Archive for January, 2013

“To the Wonder”, il Trailer ufficiale


05 Jan

 

Magnifica perla incompresa.

Alt(r)e considerazioni sugli Oscar


05 Jan

Sempre più papabile il nostro De Niro.

“Journal-ando”:

Next week, we’ll know if “Les Miserables” sets an Academy Award record — or if “Zero Dark Thirty” faces backlash from some negative publicity.

The Oscar nominations will be announced, setting into motion a month of screenings, parties, talk show appearances and swag bags.

So who’s likely to be included?

You could survey the Golden Globe, Screen Actors Guild and critics lists to get an idea, but Oscar always goes rogue in one or two categories.

Here’s who’s in the hunt:

BEST SUPPORTING ACTOR: Tommy Lee Jones (“Lincoln”), Philip Seymour Hoffman (“The Master”) and Robert De Niro (“Silver Linings Playbook”) seem like locks. Then the list could include Alan Arkin (“Argo), Javier Bardem (“Skyfall”), one of the “Django Unchained” guys (most likely Leonardo Di Caprio, although Samuel L. Jackson was surprisingly good) and maybe one of the “Les Miserables” men (Eddie Redmayne was best). The spoilers: Try Dwight Henry, the dad in “Beasts of the Southern Wild,” or Matthew McConaughey for “Magic Mike.”

BEST SUPPORTING ACTRESS: Anne Hathaway (“Les Miserables”), Sally Field (“Lincoln”) and Helen Hunt (“The Sessions”) are probably on the ballot. Then: It’s fairly open. Jacki Weaver (“Silver Linings”), Maggie Smith (“Best Exotic Marigold Hotel”) and Nicole Kidman (“The Paperboy”) have gotten mentions. Also possible: Amy Adams (“The Master”), Samantha Barks (“Les Miserables”).

BEST ACTOR: Daniel Day-Lewis (“Lincoln”), Hugh Jackman (“Les Miserables”), Bradley Cooper (“Silver Linings Playbook”), Denzel Washington (“Flight”) and John Hawkes (“The Sessions”) fill the category nicely. But there’s also Joaquin Phoenix (“The Master”), Tom Holland (“The Impossible”), Richard Gere (“Arbitrage”) and Christoph Waltz (“Django Unchained”). Ben Affleck doesn’t really have a shot here, but he should be in the Best Director race. Long shot: Jean-Louis Trintignant, “Amour.”

BEST ACTRESS: Jessica Chastain (“Zero Dark Thirty”), Jennifer Lawrence (“Silver Linings”), Naomi Watts (“The Impossible”); then: Emmanuelle Riva (“Amour”), Marion Cotillard (“Rust and Bone”), Helen Mirren (“Hitchcock”), Quvenzhane Wallis (“Beasts of the Southern Wild”), Meryl Streep (“Hope Springs”) and, maybe, Rachel Weisz (“The Deep Blue Sea”).

BEST PICTURE: “Lincoln,” “Les Miserables,” “Argo,” “Life of Pi,” “Zero Dark Thirty,” then: “Silver Linings Playbook,” “Django Unchained,” “Beasts of the Southern Wild,” “Best Exotic Marigold Hotel,” “Skyfall,” “Moonrise Kingdom,” “The Sessions.”

Check, too, some of the “other” categories. You’ll find actors likely to compete for writing, music and directing. Even Taylor Swift could be nominated for a song in “Hunger Games.”

Al Pacino, “Salome” per R 101


05 Jan

Questa Donna non sa bene l’italiano, ma conosce la “lingua”.

Il Cinema di Sean Penn mi tiene caldo


05 Jan

La promessa, tu servi messa? E chi apre ai messi? Hanno il permesso?
Toc toc, premesso che mi sembrate dei fessi, posso affossarvi?

A Facebook e ai social network prediligo non esser diligente ma lavorar di “nettare”

Analisi di Sean Penn, la prenderà larga. Perché, “al largo”, l’Uomo nell’oceano sa che, se ingrasserà, il lardo lo trascinerà nell’abisso dei lordi.
Lode a Dio nell’alto!

Sì, mi guardo allo specchio e Lui mi porge un affettuoso “Baciami dentro, di carta vetrata saremo ruggine e ossa, riflettendo dei nostri problemi, ansiosi nello scorticarci fra un’immagine repulsiva e un istinto abrasivo”.

Lo specchio non mente mai. Sa quando, di mattina, il tuo pene già eretto e “inaffrontabile” dovrà cimentarsi nel cemento armato delle amene quotidianità. Ove smonterai calce con voce “truzza” nello strozzarti sedimentato di tua fatiscenza.

Ah, la scienza è sempre inesatta. Come gli esattori dei conguagli. Bussano alla porta per riscuotere il debito ma non hanno calcolato le mie percosse. Su “bonifico” postale della spedizione al mittente. Con tanto di calci, appunto e francobollo.
Più un plateale pugno in faccia che sacramenta questo: “Non ci provare a estorcermi, altrimenti torcerò tua moglie che sa come attorcigliare le sue gambe, guarnendolo di torta con la ciliegina torrida, rossa e bollentissima, cotta fresca a puntino di ricotta”.

L’esattore fugge tumefatto, in preda a spaventosi oneri da oberare dopo che operai nel suo fegato orrendo con colpi a rinsecchirne i coglioni da rompiballe.

Ah, io e la vita. La amo… Ci sarebbe d’allestire un romanzo intitolato: “Ove c’è una bistecca al sangue, il mio contorno ama l’aceto spruzzato sui manzi”.

Di mio, son romantico ma, come i romani, afferro delle cosciotte di pollastrelle e le spolpo fin al midollo più spinale delle colonne di Ercole insuperabile nelle vertebre vertiginose dell’orgasmo con tanto d’origano e ricamo.

Sì, molti tentarono di spazzarmi via, ma li spiazzai dopo averli spiati. E, se non basterà la mia talpa, palperemo anche le loro donne, recapitandolo loro dei video “amatoriali” di quando, d’amanti, cornificarono il già traditor marito col bagnino delle maree depressive da ormoni mestruativi su un oceano in balia delle sue rotonde ciambelle col buco.

Me ne frego di tutto. M’accusaron di soffrir d’ansia e mi chiusero senz’aria. Invece, so che come “arieggia” il mio non è sfogo ma foga d’evacuazione. Non è fuggiasco ma guascon bomba di scoreggia a suonar un ritornello martellante su libera detonazion’ con tanto del pirotecnico fuoco artificiale nell’orifizio finale. Che botto, ah, tutto svuotato lo stomaco è adesso rilassato dopo che lo riempirono dei loro frustrati metabolismi.

Quanti ne ho visti. Ragazzi liceali con l’uccelletto d’una ragazza vergine, professori col flessore occhialuto nel guardar quelle nelle flessioni dei compagni di banco. Fra una gomma da masticare e qualcos’altro d’arcuare. Modulandolo a interezza del toccarlo per stimolarne la fornicazione “studentesca” dell’adescato sul leccarlo in tanto irrigidimento dai godimenti frivoli.

