l Cinema del prossimo anno si prospetta quasi pessimo, già visto, meglio dei personaggi televisivi! Panoram(ic)a sulle pellicole con Bob De Niro
Osservo e scruto nella filmografia di Robert De Niro, mio attore preferito per antonomasia nel confronto rivaleggiante, eterno col grande Al Pacino.
E gemo, perché ci son solo pochi Bob interessanti. Di Pacino neanche l’ombra…
Di Being Flynn, vedremo il Dvd italiano anche di “straight”. No, manco di striscio. Film troppo “barbone” per piacere al pubblico d’oggi che si fa distrarre da Gabriel Garko con la r moscia. Da cui il detto: “Guarda com’è bono Gabriel ma donna ricordati che sei figlia di Maria, non toccarti troppo altrimenti l’Arcangelo ti sarà sgarbo”. Già, Vittorio Sgarbi urla “Capra” e intanto va a Capri.
Eh sì, accendo la Tv e vedo la semi-scosciata Daria Bignardi di tacchi basculanti nell’oscillar su microfono “virilizzato” all’intervistato di turno, per patetici “Scambiando quattro chiacchiere, io donna con le gonne lunghe, tu ospite di questa trasmissione noiosa, ma pigliamola al balletto, è bella così”. Secondo me, rimane una racchia, nonostante il taglio di capelli che vorrebbe accennare al tuo ciuffo al gel di Tutti pazzi per Mary. Sì, sì, se fosse la mia donna, mi romperebbe coi suoi quiz per risalire alla mia erezione anomala quando ammiro Bob De Niro. Mi consiglierebbe Jude Law, perché ama gli attori radical–chic con stempiature da maschi acculturati, quindi spremendosi il cervello han perso qualche capello. E tutto ciò fa gnocco. Mah.
A uno come Jude Law, darei solo la parte del mio calcio nel culo raffinatissimo. Premiandolo di fermoimmagine ai suoi quadricipiti prima che gli si rompano i testicoli. Deve ringraziarmi, è grasso che cola, come il sebo delle alopecie androgenetiche.
Spingo “tutto”… il telecomando su Sky, alla ricerca di qualche classic sul canale che dovrebbe proporcelo.
“Scelgo” di “mano morta” il film La videocamera Sony, sonnolenta, per l’ultimo flash innamorato di una Nikon. “Capolavoro” pulito in riprese sessuali sghembe, “guardone”, tendenti al virtual sex sgranato nel “digitale” e tanto dizoom vedo-non vedo perché hai scattato l’orgasmo mentre ho coperto l’inquadratura col mignolo sinistro, causa la fretta d’immortalare l’attimo. I protagonisti sono un “uomo” figlio di Tsukamoto, “robotizzatosi” nel “vivere” il suo uccello misogino, figlio della generazione dei cellulari touch…
L’antagonista è una “chiavetta” USB che ficca spesso un Macintosh rovinato dall’usura degli strozzini, a stampante di soldi estortigli con tanto di scanner alla Cronenberg.
Il film finisce coi due androidi ridotti come roditori.
Sfilo Bob De Niro, ma il suo neo è appannato.
Durante le riprese di C’era una volta in America, si disse che ebbe una “tresca” con Moana Pozzi.
Adesso, sta andando a puttane completamente una carriera da “Leone”. Poco serioso e per niente alla Sergio.
Da toro ex scatenato molto seduto, con ravvisabili macchie senili su capello nei capezzoli brizzolati della moglie nera con parrucca e tinture vicendevoli, durante le folate sumanti vicino al Lago di Como, ove passa le estati con George Clooney e si scambiano i “mutui” delle vill(an)e.
Tanto ne hanno da potersele regalare a vicenda. Una anche a Vicenza.
Elisabetta Canalis al Festival di Venezia, oramai sempre attricetta dopo la separazione dal Giorgino, con tanto di inculatina e forse anche lo scolo.
Sì, George non usa mai il profilattico, perché in verità è gay passivo.
Passiamo oltre. Sono cazzi suoi.
