Robert De Niro non deve stare calmo come Neffa

02 Mar

Ami “Cape Fear” di Scorsese? Allora, la tua “capa” gira e non devi rigirare la frittura mentale: Neffa, il “cantante”, è un deficiente

Se De Niro fu Max Cady, io temo di non temere i “temprati”, poiché amo i temporali e le tempeste, poco i “caporali”, perlopiù succhio lo sciroppo della loro borghesia amara, “contemplativa” del lassativo

Sì, ho la fissa per il Bob, neo pigmentato di stile elegantissimo mentre lo “sospira”, spalmandolo alla chioma fluente del suo folto fiuto da tartufo “galeotto”. Egli, in galera, “scarcerò” ogni demone che l’afflisse per poi friggere l’avvocato in padella, di brace e “abbracci”.

So che quest’atteggiamento appare sgradevole, invece non ho intenzione d’attenuare la mia “tendenza” virile d’empatia amica al Bob, a forma d’immagine e somiglianza, assottigliandomene per (a)nemici da “sottilette”, mentre in tutte le lingue di Babele infil(z)o le loro mogli, ninfomani e di conclamate frustrazioni, nei letti ove son io l’architetto a rinvigorire le tette che un Tempo gorgogliavano lattee e or stuzzico per “svaccarle” del tutto, liberandole dai lutti, “elaborandole” col “pragmatismo” ai reumatismi delle loro giornaliere e spendaccione follie da vite sospese.

Io non soppeso se pensarci sopra due volte, e loro non “penano” ma molte volte mi dimenano.
I mariti voglion menarmi, al fin d’imbottirmi, “venendo” solo alle mani.

Ma io canto da “marinaio”, coi tatuaggi ben in vista, a metterli sotto nel far la femmina.

“Sguinzagliano” i loro scagnozzi per incagnirmi nei sensi di colpa, ma son io che li accoppo, poi dai “complessi” sciolgo le lor donn(ol)e e non m’hanno angustiato, poiché gusto anche le figlie, nel mio “gelataio” leccar con tanto di “broncio” da cagnaccio nelle fragoline e meloni.

Slegano i manganelli per “incatenarmi”, ma son o non sono un toro scatenato?
Questo è ovvio, e quindi le “ovulo”, ingravidando stavolta tutte nell’imbottitura di mie “botte”, dopo cene di bottiglie, di Lei annoiata che borbotta e io che me la bevo in un boccon d’acqua.

Da lupo di mare, caro Nick Nolte. Sarai il principe delle maree con quella “pazza” della Streisand, e la tua Lange è sol che stressata. Ah, sempre cammini impettito e poi, ipocrita, giochi di “squash” nel reggipetto che “racchetta” con quella, diciamocelo, racchia della Douglas. Non sei Michael di Basic istinto, sei un noioso “parastinco”, non tanto di santo ma di maiale da “piccante” Auricchio.

Ricorda che io ti pennello la “parabola” biblica come Del Piero detto “Il Pinturicchio”, e le mie palle scenderanno su di te, insaccandole nel calar la vendetta com Sam Jackson di Pulp Fiction. Son fico? Non lo so. Lei lo sa.

Questo è il mio salmo “dal tramonto all’alba”: “Quando c’è la Luna, Hayek Salma m’è vampira e lupa di vulva satanica. E me la gratto nella grotta, caro mio panzone da ricotte che scotti la tua adolescente Juliette Lewis da valentine’s day”.

Ti sarò violento e con lentezza di terrore. La paura, eterna, te la porti.

Tanto a te che importava? Bastava far di conto col tuo “riporto” e con i tornaconti.

No, a quanto ammonta il danno? Non c’è risarcimento che SOS-tenga. Quindi, tieniti il (ri)morso da licantropo, datti alla brughiera se non vorrai ammettere la tua “macchi(n)a”.

Ma quale lavaggi mentali. Ma chi vuoi ammanettare. Son io che son “lavatrice” e “lave a manetta” nelle tue meretrici, mio emerito di “pompette”. Ti faccio a polpette e con le tue son scarpetta.

Lei se l’è meritato. E così morirà.

La prossima volta, scelga come mestiere l’idraulico. Almeno non scasserà neanche su “YouTube”.

Al che, dopo gli abissi infernali, “lo” sferro a paradisiache fighe.

Ne (con)tatto una, ma non mi basta. Perché son “bastone” del contrario bastardo.
Bastiano? No, ascolto Battisti Lucio ma non mi obbligherai a benedirmi nel Giordano.