Metallari con complessi d’inferiorità, psicologi della mutua che non mutarono da retrograde manie d’egocentrismo non commutabile, tanto che il capo della psichiatria è sposato con una “patita” di Nostradamus nelle profezie messianiche del carabiniere a metterla a novanta con tanto di manette sadomaso.

“Maestri” che recitan a memoria la lezioncina dei loro disagi adolescenziali tardivi, citando sempre Leopardi ma sognando, con un pessimismo amaro, le leopardate docenti superiori e (a) posteriori del corso Garibaldi, la via delle prostitute di massa, inton(n)ate a tacchi lievi nell’accennarti un segnale di “fiamma”. Che femminaccione!

Ripetenti che, dopo innumerevoli bocciature, sono adesso dirigenti d’azienda per la rovina dei (tele)dipendenti del precario “Dipende se non m’appenderanno alla cassaintegrazione”.
Integralisti e moraliste tutti nel dogma dei fondamentalismi americani.
Terroristi camorristi nelle mafie delle politiche italici nello spago per il suicidio dei disoccupati senza neanche il gorgonzola nel frigo.

E soprattutto mignotte che voglion un lavoro “dignitoso” per la pagnotta ma, per lo più, un cazzo per il “pienotto”.

Quindi, guardate questi e, se tua sorella vuol farsi suora, rendete clausura la sua bocca.
Come ogni fratello deve “farsela” d’incesto con la fragola nel “cestino” della sua “merendina”.
Soono l’ossessione che non si vuol curare e, se un curato proverà a catechizzarmi, “verserò” il mio macabro gesto più blasfemo al suo lavabo di candelabro ad arderglielo.

Sì, m’impunto contro l’idiozia e contro chi non tollera le scelte. Vi potranno apparire, sempre questa fissazione dell’apparenza, disgustose, io adoro provocare per tastar con mano… che ho ragione io a non tollerarvi.

Proletari sempre in cerca di trombate, tromboni che si fottono di filosofie, zie che fan le madri su uno che sverginano per scoparsi la vita che non s’ubriacò, gentucola d’amorucoli svestiti di vestito lindo come le macchie del prete pedofilo.

Allora, viva la rucola!

E ti brucio la casa se scasserai. Sì, tu scassini e io faccio casino.
Diamoci alle cascine!

Forza, tutto la “viuuulenza” d’Abatantuono, tuoni, fulmini, saette e la mia setta. Voglio una con l’ottava di “DO” maggiore nei pentagrammi del suo diaframma. La infiammo, che puttana!

Ficcatelo in culo, bagascia!
Ecco, se rompete, giungerò con le asce e vi disgiungerò, untori!

Ecco il marchio che ammacca, ti divelle come il petrolio di mio martello bombardante nel tuo ano inseminando.

Il panico…

Ne soffrirà quella scema di tua madre, signora alta e piccolina di borghesuccia con la sportina.

Con uno sportivo mai mettersi, perché te lo mise senza Miss.

Sparati il videone e stai zitta. Se no, ti dissenno. Io dissento, poiché sono il sentire!

E ricordate: ogni genio ama mangiar gli spaghetti alla carbonara in questo locale, “Ristorante La Fenice”,

Via della Beverara, 95  40131 Bologna
051 634 5313

ove tutti siam felici nel lieto fine da carbonari col carbone nella stufa e, di stantuffo, in una “cotoletta” su cui tuffarci con tanto di “capperi”, acciughe e alici. E spruzzatona di peperoncino!

Applauso!

Sean Penn è come me, oltre.
Tanto che può permettersi tutte le porcate che desidera, in quanto meravigliose e acquose, così:

1) Son un fanatico del guilty pleasure delle caviglie femminili. Registro i tuffi della grande Tania Cagnotto, e zoomo sul suo costumino nell’inguine più sublime d’un pelo bagnato.

2) Federica Pellegrini è triste, brava e anche fallace. Non sa parlare e balbetta, ma le sue tette non sono tanto “peregrine”. Sanno che hanno la mia cittadinanza.

3) Tutte le tenniste e le pallavoliste. Perché le tenniste giocan di palle nel “dritto” sul “rovescio” e “schiacciata”, le pallavoliste san come fartelo volare di gambe a rete.

Da quindici anni sogno di scoparmi una gnoccolona che fa, se li fa tutti, Prampolini di cognome. Ah, sarò la sua nomea, enumerandole tutti i trampolini nel letto dei suoi pannolini.

La folla è in visibilio!

Anche la follia!

E la troia? Chissà dove sta? Voi la conoscete.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Lupo solitario (1991)
    Cinema di compagni di sbronzebukowskiani, cazzari, menefreghisti del fottere, dello sfottersi, del “fanculo” a tutto,  fratelli di sangue springsteeniani, di tragedie annunciate evitate, di calme che scoppiano, di nevrotiche scopatrici, anche a terra, di Viggo Mortensen disfatto, strafatto, fottuto, macilento, prima di Cronenberg, di David Morse nella morsa del ragno, dell’Arquette già da spalmare nonostante sia matta. Meglio, la matta ne va “in folle”, si sospende per il pen che penzola rombante. La matta sa che l’Uomo vero desidera la lingua e non le casalinghe. E, in macchina, non tira il freno a mano. Ma spinge.Sì, fra Patricia e Rosamund Pike, però scelgo quest’ultima. Una di prima… ah, me la immagino seduta di gambe accavallate su scarpe già d’ammorbidire, da trangugiar aprendomi dentro nello “scompisciarsi” fra un biondo su(g)o e tutta mia nell’onda.
  2. 3 giorni per la verità (1995)
    Due poveri Cristi. Sempre Morse che sconta una pena ingiusta, d’omicidio (in)volontario per colpa del volante, e di Nicholson violato dell’affetto paterno per un’autostrada maledetta.
    La Huston, anziché alleviare, se la spassa con un minorato impiegatino, e Jack s’incazza, vuol farsi giustizia, poi comprende l’elaborazione del lutto e del missing, una perdita incolmabile, da entrar in coma. Va da David, gli punta la pistola, poi dice fra sé e sé “Ma che son impazzito?”. Lo abbraccia, si recano al cimitero e piangono.Un capolavoro, tutto penniano. D’altronde, uno che si sbatteva Madonna, ha più spine nel Cuore di questi qui. Sì, Madonna rende subito maturo chi, “duro”, “la” intenerì. Perché lei sempre tradirà.
    Sean lo sa, e tradì Robin Wright, ma la Johansson lo lasciò al “palo” della cuccagna.
    Ripiegò su Shannon Costello, una figa pazzesca. Ma stronza pure Shannon. Prima volle il castello, poi capì che Sean ha un uccellin’ da villetta.
    Meglio, Sean dev’essere villano senz’anali fedi nuziali.
  3. La promessa (2001)
    Già.
  4. Into the Wild. Nelle terre selvagge (2007)
    Chi contesta tal film, merita una stelletta sulle palle.
    Sì, sono così. Mi diagnosticarono un Cancro ai testicoli perché non m’ero sverginato, il Giorno dopo mi trovaron spompato nell’harem dell’Arte.Per me la vita è curiosità. Le certezze le lascio ai “grandi”.
    Anche Sergio Leone, sebbene lo adori, e ne abbiam celebrato la scomparsa, la sputò sbagliata. Secondo Sergio, non si può invertire la rotta della vita e neanche accelerare.Una grande puttanesca! Io rappresento il non luogo comune, perché mi distinguo.
    E so tingere più di quando avevo tredici anni. All’epoca mi masturbavo su Valeria Cavalli, adesso le donne mi fan bere delle valeriane perché altrimenti patirebbero di troppe mie “infusioni” da cavallo nel purosangue!

