“JFK”o Falotico? Finalmente, ecco pubblicata la mia titanica, invincibile opera letteraria, la prestigiosa, esorbitantissima “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”, e vi ho strabiliato ancora!
Terremoto in casa Falotico alle 12.20 esatte di stamane: suona il postino, ha dei pacchi per me.
Penso che si tratti del mio saggio su Clint Eastwood, invece son le fantastiche, spettacolari copie personali di “Cuore angelico…”
Ieri Notte soffrii molto. Meditai ancora al suicidio ma, dopo una Luna di traverso, stamattina son stato miracolato di galvanizzazione. Evangelizzato. Suona il postino e non ha uno bensì due pacchi per me. Quando si dice “Bussa solo una volta”. Mi consegna, previo firma elettronica “sconnessa” di pessima mia grafia tremolante-eccitata, sia le copie personali della mia nuova opera letteraria, “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne” sia il saggio di lulu.com sul grande Clint Eastwood. Stasera festeggerò.
Sì, sia stata quel che non è stata la vita, eppur son oggi letterato, domani non so. Evviva il Genius! Sempre sia lodato!
Prefazione, “letterale” e metacinematografica a simbiosi ispirata al “Faust” e ad Angel Heart.
“Vi avvicinate ancora, ondeggianti figure
apparse in gioventù allo sguardo offuscato.
Tenterò questa volta di non farvi svanire?
Sento ancora il mio cuore incline a quegli errori?
Voi m’incalzate! E sia, vi lascerò salire
accanto a me dal velo di nebbia e di vapori;
aleggia intorno a voi un alito incantato
che al mio petto dà un fremito di nuova gioventù.
Voi recate le immagini di giorni spensierati,
ed affiorano ombre che mi furono care;
simili ad un’antica, quasi svanita saga
ritornano con voi gli amici e i primi amori;
si rinnova il dolore, il pianto ripercorre
il corso labirintico di una vita errabonda,
e nomina i magnanimi prima di me scomparsi,
frodati dalla sorte di belle ore felici.
Non potranno ascoltare i canti che verranno
le anime alle quali i miei primi cantai;
la ressa degli amici si è dileguata, ormai,
l’eco prima dei canti è, purtroppo, svanita.
La mia canzone suona a una folla ignota,
che perfino se applaude fa tremare il mio cuore,
e chi allora ascoltava lieto la mia canzone
erra, se vive ancora, disperso per il mondo.
Ed una nostalgia da tempo sconosciuta
mi prende di quel grave, calmo regno di spiriti,
si libra adesso in indistinti suoni
sussurrando il mio canto, simile all’arpa eolia,
un brivido mi afferra, lacrima segue lacrima,
si sente molle e tenero questo cuore severo;
quel che adesso possiedo lo vedo da lontano,
e quello che svanì diventa reale e vero”.
(J. W. Goethe, Faust, traduz. di A. Casalegno)
Ho scelto quest’estratto del famosissimo Goethe per introdurre, come leggerete, il mio nuovo libro.
Del quale oggi mi son state consegnate le 100 copie come da “contratto”… faustiano, pattuito in mie stilografiche immaginifiche dell’anima vergata, permeata fra dissolventi emozioni in tutto furor “demoniaco”.
Sbrano la scrittura dopo tanto scarnificarmi per colpa di pedestri detrattori più analfabeti soprattutto dei sentimenti, reinvento la Letteratura, (ab)uso del Cinema per immergermene, aspirar la sua crema delirante e iniettarla di me dai volteggianti, ignoti, mille volti del pensiero argenteo. Ché screzio del lambire l’onirismo, l’invoco di naufragi fantasmatici, eclissato si strugge, contorto il Cuore si beatifica a mia sola venerazione.
Fulmino, scattante non mi domerete, intrepido scaglio frecce ardenti ai vigliacchi, mi “scarnisco” a scandir liriche imprendibili di librata squisitezza. Illumino perlaceo il Tempo avvolgente, incenerisco i suoi umori ruvidi, lo plasmo, lo mordo… m’innamoro di giovamento. Elevato a montagna religiosa del sangue, lo “corroboro”, colorato s’arrugginisce, nitra in nebbie d’un fosco assopirlo, quindi ancora accorato s’innalzerà eterno alle trasformazioni plananti. Oramai, nessuno può fermarmi!
Sorvolo il Mondo, appicco la fiamma ove nelle anime dei “vinti” s’era affievolita. Guaite di gioie, inorgoglitevi dopo tante ingiuste sconfitte, guarnite l’amore d’alti coraggi! Ergetevi a santi e inabissatevi nelle acque linde dei candori bruciati. Scolpiteli d’energia rigenerante, zampillerà la vita nuova. Io, innovativo, son a voi risorto e non mi placherò!
Udite il mio Verbo a preghiere issate alla Bellezza.
Non deturpatevi nel rincorrer meschini inganni e prostituiti, svenduti guadagni! Ora, v’ordino di celebrarmi!
Tutti in piedi, ci sta l’applauso storico. La cosiddetta ovazione universale!
Blood Work
Di tale “Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”, vi narrerò ogni “capitolo” del suo evolversi.
Perché nacque nell’attinger mio d’ispirazioni magiche eppur, come ogni forma d’Arte, assumerà mutevoli forme a ogni (ri)lettura variabile. Di tracce ventricolari ho cosparso le mie pagine, voltatele e quindi poi sfogliatene tutti, indietro ad avanti vederla. Inebriatevene! Ogni odor puro lagrima straziante, rinasce proprio profetizzante.
Come un’ieratica chiesa gotica, Io “sfilo” la Cattedrale più grande di tutte le epoche.
Ero, fui vulnerabile, sono eroe in ere che saranno! Di fronte a me, Michelangelo è un povero Adamo la cui Cappella… è sol che uno “schizzo” senz’accensione vitale. San Pietro è in giubilo, il Papa m’osanna dopo la “scomunica”, ogni comunità mi acclama e, a gran voce, vorrebbe spedirmi in “manicomio” perché sono genialmente incontenibile.
Perché ho citato “Debito di sangue?”.
Questo “Cuore…” è un libro misterioso, quasi alla “Necronomicon”, incarna la mia anima che, incastonata in (di)urna sigillata, vampiresca librò notturnissima a ferino scuoiar ogni vostra dissipatezza. Nel tergervi di “maledizione” risorgimentale. Io sono il ben di Dio e quindi benedico!
Libro che s’incunea fra mille e più cupezze ignote e a incubo perpetuo, trae spunto dal capolavoro (di Alan Parker) con Mickey Rourke e Robert De Niro nel viverlo “mefistofelico”… respirarlo, temprarmene. Non incupitevi!
Angel e Lucifero s’incontreranno, per la prima volta, alla locanda “caldissima” dal nome “Blood Work”.
Il resto dovete scoprirlo da voi.
Che c’entra JFK di Oliver Stone?
Non fu Oswald a centrare Kennedy, centravano anche altri tiratori scelti. Compreso il centravanti Osvaldo…
Kennedy fu un Presidente dalle scelte troppo “strane” per non essere odiato a morte.
Quindi da stanarlo nel far sì che, saltando le sue cervella, fu una “faction” di budella.
Non ho scritto fiction. Avete letto…
Ho detto tutto…
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