Il nostro doppiaggio, sebbene pedestre in alcune voci e soprattutto “trascurato”, sciatto anche per pellicole importanti, vedi Filippo Timi svogliato nei panni di Bane/Tom Hardy, è salvabile. Inizialmente, non mi convinceva il timbro di De Sando per De Niro.
Ho cominciato ad apprezzarlo pian piano, nonostante l’inflessione talora tutt’ora “sfasa” d’indubbia flessione strascicata e “alla buona”. Certo, un adeguato sostituto dello sfumatissimo Amendola era impossibile trovarlo, anche se mi candido personalmente in “vesti ufficiali” del Robert, possedendone una cultura a De Niro incarnato della somiglianza spaventosa e gola flessuosa-profonda. Ah ah.
Ma non perdiamoci in digressioni, anzi in “diaframmi”. Occupiamoci di come i “titolisti” italiani combinan degli scempi quando non sanno come tradurre un titolo, appunto, che diventa “intraducibile” per evidenti giochi di parole e d’assonanza a loro volta “impossibili” da rendere compiutamente. Se il titolo è formato da una parola oramai entrata nel linguaggio internazionale, rimane immutato, così come non vengono toccati i titoli originari composti da espressioni oramai del “patrimonio” mondiale e globalizzato.
Ecco qui sotto alcuni esempi di aberrazioni criminose.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Bugie, baci, bambole & bastardi (1998)
Da Hurlyburly, che te lo dico a fare? Da non confondere, comunque, con Topsy-Turvy di Mike Leigh. - Strafumati (2008)
Da Pineapple Express… ho detto tutto. - Fatti, strafatti e strafighe (2000)
Dude, Where’s My Car?.. ora, Jennifer Garner è figa molto e Kutcher sembra un drogato, ma mi sembra abbiano esagerato. - All’ultimo pugno (2013)
Tags: All'ultimo pugno De Niro Stallone, Che te possino, Grudge Match