8 Gennaio romano


04 Jan

Martedì 8 Gennaio, fratelli della community, riunitevi in adorazione del Papa Falotico in quel di Roma, ove Michelangelo dipinse la Cappella Sistina e amò una suora di “pennello” nelle sestine

Mezzanotte da trota in una trattoria “colorita” da schiacciatino nel “panino al prosciutto”. Forse un pannolino ma, anche se in panne, Lei vuole mangiare le mie mutande “all’arrabbiata”: più che rabbit amplessi, una cena con neppure i denti da coniglio e senza sugo di lepre non sudo. Però il purè è puro come il porcello

Sì, incontro una che sto corteggiando da mesi, salvo varie gastroscopie che han sbudellato la mia autostima, “grazie” ai suoi cortesi “No, non te la do, stasera i miei reggipetti aspettan l’ispettore della buon costume”.

Dopo molto se tanto mi dà tanta, Lei m’accorda un “appuntamento-spuntato”. Per meglio dire, alla locanda “Qui i candidi saran bruciati dal peperoncino scott(at)o nel bucolico buchin coi bucatini del cameriere, garzone di cazzon fumante”.

“La faccio” accomodare, prima d’ordinare, mi “scompongo”. Eh sì, non sto mai composto. Anche se vorrei “appostarglielo”.

Emani una sessualità incandescente, da “intavolarci” sopra su posate “allibatrici” della libido più montante di panna, e questo Sguardo tuo “alla diavola”, “malsano” allo stuzzichino, sta aggredendo ogni mio più pacato acchetarmi, mi sorbirei caffè bollenti d’estatico “macularli” in te sdraiata su un tavolo a “chiacchierare” d’ombelico abbrustolito nel bacio spasmodico dai gusti “piovigginosi” del famelico inebriarcene di papille aromatizzate, succhiando poi i pollici e sventolando i nostri corpi fra i “tovaglioli”, angustiati un po’ dal cuoco, cinico che vorrebbe inforchettarci e da un umanoide, lì limitrofo d’antropomorfia  smorfieggiante, che muore di gelosia mentre golosamente si riempie il fegato nei suoi occhi strabuzzati da pollo arrosto.
Quindi, verserei del vino sulle tue gambe, perché sgorghi di color rosso, passione verace dei tuoi tacchi già scalzati e già feticismo del mio fetale affetto dentro le nostre cavità stiracchiate e sgranchite, e di me “incazzato” perché devo attendere il tuo miglior 
dessert. Fra un preliminare impaziente e un antipasto con dei salatini che non son il pasticcino al finale “gourmet”. Prenderò un granchio, ma preferirei l’abbraccio al mascarpone. Dai, il tuo mascara va sciolto nella “zuppa inglese”.
No, la brace no. No, non infornarmi. Voglio solo scaldarti di “capricciosa”
.

Mi ami Margherita?

– No, ordino una pizza al salame del camionista. Poi sgommeremo assieme.
– Va bene, l’idraulico ha sempre la pompa.
– Cioè?
– Mai gettar benzina sul fuoco.
– Sei pazzo?
– Sì, come quell’altro.
– Chi è quell’altro?
– Quello che hai divorato nell’auto.
– Ma sei autistico, per caso?
– No, quando me lo leccano, uso il casco.
– Perché?
– Per evitare che poi mi spacchi il cranio.
– E per quale ragione dovrei farlo?
– Sono una macchina.
– Del sesso?
– No, dell’autolavaggio.

L’8 Gennaio, fratelli cari, meglio le “sorelle” comunque, Stefano Falotico, Uomo balzano amante dei seni anche nelle polluzioni, sarà ruscello a ricomparirvi nel suo Cavaliere più nobile. Egli sporca la faccia degli angeli che son invero finti monaci e sa che l’abito non farà il monaco ma sa esser “monastero” di “campane” din don dan nella mora da benedir con segno della Croce, su un abside soda… perché il mio non s’ossiderà per quanto maledetto.

Sì, balzano ricompaio, eccomi qua, Butcher come Daniel Day-Lewis e fra le vostre bucce di banana, mie scimmie. Tutte ai miei piedi in questa giungla giullaresca ove afferro una liana e ne prendo una strappandole le lane. Sì, di peli noi saettiamo da un albero della foresta alla vostra non tanto vispa, intestinal vista di flora batterica, e amiamo di batteria, battendoci contro i miserabili e chi, di bile, soffre e si mangia il fegato sbattendosene. Va sbattuto al muro, perché si abbatterà.

Ho sempre vissuto “a culo” e come cazzo, appunto, volevo e vorrò, e adesso volo, violando regole vecchie come il cucco dei vostri nidi dei cuculi. Io ve le suono e, se non starete zitti, allora non sarete neanche zii, perché non amo il nepotismo della vostra prole di porcili ma i dilatati pori dei miei vasi “comunicanti” in Lei “spermanti”. Ah, che spumante, come scoppia il “tappo”.

Sì, tanta gente che mi volle “bene”. Da strapazzo come le uova al tegamino di patate fritte. La padella va rosolata e poi gettata nel forno delle “legne”. Ove, scoppiettando “allegri”, boom!, esploderan di tutta evacuazione merdosa.

Quanti ne ho visti. Studenti liceali con licenza d’uccidere perché si ritenevano superiori. Arme convenzionali da or azionisti? Di che, del pensionamento anticipato?
Adesso li han cremati perché, dopo essersi fottuti d’abbuffate dando del buffo al prossimo, si schiantaron in prossimità della vita adulta. Ah, che “duri”, malleabili, più che altro dal malleolo slogato. Dai a me dello sfigato? Stai attento che non ti gratterò con gli imbuti. Più che integrati, son degli “inteneriti”.
Sì, ammiravano e applaudivano il Cinema di Scorsese e, dopo tanti bacini da Muccino d’amoretti al confetto, si son trasferiti a Perugia perché la loro “donna” li scartò nel Perugina d’uno dell’Umbria, forse più penetrante nelle loro “ombre”. Si sa, il bosco di queste qua adora l’impiegato per occuparla in uno con lo stomaco. Sì, delle stomachevoli.

