Archive for July, 2013

Orrore del “Calcio”, arbitro accoltella un giocatore e viene decapitato


06 Jul

L’arbitro accoltella un calciatore, uccidendolo, e finisce decapitato. Orrore domenica scorsa in Brasile, come racconta Globoesporte. È successo nello stato del Maranhão, nel nord.

L’ACCOLTELLAMENTO – L’incontro tra dilettanti che si stava svolgendo a Pio XII ha avuto un doppio, tragico, epilogo. L’arbitro, Otavio Jordão da Silva de Catanhede, 20 anni, ha espulso un giocatore, Josenir dos Santos Abreu, 31 anni. Questi ha protestato rifilando anche un calcio al direttore di gara, che ha estratto un coltello ferendolo mortalmente (è morto durante il trasporto in ospedale). Due i fendenti che hanno ucciso Abreu.

IL MASSACRO – Gli spettatori hanno reagito con un’invasione di campo, e sconvolti, hanno raggiunto Catanhede legandolo al palo, lapidandolo, squartandolo e decapitandolo. La testa è stata poi esposta su un palo.

PRIMO ARRESTO – La polizia locale (Ssp) ha annunciato che il responsabile delle indagini, Valter Costa, ha avuto accesso a delle immagini registrate con i cellulari per identificare gli autori del gesto. Un uomo, Luis Moraes de Sousa, 27 anni, è stato arrestato dagli agenti di Santa Inês, a 33 km da Pio XII, e avrebbe confessato almeno l’aggressione a Catanhede. Altre due persone sono ricercate, una per lo squartamento e una perché avrebbe partecipato all’omicidio: . Francisco Edson Moares de Sousa, detto Chiquinho, e Josimar de Sousa, noto come Pirolo. Costa ha infatti spiegato: «I racconti dei testimoni ci avevano messo sulla pista giusta. Abbiamo identificato Luis Moraes, che ha precedenti, come l’ideatore del delitto. “Chiquinho” e “Pirolo” lo hanno aiutato a squadrare la vittima. Siamo sulle loro tracce e li prenderemo, perché un crimine non giustifica mai un altro».

Redazione Online 5 luglio 2013 | 18:04

Fonte: Il Corriere

I deliri erotici della prima Estate falotica: S(t)e è un bravo guaglione


06 Jul

Tienitelo stretto, anche perché ci sono io che potrei slacciarti l’asciugamano…e, di mani in mani, si va “cont(r)attando e un po’ bagnando nel te(r)so

Di mio, uso il pareo senza Panarea m’arricciato lontano da Riccione, isolano da isoletta (in)felice, soffro di paralisi quando vedo bocce nudiste sol velate da un nero “avvolgente”, sibilo fra i granelli a “insabbiato”, poi nascondo le prove, essendo piovra e polipo che prima palpa e poi si spompa, tanto che affogo e la figa va con un balenottero di maggior “crociata”.

Sono in spiaggia, Lei smuove la sabbia e rinviene il mio feto galleggiante mentre sogna d’essere ingravidata da un ludro che la farà abortire prima che l’utero sia in lui lieto. Quindi, sboccia, sfila la camicia floreale e miro a Mezzogiorno la mia erezione florida in questa fauna di bestie.
Mah, almeno nelle saune ci son i sudori freddi, qui leccano il surriscaldamento e non solo i ghiaccioli. Sono microcapsule del freezer tutto l’anno e quindi cotte per l’“abbronzatura” dagli aggrovigliamenti spaparanzati, previo lunga conservazione parzialmente scremata come le cremine solari da imbalsamate. Il balsamo!

Aggradati, sgranocchiano il “mandorlato” e allisciano lo “stecchino” ancora di limonata prima della granita a mo’ di burrasca e burro d’arachidi. Alcune sono rachitiche, altri soffrono l’artrite. Di mio, sono l’ariete, gemellato al Vergine stuprato in quanto troppo da una gatta “venerato”.
Mi concupì, mi disossò, mi “levigò” e mi levò dalle palle, prima che potessi riprenderle, oramai spappolate.

Ora, devo andare avanti. Non piangere il latte alle ginocchia, leggi sperma raggrumato, versato, vessato e quindi in un più bravo amante “vergato”. Punto una mora che si confonde con la vegetazione là “in fondo”. Costruisce dei castelli per aria, di paletta la “spialo” e spio nelle biglie dei suoi orecchini che intravedo fra le doppie punte. Ravviso del feticismo anomalo nel ricchione che vorrebbe far con lei l’amore mentre pulisce le conchiglie della (de)riva, adocchiandola con far “maschio” e ventre pasciuto sul tappetino a mollo in panza da Pozzetto.

