Archive for June, 2013

Marliece Andrada, Playboy


15 Jun

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Caccia-turpe in pedalò nero nel Novembre verde su Estate alle porte nel “mio” da “infermiere” a rosse “croci(ate)”

Nella mia vita, fui “vivacizzato”.

Afferraron la mia capa i caporali e l’immersero a mo’ dei sommergibili sovietici. Così, russai sott’acqua, fra un sottaceto Saclà di mie “olive” nel “pesto”, impestato anche imprecando,  e guardai il Mondo da un oblò, come il circo(lo) vizioso di Gianni Togni, mangiando troppe caramelle in fondo all’amaro.

La colpa fu di Luna.

Luna l’incontrai allupato ma mi spelò, e il soliloquio non fu goduto plenilunio, bensì livido.

Al che, riemergendo, il capitalismo americano indagò nel “Pentagono” dell’ottuso mio poliedrico castrato.

L’FBI patenti m’affibbiò ma, affabulando, eh sì… la mia dura fibra e l’inguaribile sfiga, teneramente m’ottenebrai ancora(to).

In spiaggia adocchiai Andrada Marliece, la miglior bionda in bikini baywatch del mio supercar oramai cazzaro.

Ammiccai ma m’ammaccò. Manco il petto d’un Hasselhoff afoso nell’ingrigito andato d’erogeno agitato. Stopposo!

Eppur, a puttane non andai. Piluccando, agghiacciato mi “scaldai” e lo dimenai.

Non venni, sovvenuto altro svenimento. Sì, più che le sue “coppe”, nessun Sole ma solo gelato.
Accoppato, me le appiopparono di “mani”.

Consolandomi di masturbazione virtuale, virai ove vivo adesso.

Vivo? Meglio di te. Mi pari morto da un pezzo.

E ricorda: se tu spupazzi, calcola anche il debito della tua panza.

Su tal stronzata, che ha ragione da vendere, non mi svendo.

Al massimo, per carità, ti darò una “carezza” e la Caritas ti sarà “sangria”.

Si sa, il sagrestano nasconde l’ostia. E, fra un di-vino e un calice alzato, il prete innalza i canti delle calienti più “fedeli”. Nuziali?

Già, le cagnoline osanna nell’alto delle sottane, e ammansisce nel “rabbuiarlo” mentre i bambini vengon abusati in un catechismo già molto “educativo” del gran porcile collettivo.

La sposa di bianco s’agghinda, il padre la consegna all’altare e poi dice al marito imminente un lapidario: “Sono cazzi tuoi, invero mia figlia è Al Pacino di Cruising”.

Lui non capisce l’allusione a quel che “sotto” gli entrerà in cul’, cambiando i connotati suoi e le notti “bianche” a fine dei “gioghi” dominatori,  Le chiede un’omelia esplicativa. Che “sboccato!”. Durante la messa, esige già “metterla”.

Lei gli suggerisce di pazientare e prima “inanellarla”. La gente celebra il matrimonio, già tacciabile di peste e corna per tradimento da guardoni in compagnia di quelle del “borgo”, predicando bontà sulle bonazze, appaiate in congiunzioni eterne a dispetto delle (con)sorti che van in brodo davanti al poster(iore) dello gigolò Richard Gere attempato m’ancor “fattibile”, mai “fallimentare” ché Richie ha lo sguardo dell’uomo “verace” e impossibile… “fal(la)ce, di martello “pneumatico” in tal vuote su piogge mestruali e meteoropatiche d’afasia depressiva come il bagnato nel ciottolato della prostituta color “cioccolatino”.

Il Mondo è questo.

Tua sorella lo vuole?

Ah no?

Non ne avevo…
Il dubbio.

“Pacific Rim”, altra Featurette


15 Jun

Keanu Reeves, un “cinese” Tai Chi


14 Jun

Sono un fan di Keanu Reeves perché ha lo Sguardo sapor mediorientale da dita medie contro i carnali alla Nannini, in questo sta il suo fottersene con la fisarmonica in mezzo alle “labbra” del suonarsela e cantar di “golosità” da Berta filava su Gianna, Gianna e zanna, evviva Rino Gaetano!

Eh già. Se rapini le banche, ti fan nero perché non hai avuto una bianca a letto di cassaforte. (Fur)fan(te) di costui!

Le ragioni del materialismo odierno sono da far risalire a Keanu Reeves, redivivo dopo tanto eremitar’ ché la vita non è un piatto di pastasciutta fra loschi damerini e cretine per tenerlo asciutto fra i prosciutti, come gli altri macellai

Sono sempre stato un patito (con tanto di mascella mandibolare e zigomo tagliente orientale) del Keanu Reeves, un attore che fa schif’ di recitazione ma comunque sia è un bel dannato, di “bono” d’annata!

Non sono omosessuale, non sono un intellettuale sodomita alla Moretti Nanni con la Ferrari Isabelli nella “Porsche” dell’inculata micidiale d’amator’ rospone del Caos calmo bollente, ma un deficiente con allure di barbetta filosofica e physique del rollarmele in calor’ su una baita. Point Break.

Molte scassano le palle, le casalinghe di lavastoviglie, e il punto di rottura strappa i jeans sdruciti nel selvaggio sgusciarle fra maree incalzanti dopo i calzoni nell’onda su onda da mercoledì da leoni e anomalia del detersivo.

Sono il volpone di mare,  miei Andrea Robacto, e ogni lupacchiotta baywatch io spalmo col “lucido” da tavola delsurfista per la cavalcata più grande e tutto “affogato” in salsedine liscia come l’olio.

In spiaggia, le bagnanti si bagnan di più ché bagnino inumidisco la “sommersione”, fra amplessi in apnea e frasi buttate “lì” da poeta “lumacone” come le conchiglie della mia piovra “sanguisuga e succhia succhia fra i granelli e lo sgranarlo per altri giri di bo(i)a”.

Le abbordo, sul pedalò le porto al largo, quindi le “scarrozzo” in crociera e, a babordo, sbavando lor di brutto, soffocano le frustrazioni dell’Inverno nel leccarmi lo “steccarlo” in tanto cioccolato bianco.

Ah, il ghiacciolo si scalda e la granita è un po’ al limone e poi ne pesca altre per amarene al mio duro da cocomero.

Sì, sono come Keanu Reeves, Johnny Utah. Rischiò d’annegare m’adesso nuota e sfiata fra tante “palmate”. Ah, che polmonare, che respirazione bocca-bocca.

Ah, palpo con far da polipo e tutte spolpo, suggo i pompelmi freschi nel frappè al Gatorade rude, energizzante che “vitalizza” l’adrenalina come un salto dentro il “vuoto”.

