Rambo distrusse l’idiozia della televisione italiana, detta anche la “meritocrazia” per la crassa “casta” della borghesia scosciata. Rambo usa lo scotch alle loro bocche “catodiche”
Italia, perché ai Mondiali dovremmo tifare per il tricolore del cazzo?
Per farci i pompini a vicenda?
Sì, Pulp Fiction è un film che andrebbe studiato in ogni minimo fotogramma, ritrae “americanamente” il globo terrestre nel suo casino trash, ove gioca un ruolo dominante proprio l’asservimento alle menti da lobotomizzare ai servizi di falsi idoli, per chiacchiere “discotecare” nei pub e balli twistarelli con l’Uma Thurman di via Canna n. 6 su poppe gonfiate e il John Travolta di Trastevere col sorriso da numero civico di Corso Bettola n. 7imo nano.
Un capolavoro scatologico, che deturpa la scemenza di massa, inoltrandosene in ogni spiraglio da seviziar’ con l’acume, “acmissimo”, d’un Tarantino in stato d’ebbrezze geniali, forse irripetibili.
Quentin sviscerò gli USA alla radice dei loro monopoli al capitalismo più stolto di “frizzante” ebetudine da dormienti ipnotizzati nell’etere a inaridirli e a condurli alla “durezza” del “tenero” scambio vicendevole dei bacetti micini.
Egli rassodò i culetti dei cazzoni, ironizzando di lor stessa “icona” a misura delle stelle e strisce inneggianti al bordello d’esistenze misere che si protraggono, sin allo sfinimento nauseantissimo da mercificati, in dialoghi da bar di minorati mentali nel gonzo lor a “gironzolarsi” i pollici, fra Lebowski in abiti da gangster che, farlocchi, incarnano l’emblema dell’allocco a capo del loro “governo”. All’epoca era Bill Clinton, “pronunciato” presidentello di scandaletti con “Moniche”, nient’affatto monachelle, che si denudavano d’ogni sandalo e si “saldavano” all’abuso “orale” del potere a dettar loro ordini da segretarie in calore d’una vita stampata senza colori. La classica raccomandazione per vizietti da celare dietro il Kennedy “smagliante” di sorriso “brillantone”. Filantropo dei filetti di maialine, e fors’anche pedofilo.
Torniamo ai fatti nostri. Dopo aver assimilato l’esterofilia peggiore, portiamo “avanti” il carrozzone col canone della Rai, ove le conduttrici fan a gara per esibire il lato “b” più scostumato eppur arrapante costumino per l’uomo medio sul divanetto, in brodo di giuggiole a tali giulive.
Le sue “olivine”, dopo frustranti lavori “integrati”, di “interezza” al ragioniere calcolatore del 90-60-90, “irreprensibilmente” si corrodono rosicantissime nel luridone di bifronte videodrome.
Ecco che l’insospettabile anonimo (si) proietta le maggiori fantasie erotiche nel linguino che, intanto, s’ingozza con linguine allo scoglio mentre segue, di seghe appunto, le serpentesche “nudiste” d’isole famose, con una Ventura a tifarne le avventure sulle rocce e il suo sbandierarlo nel “marinaro” con capperi e acciughe.
Non scagliatevi contro Berlusconi. Egli fu solo il progenitore d’un morbo già inestirpabile, “prolungamento” della repressione di massa da sfamare con drive–in, oche e Karaoke.
Il teorema pasoliniano di tale sfacelo è ampiamente dimostrato dalle movenze di Fiorello, da Katia Noventa, in-troie-ttata col musicarello del suo steccarino, alle “ospitate” d’una Sabrina Ferilli con “r” romanesca strascicata da matrona all’amatriciana per gli “amatori” dei suoi “stivali” sui(ni) davanzali-balconcini nell’oculare barcollante, “lì” incollato, “appioppato”, polmonarmente indementito dal ben di Dio della bonazzona analfabeta per cui però “inalberarlo”.
Poi, tutto ciò che ci va “didietro”.
L’altra sera, abbiamo assistito alla Pole Dance di Claudia Gerini per i nostri eroi che riusciranno a “entrarle” nel non ti muovere alla Sergio Castellitto? Sergio, sposato-cornific(c)ante alla Mazzantini svenduta su Mondadori per polli Amadori, la carne del Marco Ferreri più Caprioglio, che mai si risparmia, quando n’è “regista”, scene piccantone di tastatine all’attrice di turn… over. Sergio, il pessimo del qualunquismo recitativo dal carisma con “caratura” su viso “pacioso” nel “Ti fotto da volpone”.
Ora basta. Fratelli di glande, amici di merende alla D’Amico, Bianchetti Lorena sempre più per i porcelli coi loro “bianchetti”, un solo mot-t-o contro questi mussoliniani. Siamo o no dei musi gialli?
Sì, indiani, gitani, giapponesi, eschimesi, chimere!
Urge una rivolta!
Pigliate un russo e dategli una penna.
Non russerà più da bell’addormentato, ti spaccherà il facciotto e imbavaglierà questi puttanieri al servizio dello Stato.
Stato di che?
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Lo balliamo strano?
Allusioni, i doppi sen-s-i, la “sensibilità” dei cretini che applaudono, adocchiano, sbirciano e se le sbriciolano, e la romanaccia fa i conti in tasca coi “fiorellini”.
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