Archive for March, 2013

Quentin Tarantino o David O. Russell?


09 Mar

Optiamo per un combattimento mortale nel panorama di donnette

 

Prefazione “triste”, “melensa”, ma cha ha il suo perché. Leggetela e (non) capirete una mazza


No, non sono impazzito, sebbene io di pazzia possa narrarvi per filo, per segno e per ferite, di bukowskiane canzoni, di mosche da bar e di cene solitarie, di weekend senza quel “non so che di sfizioso che attizza”, potrei illustrarvi quando, mille lustri fa, ero qualcuno e oggi mi sento meno di niente, ma non importa, sto “renderizzando” il montaggio sincopato (attenti ai det-tagli, psicopatici…) delle mie sinapsiflashback nella scena di raccordo, di “Vado d’accordo col Mondo pur con molti disaccordi e pochi cuori

Jackie Brown è il miglior Tarantino, analisi “alla bona?”.

Pecco d’immodestia, sono il Peccato, tu non spicchi, sei un po’ spaccato, ama lo spacco femminile, sì, sculetta, muovi il “bacino”

Sono reduce da emozioni vere, e fan Male, lo so, il fegato non si rassoda. Un altro rifiuto d’intuito che mai va a puttane però ti sputa in faccia il troppo ardire per il “tuf(f)o”

Da Tempo a questa parte, “funziono”, nel senso che “spinge”. A volte da me, a volte nel “Fai con te”.
Molte ragazze mi palpano e ne odo gli odori a miglia di distanza, anche quando son ubriaco e non fradicio di sudori. “Ficco” lo zucchero in modo telepatico, e l’impatto avviene “orbitale” da lontan an(nu)ale. No, non sono un topo d’anulari, di nuziali e di quest’inezia chiamata matrimonio.
Ah, che pizza, che pinzimoni, che prezzemolina. Dappertutto e “subito”. Mescesse il sugo, il mio si “scalda” con “lievitazione sciolta” da polenta Valsugana, il mio “prosciutto” è per meloni Valfrutta, lo “conservo” di “natura di prima mano”. Sì, il maschio troppo attivo poi perde i capelli, un “pelato”. Son logorroico e tu una diarrea umana. Chi è meglio? La “PR”, pubbliche relazioni della dottorina per il “pernacchio?”. No, non la cago. Eh sì, ne vuole di “pennacchi”…, che gallina fra i mariuoli galeottissimi che si fan chiamare “professori”. Trombatevi! Da me riceverete solo dei peti, miei petti di polli(ne).
Meglio un pomodoro schiacciato sul naso del “tirarselo” da pagliacci. Ah, l’ago nel pagliaio, sei un uomo da paliativi e da du’ palle come al Palio di Siena, quando aspetti tre ore, se “va fatta bene”, prima che il “cavallo” tagli il traguardo.

Vincerà, alle prossime…, la contrada de “Il contadino”, nuovo rione del capoluogo toscano, un quartierino bazzicato da birraioli non da barzellettine e zingarate ma proprio zingari nel zigzagare fra le “zanzare”. Gli zoccoli “duri” fra le zoccole della rivale “Anatra”, “storico” posticino non raccomandabile di raccomandati da mandar a troie come Ugo Tognazzi, attore preparato quanto “culinario” nella golosità delle sue amanti e “didietro” nel suo “Avanti un’altra”.

Ho 33 anni, sono un giovincello ma non “uccello”, oramai più, come Bale del Tottenham, uno che “incorna” e all’Inter di Stramaccioni infilò le cornee di Moratti, un altro “prete” di cui so che se lo “fece” con Luisa Corna, quando “la scudettò” da petroliere su “martello pneumatico”.

Poi, c’è BatmanChristian Oscar, impero del Sole anche della sua adolescenza missing ora da “oscuro”.

Ieri sera, al telefono con un mio amico, si discusse se John Malkovich è davvero omosessuale. Come si pen(s)a… L’outing non lo ammise, ma “lo” metterà ancora. Fidati, la classe non è acqua, l’effeminato è “villain” di facciata. Qui, poca figa ma molta “filanda” a Prato da “stilista”.

In verità, vi dico che la vita è una stronzata.

Parlammo anche di Tarantino e andammo a “sfinirci” su Bridget Fonda di Jackie Brown. La più grande “surfista” del feticismo “fondoschiena” da “sciatori”. Con una così, rimanga fra me e Lei, fui “fascista”. Sì, la fasciai, me lo sfasciò.

Questo Mondo non è una gara, una garza sì, da Louis.

Louis non sa neanche più fumare ma non spipacchia come gli psichiatri.

Egli ammazza la cretina e s’ammazza di suicidio annunciato. Perché Sam Jackson ha il codino da nero Roberto Baggio. “Buddhista”, guarda quelle in bikini coi “cannoni”, contempla e, nel contempo, Pam Grier gli frega il bottino.

Sono in una fase transitoria del viaggio.
Spero nella Luna di traverso…

Quando sei incazzato, sei più lupo, meno “volpone”, più notturno, in bianco ma senza branchi, ah, son i banchi di nebbia. Scusate, fa caldo…, c’è la nebbia, non si vede un cazzo.

Il mio, sì, è mio. So dov’è. Basta “toccarlo”.

Va “carburato”, usa il burro, è raffreddato. Con “stima” personale, non sono Siffredi.

Sì, il Cinema di Tarantino è puro divertissement, giocoso, cazzeggio grandioso ma Russell lo batte, le sue sceneggiature sono più umane. Eh sì, è un umanistico, non un onomastico di santini

Costui, David O. Russell sta piazzando colpi di vario “genere”, il suo Cinema è variegato, si sa.

Ove Quentin la butta in vacca, memore del Bruce Willis motorizzato e pugile “suonato”, David ci ricorda che la vita non è solo una “bisca” fra coglioni che parlano “a fumetto” delle genialate.

Russell non è Kurt, è meno grindhouse, più dentro la strada…

Storie, le sue trame, di gente comune, e si profumano i dolori, le puttanate, le scommesse, il girare l’angolo e, anziché incontrare, un ladro della tua anima, uno sciacallo, una “stronza coi controcoglioni”, Lawrence Jennifer. Che stuzzica perché sa che, premendo, otterrà l’amor agognato e da Cooper re-spinto, non tanto di “ballerine”.

Non si dica in giro, preferisco David.

Lynch? Cronenberg? No. O. Russell.

Non delira, non è chirurgico, è più figo.

Ora, vi spiego la fig(ur)a retorica. “Sineddoche” che significa?
Sine che? Sì o no? La sinusite? No, sei un asino.

Ora, prendiamo Jennifer Lawrence e J. Lo. Sempre di Jennifer parliamo, ma non è sineddoche.
Jennifer Lawrence è bella e davvero brava, non scherzo, la Lopez è zoocolona più di Tiffany, ma non è finzione scenica. I “falli” suoi lo dimostrano.

Allora, “Sineddoche” per cosa sta? Ora, noi diciamo il Cinema americano per riferirci a quello degli Stati Uniti, e questa è sineddoche, ma il tuo non sta né nella Lawrence né nella Lopez.

Come “la” vedi?
Ora, ve la spiego io.

Secondo il nostro professore, molto ex, di Storia, Bradley Cooper, il termine “OK” o “Okay” (e tu, oca, da me non avrai né l’assenso né l’assegno) deriva da un Presidente USA…

Secondo “Wikipedia”, invece,questa “sola” sarebbe stata inventata, di sanapianta, da David O. Russell perché, nell’etimologia della parola (non della prole, nonostante l’happy end da “Auguri e figli maschi”), non risulta.

Quindi, la tua vita è un O.K. o un knockout? Non noto “gnocche” attorno a te. Non è una beata minchia. Fidati.

Il “tuo vecchio” lo sa…

Accendo i miei ormoni e li sintonizzo su onde medie “allungate” di frequenza, libero da cattive compagnie di cattiveria e nella mia “aria fritta” di “frittura

Quando, placidamente, armeggio di “mio”, vengo invaso da offese perniciose, così vado a caccia della mia “pernice”, Araba Fenice ad ammirare le cosce delle fenicottere felliniane, e quindi “elicottero” a “smanubriarlo” in tutta “salsa” che “sale”, nell’alleviar giocondo, “arrossato” s’ingrossa, delicato si “diluisce” venoso, “caloroso”, senza dubbio personaggio “incorporato” nel mio “spizzicare” le armoni(ch)e con levar il “vino” del mio sangue.

Sì, premo il pulsante “red” del REC, e registro trasmissioni ove delle sceme si credon grandi femmine. Sì, da “femminilizzare” subito, di mimosa mia “mora” ché “sbando” e “arrostisco” la matassa.

Su Facebook, Giona Nazzaro è “imprigionato” dal reggipetto di Christina Hendricks e, dopo recensioni “moral guidance” a onorare Eastwood, “celebra” la sua “44 Magnum”, nel “Callaghan” destrorso su “slogature” sinistre nel guardone vispo per la tettona barona”.

