Archive for January, 2013

Pacino & De Palma, new reunion


17 Jan

La notizia, come da “Deadline”, ha dell’incredibile.

 

By MIKE FLEMING JR | Wednesday January 16, 2013 @ 5:24pm EST

 

EXCLUSIVE: The Scarface team of director Brian De Palma and Al Pacino are re-teaming for Happy Valley, the working title of a film that will tell the story of Penn State head football coach Joe Paterno. Paterno’s legend was undone by revelations he and others in the football program were aware that former defensive coordinator Jerry Sandusky was molesting children, and did little to stop it, supposedly fearing bad publicity for the powerhouse gridiron program they presided over. Wall Street producer Edward R. Pressman has optioned the bestselling book Paterno by Joe Posnanski. Dave McKenna (American History X and Blow) is making a deal to write the script. The Edward R. Pressman Film Corporation is backing the project.

 

Pacino became attached to play Paterno when a package including the book was shopped by ICM last fall. Pressman will produce with Pacino’s manager, Rick Nicita, who was part of that original package. They are keeping a somewhat low profile on the focus of the film for now. “Happy Valley reunites the Scarface and Carlito’s Way team of De Palma & Pacino for the third time and I can’t think of a better duo to tell this story of a complex, intensely righteous man who was brought down by his own tragic flaw,” said Pressman in confirming the deal to Deadline.

 

 

Paterno’s fall from grace was Shakespearean and when he died shortly after his firing, many felt it was from a broken heart as much as cancer. He was in the twilight of a coaching career that left him the winningest coach in college football history, an iconic and beloved campus figure. Until his former defensive coordinator Sandusky was revealed to be a prolific pedophile, something that Paterno had been told about. While he informed an administrator, they did not call police, even after a graduate assistant and future assistant coach witnessed Sandusky in an encounter that looked like an act of sodomy with a child in the locker room showers.

An investigation led the university to abruptly fire Paterno, and his cherished football program was crushed. Penn State is reeling after unprecedented sanctions dropped by the NCAA. The university tore down a fabled statue of Paterno, and the NCAA stripped the coach’s wins going back to the coverup. Posthumously, he is no longer the winniningest college coach in history. More importantly, Sandusky was found guilty on 45 counts of sexual abuse against young boys and is expected to spend the rest of his life in prison.

 

 

There are so many themes to deal with here, from Paterno’s rise and his loyalty to a football program he spent his life building, to the obvious question of how a molder of young men could possibly have stood silently by when told that one of his former coaches started a charity for underprivileged kids and used it as a way to ingratiate himself into vulnerable young fatherless boys for sexual encounters,? The failure of Paterno and university officials to act allowed Sandusky to continue molesting boys for years, which was borne out in court testimony leading to his conviction and incarceration. Posnanski was working on a book about Paterno and was well into it when the scandal broke. The book is as much about what made Paterno tick as anything else, and capturing complex characters is something Pacino does well. He played a conflicted pro football coach in Any Given Sunday, and Jack Kevorkian in the HBO film You Don’t Know Jack.

De Palma most recently directed Passion, the Rachel McAdams/Noomi Rapace-starrer that premiered at the Venice Film Festival. Pressman’s COO Jon Katz will be exec producer and Posnanski co-producer. De Palma is repped by ICM, Pacino by CAA and Nicita, McKenna by Paradigm and Mosaic.

 

Un coach leggendario che ne ha passato delle brutte. Malato di Cancro, salvato a rotta di collo, poi accusato di pedofilia, e incarcerato.

 

Materiale che scotta!

 

Intanto, rimanendo in tema di personaggio “biografici”, ecco sempre la spettrale voce di Al Pacino nel teaser misteriosissimo del Phil Spector di David Mamet.

Come da post di ieri.

 

(Stefano Falotico)

“Phi Spector”, Teaser


16 Jan

   Inquietante promo per il film scritto e diretto da David Mamet, con Al Pacino nei panni del controverso Phil Spector. Mostro, genio, freak o dubbio della sua “permanente?”. Lo scopriremo solo vedendolo.

 

“The Iceman”, Trailer ufficiale


16 Jan

 

L’ho molto apprezzato a Venezia. Un film che, se fosse uscito prima, credo sicuramente avrebbe garantito a Michael Shannon qualche premio per la sua notevole interpretazione.

Un attore strepitoso, anche qui forse relegato al ruolo da Tempo assegnatogli da più registi, quello dello “psicopatico”. Ma di questo killer fornisce, anche solo di “dettagli” visivi delle sue iridi increspate, un ritratto sfaccettatissimo, doppio, trino, quadruplo, deformato nelle sue mille personalità d’una vita obbligata al crimine, divenuto quindi vizio, usanza per circostanze d’un destino erroneo che non poteva andare diversamente né si può invertire. Un padre amorevole, che mai tradisce la sua sposa eterna, m’anche un sicario “leggendario” che mette(rà) i brividi. Secco, brusco, un mostro.

