Archive for July, 2013

Tonino Accolla


15 Jul

Muore Tonino Accolla, me la rido da Eddie Murphy e ammazzo gli idioti alla Homer Simpson come Frankie Machine

Morto un Tonino, se ne fa una a collo.
Sì, e ora scrivo la totale blasfemia. Tanto, a malapena conoscete i film che ha doppiato. Negli ultimi anni, gli avete dato pure del drogato.
Perché siete dei piccolo borghesi che non meritate un amico alla Nick Nolte. Quindi, uno spietato ed eastwoodiano gangster cazzuto e pure cazzone.

Frankie Machine alla De Niro: per debellare la nostra società dalla piccola borghesia sospettosa, donerò voi un falò come la Gioconda, iracondo in quanto io non ve le racconto, tu vai a raccogliere la frutta della frittata.

Fratelli della congrega, son Uomo di levatura morale eretta ove l’erectus sapiens sapiens, poco sapiente invero, è ancora arretrato in mentalità da gobbo.
Sì, passeggia malinconico, pervaso da dubbi del suo stesso ego perplesso. Cerca sempre l’ago nel pagliaio altrui, che vorrebbe impagliare per appaiarsene di tutt’ora non sconfitte, recondite paure.

Lo vedi passeggiare, “discreto”, parla da solo nel sottovoce più “irriguardoso”, soffre silenzioso in tanti rimpianti da piagnucoloso. Sempre si lamenta ma non apre la mente.
Lavora tutto il dì, spacciandosi persin da “giornalista”, poiché sa vender “bene” le sue rassegn(at)e stampe, fotocopiandole nello scremar immutabile, incancellabile, ideologico d’un fascismo che ancor gerarchico scinde l’umanità fra “bianchi” contro neri, s’immola infatti all’Altare “patriottico” del falso nazional-popolare, fuma le popolari con far da pollo che tifa, finto-sinistroide, per un populismo di facciata a salvargli il cul sempre parato, ma poi “sbocca” di “Ammazza che figaaa!” nel suo volgar palato…
Ah, sparla, chiacchiera ma non favella, seppur la fava “bella” tra le prostitute si diverte da “felice e contento”. Quante mess(alin)e il nostro “chiesastico”. Quando vien attaccato nella sua “intoccabile” dignità, con tanto d’attestati e dunque presume lui da “piedistallo(ne)”, ti borbotta contro da “educato” nelle più caudine violenze psicologiche del “mobbing”, abbindolandoti d’altro “abbigliato” nell’uso dei suoi costumi… I fessi abbaglia, dietro “dorate” carte di cotanta (im)postazione.

Così, i creduloni a costui si prostrano, mentre più lui li frusterà per (ar)renderli sol che più frustrati, col ricatto del “Pane e vino non ti manca, prega Iddio e la ricotta… puoi guadagnartela da fornaio, infornando quindi tutte le molli(che), come da pagnotta del porcellino… sì, pian pianino, qualche soldin’ riempirà il salvadanaio e anche tu fornicherai, ieri non hai avuto culo ma, sudando f(at)ica, vedrai che sarà poi un buon an(n)o, caro il mio suonato e asino. Intanto, ti servo il mio forcon’”.
Sì, l’uomo medio italico incarna alla “perfezione” tal teorema previo che, se ti ribelli, ti spellerà di coercizione, con sedative azioni della “sanità” ché “santifichi” appunto sol la tradizione di tal “gioiosa” società.

Per “ficcare”, devi integrarti di “pene” integrale, mai cornificare le regole “piane”, altrimenti il piano regolatore potrebbe subire delle “botte” di contraccolpo.
Meglio contenerti subito prima che tu possa dilagare e le sue donne “allargarle”, tutte bagnate al “lago” di “Gardaland”. Se sei un drago, soffoca i tuoi fuochi ardenti, perché il conformista ti deformerà a puntino, dunque al dente in quanto tu ancor “nullatenente”.
Eh sì, per mantenerti corrotto, come richiesto dal porcile, sii bad lieutenant del Ferrara. Solo dopo aver rubato, potrai guidar il Ferrarino da uomo del ferr(at)o. Non far il Messia, sei solo un povero Cristo.
Così, di generazione degenerata in “geni” mal “inseminati”, l’uomo medio placa il panico ma, da me, solo che pugni in faccia. Altro che al prosciutto panini!

Egli è omofobo, razzista, ce l’ha con le inflessioni dei meridionali perché reagiscono senza riflettere a mo’ di “grammatica” del suo soffocante diaframma, l’infiammerebbe tutti nel secessionismo più rescissorio.
Egli firma cont(r)atti ed è di “buon” tatto, che “galante”. Si profuma col borotalco e va con donne “acqua e sapone”… sì, depurando… tutti i suoi risparmi. Quelle son Escort “pulitissime” ma nessuno lo saprà mai…

Ora, da me nessun timore reverenziale. L’uomo medio è pappone e critica i ragazzini con la “pappa pronta”, dando loro dei buffetti… alla Pippo. Li considera imbranati, e li “castra” sempre più affamato nel bramar e, di tanto “amore”, appunto sbranarle…
Di mio, sono il suo sbrinatore, sì… se mi scaldo, gli gelo il sangue e da me sol che dei gelatini per leccarmi il “cioccolatino”. Visto che dolcezza, gran testa di cazzo?

Comunque, Michael Mann doveva girare il film Frankie Machine con Robert De Niro. Il film fu messo in cantiere ma s’incagliò, quindi non andò in porto.

Io ho letto la novella di Don Winslow da cui lo sceneggiatore Alex Tse trasse la sceneggiatura incompiuta, mai filmata di firma autoriale.

Machine, in origine, si chiama Machianno. Viene richiamato all’ordine dai malavitosi, che si professa(ro)no suoi “amici”. Gli consegnano una mission, cioè ritornare il sicario che fu nei luoghi dei suoi delitti, dopo che s’era impigrito “a letto”.
Frankie si accorgerà che voglion invece ammazzare proprio Lui.

Ma Lui è Lui. Guarda gli scagnozzi, impauriti… il nostro Machine. Loro, non sanno se scappare di gambe levate o di bugie corte son nelle mutande cagasotto?

Il più “tosto” grida Se machì chaminin, se nan ne machì, non ne schamiscen! Sì, detto calabro-lucano-siciliano che, tradotto, significa “Se dobbiamo andare, andiamo, altrimenti non andiamo…”.

Infatti, è la seconda… non andrete da nessuna parte, perché vi ammazza.

Ora. Ciò non ha molto a vedere con Accolla.

Ma anche sì. Leggete quel che si diceva di Lui poco prima che morisse e capirete perché non meritavate un Tonino.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. 48 ore (1982)
  2. Per favore non mordermi sul collo (1968)
  3. Collateral (2004)

“Oldboy”, Spike Lee Red Band Trailer


13 Jul

Samurai Man, virgin soul verso il Sole


13 Jul

Compratelo!

Eh sì, guadagno cifre “pazzesche”, infatti anche il salvadanaio più piccino piange. Ma son scrupoloso, esigente, letterato e non m’arrendo. Al Diavolo se non mi daranno il Nobel, m’accontento di qualche spicciolo per non finire a “elemosinare” dagli strozzini più picciotti. Esco e mi cagan in testa i piccioni. Ma, dopo doveroso umorismo, un po’ nero voglio pedissequamente volteggiare, in tutto ardir sfamarmi di questa vita, goloso, insaziabile, euforico e giovialmente contagioso.