Ah, mi lancio senza paracadute, cadrò come Icaro o le brucerò nella torrida stagione da cowgirl nella Monument Valley? Torridi e “issati” a “roccioso?”. Il nuovo sessoL’ultima volta che mi son suicidato!

Ah, fra quegli stagni, Keanu è come me.

Lui, nato nella capitale del Libano, dannato e bello, ripetiamolo ché ne va del suo, tutte le illibate, su occhi neri ambigui da piccolo Buddha, sbuccia, fingendosi un asceta “eunuco” da Bertolucci.

Invero, è un cazzone più del Brando di Ultimo tango. C’è dell’ardente tè nel deserto quando Reeves sfodera il capello sciolto su espressione come il legno d’ebano. E sorseggia dai capezzoli più procaci, usando la “zazzera” a mo’ di Via col vento.

Sì, Keanu è uno specialista della sua faccia da culo. Ah, battete le fiacche, lui va di fiancate, lascia il segno alla carrozzeria da futurista fra le cubiste.

Le donne pendon da questa sorta di “culatone” ma egli non si dichiara né bisex né trans ma solo finto “monaco” su allusioni della “sordina”. Egli allude di “monosillabo” e, nel labiale, la dice tutta.
Tutte crollano anche se non ha nulla da dire come “interprete”. A quelle, fidatevi, interessa solo il profumo del suomosto selvatico.
Straccia-(Nu)tella nella libidine del dolce Novembre. Con la Theron Charlize che gli diventa un “torroncin’”, poi s’allena d’altro “hardball” per “bollarne” nuove di reazione a catena.

Egli “spinge” di speed-y quando è furioso di sua notte che non aspetta, quindi urla “Ti amerò fino ad ammazzarti” anche se già, di Giudizio universal’ (Pictures?), l’avvocato del diavolo dà l’ultimatum alla Terra.

Oggi, costui è anche regista.

Secondo me, la vita è come la faccia di cazzo di Keanu Reeves piazzata là. Va preso/a così.
Senza darle peso. Altrimenti, pretenderà il rimborso oltre alle borse(lle) sulle occhiaie. Non badate a spese, soppesate e il bilanciere garantirà un equilibrio (gin)tonico.

Da “cineasta” improvvis(at)o per ragazzi a canaste con pochi “canestri” di ciambelle col “buco”, Keanu è come Falotico.
Irride spensierato questo Mondo vanesio che brinda sul di-v-ano, con frasi mozzicate a esibizionismi Facebook per il “visagismo” dei rimpianti “riconciliati” in tal circo di orridi porcellini col salvadanaio del pisciatoio “parato” e di tanto sparlar dietro, “gustando” fondoschiena da sciatori dello “sla(lo)m” gigante fra una bugia ove tira, opportunista, il vento per la “battuta vincente” dello slurp “dritto-rovescio” di “colpo grosso”, una a cui far lo “struscio” da “droghieri” compiacenti (eh sì, sono delle “eroine” da lodar e di “tutto” salsicciar’ fra un sandwich e l’altro, più spruzzar di peperonata se la pietanza è insipida e “timida”, restia al “resistente” del burroso speck all’arrabbiata sulle fette biscottate di panzerotto, ben “farcita” da uomo “special’”), di piedini, un po’ da capre e un po’ ancor adoranti il balconcino “contemplativo” fra una Debora… con l’h finale del treno perso nel binario straziante, “strozzato” e naufragato-sgolante per il paio di collant dell’insudiciata da “Guinness” luppolo dei “primati”, e una Caprioglio per il famelico e adirato scatenarsi di “pazzie” erotiche, come una grande abbuffata di frutta ammuffita e non più pomposa delle lavand(ai)e che conoscevano il turco napoletano totoiano al fine, finissimo, della stiratura da “telaio” del gran porcaio tenuto “gelato”, eh già, leccando la cremosità va la lingua ch’è una “delicatezza”, fra panni sporchi e il Mondo è “paesana” puzzona di presenza (o)scenica.

Mica scemine qualsiasi, sanno cosa vogliono. Quello, e deve pagarle di mantenimento, previo Viagra a rafforzar la reputazione. Intoccabili, le toccane e loro abboccano. Tanto, sanno che, prendendolo, il conto in tasca andrà ingrassandole anche di chiatte, non solo di yacht. Queste son solo che delle mignotte.

Slacciate loro i bottoni, che bottane e, se borbotteranno, altre bottarelle.

Ecco la bustarella!

Donna che, di Savoiardi, se n’“inzuppa” e poi tifa Balotelli di “negro super… dotato” anche da Pelé osannato su “trombette” da onorevoli tromboni. Quanta pella al lardo. Tutti “imboccati” dalle tettone della Lucarelli che, fra una lettura del “gobbo” e un Siffredi Rocco, sempre sempre più “ricca”… “viene”. L’uomo medio, dinanzi a “codesta” gallina da coccodè nel far il verso ai cocchi su sue, appunto, grosse albicocche, sciocco pen(d)e “gigantesco”. Palpabile nell’etere virtuale del masturbatore sintonizzato (c)anale. Eh sì, celebrano ancora Canalis Elisabetta, troietta molto stregona per lo “Strudel” del tuo “menestrello” da depressivo minestrone con l’imbuto a mo’ di lavastoviglie nel “vagliarla” con “post-fenomenale” foto-(igi, è non è la CIGL)enica ben “impostata” di “adorazione”happinessTodd Solondz vi conosce, cari stronzi. E tratta anche i nerd da merde.

Il primo spermatozoo-logico è lui digitale.

E vi spernacchia, mie cornacchie. Ove va la “pompa”, io vi cago in testa e “(idr)aulicamente” poetizzo tal veritiera “ipotesi” interrogante di mia arroganza da Sgarbi “innaffiante” l’ignorante: se due più due fa quattro, perché tu te ne fai cinque in un sol boccone e, “fra l’altro”, te ne cucini di polli? Sei frocio? Ah no, sei una che ama le lesbiche se il tuo amante non è un “dritto”.

Sei arrostita? Dunque talmente essiccata che il “rossetto” sta “sbavando?”.

Sì, sono Keanu Reeves. Chiamami se hai bisogno che te lo piazzi secco, “idromassaggio”, potenzialmente effervescente a bollire i deficienti.

Se ti sto antipatico, contatta la Croce Rossa, “divamperà” più a luci rosse nel tuo spaccartelo sanguigno.

Buona serata.

Vedi di ficcartela.

Anche alla sua carriera a puttane è andata!

Appunto!

Festa per tutti e orbi di aerobica.

