Archive for 2013

Qualcosa è cambiato


26 Aug

Il roboante, mellifluo, imprevedibile, depistante Falotico “calvo” simil Matt Damon di Elysium: look rasato, da “sparatoria marine

Il Falotico si destreggia a cambiar aspetto. Camaleontico nel deniriano imparar dal Maestro della recitazione versatile, oggi in camuffa, domani ammuffito, ieri in cantina, nel Futuro cane da vita urlante, strangolata, recisa, spezzata, amputata eppur mai a puttane e avvinta agli strozzini. Egli “inala” percezioni sensoriali, morbidamente declina nel  Far(sele)West, le sveste di “fondina”, spinge sul grilletto senza più il Grillo che parla fuori luogo non mirando mai al “centro” delle cosce, sorvola le pianure emiliane in totale sfrontatezza di fronte spaziosa, “rugginosa” di semi-rughe con addominali-tartaruga, veloce e non lumaca come voi, il Falotico è lumacone per “aderir” di serpentine fra donne che “invischia” col suo fluidomor(t)ale”, blob che “uccide” nel lasciarle secche, ancor “viscide” sguazzan infatti e in fallo desiderose della bisc(i)a, (s)lavate a centrifuga depurativa d’ogni schizzo residuo. Fa dello squirt un Nesquik, addolcendo le dita in leccante sapore “insaponante” da patatine croccanti alla Fonzie(s), Henry Winkler rinforzato di “pelle” a giubbotto (im)permeabile dei suoi happy days torna(n)ti al meglio. Più di così… non posso d(or)are. Mi paion già troppe queste top(p)e.

Alzo il pollice, su il medio e vai di jukebox. Lei slaccia la gonna e io lecco “giù” d’ugola sempre al primo posto della hit, parade per ogni cicala alla Heather Parisi. Un’altra sbattuta contro la parete, un’altra da “imbiancatura” e tutti voi, di “stucco” e distrutti, mentre Lei a bocca aperta addenta il “pennello”. Smaltando nella variopinta “cappella” del mio Michelangelo molto “indiavolato”.

Sì, sono De Niro di Paradiso perduto eppur ho grandi speranze.

Sono come Jack di Qualcosa è cambiato. Misantropo tendente alla tenerezza che si dà manforte con un cagnolino e una Helen Hunt che gli regge il “moccolo”. Mi fingo misogino, Lei con me non finge, anche se non so se è figa o un mio romanzetto d’amore. Meglio di Greg Kinnear. Anche come checca risulta poco credibile.

Sono sdolcinato, sbuccio il “pelato” e di pelo vizio il lupo.

Consiglio per chi soffre d’alopecia, praticamente tutti i maschi con ormoni non da ermafrodita: prima o poi, i capelli cadono.
Allora, per rinforzarli, bisogna sfoltirli. Attenti col rasoio. Potreste beccare in p(i)en(o) la vostra testa di cazzo e lì saran dolori.
Anche perché “sopra” crescono, in mezzo… una volta “sminuzzato”, ti riman da prenderlo in culo.

A meno che tu non abbia anche una faccia da culo.
A quel “punto” la vedrei nerissima. Cioè, più che nuca, neppure eunuco.
Solo bocchino.

Per la sutura fai affidamento alla sarta. Ella taglia e cuce, oltre non può misurartelo.
Ciao.

“I mercenari 3” sono io, io sono la Legge!


26 Aug

Un Mondo laido di mercenari, evviva il mio “lucernario” da Lucifero”. Dio renda grazie… alla Luce, Dio abbia in gloria l’onore dei miei odori, mai però mercific(c)ati, a cerniere di…

“Cola la cera della candela!”

La nostra è una società di falsi Pater Noster, di minestroni, megere e analfabetismi che, frivoli, la prendon alla  “legger”, di putride sconcezze senza leggi e di acconciature che chiudon la mente e apron la “cena”