Vidi chi svenne e oggi è addivenuto. Chi si bucò le vene e poi convenne ch’è meglio la “droga” di David Lynch d’una siringa delirante. Infatti, stramazzò all’ospedale con l’infermiera Edwige Fenech che, intanto, rimestò nel torbido col dottor “palloso” a sbucciarglielo da troppe cicatrici acutizzatesi, causa una casa “mutuata” dai poveracci a cui rifilò pillole sedative per calmar i coglioni “su di giri”.
Edwige se lo raggirò, e il ragazzo disadattato, che voleva solo del “latte”, fu ammanettato per resistenza al pudore della “pubica” ufficialessa con tanto di suo lesso nel farci fessi con film coi quali (chiamala quaglia, lo “s-quagliò” eccome) s’arricchì, che birichina, così da produrre anche Michael Radford de Il mercante di Venezia. Eh sì, la Fenech è una che sa dove voleva andar a “pararla”. Dandola di tette, su Pozzetto Renato, finì negli Occhipinti Andrea col pizzetto del Pacino ben pagato di lauta ricompensa. No, Pacino accettò la parte ma rifiutò le sue “grazie”, optando per un monologo contro Jeremy Irons. Da ebreo che non si fa metter sotto, a costo di finir colpevolizzato da tal serpe peggio di Serpico. Se lo scopò. Che grande topo!

Ne guardai tante ma non toccai. Verginelle delle magistrali davvero “maestre” con tanto di “bacchett(on)a” del fidanzatino geometra delle forme più siliconate nell’architettura “dirigente” di massa. Eh sì, Einstein calcolò che massa più accelerazione di gravità dà la legge della relatività.
Queste invece, appoggiate dal compagno, sanno che massa più “lentezza” di “gravezza” del suo “righello” al goniometro degli occhialini regala un relativo divorzio per inconciliabili differenze non calcolate dovute all’amante più “leggero” e spiritoso. Sì, sa farle ridere, l’amante solletica quel che, con l’anello, non è lecito. Perché l’anulare è “impegnato” d’ottone senza manico di scopa.

Di mio, gradisco una panchina vicino a una banchina, con tanto di tè alle prime luci del tramonto nel marinare sempre. Io marino, tu amaro, posso darti del merlo? Guarda che uccellone! Aspetto che i ragionieri rincasino dopo tanto “incassarlo” alle colleghe s-collegate e, dopo litigi che scassano, montino per poi gustarmi il mio guardon’ che sa arderlo senza bisogno di coniugali debiti.

Per il resto, tua madre vale quanto De Niro nel film Nascosto nel buio.
Uccide la figlia di diagnosi quando la matta è Lei.
Lo sospettai subito, usava il matterello senza prima sfogliar la “besciamella” del coniuge. Uno da falce e martello eppur non tanto la trivellò ma fu falciato. Solo quando partorì dei degenerati già partiti, il godimento fu un qualcosa di fuggevole.  Ora, i diseredati, che sederoni, si son sposati con un buon partito. Preferisco infierire. Basta con la Comunione, col Comune, coi mulini a vento. Diamoci di Comunismo!
Che cazzo sono questi ecumenismi? Che mi rappresenta quel fondamentalista che non s-fondò nessuna, Ruhollah Khomeyni. Iran? Meglio le ire. Almeno tira!

Passiamo alla rassegna, non rassegniamoci, stampiamo senza “stapparlo”.

Sì, Johnny Depp regala una spiaggia ad Amber Heard, io regalo un’isola felice alla mia infelicità migliore degli scemi.

Se taluni non mi sopportano, si sobbarcassero le vacche.
Le vacche svaccano e poi sbrachi perché sei fiacco.
La fiasca non è come il mio fisico.

Pagherò comunque i fiscali, fischiando.

E, su tale faloticata non accomodante, vi lascio alle civette sul comò. Sì, il medico è ammalato, io son la cura non legale. Legatelo. Sarà slegato solo dopo che, ribaltato, sarà riabilitato.

La rima?
Eccola: chi rema, se non sta accorto, tremerà e diverrà un termometro.

Non la vedete?
Io sì, tutte le notti diversamente abile nel concupibile.
Essendo allupabile.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Qui, Tarantino has done it again, con un Jackson erudito forse storpio, di crapa pelata su cerone seminegro, vegliardo arcano, un Don Johnson che appare e spia, forse un po’ spara, un Jonah Hill che pensa “Se mi scopavo Marisa Tomei, sarei dimagrito e invece predico contro il Ku Klux senza il suo cul’”, un DiCaprio smargiasso che lo piglierà d’asse, col “bastoncino” dal Jamie Foxx più “Ti faccio una poltrona per due” e, ciliegina sulla torta, il Waltz saggio dei suoi stivali.
  2. L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
    Qui, De Niro ritorna al vecchio Bob, beffardo intima il figlio a esser dolce ma non troppo, e a non autocastrarsi più di sensi di colpa. Perché oramai merita le “coppe” di Jennifer nel ballo trionfante, un po’ “affondandolo” nel ficcante colpo di scena. Amaro come il suo neo grigio, tendente al senile ma, con seder, vincerà di poltroncina un posto agli Oscar.
  3. The Master (2012)
    Anderson è Paul Thomas, e qui non sai chi è il pazzo, se Phoenix umanoide-nomade o il maestro della nuova (dis)umanità, l’inizio della psichiatria.
  4. Stand Up Guys (2012)
    Quando l’arzillo è vecchietto, Walken sa che Pacino non perde il vizio. E assieme lupeggeranno di Notte, fra puttanate ancora. Fra i due amici, il terzo litigante t-romberà nel saccoccio i soldi e scapperà? No, forse d’Escort si fotterà e basta. Morendo sul selciato Arkin dell’Alan meno Delon.
  5. World War Z (2013)
    Pitt il salvatore. Sì, identico a Cristo “oh mio Dio, che cazzo succede?”. Di fantascienza esalta quando sale la Jolie che n’è senziente nella sua di consenzienti dal cachet stellare. Vampirismo di Hollywood a farci bere ogni stronzatona, mentre loro ci danno d’inchiappettatine. I volpini.Fidatevi, meglio il mag(li)one di tua nonna, una che sa quanto Pitt è bono, soprattutto dopo avergli rifilato la calza della befana.
  6. Last Vegas (2013)
    Eccal’ là. Ancora ‘sti matusalemme voglion leccare? Nella città ove s’azzarda, a loro rischio e pericolo di corona-rie. Infatti, nei casinò trovate sempre Fabrizio con l’aureola nel paparazzo che ruba i mazzi. Egli fotografa le prostitute, viene denunciato per “stupro” alla privacy ma, intanto, la Rodriguez è più zoccola dei film di Robert col suo “Machete” in Jessica Alba.
  7. Gravity (2012)
    Alfonso gioca di piano, pianissimo sequenza, e spero che parta dagli occhi della Bullock per sballare d’adorazione lenta sul suo fondoschiena macroscopico nella cosmica apoteosi spaziale interiore alle cavità “sotterranee” d’ogni nostra navicella della penna più Spock-iosa alla Star Trek che ti spacco nelle gambe, che spacchi di cosce, che gonna d’alliscio.Sandra è da sanare.

“La promessa”, recensione


03 Jan

Notte d’un licantropo nell’ispida marcescenza d’un Mondo bavoso e sbavato

Sean Penn assomiglia, anche fisicamente, al sottoscritto. In molti posson appurarlo, perché ne constataron il visibile viso di naso sprezzante alle ingiustizie e “tetrissimo” con sfumatura rabbuiata ad abbaiar silente quando si sconfina di deduzioni perspicaci come psicobioetiche etichettanti da iettatori.