Al che, mi sento Paolo Villaggio de Le comiche. L’omo… Renato, di sé panzuto, mi sgancia un “Non tutto il Sole viene per cuocere”, quindi “inculo” di paletto d’avorio un “infangato”.

E urlo: “Adesso piove. Meglio ripararsi nel tendone…!”.

Il circo mi conosce, la Maga Circe da me solo avrà che il suo orco nella sua sorca. Non val due soldi quella meretrice.
Vada con Polifemo ché io mi tengo un epico polpettone da infermità mentale.

Ho detto tutto…

Anzi, no.

Acapulco, a sinistra c’è Selvaggia Lucarelli di tette arroganti “dal pulpito”, se le fanno la mastoplastica poi che cazzo fa? Per ora, se ne fa a bizzeffe di “(Aqua)fan(cazzisti) riminesi sulla riviera romagnola e piadina emiliana, gli uomini invertiti di regione erogena, orogenesi appenninica, dopo le lavorative pennichelle da stipendiati in padella, s’azzuffano per tali “salvagenti”, ma presto da gommosa diverrà (una) chiatta e la sua carriera sgommerà da schiappa.

Sarebbe da inchiappettare, se la mena, ma non ce l’ha solo lei. Anch’io me la tiro… sul gommone, in quanto ambiguo al largo. Mi allago! Non miagola! Boe e boati! Dio bono! Vacca la boia! Le vostri madri, come Selvaggia, son troie. Meglio Ulisse!
Uno che fissa e la tratta da fessa. Sia in senso di tonta che come si definisce la vagina in quel di Bitonto, paese lucano, amaro b(r)ullo.

Insomma, breve paragrafo senza girarci attorno. Pare una “spagnola” ma ama Rocco Siffredi alla francese. Fra Selvaggia ed Eva Green, scelgo l’ermafrodita vicino al semaforo. Lampeggia, è un lampone. Meglio di seni per gli allampanati!
Dai, le lampade fan male alla salute. Meglio i cocomeri! Razza di citrulli, siete dei meloni! Ma che limoni? Ma quale melina!
Ecco la tequila! Tieni qua, senti che boomChe dolore!
Sì, Selvaggia è oca italica, Eva stimola lo strabuzzato “lord(o)” inglese, entrambe per l’infarto mondiale su infradito del tamarro “rizzato”, meglio l’asessuato che eppur sa il fallo suo o non sappiamo se c’è o non c’è. Chissà dov’è, da qualche parte in culo gli entra di sicuro.

Ora, mi denunceranno. Dove son le di sicurezza uscite? Vicino agli spogliatoi? Ma sono tutti spogli, hanno bisogno di mostrar l’ambaradan? Ah, lo spogliatoio è ove anche si ci riveste.
Mah, siamo sicuri che sotto le docce non ci sia del bollente? Qui, non sono tiepidi di freschezza. Son secchi e ammosciati. Aridi come la temperatura a novanta su una centenaria. Agrigento! La Sardegna! La mansarda! Ripariamoci in uno spaghetto allo scoglio.
Le vongole, ricordate, son più saporite del gondoliere. Quello ha i remi in barca ma bisogna lanciargli dei gavettoni perché perda l’equilibrio. Venezia è sommersa!
Amsterdam si fa i cannoni di Navarone!
Voglio altri Neroni che brucino Roma! Città di bucatini e matriciane. Basta con la pasta! Appestiamo lo Stivale!

Dinanzi a queste cosce, sono un’aragosta. Rosso, per colpa delle radiazioni disumane a evirarmi nella radiografia al fegato da carcassa eppur bene incasso. Ordino un prontuario per la mia fame da “morto”, mi danno un panino alla mortadella, così opto per il mio “salame”.

E colo a spacco delle fighe cittadine. Più di gonne immaginanti, più di virtuale appetibili.

Lezione è tale di “sex”: se vedi troppo, non va molto, l’ipofisi è alla base erotica del “raddrizzamento”. Al mare, la pazzia è come una pizza da puzzoni.

Con tale stronzata, mi getto fra gli squali.

Mi squaglieranno fra i denti ma sarò sputato e dunque identico a loro di reincarnazione al filetto!

Ah ah!

Andate balneari. A fanbagno!

Tu balla.
Tu beli.

Io son bello e scodello lo scolaro mentre di riso abbonda sulla sua bocca da (s)tolto e tanto di crudeli coltelli.