 

Un puro, un segnato, un immigrato, un clandestino perfino della “trama” alla sua vita andata. Un fantasma, un non c’è, un enigma a lui.

 

La “vera” storia dell’assassino di ghiaccio.

 

 

 

Alle origini di Tarantino


16 Jan

Saggio monografico su uno che non è diplomato in “Grafica pubblicitaria”, sebbene par che sia stato a letto con molte “figate”


Breve prefazione a carisma delle mie scelte inconfutabili di vita: mi giunge voce, come da predizione, mia e della famiglia, che ho ricevuto una certa segnalazione

Vengo chiamato per risponderne e platealmente riferisco senza battere ciglio, essendo combattivo, e cioè che, se nero su bianco, non verrà concessa piena libertà a una persona di poter vivere secondo ciò che sempre ha desiderato, godere di sé e non del piacere mercificando il mio Cuore, per nascita principesca e superiorità genetica, accostabile alla mia impareggiabile anima, saremo costretti a citare per danni la famigliola, responsabile di calunnie e di tutto quel che ne conseguì.
E riaprire tutto il caso chiedendo (e in tale atto giudiziario sono perfino appoggiato da chi ha toccato con mano le mie ragioni) a quel nucleo di nazifascisti un risarcimento che neppure tutta la generazione di Berlusconi potrebbe sostenere, causa immediata arresto per mancati pagamenti.

Come potete constatare sono qui, tranquillo, anzi, nei prossimi giorni, la persona da me, telefonicamente, interpellata, nel caso dovesse servire da testimone, sarà a sua volta contattato dalle istituzioni per un cosiddetto chiarimento secondo il quale Falotico persegue nella sua linea e, dopo averne appurato il genio che non si sottoporrà a nessuna regoluccia piccolo borghese, prediligendo la sua diligenza negletta alla prostituzione di massa, opterà per altre ingiunzioni penali.

Passiamo al Cinema.

Quentin. Sì, certo. Lo conosco. Anni fa, durante le presidenziali di Barack Obama, si trovava nel Maine con Stephen King, ove stavan “cespugliando” di picnic, meditando sulle “votazioni”. Più che politiche, non di clausura ma di “crocerossine” per la crocetta nella “casella”. Stephen, maritato di nuziale, elargì orrorifici lamenti ispirati dal bosco lì adiacente, alla “diaccio”, brividissimo, Quentin, fra una tartina e un tartaruga, ballò la tarantella con delle pischelle. A cui offrì pasta e fagioli, su pet(t)o anomalo, disturbante la quiete notturna, condito con dei “piselli”.

Spuntai dall’imboscata, offrendo ai due astanti un fiorellino lilla sapor “Adesso, in tre, ci succhiam le vaniglie. Si diedero ai monologhi della vagina, con Quentin capobanda di mafiette con delle smorfioncine. Dai Stephen, spingi di splatter, Quentin spiaccicale, io intanto mi berrò il tè del fai da te fra quest’arrosti di maialini”.

M’ingozzai, mentre le loro donne “strabuzzavano” e, fra un singhiozzo, i gozzi e tutti i “rospi sputati”, alla fine ci sdraiammo a contemplare la foresta.

Io, Uomo d’acqua dolce, e gli altri due da “duri” rudi.
Amarono con violenza, possedendo ogni lunatica tra una macedonia di fragoline e varie “montatine” di panna “deliziosa”. Ma poi, rilassati, “ammosciati” finalmente, dissertammo sul Cinema del nostro Tarantino:

Quentin: – Voglio delle recensioni coi controcazzi. Coglioni, merda, forza! Sparatele!
Stephen: – Durante le pause, invero pochine, fra un mio tomo letterario e l’altro, ogni sera scelgo un tuo film, a ripetizione, a raffica. Mi fornisce l’umore cazzeggiante per poi scrivere delirando.
Stefano: – Innanzitutto, signor Quentin mi stringa la mano. Sa, questa mano più volte s’è masturbata su Bridget Fonda di Jackie Brown. Grazie mille.
Quentin: – Non c’è di che. E l’altra invece, che fine ha fatto?
Stephen: – Gliel’ho amputata io. Sono un feticista come i miei mostri cannibali. Abusava dei piedi di Uma Thurman.
Quentin: – Stefano, non l’hai denunciato per questo Scevola?
Stefano: – No, io e Stephen abbiam pattuito quest’accordo. Lui mi concesse la sua “mansarda”, ove posso scrivere ispirato, a condizione che lui guardasse un film di Michael Mann.
Quentin: – Perché non ne ha mai visto uno?
Stefano: – Questo è nulla. Da molto Tempo, non vede neanche quella della moglie.
Pare che siano in causa nonostante la stessa “casina degli orrori”. Vengon poco, ma alle mani sì.
Quentin: – Ottimo “spuntino” per una sceneggiatura “dialogica” di liti coniugali per “fumettizzare” la crisi matrimoniale con un nuovo capolavoro intitolato Metti il dito nel Kill, ove lei mette su qualche chilo e lui è sanguigno di carne con chili nel mattatoio.