Keanu in forma sta, bolso è oggi un orso.

Reeves Christopher è meglio, a prescindere dalla carrozzella da chi prese troppo presto il volo ma, al galoppo, si ruppe il capocollo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Man of Tai Chi (2013)
    Eh sì, il nostro Keanu è davvero un Genius coi fiocchi e la “libidine” di Jerry Calà.

    Se Sean Penn optò, col suo esordio, per una storia che più tragica non poteva (Lupo solitario docet), Se Johnny Depp fu brave (non tanto bravo) col suo snuff movie in formato sformatissimo d’un Brando superpanzon’, Keanu approda alla prima regia (speriamo l’ultima), sbattendosene del tema “impegnato”.

    Keanu sa, come da play a “teorema”, che sex symbol sempre sarà anche se, in ‘sta storiaccia qua, ficca un cinesin’ Cin Ciun Lin molto rincitrullito su suo “camoscio” da kimono d’oro.

    Grande Keanu. E ricordate, a proposito del suo sessapiglio andamento lento alla Tullio De Piscopo, Keanu chian’ chian’ (tradotto italianalmente in “Piano piano”) tutte quant’ infila dentr’ di “sc(i)upamento”.

    Anche se abbiam notato dalla sua “Prima”, un certo anomalo doppio mento.

    Il che pregiudicherà, un “popò”, i suoi “ricevimenti”.

    Applauso!

  2. 47 Ronin (2012)
    Mah. Kuroswa non ci sta.
  3. The Lone Ranger (2013)
    Depp è uguale a Keanu. Somiglianza di attori agli antipodi nonostante i lineamenti civilmente omologati al cinemucolo americano.

“Killing Season”, first official images


14 Jun

Le star celebrano Mel Brooks


12 Jun

 

I miei omaggi

Profetico, a mio modo d’“intenderla” un genio. Accortosi dell’idiozia che regna “sovrana” fra i “re”, tutti per il cul li prese di scemenza, sposandosi ad Anne Bancroft e Domenica scorsa premiato all’AFI da Scorsese Martin con tutta la platea al suo Frankenstein Junior forever!
Il Montanaro è “avarissimo” d’emozioni artificiali, artificiere in mezzo a questi artifizi e artefatti pupazzi, i borghesi stuzzica e poi lo attizza nel cantarsela fra le mo(nd)ine, a valli piangenti altrui nel suo “detergente”

Con sprezzo t(ot)ale, dinanzi a tal massa coi prosciutti sugli occhi, in questo porcile di musi tristi, il mio viso pallido è indiano nel puritanesimo consacrato a virtù d’Artù, colui ch’estrasse la spada d’arrocco, nello stupore degli allocchi, e infilò Ginevra d’Excalibur, “tutta giù per terra”, contro i detrattori allibratori che non scommisero neanche una troia in favor del suo “favolistico” entrarle di striscio, fra strusciare e lucidar’ Artù lo alzò su, apparecchiandola sulla Tavola Rotonda per gustarsi ogni rotondità. Fuori, i suoi adoratori festeggiaron “strombazzando” coi trattori nelle campagn(ol)e, scorrazzando fra corazze alzate nel rizzo forestale, da lupi campestri e un po’ “pedestri” di “Guarda come si desta, ch’estatico e statuario nel tuo umido acquario è il pesciolin’ tutto bronzeo, non brontolare ma arrostiscitelo tutta liscia e lordissima, siamo lord un po’ pork”.

A San Giovanni Rotondo, i tonti pregan Padre Pio per ingraziarsi le “grazie”, ma Artù lo dona gratis nell’amor vacui del riempirle roccioso. A molti appar come horror, e gli dan dell’orco, ma Artù ricorda lor la fiaba dell’assassina orca:

se, quando ingravidata, vien abortita di vita nascitura, Uma Thurman si vendica di Bill ed è killer androgina ancor più figa d’arti marziali di ficcarglielo a mo’ di “Tu togli e io ti taglio, tu ammazzasti e te le strapazzasti, mio pazzo, ecco qua il rinfresco al tuo cazz’ bel che andato e imbavagliato”.

Applauso!

Sono ermetico di Giorno, quando m’accaloro con un cagnolino freddo che non tollera le mie coccole, freddo nel tramonto quand’osservo il Ciel spalmarsi su rossi peperini in mezzo alle bionde, e di Notte divengo licantropo per gioir, ai tropici, immaginari e però anche vaginali, fra tope a cui cucio bocche e lo cucino imboccante d’ipetrofico, senza coton idrofilo gliele sfilo e quindi ficco d’idrocarburarlo con burro e miscela diesel, per durar più a lungo nello scopar ritardato che fa più zucchero filato nel tirarlo dolcemente e adirato con cu(o)re”.

La Curia interviene per strapparmele, ma lo crocifiggo ad altre al mio “ancorato” d’incrociato su legam(ent)i crociati.

Va ch’è una san(t)ità, senz’elemosina le rimpinguo di mossa, quindi se me lo rompi, ti frattur le ossa!

Questo è il vostro sacrifizio, a me sol che orifizi.

Degli orefici sfrutto le catenine, e nessun m’incatena, son toro scatenato e Montana Tony per alici in salsa tonnata del tuo occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.

Ops, tante m’adocchiano e cresce Pinocchione allungato anche in vecchie galline bone fan buon sbrodolarlo.

Ricordate: mentre voi stronzeggiate, emulando questo e quell’altro, siete dei pessimi attori.

Anche perché nessun film v’accetterà mai.

Dunque, a voi nessun premio. A me tutto il palcoscenico, per il ballo, sì… diamo “Varietà” a quest’umanità, con code intonate al tip tap.

Mel Brooks come scherzerebbe contro una famiglia d’idioti, capeggiata da una madre castratrice, da un padre maniaco sessuale ma impotente, e da due figli deficienti, “eterozigoti” di gote rosata nell’ubriacatura alla puttanesca con tanto di facciadibronzo.net, sito “autogestito” di “opinioni” criminose in ambito (extra)cinematografico, “impostato” in “diegetiche” al lassativo fra tante scoregge, maree di cazzatone e “Prendila come viene”, intesa in senso delle ragazzine che adescano spacciandosi, fra un pusher e una pugnetta strabuzzata in chiassi isterici da pub(i) mai cresciuti (ah sì, superati i trent’anni, fanno invidia ai “laureati” di Pieraccioni, questi Ceccherini) da cicche di sigarette e scemine a servizio dei gran ozi da zioni? Che scimmioni scemoniti!