Sì, Christina è un’attrice con la “A”, a di “Ah, ancora, dai dai”, le basta mostrare il ballonzolare che le palle “virili” fermano il “vinile” malinconico di Frank Sinatra e si “spazientiscono” nel divano “rock”.

Non c’è da stupirsi che la società si sia imputtanita. Ecco a voi il sottoscritto, il “sottosopra” e sputtanator’, non solo di risma, ma senza rime baciate. Eh, lo so, barcollate, la crisi vi rende nevrotici e oggi vi date alle “filosofie” di Briatore, domani al trattore ché, trotterellando, va un po’, ecco, il “troieggiando”.

Abbiamo anche i troll, vengon fuori dal gioco di ruolo “Warcraft”, dei veri “signori” degli anelli.
Sì, nell’ano e nel baccano tanto la vita va “presa” come “viene”, brindando al Roxy Bar come la “semplicità” del Rossi Vasco, uno da “vasche” in una vacca e poi nel “gioviale”, eh come no, “Vaffanculo!” a Milano con l’Amaro Ramazzotti, sapore Eros.

Sì, il Ramazzotti “evolse” da ragazzi di oggi  (appunto) all’Hunziker, grazie al “social network” arricchito da sfruttatore delle coscienze plagiabili, come Mark Zuckerberg, una zucca genialoide su nerd “integro” alla merda ch’è.

Chi è? Ah, sei tu? La baldracca. Che vuoi della “baldoria?”.
Da me, otterrai solo le cicorie ed escoriazioni, ecco i “coriandoli” dei ribelli in coro: “Ti corteggeremo damigella, strimpellandoti la pelle di sviolinata alla grancassa di fracasso in testolina, noi siamo i testicoli del testacoda che inverte le braccia rubate all’agricoltura, nostra acculturata di culi”.

Molta gente pensò che, “crescendo”, sarei cambiato. No, crebbe di più e non crepo.

Sono uno stronzo? No, dico la verità e non temo chicchesia. Neanche il “chicchirichì”.

Ne ho visti di lecchini azzimati licealotti con “licenza d’uccidere”, dietro una laureetta ottenuta sborsando soldi e intimando al suicidio i “deboli”. Sono gli stessi “teneri” che affiggono le loro foto da “San Valentino”, con la scritta “Sono innamorato, I love you”. Vivono “tranquilli”.
Sì, nell’idiozia del porcile. Tanto i “titoli” danno il “requisito” per perquisire il prossimo.

Sono nato così. Vero, le donne umiliate, di stalking e violazioni, è giusto che attuino le denunce a chi da punire severissimamente.

Ma tante, “detta” onestamente, mostrando le gambe, hanno ottenuto l’Italia di Barbara d’Urso.

Ho detto tutto?

No, non ho detto niente. Se Barbara vuol querelarmi, l’avviso: posseggo un video suo “privato” col Presidente del Con(s)iglio…

Ho detto tutto di nuovo?

E chi l’ha detto? Io firmo e basta…
Non vesto firmato.

Di “sua”, la filmai.

Tanto, l’hanno, di chiappe, “acchiappata” tutti di “popò”.

Vi faccio schifo?

No, non sono un ipocrita. Ed è per questo che sono uno non qualunque e tu un figlio di puttana.

Quindi, da me, solo pugni in faccia.

No, non voglio mettere la testa a posto.

Sono un genio, lo sono sempre stato e, chi vuol adattarmi allo “statuto”, sarà “ricostituito”.

Sì, lo “allatto”.

Con questo, “onorificenze” alle donne, anche di “mal affare”.

Sarà presto eletto il nuovo Papa, al che vado in cattedra(le):

– Lei è il cardinale Biffi di Bologna?
– Sì, sono io.
– Mi spieghi questo.
– Se posso, ma me lo chieda gentilmente.
– Non, “la” chiedo a nessuna di cortesie, quindi mi faccia il “piacere”…
– Soprassiedo, sono un sant’uomo.
– Lei non ha mai visto un film di Banfi Lino ma la suora baffuta è sempre più paffuta. Com’è possibile? Le dà… da mangiare e “bere?”.
– A che vorrebbe alludere?
– Insomma, dietro l’altare qualcosa accade. O no?
Nel “dietro le quinte”, come si suol dire.
– Lei è posseduto dal Demonio! Io l’ammonisco!
– Sì, prima si pulisca e si confessi.
– Il suo è un delirio di onnipotenza!
– No, è un De Niro Max Cady.
– Oh, signore mio!
– Che Dio ti fulmini e “saetti!”.
– Dio è la mia missione.
– La suora lo sa. Ama la missionaria.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
  2. The Fighter (2010)
  3. Il lato positivo (2012)

“Il lato positivo”, recensione


07 Mar


Argentea” le nuvole dei sogni dolcemente “amareggiati”, non caduchi

Un diario bislacco, incapsulato negli strazi neuronali di “manicomiale” ma estatica passione sconfinata, lacera negli “arzigogoli” d’umori traballanti, anzi ballerini come un’emotività troppo densa, che suda represse stesse fughe e romanticismo perduto.
“Imperdurabile”, ossessivo, martellante, termodinamiche a oscillar vaghe, allacciate a una serenità contemplativa che poi (s)fugge quando la realtà ne afferra il lembo ancor corrugato, addolorato in ferite “marginali” dalla lama affilatissima nell’eroderne l’illusione del pacato assopirsi.
Sì, implacabile, ritornello di filastrocche a danzare nel Cuore affranto, che (si) combatte, corre nella chimera a svanirsi, ché il Cielo si smalti pindaricamente “pazzo” di quiete.

Bipolari astrazioni, trascendenza, rimozione del “microscopico” trauma dall’infettissimo taglio incisivo, “sbranato” nel “gelo” d’occhi limpidi e assetati, mai nella siesta delle emozioni.
Troppo feconde, troppa inquietudine per rabbonirla coi consolatori manuali della “speranza”.

Notti che “sguainano” le urla sguaiate, i vicini disturbati dall’assordantissimo avvinghiar i demoni ancor ferali e sputarli in viso al proprio specchio, ché i ricordi non dormono, desti anneriscono la crema “sedativa” della tua scheggia ventricolare. “Balbetti” nel farneticar da patetico “guitto”, dai (avan)spettacolo del fustigarti a mercé di chi è irriverente, ostinato a non “graziarti” di seconda possibilità, a sfinire l’anima, (e)rotta fra gaudi e rimpianti, senza un secondo “istantaneo” di tregua, “azzannandoti” nell’arma martoriante dello sbatterti, a muso duro, una patente che tu stesso non scolli, accollato ai virali incubi del mai “savio” risveglio. Appena lo squarcio dell’“Apri gli occhi”, li acceca, (non) decollerà, inondando la calma apparente di pulsione autodistruttiva. Nichilismo d’imporporato sentir(si) “diversi”.
E tutto, il muro delle barriere di ghiaccio, i vuoti fortilizi e l’utopia del rifugio, non si perdona l’errore, lo massacra nella disistima a scisma atomico, vulcanico dell’anima tua ancor scissa.
Spaccata a metà fra ieri e un domani d’aspirare “light”, con leggerezza o morso al vampiro, nel sangue irrefrenabile d’empirico “teorema” sempre sgretolato, pioggia sulle macerie e sulle ceneri polverose d’un “cattivo temporale”.

Dolore mesto ammortizzato, che “immortali” dietro una patina dolciastra dal sorriso “confortevole” a una maschera invero contorta e “dipinta” su schizzi atroci nei nottambuli labirinti di zone penetranti dal cicatriziale e mai gua-r-ito “striderle” di rabbia stridula, ingenua e sognatrice.

Bicchiere “mezzo” che collassa, che “sbanda”, che vuole innamorarsi di più foga, di veemenza “violenta” alle rugiade del baciarsi, amare l’infinita dissolvenza dello scricchiolio crepitantissimo, tremante, all’erta se eriger l’orgoglio vitale o smarrirlo “assonnati” nei bui dell’asma istintivo al claustrofobico spegnere ogni Luce, gli spiragli travolti dalla viziosa spirale del circo(lo).

Downward, ti danni per addolcire il danno, per bloccarlo, per paralizzarne l’angoscia.

Scatti litigiosi, forsennato e frenesia, eruzioni, apri-chiudi alla vita, stemperi i globuli rossi “moribondi” e l’imbrigli, li “soggioghi” a un ideale che “aggiusti” l’intemperanza.
O le intemperie d’una “temperatura” che spezzò il mercurio di “febbre”.