Ma Vincenzo non ha neppure un ponte sotto cui dormire. Da cui il detto: “Paraponziponzipò, ogni tre passi in avanti finisci in un film di Pasquale Pozzessere con Antonella Ponziani, mentre Renato Pozzetto aveva la panzè e ora è panzon’”.
Non mi sento bene, noleggio Hi, Mom, lo studio attentamente. Domani un palazz(inar)o in meno.
Guardo la locandina di questo De Palma, con la manina del Bob strafottente a risaltar di primo piano che mi fa occhiolino.
Mi riconosco ancora in Lui, nonostante tutto. Sembra che ti dica “Salutam a sorrata”.
Comunque, trascurate le inculate e le esplosioni varie, del Cinema d’un Tempo è rimasta solo la litografia di molte fighe di legno e di qualche pezza al paraculo. I giovani pseudo registi di oggi son dei pezzenti.
Anche solo per girare uno spot del tappetino-mouse, venderebbero la loro madre ad Andrea Diprè.
Spezzaron i sogni, che di merda pezzi. Da me, solo che pugni.
Ma concentriamoci sul Bob.
Killing Season:
qualcuno l’ha già caricato full addirittura su “YouTube”. Me lo voglio gustare però in alta definizione Blu-ray quando ad Agosto riceverò la copia personale.
La curiosità è stata comunque troppo irresistibile. E ho “spizzicato” qualche scena.
Ora, il film ha una sceneggiatura “black list”. I cinefili san meglio di me che stavolta “lista nera” significa esattamente il contrario.
Si tratta di quel mucchio di sceneggiature strepitose che vengono “scartate” da Hollywood proprio perché, il colmo eh, troppo difficili per il grande pubblico.
Quindi, quasi nessun produttore si sente di spenderci dei soldi, anche se il materiale scotta, come si suol dire.
Inzialmente, a dirigerlo doveva essere John McTiernan. Anzi, doveva segnare esattamente il ritorno d’un maestro dell’action, schiacciato da quel flop colossale ch’è stato Rollerball.
Be’, Predator, Trappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso vi dicono nulla? Cazzo, parliamo di un mezzo genio.
Secondo me, dopo questi tre film, può anche aver girato Last Action Hero ed essere benedetto lo stesso nell’osanna dei cieli.
Anche se questo eroe è last but not least, con tanto di citazione di Scharzenegger shakespariano, essere o non essere recitato, eh già, da Arnold. Ce ne rendiamo conto che stronzata meravigliosa è codesta?
Ora, John ha simpatizzato con Travolta Don Giovanni dopo Basic, fra l’altro il suo ultimo film a tutt’oggi.
Gli propone la sceneggiatura e John: “Cazzo, buona questa roba, molto buona cazzo”, detto simil Pulp Fiction. Forse, assieme a Face/Off e … Bobby Long un John coi controcazzi.
Per il resto, vedo molte porcate. Ma cagate secche, non si scherza mica, eh eh, robaccia tipo Swordfish,Phenomenon e Michael. Insomma, roba da cazzone Travolta appaiato al Bruckheimer Jerry con West Simon pocomercenario ma assai marchettaro.
John vuole tornare a lavorare con “Quello a cui dà gusto mangiare la patata”, il troione Castor Troy, cioè quel puttaniere, attorialmente e non, di Nicolas Cage.
Per un altro scontro bifront(al)e.
Ma il produttore dice “No” e lo dice a bestia. Il film, così come lo vuol girare McTiernan, potrebbe sì rivelarsi un capolavoro ma incasserà quanto un negro al semaforo d’una periferia di Lecce.
Spunta Avi Lerner, il volpone della Millennium, casa produttrice che, ogni cinquemila film sotto la sua “egida”, ne azzecca uno prima ch’eleggano un altro Papa.
Avi è amico di Bob De Niro. Il Bob con Avi può “vantar” film che hanno dato davvero “lustro” alla sua carriera.
Righteous Kill è un fottuto film, molto poco stimato. Vale già per le tette di Carla Gugino.
