Archive for December, 2013
I primi cinquanta anni e (c)ani di Brad Pitt
I primi cinquant’anni di Brad Pitt son stati patinati e ariani nonostanteBastardi senza gloria: a questo fico da bomboniera, preferirò sempre Mickey Rourke il “portacenere” della Basinger… e Totò sul comò del suo moccolo sul Mokò!
Poesia totoiana del Falotico: il Duce il gregge condusse e oggi il Governo è come il conducente del pullman, un volante all’impazzata nello Speed d’una società sbullonata alla Bullock. MeglioBill di Strade perdute, lost highway senza dittatori ma fantasia al potere di A Straight Story reminiscente in campagna con vecchi “barboni” e corna senza ispiratrici muse di Jolie e sporche “sorche varie”. Duca dica, il Duce conduce e il dolce amaro si pigliò con Hitler nel buco del bunker. Ecco le Sambuche. Abboccate!
Ragazzine che marinaste la scuola per veder Pitt con la ciambella alla marinara del già vostro cervello fritto! Il gelato cinese? Dica duca, toccatina e vai in questa Italietta! Meglio forse la Germania. Fra le due carni, optare per quella più stronza.
Al fascismo, ho sempre preferito il mio fisico e un cazzo di fascino, olimpionico da Dio senza dee d’adorare e bionde da leccare, sono Zeus in mac(c)hina e demiurgo privo di proverbi. A Troy prediligo Sparta e ai mangiaspaghetti una sana trattoria, lontana da me stai tu troia e mangiati il pitone… evviva Servillo Toni e la serva serve! Duca dica, dica duca, che cazzo tocchi? Fai piedino ma non è il “mi(ci)o”. Il fuoco appicca, ecco il due di picche, te le spacco!
Le donne si son sempre fatte piacere Brad. Per forza, in mancanza di fidanzati palestrati, la buttan in moralismo da “chiesai(u)ole” secche con la gigantografia a “portata di mano”. Basta con queste ipocrite. Evviva l’ippopotamo Bud Spencer, uno che picchiava a destra e a manca senza bisogno di mettersi in politica. Egli avrebbe afferrato uno di Montecitorio nello spaccargli il Consiglio con le “conigliette” ad Arcore e i parlamentari con “clausola” delle clavicole rotte nel decreto della sua “Legge” non assolutoria.
Egli non era istruito, era un Pedersoli piedone a dar calci in culo alle istruttorie! Un (d)istruttivo! Cacciava bombe dalla panza ma non era un qualunquista da Spagna o Francia basta che se magna. Faceva ridere i tedeschi quando li malmenava assieme a Terence Hill. Poi, ordinava delle fettuccine dopo averli fatti a fette.
Egli non era come Pitt il manzo, uno a cui van dietro tutte le “romantiche” per aver il suo salsicciotto semi-albino eppur folto da “conto alla romanaccia”. Secondo me, Pitt ha un uccellino molto corto. Come primo, mi porti il dessert di una che mi merita. Non sono un merlo. Voglio la ciliegina. La torta in faccia se la pappa tua sorella! Assieme al pappone! Dopo averli riempiti entrambi, avran le mascelle slogate e deglutiranno solo pappine.
Bud era una birra senza queste da lup(pol)i.
Assieme a Totò l’avrei visto dar di botte con Rourke a far loro da allenatore.
E, nel torello, giocar nel culetto del bel Brad sbudellato!
Bau bau, al bauscia io offro i Babau, plurale di incubi e nel culo!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Seven (1995)
Ottimo. - Intervista col vampiro (1994)
Recita dissanguato di ogni carisma. E i canini? - Fury (2014)
Se tutto va bene, sarà cento volte peggio di Tarantino.
Edge of Tomorrow, grande glande, Tom Cruise
Prendetemi per “frocio” e gaio, per gallo e assieme ai galli con Asterix, ma a me Tom Cruise piace da matti. Ce la vogliamo dire la verità, figli di zoccola? Non dovete mentire. So che lo invidiate e siete rosiconi di questo ultraman cinquantenne imbottito di ex steroidi che, con corpo atletico, ancor si muove fra gli asteroidi a velocità sexy supersonica.
Egli è il patrono da anni di Hollywood. Non ci son cazzi che tengano. Il suo “volteggia” su macchine articolate di sensuale Porsche fra quella che io ho sempre considerato una porca e basta, cioè la sopravvalutata Nicole Kidman, sempre dal sottoscritto denominata a “origine controllata” la bianca cera di porcellana, e altre vacche delle sveltine. Della serie tu mi dai il dollaro e io ti rendo donna. Tom il tonno.