Nervi, nervosismo, crateri dilaniati del tuo “laccio emostatico”, estasi da rinnovare nei lucenti “sbadigli” a fremer per abbagliarla, vita rosata, rosseggiante tramonti, ire furibonde e colleriche nevrosi, ingovernabili, “isteria” adirata in volto emaciato, scavi, (rin)saldarli, inerpicarli nella nasale aspirazione, afflati, affinità d’empatia, invaghirsi e perdere il sorriso, rischi, azzardi, un’altra occasione da prendere al volo, azzannala, adorala, adorna la felicità rapita che s’incupì laconica e poi derisa, irridere l’iridescenza (non) ca(r)pita, chiavi del sentimento a cigolar “usignole” ai tremolii ancor di vanità, specchio-riflesso, indolenza, duole, fa male, stanco d’affliggerti, arpioni l’ultimo ballo prima del nero, abbai, “ululi” per una Lei che lastri il Cielo di meraviglia, piangi di “sottigliezza” carnivora al reprimervi per non aprirvi, black(in)out, “bloccato”, interruzione “intermittente”, lampadina che s’accende, propulsiva energia cinetica che danza, liscia sul velluto, allietato per un attimo spasmodico, “sparato” di gioie effimere, “pifferaie” al solletico d’ormoni scodinzolanti, “scoiattola” tua da non dormirci sopra, splendida apatia, la Bellezza dell’ebbrezze a rizzarsi insuperbiti per un po’, dopo svanirà e sarà uguale a prima, non sperperare e dilapidare l’or(l)o, cupidigia golosa, dai osala, rintona, riscoccherà la fiammella affievolita che si diluì al melanconico Tempo immobilissimo, “sabbia mobile” di dorati, estemporanei istanti, tram tram, routine, giocaci, linciala, perseguita (doppio senso di accenti) e che persecuzione, l’oscuro tuo ottenebrarti è “perquisizione” all’odore vero che sei, che hai in dono nello Sguardo, poesia, repulsione intimorita a terrore di viverla appieno in te, in Lei, in noi.

Come prima, spo(s)sato, ardimentosamente a(r)mato, rinforzato, “dormiglione” di nuovo alzato, fantomatico clown che tergi l’asciutta sparizion al fantasma che vedevi, vinto non a vincerlo, friabile lo divorasti, “stupido” non lo “rimarginasti”, masticarsi, tartagli, chi ti capisce? Un nido cuculo”, un nodo e groppo in gola, ghigliottina all’essenza dell’insostenibile essere “visto” pesante. “Rachitismo” su corpo rubato, boati, “abbindolato” d’autoinganno, ti (s)freghi, ti lagni, ti “bagni” di pioggia “docile” ma prepotente. Che casino, ché non inverti i (di)rotti…, ed è stringerti al cuscino, tener fermo i denti, digrigni, che grinta ancora, che sportività solare, che uggioso pomeriggio sorprendente, che mattino solitario, che solitudine stronza, strozza, ah, ah, non strangolarti, resisti, non mollare. Colpa della tua ex moglie sotto la doccia, nuda per un altro?
Fottitene! No, non si può, non puoi dimenticare, “mendichi” solidali abbracci amici(“nemici”), ah, ecco che il sangue è anemia slabbrata al piacerti, per piacere smettila!, no, dai, non volevo offenderti, non trovare scuse, sono alibi, sei cambiato, tutti allibiti in “riti scaramantici”, la superstizione della suggestione a credere di soffrire, soffrendo davvero e non soffiando speranza. Deperito ieri, “defunto” in quello psichiatrico “laboratorio” di dottori, di strizzacervelli, qua non se ne viene fuori, esci, sgambetta, lo psichiatra è un tifoso più “accanito” di te, insisti, no, no, no, stai inciampando, incespichi, la strada “scivola” d’antica, “comoda” dimora, l’home sweet home “calda” e “tranquilla”, non tanto, famiglia disfunzionale, messaggi contradditori, tua madre “roditrice” che ti vuole bene, troppo, e ti protegge, ti coccola ma hai bisogno di una Donna che non sia ombelicale cordone, infantile ti struggi, ah, sei distrutto, che disastro! Loser! Via, sparisci, via, vattene! Scappa. E dove “scopi?”. Ti masturbi mentalmente, non fa bene alla salute, guarda al “positivo”. E che guardi? Stai solo in guardia! Cagnaccio, perché “sguinzagli?”. Stai ragliando. Stai sbagliando tutto. Ma sbavi, che botta, ti sei preso la cotta, “sbandato!”. Sbandiamo? E che cazzo! No, non mi vuole. Mi ama-non m’ama, mi chiama e caschi nel “coma”. Letargico, con latte stai a cuccia. Ma presto ti scoccia. Vuoi, non puoi.
E perché non puoi? Si può fare. Lei vuole farti, siete due “fatti”, due falliti, due finiti, due in pena, “pendolari” di qua e di là fra un dinner e una cenetta. Fra donarvi allegria e spensieratezze… e sberle.
No, corteggiala, è carina. Sei un po’ titubante, la stai disturbando. Non aggreditevi così. Non graffiatevi. No, con più moderatezza, chi va piano non va lontano, tu desideri il “dunque”, ah, delinquentello, “linguetta”. Baciala, “sguscia”… la lingua, infila. Ah, Lei spaventata si defila.
Che figa, però.
Jennifer, no, rimani qua. Non lasciarmi. Tanto sei sola anche tu. Non “facciamola” lunga.
Dove pensi di andare? Ritornerai. Ti piacerebbe? No, vi piacete.
Piacere, ti chiami Pat, Lei è una “gatta”. Le fusa ma tu non “affondi”. Sempre sul “Chi va là?.
E la schivi. Non ti fai schifo? Sei un moscio. Morsica, spingi, di più, ecco che il Cuore si rompe.
Ora, basta! Datti uma mossa, smuovi il calore.
E tu, bastardo, godi come un “matto?”. Stai zolo zitto. Stavolta, ti slogo la mascella, macellaio.
Rissa, forza! Divelli il lupo, atletico inquadra la situazione, tutti con le cravatte “a quadr(ett)i”, pragmatici di quadernetti. Non siamo più a scuola. Ti sculaccio, io.
Che bestia! Sedatelo! Che cos’è questo chiasso, “allucinogeni”, notti, pum pum, boom, esplode l’orologeria, la bomba! Che t’aspetti l’inchino? Io ti spettino, rispetta le regole del gioco.
C’est la vie. Dirigiti a ovest, non a Oriente. Ne ho piene dell’Occidente. Solo frontali “occipitali”, capitalismo, perdenti contro “trionfatori”, bandiere americane, “Il Grande Sogno”, meglio il sonnifero, Morfeo lo sa. Giants vs Eagles, nani contro uomini!

Baraonda, devi ricominciare. Da tre? No, da zero, hanno azzerato tutto. Anche l’elaborazione del lutto! Che succede?! Disgustali. Gustatela.

Ricorda: nel dubbio…, il profumo di Donna come Pacino.
Il rimpianto, la melma, il fango, il pantano, sei lento, sgranchisci, no, avete il granchio. Ingranerai la quinta, no, non le granate, sgrana. Sgranocchiatela. Nutella! Piastrella, pastello, castello dei sensi di colpa, di coppia, accoppali tutti.

David O. Russell, appassionato di storie “ai margini”, linearmente perfette d’una sceneggiatura che non fa una grinza, esagera, sa dosare invece benissimo la miscela, anche quando Jennifer Lawrence “sparacchia” a zero un’improponibile lista di partite imparate a memoria, ché è stata certosina di ricerche e “ricette” d’amore, in fondo, quindi torna, instant classic come il romanticismo di Frank Capra. “Banale”, eccessivo, ridondante, non ci crede nessuno.

Qualcuno sì. Qualcuno lassù.

Cooper nella migliore interpretazione vestita d’imbruttirsi con capelli corti e scarpette da ginnastica “imbracate” in sacchi d’immondizia, Jacki Weaver eloquente a commuoverci di tenerissimo affetto, un De Niro ironico, “maniaco maniaco”, strepitoso d’occhi fra il duro e lo svenevole, irsuto e un po’ “vecchio”, compulsivo e “telecomando” d’una recitazione, da anni a questa parte, non a pilota automatico.

E una grande Jennifer Lawrence, “troia” regina di cuori a dominare ogni scena.
D’Oscar sacrosanto.

Applauso!

Magnifique!

(Stefano Falotico)

 

 

“Il lato positivo”, recensione da “Il Corriere”


07 Mar

Ogni nuvola ha un orlo argenteo, dice il titolo originale inseguendo una frase di Milton: c’è sempre un lato buono. E alzi una mano chi non si sente nevrotico bipolare come Bradley Cooper che, dopo aver fatto Una notte da leoni, qui si scopre attore sensibile e finissimo. Giovane reduce da un istituto psichiatrico, insegue il sogno di un matrimonio infranto, tornando a casa a respirare a pieni polmoni altre nevrosi: la mamma con i suoi stuzzichini e il papà tifoso compulsivo di calcio e ossessionato dalle superstizioni. Fortuna che c’è la bella vedova della porta accanto che, dopo un poco di ninfomania terapeutica, se la intenderà con l’altro orfano affettivo.