Voglio, anche coi fronzoli, piazzar un altro “sereno” frontale a chi m’affrontò in Passato, schernendomi del blandir più incolto e superficiale di sue “fighelle” smpre a magnar’, per poi vomitar marciume su mia faccia intonsa.
Sì, scusate se è poco, tornisco, anche superbo d’edonismo (os)curato, il mio corpo bel che da restaurare, dopo malignità a tutto andar’ che furon lì lì per nel “lutto” frenarmi.
Ah, rimpiangessero codesti, che si professan “professori” e son invece dottorini nell’indurti ai suicidi. Gentaglia che ti dà del pazzo, e quindi posso scaraventar’ in tutto mio strafare.
Divoro i loro invidiosi livori, son io l’incarnazione trasparente, senza vergogne a differenza di lor sempre “fighi” di “sfogliatelle” e baldanzosi nell’ozio dei più perversi vizi, che acuminò l’ingegnò, sorpassò ogni vetusta regola ottusa, e qui plano oggi a Dio, mentre i calunniosi di stessi spergiuri stan crepando, oh oh non eravate degli schianti. Sono il vostro “santino”, saltimbanco e ballerin sempre più di voglietta assatanato. Attentaste tanto per assassinarmi, perché deperissi e d’amar lagrime sanguinassi.
Invece, mie sanguisughe, ecco il sugo da Tito Andronico. Di par(zial)i cannibalismi, state cenando con le vostre viscere sbudellate.
Vi consiglio, se la digestione sarà cattiva e d’aerofagia vomitante, d’evacuar il vostro abissal dolore, non solo inchinandovi davanti all’abside, a mo’ di confessionali per i vostri “crocifissi” didietro “luculliani”, m’anche(ggiar… da cui la scoreggia se il “bacino” è, nonostante calmanti, troppo “scaldato”, miei scalmanatissimi a “venir” di “mani”…, oh, rallegravi col triste domani e “gioite” del dubbio più punitore al vostro mai farmi domande ma giudicar di troppo “comando”…, per di più ad assumere appunto dei “soavi” antidoti…
Lo so, odiarmi non servì a Nu(tel)la, ché addolcisco solo il mio erotismo se Lei si spoglia belante, e alla mia savia aggressività non v’è resina perché m’arrenda.

Ah, v’ho combattuto per mille e più stagioni, al fin di cambiarvi ma ottenni solo crudeli offese sempre più reiterate. Mah, perché adirarsi se, in tiro, posso stirarvi?

Cammin impettito, a testa alta, fra voi che “martirizzaste”, aizzati in tutto desiderar che m’arricciassi per tener “eretto” il di voi “alzabandiera”. Oh, state sventolando quella bianca, mai “sfoderata” da vostre notti in bianco già luride, miei lerci, ché delle sporche federe già scremavate “lattei” e “crematori” da federalismi e an(im)alismo. Ah ah, ecco servito il primo piatto, il secondo di contorno e quindi la torta “dolce” di torni.

Sinceramente, in tutta “infedeltà”, mi tradiste e vi siete meritate la merdosa meringa delle mie (in)ascoltate arringhe. Un’altra riga da drogati in camuffa, sotto falsi vesti aspirate… di bocca buona, ma v’ho sradicato nell’inalazione del vostro stesso veleno.

Con quest’altro mi congedo. E soprattutto buona “cena”.

Come si suol dire… chi di pancia mangia, d’abbuffata è ora buffo e mi fa un baffo. Ridermi “sotto” non è godibilità or che siete esplosi di bile.

Scusate, alla vostra “capricciosa”, manca la birra. E io, lupone, posso anche regalarvi il luppolo.

Ricorda, scemo: t’appioppo e se mi dai del malinconico, non m’arrabbio, t’appendo per il labbro. Mio simpatico lebbroso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Ronin (1998)
  2. Takeshis’ (2005)
  3. Killer Joe (2011)

Stagione cinematografica 2012-2013, first look trailers


12 Jul

Oggi, ieri, anche domani se ci sarà… siam stati, saremo invasi (eh sì, siamo degli invasati…) da una raffica bombardante di filmati: con scrupolo, trovateli sul “Tubo” e sparat(evel)i

Oh my God, arriva l’Estate, anzi è già inoltrata e al cinema rimangon le scorte dell’annata. Ancora, qualche colpo “sfreccerà”, per ricordarci che i sogni non son “robotici”, sebbene siam quasi già “spalancati” per il nuovo Del Toro Guillermo, ché del Pacific Rim ci vertiginosamente animerà. Speriamo d’innamorarcene, stando alle americane critiche, il filmone è già culto morbido, miei ammorbanti. Gli europei son più “selettivi” ma non dimenticateci, noi nerd adoriamo Il labirinto del fauno e non tanto la “sociale” fauna.
A parte Guillermo, anche Guglielma è “taurina”. Secondo me, è ingrassata per colpa del Tavor. Ne assume a grandi dosi da “vacca”, ché la cavalla oramai non tanto chiava. Di depressione, proprio Guglielma è “pa(r)tita” ma dir che era figa, però nel presente merita la cattiva digestione quando fu, fu molti an(n)i fa…, Donna di calor e d’affissione. Ora, prego i crocefissi e le son venute le “fisse”. Ad esempio, ha la fisima per la Madonna di Medjugorie e dorme come una ghira “illibata”. Ah, di centrini è “ghirigoro”, guarda sempre Magnolia di Anderson e legge le favole buoniste di Andersen. Col finale sempre dolceamaro, proprio Guglielma che tutti, roventi, addolciva ben “in tiro”, mentre il Tempo rode e purtroppo “stira” di Rowenta, non tanto dunque gode di “culo e camicia”, micina or tardona che spera nella santa “provvidenza” sociale dell’imprenditore Giorgio Gori. Che talvolta Guglielma confonde e piglia per Cecchi… Paone e con quella pavida di Cristina Parodi, mentre canta d’Avena…, sempre meglio della Pavone Rita, da Pavesini e non Pavese ma di Reno Teddy. Non fa rima, ma rumina.
Un Tempo, eh sì, “veniva”. Mai peccò di peccati capitali, di “cappelle” molto, eh già…, mutanti fra “veniali” mutandine e parecchia montatina su panna oggi di penne e molti fagioli.
Alla scoreggiona…, per cui val la regola (co)desta: se troppo abusi di “svelta”, vestiti or che in mezzo alle gambe non (r)esiste. Ah, nessuno “desistette” quando Gugliema tutti gli orsi erse. Che carne alla pizzaiola. E, in piazza, impazzivano quando nuda strillava. Avercene di Guglielme.
Son tutte fottute.
Adesso, anche Ercole non gliela farebbe… Misuratele la febbrina…
Va bene, passiamo a cosce… più serie. Ché di questa tramontata sera di Guglielma, non ce n’importa una “sega”. D’altra parte, Guglielma non “riempie” neanche la più spaziosa e “confortevole” sedia…
Per tal irriverenza, senza riverenze alla vecchia, vorreste forse bruciarmi d’elettrica “corrente” dell’Enel o a inalazione avvelenante? Pensa alle tue narici, alle “mie” c’è il pene ancor attaccato. Voglio metter radici su sigarette accese di roc(ci)a.
Si chiama “in presa diretta”. Per molto Tempo, si scollegò, tramite mille faticose imprese a qualcuno lo “impressi”. Ah, comunque le donne… che stress.
Più che altro, son quasi tutte stronze. Prima, non ti cagano, poi pian piano te la danno e quindi tanti “dann(at)i”. Ancor porto le ferite addosso ma son meglio di te che, a trent’anni, sei attorniato da ragazzine coi “riporti”.
Scopano con quelli sotto i portici, hanno aperto anche un “elegante” portale, ove esibiscono i lor bestiali accoppiamenti per vincere la “coppa” della “Partnership”, previo “visualizzazioni” nascoste.
Più si vede perversa, più si guadagna in modo traverso. Ed è tutta una c(ucc)agna. Ah, abbiam invertito ogni valore. I valorosi vengon dichiarati invalidi e Guglielma anche quelli validò. Te lo dico io che lo so.

Ce la vogliamo dire? Questa vita abbaia, più che da lupo, appunto la vedo buia…, meglio di te, bue!
Ma non m’oscurerete, ho il mio talento non trascurabile. Da cinofilo…, scusate volevo dire cinefilo (vedete che succede a incagnirsi, causa i bastardi?), voglio nonostante…, a prescindere poco “discinto”-assai scisso in zona “scimmia”, illustrarvi i trailer che, se vi son sfuggiti, dovete “ficcarvi”.

Ah, (s)fortunatamente, a voi non scappa mai un cazzo. Il problema è ques(i)to: “Se il cazzo s’incazzò, poi tornò scazzato o cazzaro?”.

Sul dilemma “atavico”, forse è meglio il Tavor di Guglielma.
Ah, il resto è una chiavica. Se stai troppo male Guglielma, chiama gli infermieri. Son peggio dei militari con gli elmetti.
(De)ambulando, la sirena vedrai che, sebbene intermittente, suonerà la carica di tuo ustionarli da crocerossina.

Ok, è passata la Mezzanotte e mi metto a tavola. Come per Banfi Lino, gli spaghetti son cornetti alla “crema”.
Ricorda però che ti faccio cornuto. Sai perché? Al posto delle cornee, spruzzo di “purè”.

E su tal stronzata “culinaria”, andate a pigliarvelo nel… “loculo”.

