Archive for February, 2013

De Niro


04 Feb

Kendra Lust è come Beatrice di Dante


02 Feb

Beatrice

Beatrice, non riesco a scordarti. Mi perdonerai se azzardai di parole troppo
ardite? “Scagliandomi” sul tuo seno con la vorace voglia d’un lupo famelico?
Eran ossequi a “elucubrare” la Bellezza tua impazzita in me, a modulato
essermi Luna nel desiderio di baciare ogni tua labbra, ogni pelle smagliante di
tuo prono implorar l’amore del mio Sesso, e suggerne, poi sudarne ogni velluto
denso di corvo nel solo denudarti in posa che scioglierei in gola, ammainato al
crocefisso della tua mistica corvina. Nuda, sì, che saccheggi il mio corpo, lo
spegni e lo lecchi, nei “capezzoli” miei temprati d’ambiguo scorrer mesto
nell’ansia del godimento a te genuflesso col ventre degli amplessi dietro
tendine che si spalmano su tacchi ancor odoranti di profumo di figa. Liscia
come la seta, addentrandomene con discoli spermatozoi a permeare il vuoto sacco
della vita e giocarci di dadi, tramando fra le tue gambe fin a svuotarti d’ogni
Dio assurto in contemplazione carnale delle lanterne rosse. Indagarvi senza
freno, nell’accaldare la “chat” erotica che si concretizzerà, potrai giurarci,
in giulivo mio corridoio d’ogni tua paura da proteggere e in cui “tifarci”
d’afa e smodato annodarti per slegare la Donna che sei e come si fa ne sei, ancora fra
le cosce, la coscienza più svelata, più belata e bellicosa di mordaci eclissi
eccitante, sparo mentre sparisco “nero”.
Lo so, piangi notti nei tramonti già svaniti della chimera, e t’inchini a
grazie, non solo delle tue gambe, per piacerti ancora come a vent’anni, in cui
pavoneggiavi a ventaglio, stratega della tela che tessevi nella fibra orgasmica
anche solo della tua gonna “maligna” a intimidire i cattivi per poi rabbonirli
nel florido, furibondo venir loro anche veemente. Come l’emicrania non tanto
cremosa che ti stuzzica di sofferenza da pastiglie, sì, t’impasticchi e
pastrocchi in bagno, levigando la fronte d’uno spaziale girovagare fantasiosa,
ancor rossa dopo la scopata dei bei ricordi.

Sei stupenda, intimami solo a una lingua e tutte le malelingue saran sgozzate
ché di gozzo gelose, al contrario di ribaltarmi mio letto nella tua. Indosso ancora
scarpe casual-ità del pen’ colore ilarità. No, non ti chiami Ilaria, eppur sei
irosa e focosa, liquirizia ardimentosa. Succhio candido per i canditi delle
filastrocche nella gnocca.

Debbo averti, me lo son prefisso. Anche se il mio telefono è il cavo sensuale
di Cristo offerto a te benedetto.

Beatrice come Kendra Lust, Bice e bitch della lussuria!

Ora, ti voglio, sei mia, all minefuck me bad!

Kendra sei come la città Petra, e io Indiana Jones nel Graal della carne nostra per l’immortalità.

Succhiami!

Stanotte, morderò il ciuccio, è buono, mica tanto, meglio la tua cannuccia.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. E Beatrice sta a guardare (1977)
  2. Legend (1985)
  3. La mosca (1986)
  4. “Dante. L’inferno. Canti I-VIII” (1989)
  5. Dante Ferretti. Scenografo italiano (2010)
  6. The Grey (2012)
  7. Al lupo al lupo (1992)
    Allupami!

Oscar a De Niro e anche a me?