 

Personaggi sempre di corsa questi di David O. Russell (in The fighter boxavano): jogging, gare di danza, pugni. Guardando da vicino questa comunità così particolare e così universale , si scopre che nessuno è perfetto, nessuno è felice, nessuno è normale ma un’anima gemella, anche se in subbuglio, da qualche parte esiste. I ragazzi prenotati a un forse non eterno amore ci dicono infatti di sapere «qualcosa» che a noi sfugge. Vero. Anche se a volte il nostro esagera in isterie prendendosela con Hemingway, l’analisi del non breve incontro è raccontato con stile impressionista che mescola dramma e commedia, humour di prima qualità, pathos e patologia, scenate, prove di ballo e musica vintage con una canzone che prende il peso della colpa. Detective antropologico, il regista segue un cast perfetto con Jennifer Lawrence fresca di Oscar, la scoperta Bradley Cooper, un De Niro che finalmente ha ripreso a recitare, la brava Jackie Weaver, tutti a porte socchiuse se non chiuse nel microcosmo familiare. E si riflettono, magari deformati, rimorsi, rancori, delusioni e illusioni, e la corsa verso un happy end tutto da vedere. Ma soprattutto è un film che riesce a illuminare angoli nascosti, dove non si spolverano ricordi e la paura del quotidiano viene vinta dalle illusioni del cuore.
VOTO: 8

Maurizio Porro

“Il lato positivo”, recensione da “Sentieri Selvaggi”


07 Mar

Non è Lucarelli Selvaggia  

 

Il lato positivo è una sorta di film/matrice per il cinema di David O. Russell: prepotentemente bipolare come il suo protagonista e capace di alternare sequenze straordinarie a cadute improvvise. Ma stavolta riuscendo in più occasioni a emozionare sinceramente. E allora la “silver lining” (“buon proposito”) potrebbe essere il percorso verso la sincerità/semplicità che lo stesso O. Russell sta evidentemente compiendo

Ok, bevo troppo, ho lavorato in molti bar, e ho perso molte opportunità, ma sto cercando di migliorare…”   Amy Adams in The Figther

 

 

È la costante ricerca di una redenzione, di una seconda opportunità, che accomuna i vari tasselli della breve filmografia di David O. Russell. Personaggi spesso schiacciati dal loro ambiente, che percorrono il “tempo di un film” per evadere, ritrovare se stessi, superare le paranoie. Da questo punto di vista Silver Linings Playbook potrebbe veramente rappresentare la matrice di tutto il suo cinema: il protagonista Pat Solitano (un ottimo Bradley Cooper) è affetto da gravi disturbi di bipolarità, alterna violenti scatti d’ira a improvvise folgorazioni estatiche; proprio come da sempre fa la regia di O. Russell: prepotentemente bipolare, capace di alternare sequenze straordinarie a cadute improvvise nello stesso film. Ma questo potrebbe anche essere il “lato positivo”, ossia il costante ragionamento sul (suo) cinema: dalla chiusura del discorso sul postmoderno (Three Kings), a quello sull’autorialità dei padri (il controverso I Heart Huckabees) e sull’ibridazione cine-televisiva dei figli (The Fighter).
Pat, però, deve anche lottare contro un ossessivo ricordo: sua moglie che lo tradisce nella doccia di casa, la violenta reazione contro il malcapitato amante, il successivo internamento in un ospedale psichiatrico. Il nostro film invece si apre con l’inizio del percorso di redenzione, nella sofferta speranza che ogni evento, libro, vita possa avere un Happy End. Possa trovare il suo lato positivo e fermarsi là, perché sarebbe giusto così. E allora l’incontro con la tormentata e bellissima vedova Tiffany (notevole l’interpretazione del premio Oscar Jennifer Lawrence, sempre sul punto di far detonare la sua rabbia repressa) segna uno scarto fondamentale nella vita di Pat: si possono sconfiggere i proprio fantasmi con la potenza taumaturgica della condivisione? In un liberatorio e fatale ballo sregolato?
O. Russell mette al servizio della bella storia tratta dal libro di Matthew Quick tutto il suo (un po’ ruffiano) impianto registico fatto di strategiche scelte musicali e qualche dotta citazione qua e là, ma stavolta riesce a raggiungere in più occasioni una sincerità sentimentale che scuote lo spettatore nel profondo. E lo fa intelligentemente affidandosi per lo più agli attori: oltre ai due protagonisti da segnalare la più convincente interpretazione di Robert De Niro almeno da dieci anni a questa parte, un padre divorato dalle sue simpatiche superstizioni sportive che si apre emotivamente al figlio chiedendo indirettamente perdono per il passato. Ecco: la “silver lining”, il “buon proposito”, è un percorso verso la sincerità/semplicità che anche il cinema di O. Russell sta evidentemente compiendo. Idealmente in linea con l’ultimo Van Sant di Promised Land qui si avverte un sottile ritorno alla magia del contatto umano che possa creare cambiamento (echi del cinema settantesco di Hal Ashby), in un film dominato dalla strada come mondo/set prediletto in cui tornare a correre, litigare, abbracciarsi, amarsi, “incontrarsi”…
Titolo originale: Silver Linings Playbook

Regia: David O. Russell

Interpreti: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Julia Stiles, Jacki Weaver, Chris Tucker
Origine: USA, 2012
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 122′

 

 

 

 

Chi è Batman?


07 Mar

Non sei m(al)e, i film della settimana da gustare nella caverna

I film della settimana si prospettano sognanti e io propenderei sull’“anormalità”-anomalia d’un Bradley Cooper ammaliante e “malato” più James Franco di Sam Raimi “magheggiando” nel supereroe

Batman vive in Transilvania


Domani, cioè domani, pigliate carta e penna, è un Giovedì coi fiocchi.
Con un doppio Franco, versione “zucchero filato” e poi Harmony Korine bastardo.
Fra i due litiganti James, Lawrence Jennifer si “gode” lo “scemo del villaggio”, e De Niro applaude, da vecchio lupo di mare. Il Bob sa che tira più un pelo di figa che un carro di buoi e, ove v’è “
il lato positivo”, c’è anche l’amarezza-“dolce” che però balla il “liscio” in quello B “sedabile” e da “rassodare”

Ah, menestrelli, me ne sto nel castello. Giardinieri, il mio fiore fu reciso, e son Batman col maggiordomo che mi “dona” una cena “gustosa” di pipistrelli. Un pochino insipidi.
Tu, “donna”, rastrella l’uccello. Tu, mentitore, ficcati la mentina in bocca. Tu, minchione, sparati un altro “segone”. Tu, favolista, usa di più la fava.

Basta, ho fame!

Servo, metti su il giradischi, ho le palle girate. Togli Lucio Battisti, “spingi” con “Big” Jim Morrison.
E tu, della gleba, fai il letto, ieri ti “sei fatta nelle mutande”… col mastino dei Baskerville. Villana!

Accendiamo la Tv. Che cazzo danno? Vediamo un po’. Ecco, su Sky, c’è ancora Lucarelli Selvaggia. Come glielo darei io, nemmeno Nanni Moretti.
Sì, Nanni è un finto “papa”, per an(n)i volle papparsi solo Morante Laura.
A me non lo “dà a bere”. Inutile che filosofeggi di brioche, tanto Laura non sarà cornetto a suo marito. Ti tolgo il cappuccio, Nanni. Altro che i tuoi cappuccini! Sei un finto monaco! Tenete calmo il caos del Moretti, e tu, poveraFerrari Isabella, ti sei lasciata sodomizzare da questo sordomuto “provetto”. Che fai come Ornella Muti col Ben Gazzara? Che cos’è stato mai quell’amplesso-“tinello”-tieni qua simil Bukowski da La messa è finita in “pappamolla?”.

E io dovrei stimare il Nanni? Sì, meglio di Castellitto Sergio, un laido da Claudia Gerini per il “girino spermatozoico”. Almeno Daniele Luttazzi è onesto col “suo”.
Non si sposa la “Strega” Mazzantini per poi “spazzolare” le famo strane.

Non ho mai capito il Castellitto. Come attore serio, vale la calza della befana. Come bonaccione, è uno stronzo, come emulo partenopeo di Totò, no! Solo da popò di sculacciate.

Comunque, maggiordomo… hai registrato Selvaggia? Sì, sì, hai ragione. Stasera, ha scosciato poco. Scoccia sempre con le sue “menate”, almeno “vedessimo qualcosa” di più “spumeggiante”.
Maggiordomo, preparami un cosciotto di pollo. Puliscimi il piumino.
Rosolalo bene, poi telefona alla megera maniaca religiosa di Via del Rosario, per catechizzarla a far Quaresima solo se prima “cresimerà” l’amante suo arzillo con delle creme di cioccolato per la “veglia(rda)”. La sachertorte sa…

Bene, bene, nulla d’interessante. Spegniamo lo “zapping”. Allora, Cristo santissimo! Quanto devo aspettare per questo pollo? Voglio il contorno di “patate!”.