Mi trovate al mare, vendo il cocco.
Meglio di te, bello come il cazzo.
Per Guglielma, tal frase non vale. A lei piaceva eccome anche se era brutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Oldboy (2013)
    Spike Lee è tornato, cazzo. Qualche capolavoro ha azzeccato, per altri film andrebbe “ghigliottinato”. Sinceramente, non ho mai capito che cazzo, appunto, di strada ha mai perseguito il suo Cinema.
    Una volta “imita” Scorsese, gli “ruba” anche la sceneggiatura di Clockers, si crede Michael Jordan col fisico “annerito” di Woody Allen, indossa le Nike, adora allo spasmo il nostro compianto Michael Jackson ma s’accanisce da Malcolm X contro i bianchi.
    Tranne Denzel Washington, sceglie sempre protagonisti statunitensi di “madrepelle” ariana… adesso Josh Brolin/Bush addirittura nel “remake” del giapponese.A inizio filmato, sembra Schwarzenegger versione Jake LaMotta/De Niro dell’ultima mezz’ora dei Chicagoraging” bull, uno spaccatutto rovinato che non hai mai fatto centro. Una ciambella al suo buco.
    Un Max Cady versione centuplicata della Vengeance is mine. Verso la fine del trailer, non gli va tanto male. Ottiene una grande… “mela” di scopatona interraziale. Da cui la Red Band.Ecco, il Cinema di Spike Lee sta tutto qui. Fumo negli occhi, tanta carne arrosto ma, quasi quasi, meglio Oliver Stone.
    Oliver, chiama Brolin e dagli adesso la parte che si merita questo “Cinema” americano: il porco.
    Ce la vogliamo dire? Tolti tre film di Spike, gli altri son da spaccargli da “negro”.
  2. Out of the Furnace (2013)
    Christian Bale, se non ce la fa a vincere l’Oscar con questo, ha American Hustle da sbatterti. Metodo sempre alla De Niro scorsesiano di camaleontismo. Infatti, De Niro interpreta Victor Tellegio nel cameo durante la scena del casinò.
  3. Saving Mr. Banks (2013)
    Hanno sempre infantilizzato Tom Hanks. Tranne Sam Mendes e un’altra manciata, gli altri lo dipingono “Big”.
    Qui è Walt Disney. Abbiamo un po’ esagerato, eh…
    Tom Hanks comunque sa che Rita Wilson è una topolona…
    Si fa seviziar da Paperino eppur nuota nell’ora da Zio…
  4. The Seventh Son (2013)
    Aveva ragione Jim Morrison. Meglio i sogni della realtà.Esco di casa, un’altra mi aggredisce di tal “nobiltà” e filastrocca da “elegante” gnocca:- Secondo me, Stefano non ce la fa, trallallà. Io invece la dona su e là, come è lilla. Vuoi scommettere che sempre lì lo prenderà a meno che non si suiciderà?

    Sterzo l’occhio finto-ergastolano per provare a essere “credibile” nella parte cazzuta:

    – Cosa intendi per farcela? Che (non) ce la farò? Hai una bella faccia, sai? Vuoi che coniughi di congiuntivo “Facci” e ti sfianchi? Mi vuoi facchino o preferisci la varichina nella tua testolina d’asinella, qui a Bologna ove “torreggian” le Asinelli, che mangi i tortelloni e sia “prosciuttino” come tutti i maialini? Un lavoretto da bravo “bambino”, a guardar le partitelle come i babb(uin)i, tante “care” troiettine, qualche cannellone in trattoria, una cannonata di “p(i)atti” e un “cannone”, ed eccoti servito l’appiattimento da piattola!
    Piantala subito o i miei testicoli gireranno poco “trombanti” di “girini” ma a farti girar la testa proprio di decapitazione. Da me, puttana, nessun “capitone”, ma il capitombolo e non eccedere, altrimenti prima nella fogna da tombini e quindi lo “spurgo” totale, senza Purgatorio”, nella tomba della Certosa. Affare fatto?
    Ce l’ho fatta? Ho uno stile dantesco da gironi. Sono il tuo Inferno, mia demente inferma. Ecco, il blocco, ecco il lucchetto al culetto.

    Sì, fratelli, la vita è tosta, le teste son testarde e pensan sempre alla “mostarda”, alla crost(at)e, io riceverò molte “palate” ma mangio lo stesso le “patate”… al forno… crematorio. Sì, evviva il Drugo! Adesso, combatte pure da “drago”.

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“Seventh Son”, Trailer


11 Jul

Qui, tocchiamo vette di superfigata.

A parte Julianne Moore.

 

Facce da books


11 Jul

Su Facebook, la mia recensione di Mulholland Drive riscuote molte offese, e chiamo i marines per salvarmi dall’assedio. Telefono al Pentagono, ma risponde Bush nelle “veci” di Lynch…

Capitolo 1, se sei unico, devi per forza sviluppare l’unicità, anche la lunatica ambiguità, di baionette da baronetto un po’ qui e un po’ senza quaquaraqua

Recensire è difficile mestiere, specie se non ci s’attiene ai “normali” riassuntini scolastici. Tento, nel limite delle immani e disumane potenzialità, di andare oltre. Mi spingo sempre più delirante per vie impervie dell’esegesi sperimentale ma, lungo il cammino “orbitante”, perdo anche l’obolo non dell’universo spaziale ma delle retine oculari, leggi accecanti pugni in faccia a detonazione che frantuma le mie “iridescenze”.

Delle iridi o di quel che fu ieri chi mai può sapere chi fosti, forse Foscolo che diede valore ai posteri o nel posteriore d’ammaccatura al tuo “C’era una volta…” eppur da Proust sei finito fra gli stronzi di tutti i giorni?

Chissà. “Recapitandovi” in archivio qua, su “FilmTv.it”, ieri mattina la postai bella che “magna” e non di “pompa idraulica”, io che di vuoto gonfio e alzo le leve per boicottare i militari. Discretamente, il Frusciante la condivide ma presto i detrattori spuntano e, cataclismatici, mi “disgraziano” con poco grazioso “Grazie”. Un netto rifiuto da “cassonetto”.  Di rosicar perdo degli etti. Sì, la formula migliore per dimagrire… è venir attaccati e, dalla critica distruttiva, ricostruirsi anche cagando i ricostituenti.

Resisto, piango, disperato mi “strangolo” da “mouse” impazzito. Vaneggio, abbaio, urlo con furia, la vicina bussa alla porta ma ho già preso contatti con l’aldilà.

– Pronto? Lei è Dio?  Aiuto! Non sono un povero Cristo!

– Oh Signore, che succede? Gesù mio?

– Mi stanno sverginando. Solo la Madonna può miracolarmi da tali impurità. Intervenga Padre. Sia eterno. Li costerni.

– Figlio, devi cavartela da solo. Al momento, sto guardando un documentario sul Papa assieme a San Pietro.

– Ah sì? Che racconta il Pontefice?

– E chi lo sente? Serve per tener alta la nostra nomea. L’etere, ricorda figlio, non è sognar fra le nuvole ma dar alla gente dei “pezzenti” perché credano a me e a Pietro, che ora stiamo rispettivamente con Petra e un’altra “buona” figliuola nel Paradiso amar(e) loro di tanto “predicar” e poco “predicato” in donne “verbali”.

– Devo aspettare molto per anch’io meritarmele?

– Devi avere fede. E poi potrai toccar il Cielo con le dita.

– Padre, ma tu abiti al settimo piano del mio palazzo?

– No, quassù.

– A volte, mi viene il dubbio… al settimo piano del mio condominio, abita il Caggese. Lo vedo sempre in compagnia di puttane. Sicuro che non sei tu, Padre?

– No, figlio. Caggese con quante va al mese?

– Non ne tengo il conto. Più o meno, una quindicina.

– Ah, non pen(s)arci. In Paradiso, ogni “Giorno” è Notte. Migliaia di morte al secondo e, fra tante racchie, anche molte da “elevare”. Ti saluto, figlio. Altrimenti, poi avrò delle “arretrate”. Pretenderanno lo straordinario e sarò costretto a spedirle da Lucifero, il magnaccia. Ciao.

– Salutami mammata! Volevo dire la più “Vergine”.

La questione, però, non è stata risol(u)ta. Tutta salute!