Fratelli della congrega, esemplifico ciò che non “figo” reputate “odioso”. In quanto analizzo e mai anal son vizioso! Quindi, preso a testate, anche dai giornalisti privi di testicoli, ripudiato e sputato! Ma chi siete voi per giudicarmi? Sono io che vi macchio!
Di croci tramutate presto in “letizie” per poi altre finta impudicizia ove simulate afflizione per castigar, ipocriti, il vigliacco vostro dentro più bestiale. Che camuffa antri orgiastici e si pavoneggia da “santo” a gastrite con tanto di radiografie e cancrene di “lastra”.
Invero, meticolosamente moralisti, “inquisite” per poi smentirvi nella coscienza. Arrabattandovi in vite arrangiate ove tira… il vento dell’opportunistico carnaio che mutate in metafisiche quando invece vorreste spacciarvi per savi, nel batter la fiacca di facciate “sane”. Sì, per voi la sanità è la bifronte disonestà morale. Tacete i peccati e denudate soltanto l’ambizione sfrenata di mostrarvi “giusti” e “corretti”. Siete mostruosi. Falsità! Evviva sua Maestà! Io!
Amputando invece i valorosi, gli “eretti” e la retta via che proprio io non smarrii neppur nelle “selve”. “(O)scura” tu in quanto oscurantista bugiardo, io schiarisco i dubbi di questa collettiva dissipazione nel dar voce all’umile eppur punitrice “benedizione”. Maledirmi, e di maldicenze, inveir contro di me, non sortirà il sortilegio dell’estrarmi, come desiderate maligni, il sorriso. Incancellabile è schietto e, di franchezza, freme e non lo frenerete.
Rivoltando le verità a uso e “costume” dell’abusarne di “potere” odierno. So che tu sei impotente, eppur t’agghindi nel “lucente” gaudio. Qui, dinanzi a te, l’Uomo che nessun dolore scalfirà. Roccia anche vanitosa e di Luce ariosa.
Ave ai miei felici alveari. Miele son ape e sgranocchio le donne di dolcezza che snocciola poetiche notti calde in sapor mescolante di corpi esasperanti. Al limite del più vertiginoso (s)venir nostro come sempre sverginarci a rinnovati palpiti. Ella che, mordace, inguaina il pen vorace, lo annette al nettare che le “dissanguo” mentre, avvinghiante, succhia fin ai nostri unti “ori” colanti. Barcollante, appena disgiunto, poi “crolla” esangue il mio “bisonte”, stanco di tanto spronarlo, spremuta è in Lei imbevuto. Ubriachezza! Ella s’abbevera alla mia fonte dilettevole, lecca il frutto “proibito” e lo incastra fra voi castrati e colmi di pudore nel tagliarvi sesso aberrante, lordo e senz’affetto da inetti all’origine adamantina dei cuori puri. Noi siamo gli “agnelli”. Eppur abbiamo il bianco uccello! Di-vino! Fra vigne e vive vulve! Evviva!
Ella vien con me che, encomiabile, la domo, la inondo e di lode ancor alluderà per ululanti amplessi sinché Luna giammai albeggi. Aurora o aureola!? Aureo argenta, di lamenti, per cento e una Notte discinte a mio firmamento lucidato!. Sottil, “ingarbugliato”, rosso nel nitrito e nitrato nell’adirarlo vorticoso e rosse ad arrossir. “Appanno” l’Uomo in diluirlo mansueto, di libidini a caramelloso budino, cari bovini. Ah, svaccate ma Lei non vi dona la “spaccata”, ché sa quanto non l’amate eppur volgari la bramaste.
Vi brucerete se sol di Sesso lercio non arderà la fiamma eterna della Passione, come querce secolari radicate a cosce sue che squadrate ma poco atterrate. Scolorirete e nessuna ve lo s-colerà. Eppur d’onanismo vi “colorate” nelle fav(olett)a d’ovatta e fazzoletti, neanche un letto ma, “lieto lieto”, il “flauto” canta da solo nel grigio arcobaleno addolorato, stinto, afflosciato, di cazzo masturbato. Non attecchisce il vostro coltivar futile e, al primo “colpo di fulmine”, abbattuti tutti venite colti da un coitus interruptus proprio quando stava per “tuonare”. Che lutto! Che (a)dorabile!
E non tornerà… fidati. Non “torreggerà” e, a breve, non lo sorreggerai…, mio “pappagallo”.
Ripeti a memoria le pappardelle apprese ma da me sol lo prendi e finirai pappone delle paperine a mangiar la pappina, fra un altro mio dartelo nel popò e il tuo “Papa” a pregar per sperar che “ascenda”. Nessuna pappa il tuo.
Ah, sta sol che scendendo… e il tramonto s’annuncia Notte fonda in nessuna in cui “affondarlo”. Dammi rettamente la schiena e t’entrerà rettilissimo nel retto. “Udirai” un dolor provenir dal ventre, diciam pure che ti sventro.
E ne svesto una per poi “ricoprirla” al massimo dei carati e della cascata fluente di “gioielli” miei a erezion della top(ic)a eiaculazion’. Si chiama adrenalina con in bocca l’acquolina. Tu datti a Jolie Angelina e ad applaudire al tuo Brad Pitt virtuale ma molto di “toccasana” rituali. Che applauso, che st(r)appo al suo brindisi. Mi scocci, non la scosci, e da me uno “scrosciante” d(or)arti.
Rammemorate miei fratelli della congrega. Innamoratevi e siate come me, Al Pacino de L’avvocato del diavolo.
Sono nato figlio di puttana, meglio dei poveri cristi. La loro madre non ha goduto. Porca M… donna!
Lubrificano anche i sogni più ottusi con fantasie a base di oro e di dollari finché ogni essere umano diviene un aspirante imperatore, il suo proprio Dio! E a questo punto dove si va?! E mentre noi ci arrabattiamo da un affareall’altro, chi è che tiene d’occhio il pianeta? L’aria si inquina, l’acqua imputridisce, perfino il miele delle api ha il gusto metallico della radioattività e tutto si deteriora sempre più in fretta. Non c’è modo di riflettere né di prepararsi. Si comprano futuri si vendono futuri dove non c’è nessun futuro. Siamo su un treno impazzito figliolo!

Per quanto mi concerne, mi congedo con questo patto demoniaco: “Meglio la mia patta dei patti chiari e l’amicizia di un amico che l’allungherà nel tradimento da Giuda”.

 

I miei rapporti “sessuali”

“Ciao cara, vorrei leccarti il collo, anche quella vicina al culo, posizionata opposta, circumnavigarla e di solletico nell’inguine esserti lingua a svilupparlo”.

Lei mi dà subito il numero di telefono, io non le do proprio nulla. Le fornisco solo la bolletta del telefono.
Mi aveva contattato per far due “chiacchiere eccitanti”.
Eh sì, la bolletta sale, il bollore non tanto se “lievita” la cornetta. Intesa non nel senso del marito, di parole cornificato, ma del conto di ENEL.
Sì, sono come la “Luce”. Interrompo e lascio al “buio” tutte. All’improvviso. Effetto blackout. Poco gatta nera, molto cazzi amari. Il “mio” si elettrifica, la figa va su tutte le furie. Insomma, tutto si scalda, e finisce con “Buonanotte”.

Lei: – Cazzo, perché fai così? Non si fa. Mi hai illuso! Sei una merda!
Io: – Così è, così la vedo io. Non vedrai quel che volevi vedere. Ciao. Rimani con gli occhiali, servono in caso di perdita di “gradi”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Nulla, solo più seghe, non solo mentali e romanzi mielosi.
  2. Elysium (2013)
    Mi son tagliato i capelli a 3mm come Matt Damon.
    Sembro più inespressivo di Damon. Sono stato bravissimo.
  3. Red 2 (2013)
    Al posto di Morgan Freeman, Anthony Hopkins.
    Non vale un cazzo nero.

Batman è Ben Affleck, Ben è Batman. E Bane non è più contro Bale?


23 Aug

From Warner Bros

 Faccia da culo!
It’s official! Ben Affleck has been cast as Bruce Wayne/Batman in Zack Snyder’s still untitled Superman/Batman sequel to this past summer’s Man of Steel. The announcement was made today by Greg Silverman, President, Creative Development and Worldwide Production, and Sue Kroll, President, Worldwide Marketing and International Distribution, Warner Bros. Pictures. The studio has slated the film to open worldwide on July 17, 2015.

Last month’s surprise announcement of the new movie featuring both Superman and Batman created a wave of excitement and immediately fueled discussion and debate—among fans as well as in the media—about who would put on the cape and cowl of Bruce Wayne’s alter ego.

Snyder successfully re-imagined the origin of Clark Kent/Superman in the worldwide blockbuster Man of Steel, which has earned more than $650 million worldwide to date, and climbing. The director will now create an original vision of Batman and his world for the film that brings the two DC Comics icons together.