5 minutes later, dinner…

– “Mettilo qui”, adesso m’è passato l’appetito. Sì, ho anche un po’ di febbre, vaneggio sul (di)vano.

A che ora danno domani il film di David O. Russell?
– Signor Bruce Wayne. Non so se è il film più indicato a Lei in questo momento “delicato”. Potrebbe scatenare brutti ricordi.
– Per questo me lo voglio sparare. Adesso, consegnami Catwoman.
– Ma sta facendo l’amore con Robin, sulla porta della stanzetta c’è la scritta “Do not disturb”.
– Ah, quel rompiballe di Robin. Allora, chiama il Pinguino.
– Anche lui è impegnato coi topi di fogna.
– Non farmi diventare Jack Nicholson. Finiamola con queste “tope!”.
– Heath Ledger non gradirebbe.
– Me ne fotto, tanto è morto.
– Abbia rispetto per i defunti.
– E il rispetto per la mia “maschera”, invece? Maggiordomo, sei licenziato!
– Non può. Poi chi la servirà e riverirà?
– Tua sorella.
– Sta delirando?
– No, dico la verità. Tua sorella non è una suora che va a letto presto.
Saprà come “rimboccarmi le coperte”.

Tua sorella ha un sorriso da restar “a bocca aperta”.

– A parte gli scherzi, maggiordomo. Torna qua. Hai scaricato da iTunes il trailer di Iron Man 3?
– Certamente. Sempre ai suoi servigi, mio marchese.
– Io sono il Conte, sono Dracula, devi solo “succhiare” i miei voleri.
Dammi qua la damigiana. Ficca la “conversione” sul lettore Blu-ray. Vediamo che “razzo” di roba ha combinato questo mio emulatore. C’è solo Batman, gli altri supereroi son delle merde.
A eccezione di Superman, che è sempre me stesso anche quando si pitta di doppia personalità da “mantello” nel tonto Kent.

10 minuti più tardi…

– Questo trailer è una stronzata!

Dice solo puttanate l’“acciaio”: Sono Tony Stark, costruisco cose eccezionali, ho una ragazza meravigliosa e, occasionalmente, salvo il Mondo. Allora, perché non riesco a dormire?

Parte così, con questa “leccata insonne”. Infatti, c’è pure Guy Pearce da MementoNolanInsomniacavalieri oscuri, scudetti, troioni, missili che volano, corazze, scoregge, tutto l’ambaradan, la banda, le esplosioni, l’artefice delle (auto)distruzioni, il bombardamento, chi incula chi, “Indovina chi è il cattivo?”, qualche chirurgo allegro, il Vinavil, il “Piglia la vita, fortificandoti”, l’emicrania, il casco, i motorini.
Con tanto di Paltrow Gwyneth palpata e slurpata. Gwyneth la conobbi quando andai in Colombia.
Lì, nella foresta amazzonica, “ammazzò” lo “stormo”.

– Cosa vorrebbe dire padrone?
– Niente, lascia perdere. Non ne vale il “pene”.
Sappi, ci tengo a ribadirlo, che sono Batman. Il resto è d’arrestare.

Poi, che significa questo Ben Kingsley “Mandarino?”.
Mah, secondo me, è meglio il cocomero.

A proposito, domani speriamo che Selvaggia mostri i meloni.

– Sì, è ora di coricarsi Wayne. Fra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. E s’è fatta Mezzanotte.
Domani, l’aspetta una giornata schifosa. Questo lo sa, vero?
– Ne sono cosciente. Sì, dopo questa cenetta da “ristorante”, un bel sonno ristoratore.

Ah, ecco, rimanendo in ambito di sogni. Tu ha studiato Psicologia prima di fare l’educatore in questa valle di lagrime, giusto?
– Sì, esatto.
– Ieri Notte, ho sognato questo:
mi catapultarono nel ruolo dell’ammaestraetore delle belve al circo ma una signora della platea mi trattò da pagliaccio. Al che, inferocito, aprii la gabbia dei leoni, che la sbranarono.
Poi, regalai al marito il babbuino di scorta che tenevo in un ripostiglio.

Come me lo interpreti?

– Che sei uno stronzo.
– Sì, credo che questa sia una vera “esegesi”.
Andiamo a dormire, va’.

Ci siam persi in chiacchiere, fra Selvaggia, cazzi, tendoni e trombate.

Sì, la Lucarelli, sexy come il “cazz’” delle guardie forestali. Tanto “la tira” quanto poco, a lungo andare, me lo allunga.
Dopo un po’, scassa le palle. Meglio la fionda. Meglio la liana.

Aggiornamento di stato, con poco “tatto”, alla borotalco

Selvaggia Lucarelli, stasera, intervisterà Rocco Siffredi, detto “Il glande”. Chiede ai suoi (pre)ascoltatori se hanno domande che leggerà mentre non saprà se saltargli addosso di sbattergliela o spaccargli il microfono.

Con “eleganza”, propongo “lei” tale “alto” quesito:

Selvaggia, forse da, appunto, “Stanza Selvaggia” di Twitter, te ne sarai accorta. Cominci a ossessionarmi. Sarà il tuo rossetto fuxia sucandido seno procace o il taglio dei tuoi capelli scodinzolanti, da intrecciar di baci e osar nel rossoche fa Malpelo. Sono Stefano Falotico, poeta e romanziere, cinefilo e artista. I miei libri troverai su ibs.it e lulu.com. Fanatico delle donne brillanti(na), argute, sagaci e anche ambiziose, porrei questa domanda all’homunculus che intervisterai in trasmissione “erotica”. Credete davvero che Marlon Brando sia così mitico come ce lo descrivono e come l’abbiamo filtrato? Ed è appaiabile a Siffredi Rocco, che ha sempre dichiarato quanto “duro” sia lavorare nel porno e più ostico quando s’è cimentato nel Cinema vero? Cos’è poi la finzione scenica? Un orgasmo simulato daMeg Ryan, Conner Ryan, o i cornetti alla crema di banfianesca memoria? Su questo dilemma arcano e amletico, vi lascio (ri)flettere.

Ponderate e “mescolatevi” bene. Il mio tram si chiama desiderio. E a tutti, da Batman, lo caccio nel seder’.

A parte le burle, pur essendo uno sfegatato a iosa di John Belushi, per immolare il Mondaccio violento a goliardia “piratesca” e pure, aggiungerei io, perché no, picaresca, mi concentrei, “deconcentrato”, accentrato e “Amo solo me stesso”, sulla depressione di Silver Linings Playbook

Voi non avete letto la “buona” novella del Quick Matthew? E avete fatto male. Non è giusta una cosa così, è sbagliata. Riparate al danno, comprate il libro suddetto, “sudditi”, e rattoppate pure le “topaie”. Cola acqua dal soffitto e le fitte si fan toste al fegato. Lo so, qui si accumulano debiti, e il saldatore dov’è finito?
Come? Non ci sono più idraulici perché son tutti laureati?
E chi ripara il Ministro del Gabinetto? I rubinetti? Ci son due pomelli, per quella bollente e per la doccia fredda. Ah, qui abbisogno, “alla bisogna”, d’esser un po’ bisonte in “vasca”.
Smettetela con Via Indipendenza, lì passeggian solo le vacche, io parlo delle “bollicine” del “manico di scopa”. Come? Tu sei solo una da scopone scientifico? Manca la briscola, siamo o no dei clandestini? Bische(ri)!

Un bicchierino e tutto va.

Comunque, io non la prenderei alla leggera questa storia della depression.

Tutti ne abusano. E dicono “Mi sento depresso”, e “roba” varia. Infatti, molti “finto depressi” si riforniscono dal pusher. Da questo “spacciatore di vista”, Mickey Rourke è un vero “lottatore”.
La sua faccia lo sa…
Mah, David O. Russell ha preso Cooper Bradley, giudicato da “People” un sex bomb. E l’ha trattato da bomboniera. Sì, un martire a cui son rimasti i bomboloni e masticarselo.

Appena poi si parla di depressione, spunta Hemingway. Questo “collegamento” non l’ho mai capito.
Hemingway se ne stava sulla barca, non era un tipo da barchette e aeroplanini da fringuelli paranoici.
Tutto il Giorno pescava, e poi sbucciava le “pesche”.

Che c’entra Hemingway? Da Francis Ford Coppola a Woody Allen, spunta sempre Ernest.
Secondo me, è più figo Borgnine.
In Fuga da New York, se ne sta, quatto quatto da tassista Travis Bickle con la pancia, a godersi la poltroncina tutta sola da Marty, vita di un timido, reminiscente Scorsese Martin. Nauseato, sartriano, non da salotto.
Il dottor Cassano non vi liberò dal Male oscuro. Il malessere, già, ha radici profonde.