Così, li tratterebbe, beccandosi una querela “per direttissima” parimenti identica ad altri pugni allo stomaco e cravattini molto “papillon” ben “indirizzati” a tal papponi con pappina liofilizzati di “bocchino”. Han le pa(pi)lle gustative!
Non è una volgarità, una constatazione “amichevole” da Sinistro, qual sono non convertito alla loro “nobilissima” visione della vita, spesso ossessionata dalle “dinamiche” d’amiconi per altre fighettine da “sapientoni” nella “metrica” logorroica (peggio della diarrea… tal “esimi” luridoni) con birra brindante su “recensioni” davvero “brillanti”.

Trattasi di esemplare spaventosi della piccola borghesia più fetida e ottusa di quella Bologna “pene”, ben “nascosta” di “legulei” (mah, da sbattere in mensa, eh vanno a messa ogni Domenica per “manine” ammanicatissime) “adattati” nel pasto, cannibalistico verso se stessi, a base (mancan le basi sotto ogni punto di vista, miei “vispi” vesponi ipocriti che, di “cinismo” farneticate e di miele ne “punite”, ben di branco “infilzante”, idioti di qual razza (eh sono “ariani”, c’è di che temere di fronte a nazisti così faziosi e di fascio nella spassosa vodka liscia per altro mojito fra Cuba-ne Libre nella “mimosa”) su visini “intonsi” e “contenti” da imbattibili con molte libbre e pochi libri letti, nonostante i re-quesiti e le requisitorie. Miei falsi accusatori di questi cazzi!

Recatevi sul di loro “blog”, roba che neanche il Blob con le aperture “sarcastiche” di Ciprì e Maresco potrebbe rivaleggiare in fatto competitivo dinanzi a tal petomani coi “pettorali” decerebrati in pose “neuronali” acquistate al gran mercato generale da carn(os)i di maiali, e leggete “accuratamente” la loro “esegesi” sulla locandina di Escape Plan. Si dichiarono geniali per aver partorito una così grande minchiata.

Come dice il detto, al minchione dai del pepe e si spegnerà bruciato con caffettino della Peppina, fra pompini e bambine.

Ecco, davanti a tal testoni, permettetemi la mia vita da cani.

E poi ditemi se non avevo ragione a denunciarli quando, anni fa (eh sì, son patiti dell’ano e s-partiti di “pezzi”, anche di pezze-nti al culo contro ogni “sfigato”), intrapresi una battaglia legale, causa calunnie al qui presente “assenteista” per sempre piuttosto che “socializzare” mai più con questi “topi”, che si sta protraendo per colpa del loro reiterar di “profilassi” nei riguardi del lor stesso asinissimo “nasone”.

Con qual piacere, li fottei tal strafottenti, che da “matti” ridevan delle “disgrazie” altrui, inveendo di “dosi” sedative al primo rintocco ribelle a ragion veduta e scagliata a queste merde, pieni zeppe di “tocchi” ad altre con le zoccole.

Sono a son of a bitch?

No, piglio in giro gli imbecill’.

E la cosa che fa più ridere è: non possono proprio farmi nulla, ho l’immunità dopo tanto lor “mutilarmi”.

Ah ah ah.

Ricordate, fratelli della congrega. Inutile arrivar alle percosse, basta una scossa da sedia elettrica ove finiranno anche se viviamo in Italia e si beccheranno solo l’“ergastolo”.

Per dirla di proverbio, ride bene chi ride ultimo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Robin Hood – Un uomo in calzamaglia (1993)
  2. La pazza storia del mondo (1981)
  3. Dracula morto e contento (1995)

 

“Blue Jasmine”, Trailer


11 Jun

“Man of Steel”, World Premiere


11 Jun

 

Più che Superman di Snyder, sono irrimediabilmente un romantico. Purtroppo, me ne vergogno, quando i… brothers intonano il ghost di “Unchained Melody” il mio cazzo vola fra nuvole e lenzuola…

… lenzuola spesso “bagnate” di me stesso nel piagnisteo che s’impenna al “consolidamento” masturbatorio dell’autoerotismo consolatorio

Visto che poche volte la prendo, prendiamola alla larga di prefazione. Eh già, se non c’è l’“introduzione”, almeno son redattore di donne che non “arredo”

Ai Man of Steel “pacifici”, ai lor mantelli preferisco smantellare le “tranquilli” cer(tezz)e, nel monumento esistenzialista della mia “innocenza” satanica

Sacrificio d’un Altare altissimo!

Tanta fu l’ira “avvenente” dei nemici irriguardosi che i castighi, da loro perpetrati con avventata, immonda aberrazione, di giustizialiste punizioni, a tal esecrabile scempio, di mio ugual “capriccio” arricciai in case in cui brindarono e, adesso freddi loculi spaventati, gemono terrorizzati dall’apocalittica catapulta del ribaltarne l’effimere “beltà” in pari, sdegnoso, impareggiabile combattimento.

Battaglia per la Terra, a mani nude e d’offese ingiuriose tempestarono una coscienza, che non s’atterrà mai ad atterrar, piana e planando “serena”, in tal ottusa valle lagrimosa di camuffata allegria “paciosa”.

Una pioggia biblica di rane annuncia lo sterminio imminente, i faraoni egizi “vergan” pianti ininterrotti a imperdonabile furia che s’abbatterà epica.

Nessun perdono!

No, rafforzato a muro iconoclasta, mai distrutto, dall’orrore non marginato del loro recluder d’emarginazioni violente, s’eleva un Capitano. Il più coraggioso, irresistibile “buffone” a irridere e corroder tal corteo d’impagliati pagliacci.
Palmato, a volo d’Angelo il vendicatore è irrefrenabilmente arrabbiato.

Dinanzi a quest’inquisitoria, vigliacca e inenarrabile distruzione, il bellicoso scontro non farà sconti.
Scornati, scorticarvi con “lentezza” e “lente d’ingrandimento”, grandinerà un’esplosione fulminea e durissima, scagliata in maree lucenti, ardenti come cristalline meteore infuocate, inferocita e slanciata, propulsiva, inebriata dentro la stessa lacerazione, d’estrema unzione, in virtuoso ballo dei peccati.

Picchi magici nella spietata vendetta, gridata in sbranarne, a fuoco cauto, verso chi azzannò le fastose castità.
Illuso d’incatenarne i liberi, stupendi funambolismi eccentrici  e stellari sogni, ché come tutti roteassero spenti, tetrissimi nella tristezza bugiarda di color che mascherano la tristezza fra occhi invero sparvieri della fratricida sparatoria.

Oh no, mai arrendersi ma essere insistenti per rabbonir chi sparse malesseri e, veloce giudice, avvelenò di malinconia.
Nel contagio propagato di generazione in generazione, a “bandiera” nazista che scolorì e ottenebrerà altre anime in vita armoniosa.  Vergogna!