Il resto è una minchiata ma Al “deperito” e Bob bolsissimo fan la loro “porca” figura. Bob si fa appunto quel figone di Carla in una relazione “impresentabile” e assai “verosimile”, Al tenta di farsela per tutto il film, ma non vuole tradire il suo amico.
Tanto che lo chiama, dopo un piatto di spaghetti all’italiana (o forse erano dei maccheroni?.. sì, delle penne…) ma, non essendo sazio, deve ancora scazzarsi.
Al bar, Al riferisce a Bob che ha trovato il modo per curare il suo male di vivere.
Annota sul taccuino tutte le pollastrelle coi tacchi che gli spaccan le palle. E ne soffre, non riuscendo a “entrare” nella loro “forma”… mentis femminista.
Insomma, quel taccuino è come il fazzoletto di un onanista. Lì raccoglie il “seme” della sfiga. Così, si “sfoga” e si svuota.
Adesso, rivelo lo spoiler. Bob lo tranquillizza senza prescrivergli i farmaci psichiatrici, ma il serial killer è proprio Al.
Su quel taccuino, ci son per filo, per segno e per “spago” tutte le “terapie”. Cioè, il numero delle persone che ha ucciso.
Bob lo scopre, vuole arrestarlo con la condizionale della sua amicizia ma Al gli grida: “Che poliziotto sei? Uno come me come me va ucciso. Sparami, dai, ribaltiamo il finale di Heat”.
Bob De Niro finirà solo come un cane, perché Carla Gugino intanto s’è messa (a novanta, eh sì, è la segretaria…) con John Leguizamo.
Mah. Secondo me l’assassino era una Carlito’s Way.
Torniamo a Killing. Ci sono tre “gatti” in tutto il film. Non è un modo di dire ma compaiono solo John Travolta e Robert De Niro con l’apparizione di Milo Ventimiglia che si sente senza padre alla Rocky Balboa.
Per il resto, una stupenda fotografia, un’ottima colonna sonora, qualche idiozia che dura due ore, la durata del film, e i Monti Appalachi con i cervi de Il cacciatore.
Voto: a prima vista 10, ripensandoci 8, mi tormenta e gli do uno zero assoluto.
Grudge Match: secondo voi è credibile un raging bull, che il 17 Agosto compierà 70 anni, nella parte del pugile che si fotte Kim Basinger?
Secondo lo sceneggiatore sì.
Last Vegas: nel trailer compare anche la pornoattrice Kortney Kane. Per chi non la conoscesse, una delle più grandi super-zoccole della Storia.
Ecco, se Kortney avesse girato un hard con questi quattro mostri sacri, il video della Belena sarebbe finito “massacrato” in ultimissima “position”. Invece, Sara Tommasi ne girerà ancora, mentre Valentina Nappi esige Siffredi Rocco e Rocco dichiara che arrivare dove vogliono “tutte” è stata dura… Mah, può darsi che la prima puttana fosse meno tenera di Selvaggia Lucarelli…
The Family, Luc Besson da Festival di Venezia? Le aspettative, a giudicare dal filmato, ci stanno. Peccato che aprirà il solito Clooney col suo “figo” e martoriante 2001.
Già, c’ha distrutto Solaris…, non c’è due senza tre e il terzo sarà il remake di tutta la “sega” di Star Trek con lui nella parte dello spocchioso personal trainer di Spock.
American Hustle, il migliore dell’orgetta. Scusate, volevo dire della deniriana offerta.
Al che, afflitto dal mio Dio che m’ha abbandonato… mi pitto il neo, recito una mia poesia che fa…
Settebellezze Pasqualino va a Natale in tutte le lucine, Lucignolo lecca il mandorlato Balocchi, ti caverò un occhio, e abbasso chi picchia i finocchi.
Poi, mi chiedo che differenza c’è fra me e Robert De Niro. Nessuna.
Soltanto che Lui ha incontrato Martin Scorsese.
Diciamocela: la vita è una questione di nei. Se hai quello di Bob, a parte una filmografia con molte e recenti macchioline, sei un untouchable, se sei me, ti dicono che il tuo curriculum vitae presenta la pecora nera del suo neo e del suonato.
Ho detto tutto.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
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