Buon compleanno Jack Nicholson

23 Apr

Happy Birthday Jack, il mio Joker, il mio clown con le sue opinioni!

 

 

Da tempi oramai non sospetti, quasi ritirato sei, accucciato nella tua pensione in panciolle a tifar i Lakers fra eccitate “ragazze” del coro sugli spalti che ti spalmano ancor un po’ di “linguette” con la trombetta in bocca tua irrefrenabile e ancor densa di salivar salire presto in Cielo, ché la vecchiaia è vicina alle coronarie in pericolo di crollo e nemmen per gli “immortali” c’è la salvezza della vita eterna.

Ma, anche se senile e “dispettoso” di panciona grassoccia e gozzo di gola sfegatata, io tiferò sempre per te, aspettando semmai un ultimo, strepitoso ruolo da consegnare ai posteri prima che il sarcofago si “deterga” in tuo corpo “imbalsamato”.

Tu, campione d’ogni smorfia, napoletano trasferito a Los Angeles, sei l’irriverenza gioconda che, beffarda, fu lesiva dei piccolo borghesi, all’inizio un po’ agghiacciati dal tuo viso “bottega degli orrori”.

Non ci(mi)terò i “tuoi” filmoni, imprescindibile Mr. Torrance, né vergherò per incensarti d’agiografia come si confà a ogni retorica dei “memoriali”. Ché ancor defunto non sei, e questi promemoria servono solo agli scribacchini per qualche “sfoggio” da onanisti ammorbanti, ombelicali, delle tue interpretazioni, invero inclassificabili, fuori categoria, tu a “raggiro” d’ogni schema convenzionale della recitazione.

Isterico, “deturpato”, “ladro” di mimesi in personaggio perennemente in te senza “Studio” di “mimetica”.

Sei la faccia di (cu)culo del tuo dentro, Oscar a parte sei un pirata del Piacere, cinefilo, consumato e anche carnale. Mai carnascialesco nonostante le tue “rughe” da maschera carnevalesca di tutt’espressioni “travestito” e mai in (ca)muffa da un’epoca bigger than life.

Buon compleanno Jack.

Detieni il record delle nomination maschili, ma a te cosa interessa se qualcuno considera Daniel Day-Lewis migliore d’un “terzetto” (im)pari?

Il campione sei tu.

Ti basta aggrottar le sopracciglia e non c’è Daniel che possa vincer(n)e di più.

Andiamo all’osteria a alziamo la sottana a tutte le “dam(igian)e”.

Ivi, sfilerò una serie di sette film impagabili del nostro impareggiabile Jack.

Film forse non tutti capolavori ma straordinariamente allineati alla sua mente, fuorviante, devianza dalla norma e dunque perciò immensi.

A mio modo di vedere, la vita non è un parere oggettivo.
C’è sempre il riscontro del tuo cervello collegato all’anima.

Sì, sono Jack il “matto” e mi adoro così, adornando la mia casa di Dvd che, rilegati accuratamente nel mio cimelio di cima ad apice d’ogni infinito trascendente, io -i-scrivo recensioni “incomprensibili” ad allettar la mia testa animatissima, fra bagni e schiume delicate e la mia mano che carezza, anche sol nell’orgasmo “fluttuante”, un’Amber Smith di seno “inondato”, ridondanti, ah come la dà virtuale, siam “bollicine” rilassate nell’idromassaggio col coton idrofilo d’una filantropia “malvagia”, lontano da tutti, fin dapprincipio quando fraintesero il mio tessuto “ottico”, distorcendomi in una dimensione “eccentrica” ma più normale nel suo consacrarsi a “puttana” meglio di te “beniamino” di scemotte che “insaponerei” mettendolo a “follia”, marcia/o ingranato d’occhio sgranato nel “bendarla” e lì “asciugare”, a peli rizzi e “volgari” in questa società ove ci si sporca, “puliti”, anche nell’ossimoro delle verità mai “pelle e ossa”, ché non voglion denudarsi ma dipingon le maschere a opportunismo.

Sono Jack il “cattivo”, tanti “trucchi” a Batman, più psicopatico di me, ch’è un Anthony Perkins con complessi di Edipo ribaltati causa trauma infantile dell’omicidio del padre, roba che le tragedie greche fan un baffo a ogni Tim Burton eNolan.

Son io, Jack il “leggiadro”, che sorvolo la città a pipì-rastrello da mietitrice fra voi che andate con una meretrice oggi, dietro facce intonse, ma “nuziali” nei bacetti con la moglie che “sbatterei” invece “al fresco”. Altro che i rinfreschi, va “affrescata” di puro calore in “gattabuia”. Lì odorerà il sapor “ciliegia” del secondino ad “assecondarla” e, di vasi dilatatori, “sbarrarla”.