01 Feb

Tutte le ragioni per le quali Mister Robert De Niro, con ogni probabilità, quest’anno s’intascherà l’Oscar profumatissimo

Ahia, voi cinefili e the fan di De Niro/Renard, dovreste saperlo. Il nostro, da ben due decadi, non ha mai ottenuto più una nomination. Non fu candidato, perché non se lo meritò ma, all’imminente, nuova edizione degli Academy Awards, salirà sul palco e vincerà rinnovato e “abbronzato” come lo Zio smaltato

Scorriamo la lista, tenendo in considerazione che l’anno per cui fu candidato è “posticipato” di 365 giorni (eccetto bisestile, controlleremo) rispetto alla data ufficiale del film corrispondente:

1975, Oscar come Non Protagonista per il secondo “capitolo” de Il Padrino.  Assente perché impegnato con Novecento, lo ritirò al posto suo proprio Francis Ford Coppola.

1977, nomination “Miglior Attore” per Taxi Driver.

1979 (il mio di nascita…), nomination “Miglior Attore” per Il cacciatore.

1981, Oscar come miglior protagonista per Toro scatenato.

1991, nomination “Miglior Attore” per Risvegli.

1992, nomination “Miglior Attore” per Cape Fear.

Dal suo strepitoso, scorsesiano Max Cady del promontorio della paura, da allora il “vuoto”, eccetto un paio di “trascurabili” candidature ai Golden Globe per Terapia e pallottole e Ti presento i miei, in ambito di comedy/musical, il Cecil B. De Mille Award e altri premietti stronzi e inutili.

Be’, siamo obiettivi. Non è che abbia sfoderato interpretazioni degne così di tal nota e nomea.
Se passiamo sopra, come già detto, Heat, Casinò o Ronin. Il resto è, tutt’al più, sciocchezzuola e robetta, per non dir robaccia.

Secondo molti, il suo ruolo, nel da noi inedito Being Flynn, se la pellicola non fosse uscita con troppo anticipo nelle sale statunitensi rispetto alla competizione, poteva entrare benissimo nella categoria maggiore. Ma soprassediamo, e accontentiamoci del suo Pat ne Il lato positivo, nomination come non protagonista.

Ora, escluso inspiegabilmente dai Golden, ha perso agli Screen Actors Guild Awards. Il vincitore è stato Tommy Lee Jones per Lincoln, secondo gli scommettitori ancora il favorito per la Notte magica.

Eppure, stando alle ultime quotazioni, non sono pochi i bookmaker che stan puntando sul Bob.

Ribadiamolo, a dovere di cronaca: Lee Jones ha le cosiddette premesse e carte in regola per aggiudicarsi la statuetta ambita ma gli Oscar, a volte, spiazzano.

Innanzitutto, lo screen time di Lee Jones è molto più limitato di quello del Bob. Non è una valida “ragione”, lo so, ma comunque buona per perdere. Basti pensare a Judi Dench di Shakespeare in Love. Compariva per una manciata di fotogrammi, ma la premiarono a furor di popolo, un riconoscimento alla filmografia più che all’incisività del suo character. Un bel caratterino, Judi. Eh eh. Un’eccezione che (non) conferma la regola.

Però, dietro Il lato positivo, c’è il signor Harvey Weinstein, panzone pigliatutto e ottimo promoter, pressoché ineguagliabile. Quando un film, appunto, è targato Harvey, ex Miramax, l’Oscarino è quasi sempre suo. Spende montagne di soldi per arrivare da vincitore all’evento più atteso dell’anno. Appunto, Shakespeare in Love docet. Vedi?

Quindi, sta puntando molto sul suo cavallo di battaglia. Nelle altre categorie, ci sono anche i “suoi” Django e The Master ma pare che voglia investire  maggiormente sul film di David O. Russell.

Se Bradley Cooper sarà sonoramente, eppur con onore, steso da Daniel Day.Lewis, pare che Jennifer Lawrence sia in pole position. E, se due più due (non) fa quattro, il furbo Harvey sa che vale puntare su De Niro.
Adottando la stessa tattica alla Meryl Streep.

A ben vedere, non è così improbabile che De Niro possa uscirne, dunque rientrare nei giochi, da vincitore della contesa finalissima.

Philip Seymour Hoffman e Christoph Waltz hanno vinto recentissimamente. Soprattutto, per quest’ultimo, la vittoria appare pressoché impossibile, nonostante il Golden e i plausi della Critica unanime.

Quindi, rimane da buttar giù l’osso duro Tommy Lee Jones, brutale di classe.