Affleck will star opposite Henry Cavill, who will reprise the role of Superman/Clark Kent. The film will also reunite Man of Steel stars Amy Adams, Laurence Fishburne and Diane Lane.

In the announcement, Silverman stated, “We knew we needed an extraordinary actor to take on one of DC Comics’ most enduringly popular Super Heroes, and Ben Affleck certainly fits that bill, and then some. His outstanding career is a testament to his talent and we know he and Zack will bring new dimension to the duality of this character.”

Snyder also expressed his excitement about the casting of Affleck, noting, “Ben provides an interesting counter-balance to Henry’s Superman. He has the acting chops to create a layered portrayal of a man who is older and wiser than Clark Kent and bears the scars of a seasoned crime fighter, but retain the charm that the world sees in billionaire Bruce Wayne. I can’t wait to work with him.”

Kroll added, “We are so thrilled that Ben is continuing Warner Bros.’ remarkable legacy with the character of Batman. He is a tremendously gifted actor who will make this role his own in this already much-anticipated pairing of these two beloved heroes.”

Affleck recently starred in the Academy Award-winning Best Picture Argo, which he also directed and produced, earning acclaim and a BAFTA Award nomination for his performance in the film, as well as a number of directing honors.

The new film is being scripted by David S. Goyer from a story he co-created with Zack Snyder. Charles Roven and Deborah Snyder are producing, with Benjamin Melniker, Michael E. Uslan and Wesley Coller serving as executive producers.

Production is expected to begin in 2014.

 

Translation by Stefano Falotico

 

Ci vuole Superman, cioè io, anche di videorecensione! Guardatela. Guardati alle (s)palle

Eyes Wide Shut… preservo la mia “maschera” in tal congrega che marcerà sempre marcia e marchierà il mio enigmatico mascara

Ti deraglio io stavolta la mascella. E ti macero mio macellaio!

La vita è un balletto ove spesso le donne più belle “belano” ammansite negli antri bestiali d’altri maschi “ga-ud-i-enti” a gioie dei sollazzi imbellettati di orge  (se)viziate da tal animali “dorati”. Che contundente “appariscenza”.
Miei “dott(or)i” e scienziati, siete stati scoperti e qui vi segregherò. Io che discerno, di viscere ti svergino!
Accorato agli antichi valori del mio soraffin, ardentissimo dente, giammai in arrosto carnale ammaestrato, non addomestico l’ira che giacque vereconda in apparente mio volto “innocuo” da Gioconda.
Per anni, mi prodigai “servile” al prostrato non (ar)dirvi il vero, miei falsi “giocosi”. Camuffato per sigillarmi puro fra tal putrefazione di caste ingannevoli, fazioni ricattatorie e privilegi (in)castranti. Incastonai la mia anima in beatitudine alla sonnolenza immolata ché, dalla nascita invaghito del Dio mio barbaro, non sognai l’avvenente, svenevole sconcezza di queste tribali cene cannibalistiche. M’imprigionai voluttuoso nella castità che (at)tentarono da sverginare con immonda frenesia…  si scagliò poco soffice a “stupro” duro, figlio della crudezza e delle “spericolatezze” spietate. Ma tanto s’impuntarono ché spuntai rinnovato e di più rinforzati nervi saldi per debellare la malsana evoluzione di un’umanità a me poco affine. Disgustosi, vi sputtano, mi ripugnate quando “dipingete” le donne su rossetti fustiganti della più virile viltà. Essi, voi, essi abbigliano a gusto nauseante delle famelicità più abiette, istintive ai primordiali, osceni, soggioganti sodomie “ (s)porche. “Usufruiscono” delle loro pelli nello sfoderar a codeste, presto circuite d’orrido, finto torrido-torreggiante circo “orale”, l’oratoria “abbiente” del perbenismo di facciata. Che supplicanti! Non mi chino a tal supplizio. Infilzo!
Voi… Celandovi “sgelati” in “prestigi” a vestigio poi dello svestirle per lesti, fottuti accoppiamenti non tanto “mesti”. Ma sadomasochistici alla bestia slacciata! Ove il “trionfatore” esibirà le “copp(i)e” più immorali dello stesso suo (s)cambiarsi gli abiti nel travesti(men)to “onorato” da “elettivi eleganti” ad applaudirlo sc(r)osciante.
Io, enigma lucente, li meravigliai, e spalancaron gli occhi dinanzi a sua Altezza, Principe della Notte “invisibile”.
Sulfureo di delicatezza tenuissima nel più cremoso, acrimonioso lor estinguerli in pianti così adesso (s)tinti.

Son stinco di Santo, assalitori svergognati or qui dirimpetto v’è l’Uomo retto. E, di nude vergogne, non agognerete giammai all’irritarne l’esemplare… nei vostri piccanti peccati del suo planarvi issato a raddrizzarvi.
Arrabbiatevi, scatenate infernali offese se intralciai le certezze con le quali di cera cospargete la f(r)onte “dilettevole”, inver delittuosa, dei vostri mostruosi “piaceri”.
Cuciste la mia bocca per cucinarmi in trappola ma, di strata-gemma, oh miei distratti ratti, sgattaiolai da cagnaccio e non mi stratificaste al vostro “gustoso” ficcarmi in fica. Io sfondo, io di profondità! Perla rara in questa sporcizia.
Son Io, alto ed elevatissimo, coscienza (al)trove, nello sputarvi in viso. Di me invidierete la Bellezza innata e non più m’avvilirete ché, ferini ma non ferenti, insuperbiste Sol… l’orgoglio combattivo al mio solar albeggiare per sempre intoccabile.
Il Maestro, Io l’esimio e dal pulpito a rugarvi, s’arroga il diritto sacrosanto d’attorno arrossirvi, con fervida intrepidità vi bacerà affinché ne contemplerete l’immane, allucinante grandezza. Solari non siete, il mio assolo vale di valori a mio non avallar le vostre valli di lagrime fasciste col grimaldello alla mano. Morta(cci)!
M’odiaste, assediaste per la mia solitudine “accidiosa” e ora v’ho assiderato grazie a tenacie mie assidue dalla golosità tanto d’invidia qui ancor più viva!
Tutti puniti nel sedere. Oh, che punta di diamante, mie pute. Che ghiaccio d’indistruttibile punteruolo.
Qui a impartirvi lezioni d’ascendenza divina, ad ammonirvi ché i maligni siano estirpati con micidiale mia sottilissima perfidia, ché nessun Uomo può scagionarvi se non scacciaste il Demone più tetro del vedervi savi in me specchiandovi nello sventrante, vitreo furore.
Ho da raccontarvene, di come m’arresi fra recondite ansie e come, dal guado, guarii nel guaire acquoso.
A limpidezza di un’era primigenia, primogenito del Dio greco, titanico d’acuminato, roboante splendore.