Da ogni fronte, l’attacco è devastante. Tiro fuor le trincee per non uscire. Mi barrico e provo a smorzare il piagnisteo con una di cioccolata di barra. Poi, scaldo le orecchiette baresi e spruzzo sopra della panna.  Nulla… s’appian’, scoscio come la scotta Alessandra Appiano, “soffoco” di gola nell’amputato sfumar’ e penso di darmi, all’Alessandra e al Magno, alle novelle “rosette”. Di mente surriscaldata, il grido si fa manifesto e vorrei defenestrarmi, a mo’ di una briciola per gli uccelli… nel rov(inat)o. Meglio un Magnum.

Che calibro, che colibrì.

Dopo però le orecchiette pappate d’indigesto, un piatto di minestra per la “zuppa” coi funghi della foresta. Mangio delicatamente, ingoiando le verdure ma le merde son erbe cattive da estirpare. Si chiama maligna tricologia.

Addirittura, la mia recensione ha scatenato una guerriglia che, giunta sin al giaciglio della mia abitazione, armata è già pronta d’ariete. Allarmato, non ho l’allarme, cazzo.

Sfondano di sferratissimo ed entran di striscio… infatti uno ha la siringa per drogarmi. Si chiama anestesia “locale” per l’Uomo non da frivoli locali.

Sì, abito nel loculo alla Dylan Dog.

Il capo della “banda” aizza altro mio intirizzirmi:

– Non devi stupirti se poi la gente ti prende per il popò. Se sei in un pub(e) e compare una figona mentre stai sbevazzando coi tuoi amici e tu, anziché “sussurrarle” un “Ammazza!”, sollevi il calice d’un complimento così… “Oh, sublime frangente di luce, intrappolato in un infinito giuoco di specchi, levigati dallo scorrere di innumerevoli lacrime d’argento…” , ti pigliano per scemo e di sperma non (con)vieni al “conveniente” della “socialità” amichevole d’ammiccar in quanto “amiconi” sulla troiona.

Capisco che un brainstorming baroccheggiante possa essere una forma di catarsi ma, minchia, siamo oggettivi e non prendiamocela per il parere della gente se si decide di metterla su un blog pubblico.

Risposta del Falotico in corsivo poetico:

infatti sono l’ultimo arcano romantico alla De Niro di Heat. Corteggio le donne, quand’ammiran il planar delle trasparenze a mia eclissi lunatica e fluorescente, torbidi allunaggi mai di cinismo o senescenza come una primula di (piu)Maggio. Navigo fra tempeste oniriche. e nel neo criptico me ne sbatto se vengo “colto” in fallo. Oh, nerezza, salvami ermetica da Nerone coi suoi “bruciori”.

Ché dell’ano v’è certezza se della Bellucci Monica ne sei scontato gridar di lietezze, ma del poeta sia mai che può esser più grande di Dante e del ridondar! Ah ah.

E ricordati che le fragole non tutto l’anno son polpose come il mio esser languore e di amor pomposo.

Mi ammazzano.

E ora sto con Dio.

 

Capitolo 2, se il culo è “divino”, ti castigherà all’orgasmo da equino(zio) ma perirai per troppo “perizoma” ossessionato da quelle erogene zone

Trastullandomi, anche oggi di “rapina a mano armata” dell’erotismo “magniloquente” in miei orgasmi, eh sì son camaleontici e nelle “penombre”, fra tanti tonti “spicco” e pochi spacchi (rin)vengo…

Ad avvallo dei miei “cavalli”, son senza ambiziosi vessilli ma non assillatemi coi vostri postriboli. Ché appunto, di posteriori, ne ho oramai ben (d)onde e, a tal inguinali, son subliminale ad apparirti in viso nel tuo sbattermi a muso duro. Contro la parete? Sì, ma rispetta le parti… Sei Donna di cattivo part(it)o e spos(s)sarmi non m’avrai in te dissanguata. Preferisco placidamente disossarmi, “allegramente” inveire nello scorrazzare di mie corazze che tu, femmina a effeminarmi negli scherni, giochi a scherma come Vezzali Valentina. Meglio “quella” di Milo Manara. Ché è più mannara mentre la Vezzali è avvezza a vestir in tuta con la “maschera” e poi tutta a scosciar nel diguazzare sensuale su cosce del mio “accavallato” e piangente rimmel su rima “struccata”.

Oh Vezzali, sei la mia ebbrezza e “rigidezze” d’erezioni cotte “a puntino” su mio decadentismo da “spadaccino”. Tanti m’odiano e poche donne massaggio d’olio, ma Vezzali mia sei più brutta di come ti “penai” attillata senza trucchi. Oh, la mia sciabola scudisciò tanto quando tu d’anca eri a mio “moschettiere” una D’Artagnan, una Donna da gnam gnam. Oh, mia regina, donami delle regge come quelle principesse sul “pisello” del Sole a Versailles. Altrimenti, solo poesie verserò nell’impoverimento ma tanto arricchirmi sia interiormente che sbudellato di fegato e interiora.

Ognuno, in tal vita combattiva, è a mo(n)do suo diverso e inespugnabile. Asciugami e poi getta le “pugnette”. Tergi il mio sudore detergente ché, cristallino, sia ancor duellante in tua vagina di “botta” inflitta sul mio fendente.

Il mio nerbo vitale è come Totò, da molti “contemporanei” disprezzato e di filmografia recisa nella derisione. Han perso il gusto delle nobili buffonerie, e si son tutti adattati a questi tristi crocevia. La gente oramai vive di rebus e indovinelli per “vincere” da belli e le signore belano come pecorelle, illudendosi dive che aman farsi corteggiare da pagliacci e poi mendicare un posto a tavola rotonda…

Oh, Ginevra, accogli il Lancillotto di tal gi(n)ostra. Oh, sono un Artù velenoso e anche un po’ Cagliostro. Ché siam tumefatti da chi le regole civili ha ribaltato, tutti “inquadrati” e impostati. Di me, posso elargirti, speriamo che tu le “allargherai”, la mia timida compostezza e le mie “erette” destrezze.

Amami Ginevra, e la vita ti sarà davvero figa e scevra da questi zotici e pedestri.

Oh, guarda che (di)stacco da podista, ho anche un emporio a differenza di chi sta in Parlamento ed è un demente “imperatore”. Son giocattolaio “matto”, prendimi così… e non “lasciarlo” più. Imbrigliato nelle tue re(di)ni, cavalca con me la Notte.

Fondila e io “dentro” sprofonderò. Affonda pur un altro colpetto, mio cacciatore di lepre da volpone. Donna, mostrami quel che c’è in mezzo alla “gondola”. Senti come l’acqua struscia, come fibrilla e rompe gli argini delle mie “fibbie”. Sai, la mia fibra però più di tanto non “dura”. Adesso è durissimo, coglilo prima che mi “afflosci”.

Son Uomo e domani non lo so se sarai mia Donna. Dunque, dominami e smettila di giocar a Risiko, stai solo rosicando nell’entroterr(on)a. Conquista il mio territorio e si sbriciolerà come un torroncino. Piantandolo torreggiante in te supina e ancor torrida, umida e ignudissima.

Questa è la verità, fratelli della congrega. Stringetemi e voi Donne “stingetelo”. Vi cingo senza vostro marito, violento di cinghia(le). Ne godrete e tutto tutto sarà “irretito”. Ben “nascosto” di pene “losco” fra i “boschi”.

 

Capitolo 3, non ci son pazzi senza pinzimoni, vai cauta con le pinze e donami la tua capricciosa pi(a)zza, basta che non sia uno schiaffo in faccia

Voi ignoranti, “laureati” alla Bocconi e dunque creduloni che, dall’oratoria “bocca”, otterrete lingue nelle bocche, posso solo dire che dovete “aizzare”. Troppo azzimati, finirete zittiti. Altro che Professor Zichichi! Siete delle zingare come la Zanicchi!

Altro che Zanichelli! Indossa lo zaino, torna a scuola e non azzannare!

Troppo agghindati, marcirete zoppi.

Non fa rima, ma ti fa il culo.

  1. W. (2008)
  2. Wolverine – L’immortale (2013)
  3. Pain & Gain – Muscoli e denaro (2013)

Brad Pitt, Clooney George e Depp Johnny sono superati


09 Jul

Donne, date al falò il suo “buco dell’ozono”, io corteggio nelle penombre invisibili di calotta termica!