Sì, gironzolo anche scalzo, ma sempre scafato fra i camuffati e gufi che sonnecchiosi giaccion già in tenebre lor “assolte” nel bestial pudore tanto sventolato quanto, di vendita, prostituita alla fiera dei ferali, attanaglianti denti voraci, ghiotta fame dei patti(ni) a un Mefistofele che offrì loro le “savie” chiavi del godimento brado. Forse un branco, all’erta per divorarti e poi allarmato, d'”uscite di sicurezza” nella lucina “arrossita” quando affinerai le armi per sbranar tal cannibalistico, orgiastico (s)lavarsi.

Come un lavico “borbottio”, appena “auscultato”, d’incupiti, profondi meandri resuscitati, nervici alla neve d’odorarla in tutto orgoglioso esibirsene per non plasma-re le argille già scricchiolanti del gorilla nelle sue insospettabili, cruente, unte brutalità.

Una storia che profuma d’orrore, orripilante come la beffa “scherzosa” della cena dei cretini.

L’intuito da tartufo, oh oh com’annusa il più lesto, inconfutabile, uno che non arresta mai prima che l’onta probatoria dimostri il mostro d’inequivocabili fatti accusatori.

Un Nevada di nome Black, nero come l’acutezza delle sommità vertiginose d’un Nicholson nella sua penombra recitativa più sottile, smorzata di palpebre nelle sopracciglia dense d’amarezze, a riflettere la paura agli angoli d’una “bianca”, tranquilla cittadina ove è stato commesso un infanticidio che urla vendetta, squama la pelle della spietata ricerca.

Nel trambusto sconvolgente, un povero muto, incapace di difendersi per “interdetto” pregiudizio forse dei superficiali al suo capro espiatorio di facile smacchiamento alle cattive coscienze, viene colpevolizzato.

Ma Black non ci sta, e non crolla perché l’evidenza s’annida invece nel dubbio. Latente, a ergerlo sveglio perché esperisce che, invece, l’assassino vero è ancora in libertà, e colpirà, in modo forse più efferato.
Quindi, va fermato anche se il caso è momentaneamente “chiuso”. L’archivio degli scheletri che pulsano dal tombal dissotterrare la voce che ti sussurra, appena percettibile e così tonante e fastidiosa, l’urlo della battaglia alle anime innocenti… e ti sprona a non mollare nulla. Proprio nulla. Eh no. Non puoi.

Black, quasi pensionato, perché t’interessa “cacciarti” in un guaio? Nel tuo guaito ancor escoriar la tua grinta e raggrinzirti per il dolore da tacere per sempre?

Perch’è biblico, come le tragedie, come la salvezza che s’immola in Lui stesso a giudice inappellabile.
Sacrilegio nella blasfemia collettiva omertosa che bisbiglia ma sta zitta e copre “legalmente”, forse deturpando solo l’immondo scellerarsene e non sbraitare all’arbitrio che, anche se illusorio, ripristinerebbe i torti intollerabili.

Ma che scherzo. Chi più ti dà credito, chi segue la tua antica vi(t)a da combattente? Corron tutti alla ritirata per “rimboccar le maniche” solo alla paciosa bugia assopita e “assottigliata” d’occhietti-simbiosi al Diavolo stesso. Sanno che non è chi vorrebbero che fosse, ma preferiscono esser più muti di quello preso… alla (s)provvista. Alle (s)palle.

Black insiste, sfugge dalla certezza “approvata”, s’ossessiona.
Il mostro è fuori, lo sente, ne capta il cardiaco respiro.
Questa è una sfida, un duello fra un gigante buono e un “mago” nano cattivo.

Ma ci siamo, ci siamo quasi. Ecco che lo stai catturando, “piccola” frettolosità, una mossa troppo svelta proprio tu che l’hai pensata così veloce. Più avanti degli altri.

E il pazzo appari tu.

Forse (non) sei il Kevin Costner “intoccabile” che guarda il criminale, lo afferra e lo getta in pasto al “Cielo” del Dio dei giusti.

Forza, mostro!
Fatti vedere!

Dai, t’abbiamo scoperto.

Forse si mostrerà. Eccoti.

Piangi. Hai incontrato uno che (non) hai fregato.

Il film non va così, la vita invece si dimostra, appunto col Tempo e temprarla, una ragione troppo forte rispetto al folle.

(Stefano Falotico)

“Django Unchained” ha il pedigree


03 Jan

 

Eh sì.

“Being Flynn” in una mia Bellezza


03 Jan

Da “Malkovich” nell’esser flying e dunque v(i)olando i duri ghiacciai degli ignoranti e incivili

Chi contesta De Niro è da “testate” in prima pagina. Perché va sfanculato

Son qui dal notaio, a recapitar lettera di querela per risarcimento alla mia anima, oramai ripristinata dopo l’illetterato “abuso” di stolti da me strategicamente scoperti in seguito ad aver affilato le mie armi, nel loro digrignar i denti da cani rabbiosi, prostrati in un ri-morso d’assedio nevralgico a certezze lor dilapidate con l’ac(u)me a me consono di vocalizzo principesco, da nobiltà mia e minata però da tali ingordi bavosi, il cui delitto peggiore, oltre a intimazioni al suicidio, fu l’invidia, peccato capitale che un Tempo veniva punito con la forca e, invece da me, folgorati.
Quindi già “defunti” in cordogli angoscianti che stan ledendo e legando quei sonni così “sommi” a sommar raziocini che possan salvarli dall’infernale gelo in loro, appunto, senza punti di sutura, iniettato con estreme unzioni e cure. Basta con la curia! Io sono il curato solo di campagnole! E camperò meglio dei vostri campanilismi! Ecco la campana, voglio la caparra!

Sì, tali untori, sempre “apprensivi” delle vite altrui da “incriminare” perché non si scremavano con le loro cremine a visi di furba cremosità delle creme “alto borghesi”, tanto toccarono che son stati infilzati di stesso tangibile dolore indelebile. Di Notte, quando assumono della morfina per allietarsi meglio con un Morfeo che possa alleviare i fegati spappolati d’indigesto disgusto agli specchi di tal repellenti “imma(gi)ni”, gracchian e poi corron in bagno a vomitare, augurando che lo sciacquone spurghi la sporcizia inguardabile (guariranno o sarà un conato di guaiti?) dei più vigliacchi gesti così pedestri. Ah, gente b-r-ava a far di conto per far sì che gli innocenti scontino i loro di re(at)i.
Impuntati a impuntarsi, di sospetti con petto in fuori e “palle” a forar, contro chi non s’imputtanì alla loro “bella” concezione disgraziata di vite sciagurate.
Bella come le verginelle che scopano… che bellezze, eh?
Ma i geni “dormono” per riscaturir di scatto e il lupo afferrò i loro peli, pulendoli da ogni altro esecrabile vizietto.