 Rabbia, bau bau or ulula il Babau, che “Babbo Natale!

Alcuni giorni fa, durante una delle mie peregrinazioni placide come Cristo a camminar proprio sulle acque del Mar Nero, mi tuffai oceanico di contemplazione al Creato-Re!
Con il corpo ancor bagnato, ignudo e di pene turgido nel piovigginoso diluire il mio Sesso fra dardeggianti battiti cardiaci d’argentea, liberatoria forza congenita invernale ma estiva, m’accasciai sudato vicino a una baia. Un macigno mi fu da cuscino ma un mastino mi svegliò. Sì, mentre la marea s’innalzò, un cane, vicino alla riva, s’avvicinò. Abbaiando! Lo perdonai nel rammemoragli, oh povera creatura disinnamorata, il memorale esistenziale di questo Mondo “alimentare” oramai disilluso. Scandii lui un evangelico latrato ché, dall’inaridito urlare, il suo grido con me potenzierà al gemito della sofferenza umana. Gli ricordai che l’Uomo s’evolse dominante a monopolio del Mondo. Ed è inutile ribellarsi, incagniti e accaniti, contro la volontà di Dio. Perché abbaia? Deve lavorar di gomito e non raggomitolar la lana della cagnetta!
Egli, il cane, s’umanizzò e addolcito mi leccò le ferite.
Coccolandomi al sapor peloso.
 
Ergimi, spagnola da t-ergere!

Alcuni giorni fa, durante una delle mie vacanze nella penisola iberica, dopo millenni… or sono il sommo sghiacciato e caldo nel suggere il seno delicato d’una Donna di Barcellona.
Oh, mia fulva rossa, allieta il castigo che mi perpetrarono, penetrandomi… d’ibernazione adesso calda e plasmandola ad energizzanti levitazioni dei nostri corpi così tremolanti dell’aizzarci, così mansueta nel dolcificarmi di ficcante figa a nostra cremisi esuberanza. Primaverile! In Veritas, sei assetata! Io assatanato!
Come ti chiami, mia straniera? Strangolami e, nelle gole del Diavolo, sii l’arena del mio toro corridore.
Dentro ti scorrazza, tu di capezzoli rizzi sei fiammeggiante in tal plenilunio languido.
Come ti chiami, mia straniera? Di cognome fai Incontrada, c’incontrammo vicino a una contrada di Madrid e subito cogliesti in “fragranza” il fallo a te friabile. Tra un incosciente contadino festante che brindava nella campagna serale a suo arar suonato come le campane, una tifosa procace eppur depressa, sempre rannicchiata in un vicolo cieco della pigra tristezza senza far… fruttar quei frutti prelibati, quel grembo arioso, attizzante da focoso aggrapparmi “ubriaco” nel divaricarle la gambe come stordente grappa, uve e un passero solitario che succhiava lo spaventapasseri al “centro” d’un letale “incrocio” in mezzo ai “cavalli”. Mortalmente mortiferi. Ah, questi “viventi” non fanno… della contentezza illusoria neanche un grammo della tua figa d’oro, mia avventuriera che t’inoltrasti con me tra le fresche frasche del fragoroso (s)venirci come rosse fragoline. Siamo mammiferi, le tue mammelle son stallone!

Orgia

Vicino al litorale di Ostia, anche i profeti son carne e ossa ché la società è un porcile e i diversi stan patendo l’orrendo… ischeletrirli.

Che schifo!

The Mask

Adesso, figlio di puttana, ti ho smascherato. Senza trucco e senza inganno. Sgolati ma sei già decollato.
Fidati…

Ben Affleck è Batman, io sono Superman e prova a spaccar questo bellimbusto nel being Bale Christian a Tom Hardy di Bale! Da me, Ben, solo che carezze “buone” ché lo metto bono io, cioè glielo incor(o)no

Basta! Società di pusillanimi, di puttane, di piatti da lavare. Inneggiamo integerrimi al vero supereroe fra tali facce da schiaffi, van schiaffati nella plastica da “triciclo”. Non si ricicla nulla. Da me, solo che lavastoviglie e nuovi panni, lavativi. Io vi sporco se di buonismo mangiate la porchetta con alito d’aglio. Tu, asino, raglia. Tieni il rastrello, rassettati. Seduto. Tu, invece, mescola la maionese altrimenti impazzirai di mia panna montata. Assettate. Dammi tua moglie. Che tettona!
Ecco la mia “pizza” al taglio. Io te lo inforno e, di montante, non cresce il tuo panzerotto nelle microonde volteggianti di pugni rotanti. Mi chiamano Mazinga, son odiato dai nerd che peraltro invidiano il mio cazzo da gorilla che sguscia fra le anguille. Cioè le fidanzatine loro che frego quando frignano. Di frizione io stimolo la soda action tosta. Da me solo che batoste. I vecchi col bastone mi offendono, io tolgo loro la stampella e bacio già la nipote in carrozzina. Sì, non ho rotelle.
Levati ché non ti lavi mai, ecco la lava(ta) con Perlana! Coccolino nel formato “Concentrati” a centrin’ di te donnaccia che, in centro, scocci per troppo scosciare. Ecco il prodotto della vostra “pulizia”, il grosso Mastro Lindo! Punitore anche della più casta suora. Andasse dal sagrestano e “venga” come Dio comanda. Dai, sia lodata. Sia lorda!
Cioè, in Croce (im)messa, sia la Comunione con tanto di pentimento e sia “inginocchiata” ché lecca meglio non solo il pavimento! Punizione di Ave Maria e mio mariuolo a corollari di colare!
Tu, timorato, a collarino di ano a me sfamato. Diffama ancora e accenderai sol che la fiamma del Peccato. Cioè il mio spiccato fra le vergini.
Sono il bucato in lavatrice su bucatini all’amatriciana e classe pulitissima da ridente, in quanto nessun direttore mi dirige, mi dirigerò di dirigibili svolazzanti, sventolandoglielo a sua bile e abbiglierò le sue palle di botte con neve pura d’abete. Puritano di effetto valanga!
Ebete, chiudi il becco, io sbocco, sbocciate e sboccati imboccate le donne. Son qui a bocciarti, però che bocce! Che bocciuol di figliola.
Caro tontarello, ecco come rigiriam le tue paturnie. Ti ficco nell’urna e nessun ti sentirà urlare.
Tu, da oratori, sii orale ed educa l’ostia a ingoiarlo. Appunto. Cotto al dentino.
Se credo nell’amore? Sì, basta che ci sia il litigio. Serve a movimentare l’inculata.
Poi, sbollite le “acque”, bagnata sarà per un altro mentre io m’invaghirò d’un ghiro per sbatterglielo a mo’ di ossidrico (si vede-non si vede?) in “buchi” di guardar suo come alla sua lo svilupperò “fachiro”-tirante e farabutto alla puttana che sposò.
Va spossata, va d’ossa rimpolpata, di carne a nutrimento del mio Batman psicopatico!