Ecco, scusate, ora ve la devo raccontare grossa. Diciamo che, alcuni mesi fa, mi trovavo nella collina di Los Angeles e, da map of my star di noi altri, tentai subito un “lungo” e “grosso” approccio con Nicole, avendola adocchiato di soppiatto in un pub “extra-uterino” in cui, dopo qualche set di lei arrabbiata a mandar tutti/e a puttane, dette differenze inconciliabili della stella viziata e “vischiosa”, mentre lei leccava le “posate” di avventori d’un nightclub a luci rosse, io penetrai a ragion “pura” delle zone erogene fra classi “divergenti”. Io, bolognese adottato e lei, milf di allattamento godente il maschio di periferia nebbiosa.
Ah, si sa, queste attrici famose han sempre fame… e non solo di soldi. Anche di qualche manigoldo a cui ben lo imboccano. Ecco, da quelle “parti”, dicasi anche zone pelose di Kidman Nicole la rossa tendente alla “birra” bionda, infilai da poveraccio uno spicciolo nella sua ubriacante. E, di finte e contromosse, tra tanti sbronzi lestofanti stronzissimi ma non intascanti, fui io l’elefante a giocar con Nicolina a cavalcarmi di sfogliarmelo, ingroppando con far potente. Cowgirl di pura Australia… sì, sono un canguro col “marsupio” che zampetta fra le cosce note anche delle donne danarose. Ricche e di mia “ricchezza” a intenerirla sin nelle interiora da carne Manzotin, con classe che non è acqua (sarà sperma?) ma bagna le mutande. Soprattutto le mie, da cui la lavatura a secco…
Lui è nato Tom, tu chi sei, Jerry? Dicevamo… Tom è un campione e cavallo di razza.
Il sorriso da castoro si appaia bene con l’appartarsi assieme a donne di “affare”.
Dai tempi della superiora Mimi Rogers al che culo che ha… ‘sto qua.
A parte gli “schizzi”, come dico io, Tom è un ottimo attore.
Che cazzo puoi dirgli?
A quello ci pensa la giovane consorte. Se noi, invece, avremo poche malesorti, c’estrarremo per evincerci dalle canzonette di Sanremo.
Insomma, saremo famosi?
Mah…
Potete criticarlo, spiarlo, paparazzarlo perché gelosi del suo spaparanzarsi eppur stacanovista darci di film a (raf)fiche.
Ma non potete confutare che costui sempre ha avuto fiuto e da nessun enorme… cineasta ricevette rifiuti.
Ha lavorato un po’ con tutti. Dagli esordi con Coppola a Scorsese, da Kubrick a De Palma, e via dicendo e facendosele tutte quante. Compresa la sua relazione “nascosta” con Rosamund Pike.
Non me “lo” dà a bere quella… là, proprio lì. Durante le interviste con Tom, andava a parare “simpaticamente” sempre sugli occhi del nostro. Arrossiva e poi ringraziava lautamente. E, secondo voi, “ditemela tutta”, a Tom non la diede?
Ma che film vi siete fatti?
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Chris Nolan e i fan
Nella mia passata “Inception”, acclamavo Chris Nolan, adesso basta con i sogni nelle nuvole e gli “Interstellar”, son De Niro/Gil Renard e non più suo fan… mi fa venir sol dolori intestinali e grossi, annoiati testicoli…
mi fa venir sol dolori intestinali e grossi, annoiati testicoli…
Attendo con ansia, emozione
Poi applaudo e mi sbraccio per la mia formazione
È la prima giornata e la mia
fedeltà
È premiata da un senso di gran
voluttà
Ritorna il mio eroe ed illumina il giorno
Dei miei guai per un po’ si sfuma il contorno
Egli è grazia, armonia, che esalta lo stadio
E riporta i miei giorni all’orgoglio primario
Sono un fan che del baseball coglie ogni finezza
Io giocavo, capite, e sarei ancora all’altezza
Una volta ho battuto una palla alle stelle
Fui portato in trionfo, non stavo più nella pelle
Si gelò dentro il sangue e questa passione l’ho trasmessa a mio figlio
Futuro campione
Certo, lui è piccolino ed ancora maldestro
Ma lasciatemi il tempo e sarò un buon maestro
Con un po’ di fortuna, ci sono ad un passo
Sistemo le cose e poi mi rilasso
Aiuterò la mia squadra a riavere la gloria
Con un tocco imprevisto alla solita storia
Dice oggi l’atleta: “Io gioco per me”
Ci sto male a sentirlo e mi chiedo: “Perché?”
Non è il fan, il tifoso che paga il biglietto
A far ricco e famoso il suo prediletto
Se gli parlo, lui sente, ma, in realtà, non mi ascolta
Mi dimostra freddezza per l’ennesima volta
È attaccato al denaro in modo inaudito
No, così non va bene, io rivoglio il mio mito!
