Punisco, senza pudore, le famiglie di matti pudici con punisher sessualità pungente e di “pugnale” strafottente!
Sette attrici e donne capitali che “capitombolarono” dinanzi al mio “capitone”: tanto le volli che, volenti o nolenti, si volsero a me, “voltandomi” nel letto a prepuzio dei miei precipizi e a ozio dell’olio!
“Lunga” e “inappagabile” è la lista del Dottore qui a voi in totale sfacciataggine nel suo verecondo “suonarvele”.
A rubin’ calzante e “innalzandolo” nell’infilzare, pigliandole senza pinze ma “rimpinzandolo” a rizzarle-arrrcciandola!
Dopo anni di miserabili che attanagliarono, “pervicaci”, la mia sensualità intraprendente, lo presero e presi pure tutto tutto… il loro “liquido”, riscuotendo con gli interessi lo stress che provocarono e “ribaltando” ogni donna provocante a me oggi allettantissima…
La mia leggenda erotica nasce ancestrale in un “uccello” che tali vili spennacchiarono e ora se le spupazza, “appioppandole” sul suo pellicciotto liscio di ruvidezza nei rimbombi d’echi orgasmici “ad acqua” nel “saltarle su” con un euforico “Eccolo!”. Io ho i bernoccoli in testa, genio cervellotico m’ancor più coccola per la Donna chocolate.
Sono un “gavettone” formato “esplosivo” e fortunato Gastone, papero per le topoline, a ogni scoscio di gambe io (imm)ergo il “marsupiale” insaccare, custodendone una nella slacciata cerniera scrotal’-scrutante “a guaina” e agguantando altre pantere su pantaloni che, “vellutati”, fluidificano il “liuto” del mio allupato a “piantarlo”. Che figa(ta), come efficace a tutte lo ficco!
Che bel “pantano”, come sguazzo nel “lago”.
Offro il mio Sguardo simpatico, “inchiostro” d’occhi neri “impressionanti” su ogni Lei da “pressare” nello sbiancamento “affrescante” delle freschezze mie schizzanti. Pennellai “parabole” cristologiche nella castrazione (in)dotta, m’addussi poi ch’è meglio saltarle addosso senza poetico sofismo ma soffiandole ove sc(i)occa di scisma tellurico per “luride” elettricità vibranti al mio volante. Mangiandola prima con gli occhi ardenti e quindi “bruciarla” su far impertinente a non “contenerlo”. Il vulcano esonda e di lava “sporca”. Ah, come mi “svuoto” e poi un’altra vien riempita, pompata per inumidirlo nell’indurir’ che dura tutta la Notte “nera”.
Elenco qui le attrici che ebbi nel “crescerlo” a farmele “mature”. Come crebbe! Come Dio le creò! Come io, scriteriato, esplorai i lor crateri! Ho un caratterino!
E, maturando, andò “schiumante”.
Luisa Ranieri: “Anto’ fa caldo”, eccitata ribolliva nello spot del tè, e mi logorai alla vista di quel “balcone” torridamente sudato nel “frustrato” da me a fai da te. Che bastarda bestiona e mai ti bastò il bastone!
La corteggiai con infinite poesie alla “Leopardi”…
Luisa, rimembri sempre il mio malinconico membro e smembrata ti sogno in alcove ove (s)covarti mia gatta che metti “lardo” allo zampino dei miei lagrimosi “zampilli”.
Erto a monito di “Stai mia bella all’erta e innaffierò il tuo lacustre deserto, ché tuo marito Montalbano non ti montò come un alano”.
Investigherò nello svestir’ la tua losca “zona” e “dipanerò” il pen’ per far Luce… al “buio”.
Abbaierai in calor’, mia cagna che fosti chiatta ma ora smagrita come Cagnotto Tania. In te mi tuffai, stantuffata ti ho fottuto!
Sappi che la mia canottiera è ancora strappata per “sfoderartelo” da condottiero prodigo al tuo nettare appunto Ranieri…
Amante di Giacomo come te, napoletana a teatrante omonimo Massimo del perdere l’amore quando si fa sera…
Claudia Gerini: al tuo marmoreo culo di Carrara non v’è confine che possa “confinarmelo” per non calibrarlo come oro “colato”, erculeo e cara(to). Sbracami, abbarbicatelo, mia quarantenne Barbie, sì, quando tu mi guardi, “lui” ti gira attorno, diviene… in questo dì “svenevole”, un lasciarsi andare come spermatozoi a permeartela dei “giretti” sparati fra le tue grida calde di “grilletto”. Ma quale Verdone, ero bianco cadaverico e, dopo averti scoperto, “strano” si fa rosso nel tricolore.
Claudia, il mio Sesso spunta come fungo tricologico, come trivella nel coito.
Che scopata m’hai accollato. Tutto in gola l’hai ingoiato.
Adesso, devo rispondere al tuo fidanzato, e sono inguaiato. Ah, che ricordo però… come la sponda dell’andar “a fondo”.
Il tuo fetente ragazzo mi caccerà un fendente, ma conserva il nostro abbraccio quando non di “brace” me lo ricorderai fondente da cacciatore!
Susanna Messaggio: per te solo un messaggino, SMS, acronimo di Susina micina salsiccia, cioè quanto “carina” pubblicizzasti la mia pubertà nello spo(r)t degli intimi detergenti a te “accavallati” nel Permaflex…
Ne mancano quattro all’appello della “cappella”.
Giunsi a esse di capezzale sessual, e i loro capezzoli furon scremati come i “cappuccini”.
I nomi non posso svelarvi, identico mistero da Il nome della rosa…
Furono vittime del mio indistinguibile “marchiare”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)