Il Calcio al Cinema, e tanti calci nel culo

14 Jan

Tre grandi film e una stronzata italiana, come sempre avviene, essendo il tricolore un Paesello d’Italietta

Evviva le tagliatelle!

Stefano Falotico, Padre Quintana, qui s’inoltra nei cespugli notturni delle falsità, del caos imbroglione, di chi fugge e non confessa, di chi, dietro mezze frasi, distorce il vero “ammainandolo” alle contraccezioni, al ripudiarlo per poco onore della giustizia, “legalizzata” sempre di casini da seppellire, da tappare, prima che scoppierà un “bordello” di tutta…

I vili fuggono, in difetto, ché han cara la pellaccia, da me spellata di “scoperchiarli”.

Invero, la storia, in generale anche le preistorie, essendo io volatile raptor che sfuggì ai radar, maculandosi nel blu più nero dell’inabissamento vorace al me più delirante nel De Niro filtrato nel diluirlo secondo la mia ottica.

Dopo aver primeggiato in tutto, calciatore onorato di grazie e glorie, anche di “ghirigori” (ancor ricordo Deborah detta “erica”, piantina velenosa di sue ricette “balsamiche” al mio limon “andante” nel puberale “stagno-la”), decisi di mollare e accasciarmi nel sottosuolo.
Vollero prelevarmi dall’isolamento forzato, volaron pugni e, rimanendo “in tema”, calcioni di fendenti al mittente. Per omologarmi a una massa encefalogramma di “pentagramma” sgrammaticatissimo a raggi gamma di gommine da masticare e sciocchine da “mustacchi” tamarri. Ma, con classe, rifilai vari “No, grazie, ti servo il mio pasticcino, ascoltando musica poco vicina al tuo cantuccio di baciucchini”.

Incompreso, mi respinsero e poi s’ossessionaron per la classica “Datti una mossa”, la “spinta”.

Mah, sarà che alle “spintarelle”, ho sempre preferito l’integrità del mio codice etico. E alle puttane la mia “eresia”. Lo so, un atteggiamento che infastidì e tanto ancor disturba, meglio dei loro stupri.
Eh sì, lo stupido è sempre “prodigo” nei gesti più orripilanti a deformare il prossimo, “adattandolo” alle sue visioni bislacche. Eh, per forza, fornica con una vacca e poi, di varichina, va messa la Domenica mattina, pecca tutta la settimana e gli basta una “lavatina” nella benedetta per ripartir da zero, d’altri carnai suoi assassini.

Così, inveì e volle venire, oltre che nelle sue sottanine, anche sul sottoscritto.
Accerchiandolo, o perlomeno tale fu il tentativo, per tentarlo nel suo “cenacolo”.
Orge, siringhe, divanetto suo “indaffarato” di fumo e sbuffare annoiato, nelle prese per il popò, da figlioccio di papà. Tutto “vestito a modo” per coglier l’occasione d’inchiappettate.

Ma incontrò uno che gli ribaltò la testolina, lo denunciò per atto giusto di ribellione, rigirando le frittate a suo “intenderla” di poca tenerezza, codesto ossessionato dal “Lavora e godi!”, ma gliene sortì uno sciagurato sorteggio. Tal porchetto mai si sarebbe aspettato, scambiandomi per un anatroccolino, uno che che l’avrebbe “coccolato” nel cervelletto. Il cocco ti cuccò.

Rammemoro Trasatt’ (l’apostrofo sta per depistare le “vocali” di possibili querele) Marco, oggi “eminente” secondino portaborse dell’impiegato statale (non sa però in quale “stato” abiti lo “stadio”, non solo del Bologna Football Club, ma anche del suo cul’, ammanicato di tangenti e leccate “possenti” in segno di sfogo “prostituente” dei ricostituenti con cui il padre “lo” rinforzò nell’adolescenza liceale d’uccell’ non “inguainabile”…, infatti sì prevenì il guaio dei suoi accoppiamenti tendenti alla coppa di Parma con la Champions League della Juve per cui tifava fra un latino e una “latina” molto “greca” nella sua statuina di Milo detta l’”ammaliante per tutti i maialin’ poppanti”), che si recò nella mia ubicazione per distogliermi, dietro sviolinate però non omosessuali, dall’esilio che m’indussi per ragioni “anomale” d’un mia mente prominentissima che “bucarono” in quanto già “bacato” e drogato, bucatissimo nel neo di Bob De Niro.

Secondo me, Taxi Driver riflette la vita. Un uomo che sta “a cazzo suo”, scivola nella Luna, ci prova con la bionda, sapendo di “toccarla” in zone troppo delicate alla sua “insensibilità” da borghesella “elettorale” che non tollererà il porno d’un onanista più sensuale del suo collega dalla pettinatura asessuata.