Vigorie, v’echeggio all’ordine, deturpaste con usurpatrice menzogna a torturanti nostre gogne.

Ma non guariste. L’incantesimo della cattiveria è stato infranto. Fratture energiche e abbeverate di verità “religiosa”. Noi guaimmo sotterranei, per emerger trionfatori sulle ingiustizie.

Prostituzioni, sfruttamenti, abusi di potere, altre guerre per vanità del monopolio capitalista nella dottrina servile e prodiga al porco caporale.

Abitiamo spogli, lupi della foresta, udirete la nostra voce in cuori marmorei vostri accerchiati.

V’infliggeremo furibonde cicatrici, “sprizzerete” il rosso colore della vostra orgia, divorata e antropofaga!

Micidiale, identica ferita immolata ad appuntita lama, ad assassinio sgolante in gole vostre omicide.
Accoltellate!

Urlerete, segregati e perennemente violati, ché uccideste i voli dei puri a “rinomanza” arrogante del vostro dinastico “diritto”.

Calerà il ve(ssil)lo impietoso, “scomparimmo” per marchiarvi di cimiteriale paura.

E ora è dolore, morte. Profanazione alle tombe dei “viventi”.

Della più cattiva ribellione, penetrata ad accecarvi, senza distinzione alcuna, tutti mostri se vi macchiaste del più efferato crimine, l’altera bestialità di macellare chi a voi, di carne, non gradiste, devastante non placherete!

Parola del Cristo, parola di Superman.

Per anni, durati secoli, sì, mi dichiarai un centauro solitario con la mia castissima “cintura” ma, dopo “millenaristiche” astinenze, una mi sverginò e d’allora mi serve l’astringente, anche se talvolta “piange” nel fazzoletto… “durerà” ancora per altri “centenari” o per un centesimo in più mi darò a darlo?

Sì, la vita è questione di danaro. Se non ce l’hai, non esigere l’erezione. Al massimo (dello “sforzo”), puoi avercelo grosso ma poco grasso colerà…
Nel (per)corso della mia (r)esistenza, provai in tutti i modi di “tacerlo”, tacciandomi anche per San Francesco. Parlava infatti da solo con gli uccelli.
Eppur son ossessionato dagli “affreschi” al gentil sesso.

Tante ne vedo, loro non mi guardano neanche, ma i fianchi ci sono tutti. Ieri, un fondoschiena mi schienò e domani un’altra si “chinerà” per mettermi a novanta. Ogni sera mi purifico d’atto impuro sul (giù) “risollevar” la varichina di tanto “sfacchinare” ma il mio sacco è sol che farina senza zucchero.

Molto presto, eiaculante di pubertà precoce, mi sedaron di compresse perché n’ero ossesso.
Da raschiarmelo fin all’osso, sbucciandomi di graffi così lesionisti da sanguinar ancor prima di “schizzare” poi da “matto”, qual divenni sebbene “venissi” sempre nel matar il mattarello. Tentando di attenuare la lacuna di vero orgasmo, mi “orgasmizzai” alla Bickle.

Nella mia zona, non in-tendo solo quella erogena, alludo al mio indirizzo civico di quartiere talora “scriteriato”, ero comunque uno dei meno “attivi”. Non che fossi stato o sia un passivo o latente omosessuale, mi riferisco al poco proficuo di figa.

Un Lebowski con molti Cd e varie pal(l)e di ventilatore nel “giradischi” su fegato addolorato simil ernia al disco.

Sì, ballonzolavo da gonzo e poche ganze mi sfilavan le calze. Il mio cazzone era attizzato “ardente” quasi sempre, con l’incognita, non trascurabile, che lo curavo “pazientemente”parecchio nel fai da te se non te la dà per il “bignè”. Insomma, una “dolcezza”.

Una “tecnica” masochistica delle più “dure” e ardue, da “coltivare” con abnegazione assurda se il pene in Lei non si (det)erge.

Sì, se non suggi, almeno assurgi il “tuo” in benedirlo d’acqua nella “mano morta”. Ricordate: se le fighe vi sfuggono, hai dalla tua il “tuo”. La miglior difesa è la fuga. Senza umido, puoi fartela fra le mutande a modo tuo.

Da “piccolo” subii già la grandezza del mio glande. Ma ero poc’accetto in quanto di testa acerba nonostante i testicoli cotti. Le ragazze sono come l’insalata. Accettano l’aceto se l’olio è “maturo” di “scioglimento”. Se fai il difficile, complicano la patata, e solo lesso digerisci un lassativo. Mi ricordo che a catechismo lo celai di nascondino nella pausa per la “merendina”. Il prete m’ammonì così: “Attento ove tocchi, potresti diventar cieco. Ma finché puoi, lucida e dacci. Stefano, slacciale e allacciaglielo”.

Sì, il mio parroco era all’avanguardia, detta fra noi possedeva l’intero asilo delle suore, amoreggiandole di “ascensione” dopo le “comunioni”, salvo confessione che puliva ogni macchia… residua.

Ah, ne gioiva di figliuole in quell’aiuola, fra perbeniste educate che, in chiesa, scuse chiedevano ma anche loro non erano tanto “chiuse”.

Quel prete predicava di persuasione davvero “magnanima”. Un gnam gnam da Venerdì santissimo.

Così “alto” che mangiava perfino la carne delle ultime cagne. Che cena!

“Sia lodato”, ringraziavano tutte, e di nuovo s’aprivano di “vocazione”.

Qual buon grado quel “Gradisca” illuminante.

Comunque sia, a prescindere che “scese”, che m’annoiai di latte alle ginocchia in quanto poche gnocche m’allattarono, credo nell’amore.

Sì, quando Patrick Swayze sale in Cielo, appunto, e non discende più carnalmente in Demi Moore, la “commozione” è al top da innamorato cronico.

Il film è incentrato su “quello”. Patrick plasma la Demi di “tornio”, per mirarla poi eternamente  in quel “toro”.

Le regala gioielli “preziosi” ma dei topi di fogna affogano il loro “sogno”. Sempre sveglio perché, di Notte, erano insonni causa attrazioni “fenomenali”.

Demi rimane sconvolta dopo l’omicidio. Dove lo troverà mai un dirty dancing di tal “taglia” da cavallo? Un fantasma concreto, di creta pian piano l’argilla era dure(vol)ezza di baci morbidissimi.

Ecco.

Il grande Cinema si misura da come dosi le emozioni.

Se la canzone “Unchained Melody” l’avessero “ficcata” in una pellicola di Sydney Pollack, allora mi avrebbe “toccato”.