Ci demmo alla vendemmia, quindi al concime. Conciati per le feste di goliardiche “botte”.

Ricordate: amate Falotico, Uomo fantasia da tanga che va via.
Vi sembrerà un’idiozia, invece è un colpo di culo.
Anche di reni, infatti la Ferrarelle aiuta la mia diuresi…

Di mio, a parte tragicomiche avventure d’un “peperone” spericolato fra paperette e paperoni, posso solo regalarvi tale aneddoto, che va annotato:

di Notte, quando vengo invaso dalle paranoie altrui, ah gente dabbene sempre famelica d’aggressività “potente”, sogno, stiracchiandomi le gambe dello sgranchirle “appaiate”, un miraggio di tal “fatto”, cioè me sdraiato vicino a un albero di ulivi, con tante oche giulive che vogliono le mie “olive”, e Wilde Olivia che ambisce al mio Braccio di ferro, bicipite Popeye nello stiro con l’acciaio Inox al Minosse, il quale, nel labirinto del mio onirico labirinto, vien sempre scippato dalla sua Arianna, donna che fila come Berta di Rino Gaetano. E mi “scappa” dai pantaloni, acchiappandola d’inchiappettate. Un po’ dentro di lei, e un po’ “(ri)tirato” nel non averlo “spiccato” in costei da “sbeccare” ma che, di due di picche, chiamò il suo Bruto per picchiarmi.
Scattò la rissa, da orbi, e mi consolai spruzzando il mio “pomodoro” d’Adamo in Eva Green, verde come il frutteto dell’orto botanico e rossa dunque di “clorofilla” per la mia respirazione “bocca-bocca”, molto albicocche fra le sue trecce e il mio “biscotto” nel latte.

Sì, in campagna va la mugnaia e, mungendo, l’inguine (pre)tende il mio “salendo”.
Si chiama saliva, si chiama “salvia”, si chiama selvatico, forse anal-gesico.

Eh già, di genealogia son genitale. Fra the tree di Terrence Malick e “quello” di Alvaro Vitali, attore adorato, “in odore d’Oscar”, dal nostro Tarantino.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Le iene. Cani da rapina (1992)
    Film costruito su geniali stronzate. Come dev’essere. Madonna nella tavola “calda”, eh, più bollentona della Ciccone neppure Maria Annunziata detta “La lucana amara per la pummarola ‘en cop’ dato suo corpo”.
  2. Pulp Fiction (1994)
    Film antilineare, “goniometrista” delle analessi, del lessico. Con John Travolta pettinato come Lassie.
    Tutti “lessi”, tranne Willis.
  3. Jackie Brown (1997)
    De Niro spompato da “Che ti sei fumato se non sai fumare?”, una Pam Grier grintosa e un Michael Keaton versione Gordon del Batman di Nolan.
  4. Kill Bill. Vol. 2 (2004)
    Non c’è due senza mille morti ammazzati.
  5. Grindhouse. A prova di morte (2007)
    Lo stunt se ne incula. Ammacca, le prende, glielo spaccano ma è uno spaccone. Come me.
  6. Bastardi senza gloria (2009)
    Eli Roth dimostrò che, quando vuole, può essere stronzo.
    Waltz di più, Pitt nel però “Te lo ficco qui”.
  7. Django Unchained (2012)
    Ogni Sergio Leone ama le pennette all’arrabbiata.

“Silver Linings Playbook”, Oscar race


15 Jan

 

Scommetto tutto su questo film. Instant classic?

Il Calcio al Cinema, e tanti calci nel culo


14 Jan

Tre grandi film e una stronzata italiana, come sempre avviene, essendo il tricolore un Paesello d’Italietta

Evviva le tagliatelle!

Stefano Falotico, Padre Quintana, qui s’inoltra nei cespugli notturni delle falsità, del caos imbroglione, di chi fugge e non confessa, di chi, dietro mezze frasi, distorce il vero “ammainandolo” alle contraccezioni, al ripudiarlo per poco onore della giustizia, “legalizzata” sempre di casini da seppellire, da tappare, prima che scoppierà un “bordello” di tutta…

I vili fuggono, in difetto, ché han cara la pellaccia, da me spellata di “scoperchiarli”.

