite di Top Gun. Ecco lo Sputnik con tanto di ingoia e sputa. Ecco il razzo sulla rampa di “slaccio”.
Accordami il decollar del tuo Concorde e vedrai che corde vocali! Sparirà come un Ghost! Sono il Cancro!
Sì, sono un “mostro”, e me ne fotto! Se uno viene da me e vuole punirmi per tale “esecrabile” mio “gesticolarle”, gli prendo i testicoli e li faccio al roast beef, dando poi la carne ai porci!

Me ne sbatto, di mio faccio un cazzo! E così dev’esser scopata. Senza cazzi da lavoratori della minchia!
Ecco il lavoro. Al tuo culo. E piglialo “al volo”. Altrimenti, altro “turbo”.
Hai colto? No, non hai i riflessi pronti. Questo sgozzarti invece fa sgolare? No? Allora, ci vuol lo “spago”. Panzone, tracanna e ciuccia la cannuccia di tal “cannolo” penzolante!

Eccoti servito il dessert, faccia di merda.

E te lo sei andato a cercare!

Ordine erotico perentorio
“Donna, fammi vedere il seno, va insinuato subito. Perentoriamente al mot(t)o perpetuo del balistico imperialismo. Avanti, non aspetterò una puttana in più”.

Scandal, il caso The Canyons


11 Aug

Lo scandalo del prossimo an(n)o. Preferisco i miei sandali, anche se non sono Passion nel peplum alla Mel Gibson ma Mad Max però di “saldatore” alle troie e ai loro tori, in quanto “interceptor”

Fratelli della congrega, ivi riuniti in triste meditazione che però ci sarà saggezza al fin di divenire oltre tal sciocchezza ch’è la società “contemporanea”.

La predica di codesto dì è questa qui, intitolata così…

Non piangere sul latte versato, noi versiamo il canone della Rai, ma siam vessati dalle “verghe” di tal taglientissimo, agghiacciante verismo odierno alla Giovanni Verga, ove i fratelli s’accoltellan’ e anche Mascagni vien trattato da ca(g)nino!

Guardate il Maestro! Fatevi schifo se non scagliaste la prima pietra! V’impietrirono per colpa di San Pietro. Cazzo!
Un farabutto, lo fu, lo sei… Io la so…! Pietro andava a puttane e ora ha la “chiave” del Paradiso. Aveva ragione Lucifero a farsi i cazzi suoi! Pietro imbrogliò di atti apostolici come in Parlamento! A Chigi ci vuol questo “servigio”, il saltimbanco tra la Carfagna “infognata” e Monti a novanta!
Per an(n)i il “Cinema” italiano è stato porco. Con Tinto Brass a spacciarsi per cineasta. E ora ben gli stan le nostre aste a canestro del suo culooo!
Canaste, canaglie, noi siam vampiri e non c’abbattere con l’aglio. Che vuoi tagliare? Ecco il rastrello al tuo asino che raglia!
Ecco cosa merita Stefania Sandrelli!  Un eBay su miei colpi al “buio”.

Perfino il calvo calvinista sceneggiatore di Scorsese, Paul…, s’è corrotto nell’hardcore “ludico”.
Prima era morale, ora è voyeur dei rapporti orali, completi e appunto anali! The Canyons!

Mi accorgo, a malincuore, che le mie rivelazioni si sono profetizzate. Il Mondo di oggi è l’ebetudine fatta a stampo degli stolti, perfino Paul Schrader appunto si è dato al porno con James Deen. Mi tengo tutta la mia “gioventù bruciata”. Il resto mi sembra una rehab da Lindsay Lohan.
Zoccola!

Sono il cane Rin Tin Tin che abbaia alle top(ai)e, perdindirindina! Basta con queste biondine! Tu sei il perdente! E ti faccio… imbrunire a calante, non “colante”, su collare nel tramonto di montarti!
E pagherai con tanto di frantumati denti! Ecco il demented!

Questa società, sì, ha rotto le palle. Va spappolata! Ecco il “mascellone” deragliato!

Arrivata la botta? Com’è? Tremenda? Una “Figata!”. No, te lo ficco e ti spacco pure la faccia da “figo”.