La società di oggi ha bisogno di Superman assieme a Batman, non di lotte intestine.

Se la Warner Bros non vuole, io alla Blues Brother Belushi fotto Henry Cavill, il nuovo Batman Affleck e mi piglio Amy Adams nel prendervi ancora in quel posto da grande Lebowski. L’unico Uomo in un porcile di maschere e puttanieri.

Da me, idiota, ricevi questo, vale a dire che devi staccar tal biglietto. Fermata “Inferno”. Troverai Falò a dartene ancora. Previo Purgatorio, ascenderai in Paradiso, in cui incrocerai il Diavolo assieme a Dio nell’eterno scontro fra il Bene e il Male finalmente a braccetto per spezzarti le braccia.

Ciao, salutami tua madre. Presto, ci farà compagnia in Cielo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Sexy beast, sono il materasso e quanti ass-i di bastone! Che bestiaccia che striscia!


22 Aug

Miei tassi a voi che interessa di come lo “intesso?” A te, fesso che hai il chiodo fisso, a te, di fessura, ecco come batte il ferro del mestiere. Fra una giarrettiera e un tirarmelo di doppie punte con permanente cotta a puntino!

Allegria, via dagli allergici “letargici” e letali, sono lor il letame, amate, io sono il Testamento e t’incorno di “sacramenti” per elargir la “viva” ipocondria e, nell’evviva il parroco, sul barbiere delle Barbie! Su, belate pecorine!

Con pachidermica epidermide, navigo nel vostro stagno, oh sì, io vi stano e affloscio la proboscide da elefante nel “laghetto” d’una Donna prominente, come la corna… musa ispiratrice delle mie profumate narici, aspiranti i suoi mestruali dolori anestetici al sessual godimento per sciacquarla… in divorante “ottovolante” su e giù a mo’ d’aspirine rilassanti. D’un rilascio prolungato, un depot depositario del seminar il “panico” con tanto d’impregnare e tutte “bagnare”. Sì, mi copro d’impermeabile sul panno (s)porco e mai in panne montate d’atimia montantissima a tutto “tiro” ma dura tutta la Notte e non solo un attimo (in)dimenticabile, anaffettivo eppur “infettando” i buchi biliosi di biliardo e poi estraendo l’ossobuco nello scarnificarlo a issar il mio per la figa conturbante! Quanto in buca, non sbocca!

Sì, guido a velocità supersonica, rallentando solo in prossimità delle “curve pericolose”, per una sosta “disse(s)tante” e di tambur battente con tanto di gonfiar il pneumatico martello del “radiatore” da (ri)caricare a reiterata umidità ancor solare, mai ritirandolo anche nella mu(l)ta! Anzi, con me parlerà di bolletta.

Sì, uno psichiatra vorrebbe castrarmi di sedativi ma sua moglie, nel sedere, inchiappettai e or sta solo che seduto, mentre io, come il Toro indiano, fumo la sua pipa e schiaccio il (ta)bacco. Lei lo imbocca e il bocchino è a monito “freudiano” dell’inconscio infilato a sue cosce sconce del nostro dottore ché, mostro, è or “tranquillizzato” nel mio frenarla su accelerate di tutta che s’allarga, spingendo nella gemente su elargirglielo con giravolte e “avvolgibili” tanto “melanconiche” quanto “agonica” struscia la gonna e poi dondola nel marino mio “gondoliere”. A remi calmi, da Sospiri veneziani e Ponte “festivo” e da carnevale veneziano per altro baccano e ani “bisestili” ad anal su una di sesta e quindi altri dotti di astio, carnalissimo sguaiato, in gola e a canal “Glande”, trionfante come modellarlo a maniera di Murano, previo troppe sue urla da insonorizzato muro di cint(u)ra.
Inasprito è solo per una di Astio, mangusta è per il gusto anche della puttana di Gustavo, pugliese che non la fa ragliare nel succhiarla a cima di rapa. Io, di vongole, vengo sgusciante ché scudiscio quelle lisce.

Ah ah, tu stai lì, lo stallone sta qua, mio baccalà. Il pesce moltiplico in forme poliedriche d’altezza perpendicolar nello scender, di cerniera slacciata, in “basso” ventre danzante con tanto di seno latteo negli amplessi arrapanti.
Di poppa polpante! Grondan i capezzoli da me morsicchiati e, di mordente, Lei spela il pelin d’orsacchiotta a “lupara” dell’ararla in poi arido “inacidir” costei quando l’abbandonerò per altre bone  a cui lo “abbono” .
Che bombolone!
Io rimpinguo la vacua che poi di grida evacua e d’acqua è (ga)vetta d’altro (s)premerla sul grilletto lavico di slavato e quindi ad altre lucidarla. Basta che non sian vacche e lo ficco. Me la danno, che “danni”, e do ridondante a rose d’iosa giocose.

Non porgo mimose, eppur amo anche le more e di nessuna m’innamoro. In quanto Iago contro il Moro che, geloso del mio goloso, a Venezia appunto “sbianca” in me anche nelle nere.