Tempo fa, vollero “curarmi”. Presentandomi una stragnocca con due tette gommose.
Al fine che mi “svezzassi” come “Cristo comanda” e “Parla come te la mangi”.

Secondo voi, ha risolto il problema? No, l’ha “aumentato”.

In fondo, Franco Trentalance è uno che piglia la pastiglia.

Ho detto tutto…

Senza partyMartini George Clooney.

Perché dovrei stimare Giorgino? Meglio il vino della Georgia.
Fra quei colli, mi sento a mio agio.

Il resto mi sembra una tavola imbandita. Per di più, in campagna, l’unico bandito, che puoi incontrare, è il pastore tedesco.

Le cagne… che vadano a “zappare”. La mia “zampogna” non l’avranno.

Da anni, una famiglia di ebefrenici tormenta le mie notti batmaniane.
Come più volte, in altre vesti, v’illustrai.

Adesso, pare che il figlio, una sorta di “Enigmista” del circolo sociale degli handicap su giochi mentali “Scarabeo”, sta da sagrestano con un ex grassona che ha raccattato vicino al vicolo di Via Vendila di San Diego.

Ha affisso la sua foto da “tenerone”, col padre manesco recidivo a spettegolare della moglie, ex insegnante “Tu mi stufi” sulle croniche mestruazioni non appagate, nel dar la “mossa” al sangue suo venereo, non lo venera tanto, perché si sposi e metta la testa a posto.

Come diceva Totòa prescindere… la testa dove deve stare? Al solito posto, cioè sul collo.

I cretini s’innamorassero delle cricetine, di mio voglio essere un genio.

Sopra tutti e da ribaltare nel caso rompessero ancora. Con tanto di teste da dar in pasto alle zebre che vedono la vita grigia da fascisti.

Con questo vi lascio. Trascorso domani, tale famiglia riceverà altre querele.

Ora, per concludere questa Notte, tornerei su Rocco Siffredi, davvero identico allo stilista “Rocco Barocco”.

Sì, una cuoce, l’altro cuce. Uno le mette, “mettendolo”, a cuccia, l’altro veste gli abiti della casalinghe in cucina.

Siffredi è la vergogna dell’Italia. Tutti a “celebrarlo”, sì, ci mancano i candelabri e abbiamo completato l’anal orgy.

Di mio, al “digitale”, ho sempre preferito l’anal-ogico.

Oggi leggo “Senilità” di Svevo Italo, ieri lessi una scemenza. Probabilmente, non leggerò più. Di più.

Ho già letto tutto. Quindi vanno riletti. Allettiamoci nel lettone.

Sono l’eccelso per antonomasia. Rinomato e “mobile”.

Ricorda: ama il prossimo tuo e porgi la guancia. Devi essere amico del giaguaro.

Non è stata colta?
Infatti, va cotta a vapore.

Vivo fra le nuvole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Spring Breakers (2012)
     Korine non è per chi ama il Cinema “carino”. A questo piaccion le ocarine…, dette più volgarmente mignottelle.
    La Sevigny sa il suo brown bunny.

    Il suo “cinemino” ricorda poco quello di Cimino. Tanto epico è Michael, quanto “profilattico”, malsano è Harmony.

    Ne vedremo delle “belle”, sì, delle zoccole.

  2. Il lato positivo (2012)
    Oggi, una scema ha postato questo su Facebook: “Il piagnisteo spegne i neuroni. Allontanarsi subito dai negativi…”.

    Sì, pressappoco così.

    Ora, una supposta alla donzella. Una bella r(e)azione ricostituente.

    Comunque, “concordo”. Mai scherzare sul depresso bipolare, buttandola poi nel balletto.

    Non è che meglio il bulletto Franco James?

    Sì, James se ne fotte.

    Franco, pane al pane e vino al vino, senza Avril Lavigne, ma “vendemmia” fra le vigne.
    Egli pesta, batte il chiodo del giubbotto quando è “calda”, è Tarzan anche in Jane… Fonda.

    Spacca il culo.

    Infatti, non è esperto di algebre relative.

  3. Il Grande e Potente Oz (2013)
    Mah, parto prevenuto. I primi film del Raimi mi facevan “venire”. Storie horror cazzute, di boschi, fragolette, orchi, occhiataccia, nottataccia, Bruce Campbell che tirava a campare nel reparto ferramenta, le campane dei campanili gotici, l’oscurantismo, le gambe aperte, il filo spinato, il porcospino nella figa dei nani bisessuali, gli scheletri nell’armadio, le soggettive, la suspense.

    Da anni s’è “fumettizzato”. Una versione Tim Burton edulcorata con un retrogusto “tagliente”.

    I presupposti per il capolavoro ci stanno. Quelli per la porcata, di più.

Iron Man 3, nuovo Trailer italiano


06 Mar

William Friedkin e Robert De Niro


06 Mar

L’Italia è Selvaggia Lucarelli


06 Mar

 

L’urlo lancinante, insopprimibile, quasi “insopportabile” degli idioti!


“La prenderò larga”, come avviene con le mie donzelle, che io “orlo” a “suffragio universale”:
taluni biechi personaggi, che (conta)miranono la mia libertina indole “
untouchable”, raccontando frottole per cavarsi da impacci del tribunale, mi “tributeranno” delle grida come Billy Drago gettato in pasto al vuoto da un Kevin Costner intransigente e “rigidamente morale”

“Capitolo 1”, col grassetto, col rossetto di loro che “la vendono”, col neretto a bruciarle

Orsù, son Brancaleone per le giraffe: in marcia, miei “prodi”, “erti” da (e)rettili, marciamo da marci e “ovuliamole” queste marce, ingravidiamo ogni “cos(ci)a” a bollarle di marchi!

Che vestito indossi? Che taglia è? Un Armani di marca? Te la “fai” col Marcantonio?
Bene, sgozzate quest’incravattato coi taglierini, afferrate la 
“(g)riffa e “graffiatela” da uomini-armadio. Raffaella Carrà faceva cagar’!

Ecco i “sogni nel cassetto!”. Ve “li diamo” noi!

Puttana, levati la sottana! Puttaniere, beccati il “cannone!”.
Stronzo, ti smerdo!
Fancazzista, ti sfanculo!

Renato Zero
! Venditi! Basta con Antonello Venditti, buono solo a “incipriarsi” la bonazza Ferillona Sabrina di “cappella” al “coppolone”. Evviva la “pummarola!”. “Sughino” nelle poltrone “sofà” coi “fusilli”.

Quanto sei bella Roma quand’è sera (che Antonello “canta” da quann’ è seer’ mentre “la insedera”)
quando la luna se specchia
dentro ar fontanone 
(sotto la Luna, Venditti “schizza”)
e le coppiette se ne vanno via,
quanto sei bella Roma quando piove

Quanto sei bella Roma quannè er tramonto (aho, stronzo, er pupon’)
quando l’arancio rosseggia
ancora sui sette colli
e le finestre so’ tanti occhi,
che te sembrano dì 
(alba chiara Vasco Rossi…) quanto sei bella (come il cazzo…)

Oggi me sembra che
er tempo se sia fermato qui,
vedo la maestà der Colosseo
vedo la santità der cupolone (
e di Francis Ford Coppola, no?)
e so’ più vivo e so’ più bbono
 (eh, come no…)
no nun te lasso mai
Roma capoccia der mondo infame,
na carrozzella va co’ du’ stranieri
un robivecchi te chiede un po’ de stracci (
eh sì, Venditti straccia tutti, certo…)
li passeracci so’ usignoli;
io ce so’ nato Roma,
io t’ho scoperta stamattina

Te e quella buzzicona della Ferilli “scudettata”-sculettante-tettona-surrogante, rimanendo “in tema” di “cinepanettoni”, vedete d’andarlo a prender’ Inter… cul’ (infatti, tifo Manchester United…).

E tu, Carlo Verdone, finiscila di ascoltare Eric Clapton. Basta, non meriti il mio clap clap, oramai non più.
Sei “lento” più di Eric, dammi “retto”, spingi “forte” come Erik Everhard, “spacca” la “mula” del “suono”. Sei un italiano medio, di biancorosso e “verdognolo” di rabbia.

Io sono Hulk!

Sì, Alberta Chiappini, mostrami le chiappe! Sotto il “balcone!” Vai “rifatta”. Fat(t)ela “santa”, c’è il conclave, “eleggetela” infilzandola da “lanzichenecchi”, anche voi, checche! E tu, Rita Rusic, l’Elizabeth Hurley “nostrana” con amante Mastro Lindo, ama invece Banfi Lino, egli è medico in famiglia, mia “figa”. “Terrone” da “superfiche” non delicate come la tua.

