Attacco Nanni e me ne vanto! Di panne montate?
Di mia rimonta? No, qui prevedo altro dolcific(c)cante!
Una delle peculiarità, che distinguono la mia anima da un comune “intellettuale”, è non asservirmi mai all’intellighenzia. Bensì essere felicemente autarchico, distaccato dal comune ma lucidissimo in mezzo a tanti esaltati ludici, specie se tempro la mia alterità (s)naturata quando viene, come fu, invasa(ta). Perentoriamente accerchiata, vilipesa, ostracizzata, dileggiata e sempre messa a dure prove per provarmi. Ma, giunto allo scoccar d’un dì a me miracoloso, la tattica osteggiante di costui, mero lestofantissimo e dalla risata d’elefante, rintonò mor(t)ale.
Affatto fugace, quella (s)volta, scaltro e imprendibile, cominciai a studiarlo. Ad adottar la stessa strategia del suo ragno. Respinsi lentamente il suo “piano” omicida, scrutando nell’architettura, invero assai labile del suo criminoso “organizzato”, nello smontargli la boria pezzo per pezzo di merda ch’è. Le sue branchie respirano…? Troverà lieti sospiri assieme al suo delinquenziale branco di cioccolatai?
Ora, il nostro “contento” fanatico è intrappolato in una paralisi parimenti dolorosa. Si sta sgretolando dentro mura dello stesso silenzio ch’inflisse dietro ricatti “altolocati” e sovente si tocca perché la mia vendetta s’augura possa dissolversi.
Come neve al Sole, come buio ancor da rabbuiare! No, non mi addolcirai con leccate tardive.
Eh già, mi spiace deludere la tua superstizione e le tue inette presunzioni, di doverosa calma e “calamità” m’avventerò sul vile da “villano”. Sei tu il villico e fosti vigliacchissimo!
Ché rabbonir le mie “urla” non ha attenuato l’adesso schi(amaz)zarti fra le mutande.
Chi è costui che minaccio e al quale presto sarò un accendino da candelotto? Cagò tante frottole sul mio conto, ma nella sua “veggenza” non vide oltre una sciocca miopia. La cecità di cui soffrì, nonostante il tentativo di soffocarmi, è sotto gli occhi di tutti. E non gl’occorrerà altro correr via del “darsele a gambe”, perché le sue troie non lo salveranno dal mio “caldo” rigenerato, oh mio degeneratissimo mostro tanto a me “scoreggiante”.
“Specializzato” a chiamar il “Pronto Soccorso”, insistette “tenace” a mortificarmi di “bavagli”, ma la sua “cura” generò appunto un suo stesso cuocersi nella fornace.
Volesti inguaiarmi e invece sarò io a guar(n)irti.
Tanto “fornicò” e presunse che fossi “debole”, per schernirmi oltre il lecito, ch’è adesso lui lo spazientito e paziente. Pazienta pure, la mia sala d’attesa sta godendo sadicamente la tua “sauna”. Sudi freddo e preghi perché si raffreddi la premeditata tortura di cui, non solo in culo, sarai trafitto solidamente. Ecco il mio ovosodo. “Friggitele” per un altro po’ nel tuo “acclarato” popò da “retto” e fortunato, attento quando lo tiri fuori per far… la pipì. Da dietro il lavabo, potrei tagliartelo senza “fazzoletto”. “Coleran” tanti tuoi urletti, mio putrido deficiente. Pigliavi anche in quel posto il mio “papà”. Ahia!
Sì, non ho mai stimato, a differenza della tua “famiglia”, Nanni Moretti. L’ho sempre trovato disgustoso, sopravvalutato, uno spermatozoo “montato”.
Ti ricordi, oh mio “dolcetto”, la famosa scena del “Continuiamo così… Facciamoci del male?”.
Sì, sei esperto del mio “masochismo”, oh oh mio (in)sicuro “maschio”.
Mettevi i puntini al posto “giusto”, “composto” e ben seduto a capotavola.