Scudieri, le donne sol che scodellate nel cross!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le comiche (1990)
  2. Bianco, rosso e Verdone (1981)
  3. Il sorpasso (1962)
  4. Culo e camicia (1981)
  5. Le Grand Bleu (1988)

Clint Eastwood, ghiaccio arcano di romantici occhi


05 Jul

Affiancato dal mio fido scudiero, Davide Viganò, anch’Egli rinomato fantino a cavalcare lungo le sponde western del Cinema senza frontiere di Clint, a suo onorarlo d’omaggio nell’immortalarne lo splendore, Stefano Falotico, il qui sottoscritto e presente-assente(in)giustificato, “perviene” alla lucentezza d’alcuni capolavori del Maestro. Ne celebra, sottilissimo, la biblica “artigianalità” immarcescibile, e innalza il nostro Credo a suo cavaliere pallido.
Il Falotico, d’indagine “notturna”, vive nei fotogrammi eastwoodiani, più vivi della spazzatura “moderna”. E, nel classicismo del Clint…, ritrova se stesso riesumato.
Rediviva è la vita in adorazione anche altrui ché la mia anima si svegliò dalla letargia grazie a dinamiche mentali d’empatia attrattiva.

Un libro scolpito negli occhi di Clint, saggio “eremita” in questo Mondo di folli sempre a schiamazzare, a dannarsi per schifezze, a “prodigarsi” al danaro delle “vittorie” spicciole d’ostentare in viso a chi lor reputano invisi.
Ma noi siam prodi(gi).

Falotico, così come Davide, è oltre la sconcia umanità pettegola, nonostante le “tegole” Lui è fiero guerriero, cowboy nella valle di lagrime. Esistenzialista a chi una regala (im)pone e quindi cambia bandiera ad opportunismo di maniera.
Fra tant’amarezza stantia, Falotico porge il suo beffardo sorriso, che si bea di tal ipocrisia da mentecatti e venduti.

L’esistenza è strana, una fantasticheria. Molta gente s’affanna per “successi” da quattro sold(at)i, abbaia di baionette e vien turlupinata dal consumismo innanzitutto ai propri cuori oramai di marmo. Forse anche molto di merda.

Apri l’uscio delicatamente, t’approcci a un nuovo Giorno, ma soliti balordi attentano luridi alle vergini su “voglie”, davvero “volenterose”-violentissime, dello storpiarle all’immagine di “piaceri” davvero “palestrati”.
Eh sì, allenati all’educazione fascista di massa, si son svegliati con la “lunetta” di traverso. Ah, che invertiti.

Il Falotico, cauto e d’acume “ignoto”, d’innata forza ieratica, pacata e pacifista, sfodera il suo Walt Kowalski e punta loro “pistole ad acqua”. “Pistole” sta per l’appellativo di “coglioni” che io affibbio a questi vigliacchi, “acqua” sta per sono già sprofondati ma, “a galla”, fanno… i galletti.
Sì, alzan la cresta ma devo disincrostarli. Cessi d’acquedotto. Nessuna “crostatina”, miei “tosti”. Solo pugni dal mio alto alla vostra bassezza di testa.
Io non picchio mai ma spicco, la mia signorilità accresce gli odi coi quali vorrebbero assalire anche me. Ne son incubo peggiore in quanto Sogno…
Ma i negligenti otterranno solo un “diligente” mio “gentilissimo” orpello alle loro palline. Le imbriglio ché lor son in sellino da asinelli, mentre io sprono il purosangue blu a non farsi infangare e affondare poi nella melma.

Il poeta è a questi un “posteriore”. In quanto avanti mille anni Luce di fronte a tali (o)scuri.

Ah, di marmellate si stroppiccian il visetto, ma “offro” loro un “vasetto”. Ché cagassero tutta la verità se non vorran esser “imbiancati” dalla loro stessa sporca coscienza allo specchietto.
Eh già. I criminali impuniti s’impuntarono a farmi la guerra, logorroica loro “ira” da cani appunto rabbiosi.
Ma il Falotico (non) de-morse, è qui cacciatore di taglie di pari “reazionaria” Legge del Taglione. Se la fai, aspettati la contromossa. E, se gli sparerai, almeno devi essere sicuro che gli oculari testimoni non abbiano visto il “fallo”.
Altrimenti, bulletti sarete in gattabuia a mo’ di Gran Torino. E lì i vostri cazzetti, di cazziatone, coleranno a picco come i volatili per diabetici del Commissario Auricchio. Molto “piccante”, molto “Ela Weber”, molto amari “marroni”.
Fratelli della congrega, sono ortodosso se mi vuoi rompere le ossa, mio “orsacchiotto”, tu che a tutte vuoi saltar addosso, contieniti o sedato nel sederino vedrai che… “bagnato” pelettino.

Sì, Clint è come me. Come Davide. Noi rispettiamo le libertà, ma non tolleriamo le ingiustizie, c’accaniamo perché i nodi vengano al pettine, tutti tutti sputtaniamo se per “virili” pantaloni vollero le granate “piantare”.
E non la piantarono. Piangeranno, però.