Mi tengo il vero Dean, non questi puttanieri per le ragazzine e le milf.

Dunque, vaffanculo!

Sono un Taxi Driver, il resto mi par una boiata!

Ah ah, le donne non voglion esser carne da macello e si “pentono” nelle clausure. Ma se non la danno in fretta e “furia”, gli uccelli si stancano e poi van solo a mangiare carne d’agnello ordinata alla macelleria.
Sì, a Est ti castrano, i castrati sono a sud fra piedi sudati, tua sorella è sorca, a Nord ci son le scandinave e, scardinando il ghiacciaio, tuo fratello si droga ad Amsterdam sballato.
Io sono il bastardo e bastian contrario nel “bastone”. Io alle tue “a bestia” preferisco dartele di resti.
In quanto i cani arresto, di rustico mangio alla rosticceria.
Altro che dolcetto!

>

Zummi di Floriano Franzetti


10 Aug

Stamattina, incontro Floriano su Facebook. Gli propongo di condividere gentilmente i miei libri su lulu.com e lui, ben fiero, naturalmente m’accorda il favore.
Quindi, secondo scambi amichevoli come si conviene, mi gira il suo corto, “Zummi”.
Attendo l’attimo giusto per vederlo, poi me lo godo in santa pace.
E mi ha notevolmente affascinato, lo reputo geniale. Parola della qual spesso si abusa a sproposito.
Spettralmente, appare un omone con la barbona che pronuncia a voce trionfante una sorta di “epitaffio” spirituale e, in stretto dialetto siciliano, declama quasi la fine del Mondo.
Rivelatorio? Quindi, dopo i “neri” titoli di testa, approdiamo dissolventi in quel di Palermo.
La videocamera elabora il “lutto”. La città è stata invasa dagli zombie.
Già la carestia e la siccità, la disoccupazione e la crisi han morso il respiro della viva terra di Sicilia, qui ubicata nevralgica nel suo capoluogo “vulcanico”.
Adesso, dall’entroterra, spuntano mostri imbattibili.
Stanze asettiche, insetticid’atmosfera “acida”, un irriducibile palermitano DOC che non ci sta. Soprattutto vuol vendicarsi del tanto trombon’ “dottore”, una figura sinistra che, nel suo studio “pregiato” e di medicinali assortiti lobotomizzanti, par dominar da caporale stronzo. Che incarni tutte le origini del Male ribellatosi?
Si urla la rivoluzione, di falce e martello al grido quasi da stadio su magliette calcistiche!
Per rivoltare il sistema. Ma il sistema è “invincibile”. Alla fine, forse solo l’inganno del “potere”.
Il dottore è stato eletto sindaco. Ma parla da solo, da pazzo.
Ad assistere alla sua “tribuna”, in platea, proprio l’attore di teatro che abbiamo visto nell’incipit.
Cala il sipario. E in questo corto si respirano idee folli e “strampalate” degne della vivacità più sanguigna!

Buona (re)visione e ristrutturiamo il Mondo!

Una recensione di Stefano Falotico

Robert De Niro a 70


10 Aug

 

>

Ora, essendo io il portavoce ufficioso del Bob, in vesti di cerimoniere della sua biografia più vera, oso augurargli tal “anniversario” ancor prima che scocchi la Mezzanotte del 17.

Non so se sarà un Venerdì, non credo, leggendo nell’agenda. Mi risulta il giorno successivo.

Comunque sia, sarà lietezza. Noi del De Niro ammiratori estremi, strenui anche quando ultimamente ha vacillato, imbolsito s’è mercificato, di paghe alimentari ha sostenuto il Tribeca Film Festival, non badando sempre alla qualità.

Eppure, infaticabile e stacanovista inguaribile, frenetico monstre del palcoscenico cinematografico, sfodererà altre cartucce. Fors’alcun spuntate, altri grandi film in cui spiccherà come grandioso ce lo ricordavamo?

Il Tempo passa per tutti, scalfisce e rende noi fan avviliti nel triste tramontar dei miti, un po’ sgonfiati, un po’ “decrepiti” eppur forse di nuovi ardori e carisma crepitanti!