Ma tu, mio da studi “classici”, dovresti conoscere Andronico Tito…
Se, cannibale, “ometti” le mie dita, infilando il coltello nella piaga, potresti trovare il tuo fegato non solo rosicato bensì mangiato… e i tuoi “cazzi” arrossati!
Ti farò arrosto. Mi desti del “cagasotto”. Sei arrivato alla frutta con la tua “cultura” di “confettura”. Ti sto confezionando un “tiramisù” coi fiocchi…
Gli amici ti deludono, la gente normale no.
Lei mi sta scavando sotto e mi toglie la panna: la castagna, da sola sopra, non ha senso! Il Mont-Blanc non è come un cannolo alla siciliana, che c’è tutto dentro, è come uno zaino: lei se lo porta appresso per un mese e sta sicuro! Il Mont-Blanc si regge su un equilibrio delicato, non è come la Sacher Torte…
Il mio “scavo” non è un tuo finto-educato “Scavati dalle palle”. Son io che t’impalo, così impari a esser meno strafottente. Chi gusta la ciliegina?
Ciao, salutami i “cugini”… Sono quello che ti toglierà le “castagne” dal fuoco… e ti trivella, mio idiota a cui in testa saltò bella.
Attacco Denise e me ne sbatto… al “fresco”
Stamattina, sarà la Domenica noiosa, succedon delle cos(c)e atroci.
Mi invia l’amicizia una certa Laura, una che voleva il mio uccello alla Nek circa un anno fa ma dovette accontentarsi delle aquile sulle Alpi delle sue vacanze. Secondo me, è rimasta “vacante”. Senza qualcun che, svolazzandolo, abbia potuto “annidarlo”. Una che si dava sol delle arie, “fresca” come una quarantenne strafatta.
Al che le chiedo come sta e mi toglie dagli amici. Che cazzo di comportamento è questo?
Fui molto chiaro a suo “temporale” di mestruazioni vogliose, forse esigeva una domanda di mia “erezione” diretta: “Come stai messa là in mezzo? Adesso, ci sto”.
Al che, “scopro” che una certa Denise compariva “in comune”.
Contatto Denise e le domando se conosce davvero Laura…
Sì, sono intime amiche…
La situazione è ambigua. E si complica di più.
Denise, senza batter… ciglio, mi toglie… dalle amicizie.
Insomma, siam passati da due a cui potevo “intagliarlo” nei tolti pantaloni a un’evirazioni d’entrambe quasi strappato.
Resto perplesso. Ma sbotto!
Affiggendo questo a mio diario…
la solita pazza:
Denise,
anche tu mi hai tolto dai contatti. E io che t’ho fatto? Ho messo perfino, e
ti ringrazio molto, le tue foto nel libro.
Sei strano e negativo. Tutto qua. Buon proseguo per la tua carriera.
Strano sì, negativo è un’idea tutta tua, se permetti credo di essere
tutt’altro, ne ho… ben donde e grosso, e in questo son sostenuto da un sacco di veri amici. Anche da delle amichette migliori. Non solo ammiccano e sanno come “ammaccarmelo”.
Per la mia carriera, non ho bisogno d’auguri di gente falsa.
Mi spiace essermi fidato, puttanazza.
Denise lo dice al marito e lui mi minaccia.
Sono adesso al reparto dei cornuti e mazziati.
Morale, questa vita fa male. Si tenessero le stronze. Di mio, rimango più cattivo di Nanni Moretti. E, se m’incazzo, non ce n’è per nessuno. Nemmeno per me.
Diciamocela, voi sposate le mignotte “solari”, io son bello come il Sole ma piove.
Attacco la cornetta e anche il cornuto
Per consolarmi, chiamo un mio amico.
Risulta occupato con la segretaria.
Al che, lascio un messaggio in segreteria, in gran segreto, sebbene glielo urli tutto con durezza: “Me la son scopata prima io! Non fare la fotocopia!”.
Quindi, aggancio e si becca il gancio, staccando la spina del suo uccello in preda al panico.
Sì, son incorreggibile. Di mio, non valgo un cazzo.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)