Insomma, comprate questo libro, volo libero.

Nella vita, se incontri degli avvoltoi, prima devi cacciarli, poi spulciarli, come quaglie bollirli e lasciar che affoghino nella lorda bordaglia.

Quindi, pagina voltar’.

Essere appunto Voltaire, famoso e giusto scettico contro gli ottusi.

Per farla breve, recatevi nel mio Cuore e vi regalerò altro amore.

Applauso!

Sono l’Oscar di Jack “Voglia di tenerezza” Nicholson: le voglie non caste ma cestinate di un Uomo “anomalo”, dalle malie astronomiche su occhi spaziali di “balle”

Terms of Endearment? No, nei bagni termali av-venne l’“indurimento”… sì, si sciolse del tutto, e rimase all’asciutto nonostante il “caldo” afoso e l’umidità. Insomma evaporò. Il plenilunio ulula e lei da un più succhiante vampiro lo riceve lì.

Mi dissanguo ma loro con “altri” sanguinano…

Alle saune, ho sempre preferito la Savana, spazio di “confino” della mia “riserva indiana”. Ove le stangone, cioè le giraffe, mi lanciano gli arachidi e io le “scimmiotto” perché poco “ramificate” a origine “gazzella” del mio “albero” genealogico poco seminale…
Prima ero un po’ complessato, adesso mi danno del complicato. Dunque: il cervellotico non fa rima con passerotta? No, manca il feeling della rima “baciata”.
Al che, umiliato a raffiche di vento secco e troppa pioggia torrenziale, urlo da gorillone alla King Kong. Tarzan chiama a raccolta gli scimpanzé e balliamo attorno al falò mentre i pachidermi “intingono” le proboscide” in una leonessa per amori da rinoceronti negli stagnetti.

Sì, le donne sono il mio nitrito nelle sere terse e poco “teso” abbagliarle, scivolano cavallone nel tramonto ondante-dandola con un ghepardo che le monta svelto svelto, si pavoneggiano dondolando da “fluorescenti” nella giungla cittadina e, fra una bevuta e una pizzetta, ci scappa la scopata di sveltina. Ci danno, io rimango con le mani in mano. Nel mio guscio, snocciolo i datteri. Lei va col batterista e con tutti i baristi. A me resta il b(i)ancone e battere pugni perché non sbavino pure sul mio caffè “macchiato”. Mi danno della “pugnetta”, ma non getto la spugna.
Già, dietro le frasche c’è chi “affresca” di torrido torroncino, la donna sgranocchia su capsule di cioccolatone animalesco in quanto glassa d’amplessi loschi. Fra un nerone e un Negroni. Prima, una “leccatina”, poi il suo “sorbetto” che la sghiaccia sin al tubo digerente.
Sì, contro certe puttane sono intransigente. E non uso la proprietà “privata” loro transitiva. Esse, orali, tanti tranvieri imboccano nella “lingua”  mal coniugata dei “verbi” onomatopeici, leggi gridolini, da godendo-prima ingoiando van poi mutando d’urla strappamutande.
Non capisco un cazzo, loro ne carpiscono molti. Mah.
Passando, con grande “facilità”, dal perfetto… al (re)moto. Dall’avere all’avidità, dal participio passato del “visto” all’“ho preso”.
Con le donne usavo la tecnica “misteriosa” da Sylvester Stallone de Lo specialista come nella recensione “rescissoria” di Morando Morandini: … muscoli lucidi, amplessi sotto la doccia, acrobazie varie, botti di ogni genere… S. Stallone e S. Stone non entrano mai in sintonia. Insomma, Stallone si “tira”, ma viene “tagliato” mentre, sudando nelle le gocce “ero(t)iche”, Sharon lo “massaggia” ma non glielo spalma di scena “bollente”. Stallone non la vede, neanche noi. Possiamo annusarla d’immaginazione.
E il mio fallo fallì. Al che, optai per il marpione Jack Nicholson. “Tenero” come un grissino, Wolf da la belva è fuori. Ebbi una bionda di capelli oltre al luppolo della birretta su appuntamento al buio. “Immersi” ma poi la Notte fu troppo profonda, simil Batman. Il “pipistrello” con un trauma (s)radicato alle (s)palle.
Al che, ritornai Joker. La mia “ridente” faccia “la” dice “tutta”. Una smorfia perenne, “paraplegica” da fegato distrutto. Una paresi “acuta”. “Slabbrato”. Sanguinolente. Mi faranno… a fettine.
Tutte “affettuose” ma, quando si arriva al “dolce”, preferiscono ritornare ai “bucatini”.

Sono un grande Uomo, ma i mostri lo mostrano di più.

Insomma, la mia maschera è onesta, loro ce l’hanno parato, quindi “truccato”.