Ma, piazzata in “apertura” e a chiosa dello Swayze “dentro o fuori”, mi par una porcata.

Insomma, preferirò sempre il mio Superuomo a queste puttan(at)e mielose di Zack Snyder.

Questo è un proselito, un presepe del mio “bambin” Gesù, un totale disarmarmi ché l’amor, tanto osannato, sarà sol che dispendioso del vostro villico assaggiare, miei naufraghi. Io, irredento e contento, navigo ove non saprete, in quanto mai salpaste ma “salite” nell’abbassar i pantaloni a “prua” di nave a me parve solo parat(i)a e pavida.
Il vero amore si vede quando non hai nulla da perdere.

Vai da una e imbastisci questo “bastimento”, di conversazione spiazzante, ché l’Uomo diverso ama lo sfottò e mai fottere, egli arretra nel retrobottega e apre le cerniere a scostumatezza bella che “fiera”, miei animali, è arrivato colui che s’arrampicò sulle montagne e fu montato dai piedi caprini, or Attila attillerà la sua “sciabola” a mandibole, sgranocchierà i tornado in quanto tornato e dunque rintronandovi, miei tonti.

La dovete finire con questo Cinema americano, buono solo al pinzimonio per una d’accatto. Ma che vuoi” attaccare?”. Avrai giusto un po’ di “pane in forno” nell’abbronzatura delicata a raggi della sua UVA.

La vulva è furba, la volpe divampa e tutto frana, miei porcellini… ecco Ezechiele senza mielose moine. Il lupone fra capre e il cavolo! E che cazzo!

Egli è caffè che annusa l’aroma puro e se ne bea in tanto, come dico io, belato. Iellati, mescolatelo e sorbitevelo!

Abbaio, sul balcone me “lo” imbroglio spudorato, mostrato a “Papa” per poppe dirimpetto che lo vorrebbero catapulato, ah sì che pute, formato cannone e-saltato. Vado scomunicato? No, di comunicazioni erotiche pen che nel cavo. Abbasso le cavità! Datemi del vino di distinte viti. Che distillato! Che stallon di zuppa bagnata!

Con cautela, di “mio” lo tasto ma non lo defenestro. Infesta di ripida pioggia sulle teste dei “tosti”, per indurirli ché troppe tenerezze li sbriciolarono in birichin bicchierini.

Il mio piedino è inguaribile, scodinzola, e si piglia al “lazzo”, scaraventandolo di manico a quelle di Destra, delle polle politiche. Pontificano mentre sotto il ponte depongono in mio favore con altro “Favella ma combina” clandestina.

Noi siamo così, tu beccati ‘sto cinemon’, mio trombone e soffia in bocca al tuo vuoto.
Avvitalo e poi schiodalo, scoscialo ma non ti regalerò lo scotch se, oltre che ubriaco, sarà anche il tuo (di)staccato. Eccoti servito il cioccolato. Sa di merda, marrone come te che sbianchi quando lo ingurgiti.
Stronzaccio!

Amami così, da me otterrai questo cambiamento, demente. Un calcio e un renale calcolo.

Questa è algebra, abracadabra sparisco per fartelo riapparire nel didietro! Lo calcolasti? Ah no? Allora, tornatene dalle zoccole! Cocco, io ti scaccolo. Ti spacco.

Vai a dar del lebbroso a quella slabbrata di tua madre!

Io canto con Ruggeri, sono il Bazar, il bizzarr’, sono la pelle di serpente della mia personalità da Cage alla Presley Elvis, prendo Dern Laura e la scopo in groppa ai titoli di “coda”.

Nel mezzo ci sta lo Swayze!

Ricorda: io ti rubo la svastica, ti sbarro e sbatto la tua vacca di botte. Vere e non sessuali. Sono ostico ma soprattutto ostinato.

In quanto mi hanno stirato e ora posso tirarmela.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’uomo d’acciaio (2013)
    Va canzonato tal calzone. Di canzoncina!
  2. Superfantozzi (1986)
  3. Superfantagenio (1986)
    E il vaffanculo no?Notare la foto soprastante, Henry Cavill sfodera la corazza in posizione pettorale per Amy Adams già dominata.Ho detto tutto.Più puttanata di così.

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I 50 anni di Johnny Depp


09 Jun

Il signor Johnny Depp compie, compì (e non è un compitino, incompetenti, classisti) 50 anni, incredibile ma vero, tondi tondi, e sarà presto Spirito Errante con Tonto. Il Lone Ranger abita nell’oltretomba, il patto faustiano dell’eterna giovinezza

Il 9 Giugno del 1963, costui, che ha ancora il suo perché di sex appeal, nacque e da allora è “immortale”.
Non solo nel senso di star hollywoodiana conclamata, quindi già di leggenda tramandata ai posteri ma d’elisir nella lunga vita immarcescibile

I suoi film tutti li avete visti, dagli esordi freak all’odierno giocarci d’umorismo, ribelle per vocazione, amico intimo di Marlon Brando, casinista fra donne che l’adorarono salvo rinnegarle per il “beneplacito” del suo orgoglio non da prepuzio torvo, Johnny è un indie fra tante maschere.
La sua svolta per la Disney non piacerà ma è piacevolissimo al tatto sia del gentil sesso che del cinefilo amante dell’attore simbiotico alla qualità assieme a tanta bontà.
Non sono omosessuale, non so dove sono, ma comunque Johnny va visto a prescindere se schifezza sarà.
Per ora, la sua faccia regge. Tu, invece, devi leggere.
Speriamo non svacchi. Tu lo sei già. Cosa? Nel torello. Consulta un oroscopo o datti allo Scarabeo. Azzeccherai oche nel giretto.