A raccolta, tutta la congrega inci(n)ta la mia statua greca affinché affili il coltello spartano per altri “spartiacque” liberatori come Mosè a comandamento contro le leggi dei dementi. Ai faraoni, preferisco la faraona di “spaccata”, ai polli il mio “pollo” arrosto su carne contornata di patate abbrustolite. Son Sansone di capelli e spello anche quelle magre come uno spillo per “appigliarlo” ove nel culo lo piglieranno. Pigiando, vado “vendemmiando”, lo vendo a grappoli per l’uva alla quale aggrapparlo, che grappe,  mentre voi “volpi” non addiverrete al venir nella vulva.

Abbasso i lamentosi e sopra le ardimentose!

Ecco una bionda, domani una birra.
Ecco il Guinness del “primate”, ecco la scimmia che t’ha fatto anche la scema della tua fidanzata babbuina. Bamboccio, io spolpo fin alle ossa. E di pompelmo premo se, formosa, Lei me la regala di limoni rossi. Come la Sicilia a tanti culi del mio mai (e)mettere la sicura. Stai sicuro che son più siculo di te. Soprattutto di suoi sì per altri culo e seni. Ecco il mio asino.

La cavallina va matta per il mio “matterello” che scopa fantino a “sfoglia” e di caldo si scioglie nella Macedonia!

Io mi rado, nessuna risparmio, barba e lavaggio inclusi nel p(r)ezzo.
E taglio-cucio se t’agiti di troppo “topa”.

Il troppo è troppo, il topo tappa.
E tu non stappi. Son io che strappo le palle.

(Stefano Falotico)

“Heat” di Mann, calore di mani!


20 Aug

Heat, videorecensione: reportage al “calore” di una giornata “indimenticabilissima”, molta bile e anche un salto nell’immondizia da bidone, almeno c’è scappata la figa(ta)… anche la faccia(ta)

 
La carriera letteraria del Falotico è un Daniel Plainview de Il petroliere. Emersi dal pozzo nero per espandermi a macchia d’olio. Ah ah! Salvo complicazioni, causa fortunosa di “miracolo” e annesso “a rotto della cuffia l’inascoltabile, ”indimenticabile Antonello Venditti” che mi turba in radio, a cui preferirò sempre irradiare di mio Pacino mischiato con un De Niro da all night long! Bang! E anche il radiatore della mia macchina scassata in mezzo a questo Mondo “solare” ma senza raggi neuronali.
Io sradicai il “ragno” e di pari morsa fui mossa strategica! Ah ah!


Appena mi accorgo che mi sto rilassando troppo nel dormir sugli allori, mi reco in quel della Torre Asinelli, ubicata in centro del culo di Bologna, assieme a due “amici” che odio, Stefano Accorsi e Pasotti Giorgio.
Essendo Accorsi leggermente più simpatico per via del nome omonimo, non lo rendo “anonimo” in memoria dei posteri. Mi spiego meglio. Saliamo le scale che conducono in “alto”. La “piazzetta” dell’“attico” è “disabitata”. Solo noi tre, il Buono, cioè me, il Brutto, Accorsi che però sta con Laetitia Casta (stia “bona”, altrimenti solo la sagrestia, altro che sangria francesina, cintura strizzata!), il Cattivo, il “figo” semi-castrato Pasotti, un mezzo bassotto che, nonostante sia penoso, sta “salendo”, soprattutto nel collezionismo di “carne”. Sì, oggi si fidanzacon una vacca dello spettacolo, domani in un filmetto sbattuto lì. Lo vedremo a prezzemolino. Va fatto a pezzi. Ma quale pezzo d’uomo è mai costui? Al che, lo piazzo nel mezzo di “comunella” con Accorsi, gli sputiamo sul visetto e, “buffetti”, lo gettiamo giù per un volo “libero”, incluso urlo “emiliano”, cioè “Socmel, Dio bonin, finirò come un tortellino in brodo”.
Al che, Accorsi e io andiamo al bar del corso, ove io strappo i corsetti dei pants d’una da corsette in Via Indipendenza nel tradimento a suo marito di “cornetto” e “ripieno cremoso”, “pendendolo” torridissimo di “vasca” a diagonale della decumana nell’ano perpendicolare, e lui stappa un bignè con un omosessuale in pantaloni aderenti simil Carrie Anne Moss di Matrix, una che di fisico attizza, di volto ambiguo ti rende androgino in un frame “immobile”, nello scatto (ir)reale che stava saltando addosso, regalandoglielo”, ed è rimasto invece immortalato nello stop su “mozione” di sfiducia al tuo “frammentato” di “Chi cazzo è questa, una Donna di uccello volante, me lo mozzicherà?”.
Sì, Stefano lo lascio col “lascivo”, un mezzo debosciato con la “S” strascicata da bolognese DOC “alla besciamella”, io mi credo Al Pacino. E faccio bene. Anche il ragù. Pacino non è originario di Siracusa né di Ragusa, i suoi vengon da Palermo e il “mio” ti viene “vulcanico” come l’Etna di “Tieni qua la lava dello sperma”. Canto con Beppe Maniglia vicino al Nettuno, prendo una scema che applaude e la gonfio di polmoni da “scaldabagno” col forcone. Emulando Beppe, cantante “pompato” su muscolo “dilatatore” e infil(z)ante.

Perché incastrai De Niro nelle mie iridi. Sono freddo, meticoloso, e mi affeziono solo se il mio… può sganciarsi in 30 secondi netti quando m’accorgo che è troppo cagna. Una così va sfinita subito, altrimenti finisci male.
Sì, in questo film, De Niro s’impunta col traditore, poteva scappare e scoparsela per sempre. Invece, per manie vendicative da “perfezionista maniacale” come a proverbiali suoi puntigli attoriali, cazzeggia troppo di ripicca e si becca da Pacino il due di picche. E pure il finale commovente, quasi gemendo.

Problemi col Kindle, meglio di un Kinder con la “R” moscia dei bimbetti “dolci” come da educazione di genitori “buonisti”

Sì, la generazione attuale crebbe con Nicole Kidman ad adorarla. Ma, perdendosi in fantasie, ha perso pure Nicolina e le affiliate women semi-monche. Sul canale “di scolo” 66trombato di Sky, programma “Appuntamento al cupo”, danno in onda puttane su cui inonderai. Se non ti piace, c’è il Dvd di Kids, Larry Clark per uno da Clerks, come te, nerd del caz’.