Ma Giovanni Manzoni di Malavita  conosce che Tommy è tanto tosto da battere quanto De Niro è gran figlio di puttana che lo arrostirà. Furioso come Ludovico Ariosto!

Perciò, l’Oscar va al Bob. Non ci son Lee Jones che possan tenere.

Il Bob sa tutto ed è figo come me quando faccio l’ipocondriaco alla Val Kilmer che sa questa verità inespugnabile: dietro il mare, c’è una cascata di bionde per abbordare…, anche se ci sono i debiti  per mantenerle.
Che poi non salgano a bordo e invece son sbottonate solo da bottane, non è fallo che mi riguarda.
Sono o non sono un falò? Io sono ben tenuto, mica come te, mantenuto e con le mani di pugnette!

Osservate, infatti, questo Falotico in azione criptica, come decifra il Mondo bevendo il caffè di prima mattina nel malto da orzo, orso e lupissimo di volpe. Egli è animale sapiente, Uomo spiccato e ingegnoso, scrittore prelibato nel suo aroma.

Ricordate: il Bob sa, il mio sale.
Ove, non so.

Salutami tua sorella.

 

Russi vs americani


01 Feb

 

Capitolo 1, sono nato stanco come Danko

Ho sempre amato le filosofie dell’Unione, sovietica e anche dell’etiche con la vodka al posto degli alibi matrioska di questi occidentali con le loro baby e Barbie, che osannano Lebowski e la pigrizia “intellettuale”, poi son più terroristi di Osama bin Laden, sì, dei bimbi a cui è stata donata la “democrazia” di sovrane sparate a secco per bombardare le anime del prossimo. Dei Big Jim che non avevano calcolato il mio Superman strafottente. Sono uno che si barda nel mantello e ti copre di “coccole” quando ti scaccoli, e, se vorrai inaridirmi, aspirerai solo le narici della tua alice acida quando t’aprirò le gambe, mio “emerito” da meretrici. Son tante trebbiatrici fra le tue puttane con le trecce. E non arrischiarti a infamarmi, non osar a fermarmi, sono io che mi sfamo di te e raffreddo, evviva Pacino Alfredo, il minestrone delle tue mostruosità infantili. Me ne disfo anche di sfasciarti, mio fascista. Quindi,  ti sgozzo, con tanto di singhiozzo se mi rimarrai sullo stomaco. In effetti, sei sempre “Stato” stomachevole, e il mio fegato ora ti vuole digerire a sangue freddo.

Già, musi gialli, il muro del silenzio, se tiri la corda dietro feroci assedi, prima o poi crolla e spezza le teste proprio dei “caporali” al servizio d’un sistema laido e marcio da capo a piedi. Sì, se ti vogliono inchiappettare, io sono il Comandante contro ogni regime, schierato combattivo e accigliato dirimpetto all’ottuso lor perseverare nel sederino. Io li acchiappo, ne stappo ogni menzogna, la sradico e ne strappo le “palle”, usando le loro “forze”, invero sempre ipocrite di vuoti fortilizi che concimano col mangime dei “polli” a becco di galline a innalzarne la “cresta” d’andropause nei loro antri bestiali da curar con pischiatri a cui rubo le ostriche, per lavare dunque questi cervellini e spolparli, dandoli poi in pasto alla pasticceria “Eccitati quanto scremati nelle loro diplomatiche”.  L’accento a vostro “piacere”. La sfumatura potrebbe essere un’ammonizione imperativa o il mio imperioso incularti con tanto d’espulsione di “trambusto” nello scoreggiarti.

Hai finito di scoraggiare con la tua carrozzeria. Sono la Corazzata. E t’ammazzo!

Sono per di più angusto, ho enormi gusti cinefili. Da qualche anno, allevo anche un cane che ho chiamato Vetusto, nome antico dei patti cavallereschi da principi draculiani della magione decadente, che abbaia ad Augusto, figlio della generazione di Mussolini, che io “benedico” nell’altar’ della patria con plateale “Coloss-e-o” a rompergli ossa, più aggiunta del suo uccello, prestissimo, disgiunto dalle cretine che codesto “(m)unge”. Lo agguanto e lo ingoio.