Invero, la storia, in generale anche le preistorie, essendo io volatile raptor che sfuggì ai radar, maculandosi nel blu più nero dell’inabissamento vorace al me più delirante nel De Niro filtrato nel diluirlo secondo la mia ottica.

Dopo aver primeggiato in tutto, calciatore onorato di grazie e glorie, anche di “ghirigori” (ancor ricordo Deborah detta “erica”, piantina velenosa di sue ricette “balsamiche” al mio limon “andante” nel puberale “stagno-la”), decisi di mollare e accasciarmi nel sottosuolo.
Vollero prelevarmi dall’isolamento forzato, volaron pugni e, rimanendo “in tema”, calcioni di fendenti al mittente. Per omologarmi a una massa encefalogramma di “pentagramma” sgrammaticatissimo a raggi gamma di gommine da masticare e sciocchine da “mustacchi” tamarri. Ma, con classe, rifilai vari “No, grazie, ti servo il mio pasticcino, ascoltando musica poco vicina al tuo cantuccio di baciucchini”.

Incompreso, mi respinsero e poi s’ossessionaron per la classica “Datti una mossa”, la “spinta”.

Mah, sarà che alle “spintarelle”, ho sempre preferito l’integrità del mio codice etico. E alle puttane la mia “eresia”. Lo so, un atteggiamento che infastidì e tanto ancor disturba, meglio dei loro stupri.
Eh sì, lo stupido è sempre “prodigo” nei gesti più orripilanti a deformare il prossimo, “adattandolo” alle sue visioni bislacche. Eh, per forza, fornica con una vacca e poi, di varichina, va messa la Domenica mattina, pecca tutta la settimana e gli basta una “lavatina” nella benedetta per ripartir da zero, d’altri carnai suoi assassini.

Così, inveì e volle venire, oltre che nelle sue sottanine, anche sul sottoscritto.
Accerchiandolo, o perlomeno tale fu il tentativo, per tentarlo nel suo “cenacolo”.
Orge, siringhe, divanetto suo “indaffarato” di fumo e sbuffare annoiato, nelle prese per il popò, da figlioccio di papà. Tutto “vestito a modo” per coglier l’occasione d’inchiappettate.

Ma incontrò uno che gli ribaltò la testolina, lo denunciò per atto giusto di ribellione, rigirando le frittate a suo “intenderla” di poca tenerezza, codesto ossessionato dal “Lavora e godi!”, ma gliene sortì uno sciagurato sorteggio. Tal porchetto mai si sarebbe aspettato, scambiandomi per un anatroccolino, uno che che l’avrebbe “coccolato” nel cervelletto. Il cocco ti cuccò.

Rammemoro Trasatt’ (l’apostrofo sta per depistare le “vocali” di possibili querele) Marco, oggi “eminente” secondino portaborse dell’impiegato statale (non sa però in quale “stato” abiti lo “stadio”, non solo del Bologna Football Club, ma anche del suo cul’, ammanicato di tangenti e leccate “possenti” in segno di sfogo “prostituente” dei ricostituenti con cui il padre “lo” rinforzò nell’adolescenza liceale d’uccell’ non “inguainabile”…, infatti sì prevenì il guaio dei suoi accoppiamenti tendenti alla coppa di Parma con la Champions League della Juve per cui tifava fra un latino e una “latina” molto “greca” nella sua statuina di Milo detta l’”ammaliante per tutti i maialin’ poppanti”), che si recò nella mia ubicazione per distogliermi, dietro sviolinate però non omosessuali, dall’esilio che m’indussi per ragioni “anomale” d’un mia mente prominentissima che “bucarono” in quanto già “bacato” e drogato, bucatissimo nel neo di Bob De Niro.

Secondo me, Taxi Driver riflette la vita. Un uomo che sta “a cazzo suo”, scivola nella Luna, ci prova con la bionda, sapendo di “toccarla” in zone troppo delicate alla sua “insensibilità” da borghesella “elettorale” che non tollererà il porno d’un onanista più sensuale del suo collega dalla pettinatura asessuata.

Da allora, caddi fra le braccia di Morfeo, soprattutto di Travis, traghettatore nell’Inferno metropolitano.

Quindi, fui richiamato all’ordine “civile” di servizio e, terminato, rielaborai il “lutto” della mia scomparsa, addivenendo d’un diario ancor più esistenzialista del mio puritano non esserci.

Tentai di fornire spiegazioni dell’accaduto, generato dalla mia “commedia degli equivoci”, ma l’ottusità fu ferrea e intransigente. Io risboccai, loro sboccati bocciarono.

Stavo componendo il mio “pazzo” del puzzle e, dopo un viaggio a Roma, fu il miracolo compiuto.

Urla di “giubilo”, increduli non seppero più chi fossi, se mai fui, dunque di e a nuovo. Il dì. Speriamo non de la bestia.