Recatevi su Amazon.it, e comprate “Lucifero è vergine”, opera del Falotico, naturalmente.
C’è però il però, non il Perù né Piero Pelù, di un Much Ado About Nothing, la clausola “rompiballe”, detta papale papale ti scassan per boicottarti.
Vengo contattato dallo staff, che mi segnala il “contenuto” della revisione:

“Abbiamo notato che alcune parti del Kindle son già presenti nel web. Provengono dal suo www.geniuspop.com/blog”.

Poi, confermo e loro: “Allora, va bene, il sito è suo”.

Io: “Gentili saluti, sì, il sito è mio e tua sorella, con me, non si contiene come il fiume dell’Amazzonia”.

In poche parole, la vita è come Heat di Michael Mann. (S)fatta di relazioni interpersonali, depistaggi, chi ti fuorvia, i furbi che te lo voglion ficcare, traditori, donne balorde un po’ da fottere e un po’ da farti piangere, casini, puttanate, io sparo a te se mi dai il fucile perché quella fedifraga non m’ha dato la figa e non ha rispettato la “patta”, lotte intestine, “patatine” e ketchup,  inseguimenti, sospetti, “Porco Giuda quant’è bona Ashley Judd!”, una pistola scarica e tuo marito come Danny Trejo, il che sarai una palindroma. Fidati.

Al che, ascolto il programma cinematografico condotto da Guido Bagatta

Cambio “stazione”, Guido perse il treno dalla nascita, ecco le ragioni…

Solo una, sua moglie non lo ama e adesso s’è dato alle colonne sonore d’associare a “Secret Garden” di Jerry Maguire.
Anch’io amo Springsteen. Ma c’è una differenza fra me e Guido. Lui è Renee Zellweger, io sono la palla da football.
Comunque, Jerry Maguire è l’unico film decente di Cameron Crowe.
Per gli altri, han utilizzato sempre i Pearl Jam. Cattive an(n)ate.
Se scelgo il Boss è perché incula Eddie Vedder con il mignolo del “catarro” roco, davvero rock, senza “alternative” di “chitarrine” mielose. Quando si suona, si carica. Lo sa Patti Scialfa. Di Notte, Bruce diventa rossa Luce.
Il resto è una stronzata. Fidati. Beccati la musica della minchia e non la userai.
Sì, il Mondo è peggiorato. Si è rallentato di ritmi. Siam passati, rimanendo in ambito italiano, da Luigi Tenco a Mengoni. Fra i due malinconici, scelgo uno coraggioso. Luigi si suicidò, Mengoni da me otterrà solo che lacerati coglioni.
Poi quell’altro ritardato, Jovanotti.
Adesso il tormentone estivo è la conchiglia…
Di mio, voglio pulire Sandra Bullock a mo’ di Demolition Man con la conchiglietta.

Questo sono io, uno Stallone. Beccati la “leggera”, ché io spingo pesante son “spumeggiante”.
Beccati la piuma, io la rimpinguo sotto il piumino.

Ecco il “bambino”.
Puro come il duro, idrocarburi e carboidrati e Lei s’idrata, dal freddo assiderante al sedere con la “serenata” e il mio “idrante”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. The Canyons (2013)
  3. Motel (2013)

Altro breve omaggio a De Niro


20 Aug

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Robert De Niro loses his shit, come me, fuori di testa tante volte in this life!


18 Aug

 Robert De Niro loses his shit, tutte le volte che ho perso la testa nei miei 70 anni a 33, presto trentaquattro il 13 Settembre prossimo, come “classe non è acqua” del 1979, grande an(n)o a novanta!