Più che la Madonna dell’Incoronata, sì, le tue gambe son da coronarie ma, una volta che (ci) “entri”, ca(pri)cci poi, ammalato “sessualmente” (causa marmittoni di tuo “esercito” ed “esercizio ginnico” da “manovre” alla Edwige Fenech, la vacca degli anni settanta “a novanta” su Jerry Calà “abbronzatissimo” nella Parietti), degli “accidenti”: “Cazz’ ameri!”, pronunciato meridionalmente, “a mezzogiorno”, come Zagaria Pasquale! Come, appunto, “a puntino-a punta” di De Sica Christian, uno non tanto “cristiano” con l’ex di Troisi Massimo (non quel “burino” di Decimo Meridio da fossa dei leoni…), nella doppia parte di Cesare Proietti (un po’ Gigi, anche Sammarchi di voglie “Samarcanda” da Roberto Vecchioni) e Lando Marcelli (un po’ Buzzanca di panza…, sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca, la capra campa…).

Sì, Rita mostri la “rucola” tua al mare e, onda su “unta”, la “cremina” ti “sbrodola”. La pioggia dorata, la “doccia” rinfrescante sapore di “noci di cocco”, per musica “estiva” ad “ambient” col “pino silvestre” che tu “addobbi” di “palle” come l’abete di Natale.
Eh sì, vai in vacanza all’Abetone, ove Alberto Tomba “slalomava”, gustandoti di “discesa libera” con tanto di Colombari Martina. Lo so, Cecchi Gori piangeva a di-rotto nervoso, rosicando per la tua “neve”.

Sì, il tuo “habitat” è la “giungla” della tua “foresta”, e ogni maschietto “Yeti”, poco cheta, tu allupi, tra le fronde del pineto.

Iettatrice! Meretrice! “Meritatela tutta!”.
Come te “lo inietta” lui, mia inetta, neanche Davoli NinettoUccellaccio e “uccellino”.

Sì, credete nell’Annunciazione dell’“arcangelo” ma è da D’Annunzio Gabriele che dovete “attingere” se volete che l’usignolo non sia estinto. D’Annunzio non era uno stinco, infatti era autoerotico anche di rotte “costolette”. “Erto!”. Ercole!

Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree 
cicale (la “famosa”, affamata Heather Parisi nell’Hilton Paris)
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota


Umidità, Sole “salato”, arsa e “deserta” ecco il (mi)raggio del mio “bacio”.

In poche parole, “detta” come va “data”, come dico io anche quando non lo “do”, l’Italia è un “paesello” di zoccole!

E da riceveranno solo un “Viva Topolin’! da Full Metal Jacket!

Rinunci a Satana? Rinunzio! Meglio Nunzio!

Rinunci a Sara? Rinuncio e “lo annuncio” ad Annunziata senza fedi nuziali!

Rinunci alla dichiarazione dei redditi? No, denuncio i miei “reni”. Non c’è nessun reddito!
Hanno confiscato anche il mio “roditore!”.

Capitolo 2

Se in America va forte il porno, in Italia c’è un Uomo masochista nel suo “snuff movie”… a me frust(r)ante

Uomini elefantiaci, infanti e nonnetti, dementi e saccenti, insipienti e saponi, evviva l’adolescenza “indolente” e protratta. Perché puoi “tirartelo” e “allungare il brodo”

Sì, l’altra sera discussi con un mio amico poeta, Raimondo, in merito a un meruitevole futuro altro libro sul Cinema.

Pignolo e “scrutatore”, volle appurare se davvero son scrittore o millantatore:

– Stefano, si dice “Gli hai visti” o “Li hai visti?”.
– No, tu mi vedi?
– Come si dice?
– Cosa? Il visto? Non lo so, tu mangi le ostie o prendi il nulla… osta? Insomma, sei uno da oche o da ostriche?
– Insisto…, non girare la fritta-ta. Come si dice?
– “Li hai visti”, vedi?
– No, che dovrei vedere?
– Non saprei. Ma è il Tempo di “mandarti” nell’avverbio più lungo “perifrasi-frastagliata” della “lingua” italiana alla Boccaccio sboccato. “Aiutino”: se vado precipitosamente, potrei rallentarlo d’altre lettere?
– Sei un filosofo?
– No, suono la fisarmonica.
– Sei un suonato, quindi?
– Meglio dell’insalata.
– Sei acido?
– No, “acetone”, eufemismo dell’uccellone.
– Insomma, un “maccheronico”.
– No, un agonico.
– Ciao.
– Può darsi.
– Sei titubante nei saluti?
– No, è tutta salute? Io saltello.
– T’è saltato il cervello?
– No, qualcos’altro…
– Oddio mio! No! Te l’hanno amputato?
– Non mi piacciono le puttane.
– Allora, cercatene una “brava”.
– Infatti, non ce n’è…

Ora, vi chiederete: e lo snuff movie dov’è?

Come dov’è?

“Li avete visti” voi?

Sì, infatti sono l’unico che è rimasto all’asciutto.

Ho detto tutto…

Capitolo 3

Se tu ami Sam Raimi, allora sei uno zombi. Meglio dei morti viventi

Fine e inizio.
Tutto qui.

– Come? Tutto qui? Ma non c’è svolgimento.
– Infatti, ci saran solo capovolgimenti di fronte.
– Cioè?
– Sei da cimitero. Ribaltatelo. Forza, “ficcatelo”.


Capitolo finale “dedicato” a imbecilli la cui vita è finita

Mio padre, come il sottoscritto, è identico a Tom Stall

Sì, un povero pazzo, di natura immonda ebefrenica, tentò, con pedissequo sghignazzare, di perseguitar a “fini perseguibili” il mio “bislacco” e giocondissimo modo di star al Mondo.
Essendo colui che vivrà e visse a collo e “a culo”, rispettando il benessere della mia anima, d’allevare con l’ipocondria tipica di chi è al di sopra delle quotidiane rivalse e dei poco valorosi “validi”.

Io rappresento la totale “invalidità” a codesti che non mi rappresentano niente, e non intendo, proprio per nulla, ammutinarmi per ammutolirmi alla loro ipocrisia muta. Io son alato e alleato agli angeli, che guarnisco e a cui fornisco il carburante del “lievito”. Gli altri son d’evitare. E, se me “lo” permettete, anche da evirare, seduta stante. Stessero seduti. Non si muovessero. Alla prossima mossa e moina falsa, altre monetine dovran sborsare se ancor non ammetteranno quanto son noiose “borsette”.
Che effeminati, bravi a “redarguire” e far i dirigenti. Io, invece, esigo il “mio dritto” che non sta buono e non si calmerà mai.

Sì, di mio padre, costoro devono aver equivocato un po’ tutto.

Solo perché svolse lavoro impiegatizio, pensarono di trovarsi di fronte a Peter Sellers. Primo, sciaguratissimo “granchio”. Ché “sgranchirà” molto “perbene” le loro bugie a gambe corte.
Sì, spezzerà quelle ossa da quaglie, per sedie a rotelle “allineate” al “picchiatello” delle picconate ai “testoni”.

E dire che eran di “testicoli”. Quanto testoline…
Mio padre, prima di fermarsi a contemplare la Bellezza dolce, era uno “scapestrato”. Ascoltava la musica del Cuore, su teschio ambulante del crocifisso nel pettorale, e non rispettava i caporali.
Bensì “fruiva” delle “vulve”, da lupacchiotto.

Molti ritardati s’accanirono da cagnacci per “scacciarmi” via i “demoni”.

Ma il demone è come mio padre, come me.

E, presto, saranno “palate”.

Uomo avvertito, mezzo salvato?

No, tanti “saluti e baci”.

– “Meglio porco che fascista!”.
– Chi l’ha detta questa? T’interrogo Stefano.
– Guglielmo Tell.
– Sei un ignorantone.
– Sì, scusi, è di Guglielmina mentre preparava i tortellini.
– Mi vuole provocare?
– No, la voglio scopare.
– Come ti permetti?
– No, te lo metto e basta. Silenzio, troietta.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Grande e Potente Oz (2013)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)

 

De Niro e Kim Basinger dal set di “Grudge Match”, bella coppia, Kim di più


05 Mar

   Dimagrito, stentoreo, in tuta, un po’ affaticato. Bob vero.

 Il fascino del Bob sportivo ma montatura-inforcante-occhiali da intellettuale senile.

 

 Alla “faccia” del cazzo. Kim è ancora una gran figa.

 

 Attizza. eh sì.

William Friedkin e Robert De Niro, la licantropia degli esorcisti demoniaci


05 Mar

Uomini, io vi ordino di comprarlo, altrimenti non siete tali, ma dementi!

Aizzate il Friedkin deniriano che è in voi, lo sento! Dovete sentirmi! 

Monnezze, ora basta! Toglietevi quegli sguardi da mozzarelle! Che sono questi prosciutti sugli occhietti?


Adocchiate questo, e annotatelo. La Notte!
Il licantropo!


CAPOLAVORO!

Prefazione di un Uomo oltre “Cristo”. Non è una bestemmia, è il Verbo!