Secondo me, possono andare a prendersele…

Più che Jack, rimango Eli Wallach

Che dire? Vorrei sorridere con te e augurarmi buon girovita.
Scherzo. Sei comunque stupenda che i miei ormoni fan chiasso e battibeccano demoniaci al fin d’infilarsi a estrogeni tuoi a mio scostumato. Complimenti per il costumino, da sfilar nel mar cristallino ed erettivo a sabbia dei miei castelli fantasiosi come il bikini colorato ma non strappato.

A parte la mia ironia, sei una Donna che sol ardire mi par impossibile. Io birichino, tu bricconcella. Questo è il mio “uccellone”. Dai, appioppatelo nella pinetina! Ci son anche gli altri piccioncini. Nessun guardone…
Quindi, posso osare. Se accondiscendessi di mezza coscia, mi userai e poi getterai agli squali? Guarda che mordo, il mio delfino è innocuo ma ha intelletto che sa riemergere.
Poi, non nasconderla… ché l’oceano perderebbe un momento di nostri inabissamenti.

Se vuoi il bis, posso darti il tiramisù. Ordiniamo l’antipasto? Per me cozze, per te qualche crostaceo da spaghettare al sughino? Ah, non fare la polenta Valsugana. Abbrancami di succhiotto. Ma quale Brancamenta. Questo è brivido di piacere!
Neghi il mio approccio e mi arricci, con calci in quella mia zona “sensibile”. Non sono un porco. Dai, vuoi (o)mettere me con quel topo da parchetti? Fra l’altro, ce l’ha piccolo. Lo so perché ha qualche etto in più. L’adipe ha reso minuscolo il suo muscolino…
Sì, insomma. Le scogliere amano strusciare nelle bollicine quando le ventimila leghe sono Verne del vantarmelo in profondità.
Ci stai?

Sai di chi sei figlia tu? De puta! Spartiamoci il bottino! Una bottarella e tu accetti la “metà” della mela?
Ah no? Allora, sei proprio una zoccola!
Tornatene dal “monco”. Voglio ammirare il molo, mia mula. E ricorda: al mio mulo non piace la gente che ride…

Quindi, fratelli… io sono oggi buono, domani brutto, tu rimani cattivo. Ah, saresti laureato alla Bocconi e adesso fai lo psichiatra “colto” col “bocchino?”. E questo ti rende migliore di Clint Eastwood?

Ecco, m’impunto e ti sputtano. La scrivania non è una vanità da quaquaraqua. Tu, solo di blablabla, mi giudichi.

Ricorda Mezzanotte nel giardino del bene e del male…, (ri)guarda meglio. Ahia, fa male vero?

Cazzi tuoi.

  1. Potere assoluto (1996)
  2. Mezzanotte nel giardino del Bene e del Male (1998)
  3. Gran Torino (2008)

“Inside Llewyn Davis, Teaser Trailer


04 Jul

“Killing Season”, De Niro clip: can’t take the shot!


03 Jul

Nelson Mandela è morto, la gente occidentale andrà a vedere “The Lone Ranger”, stronzata universale del Depp che fu


03 Jul

Mandela Day. La canzone? Sì, passerà in tutte le radio per circa due mesi per arricchire le biografie scritte di getto dai ghost writer sul leader sudafricano deceduto. Poi, dimenticheranno il (com)pianto tutto e gireranno altri mondiali, omologati filmacci, spacciandoli per ecumenici

Voltiamo pagina, torciamo il braccio a Depp

Johnny Depp è meno “bravo” di Nic Cage? Dentro le virgolette troverete l’applauso alla vostra guancia! Scrosciante! A doppi palmi sberla!

Prefazione “normale”, senza grassetto, neretti, corsivi e corsetti, una corsetta e una “giostra volante” al suo cinquantenne: ritratto dell’erede di Marlon Brando, prima che si rincoglionisse d’antipatico nonostante incasserà di simpatico, pasciuto nel blockbuster. Bloccatelo, prima che si possa perdere. Non perire, Johnny! Chiamate l’ambulanza, ha la crisi cardiaca da “I soldi gli escon anche dai ventricoli”. No, hanno sventrato Johnny, e Johnny s’è svenduto. Sto (s)venendo! Ah, non respiro!
Occorrono le flebo. Sta andando. Una volta dichiarato grande, ha mollato di brutto eppure è sempre belloccio! Dovete salvarlo!
Ah, cazzo. Ventilai che Johnny sarebbe arrivato a necessitare della respirazione bocca a bocca molti anni or sono del suo “didietro”. Soffrirà, fra un po’, d’aerofagia? Ah, è sempre stato un culone Johnny. Mica come voi, emulatori e cloni! Siete dei clown!

