Esistono varie personalità in ognuno di noi, quella cattiva e quella fintamente buona che fa buon viso per poi spaccartelo
La versione cattiva
Di… come in un “bel” dì mi divertirò da “matti” a scagliar pietre lincianti contro il panzone che, nel mezzo “sgambato” del suo senil pasciuto, soffrirà come le bestie scannate nel canile di lui “accanito”
Di tortura in tortura vien fuori sempre la verità ed è un attimo “soltanto” d’illusoria vendetta o cranico spaccarti le ossa con occipitale fratturar ogni carne tua “vitale?”.
Il panzone sentenziò, “spacciatore” dell’alcolista anonimi a raccontar “schizofreniche” diagnosi (ri)versate a “danno”, durato anni, verso chi antipatico gli (resi)stette. Forse ché della sua cara mogliettina, emaciata e mai da “lui” baciata neppur su una minuscola tettina, non mai “arrossò” l’osédel muscolo lì “adiacente”. Alla “diaccio” mai le fu diavolino ché il suo “pisellone” combaciava gelido col cazzetto di chi fa “sesso” coi calzini. Insomma, “lei” una strega e lui una mezza calzetta. Balanzone della Bologna goliardica, “dottore” auto-laureatosi di “bocchino” a imboccar i figli cocchini per poi riempirli di “botte”. Oh, un barbogio borbottante che tante balle sul suo conto “narrava”. Pur essendo commesso portalettere dell’ANSA, a tutti gli amici si presentava come “giornalista” d’altro “precoce” darsele “a gambe”. Sì, le prostitute “felliniane”, tanto da lui amate fra un tortellino e un “infradito” cornificante alla p(o)veretta moglie, tradita ripetitivamente quanto gli obblighi che impartiva al “sangue del suo sangue” nei riguardi, fra l’altro irriguardosi, dei due partoriti e poi educati al porcile “odioso”, che sanissimamente trombava da trombone. Sì, un’ipocrita come pochi, un porco “gaio” con tendenza bisessuale all’incesto anale propagato ad eterozigoti suoi “gemelli” su aborto della moglie partita da un pezzo dopo un mai avvenuto cesareo, e mai venne essendo frigida ma vessata, della davvero “inseminata”.
Ai figli insegnò a seminar il panico, buttandoli nel pantano “pedagogico” ove quel che importa, oltre all’importo della vita truffaldina, son le sbattute fighine del seral Sabatino.
Racimolante onori e pregi su “vestigio” di puttane con la vestaglia e mess(alin)e “nere” a suo “salir” in cattedra. Sì, per an(n)i, se lo “tirò” perfin da professor, “dando” da sé la patente d’intellettuale.
Da me, invece, fu scoperto e scopato in culo.
Ché sgobbasse e si ribellasse “recalcitrante” ché altri calci riceverà nelle palle e l’imbucherò, mio “bucaniere”, nel canal di scolo della tua bile.
Adesso te la caghi nelle mutande?
Uso la mazza da biliardo. Tu volesti ammazzarmi ma debbo confessarti che il “prete” delle tue domenicali “confessioni” son io. C’è il segreto “istruttorio”, poi ti darò in pasto ai cani del sagrestano. Latrerai come una bestia nella latrina, spolpata di netto, ché io son gatto (d)istruttivo.
Due vite mie assassinasti, car “uomo”, ma non prevedesti gli altri cinque miei manigoldi a stanarti e ficcarti nella tomba. Dopo aver “pen” ficcato i tuoi figli alla gogna.
Si chiama Profumo di donna o adesso te la svigni, impaurito da pazzi?
Salutami appunto il tuo cazzo, abbine “conserva” nel custodirlo a temperatura ambiente sinché demenza non ti sarà refrigerante. Non abbaiare.
Mi sto appena scaldando, poi arriveranno i (termo)sifoni.
Dicasi infermità? No, fossi in te, chiamerei gli infermieri.
Ieri fosti idiota, domani già non c’è…
In quanto eri già mai eroe ma maiale, e io son qui a renderti il mal’.
Ti auguro buona sorte. Salutam’ sorrrata!
La versione buonista
Sono un uomo (s)puntato dal nulla, subumano con “robotica” bioetica immorale, opinione breve ma di pisello lungo
Non sono mai stato umano. Il mio allenatore sospettò che fossi un androide. Capiva che ce l’avevo normale quando mi spogliavo stanco e lo vedeva flaccido.
Fu per questo che mi schierò centravanti. Perché “tiravo”, mirando il coglione del portiere.
Mancavo lui e per questo seg(n)avo.
Se non l’avete capita, non valete appunto un cazzo.
Insomma, morale: se sei giù di corda, fai una corsetta e nessun corsetto.
Ciao, preferisco il mio grassetto ai corsivi.
Vi è sembrata divertente? Quanto le battute di Leslie Nielsen. Che a me non ha mai fatto ridere.
La buttava sui doppi sen(s)i ed era patetico.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
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