Oltre i meccanismi della società “meccanica” e assonnata, io son il serpente-lucertola a sonagli, che suona la carica alle vostre batterie scariche

Lontano anni Luce, e più veloce dei fotoni, essendo fotogenico e contro ogni genetica umana, al di là del Tempo e viscere mie incandescenti. Sì, godo co-s-micamente, dinoccolato nel mio placido cammin stellato e, dall’Alto principesco, allatto la miseria umana, pattuendomene nell’immondizia quando mi va a genio a entrar in uno squallido Mondo che, violento e poco volenteroso al cambiamento, sol e senza Sole apporta modifiche di Meteo nel “precipitare” in zona burrascosa, fra burro(ni) e strapiombi dalla cui sommità sghignazzo col beneplacito della mia corrosiva ironia burlona, strappando l’applauso a scena aperta, squartando chi non merita il mio Siddharta altezzoso e insormontabile, che lacera i luoghi comuni e rafforza il suo eremitico spaziare fra le Dolomiti, le Alpi, le colline di donne magnifiche a cui “appioppo” il mio schizzarle a pois, tra rapido scroscio nelle cascate in cui le bagno, rivoli sanguigni da cui, che culi, me ne disseto con dissenato inumidire fra erbette e una roccia mia splendente, il solletico “casto” di margherite a sfogliar ogni Lei di mio primaveril piumaggio dentro la “coperta” riscaldata, un soffiarvi la tenerezza dell’epico concupir ogni femmina a mia entità divina e sovrannaturale. Be(l)andomene di tutto, coccolo un lupo e do le briciole alle cagnoline, alimentando le loro rabbie.
Poi, sgattaiolo da matto cavallo, “donandolo” da stallon nel cowboy che si rade “glabro” quando le farfalline mordon di succhiotti come neve dissolta sui prati fioriti della procace mia virtù a miele delle api. Esse, tutte, ne suggono il nettare prelibato e n’assaporano la levità ascetica che eppur lo “ascende”, fruendone in “sacrificio” d’offerte a me.

Sì, in tanti, testardi e appunto incagniti, inveirono bradi-bastardi affinché “affinassi” il grezzo mio pelo barbarico e, sebbene sia circondato di bamboline, non sono ancora, mi “s-piace” un manichino da Barbie.
Il mio “manico” sguaina e “sfodera” su grintosi “azzanni” e lascia il segno “bianco” a ogni Biancaneve, “deodorandolo” al g(i)usto “muschio” del mio montone.

Ah, azzannatevi in vanaglorie e falsi, fascisti orgogli. Voi, mentecatte frustrate che prima divoraste l’irripetibile, sacra giovinezza, prostrate in “adorazione” feticista al femminismo laido che anelò per “virilità” più golose, bambine viziate dai rancori inguaribili che ragionaste d’“adulte(re)” come se (non) possedeste le scrotali “sacche” ma sempre all’anello, non di Venere, bensì “veniale” e avvelenato, v’immolaste salvo poi odiarvi in pettegolezzi, ripicche e “impiccagioni” alle illusioni che voi stesse offuscaste, traviate ingenuamente dal “bervela tutta”.

Ora, Io vi guardo e v’ammonisco. Da donzelle eburnee a megere vecchie e acide, piene zeppe di risentimenti. E sparì il sentimento. Sparatevi!

E voi, che vi pensate “uomini” e “pensatori”, siete solo penosi nelle vostre lotte tribali a “vessillo” del “pene” più “amabile”. Mi schifate, mi rompeste da un pezzo, pezzenti!
Non cambio rotta, semmai, se proprio devo “ricredermi”, ti spacco la credenza e pure le “credenziali”.
Credimi, affiliati al mio Credo che gioisce a Petra, mai sgretola ma è argilla papale al plasmarmi mio decadente, “equatoriale” all’apice d’ogni saggezza e a ogni Santo che porta a me. Nichilista atroce, non indosso le vostre “croci(ate)”, amo quelle accavallate senza santini e“idoli” ma a cui scalzar gli stivali nel marchiar i tacchi muliebri nel mio magico “tocco”. Toc toc, ed Ella “apre” la porta del Piacere che si sorbisce snodata e inondata dal mio “lavaggio spirituale” a daino che saltella e dà, spiritato, delle “mille bolle blu” effervescenti di vera, essenz(i)a(an-ale) “abluzione”.

Perché un saggio, essendo saggissimo, su William Friedkin con connessioni a Robert De Niro, unico “neo” mancante alla sua filmografia intoccabile?


Ora(tori) che avete udito la voce di Dio, di suo figlio incarnato in vetta, svettantissima, a tutti e “sopra” a “tutte”, avrete compreso. Sì, le vostre orecchie han inteso, il vostro naso non lo so.
Sempre vi premunite del Lasonil, ominicchi da “ferite aperte”.

Tanta pomata ma poco, “scalmanato”, “lo spalmate”. Persi nello shampoo delle doppie punte che non “la” spuntano. Ah, la Donna è spugna. Schiumosa d’idromassaggio!
Ma vi spremete il cervellino e benedite le vostre fronti senza “aderirlo” alla “fonte”.

Sì, il Cinema di Friedkin è un figlio di puttana. Non vi serve consolazioni, vi sputa tutto l’orrore della putredine. Che vedete ma non denunciate, perché ne siete corrotti dietro “pulizie”.
E non si risparmia. Ne censurarono le orge “gay”, “sforbiciarono” d’offese per “ghigliottinarlo” alla radice.

Ma non sarà reciso. Sempre più deciso, come me. A farvi una lotta senza tregua.
A seppellire vive, ardendole, le certezze da fessi, le usanze, la “transumanza” ipocondriaca da solipsisti che vaneggia e vaga in cerca, poverella e “pecoroni-porconi”, da una comodità a un’altra sporcizia.

William Friedkin non mente, già era “spelacchiato” di stempiato a lavarvi le testoline.
Idioti!

A fracassarvi il cranio di colpi duri, di pallottole in mezzo agli occhi(aluti), pugni allo stomaco e un calcio lì in mezzo. Vi fa male! Vero? E allora William rincara la dose ché volevate sedarlo e segregarne il valore nell’omertà ipocrita! Vi sbudella, vi scarnisce, s’accanisce e non lo tieni fermo.

Il suo Cinema t’afferra per i “coglioncelli” e ti lancia per aria… il Mondo che avete “costruito”.
Manicheo, privo di sfumature, viscido, merdoso, purulento, senza lentezze ti mitraglia e non hai neppure l’attimo per ponderare. Che cazzo vuoi (ri)valutare? Tu, tu che non capisci neanche le “seghe”.

Chi avrà il coraggio, la temerarietà, la forza d’avventurarsi in quest’abissale mio breve ma importante viaggio, non ne sarà deluso.

Solo i delusi non vorranno leggerlo. E allora che si beccassero i ro-manzetti da “romanticoni” coi pasticcini e i rosticini. Arrostiteli!

William è come Gene Hackman, come Al Pacino, come Tommy Lee Jones.

Solo un tassello ai duri: Robert De Niro.

L’unico licantropo che è assente (in)giustificato della collezione.

Ripeto, leggetelo e capirete.

Sì, viviamo in un Mondo che fa ribrezzo e obbrobrio. Che oblio, che obitorio! Che sentor di morte!
E ci tengo a evidenziarlo, a stigmatizzarlo.

Adesso, vi narrerò una storia.

Una bella favolina.

Nel 1979 nacque un genio che decise, coscientemente, di disprezzare gli orridi suoi coetanei adolescenti perché, essendone superiore proprio per nascita, la sua mente e la sua anima non potevano e non dovevano omologarsi a tali maialetti.

Un “maledetto”.

Quindi s’isolò in modo parziale-scremante.

E visse di Cinema, poesia ed elevazione.

Ma gli ignoranti vollero che “tornasse indietro” secondo le loro logiche astruse, insane e stolte.
Eh sì, gli storpi. Perché ne invidiarono il sangue blu.

E lo attanagliarono, “accerchiarono” a scopo “propedeutico” che s’abbassasse, come i “comuni”, all’idiozia omologata ai lavoretti, ai cessi carnali e alle banalità “libidinose”.

Appena “forzarono”, riscattò l’energia imprevista, improvvisa, fulminea.

E piansero.

Perché un genio, se intaccato nella sua libertà, se assediato, diventa mille volte più Grande di prima.

Questo dà tremendo fastidio, turba le piccole, microscopiche coscienz(ios)e.

Ne prendo Atto, miei apostoli.

E rido da matti.

Al solito, v’ho fregato.

Al prossimo (non) complea-n-no vi regalerò il ciucciotto, bambocci.

Sono “cattivo” come William Friedkin e beffardo come De Niro.

Se non mi sopportate, “tagliate” la mia versione “integrale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’esorcista (1973)
  2. Il braccio violento della legge (1971)
  3. Cruising (1980)
  4. Jade (1995)
  5. Killer Joe (2011)
  6. Taxi Driver (1976)
  7. Ronin (1998)

Genius-Pop

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