Ah ah, me ne frego di voi lavoratori. Lavorar tutto il Giorno mi rende triste. Meglio mio figlio, un “cazzone” che gira coltriciclo a sfottò anche di chi l’ha messo al Mondo, cioè me.

Un po’ “orco” e un po’ “paternalistico”, sempre meglio di quel cesso da lavandino che interpreta la villana del villaggio deserto, qui all’Overlook… Sono stanco, ne ho le palle piene del suo full metal jacket da donnetta “casa e chiesa”. Ma a ogni Uomo capita una (con)sorte, non si può “estrar” il dardo a lavaggi d’Arancia meccanica. Che lavanda(ia) gastrica ad ascoltar e dar “retto” ai suoi moralismi giudeocristiani. Da me, la mentecatta, riceverà solo un’ascia “brividino”. Altro che “amorucolo” nel lettino per “riscaldarci” dalle intemperie. Il mio termosifone “abbatte” il “sereno” variabile più dei sifoni. Metti su Califano Franco, fa… afa, stimola la cagata.

Questo sono, Jack, e tu vai a rompere il cazzo a tua madre. Che, fra l’altro, ne abbisognerebbe per calmarla.

Sì, datemi una Donna e lo sarò Valium, valido a violarla nel rosa che lì si (s)posa.

Sono una merda?

Ma anche un genio.

Sono Jack. E tu una checca.

Cambio e ne cito tre.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Qualcosa è cambiato (1997)
    Lo inserisco al primo posto per questioni (an)affettive. Lo vidi, “alla rinfusa”, in un cinema ubicato in zona “losca” bolognese, quando ero lì a sbocciare nelle prime nostalgie “adulte”, quindi già necessità di qualche pastiglia antidepressione per ammortizzare i cavalcanti umori instabili.Mi rispecchio nel suo personaggio, misantropo invero amante della vita in ogni sfaccettatura.
    Un Uomo maiuscolo, letterato e coltissimo, di sensibilità prodigiosa che “assume” una forma antropomorfa di misantropie per sfuggire al suo troppo sentire.

    Così, inizia a ergere un muro, un fortilizio attorno a sé, fingendo (male) di disprezzare tutti.

    Per colpa, o per fortuna di eventi imprevisti, riscoprirà il Cuore che aveva gettato nella spazzatura dei suoi romanzetti mielosi in caccia di facili vendite pur non svendendosi a donne “(s)offerenti”.
    Maniacale, compulsivo, sempre sull’orlo di crisi di nervi, un flawless imperfettissimo, come tutti.

    A rivelargli la sua vera e “sedata” umanità, o “immunità” ai sentimenti adombrati, una Donna che lo stuzzicherà…, un omosessuale che odiava e a cui si lega amichevolmente dopo tante scaramucce, ma soprattutto un (in)fedele cane a fargli le “fusa”, in quanto Jack non è orso ma un gatto bisognoso di coccole.

    Capolavoro.

  2. Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
    Di pazzi è pieno il Mondo. In Parlamento, eleggono i quorum ma dove son finiti i cuoricini dei folli?
    La folla inveisce e s’accapiglia. I sani vengon sbattuti alla neuro…, i cretini ballano e scherzano, coperti dall’apparenza che va di moda. Qui, Jack è onesto, non ama lavorare.
    Gli altri detestano l’ufficio, compromesso per i repressi che però serve per “asservire” le donne e poi invitarle a cenette “romantiche” dietro (f)lauti pagamenti ove possono esibire i “fruscianti” al fin che lei capitombolerà nella “Tomb(ol)a”.Egli, il Jack (vincente o perdente sta a voi…, non giudicatelo!) non sta alle regole ipocrite.
    A costo di lobotomizzarsi “(in)coscientemente”.

    Imbrogli, casini, puttane più pulite delle impiegatine statali, fughe, cerotti, barzellette sporche, spari nella Notte.

    Insomma, fottetevi ‘sto film e ficcatevelo tutti in culo.

    Jack sa.

    E se non lo ami, non vali un cazzo. Che cazzo vivi? A fare?

    Ma che facciamo? Sfacciato!

    Quella è fatta ma bisogna, subito, rifarsela.

    Ma vai a fartelo dare, dai dai.

  3. Shining (1980)
    Lui è senza bisogno di presentazioni e curriculum.

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