Tutta la “bella” gente acclama Christian Bale, “figliol prodigo” di Nolan, il nuovo Colombo Cristoforo.
Prima, vidi in loro l’America dei sogni. Adesso, Nolan s’è venduto all’oro.
E gira Cinema a culo, esagerando di soldo e abbassando la qualità ai facili smerci.
Non m’impressioni neanche tu Bale, non basta un riporto in American Hustle a riportarmi tra i miei preferiti, nonm’inganni di “falsa” apparenza, lurido porco vicino alla demenza.
Io non sono un perdente, ti spacco i denti, oh oh mio Batman dei poveretti.
Mi sbattono in prigione, evado, mi sbottono e ti inculo a tuo carcerato e cariato con cariche sonanti. Ho un caratteraccio. Assonanza e cassa da tuo morto di non più risonanze. Del vostro Cinema non parleranno i posteri, solo un austero calcio nel posteriore, da me di superiorità. Ne son parco, ne son ad archi, ti frantumo il naso e le arcate gengivali.
Che due palle.
Dammi Amy Adams e succhia il mio De Niro di torta “Cameo”.
La vita è un Victor Tellegio.
http://www.cameo.it/cameo/html/default/home
Non sono un burino ma lecco i budini e ogni buchino “inforno”.
Di glassa, m’inaridisco nell’indurente a “caramello” gustoso.
Tu lecchi armoniosa, il resto è Storia del “mio” ondoso…
Soffice e cremosa, spalanchi il “microonde”, presto si scalda e il dolce ti servo di “desertificarla”, con ficcante dessert io son lo chef.
E, di prepuzio, lievita di burro.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
The Wolf of Wall Street, The Farfallon!
Playlist “gnocca” dedicata alla Donna, scent of a woman di mia “D” maiuscola, D come dono, come io tutte adornerò, Notte e D… ì di denti e ardere, fra il dire e il “fare”… Filastrocca del mio “stracchino” mai nei lor sodi fianchi stanco. Ah ah!
Oh Donna leggiadra sei mia specialità in fiore prelibata. Ché infilo l’amore in tutte le bocche, con delicatezza e fermezze infilzanti a zucchero filato io son un profluvio di fluidi seminali di gran af-fla-u-to ed effluvio, ieri fui in una e domani tutt’uno, inte(g)ro e mai a prostitute, con altre di bontà e rango. Nelle pause di mano m’arrangio e, se tu t’azzarderai a copiar questi miei pezzi sto(r)ici, di vanagloria azzannerò il plagio per tastare d’altro “digitale” copulare d’ano in classe an(n)uale, fra tante a me annuenti che stuzzico d’anulare e dito “alzato”-medio, oh mio Dio che cazzo, anche alle (s)posate.
Applauso e che sia sc(r)osciante! Qui c’è “a scena aperta”, e a cerniere apri-chiudi, pen da piluccare. Ché, leccando, va crescendo e, insaporite, io insapono “sapiente” con agro-dolce come la senape. Poi, di pernacchio, saluto per altri espulsi deretani. Con forza d’urto travolgente, talvolta traumatica, ficco ogni figa e ti saluto perché, da me, mi benedico.
Amen e togli le mani dalla mia amante.
Con questa mia che vorrei dire e dove andrei a parare? A nessun culo parato, perché io “affresco” in umido, alle donne do brio per caldi brividi di calore e sudati odori.
Se non ti sto bene, a lei sì. Asino tu sei e io, cavallo, (s)cavalco i vani moralismi con nitriti imbizzarrenti. Riempiendo le mule e ammutolendoti nella nostra, mai sveltina, pastorizia.
Se lei è da mungere, io da toro le son ancor più a “coro”. Bevendomi il suo latte a collo e poi regalandole la collana perché a tal Donna, che dona di grembo su sinuose gambe, son appunto il pastore.
S’è fatto tardi. Or che i bambini vadan a letto, io devo farmi allattare ma nessuna mi alletterà. Chi se ne frega? Ho il mio da (s)fregar con “pudore”.
Piove… senti nelle mie filastrocche che “odor” di “candori”…
Scaldami, dammela, anche no. Basta che vada il termosifone.
Perché se non fai bollore di bastone a tutte queste bottane, io pago le bollette.
E auto-pubblico le mie “puttanate”.
Piglierò bastonate, meglio di te che lo prendi in cul.
Recensione con lode
Tra i franti, cimiteriali pudori d’una società lercia, d’effimero corroborata di vividezza ma invero già tristemente, nel dentro, (s)morta, la purezza d’un ragazzo già “vinto” dalla bolsa “istituzione” cinica, vien da un cieco spronata alla rivincita, in quanto la sua “cecità” non è affatto (scon)fitta.