Gente “rispettabile” con tanto di pezzi carta ad attestare il loro grado “intellettivo”, sempre la solita storia del pararselo per arredamenti da carte da parati che sian sfoggio contro chi si sfogherà.
Sì, forse un muratore stanco dei loro soprusi e di queste prosopopee che trangugian sempre “poppe”, appioppando al prossimo etichette di collari, oh come cola la lor saliva, a decollarli e incollar un’etichetta per pranzi di tacchi-ne.

Gente che umilia e poi parcheggia senza parchimetro, perimetrando il “culo” dell’avvocatessa a cui sganciar una “ma(n)cetta” affinché miagoli di mic(c)etta.

Anni fa, mi ricordo che già tutto ciò mi nauseò. Annusai tal odor acre di tanta guasta acrimonia per pinzimoni dal matrimonio poi cornificato. Sì, dei cornuti “pen” sistemati di “dotta” sapienza insipida, ad accecar le cornee di chi “la” guardava meglio di loro, perché già oltre questi possedimenti da mere(trici) possessioni carnali.

Sì, se son un posseduto, io non mi siedo, e nessuno mi sederà. Sederò alla destra del Padre e, di sinistroide, sarò “estroso” d’ormoni alla diavolessa del Piacere, palpandone il seder per “rassodarlo”, sopraelevandomi e “lievito di birra” contro ogni borioso che agognerà il mio “bignè”.
Il bignè è il carisma “sottopelle” dell’Uomo che adora la parola amore nelle sue sfaccettature di “confettura”, perché è pasticciere nel pasticcio senza le pasticche dei depressi. Ma “spremendo” la Donna con “premura” da buon gustaio del cioccolato e dell’accoccolarlo nel mai evirarlo ma viril suo darla al mio “dardo”. Suoniamola! Che suina!

I suoi piedi deliziano le liquirizie, e ne aspiran l’aroma “candido” del picco mio piccante nelle pimpanti, ardimentoso lo dimeno e vi menerò se vorrete tagliarmi… le dita.

Le dita son canditi e sanno come ubicarsi nella “diplomatica” con empatico “scioglierla” in bocca.

Pastina zuccherosa, ecco il tuo cocco(lone) contro i bifolchi, son un cocchiere “cavalcante” che affonda, fondente è “marrone” e “bianco” liscio come l’olio.

Sì, vedete? Ci metto cinque minuti netti a rendermi materialista come la massa. Perché ne son irriverenza totale, avendone imparato a memoria i trucchetti dietro queste maschere travestite.
A mio avviso, meglio un vero travestito, almeno non mente di demenza spacciata per intelligenza. E si mostra nel doppio. Senza il mento del gozzo.

Gli occidentali han sempre sofferto d’un grave problema mentale e, da quest’inghippo, tutta la merda delle loro, appunto, mentalità. Sempre compunti a dividere la società in vincenti e perdenti, e a spartirsi le migliori puttane, già, per giochi d’adulti “maestri”, così mesti che poi ammazzano “sbuffando” un “Io me ne frego”. Ah, lo so. Di sfregamenti ne son campioni, questi cap(p)oni.

Poi, pure la psichiatria partorita da quel maniaco sessuale di Freud. E gli hanno dato “retto”. Abbiam un fior fiore di teste rovinate dietro le sue quisquilie a disquisir chi sei tu o cosa vorresti ma non puoi, sull’impotenza e sui deliri da onnipotenti.

Io sono il Pontefice ma non pontifico. Meglio viver sotto i portici che far il ponte per “malattia” dietro ricetta. Io sono il cuoco dei miei ingredienti. Son il ricettario a tali cenacoli.
Sì, la psichiatria è un’atrocità. Generata da uno peggio di Fermi. Un infermo che inventò la bomba atomica, mentre questi creano le lobotomie. Meglio, datemi retta, i lobi delle mie orecchie perché, chi le ha davvero, può sentire.

Io sento come Dostoesvkij, basta con queste diagnosi da matriosca. Trauma figlio d’un micro(bo), infezione dovuti a defezioni, alterazioni, non “erezioni”, e bla, bla, bla a farti precipitare negli oblii.

Agli psichiatri, “gerarchi nazisti” della piramide dei piani regolatori, interessan proprio le regole degli obblighi e il “socialmente attivo”.

A me importa del “produttivo” nel non esser come loro dei retrivi. Io son artista e non mi renderanno triste.

Sì, medici “samaritani”. Io direi “ana-listi”. Nell’albo annuale della collega apprendista che tutto lo prende, suggestionata di forza “indagativa” molto in culo nel “tiro”, sì, sniffano.

Beccano giovani innocui e voglion animalizzarli perché s’imbestialiscano in istinti goderecci del “Vai sano e lontano”, cioè nel fottitene.

Se lo pigliassero lì. Con tanto di “francobollo” e mia cartolina dalla Russia.

Ove tutti si fanno i cazzi loro senza intralciare e senza “tranciarli”, gli uomini bevono vodka e ingroppano una che beve tutta la “grappa”.
Poi, si stirano a letto e il Giorno dopo tirerà senza bisogno di filosofie e arricchimenti alla pancia.

Evviva il russo. Uno che russa e t’affossa se lo vuoi far fesso.

Di mio, sono il più grande salingeriano vivente. Non salice piangente, ma sale “piantandolo”.
Basta, coi pantani.

Silenzio.

Tua madre è una zoccola. Da me riceverà solo un topo da biblioteca e ragnatele al suo cervello da gallina. Covasse la gatta per la testa vuota dell’uovo del marito(zzo). Uno da zoo. Che coppia di scemi. Che scimmie! E io scimmiotto questi gorilloni. Ma quali coglioni! Bevo a collo, oh, perbacco! Beccatemi la gola e sempre più goloso io godrò.

Quanto son tozzi.

Io tosto, e so come pigliarli a testate.

Cari porci, se vogliamo buttarla lì, io ce l’ho di qualità, mica come voi, le quaglie!

E godo, grido col Bob De Niro.

Fottetevi ‘sto video e ficcatevelo di doccia fredda.

Scioccati? Sbalorditi?
Io sono lo sballo e desidero il matto.

Meglio delle pomate.

Al che, son il vostro “Perché”.
In quanto me.
Meritando e non maritandomi a chi vuole come di voglia far la moglie viola, picchiandola.

Son io il picchio.

E Pinocchio ho mille occhi nei vostri nasini.
Aspirando le gambe cortarelle di queste corsette affannate.
Affamatissime quanto poco d’amanti.

Evviva il diamante!

Io son brilliant! E nessuno imbriglia il mio…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Essere John Malkovich (1999)
  2. Being Flynn (2012)
  3. Taxi Driver (1976)

Oscar race, best actor(s)


02 Jan

Warrior!

Source: Edward Douglas
January 2, 2013

With the Oscar nominations now less than two weeks away, now seems like a good time for the Oscar Warrior to put his money where his mouth is and commit to picking who he thinks will be nominated. Some nominations will be fairly obvious and maybe some not so much, but there are certainly a lot of neck-and-neck races for nominations with a lot of great performances and films vying for a few select slots.