E finimmo tutti con avvocati, giudici, diagnosi, prognosi riservate, nevralgie, mal di testa, analgesici, diegetiche riassuntive frettolose di psichiatri superficiali, piatti che “missilizzarono”, polsi quasi tagliati, isterismi collettivi, urla del “Ti salto al collo!”, coiti interrotti, colite, amarezze, Antonio Rezza per capirci qualcosa, arretrati che non compresero il mio oltre, e io incazzato come un bisonte.

In fin dei conti, questa vita è stata come Shutter Island.

In fin di rimborsi, il signor citrullo e la sua compagnia si son macchiati dell’idiozia più pura.

E un genio come me li ha puniti in modo atroce…

– Io ti segnalo alle autorità competenti!
– Stai attento che non ti marchi la testa di lobotomia! Perché non puoi neanche immaginare con chi stai parlando!
– Voglio nome e cognome! Chi ha telefonato!?
– La vostra coscienza! E ora sta zitta!

Chiariremo tutto di confronti, basta con gli (auto)scont(r)i.

D’altronde, la loro madre è di malaffare e il padre un affarista d’altre ancor meno meritevoli.

E con me saran solo che scazzottati pagando pure il caffè del secco “zuccherarli” in lavatrice a 90 e forse di più. Igiene salutista dello smacchiamento a chi, in bianco e Nerone, annerì le mie sfumature.

Persevereranno, “duri” con gli insulti peggiori del genere loro zoologico: “Scimmia, t’ammaestro, vai al circo!”.

Di mio, conosco che il circo è bellissimo. Mi ricordo che, con “costoro”, da “piccolo” andai a vedere uno spettacolo della figlia Orfei.
Loro applaudirono alle sue giravolte, io so che, già all’epoca, avrò avuto “su” e poco giù, otto anni, volevo serenamente, più che il suo autografo, i graffi della sua “giraffa” di sue vite in cui avvitarlo…
Della serie: se puoi serenamente insederarla, falli. Dumbo lo sa, ha orecchie per la sventola…

In quanto Falotico, uno che non fa l’ottico perché “la” vede, tutta tutta, “nerissimo”, possibilmente allietabile nel letto. Allentatissima, lentissimo pompa poi più svelto.
Superlativo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’allenatore nel pallone (1984)
    Qui si toccano vertici sublimi di comicità “squallida”. Banfi a capo della Longobarda, squadretta cadetta di mezze calzette, col “diamantino” Speroni, gigolò per la moglie del “direttore”, che “consola” di notti di “sfondamento”.Il Presidente inverte il mot(t)o di Mussolini, “Perdere e perderemo!”, perché non ha i soldi per mantenere la compagine in serie A.
    Quindi, obbliga Banfi a non schierare Aristoteles, appunto.Banfi, pur di conservare il contratto da rinnovare per la stagione successiva, accetta l’affronto.
    Ma la figlia è innamorata di Aristoteles, e il padre si fa sentire. Sostituisce proprio Speroni e incita Arì a “Fagli un c… così!”.Arì infila due pappine,  i gemelloni in tribuna “trombano” di trombetta e “prendon Lino per un coglione”, il Presidente, distrutto, licenzia “in diretta” il nostro, che se ne frega platealmente con tanto di corna.La vita è un corner. E comunque Ryan Conner, pornoattrice, ha un fondoschiena da “sciarci” sopra.In modo “brasiliano-neretto”.
    In questo Mondo, dominato da falsi valori, arrovesciato di morali a “privilegio” di chi comanda, di chi cattur’, di chi aggiusta e addomestica per mentire solo ai loro specchi, Falotico è un Uomo allenatore nel pallone, che sconvolge l’ordine “costituito”, ribaltando di 5-5-5 le tattiche che van per la maggiore. Parte sulla difensiva, poi incalza d’attacchi e di nuovo retrocede, in “trincea” nel “catenaccio”, per ripartir scatenato in quinta a confondere ogni avversario, dribblando le sue logiche malsane e “cucche”.

    Basta con queste ziette, delle mezze professorucole sicule, con la mentalità fascista che han fatto regredire i figliocci all’età irragionevole del raziocinio più bieco. Basta con questi panzoni, che allestiscon spettacolini teatrali per guadagnarsi il plauso di rancorosi finiti lor amici di zingarate che furono. Bolognesacci con la panna dei tortellini al posto dei neuroni e i fusilli delle loro fusa a prostitute che pagaron di lauti pranzetti, con tanto d’emulazion d’attori navigati nel mar della loro giovinezza mai vissuta e inanellata di filastrocche ridicole da pomodori e ortaggi in faccia.