Prima che si “sputtanasse” con la Disney, amai Johnny Depp nel gotico suo più dark, ma il Tempo ha reciso il mito nelle forbici… di Edward? No, oggi Depp naviga di pepite dopo un trentennio circa di film da “zingaro”. Ah, combatteva in Cinema di qualità, mentre adesso la fiacca batte ma il suo conto in banca è imbattibile.
Per guadagnare la pagnotta, si mangian anche solo fagioli ma, ottenuta la celebrità da “noti”, la nottata è verde dollarone a sbiancare i poveretti che credono nella Trinità. Tagliategli le palle, questo Depp è da censurare!

Terence Hill dei tempi d’oro. Picchiali!

Vedevi Depp nel Kusturica “indie”, fra cineasti taglienti e brave, scavati nella sua anima bruciante d’attor di razza. Purosangue cavallo pregiato, unicorno bellissimo, sensualità debordante, s’è oramai ridotto a lauti assegni e già “rassegnato” nel “Finché mi paga così Jerry Bruckheimer, perché impegnarmi più di tanto?”.

Un altro film da “grandi magazzini” (come canta la strofa… per grandi e per piccini…), esportato in modo interplanetario per incassi galattici. Lo stellar carisma dell’indiano, appunto, con lo sceriffo solitario dopo le avventure nei Caraibi da pirata.
Lì era caricaturale e “sbilenco”, una forza nel claudicante d’occhiolino torvo spadaccino, qui è semi-“mascarato” da “pezzato” su torso nudista da “Visto? Reggo l’età, io rimpinguo i soldi ma son ancora magro più di voi con la pancia piena”.

Come dico io, chi non lavora ma è attore, più guadagna alla faccia dei fessi. Già, riempite le tasche dei “potenti” e poi dovete curarvi dall’impotenza. I pantaloni van stretti, al large sarai di nato con la camicia ma ora di maniche corte? Non perché è Estate, ma perché ti s’è ristretto versione “minuscola” dell’importante muscolo. Tu dai a “lui”, e il “tuo” non si sviluppa. Datti alle scialuppe, più che una cannuccia da granita, prevedo grandine sotto gli “ombrelloni”.
La donnicciola ha troppo caldo. Allora, scopasse la medusa al largo. Quella appioppa e col vento a prua odia però le ammuffite prugne. Sì, la medusa è pungente. Se non v’accontentate, danno ancora La Piovra, il “Placido” mediterraneo. Michele era rassicurante, il duro italico del maschio verace. Ah, faceva sesso. Espressivo come un sasso, dialettale nel comune volgo, piacione quando il nostro femminil Stivale adorava gli uomini rasati ma profumo non devi chiedere mai.

Ah, le donne… si dichiarano ancora fervide ammiratrici di Al Pacino. Ma guarda Omar quant’è bello, ispira tanto sentimento… Totò? No, meglio mangiare uno “scarafaggio” che bersi queste annacquate Pfeiffer da “ferri corti”. Un Tempo, Michelle mi piaceva, era un’algida bionda che stimolava l’uccello “volante”. Incontinenza da sogni sessuali intercontinentali. Oggi, anche Lei lecca solo i gelati Algida, il marito però l’è “fondente”. Insomma, non confondetemi con le “mass(ai)e”. Da cui il film The Family di Besson. Non avremo Alfredo ma un Bob scorsesiano di Capone alla De Palma.

Mah. Preferisco un “affogato” all’amarezza del “chocolat”.
Se codeste galline rompono, uno scarface appunto di “amore livido sfacciato untouchable e Carlito, basta carini”. Sono il paniere. Il funny games alle uova. Ecco, a ben vedere, il primo “cedimento” avvenne proprio con Juliette Binoche. Quel film è una ruffiana pasticceria pubblicitaria del messaggio subliminale.
Osservate la locandina. Juliette “imbocca” il Depp e il Johnny la guarda con far “delicato” per infilarglielo nell’inguine “di sottecchi”. Mah, dal profilo delle loro iridi “addolciti”, pare che da un momento all’altro possano “incarnarsi” in un porno. Combaciano per la scopatona del dietro le quinte formato extra.
Sì, nel gioco della seduzione, lo Sguardo alla Depp è tutto. Depp ha gli occhi dell’impossibile ma “Da possedere”. E Johnny vi ficca nei sederini. Basta che alzi le sopracciglia e la donna si bagna, nascondendo l’eccitazione alzata per “a novanta” gradi. Oculari? No, da sbattimi centrifuga, la lavatrice smacchierà la fede nuziale.
Non parlo solo delle sue relazioni famose, in tempi non sospetti d’interprete “affamato”. Quindi della Winona Ryder e bona combriccola. Mi riferisco alla forza “penetrante” del suo bello col look “trascurato” in-colto eppur da oscurar a luci rosse.
Depp, il fascino di chi fu anche chitarrista per gli Oasis, “sporco” da catarro chic. Quando il performer è rock alternativo.