Prefazione simil “svalutation” alla Celentano: le donne impazziscono per gli occhi penetranti di Depp e gli riempion le tasche anziché venir riempite da Peppino, le donne si strappano i capelli per Brad ma ogni pomeriggio sono dei “bigodini” senza il “pitoncino”, e Clooney indossa la parrucca, essendo un “figo” per le parrucchiere col caffè della Peppina! Dai, diciamocela. Torniamo all’ovile, prima d’ovulare bisogna essere oculate. Altrimenti, neanche il Principe Azzurro vorrà mantenervi frustrate, essendo un conclamato traditore come Carlo d’Inghilterra

Dio salvi la regina? Ma aveva ragione Freddie Mercury! A quella vecchia solo che un “Innuendo” in pieno volto, appunto.

La femmina classica legge “Donna Moderna” e veste alla moda, ascolta i Modà ma stia a modo e Mocio Vileda. Io non le reggo il moccolo!

Uso la strategia avviluppante da Finestra sul cortile. Fingo il paraplegico “tenero” e poi sfodero il “binocolo” allungato a puntar appuntito e “indagatorio”.

Ora, la donna va incendiata e scaldata di freddure a montare. Devi celarlo finché puoi, e poi accenderlo a più non posso. Anche perché, nel frattempo, sta scopando Johnny Depp nella sua immaginazione virtuale mentre si raffredda il minestrone.
Siete una società da imputare di tale capo d’accusa(tori-a e ahah): non sapete più guardare i film e apprezzare i meritevoli ma volete meritare la mela nello “spezzatino” che bada al sodo delle cos(c)e

Sì, modestamente posseggo un fascino indistruttibile. Tra gli afflitti e chi affitta delle palafitte nel “Biafra”, io volteggio nel pittato neo alla Bob De Niro italoamericano e più “borderline”, pompando di tutto volume i Rolling Stones, che appariran patetici solo se non potete addivenire al magnetismo “liturgico” delle scimmie senili “erotiche”. Quel Mick, a tutt’oggi, è dotato d’addominali dominanti sul palco-osceno e “serpenteggia” senza discrezione, per maledirvi nell’abluzioni scatenate del ritmo frenetico e vagamente d’ebefrenia irresistibilmente attraente.
Assieme a Richards Keith sfila la sniffata e infilza altre “eroine” galline, mentre ai concerti vien cinto da ragazzine ancor sbracciate, sgretolate per il suo sudore australopiteco in plateale sdegno delle fottute regole sociali.
Egli socializzerà sempre col Diavolo, simpatizzando di “mascotte” su linguaccia sputata in viso e vari calci roteanti di balletti deflagranti, “fallaci” e di scostumatezze savie con tanto di fallo “tremendo” scagliato in arsa libagione d’una maniacale, stupenda sessualità pronunciata, graffiata nella voce roca, poi leggera, acustica e inculante nel morbido solfeggio e poi irta da erectus ambiguo del bisex affamato, mai sazio, sempre “alzato”. Jagger (of)fende “sensibilmente” il moralismo imperante e lo scalfisce a base sacrale d’una demoniaca fiamma del Peccato più “esecrabile”.
Quindi, giustissimo, da sbandierare con pugnacissima vivacità, nello sguazzare sprigionato, urlo che irriterà il “brigantaggio” ipocrita di qualche chierichetto dell’oratorio mentre Lui è band(ito) nella sodomia eccessiva, pasoliniana, ludica, guascona, stronza come (pre)tendo sia sempre in volo! Un libertino che scopò tutte e poi le gettò nel cesso, prima le “illiquidì” e dunque le liquidò con totali incurie, (s)fregandosene della Curia. Egli è il “curato” dei culi, pavoneggia a tutt’andar “trombettante”.

Sì, mica come voi. A forza di sembrare “buoni”, vi siete addolciti peggio della Monaca di Monza. Una che non l’ha mai “raccontata” pura… e d’atti impuri io condanno arbitrariamente nel girone infernale più fedifrago, arrotolandola a “purgante” eterno…
Deve cagare la verità! La finisca di far la suorina! Per la Madonna! Monaca conosce eccome le “armoniche”. Di Beatrice non parliamone neppure. Che zoccola! Dante le dedicò la “Divina Commedia” e Lei non gliela diede “paradisiaca”. Forse, bastava solo un afrodisiaco.
Evviva Dioniso! Facciamo baccano!

Che schifo! Vergognatevene! Tutti barricati dietro le banalità d’accatto(ni), siete solo guardoni, come tutti. E voi, donne, non fate eccezione. Anzi, “datela” tutta”. Siete nate femmine e, come tali, ambite alle sante erezioni. Non ci son cazzi che tengano…
Il resto è un merdoso alibi ché, di poco albume, non “imbrunirete” nella zona “forestale”, smorta e fredda. Ma io la so… tra quella rasata vegetazione “disboscata”, c’è il (cap)riccio che lo desidera anche nel sedere. Ché vollero buscarlo e d’imbiancato “fluirne” esplosive.
Il dardo scocca, è (t)ratto, prima la penetrazione, a “posteriori” l’estrazione e l’estrema “unzione”. Torrenziale! Che schizzone!

Tutti, dico a voi tutti. Siete rimbambiti per spacciarvi da “bravi”. Ma state sbavando! Non è Male “slabbrare” e far… sì che la saliva inumidisca nell’essiccar “grumosa” e pregna(nte).

Non castigate l’esibirlo se d’inibizioni vorreste darmi lezioni su come si sta “dentro”. Siete “integrati” ma ravvedo pochi davvero “esternati”. Semmai “emergete” ma non è immerso nel mar acquoso dei goduti “detergenti”.
Tersi eppur sempre frustrati in tensione. Avete pure le fruste. Che sadomasochismo! Datevi alle onde, siate ridondanti. E dando va sviluppandosi! Abbasso le scialuppe! Evviva i lupi delle “fave”. La rondine fa la ronda. Tu non far la cresta! Spennacchiata! Non ti pago la cena e non mi slaccio…
La cerniera? No, la criniera mia che alle chimere non credi. Fatti inculare da un eschimese! E guardala dall’oblò.

Esponete in bella (s)vista e poi la ritirate, donne. Riempite e inzozzate i diari di Facebook delle vostre na(u)tiche e avventurelle, con tanto di primo piano allusivo per allupare, appunto. Ma, quando un ragazzo “tira” fuori la “lupa(ra)”, non gradite la pecorina, nascondendovi nel gregge delle pie “smarrite”. Che cos’è questo pulcino del tuo omino? Meglio Padre Pio ché, se s’incazza, le stigmate tue rompe! Egli pontificò meglio del ponte ai tuoi denti rotti!

Dico a te, che ti professi cinefilo e amante di Hitchcock e non ammetterai mai che vuoi solo “metterlo” in seno alla Hendricks. Christina, povero Cristo! Al massimo, puoi scrivere la sceneggiatura di questo “capodopera”: Dalla Sicilia con furore negli agrumi della “gramigna” emiliana, previo emigrato per la cotoletta milanese.

Trama “intricata”, capitalistica e “analistica”: un mafioso vuol rifarsi… una vita e sogna gambe come colonne greche, di marmo alla sua ex “durezza”, ma non trova pane per i suoi denti, solo “pene” tra le omertose palermitane mai in pace. Poca ricotta ma tanti ricatti.. Quelle fottono anche Vito Corleone che le (s)cuoce, anche le suocere…, ma le trovi sempre a messa di mano “morte” nell’acqua “benedetta”. Al che, il nostro ricorda i suoi “cavalli” troiani e di-viene spartano nel promiscuo accoppiarsi con una nordica. Finirà con l’imbarbarirsi anche dalle origini “nobili” del suo cuore roman(t)ico e colonizzerà tutte le Escort di Cologno Monzese. Finendo ad Arcore con Manuela Arcuri. Abbiate Emilio Fede!

Offrendo a costui un “Baciammo”, d’inchino al nuovo (im)prenditore che Emilio leccherà.

Da me lo piglia.

 

 

Girare un film è


09 Jul

Sì, fratelli della congrega, la vita si prospetta dura e mancano le prospettive in (pietra)vista. Infatti, i soldi scarseggiano e i caseggiati, anche in affitto, costan troppo.
C’è da “mutuarsi” in qualche genialata per salvare appunto la baracca. Altrimenti, poi perdi la brocca e diventi un brocco. Di mio, mai mi bocciarono, saltai molte “frequenze” con libretti di giustificazione da “Non classificabile” ma adottai una strategia inversa al pensiero di massa.
Se pensi a piccoli passi, non ne fai uno in avanti, ma indietreggi nel “didietro”.
Sì, l’uomo avvezzo al “normale” adattamento non possederà l’acume mio labirintico dei neuroni saltellanti, la squisitezza con cui poco disquisisco nelle futilità m’arrivo al dunque “centrale” della questione: la Donna.
La Donna abbisogna di coccole, quindi vuol essere palpata prima dal corteggiamento lento lento e quindi puoi andar “spingendo”. Io pratico la zona mista, marco in difesa nel contropiede (s)piazzante.
Lei, stupefatta e impreparata alla contromossa, non resiste e posso segnare, “gonfiando” fra le sue calze a rete.