Invito una ragazza a fare un giro, quindi pretendo subito che non voglia “ingravidarmi” nell’esigere e nell’erigere… i miei girini. Sì, gli spermatozoi devono rimanere attaccati alla scimmia, e non prostituirsi alle scemotte perché, altrimenti, scambiamo lo zoo per un rodeo, ove tutte cavalcano ma non rispettano il cavallo matto. L’imbizzarrito deve restare bizzarro, se no ti marchia di Zorro.
Dentro la gabbia, infatti, lo scimpanzé mangia arachidi e sputa alle aracnofobie, paura e complesso di colpa dell’uomo medio “industrializzato” e prodigato al “produttivo” che tesse la ragnatela agli “insetti” al solo tranello d’intrappolare le sue bipolari depressioni d’autoinganno.
Oggi sono leone, domani Cancro d’oroscopo e ariete contro la tua porta. Da sfondare più di come le “sfondi”. Sono colui che ti mette le corna, e dovrai rispettare il mio (as)petto se vorrai, appunto, che non ti “violenterò” in pectore. Anche a pecora da pastore ad ammansirti nel mio gregge. A svecchiarti dai tuoi grigi ideali. Sono che colui che grugnisce e bastona il tuo grugno.
Ti martella di pugni, ed espugna le tue “punizioni”.

Ti ho scoperto criminale. La tua donna trema, la riscaldiamo. Sì, smuoviamo le (sue) acque.
Così, mio quaquaraqua, imparerai a parlare come Dio ti paralizza.

Se non mi credi, fatti il segno. La Croce t’entrerà nel didietro.
Sono l’esorcista ai porcili.

Ah, questa società odiosa da ringalluzzire. Andiamo per la città ed “estrapoliamo” i profilattici dalle loro teste, penetrandole con “dolcezza”.
Sì, mi ricordo che li ho sempre ripudiati. Infestavan, come dico io, di feste in festicciole, di braciole, abbracci, bacetti, zuccheretti da zucconi, le ragazze già per le zucchine da farcir di “salamino”, i boy già nelle troie.

Gentucola da strapazzo, sempre a brindare, a sparar peti, ad accusare, a giudicare, a coccolarsi dietro invidie, gelosie, psicodrammi, le solite vacanzine per abbronzar il culetto, dopo averlo parato eppur sparlando.

Vanno spazzati. Prima ti spupazzi la “signora” della “buon… costume”, quindi riesumi la sua menopausa senza pause. Impaurendo il marito che, malato d’inedia, non ficcò con aggrassive bestemmie che tanto piacciono, invece, alla mogliettina tanto “cara”, vero?

Mi sdraio, bevo una camomilla, e ti calmo se rompi. Insomma, casca il bicchiere perché sono ubriaco. Tutto qui.

Capitolo 2, tua madre è una megera, merita solo un nero, attenti però al sugo

Sì, la classica frivoletta con lo “smile” nello smalto per le unghie. Farà la fine di Brianna Beach, il fondoschiena c’è alla grande, di “grana(ta) grossa”, il cazzo pure.
Ma non gode come Brianna.
Almeno quella è zoccola fino “in fondo”.
Non fa la fine, se li fa in fila.
Perlopiù, per quanto la “femminilità” più esecrabile, di certo non provoca la bile.
Provoca e basta.

Ti provoco? Puoi provarlo? Non rendermi un provato con le tue smorfie da piovra.
Altrimenti, come Bud Spencer e Terence Hill, m’arrabbio.

Abbaiate! Le cagne son tante!

E ora tutti in cantina?

Il sugo? Lo preparo io, è buono da leccarsi il baffetto mia topolona.
Sono Gastonepaperone fortunello.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Danko (1988)
  2. Alba rossa (1984)
  3. Rocky IV (1985)
  4. 007. Dalla Russia con amore (1963)
  5. Il cacciatore (1978)
  6. Zero Dark Thirty (2012)
  7. Whisky, sì, missili, no (1957)

Genius-Pop

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