    Chi pensa(ro)no d’impaurire? Coi loro cazzoni, i loro schiaffi, le lor acque bollenti (eh già sempre bolliti, fra patate e contorno di bicchierini, questi cherichetti cheti cheti di “magniloquente”, pomposa quanto lercia merda, i migliori anni della loro mai vi-s-ta).

    Quindi, come il grande Aristoteles, afferro le “palle”, volteggio nel campo, metto al tappeto tutti e insacco per la folla in visibilio che tifa per la grandezza.

    Andrea e Gigi, commossi, esultano, il Presidente (di che?) vien spiazzato da una freddura peggiore delle tre reti di Paolo Rossi al Mondial’ 82, e l’eroe vien portato in trionfo.

  2. Fuga per la vittoria (1981)
    Partita storica, emozioni a gogò.Veri assi calcistici per la magistrale regia di John Huston. Mezzi ergastolani incastrati nella rivincita che vale tutta una vita. Michael Caine guida le fila del discorso “nazista” che non fila, potrebbero evadere ma preferiscono la dignità.
    E tornano a combattere. Finirà in pareggio con Stallone che para di labbro “storto” un rigore “imprendibile”. E tanto di centravanti tedesco annichilito, che crolla e piange la sciagura di Hitler.Poi, la platea spacca tutto, salva i giusti ed è festa per tutti.I cattivoni, di stessa “classe”, lì lo presero.Prendeteci!
  3. Italia-Germania 4 -3 (1990)
    Film patetico, di depressi, mosci, falliti, ma Rivera è stato più forte di Gigi Riva?
Ultimo minuto (1987)
Tognazzi vive da “merda”, non crede più a nulla, ma Abatantuono sa che la “giovane speranza” è l’ultima a morire. E, in zona Cesarini, il ragazzino salva capra e cavoli, con un “cazzo” di goal della Madonna! Alla Maradona… incoronet!
Che incornata!Del tipo “Dove l’avete pescato?”.
Spostato perché mi va.

“I promessi sposi”, Notte d’imbrogli & sotterfugi


14 Jan

 

Imbroglioni, mani in alto, siete stati scoperti. Urge confessione salvo rovina del vostro risarcimento!

Ove cova il corvo è nella spelonca di chi lo spelacchierà


14 Jan

Chi non legge i miei libri, non è un Uomo libero, libra solo di fantasie sessuali distorte, e io gli torco il braccio, sfogliandomelo letteralmente

Frase di lapidar’, anche se stesso/a, ché la vita non è univoca d’esserne imboccati di “produttivo” florilegio del comun luogo, “bravo” a sentenziare quanto poco ad approfondire, in quanto, poco desti, non “avean”, veniali, previsto il “sereno”, capitale, decapitante risveglio del Capitano, di forte nervatura secca con tanto “morigerato” non farsi “scioccare” da tali sciocchi, ma riscoccare.

Oh oh, che rintocchi, e i capelli, dapprima ispidi di fibre crespe, “cotonati” a compagnie che pregaron per sedarti nella sedia elettrica, in vanità, anche fraintesa e di malinteso tuo preso per vaniloquio, ecco che rifagociterà il cattivo bambino, affamato come nessun altro, dall’alto davvero della sua prosopopea e di tanto suo “roso” prepuziello da “zio” ammaestratore forse di verginelle, ma certo non di me, nomea che non si tocca, nominandola di “unzioni” prima che sarà Lui a benedirlo e inondarlo di “campanellino” assai bruciacchiantino nel suo “gran” uccellon’.

Con aria “nobilissima”, egli sfigurava tutti i “loschi figuri”, “affogando” le sue foghe in “fighe” che, di mio contro, poco me “lo” raccontano.
Come plagiava e palpava, di boccuccia “limonava” e tanto scemo da non calcolare il “suo”, slabbrato molto presto e arrestato, se la confessione, con annessa implorazione più perorazioni alla sua ca(u)sa(le) addebitata d’ulteriori bustarelle all’avvocaticchio corrotto, non s’arderà nella più vera verità. Fritto, andrà a vivere su una palafitta, non pagando l’affitto, adducendo che ha delle fette al suo fegato sfilettato? La mutua lo soccorrerà di pomata, e di pensioncina lo “azionerà”.

La rifugge ed, essendo lestofantissimo che diede dell’elefante a un “fantino” campione, fanatico del suo “fallino” e delle sue farfalline, frigge di risata dimen(tic)ata, quasi identica a come, di mani, sarà appeso al muro da quegli “imbianchini” a cui “lui” tanto sputò, sputtanandoli d’intimidazione ché “lodato” da madre cotanto, altrettanto imbrattata.
Ah, s’accaniva sugli imbranati ma non sa che verrà sbranato.
Disprezzava chi non sapeva vendersi ma non è cosciente di come lo venderemo in piazza (pulita), regalandolo in pasto alle bestioncine sue “amichette” tanto feroci.