Di suo, ha lo Sguardo come arma tagliente, tutte le seduce, infila d’iridi e plasma il visivo a piccante “impiccarle” nel clitoride che agogna ma non lo piglia, con angeliche sembianze cela l’underground da diavolaccio, invero sanguina dentro, brucia Arte attoriale ma non solo, insomma bello come il Sole. Anche se il nostro “illuminatore” durerà meno di altre “stelle”.
Si sa, il solare non può dardeggiare per sempre. Dio c’ha ficcati su ‘sta Terra e questa tristezza buia dobbiamo prenderci.
Così, la Donna, quando schiuma l’erotismo “alla solitaria”, di saliva sbava per il Depp, propendendo nell’opzione Brad Pitt all’occorrenza, su un Clooney se entrambi fan i coglioni poco “seri”. George abbina l’impegno sociale al sorrisino “solidale”. Quindi, fra i due litiganti gode sempre il meno “dotato”. Sì, Brad è cresciuto come interprete, Depp non invecchia d’una Primavera ma le donne preferiscono il bell’uomo vero…
Mah, a me George pare un orsetto da coccole al babà. Troppo liquore in quel di pietra “cuore”. Sì, ma le donne son quasi tutte frigide. Quindi, faccia di cazzo ci sta meglio di performer che non spinge di “perforante”.
Ma Depp buca lo schermo, che vi piaccia o meno…, rassegnatevi e nel suo letto allettatevi. Non allentate il Johnny, potreste rimetterci di tutta Notte.
Insomma, mi garba. Anch’io, come Johnny, ho il petto glabro, possibilmente eccitato nei capezzoli, sia miei che nel “miao”, eppur abbaio di nerezza da tenebroso. Johnny il bello era Mickey Rourke, comunque.
Mi trovate come bulldog sotto il tavolo, fra una carbonara e un carbone in bocca.
Ce la vogliamo dire? Dalla nascita, sono rimasto giovanissimo, tale e quale al Depp.
Questa foto è identica. Incontrovertibile evidenza (recarsi prego, al mio profilo Facebook, cercare). E chi non lo riconosce, è un senile cosciotto. Non so se già ve la proposi, pensa alla prostata.

Film che mi ricordano quando fu grande come me.

Don Juan… “deficiente” all’apparenza, semi-impotente che se “lo tira” da Casanova “a buon mercato”, canta e balla ma nessuna “sfianca”. Brando lo prende in cura, da “psichiatra” che non vuol farsi il “fallo” suo”.
Scoprirà che il giovane ha le sue ragioni. E finalmente scoperà ancora la moglie Dunaway. Una che non gliela dava perché Marlon era diventato un trombone. Sì, se sei un trombone, non trombi. Questione di marron glacé! Sui marroni, la castagna calda erige la glassa e besciamella da lasagne. Le galassie! Il cioccolato bianco. Il Galak, il galà della pubblicità, il pube al Lindt. Mordendolo a g(ig)olò.
Se sei “pazzo”, può “venire” con “ritardo”. Meglio dell’eiaculazione precoce. Già, arrivare al “seno” della vita troppo presto, rende poi l’assaggio annoiato e depresso. Chi aspetta, va piano e lont… ano.
Ho detto tutto.
Sfida titanica fra il più grande dei ’70 e il migliore della sua generazione. Parlo di Donnie Brasco. Non dei Fantozzi col basco. Ah, poi ci son i tamarri con Rossi Vasco. Datti a una vasca in Centro, mentecatta e muovi il bacino nel colonnato. Da me, solo un impermeabile.
Stai zitto, idiota. Non capisci nulla. Sei uno da Nutella e grissino col “prosciutto”. Beccati questo Newell e ti rifaccio nuovo. Che te lo dico a fare?
Dead Man
Sembra morto, ma Jim Jarmusch resuscita il western nel pretesto di usare il genere per sviare di metafisica alla William Blake.
Il resto, figli di puttana, è tua sorella che voleva Iggy Pop ma deve accontentarsi di Billy Bob Thornton.
Le andrà pure grassa. Ringraziasse. Tutto appunto grasso che cola. Infatti, tornando al Pitt, da quando Angelina ha lasciato Billy, è dimagrita e non ha neanche le “tette”.
Fidatevi, l’Uomo tosto-robusto-di buon maritozzo ha il ghigno di Robert Mitchum e l’occhio allusivo d’un Depp “addormentato nel bosco” però col “fucile” nel laghetto.
Come le bagna Depp, neanche il prete. Quello è un pedofilo. Depp, dalla sua, è un maledetto.
Come si suol dire, Che Dio ti benedica.
Pino Daniele è fissato con la figaaa.
A ognuno il Vesuvio suo. Depp è vulcanico, tu da Amaro Lucano.

Finding Neverland
Un genio che ravviva le cariatidi con Peter Pan. Eh sì, Hook di Spielberg. Robin Williams non può competere con Depp. Ha la panza, da cui il “Banning”.

La maledizione della prima luna
Il titolo ricorda Ladyhawke, Johnny Depp infatti incontrerà Michelle Pfeiffer solo dopo molti “ani” di letargo, in Dark Shadows. E, da uomo “ombra”, addenterà Eva Green. Sì, siamo dei dreamers.

Dei blade runner alla Rutger Hauer.

Blow
Molti mi davano per finito. Di mio, conosco il blood.

Sì. La vita è come Depp. Dipende se sei un Johnny come me, o un drogato come te.

Su tale sparata, beccati la siringa e non mi allacci neanche le scarpe. Figurati le stringhe.

Nemico pubblico
– Ti senti sola, vero?
– Molto sola. La Notte è fonda, sfondami.
– Guarda che non è il remake di Heat quando De Niro e la Brenneman “cazzeggiano” di poesiole prima di farsi “criminali”. Insomma, non amo i panegirici.
– Cioè?
– Il regista è lo stesso, Mann. Sei una che scopa solo quando uno ti chiede la mano, o preferisci un matrimonio con l’armadio già “lucidato?”.
– Ma che dici?
– Ah, lo so. Ognuno ha i suoi scheletri. Prendimi per un poco di “bono”. Tu sei una Cotillard per il cotechino.
Diciamocela, veniamo alla svelta ma senza sveltina. Adoro i preliminari alla Marion Cobretti, mi chiamano il cobra. Come cantava la Rettore Donatella… non è un serpente… splendido-splendente. Vedi? Rust and bone, Bonnie e Clyde, e darci dentro di manigoldo nella golden lady, strappandole la gonnella. Poi, un giro in gondola. Prima però una pompa. Non solo di benzina.
– Senti porcello. Smamma.
– Non si può. Il copione pretende l’innamoramento. Il resto della fantasia vuole altro. Questo lo spettatore non vedrà, ma tu dammela qua.
– Ti denuncio! Alt con le mani!
– Vuoi conoscere la trama? Ti rivelo lo spoiler. Poi, ti spoglio. Prima lo stop e quindi il mio petto stopposo. Mi chiamano colui che lo appioppa senza dare precedenza. Rispetta il segnale semaforico. Quando aziono il verde, spingi di rosso perché io acceleri nel tuo passaggio a livello.
– Va bene, a una condizione. Me la racconti “giusta”, ma ti aggiusto. E “raddrizzo”. Finisce con un happy end?
– Scappano col malloppo e scopano di botte. Ma Christian Bale lo accoppa. Rovinando la coppietta. Bale è Batman, uno psicopatico che non ficca Catwoman e si ossessiona sui Joker dei pinguini altrui. Un frustrato, un aggrottato. Uno da maggiordomo che non domina. Va fermato. Il terzo di Nolan è una cagata spaventosa. Se ci sarà il quarto, almeno voglio una con la quinta. Anne Hathaway ammoscia.
Che “pistola”.
– Sei anche pazzo.
– Dai, spupazzami. Finiscila di bere quel caffettino Lavazza. Da mezz’ora ce l’ho alzato. Mischia un po’. Fai la Brooks Mischa. Quella pornoattrice sa il culo suo.