This is a tough year to be predicting Oscars. There’s a lot of really good movies and performances and so many different ways the Academy of Motion Pictures Arts and Sciences could go in terms of their picks. One interesting change this year is that the Academy has started an online voting program that may have hit a few snags as members have had problems that may limit voter turnout at least in terms of the nominations stage. Either way, the nominations deadline is Friday, January 4, with the nominations to be announced on January 10, so there’s very little that can be done about that now and we’re just going to go ahead and throw out our own annual predictions and hope this doesn’t affect things.

Performance by a Male Actor in a Leading Role

For the last few months, this has been the most heated races at least in terms of the nominations even if there was one actor who immediately jumped to the front in terms of winning the Oscar. This was essentially a category with five slots and roughly eight or nine strong options to fill them and while the Critics Choice, Golden Globes and SAG nominations have certainly solidified things, there’s always room for surprises as we’ve seen in previous years.

The Contenders:


1. Bradley Cooper, Silver Linings Playbook (The Weinstein Co.)

An actor who has risen to the A-list by traversing raunchy comedies like The Hangover and more serious dramas was finally given a role by David O. Russell that seems perfectly suited towards his strengths in both. Cooper has already received SAG, Critics Choice and Golden Globe nominations which puts him in good company to receive his first nomination.

 
2. John Hawkes, The Sessions (Fox Searchlight)

Previous Oscar nominee John Hawkes’ brilliant performance as polio-stricken Bay Area writer and poet Mark O’Brien in Ben Lewin’s drama has received raves going back to the film’s debut at Sundance. It’s hard to deny that Hawkes’ commitment to the role is worthy, but both Mathieu Amalric and Javier Bardem were spurned by the Academy for playing quadriplegics.

 
3. Hugh Jackman, Les Misérables (Universal)

Jackman’s show-stopping performance as Jean Valjean in Tom Hooper’s movie musical follow-up to The King’s Speech (for which Colin Firth won an Oscar two years ago) has really gotten everyone’s attention, showing another side of Jackman that’s guaranteed to get him his first Oscar nomination.

 
4. Daniel Day-Lewis, Lincoln (DreamWorks)

The clear frontrunner ever since Steven Spielberg’s drama about the 16th President first screened at the New York Film Festival, Day-Lewis is in line to receive his third Oscar in this category, benefitted greatly by playing a famous person but doing it in such a transformative way that this doesn’t seem like the same actor who previously won for Paul Thomas Anderson’s There Will Be Blood. This is one of the surest bets on Oscar nights.

 
5. Denzel Washington, Flight (Paramount)

It’s been ten years since Washington won his second Oscar for his performance in Training Day and this is his first nomination since then, starring as an airline pilot whose fight with alcoholism is at the center of Robert Zemeckis’ first live action film since Cast Away (for which Tom Hanks was nominated).

The Alternates:

Joaquin Phoenix, The Master (The Weinstein Company)

Phoenix’s performance as a troubled, almost deviant, Navy man who falls under the sway of Philip Seymour Hoffman’s influential religious leader is pretty unforgettable, but so is his anti-awards diatribe which may have already gotten him on the Academy sh*t list. It’s an amazing performance that has received kudos going back to Cannes, but as Russell Crowe can attest, causing trouble can sometimes get you into trouble and Phoenix may have gone too far and gotten himself blacklisted, at least this year. Not receiving a Screen Actors Guild nomination is not a good sign.

 

Anthony Hopkins, Hitchcock (Fox Searchlight)

It’s surprising that Hopkins’ performance as Alfred Hitchcock has gotten almost no love in the precursor award nominations which may mean he has no chance, although one has to remember that the Academy includes many older industry folks who may appreciate a veteran like Hopkins recreating a legendary filmmaker … or they may see this another make-up driven performance ala Leonardo DiCaprio who was snubbed for J. Edgar last year.

Our Personal Choice:


Alan Cumming, Any Day Now

As mentioned in our list of 10 Performances Deserving an Oscar, Cumming’s performance as a drag queen trying to adopt a teen with Down’s Syndrome is quite heartbreaking, but he also brings a humor to the role that helps make the heavy subject work.

The Winner

Daniel Day-Lewis should win his third Oscar for Lincoln with relative ease.

Performance by a Male Actor in a Supporting Role

If the Leading Actor category is interesting for who may or may not get nominated, the supporting category is just as much about who may win since at this point, there isn’t a clear frontrunner and there are a number of camps within the acting branch that could go one way or another in terms of nominations. The Academy often uses this category to award veterans who have never received nominations, but this year there seems to be more returning candidates than ever

The Contenders:


1. Alan Arkin, Argo (Warner Bros.)

Arkin is a favorite among the Academy, having pulled off the surprise Oscar win a few years back for Little Miss Sunshine. His humorous performance in Ben Affleck’s political thriller is one of the best things about it, but is it enough to get him his fourth nomination? With SAG and Golden Globe nominations under his belt already, there’s a good chance that it is.

 
2. Leonardo DiCaprio, Django Unchained (The Weinstein Company)

One of the late entries into the race is Quentin Tarantino’s violent Western and one of the performances that really stands out is DiCaprio’s plantation owner and slaver Calvin Candie, a truly diabolical human, which is something the Academy tends to honor, as DiCaprio’s co-star Christoph Waltz can attest, having won for Tarantino’s Inglourious Basterds.

 
3. Robert De Niro, Silver Linings Playbook (The Weinstein Co.)

With two Oscars under his belt and four other nominations, it’s shocking that it’s been 20 years since De Niro was last nominated, but his performance as Bradley Cooper’s father, who suffers from similar anger management problems, has really helped endear people to David O. Russell’s dramedy. SAG felt this way but the Hollywood Foreign Press didn’t.

 
4. Philip Seymour Hoffman, The Master (The Weinstein Company)

Having been awarded with an acting prize at Cannes, it seemed like an easy victory for Hoffman to get his second Oscar in this category in which he’s been nominated twice before. Although critics got behind the movie, mainstream audiences were puzzled which hurt Hoffman’s chances although all three precursor groups felt he deserved it, so he’s as good as gold.

 
5. Tommy Lee Jones, Lincoln (DreamWorks)

If there is any frontrunner in this category, it may be this three-time nominee who previously won in 1994 in this category for The Fugitive and whose performance as Thaddeus Stevens really stands out among a huge ensemble cast and Daniel Day-Lewis’ own transformative performance.

The Alternates:

Javier Bardem, Skyfall (Sony)

No actor has ever been nominated for an Oscar for playing a Bond villain, but no other actor has been nominated for three previous Oscars like Bardem. The Spanish actor has already received a SAG nomination, but was snubbed by the Golden Globes in favor of DiCaprio and Waltz from Django Unchained. There may not be room for two diabolical villains in this year’s category.

 

Matthew McConaughey, Magic Mike (Warner Bros.)

Probably one of the actors who really deserves a nomination for his daring portrayal of the MC at a strip club who isn’t afraid to strip himself, McConaughey was very funny and entertaining in that role, but maybe the movie isn’t being taken very seriously among awards voters.

My Personal Choice:


Omar Sy, The Intouchables (The Weinstein Co.)