Sei tu in foto? Non ne dubito? I tuoi occhi non son dubbiosi e s’immergono nelle ubbie d’un mare “sc-r-osciato” sulla liscia trasparenza di pelle in jeans ardenti.
Sarai felina così con me o “astraerai” un castello di bugie per abbindolarmi con un “No” sparatomi in mezzo?”Rastrella” pure il pipistrello, rendilo purè ché porca sei.

A parte l’approccio “spinto”, non sono un procio che gozzoviglia di pinte, ma Ulisse che a Itaca ritornò tonante e incazzato nel “dipingerti”.
Ex amante or di più lievitante, sei mia di
miao, io son Maometto che va alla montagna delle tue forme e in ogni tua “spelonca” te lo mette.

Non distorcere le mie foto, sono un belloccio, non un bamboccio. E gradirei “imbellettarmi” con noi, aizzare la pioggia nel tuo ombelico e sbellicarmi di fra i “Bellissimi” del tuo corpo da Emanuela Folliero più giovane, bionda naturale o seno rifatto?Emanuela fu concubina-culina di Berlusconi e leggeva a memoria le “critiche” di Mereghetti Paolo su balconcino stimolante al “cappuccino”.
No, lo catturo naturale di canna, e le nature son state un dono al nostro adornarci come Paolino Paperino.
Sì, papera, non l’ho a pera, voglio solo le tue pere. “Aspetta e spera, vedrai che s’avvera” e duro t’è verità.

Quindi, senza se ma di Sesso “Amami”, son qui che aspetto il “Sì” dei tuoi comandamenti da Sinai. Sì, sono Charlton Heston, e sgambo fra lettighe da Ben-Hur.

Un po’ gladiatore di potenza alla Crowe Russell e un po’ nocchiere fra una gnocca nella corsa “maratoneta” del mio “Tieni” anche da “cattivo tenenteKeitel Harvey per un alveare di miagolar su ugole cagne. Faccio la spola di treno da Terni a Torino, ecco il mio “grissino” nei tuoi “binari”. Liscio come l’olio, sbuffo di vapore e son “caldaia” Ecco, sono un arrotino. Arrostiscimi!

No, non voglio farti (mia) nera come il carbone. Non sono Nerone! Voglio il tuo rossetto. Il rossore!
Il rosso malpelo a pelo.

Baciami e la vita sarà meno un tramonto, nel Sole che “monta” Dio c’è.

E l’uccello vola in Cielo…, colando “a picco” in mezzo allo “spacco” dello “spartiacque”.

Fidati, dammela! Sei medusa o mia musa?
Dai, senza tante mosse. Smuovila!


A parte “tutto”, Keitel fu uno delle prime scelte di Scorsese, poi divenne Smoke e Holy Smoke.
Prima, un tabaccaio con più fantasia dello “scrittore” William Hurt, un depresso Cron(ic)o (si desse alla “cronaca nera” della sua pelata), quindi “deprogrammatore” d’una Kate Winslet “titanica” di capezzoli. Ah, in quel film, Kate è la miglior Winslet che un DiCaprio mai avrà “a poppe al vento”.

Keitel sa il fatto suo. Fu sposato alle “tracce di rosso” della Lorraine Bracco, quindi conosce bene il cosiddetto “articolo”. Da cui i “così detti”, da vocabolario “Treccani”.

Sì, trentatre trentini trottarono a Trento, trotterellando.
E Keitel, sempre troione, andò a Troia.

Da cui il “teorema religioso” di Omero.

Fratelli della congrega, su questa puttana(ta) vi lascio.

Una Donna falsa mi sta aspettando.

Sì, la Donna dev’essere falsa. Più falsa è e più “tira” nell’afa.

E “gliela “fa”. Si sa, se arida è diventata a causa di star a casina, il mannaro è rude nel suo “dirupo”.
Egli è ripido di “cascata”, e Niagara Lei adora il mio “tuf(f)o”.

Applauso!

Quando tutti intorno a te hanno le idee confuse
e le micie accese (o micce…?
Nietzche che dice di “Zucchero?”)
Quando parli e lei non c’è
è qualcosa che non puoi
controllare e sale

E, “salendo”, va la saliva.

Vero?

Il Verbo!

Meglio la lingua. Scioglila!

Cosa vuoi dalla vita?
Del sedere? Non puoi?
Vaffanculo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  2. Il conte Max (1957)
  3. La lupa (1996)
  4.  Y tu mamá también (2001)
  5. Uova d’oro (1993)
  6. La CapaGira (2000)
  7.  Siamo uomini o caporali? (1955)

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