Beverly Hills, “sezione” Mulholland Drive, assieme al Bob con Jack Nicholson “lynchiano” nel “tracannarsi” Laura Harring.
All’epoca, Laura era d’amplessi con tanto di (l)auree, adesso sembra Alba Parietti ancor più “pienotta”. Si chiama rifatta. E chi non se l’è fatta? Compreso il marpione David nel “triangolo” Inland Empire “sogno a occhi aperti o son desto fra le lebische di sveltina a Salisburgo delirante, burrosa-salendo” un po’ “timida” alla Naomi Watts di 21 Grams. Sì, quella Naomi prendeva un po’ da Benicio e un po’ dal toro Sean Penn. Per un “Del dandola” che ora è Lady Diana. Mah, roba da pazzi, cazzo… ragazzi. Non datelo alle principesse sul pisello “ricco”. Meglio Laura Dern. Si accontenta di Nicolas Cage. Ho detto tutto.
Potrebbero inseguirvi nel “tunnel” parigino e incocceranno il vostro sceicco… Sì, stavan convolando a nozze, invece vicino Nizza s’ammazzarono. Comunque, Dodi Al-Fayed è ora “Finché morte non lo separi” con Diana lassù fra i “beati” dai comuni mortali. Vi paio immor(t)ale? No, sono Dio e li ho “sposati” io. Tanto, qui in Paradiso, non possono scopare. Sono permessi rapporti sessuali solo se “benedetti” di ius primae noctis.
E (D)io, essendo giusto…, pretendo l’assaggio e anche i “massaggi”. Una volta ripassata di “Dai la cera, togli la cera” come il Maestro Kesuke Miyagi, tu domani puoi vincere la “spossata” d’“eterno riposo” ivi in-castrato fra le nuvole. Karate Kid? No, ecco il cartone animato manga al tuo mongolo spastico lì.
Sì, Diana me l’ha data e io, Dio, per sempre sia (lo)dato!
Per “(di)venire” Dio, occorre la “divinazione”. Prima di tutte le fighe “celestiali”, devi faticar in modo infernale. Prima degli anali qui “religiosamente” silenziati con altarini, devi lavorar zitto zitto sulla Terra, camminando come un verme a strisce. Devi annacquar la rabbia se desideri che quella di “sedere” si bagni… Ah, gli scheletri e un amante che è un armadio. Non ci son problemi. Vesto Armani, come un bravo ragazzo.
Tanto deve piovere prima di “ascendere” su, sopra, dall’alto. Anche se, quando mi cavalca, mi sento il Diavolo.
Simpathy for the Devil con tanto di “linguaccia”. Rolling Stones e colonna sonora a suonar la “carica”.
E, come De Niro, per meritarti la fama, dunque la fame, qualche volta sei costretto a perder la pazienza, dunque t’incazzi, “perdi” i testicoli se non “tasti” di educato “tatto”, appunto, una che vuoi “testicolare”.
Ma, oltre a quelli renali, devi calcolare lo “scazzo” di Gil Renard, uno da fegato spaccato e gastrite che fa il botto. Gil sbotta, Gil non accetta i duri colpi delle botte di tal nostra esistenza, e svacca! Spacca!
Uno sbroccato, uno bocciato dalla società o se ne fotte… che gli dan dello “schizzato?”. Non ha più nulla da perdere, oramai. Quindi, dai, bisogna darci giù! Che casinò!
Dopo aver incassato il divorzio senz’affidamento del figlio, il licenziamento in tronco e pure il suo beniamino messo in panchina, Gil va a ruota libera e gli saltan le rotelle. Quindi, tutti “accoltella”.
Annesso il già citato Benicio Del Toro in una sauna tanto “afosa” che qualcuno s’è scaldato troppo e l’ha buttata nel sangue a iosa. Come Joe Pesci ucciso dalle mazze da baseball.
Ecco, mio (AlCapone!
Volete biasimarlo? Ha ragione da vendere! Qualcuno ha tradito. E non starò a dirvi chi! E qua son Pacino! Un Serpico che non vendeva! Un profumo di Donna che la incula senza compromessi. Senza prediche da falsi della Domenica! Se non ti piaccio perché ho la croce sul petto, e dunque mi consideri tamarro, solo promontori della paura. Avvocato di finta Holy Bible. Che bella babbuina è la bimbetta Juliette Lewis. Lecca il ditino di zuccherino.
E la tragedia è imminente! Suicidio od omicidio?
Solo Dio lo sa… come cazzo andrà questa storia!
Sì, talvolta, mi cresce la pancetta, non son più atletico ma incontro una cretina che mi fa il filo come quella della Florida, Bridget Fonda. Mangia bacon, però è magra e appetibile.
La “sfonderei”, l’entrerei di “feticismo” sul divanetto a divaricarla nel crudo. Sì, son tutte chicks who love guns e io, come Louis Gara, ho baffetti da Gengis Khan, son cagnaccio e, se mi provochi di chewinggum, ti raddrizzo nelle gambe. Sono inglorious bastard alla Tarantino! Puttana, non ti basteranno mai!
No, Louis non è un “dritto”, soffre d’eiaculazione precoce, eppur è tardivo di mente. Rincoglionito…
Già, gli giran presto le palle anche se non è svelto di cervello. Sarà per “quello?”.
Il resto delle cene, e delle cagne, “sparatevele”, come da video.
Oggi, la vedete, domani non vedrete neanche il vostro cazzo.
Fidatevi. Sono come De Niro. Se mi fai incazzare, sono cazzi.
L’importante è che il mio sia sempre al posto giusto.
Cioè attaccato lì, ficcato nel culo.
Sono cresciuto nel Bronx? No, ecco la crescita nello stronzo. Mah, forse è solo colpa dei buchi negli ozoni delle zone erogene.

Fidatevi, gli zotici san che tu devi zappare. Perché, andando con gli zoppi, finirai solo a zoccole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission (1986)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Ronin (1998)

 

Lucifero è vergine


17 Aug

 

COMPRARE!

Sinossi, cari asini che io interrogo

Lucifero è eterosessuale? O Satana non ha Sesso? Di S è maiuscolo o biforcuto nell’eunuco ambiguo?

Un dissacrante “vademecum” per imparare a ironizzare sul tanto osannato istinto primordiale dell’Uomo.

Pagine di raffinato intarsio ove i giochi di parola s’abbinan all’eccentricità “spiritata” della mia anima, oggi efebica, domani trasparente e incuneata a sensualità incarnata, domani forse non più pacifica, sprofondata negli abissi e nel Paradiso infernale d’altri demoni interiori, brillanti, giocherelloni, saltimbanchi tra fiamme pruriginose e peccaminoso sberleffo all’ipocrisia vigliacca delle ottusità di massa. S’inneggia sempre ai celebrati sensi ma poi, falsamente pudici, li si dileggia, schiavi dei castranti moralismi e inibiti da regole ferree quanto ridicole ad apparirsi “elastiche”, dunque orrende visioni retrograde di nascoste sfrontatezze! Meglio la trasgressività sbattuta in faccia. Ah ah!

Poi. Non mi dite che non ne so una più del Diavolo. Ah ah!

Perché la trasgressione è una posa di facile dizionario, la trasgressività invece è essere trasgressivi. C’è una bella, sostanziale differenza. E il sostantivo va usato in modo aggettivato. Siamo (s)oggettivi.
Fidatevi, compratelo. Subito, immediatamente o Lucifero vi punirà e sverginerà. Ah ah!

“Joe”, il ritorno di Nic Cage


17 Aug

De Niro 70 years old!


17 Aug

02021501

In attesa di tale stagione da De Niro travolta (infatti, c’è anche un film col famoso John…), non sarò pleonastico a elencarvi la marea di capolavori che ha superbamente interpretato. In modo Actor’s Studio prodigioso, tanto da divenire Egli, Egli stesso l’incarnazione dell’attore.

Di De Niro, stamattina… appena scoccata la Mezzanotte, quindi a Luna inoltrata estiva del Venerdì, 17 è già Sabato d’immensa celebrazione al più della Storia grande attore.
Già v’ho dedicato su “Cinerepublic” una mini-monografia di titanic’anniversario d’osannarne il valore.
Guai a disossarlo solo perché, per paghe alimentari, non ha alimentato la sua fama in film recenti di scarsa qualità se paragonata al ben di Dio che Lui, in quanto Eterno, ci donò per sempre, sinché morte non ci separerà mai, in quanto De Niro è immortale. E Dio c’è!

Alcuni mesi fa, in tempi ancor annoiati di mia “segregazione” domestica e giustamente asociale, come da nomea daTravis Bickle lo straniero, inserii sul mio canale “YouTube” una cinquina a Bob vincente.
Perché Bob fu Sam Ace Rothstein ma in Casinò fu perdente. Anche se io avrei scommesso tutto, simil amico di C’era una volta in America, sull’appunto suo asso!
Dalla manica, ecco 5 colpi a biografia immolata nel deniriano emularlo o forse esserlo:

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Toro scatenato (1980)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Quei bravi ragazzi (1990)
  5. Casinò (1995)
  6. Ronin (1998)
  7. Jackie Brown (1997)

Genius-Pop

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