C’è chi prende la vita come un gioco a tappe(to), quasi tutti purtroppo. E tanto s’affannano a “rattoppar” la cera già bucata dal falso, dunque si rapiscono nell’anima venduta a “caro” p(r)ezzo da pezzenti, tanto poi farneticanti sbraitano pagliacceschi sol da ipocriti in realtà ador(n)anti la fottuta topa. Ah ah!
Non li biasimo, della vita non han capito appunto un cazzo.
Perché vivere non è “vincere” dietro la camuffata viltà da vittoriosi coperti di “giusta” apparenza” ma “vedere”. Anche laddove trasgredir si deve per imporre proprio la giustezza delle cose e apporre firme non più espellenti nel sigillar precocemente quelli che credono nei sani valori da amanti. Oggi, questi son pochi, ci chiaman tonti e cretini.
Disprezzato da molti, il film più controverso di Martin Brest.
Un “Prima di mezzanotte” nel “buio” di chi vedrà, già ah ah, oltre… le coltri e i riti da damerini. Forse un mago, un poco di buono, un disgraziato senz’arte né parte ma quel che conterà è il Cuore.
Pacino qui è un “raccontaballe” di gran mestiere e recitazione dal color Actor’s Studio, limpido come due iridi perfette ad “adombrarle” di rabbia, di ribellione che scalcia e poi non si contiene. A comando del suo tenente, un po’ “bad”, colonnello Frank Slade, missione salvatore. Soprattutto di sé.
Uno che non puoi tenere facilmente a bada. Gli occhi sembra che non vedano ma osservano con più profondità, nel sesto senso d’intuito velocissimo ad annusar quel che gli appare, ed è infatti, un pregiudiziale, erroneo “rifiuto”.
Vive in compagnia di un gatto, assistito “domiciliarmente” dagli “affettuosi”, unici suoi amici, i parenti serpenti amati eppur odiosi. Ché molto fingono di volergli bene con “tenerezza” quanto proprio coi “caritatevoli” gesti non fan altro che non arrestarlo.
Sempr’innervosito, come richiede la “tradizione” del Pacino. Uno che di sparate e sassate dalla “vecchia” scarpa ne “vomiterà” tante. Un assatanato! Un provocatore (non) nato.
Bisbetico non domato, arrogante ché si arroga le finte Giurisprudenze da latinorum e puttanate gerarchiche. Un geriatria delle emozioni sincere. A pelle.
Il film, chi più e chi meno, tutti credo che l’abbiate visto…
Accusato di retorica e insopportabile “semplicismo” da lieto fine “scaldacuori”, invero nasconde nel suo intimismo, “superato”, la dose cinematografica del Paul Auster.
Una storia semplice, per nulla. Tanto rumore per… una bolla di sapone… e gli applausoni meritati com’esige l’entusiasmante monologo del Pacino scalmanato di pregiata p(r)osa.
Perché Pacino non vive bene, è stato segnato irreversibilmente da una tragedia. Ma, nel punto letale del suo esperirla, mal digerirla certo, ha accresciuto le prospettive uniformanti, perciò deformi del “sano”, omologato “crescere”. Si son soltanto che rimbambiti e ingobbiti.
Il problema non è divenir un leader ma essere o non essere. Perché Shakespeare è alla base d’ogni (s)figa.
E d’ogni grande uomo che urla da “disarcionato” Re Riccardo.
Solo della meravigliosa vita, Frank… caprianamente nel sorriso da coda caprina di Pacino il diabolico, viverla nel maggior sentirla, che fa rima con cardiaco ritmo e crescente innamorarsene.
Il resto è una stronzata. Non vi lasciate fregate! Il viaggio è appena iniziato. Non sempre tutto funziona, si esagera di “miele”, questo è vero “alveare” dei trucchetti acchiappaspettatori del “furbetto” Brest, ma comunque è meglio dell’imborghesirsi e star in pantofole a discutere di lavoretti, troiette e “tacchi(ni).
Necessito del mio “Ringraziamento”.
Se non vi piaccio perché appaio superbo, lo sono in quanto superfluo. Ah ah!
Io non mi celo nelle apparenze. Io vedo. Questo è il mio Verbo.
Dunque, a tutte le spie, non figlie di Maria, una verginella che però non se le mandava a dire, vaffanculo!
Chi mi credo appunto di essere?
Ma chi crede di essere lei, piuttosto!
Si segga e mi lasci parlare, anche urlare se necessario! Entrerei col lanciafiamme in quest’aula…
Aiuole! Ahia! Ah ah!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
Aho! - The Wolf of Wall Street (2013)
179 min? Il più lungo di Martin. Ma quello di Leo è grosso?
O, in borsa, si ammoscia di decadere? - Last Vegas (2013)
Mi par una stronza(ta).