Sì, le donne vanno tutt’ora matte per il Depp. Già, se volete conquistarle, affidatevi a un disegnatore delle riproduzioni topografiche per il vostro “ritratto” da tope figone con contorni sfigati da lettori del “Topolino”.
Il disegnatore cesellerà una Gioconda uguale al Depp, da proporre nelle chat erotiche come falso profilo in mancanza di cartucce e di carta igienica dopo tanta masturbazione. Una papera la troverete. Attenti però a Zio Paperone. Quello è come Berlusconi. Si finge benefattore ma vuole solo che farsele in vasca di gettoni.

Sì, come Uomo non si discute mai il nostro Depp. Come attore, sta inanellando una serie di puttan(at)e. Oltre ad Amber Heard che, a giudicare dalle interviste, mi sembra Jo SquilloOltre alle gambe, c’è di più?
Mah, io vedo sinceramente solo due da calci nel culo. Anche se una botta potrebbe starci. A entrambi? Sì, da ambo le parti, Amber è bambola. E giocan di “carambole”.

Avete riso? No? La mia “battuta” è sempre meglio del Depp che oggi dovrebbe far ridere nel suo voler unire il talento al divertimento. Tanto per far contento il Depp, va detto questo: la botte è piena se la moglie è ubriaca? No, non sono ancora sposi. Ubriachi da “coglioni” sì, invece. I coglioni del Depp nelle vostre teste di cazzo.

E con questa andate proprio tutti in quel posto.

Fra il Depp odierno e il Nic Cage ancora “australopiteco”, scelgo il Cage. Tanto, se dobbiamo regredire, almeno imbarbariamoci al peggio.

O no? Sì, Big Jim va con Barbie. La scimmia va con una che mastica le gomme del pneumatico, il gorilla è messo a pecorina. Il buttafuori le prende dal nerd veloce di sparatutti della Playstation.

Il barbone va con le barbabietole e la barbetta di Depp concupiesce l’umanità buonista e “depilata”.
Forza, idioti. Pilates, patatine, sciocchine e peperine. Soprattutto da me palate!

Io rassodo i vostri glutei. Io sono il tonificante alle s-chiappe!

Ah ah!

Insomma, Nelson Mandela ha fatto tanto per sbloccare le mentalità razziste e voi avete distrutto da piattezza globalizzata.

Complimenti. Mi raccomando. Eleggete Rocco Siffredi a nuovo Presidente africano e abbiamo completato questo Mondo ancora (s)proporzionato.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Lone Ranger (2013)
  2. Rocky IV (1985)
  3. Blow (2001)
  4. Chocolat (2000)
  5. Invictus. L’invincibile (2009)
  6. Donnie Brasco (1997)
  7. Ed Wood (1995)

Sono Frank Sinatra o siete anatre?


02 Jul

La Donna a umanità credo sia all’origine del mio colorito pallido, ed è per questo che alle smancerie preferisco l’emaciato senza “violacea”. Sì, sono allergico alle graminacee ma…

mangio la gramigna, metto su qualche grammo, ci sta anche la birra sulla pizza in faccia, infiacchito batto tutte le (s)chiappe.
E “stappo”, essendo molti strappi al mio topo che ama le tope ma di topaia è onomatopeico di abbaio. Bau bau, e loro miagolano coi lupi!

Una delle giornate più deprimenti del mio alterato stato umorale. Ho urlato nel chiasso collettivo ma nessuno ha udito perché son sempre a pranzo spaparanzati nel gabinetto con quel cesso della segretaria. Ah, questi colletti bianchi. Son da bavagli e da sottomesse di gambe “apparecchiate” che ragliano mentre sgambettano di tradimenti “sghembi”.
Ella è “cappuccino” a tutte le cappelle e il maccherone frustrato, all’arrabbiata, zucchera per poi amareggiarlo quando dall’amplesso canino s’abbandona per la “Pubblicità progresso”. Lascivo… il segno, il seggiolin elettorale della carina “sedentaria”.
“Tonificata” di tornito “rassodare”. Ah, come suda il capoufficio.
Ah, quest’esistenza è una schifezza. Si litiga, s’è ligi al dovere solo quando son io a ordinare la frutta. Mi rubano il primo, il secondo e anche il “tiramisù”. Per fortuna, ho la mia banana. La mensa piange, il piatto d’argento della vendetta?
E come si fa? Non c’è neanche quello d’argilla. Ah, per arrivare “secondi” di podio, il podismo è fatica. Ma quali fighe! Ho altro a cui pen(s)are!
Sì, donna pubica, lusingata dalle “meringhe” ed “erigente” avvocatessa d’arringa. “Tutti” in righello (o)metti e tu t’arroghi la ruga nella depilazione pelo contro pelo con tanto di trasparenze vedo-non vedo nella tonaca pruriginosa ma “dotta” in Giurisprudenza. Ma quale verdetto. Come ti sei permessa? No! La galera è meglio di queste gonnelle al mio “gabbiano”. Va la passera, finta solitaria, a un altro la dà, a te passerà? E chi lo sa? Chi la conosce quella coscia? Il direttore è megagalattico e fin sopra se n’allatta di pastorizia. Dicesi caffè “macchiato” di cornetti alla moglie. Consorte che insegna ai pargoli ad amar con “classe”.
Mentre il marito “inforna” il maritozzo e, tosto tosto, testa i testicoli nelle code della “permanente”, sciacquando di shampoo ed effervescenti schizzi del fegato corrotto.
Corruzione!

