Poetry cinematografica e anche personale, a rinomanze d’un anno Falotico, bizzarro, intrigante, prolifico e anche “pilifero”…
Opera omnia fortunatamente incompiuta e spero non postuma
Dalle agoniche membra ritratte, prima un radiografico ritratto, quindi un nitrito di rabbia, coadiuvato dai nitrati d’argento, dunque un inguinale “scioglimento”, acuminato in mia alta mente, talvolta ancor di portamento sbilenco se tu mi guardi in maniera bieca perché vuoi perseverar diabolico a metter il becc(hin)o
Partii tragicomico, poi mi ripresi dalle “botte”, perché la volevo “pienotta” ma non riempii neanche la mia magrezza ubriaca
A ritroso, sondo quel che imprevisto io stesso vedrò d’altro (s)compormi in (de)composizione (in)ferma, qualche volta sorda all’ascolto, fervida di letteraria, d’appassionato cinefilo, temeraria e oscillante vitalità, fra nuove albe, cerulei e incerti tramonti per altro incespicare, il mio sorriso “a sonagli”, dei sonniferi per (non) tenermi calmo, ché la cautezza è consigliera cattiva, un po’ di crema pasticcera in caso d’addolcimento inflitto, ahia che f(r)itta (d)ai coglioni, opere di gran valore, romanzi spericolati, fulgidi e sfavillanti, libri poetici e anche Edgar Allan… può darsi che, in futuro, comprerò un alano, comunque sia i detrattori mi stian alla larga, perché son già alle lor calcagna…
Più che (ab)usarmi di collari e demoniaci al contrario rosari, parsimonioso son loro “accorato”, disancorandoli da vetuste certezze oramai non tanto toste, in quanto le scardinai e sempre più vette scalo in codesti arresisi e scricchiolati dalla mia forte resina, fra porti ribaldi, non poche resistenze al pudore, colpa l’educazione cristiana di retaggio sempre castrante, una chioma da giovine baldo, un sogno formato aeroplano, chi va piano va (non) sano e lontano. Se suonerà l’emergenza, caricherò la sveglia del rintonar a mia lirica intonazione intermittente, mettendolo a una rossa mai lucciola, poiché propensione di mio imbattibile e non misero, (s)porco poeta, ai biliosi ardimentoso, fresco di rose e speriamo nel domani senza spine dolorose (basta staccarle se ti stanchi…), alle dorsali fatiche gradisco il fondoschiena d’una figa a me chinate, da uomo di cervello ché la varechina non deve chiedere mai. La valchiria sì, però, ma non vacca né svacco perfino quando godo di “incrociarlo” a mo’ di svastica su una di “spaccate”. Io credo negli spinaci, effetto placebo del mio muscolo pensante. Perché l’illusione è già la base per sganciarsi dalle ferree portaerei del gusto triste di massa.
Mi chiamano, di secondo nome, il “mass(im)o”, famoso schiacciasassi che li ha distrutti con la sua prosa sciolta, offrendo a tali diarreici anche ridondante logorrea per vocali logaritmi fra l’onomatopea, la metrica libera, l’intreccio poliedrico e l’importante è non finire nella differenziata, come la plastica o i polistiroli. Eppur distinguersi con classe, senza dar nell’occhio, tranne uno sputo se qualcheduno vuol sputtanarti e non porta rispetto.
Sì, se tifi per una società da postribolo, ti metto a posto qual cesso tuo a prostituirti per vender due copie in più al fin, non fine, d’affiliarti con una “fina” malfamata puttana, con la quale la tua quaglia sarà sconcia copulazione. Dio li “fece” male e merdosi s’accopp(i)ano, come dico io.
Io credo nell’amore totale, anche quando piglio il bastone dalle “coppe” e non le scopo neanche con un “tiro” di Coca leggera. Non mi drogo, amo le bollicine del Chinotto, l’effervescenza del mio stile color Fanta(scienza). Può piacerti, puoi non ringraziarmi ma non m’ingrazierò una graziosa con tre chili di falso “bianco” da grato. O me la dà gratis o da me neanche un soldo “gratterà”. Eppur talora me le gratto. L’onanismo serve se la serva non “imbocca”. Se non trovi scopate, c’è la “scappatoia”. Meglio una sega di quelle nelle topaie.
“Tiri” fuori quel che (a)dori con fazzoletti alla mano. Se ti fa male la destra, c’è la sinistra. Se sei già mancino, lei potrebbe tirarti un colpo gobbo. Stai attento a non “(di)venir” cieco. La masturbazione è come l’amore profetizzato da Woody Allen. Farlo con la persona che stimi di più, cioè il (tuo) te s(t)esso, potrebbe essere anche (im)potenza. Fidati, se ti vuole bene, chiuderà un occhio. Altrimenti, sarà comunque una “botta”.
Ho sempre preferito la pizza al taglio, verace e invero scorza dura di “limone” anche se non è inverno e dovrei “scaldarlo” con qualche capricciosa di linguetta saporita, ma sfoglio invece una margherita, mangiando come parlo, senza sparlar di nessuno, tranne di te, ammasso di sperma ch’è quasi meglio l’ammuffita mozzarella delle tue sorelle da notti perennemente “bianche”. Intese di feste tutto l’an(n)o.
Da cui il detto di tal “date”: ano sabbatico. Anno nuovo, figa di “nuovamente” marcia.
A parte gli scherzi e gli scazzi, il mio cazzo tiene, non so se “a lungo”.
Parte seria, da uomo di altre ere, è già ieri, domani ne “verranno” alt(r)e. Fra la scrittura, la serenata e un po’ di “cedrate”
Conclusione di questa parentesi buffa ai miei “personali”, i miei valori…
A Febbraio, ho presentato “Noir Nightmare”, esperimento linguistico da equilibrista della parola. Ogni parola è allineata a quel che dopo (s)viene con genio, ingegno e anche ritmarla da “ingenuo”. Perché la perfezione non esiste. Persino Kubrick ha sbagliato molte inquadrature. Quindi, va “accerchiato” ogni capolavoro “per difetto”. Arrotondando, conta la qualità, abbinare il contenuto alla forma. Il gigante non puoi sminuire. Shining è una metafora del Minotauro. Impara a leggere i film, minorato. Finiscila col palestrarti di vitamine. Varrai sempre meno e, a forza di anabolizzanti, non verrai. Avanza mai da formica o da formaggio oppure da topo in scatola, rattoppar dove sbagli e, quando aggiusti il “tiro”, “funzionerà” ch’è una bellezza. Liscio come l’olio, sul velluto… mi raccomando, se troppo mirato, lei può essere già “venuta”. Ricordate: per un libro che sia efficace, una metrica ficcante se vuoi che (s)venga a commozione “fluidificante”.
Il libro deve “scorrere” veloce ma non troppo. Solo se però “duraturo”, “ce la farai”.
Tre alt(r)i libri da ricordare
1) “Raggiante miraggio”. Acquistatelo tramite lulu.com
2) “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”, fenomenale, quasi spiritica…
3) “Il cavaliere di Alcatraz”, la storia di uno talmente duro che, pur finendo nel carcere più distruttivo, non ci son cazzi. Non lo tieni fermo manco con del muriatico.
Puoi murarlo vivo ma spacca le tenebre col suo carisma di profezia biblica.
Il finale non vi svelo. Rimarrà in bilico fino alla fuga di tutte le fini.
Morale: ogni uomo prega assieme agli uccelli. Perché lei ne vuole molti.
Si chiama colto del colle dell’osservanza,
A parte “tutto”, mi va…
Si “tira” a campare.
Eh sì, compare, non sono un pollo.
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