Sì, del virtuale ero stanco, così mi sfiancai… che fianchi ma tutt’ora arranco. Sarà colpa delle mie “palle” non rincoglionite. Funamboleggiano e schizzano veloci nell’andamento tattico nel tatto che “plana” di “allungo”.

Sì, ma è difficile comunque. Infatti, è come quando giri un film, il “montatore” rompe il cazzo e attacca male lo “scorrimento”. La pellicola salta e s’accendono le luci nel “mezzo” del momento topico.
Ah, questo cinema è una topa(ahia!), il buio avanza, l’interruttore non opta per le luci rosse.

Così, finisci nel trash e ti scaricano dal “Tubo” nel download più “Plus”. Tanto più che infatti non sta(i) su.

Consoliamoci con tua madre. Un Tempo era bella, infatti indossava la veste “di strascico”, adesso strascica e ha pure la plastica.

Insomma, sembra un blair witch project. Cioè uno pseudo Cinema buono a nulla. Questa sorta di film sembra un video amatoriale che girai l’anno scorso assieme a un canguro orfano australiano, raccattato nei pressi di Modena.
Piangeva e gli dissi: “Facciamoci una scampagnata”. Lui fu entusiasta ma capì che se sei nato canguro non puoi essere un guru ma soltanto una lumaca di Palinuro.

Un Falotico di Notte toglie le “mele” bionde “combinaguai”… Questo film è lapalissiano del “confetto”, leggete la recensione e giudicate in mia presenza


“Pazzo” cagnolino in qual guaio ti sei cacciato? Chi dice Donna, dice solo bionda. I danni son (irri)conoscenti per caso…

Da quale strano Pianeta spuntò tal sottovalutatissimo capolavoro? Dal cappellaccio “bifronte” d’un McNaughton John inaspettato, “prova del nove” che fu clamoroso “flop”, sia commerciale e sia a livello di “critica”.
Ma, a ben esplorarlo, sondarvi dentro or che il Tempo è più “obiettivo”, son ivi a scandagliarne l’intim(istic)a e romantica, nostalgica sua “infranta” memoria.

Ecco, John è reduce da Henry… pioggia di sangue di “vero pus underground”, masterpiece assurto in gloria dai cinefili di bocca buona quanto bistrattato, censurato, reciso, “oscurato”, discusso, linciato peggio dei “cannibalismi” di Lee Lucas.
Prima, “storica” incursione di Nanni Moretti nelle sue pause “vacanziere” da Caro diario…
No, a Nanni non garba la statura, in ogni senso anche prospettico d’attorialità, di Al Pacino, specie se è heat e si “scalda”, appunto. Forse, non ne tollera la recitazione finto-nevrotica di tecnica dalla sordina elegantissima anche quando “sbraita”, insegue la sua preda, ed è già insomnia nel manhunter, mio agente Vincent Hanna. Sei solo se a giudicarti è il borioso Nanni, bravino nel suo Cinema “al cappuccino”, psicologo della mutua che mi lascia perplesso, pessimo però come giudice dei nostri capolavori più amati.
Ma lo perdoniamo, erano strange days…

Sarei però davvero curioso di sapere se ha visto questo sbirro… addirittura presentato nel Concorso Ufficiale del Festival di Cannes del 1993. Proprio perché, dopo Henry, tutti nutrivano enormi aspettative sul nostro McNaughton.
E poi… per tanti poi… musiche di Elmer Bernstein, sceneggiatura di Richard Price, fotografia di Robby Müller e produzione esecutiva (udite udite) del grande Martin Scorsese.
Tant’è vero che il protagonista è Robert De Niro.

La prima geniale intuizione è ribaltare gli stereotipi delle icone. Infatti, De Niro non è affatto un gangster, come si poteva presupporre, bensì tutt’altro. Un timidissimo fotografo di polizia. Affettivamente più “cadaverico” dei morti ammazzati che immortala prima della loro “consegna” agli obitori. Dormicchia Bob, pigro, con un po’ di pancetta “tenera” e gli occhi da orsetto notturno. All’improvviso… la scintilla del “suo” equivoco esistenzialista.

Salva involontariamente la vita a un mafioso, il “temibile” Frank Milo/Bill Murray. Come? Murray nella parte del “picciotto?”. Eh sì, la contrapposizione di due collaudati “characters”.
Il “duro” Bob agli ordini della malavita “redatta” da Murray. Che follia è mai questa? Alla Mel Brooks? No, commedia nera dalla grandiosa “sordina”.

Film che ci sfiora nell’amplesso rovente con un’Uma Thurman debordante, madrina nella Madre Natura del suo seno esplosivo. Esorbitante e ottima. Bella to die for nonostante la scarsa docilità anche proprio del suo “caratterino”.

Il film passeggia, sta zitto fra scoppi improvvisi e ilari, il jukebox… just a gigolò…, la perfetta dinamica fra gli interpreti principali e le macchiette di contorno, cervi che appaiono sotto la Luna d’una piazzetta “metropolitana”, addominali “accidiosi” poi limonati e scopatona, virilità rivali dagli scontri divertentemente umorali, la scazzottata finale, la fortuna che bussa alla porta, la fatuità della fatona Uma, l’infatuato, “sbriciolato” Bob romantico, bicchierini sorseggiati in questo Mondo che, all’alba, come sempre gira.

Giostre e gare, calma e turbolenze da “maschi” orgogliosi.

Per il resto, un signor film. Per il “restante” McNaughton, salverei la splendida Ashley Judd di Crocevia per l’infernoe le tette tante… di Denise Richards in Sex Crimes.

Non ho d’aggiungere altro. Grazie, prego, buona visione.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Lo sbirro, il boss e la bionda (1993)
  2. Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (1985)
  3. Un turco napoletano (1953)

“Oldboy” remake Poster


08 Jul

Italietta


08 Jul

In quest’Italietta ipocrita e crassa, ex craxiana, erigo il Falotico “dirigente” su “tagliatelle” di miei neuroni “strapazzati”, vividamente offendo tra “puttanesche”. Ecco la fettuccina, che femminuccia!