Dosa delicatamente. Oh. Il “grilletto” è più gustoso nel “calibrarlo”. Solo così, l’orgasmo sarà Magnum.

Fidati, figa. Tu, il gioco lo conosci… Quando finisce la musica…

– Per qualche dollaro in più?
– Sei a pagamento o appagata di una normale “mitragliata?”.
– Sono una Escort.
– Allora, il mio non uscirà. Ho una morale da difendere.

Troia, fottiti.

Buon complean(n)no.

Evviva La nona porta! Un Polanski alla Corso. E non da corsette.

La Croisette!


Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cry Baby (1990)
  2. La leggenda di Sleepy Hollow (1980)
  3. Stress da vampiro (1988)
    Comunque, Depp deve fare un monumento a Cage Nicolas. Il ruolo in Nightmare glielo raccomandò Nic.Oggi, Cage è più brutto di Freddy Krueger. Mentre Depp ha ancora la faccia da adolescente sognante.I casi della vita.

    Mors tua, vita mea.

    Di mio, mi mantengo in forma con la vitamina.

    Tuo padre col vino.

    Arrivederci e la tua depressione sarà curata dalle teorie di Freud o è solo un raffreddore?

    Credimi, la vita è come il muco. Se cola troppo, hai il moccolo, se le tue narici sono grosse, sei una mucca.

    Però il latte fa bene alla salute. Soprattutto se vieni allattato da una pecorina.

    Salve. Ave Cesare. Tu ara e non far il ragioniere.

    Arrivederci. E a sorr-ae-t’!

    Cis!

 

De Niro sta bene? E i sessuali “stanno tutti bene?”


09 Jun

 In questo Mondo ossessionato dal sex, ci vuole la “bomba” del mio aplomb!

Eh sì, io non vado coi piedi di piombo, bensì lo appioppo! Alle beauties!

L’intolleranza abissale di tal Mondo indigesto mi rende ancor più diverso e, nell’ebefrenia di questo full retard lor mentale, esagito il mio corpo a Lune voraci di sciropparmele al galoppo

Vengo subissato di messaggi poco equivoci che vorrebbero scalfire il mio scaltro trottar da equ(in)o.
Sì, poi muto e sgattaiolo, cagnaccio mordo e ammorbidisco il liscio pelo d’una gatta, sfilandole il reggicalze a “retto” del “subentrarle” non tanto casto, bensì doggy nell’ “incastrarlo”. Un castrato che le fa a polpette.

Di Sesso ne son cornamusa ai musini, adocchio altre ballonzolanti per succhiar un’albicocca e inasprire il marito di gelosia su miei colpetti incalzanti e “propedeutici” nello stordirla di potenti mosse alla mortadella, di mio “frastuono” spalmarle l’intonato amplesso su salsa tonnata e di mio “ballato” in basculante senza bon ton, sbottonato-“cotonato”-inondante e “sbrodolato”, per sempre più veemente gravitarle d’orgasmi incontenibili e cotanti schizzi con scatenato mai ingravidarla previo profilassi dello “strizzarlo” nell’estrazione “mineraria” quasi da “laccio emostatico” per il “prelievo” sanguigno. Che quindi, un po’ “delinquente”, mentre la bacio delicatamente “colla” lingua, e di saliva, dopo che “rizzato” ad affissione in Lei salì, eh sì il “Redentore”, pacioso con lentezza lo “smonto” su paonazzo viso esangue e sfamato da stronzo. E di nuovo è montante… in altre piccanti.

Av-venuto… il “fallaccio”, seppellisco le prove della mia “piovra” provetta nel cancellare ogni macchia di quell’oramai pioggia dorata e di zampilli euforica in goduto ingoiarla a tergere, eretto-ammosciandolo (de)cadente però a(l)itante, per poi “precipitar” in altre gole e ardentemente prima sfiorarle, di forza fornicarle, in foga sfondar ogni “forum”. Sì, la mia cappella è da Corte d’Appello, perché inguaia tantissimi mariti che m’accusano d’atti troppo impuri nel mio darci, av-venente nelle di lor sporgenze. Ma non mi “afflosceranno”.

Vorrebbero “gettarlo” nella fossa dei leoni ma gladiatore sbrana punitore, e di “pungiglione”, ogni imperator’ azzanno nell’ammirazione di sua moglie che ambisce alla mia lama da corridor’.

Il toro ammazza il matador, e la corrida è mio circo ad “accerchiarle”.

Perfino la Sharon Stone dei bei tempi, dinanzi a tal Manzotin genuino, torna ad accavallare con tenera “bontà”, mostrando l’ambaradan per  la ricca insalata del mio “insaccato” duro e di ghiaccio, punteruolo, nell’istinto al “basilico” sull’ imboccata di vegetale… gelatina, magra e avvolgente.

In questo carnaio di tonti, io “ritardo” il coitus per amplificare la botta finale.

Gli ebeti, di fronte a me, belano e il mio “abete” abita germogliante tra le frasche, di palle colorate intermittente, di stella fosforescente lassù… e poi su e giù nella stalla del bue.

Cari asinelli, io sono lo stallone purosangue alla Steve McQueen del vostro rodervi, poiché le imbriglio sussultandole, e-saltato, che “brillante” rodeo.

Donna, amami e il Patrick Swayze di Ghost capirai ch’è uno sdolcinato eunuco a paragone del mio…

Con me ascenderai in Ciel, trattasi di grand’ uccell’ “fantasmino”  ché “eclissato” dentro la melody a mela di mio pomo d’Adamo sgolato del dopo-cena.

Però, ricordati che adoro l’igiene intima e, prima di “tingerla-modellarlo in “tornio” d’argilla, ah che anguilla…, devi farti… la ceretta, mai ancella, affinché sia lubrificato nella tua luculliana lucciola.

La voglio già lucida prima di spolverarla… col mio “uncino”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Stanno tutti bene (2009)
    Anche il pipino del pap(p)ne.
  2. American Hustle (2013)
    Azz.
  3. Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013)
    Una trappola per topi in cerca del Paradiso della figa.

“Escape Plan”, Stallone & Schwarzy


08 Jun

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)