Si preoccuperà di segnalare da “allarmato” con le sue armi?

Segnalasse, l’altra parte non aspetta altro per inchiodarlo di recidivo insistere con “pressione” a quel che mai, genio, avrebbe dovuto sognare, d’ingegno “acuto”, col mordere con tanto “focoso” farselo “generoso”. Io sono il mordente e non andrò morbido.

Questa è bontà.
Questa è la tua mentale sanità. Mio demente, corri, rifugiati, e denuncia.

L’Annunciazione è vicina e stai lì, terrorizzato, prevenendo meglio di “curare”.

Per quanto mi riguarda, mi pari guardingo ma di culo nelle mutandine.
Stavolta non delle “gentili signorine” che vizian il tuo vizietto, ma d’uno che, dietro, ti sevizierà di “servizietto”.

Eh sì, gli insetti, tanto di sete satanelli sulle “santarelle”, ora son delle pecorine nel greggello.

Ahia. Amen. Meno… uno.

Questo significa non rispettare le scelte di colui che Io sono, e che non cambierà/ò mai, impuntatissimo in mezzo ai puttanieri, e ostinato.

Denunciassero e li sventoleremo in tribunale. Loro e tutti i filistei del porcile.
A cui tal famigliola ben s’agganciò di ganci per “sganciarmi” dalla cosiddetta “ipocondria”.

Sì, l’inabisseremo come degli ippopotami.
Detergendoli nell’acqua del Giordano, ove d’abluzione al capo saran sciroccati ad “abuso” del mio pretendere di stenderli.

Silenzio.

Parlo Io, parlò Dio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Master & Commander. Sfida ai confini del mare (2003)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. Ronin (1998)

Lincoln for President!


13 Jan

Vota “Lincoln” per l’Oscar perché Daniel Day-Lewis è Dio! E non perdonerà! Vota Jennifer Lawrence e il tuo “lato positivo” alato sarà nell’orlo argenteo delle sue “nuvole”

Sabato mosciarello, Sabato al Mottarello, per la glassa di cioccolata fredda come i miei ormoni appesi nel centro commerciale più incasinato, fra reparti frigoriferi, un villoso calorifero e Nicole Kidman smutandata al banco delle lasagne con la besciamellona

Un mio amico giudica Daniel il più grande attore vivente. Adducendo che, tralasciando che non si scompone in film alimentari, è proprio mostruoso ed enorme.

Replico che, indubbiamente, è un po(p) po d’attoron’ ma che anche altri, De Niro il quale fu a parte, meritano tale podio “presidenziale”.

Concordo dunque solo in parte. Il bottino va spartito. Le botte anche, se qualcuno oserà sfidarmi.
Avverrà un duello a Mezzogiorno nel suo “fuoco” sparato in mezzo alle gambe. “Spartizione” di quel che sta in mezzo ai testicoli che, di testacoda-esplodendo, si “coaguleranno” nel pipin spaccato.

Javier Bardem, ad esempio, lo metterei, oltre che nella Cruz, come gerarca della Crusca recitativa.
Non l’avrei mai sospettato a inizio suo carriera. Giracchiava film in cui se “lo” tirava, commediole “spagnole” erotichelle. Poi il grande “balzo” a Hollywood. Coen e tutti gli autori a (ri)cercarlo.

Mickey Rourke, ritengo la sua “vecchia” spontaneità indubitabilmente pazzesca.
Se Hollywood investisse su uno così, che alla sua età, quand’è in forma e non deforme, fa la sua “porca” figura(ccia), avremmo il nuovo DiCaprio rifatto per uno Scorsese melodrammatico ed esistenzialista della sua chirurgia più bradipa e shutter.

Nick Nolte, a iosa di qua e di là. Non si ferma, non lo placate, in passerella picchia i fotografi solo perché non gli hanno “abbaiato” un “Cane!”, ed è presenza scenica da far impallidire anche Berlusconi.
Perché Silvio usa il cerone, Nick ha una cera “incenerita”. Nero, bianco, giallognolo, ingrigito, rugoso, spugnoso, morbido fra le cosce, vellutato nel liuto della sua classe “armonica”, salvo scompensi rabbiosi da “Rompo le ossa a tutti! Per la Madonna!”.

Il sinistro mancino del piede san(t)o

Si può vincere un Oscar sacrosanto, recitando solo con un piede?
Sì. Daniel confuta il luogo comune “Questa cosa è fatta coi piedi”.

Il mohicano che non è arrivato per ultimo

Atletico, aitante, in Madeleine Stowe (com)battente, “la” abita sotto le cascate, abbatte i nemici, salta, scopa, galoppa, in groppa al cavallo e, di cavallina, sempre più capellone.
Senza shampoo, liscio nel pelo che stuzzica…

Il boxer…

Un Uomo “in mutande” che non è un indumento intimo da calate brache. Sbraca sul ring, piange a dirotto, non si fa corrompere, s’arrampica sulla Watson, se la rifà ma i “grandi” non ci stanno.
Finirà macerato.