Ecco la fettuccina, che femminuccia! Ripetenti!
Paragrafo 1, da imparare a memoria su “pappardelle” di prosciutto e panna nella “boscaiola”, il mio “Credo”, di piselli, cari scoreggioni da fagioli:
credo alla credenza contro le panze d’apparenza e vettovaglie, in quanto Io vaglio e son vaglia postale nel posteriore tuo sacralmente a me discinto. D’apparecchiata tavola. Sul banco degli imputati, impuntato, li addito, condendoli al peperoncino! Punto “al dente” avvelenato!
Credo nell’estrazione “mineraria” di una caffettiera nella prima mattina “grigia”, da mescolare nei balli “lenti” sulle tazzine aizzate a suo “pipistrello” erotico e piastrelle che fan l’amore con l’imbianchino “pallido”.
Ecco, credo che i branchi vadano abbrancati, questi sono stupri partoriti, dunque d’aborrire, per colpa imperdonabile, blasfema della società di Massa(ia) Carrara. Si finge incolpevole nel levigato d’asciutto “trasparente”. Crimini vedo-non vedo da tacere nei sottaceti.
Tante coscienze uccise a “valor” patriottico che, se non trombi le mignotte da “pienotto”, sei uno sfigato inchinato al Chinò.
Coi miei pantaloni Carrera, scardino queste ce(rnit)e a mio pulpito in fiero e camaleontico, mutante “prepuzio” scarnito dai carnai. Credo nei cartoni animati e nel mio “fragile” cartone, sensibile se “toccato” da donne che “mirano” solo a farsi strappar da un “ricc(i)o” la gonna. Basta con le zie, con tal ignobile prosapia! Basta con Celentano Rosalinda, con quelle battistiane, da lavar nel Giordano di panni sporchi, che non ballano linde…
Meglio l’omonimo Bruno, centravanti laziale di “sfondamento”…, cannoniere davvero “romano” alla Pruzzo! Da non confondere, sebbene invertito di squadra “derbistica”, con appunto Giordano Bruno. Basta capovolgere il nome previo cognome per “bruciare” di “stregoneria” un Uomo libero. Un Tempo i liberi erano terzini che venivano stimati anche se avevano soltanto la Terza Media. Da cui il detto nomen omen della locuzione latina verace, mischiata al gergale, oramai globalizzato “Salutam’ a sorrata, fregna del porcile esperanto”. Espressione schietta meridionale, a miscela mondiale nella Torre di Babele, esportata anche all’estero a mo’ di Sabrina Ferilli “nazionale” della popolana “goliardia” in suo seno “scoppiante” ma non a te congiunto quale di Messina… (ri)stretto. Se ti va “stretta” la vita, Sabrina l’alla(r)ga nell’imprenditore in “lei” volpone di “uvona”. Un po’ ancora pass(er)a e quindi da verdure nei tanti passerotti “vogliosi” alla Giorgio Pasotti. Acerbi per la Milf che fa il suo “effetto rinculo”. Questa è grande “bellezza”. Ma quale Sorrent(in)o! Sopravvalutato! Servillo vale De Niro quanto tua cugina è valida con gli invalidi.
Il riso scotta, evviva Gerry, leprotto grassoccio coi suoi quiz da manuali delle marmotte…
Italietta di marmittoni, di bamboccioni e mammoni! Ecco a voi chi il culone ha sfondato!
Sono un carro armato, il “nazista” a tal “Unità” invero fascista!
Una ragazza ha bisogno d’affetto e garanzie. Le porgo una carezza, una garza, il mio cazzo arzillo e poi pugni in faccia quando, anziché darmela “seduta stante”, fa la difficile “inchiappettante”.
Impettita, esige che io la corteggi d’altrettanti diari intimi, mi costringe alle invasioni barbariche della sua sessualità “complicata”, tale e quale a Daria Bignardi!
Al che, credo nel bignè “cremoso”, dunque acrimonioso dinanzi a “costei” sbavata di “cioccolata”.  Da crisantemi. Va sepolta alacremente! Ecco le “amare” lagrime! Frequenta solo ragazzi della crème de la crème, si copre il viso di cremine e, come dico io, legge Paolo Crepet mentre di figa le mangian la “crepe”.
Deve crepare quest’Italietta di “(mas)calzoni”. Ove ancor propagano presentatori ignoranti per rivalità da “Miss Italia”. Una che deve solo praticar la “stiratura” al turco napoletano. Ecco il mascarpone! Meglio una volgare scarpetta a tali rossette scarpette! Delle o a? Ah ah!
Perché la serva serve! La “bella” gode degli sguardi “mascolini” su “maschiaccia” per stimolare il “muscolo” catodico di chi ne “loda” il décolleté, sinonimo “al bacio” della scollatura per l’uomo che vuole incollar, “erculeo”, in “lei”.
E io ti servo il mio falò per incendiarti come il “vecchione” a San Silvestro!
Sono nichilista, meglio di questi carnevaleschi stivaletti! Non sono un travestimento!
Investite sul Falotico e otterrete una vita vera!
Milly Carlucci ancor danza con gli ebetucci, Frizzi e lazzi… ammazza quanto sei “bona”.
E il maestro Mazza è morto?
E io, fascista, t’ammazzo!
Se non conoscete De Niro, non sapete “delirar”. Non ardite mai a giudicare di monografie sulla sua filmografia (sor)passata, presente (im)perfetto e back to the future irriverente. Per cortesia!
Oggi, cioè ieri nel flusso canalizzatore di “YouTube”, il nostro Federico Frusciantone “postò” il trailer d’una perla rara, che l’abitudine alacre odierna ha bruciato nel dimenticatoio.
Parlo ivi di Mad Dog and Glory, estrosa commedia dolceamara, altro che pesci innamorati alla Pieraccioni.
Qua, in questo McNaughton plumbeo, scandito nelle gambe di Uma Thurman a terza “incomoda” per amplessi hard e denti fra capezzoli vicino al comodino,  un De Niro svezzato,“allattato” da un seno maestoso, florido, giocoso nella bionda pimpante, “in carriera” ma cameriera, una che si scoperebbe l’intera camerata dei marines più frustrati, sciogliendoli nel “feticismo” tarantiniano da amante-mantide-madissima versione fighissima del Kill Bill…, qui io vi dico che fa (s)venire. Piglia il tuo “timido” toro per le corna al Bill, appunto, Murray e da mula fotte Red Bull un De Niro non tanto raging in senso suzione prima che Bob di famoso ne(r)o (s)fumasse con altre negre, come l’attuale Grace Hightower. Donna che gli praticò un pompino “in volo” quand’era hostess e, da allora, salvo dispute d’un divorzio riconciliato nel doppio letto (ri)matrimoniale, è la “concubina” di De Niro per carriera sputtanarlo.
Presenza fissa ad accompagnarlo alle prime dei “suoi” film, Grace ha tette “carismatiche” ma indubbiamente è “sformata” per troppa carne arrosto… (cfr: vedi il culo chiatto nonostante l’abito “mascherante” su cerone a sbiancarla da Samuel L. Jackson “femmina”).
Ah, Bob spompa ogni Notte, un Bob “melodico” che si strugge per il suo “latte”… inginocchiato dentro il colore “bianco” della donna di mogano su picchi “caloriferi” del termosifone “senile”.
La causa delle sue scelte poco “ritte” come attore, sì, derivano dalla maniaca sessuale ch’è Grace. Ho appurato, numero di orgasmi alla mano, constatando anche l’inseminazione artificiale del figlio lor novello prodotto in vitro, che Grace ha “rovinato” De Niro.
Ha preso le palle “al balzo”, durante quell’aeroplano “piccante”, e gliel’ha tagliate da ex “duro”. Oggi, De Niro s’è “intenerito”. Recita in Stanno tutti bene, versione Mastroianni del mai realizzato, felliniano Il viaggio di G. Mastorna. Meglio Federico che tu sia morto. Ci hai risparmiato un altro Amarcord patetico!
Un otto-volante e mezzo di tutto dentro le sue gambe, dipartita per un De Niro che non tornerà. Di troppo uccello ringalluzzito, Bob svolazza nella vaccazz’ dei suoi film non più “cazzuti”, “assorbito” da un sentimentalismo coniuge di filmografia “untissima”.
Quanti “nei” nella sua carriera recente!
Da allora, Bob è incerto. Già celebre per la sua camminata “a gambe storte”, come da locandina e corrispettiva scena “solitaria” di Taxi Driver, Bob ha dolori all’anca, troppo spinge nei fianchi dell’Hightower e anche talvolta “la” man(i)ca… lercia d’una macchiolina “scostumata” quando vien intervistato per il Tribeca, toponimo di “Becco la topa pigmentata che rassodo ma bieco le son barbabietola e trinco, meglio se sposavo Jasmine Trinca, una schizofrenica morettiana…”.
Già, Nanni ce l’ha col Bob De Niro. Non è colpa di Henry ma a proposito di come lo critica versione Harrison Ford, un film però contro ogni plagio “accusatorio”, a vendicarsi elegantemente dalle precoci diagnosi assai erronee, da far felice l’analista d’una certa famiglia… molto “mafiosa”.
Vi lascio con questa stronzata!
Se, per colpa del mal di testa, ingolli troppe aspirine, nella reazione contraria all’effervescenza tua “brillante”, scoppierai a mo’ di Sprite. Poi, non sbraitar’ se di “spray” in “lei” non sventrerai!
Ma non abbiamo ancora finito contro una famiglia di “tori scatenati”, perché saranno scotennati in tribunale, stavolta in presenza del Principe per eccellenza, nel “sacro”, inscindibile “vicolo” della loro cecità!
“Gagliardo” è il sadismo dell’animale coperto da “rigidi” attestati alla sua promiscua, muschiosa mente “baldanzosa”. Come si balocca il teppista, che smascherai in tempi non sospetti ma, tacciato di giusto marchiarlo, scappò illuso che altro “ferir” dalle feritoie “risanasse” il torto impagabile.
Potremmo chiedere un lecito, lautissimo risarcimento per le cagioni che tale “impiccatore” perpetrò con “notevole destrezza” e ribaldo scem(pi)o.
Ma, nella pazienza meticolosa, d’ingegno sopraffino, affinata mente erudita e indurita dal patimento inenarrabile che le sue violenze “letali” perpetuarono di Male in Male amplificato e di sue risate “umilianti” a schernir con più “dovizia”, la vendetta calerà nerissima, di egual metodo “leguleio” e strategici colpi inferti nella secca, crudele e pari spietatezza. Ne spezzerò e amputerò ogni altro suo scellerato, mostruoso “scherzaccio”, e sarà lui, “egregio” e “colto”, a ripararsi nella paralisi totale.
Barricato, udirà mortale paura a lievitare con “aderenza” a pelle sua sbriciolata, inghiottita dalla malizia speculare del suo gioco d’animale.
Con quale deliberato arbitrio s’eresse a giudice, “chiaroveggente” di prosopopea pomposissima, forse aborto “benigno” d’una madre avida nell’arp(i)a. “Ella” che, con “carezzevole pedagogia”, strizzò i figli nei singhiozzi del frigido monologo a una vagina frivola, logorroica, putrefatta e gelosa. E “ammantò” di buio i giovani che, a sua tristezza, non ne “combaciava” l’ilare scioltezza, il “primato” ambiguo da costei inviso degli spensierati voli fantasiosi.
Prodiga alla scolastica “cultura”, sposa di cotanto marito da “lei” dissanguato in aberrante evirarlo. Di stessa castrazione però invertì il figlio, acuminandone la carne ché si “slanciasse” ove lei non la godette.
In gola al “divertimento” di membra sconce e giullaresco tutti irridere dal “podio” dei porcili, come da nomea “nobiliare” di questa megera “altera”. “Religiosa” nel baciamano cortese, ateissima nelle spicciole piccinerie e stupide ipocrisie.
Non v’è perdono che si può accordare a ladri di tal “titanismo” osceno.
Neppure la “bontà” dei puri che, ricattati quando “deboli” apparvero, furon indotti in “criminosa” tentazione a forma santa di ribellione angelica. Ecco come vi sano!
Universale, il loro lapidario, stigmatizzante “suffragio” s’è da sé strangolato. A calvario d’un cavallo apocalittico, imbizzarrito come Cristo punito per aver donato ai maiali la sua unica grandezza!
Il Demonio è ora l’orrore della loro “innocenza”. Piangessero! Prima dell’eclissi!
Sono celebre per la mia “galanteria”: infatti, “ordino” il sex tape di Claudia Galanti e, anziché darle la mia glassa “colante”, a differenza di quel magrino che la… rimpingua dopo un bel pompin’, offro a codesta una macedonia “lesta” perché, come dico io, se nel porno casalingo si vede la foresta, devi arrestare il guardone che sei mentre mangi i “frutti di bosco” con la cerbiatta senza ceretta. Da cui la dà e da me sol che pugni avreta… che è “femminile”, come la lettera “malafemmina” di Totò