Ognuna è libera di “fare”… quello… che vuole. Siamo in Italia, il moralismo è un mostro imbattibile. Tutte santarelline ma poi scopri che hanno dieci amanti di “Destra” e a manca di manico con Lega del ce l’abbiamo duro!
Che cosa? L’uccello? No, il culo loro prima di conoscermi.

Io a questi scoscio e di spaccata incrociata rompo d’acciaio contundente. Tremano e a puttane vanno. Di vacca in vacca, io dico “Vaffanculo!”.

Entro in un bar, ficco la crema pasticcera e pastrocchio le occhiaie della gastroenterologa che di bocche abbocca nel leccar il dottore nello “YouTube” digerente su risate da mal di panc(i)a.

Panchinari, è ora di sfacchinare. Questa è farina del nostro sacco, tu di merda “saccente” dovrai sgobbare. Altro che gobbi, prendiamo la giornalista, le solleviam la gonna e deve fissare il gobbo con buona “suzione”.
Ah, le dizioni. Addendi, deficienti da calcoli renali nell’algebra glabra di rasatura “posata” ma poco a spos(s)arle, ecco l’Uomo che se ne frega e spupazza in quanto Pippo.

Alziamo la voce, accentuiamo, eccitati siam acidi.

Mortacci tua! Ecco l’accidia che t’accid’.
Se ciò che ho scritto ti par una stronzata, tu sei stronzo e basta(rdo)!

E ricordate: accattare i miei libri e attaccare al muro chi millanta ma è invero già a novanta!

Guarda come “sventola”. Altro che sberle. E crisi passeggere. I passeggeri son pregati di far posto al comandante che desidera l’hostess “in volo” a schiantarla. Ha il panico dopo tante “crociere”.

Aiuto! Si salvi chi può! Saltiam dall’aeroplano. Cazzo, oh, stiamo volando bassi con questa cazzata. Allora, mettiamo i piedi per Terra. Dunque, impegnatevi a scrivere alto(piani).

Ah ah!

Io non cambio opinione! Questo Settentrione malato di prosciutti che mette a cuccia… da me sarà solo che sodomizzato con tanto di banda e aspirarli a mo’ di cannuccia! Da cani gemeranno, in ginocchio imploreranno, la pietà è un mio “sentimento” che l’innato romanticismo di cui son fiero s’oppone e platealmente dichiara: “Evviva il mio stare al Mondo”.

Io disserto d’Arte, tu accusi di sfighe e plagi, animale! Da me solo che “discoteche” ai tuoi neuroni. E impazzendo… oh oh sale la montagna russa del mio in cima contemplare. Don Chisciotte. Basta coi discoli!

Se mi va, eremita sono. Tu critichi, tu deridi, da me una museruola e vedrai come la lingua “canterà”.

Io credo nei valori e tu li deturpasti per ambizioni becere da trombatore. E io ti ficco la trombetta lì, mio trombon’.

Con fanfara e “obbligo” ai tuoi oboli. Denunciami e tornerò Annunciazione! Oblio! Oh, mio Dio!

Della tua vita falsamente “onesta”, mi son stancato. Guido il carro a tutt’andare. E viaggio mentre ti cago da piccione viaggiatore, appunto.

Ecco il mio puntino. Ecco il mio paletto. Ecco voi polli da me ammaestrati stavolta come bestie.

Soma(ri). Dammi dei cazzi “amari”, e t’afferro dalle tue marine onde bisonte, ove t’accoppi in apnea, da me solo che “pene”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chi dice donna dice donna (1976)
  2. E.L.i.S.A. – Amore, Zombie e Panini al Tonno (2012)
  3. Benvenuti a Zombieland (2009)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)