Come possiamo osannarlo di Happy Birthday a una settimana di distanza da tal epocal data? A capotavola, soffierà sulle 70 candeline, baciando la moglie Grace Hightower per poi spartir le fette alla combriccola dei suoi, come noi, amici e sostenitori.

Già me lo vedo a Beverly Hills nel “gozzovigliare” di brindisi e panna montata assieme a Sean Penn, non solo friend ma nato anch’egli il diciassette di Agosto, “rimpatriare” con Joe Pesci nel discutere poi, sul divanetto scamosciato, del tanto sospirato e sempre rimandato The Irishman.

Capolavoro annunciato della coppia riunita con Scorsese che però lo Zio fa slittare a “priorità” di più facili commerciabilità. Pacino aspetta da una vita questo Jimmy Hoffa con Marty. Dai dai, affrettatevi. Non c’è alcun minuto da perder o smarriremo un terzetto attoriale da far impallidire ogni fuoco pirotecnico di balli e festa.

Eh sì, scorgo già il Bob dalle frasche di Mulholland Drive a tracannare le medaglie monografiche al valore di un’intera filmografia celeberrima. A bere e danzare per immortal(at)i brii.

Ma, in termini meno “spendaccioni” dei soldi nella sua villa, dei tanti appartamenti (co)sparsi per il Mondo e anche a Como, a New York e ubicarsi così stabile, intoccabile a Los Angeles, Mecca e altissima vetta di nostro adorarlo, come “costellerà” la prossima stagione alle porte?

Con una raffica di pellicole da lasciar secchi. Forse, rimarremo a bocca asciutta perché, almeno dalle previsioni, scarsa roba qualitativa inonderà le nostre sale nonostante la moltitudine di altri suoi camaleontismi in quantità esuberante! Quasi oscena!

Vedremo mai anche da noi Being Flynn? Chissà mai che qualche distributore perlomeno ce lo mostri, ah il mostro sacro qui “barbone”, in straight.

The Big Wedding è andato malissimo in America. Stroncato a iosa sì negli USA, subito gettato e liquidato come trash che neanche fa ridere.

Ma io diffido dalla “Critica” oltre oceano, già quella nostrana mi lascia (a) desiderare… eh eh. Quindi, da vedere, a prescindere!

“Sconvolge” la sua capigliatura cotonata, elettrizzata di Motel, ma mi affascinano le storie di “valigette” misteriose, incentrate sui fuori orario.

E quest’inedita, stramba accoppiata con Cusack m’interessa. Non fosse che sarà una Notte non pallosa, molte pallottole “scorrazzeranno”, e qualche ganza appiccherà il “fuoco”.

Consideriamo pure, e ci mancherebbe American Hustle, persino se comparirà solo per una manciata di minuti, in cameo prestigioso di reminiscenza e omaggio a Casinò. Vedi?

Coincidenze speculari di un David O. Russell appaiabile appunto a Scorsese.

Io scommetto però tutto su Malavita. E la mia convinzione che sarà un ottimo Luc Besson è rinvigorita dopo aver dato più di un’occhiata al trailer italiano.

Un De Niro ancor memore di goodfellas, per un faccia a faccia scarface con Michelle Pfeiffer e un tosto scontro col duro per eccellenza, Tommy Lee Jones il granitico. Si spezzerà. Stavolta ha incontrato un osso marmoreo.

Besson gira una black comedy su tant’azione, umorismo “a puntino” e sparatorie mitraglianti con bazooka ed esplosioni.

Last Vegas appare patetico ma Dan Fogelman è una corrosiva penna. Vedremo se le aspettative minime s’accresceranno di dialoghi ficcanti e “piccanti”.

E poi, last but not leastGrudge Match, di cui sbarcherà prestissimo il primo filmato della Warner.

Esiste già il “provino” in Internet, e questo De Niro appare, di primo “petto” appetitosissimo, in formissima. Da urlo e pugni tonanti.

Da non crederci.

Dunque, tutti in coro “Buon Compleanno Bob!”.

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)