A tal supermodella di popò, preferisco il Barbapapà, “congiunzione anale” di “rosa”… creato nel francesismo “coniugato” e “congiunto” che significa “zucchero filato”.
Sì, incontrai Claudia in Costa Azzurra, mentre pensava “contemplativa” ad altri “asciutti” di Miami. Eh sì, miagola Claudia e mi fa “maramao” con la manina… Ma morta(della) sarà Claudia ché il mio “flauto” se ne frega e le recita “Resta di stucco, è un barbatrucco”.
Il mio cazzo è distrutto, meglio che dar di stucco a una zoccola di tali “coccole”. A gatte così abbaio di cane. Ma quale candito!
Sì, Claudia e il suo amante fan l’amore nel sottofondo “melodico” del rock “alternativo” su “saliscendi” un po’ frenetico di tal “uccellino” birbantello… Una cosc(ia) che non ho mai capito è perché gli uomini entrano nelle gambe di pianoforte” con la “colonna sonora” che “carica”.
Sarà che lavorando tutto il giorno, si rendon tristi figuri e il mattino ha l’oro in “bocchino?”. Ah, anche per una scopata han bisogno d’esser spronati su “giradischi” a palle ammosciate in cellulite smaltita di vertebrale semi-anoressia “Vanity Fair” per farsi, tra sniffate e stantuffate.
A me queste troie han stufato.
E mi tuffo nel cesso ché mi par meglio di queste “annacquate”.
Sì, la gente “comune” ama gli “strozzapreti”, io mi ritengo Al Pacino di tutto petto e, ai bacini, offro un “urlo” shakesperiano e poco sospirato nelle smancerie.
Sono un teatrante sofisticato e quindi posso “tirarmela”.
Mammata tua abbotta come le mie “botte”. E io la boicotto. Sì, si magna i bucatini mentre Falò non s’è mai “bucato”.
Andate a farvelo dare! Danarosi, ecco il mio “daino”. Nessun danno, non condannate i dannati!
Son Uomo d’annata.
Mentre tu, suonato nell’ocarina, hai proprio una faccia da cretino, mio criceto a “creta” caratteriale di ’st’Italia che fa venir due palle.
Beccati la sciocca, da me solo che “scottature”.
E ricordate: se la madre degli imbecilli è sempre incinta, la tua da me solo che cinghiate!
Sono un cinghialone! Da cui la frase celeberrima “Tagliati le unghie e dammi il rasoio”.  Non fa rima, non fa un cazzo!
Meglio di farsela crescere, adulti bimbetti!
Ogni sera, al bar, incontro una testa calda ma c’è scritto “Paninoteca fredda”

Per anni, ho inseguito Michelangelo Buonarroti ma sto ruotando come “La Gioconda” di Leonardo senza bone ma molto “Buonanotte”.
Sì, mi dedicai al mio Napoleone “isolato” e nell’inverno del mio scontento. Quando mi ribellai, fui accusato d’essere “scontato”. Ma scontai anche l’ammenda dei “commendatori”, i quali non mi perdonarono l’eremitaggio, poco “adatto” a tal società di allampanati paninari.
Sì, ogni sera bevo il caffè amaro, senza “canna”, e nel bar incontro sempre il fiscale “scontrino” non della cassiera “Gradisca” ma del tabaccaio dirimpettaio che “smonta” dalla “bottega”.
Egli è “uomo” di enorme… “levatura”. Per dieci ore se la suda… al fine che il suo “garzone” entri finalmente, come spera, nell’appunto corteggiata vanamente “cameriera”. Donna d’altrettanto “alto” lignaggio, non sa leggere ma sa parlare durante l’“atto” che, “in ginocchio”, ne implora “altro”.
“Vergine” che sanguina… a miracolare i provetti poveracci con tanto di carta straccia. “Igienica” come Paris Hilton, viene dai suoi amatori, polli Amadori, “appesa” al muro e tanti ne “prende” dietro il “certificato”.
Solo costui non riesce ad averla e dire che vorrebbe tanto “fuoriuscirlo” per arderlo da arido e cattivo alito! Al che, s’accanisce contro di me che sto sulle mie… “posizioni” tiepide. Scaldabagno!
Mi prende a testate, gridandomi che non ho “attestati”.
Mi blandisce con un “Ognuno vuole dalla vita quel che cerca. Trovatene una, trovatello”.
Rispondo senza battere ciglio: “Quanto le devo?”.
Lui: “Come, prego?”.
Io: “Prega prega che la figa non s’avvera, intanto spendi ma non e-spandi”.
Lui m’assal di mali parole e mi tratta da “pargolo”. Io fuggo nel parapiglia, così non pago mai il caffè perché la cassiera non vuol far i conti col “casino”.
Questo scambio di “battute” av-viene ogni sera ma il “nostro” è tanto tardo che non si ricorda mai niente, neppure il nome della cameriera.
Ed è per questo che lei non gliela dà. Lui la butta a ridere ogni qualvolta vien colto in “fallo”. Si chiama “gaffe” del maschio poco “graffiante”.
Quindi, bevo e voi ve la bevete tutta.
Morale della fav(ol)a: se non ce l’hai, ci sarà un motivo. Il motivo sta tutto qui… nel mentre che ti sta per “venire” il nome, lei sta parlando con un “dritto”. Che st(r)appa…
E su tale capolavoro, sono fra i capi. Me la rido sotto i baffi, non sono una mafietta come voi d’Italietta!
Applauso!
Ricordate: la mia Cappella… Sistina non si scappellerà mai per queste “copp(i)e”.
Potete odiarmi, anzi dovete.
Altrimenti, succede che vi brucio!
E il paragrafo due?
Che si fotta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. All’ultimo pugno (2013)
  2. Rocky (1976)
  3. Pacific Rim (2013)

 

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