While Sy is probably more of a co-lead in this French blockbuster comedy, his hilarious portrayal of an ex-con who gets a job as caretaker to a quadriplegic was just a fantastic introduction to Americans who may not be familiar with his previous work with the directors or his popular French television show.

The Winner

We’re pretty confident Tommy Lee Jones will win his second Oscar this year for Lincoln.

Look for our predictions in the two actress races sometime tomorrow.

Questo l’articolo di Douglas. Cosa ne penso io? Sì, appare stupefacente che De Niro manca all’appello da più di vent’anni. Ma così è il Cinema, la vita è una trascurabile conseguenza.
Tiferò per Lui.

Perché amo Stephen King?


02 Jan

A-adoro e non “addormo” ma(i) domo il mio orso Cujo (bi)polare in canottiera apolide in questi monopoli di polli: video ch’esplica la mia voce che fu muta e ora è mutevole

Che sia un felice anno non bisestile ma gioioso di seni elevati alla s(i)esta!

Quando l’alba, serena, già accudisce il mio Spirito guerriero d’un (im)personale solitario retrovia che giammai è ritrosia ma non atrofizzarmi nei trofei da troie, “eremitando” vado in me sgomitando, raggomitolato nel rannicchiar ischeletrito d’ansia cosmica che irride le buffe comicità irresistibili d’una società malsana, alle sue origini già (s)radicata nelle ebetudini “cortesie” del baciamano ruffiano per poi “calzarlo” in calze a rete, invero son degli irretiti ranto di “lauree” arredate quanto di (s)comode modalità al loro autoinganno sempre più incanalato nei canali di scolo ove, tra navigazioni di furbizia fangosa e laidona, porgeran le gaunciotte a un guanciale in cui guair con una sguaiata che fingerà d’esser una guaritrice dei loro stati alterati e bradi da branco tribale dei trambusti irosi del “tirarselo” poi quando (con)verrà il vento a bandiera di esibizioni onanistiche del più masturbatorio orgoglio che tanto profuma (?) di dignitoso “valore”, a mio avviso indecoroso e da “colorar” solo d’un savio sberleffo e tante appunto beffe di “buffetti” sui miei baffi affabulanti e d’arzigogolo peloso, ispido e nella loro sgradevolezza da violar su mio abito viola “impresentabile” ma a me appetibilissimo con risata fuorviante a tal furfanti.
Quanti farabutti, io ne son il buttafuori. Provarono a “svezzarmi” affinché mi “sfogassi” ma l’infiocchettai senza fiochezze, però con un bel fuoco.

Quanti ne abbiamo visti, noi figli della generazione metallica nell’arrugginirci di carne ossuta mai ossidata e sudata, spellata da raschiar senza dopobarba “glabro” di freschezza. Noi affrescammo il Mondo, murando vivi coloro che ci scolorirono. Fummo intimati ad affumicarci nell’arrostir il nostro fegato dietro i loro (in)dotti rimpianti, invece perseveriamo d’imperterrito inferocirci senza più questo circuir vanità nostra dal circo orrorifico sempre “trapezista” di fighe “calorifere”.

Io son il pestifero e legifererò a mio reddito senza il pro capite di questi capitalisti!
Voglio le loro teste. Prima testarne di tastazione le “castrazioni” con cui s’illusero che non c’allupassimo e quindi, di lupara, “palparli” quando parleranno, aprendo le loro bocche per “imboccare” di “palle”, “gustative”, fedifraghe compagn(i)e nelle campagne ove non è reato toccar “con mano” quelle a cui “ammainarlo”.

Io sono il marinaio, quando recito uso la mia modulazione di frequenza e non frequento chi potrebbe distorcere, d’interferenze psichiche, la dinamica di cui vi vengo-esplodendo con dinamite a inimicarmi il vostro ammiccar d’amichette.

Basta coi giochetti. Chi volle che io non volassi, adesso pagherà e, se non patirà, allora raggiungeremo un patto. S’aprirà la patta, sarà tagliato, mentre raglierà l’ugola del suo pasciuto godere, e poi nel seder lo “intaglierò”, fra un elastico suo dolorin e poi ancora di “taglierino”.
Fin a quando, in preda all’apice del “pisello” sul punto “svenevole” di collasso nel già prossimo, eternamente appisolato, per evitar altro dolore “insostenibilissimo”, afferrerà… una pistola con tanto d’ultima “botta”. Gratificante da graticola nel poi buttarlo alle ortiche. Lì, “smozzato”, “salamandresco” avrà gli ultimi sussulti “virili” del serpentin da me, appunto, di pene “appianato” nel torto ora (e)storto.

Da piccolo amavo il Cinema dei gladiatori, fui silence of the lambs ma ho scoperto che, anziché Vergine, nel calendario celtico, sono Toro vichingo. Dunque, non conchiglia da depresso ma “guglia” dei miei alla francese.

Sì, di lingua io languidamente annacquo chi criminale nacque, benedicendolo nel “darmelo” per poi gettarlo, e incuneandomi in ciò che vorrò.

Poiché l’erba voglio esiste solo nel giardino del Re.
E io sono tutti quelli di Roma. A volte, in questo florilegio di vostri luoghi comuni, credo che il mio praterello abbia sette vite.

Oggi gatto, domani t’abbaio.
Lascia stare il mio cantuccio altrimenti ti metto a cuccia.

Buona caccia.

Comunque, ieri sera ho assistito all’ennesima versione della “celeberrima”, cultissima “Maracaibo” del Calà Jerry.

L’unica volta che valse qualcosa è quando voleva scoparsi Sabrina Salerno, ma finì in mutande.
Adesso non ha più i capelli e neanche la faccia.

L’8 Gennaio presenterò a Roma “Noir Nightmare”.
Dopo doverose parole di rito, mi “ritirerò” così.
In tiro…

– Bravo, complimenti Falotico. Ci racconta adesso la sua storia?
– Sì, impazzii e ora ho fatto impazzire gli psicologi. Il mio primo analista fu ficcato nell’ano così. Lui mi chiese se andavo in chiesa e io risposi che confessai sua moglie.
– Davvero?
– Non lo so, ma lui sì.
Ecco, ne ho passate tante. Belle, soprattutto racchie. Ma ancor non gracchio, vuole grattarmelo, rimanendo in tema di “formaggi” e topi?
– Come? Come prego?
– Non amo le preghiere. Si piegherebbe?
– Si spieghi meglio.
– Ecco, ho pubblicato ed è una buona lettura. Ma, di lettiga, essendo Lei una bona“romana”, aromatizzerebbe il mio pelo pubico?
– Lei non pubblicherà più nulla.
– Si vedrà.
– Cosa?
– Quel che Lei vuol vedere. Si spogli. Qui, davanti al pubblico!

Applauso!

Guardate questo Faloticon’ nel San Silvestrone!

Silenzio! Parla il Comandante!
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Misery non deve morire (1990)
  2. L’ultima eclissi (1995)
  3. La zona morta (1983)
  4. Shining (1980)
  5. Stand by Me – Ricordo di un’estate (1986)
  6. Cuori in Atlantide (2001)
  7. Cujo (1983)
    Bau bau, son il Babau!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)