Le Gang dello Yorkshire

Il macellaione di coltello. Vuole Cameron, la guarda “monocolo”, mezzo monco, vuole storpiare DiCaprio, “claudica”, cazzeggia, taglia le fette di maiale, butta fuori gli insipidi, “insanguinandoli” al pollo-arrosto.

Dimesso, poi nessun lo farà fesso.
S’ingigantisce, fa paura, neanche Al Capone fu così raggelante.

Daniel Day-Lewis è come me, “ciabatta” a Firenze, solfeggia quando alcun donnette da manicomio, come stamattina, nei pressi della Certosa di Parma, fingendo di non vedermi, piansero i loro obbrobri, camminando a passo svelto con aria “insostenibile” nel pensare “Mi tocca servir il pranzo a mio marito, che sposai dietro lauti compensi amorevolissimi, giustificandolo delle sue corna perché mi permise lo shopping e anche il mio sciopero della fame sessuale da sfatta presto sfrattata-che frittata, gratificandola nelle graticola d’altre, pagate di salumificio “a zampetta” mentre ho le rughe da gallina, ho allevato una pollastrella che, dopo un’adolescenza in cui la spelaron, ora è figlia sperduta in una provincia amabilissima dai posaceneri amari su suoi balletti domenicali, l’altro mio figlio è un ritardato che vien tutt’ora plagiato da degli idioti, dei pasciutelli bimbetti con ebefreniche mani-e adultone nelle adultere-durone di cui uno tartaglia, l’altro se lo taglia fra amene ragazzotte che ciclostila di stile notevolissimo, e gli altri se ne s-fottono. E mi sa che canterò con Domenico Modugno per rallegrare le sere meravigliosissime del mio rossetto”.

Votatelo: beccatevi, trombatevi!

Ecco, ironizzo ma sono uno sfegatato, metaforicamente e anche “forato” degli Oscar. Sfigato è tuo padre, Uomo John Cusack, non ci son scuse che tengan. E spero che Bob De Niro lo piazzi nel deretan’. Ora, la concorrenza è agguerrita. Tommy Lee Jones è il favorito ma la Malavita si vendicherà…, Besson Luc sa come Robert friggerà Tommy.
Philip Seymour Hoffman merita ogni bene, ma il suo “dottor”  Dodd non è carismatico come Burt Lancaster. Burt non ha mai pensato alla psicanalisi, Philip invece fa il trombone che tutte vuol trombare, e ha una pancia sconfinata da troppe teorie senza pratica di vere “natiche”. Egli pretende la profondità, m’affonda sol nel suo culo neanche tanto parato. Visto che non ha nessuna laurea, è un cialtrone e in galera finirà, con tanto di brandina a pensare “Sono Hoffman, recito meglio di Brando, riuscirà il lettino a reggere il mio peso prima che ingrassi più dell’anziano Marlon?”.
No, l’Oscar ti dice “Vaffanculo!”. Non sei degno della sua leggerezza.
Waltz Christoph. Tanto l’italiano medio lo chiama “Christoph-er”. Che cazzo! Non è Walken, l’unico Cristo che io conosca. In quasi tutti film, anche dove è un vincente, il suo occhio febbrile nasconde più traumi di Joaquin Phoenix/Freddie Quell. So io come salvare la vita a questo Quell.
Non è un delinquente, ha bisogno d’un maestro alla Guzzanti, uno da “Quelo”. Mica come quel buonista di Paulo Coelho. Meglio James Paulina, una che ti prende l’uccellino “dolce” e te lo fa diventare Everhard.
Arkin Alan è troppo vecchio. Quindi è solo per Grudge Match.

Lo Zio andrà a Robertino.
Quindi, ficcatevela!

Ricorda: tua sorella non è una suora. Va presa a suole!
Al suolo va data.

Datemi del suonato, di mio ho già scopato.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Paperboy (2012)
    A un certo punto, Nicole Kidman fa eccitare John, si strappa le mutande e finge un orgasmo, mentre lui è ammanettato e vorrebbe invece darglielo a manetta. Vengono, nonostante le manette, entrambi, toccandosi da lontano.
    McConaughey, smembrato…, stava per svenire.
    Zac Efron sconvolto.

    Anche gli spettatori dopo questa scena sporca-ta.

  2. Malavita (2013)
    Non è che è meglio Malavasi, idraulico che ha un vaso bonsai?
  3. Flight (2012)
    Denzel sopravvive, mica tanto.

Il lato positivo di Jennifer Lawrence


12 Jan

Eh eh.


 

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