Da allora, caddi fra le braccia di Morfeo, soprattutto di Travis, traghettatore nell’Inferno metropolitano.

Quindi, fui richiamato all’ordine “civile” di servizio e, terminato, rielaborai il “lutto” della mia scomparsa, addivenendo d’un diario ancor più esistenzialista del mio puritano non esserci.

Tentai di fornire spiegazioni dell’accaduto, generato dalla mia “commedia degli equivoci”, ma l’ottusità fu ferrea e intransigente. Io risboccai, loro sboccati bocciarono.

Stavo componendo il mio “pazzo” del puzzle e, dopo un viaggio a Roma, fu il miracolo compiuto.

Urla di “giubilo”, increduli non seppero più chi fossi, se mai fui, dunque di e a nuovo. Il dì. Speriamo non de la bestia.

E finimmo tutti con avvocati, giudici, diagnosi, prognosi riservate, nevralgie, mal di testa, analgesici, diegetiche riassuntive frettolose di psichiatri superficiali, piatti che “missilizzarono”, polsi quasi tagliati, isterismi collettivi, urla del “Ti salto al collo!”, coiti interrotti, colite, amarezze, Antonio Rezza per capirci qualcosa, arretrati che non compresero il mio oltre, e io incazzato come un bisonte.

In fin dei conti, questa vita è stata come Shutter Island.

In fin di rimborsi, il signor citrullo e la sua compagnia si son macchiati dell’idiozia più pura.

E un genio come me li ha puniti in modo atroce…

– Io ti segnalo alle autorità competenti!
– Stai attento che non ti marchi la testa di lobotomia! Perché non puoi neanche immaginare con chi stai parlando!
– Voglio nome e cognome! Chi ha telefonato!?
– La vostra coscienza! E ora sta zitta!

Chiariremo tutto di confronti, basta con gli (auto)scont(r)i.

D’altronde, la loro madre è di malaffare e il padre un affarista d’altre ancor meno meritevoli.

E con me saran solo che scazzottati pagando pure il caffè del secco “zuccherarli” in lavatrice a 90 e forse di più. Igiene salutista dello smacchiamento a chi, in bianco e Nerone, annerì le mie sfumature.

Persevereranno, “duri” con gli insulti peggiori del genere loro zoologico: “Scimmia, t’ammaestro, vai al circo!”.

Di mio, conosco che il circo è bellissimo. Mi ricordo che, con “costoro”, da “piccolo” andai a vedere uno spettacolo della figlia Orfei.
Loro applaudirono alle sue giravolte, io so che, già all’epoca, avrò avuto “su” e poco giù, otto anni, volevo serenamente, più che il suo autografo, i graffi della sua “giraffa” di sue vite in cui avvitarlo…
Della serie: se puoi serenamente insederarla, falli. Dumbo lo sa, ha orecchie per la sventola…

In quanto Falotico, uno che non fa l’ottico perché “la” vede, tutta tutta, “nerissimo”, possibilmente allietabile nel letto. Allentatissima, lentissimo pompa poi più svelto.
Superlativo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’allenatore nel pallone (1984)
    Qui si toccano vertici sublimi di comicità “squallida”. Banfi a capo della Longobarda, squadretta cadetta di mezze calzette, col “diamantino” Speroni, gigolò per la moglie del “direttore”, che “consola” di notti di “sfondamento”.Il Presidente inverte il mot(t)o di Mussolini, “Perdere e perderemo!”, perché non ha i soldi per mantenere la compagine in serie A.
    Quindi, obbliga Banfi a non schierare Aristoteles, appunto.Banfi, pur di conservare il contratto da rinnovare per la stagione successiva, accetta l’affronto.
    Ma la figlia è innamorata di Aristoteles, e il padre si fa sentire. Sostituisce proprio Speroni e incita Arì a “Fagli un c… così!”.Arì infila due pappine,  i gemelloni in tribuna “trombano” di trombetta e “prendon Lino per un coglione”, il Presidente, distrutto, licenzia “in diretta” il nostro, che se ne frega platealmente con tanto di corna.La vita è un corner. E comunque Ryan Conner, pornoattrice, ha un fondoschiena da “sciarci” sopra.In modo “brasiliano-neretto”.
    In questo Mondo, dominato da falsi valori, arrovesciato di morali a “privilegio” di chi comanda, di chi cattur’, di chi aggiusta e addomestica per mentire solo ai loro specchi, Falotico è un Uomo allenatore nel pallone, che sconvolge l’ordine “costituito”, ribaltando di 5-5-5 le tattiche che van per la maggiore. Parte sulla difensiva, poi incalza d’attacchi e di nuovo retrocede, in “trincea” nel “catenaccio”, per ripartir scatenato in quinta a confondere ogni avversario, dribblando le sue logiche malsane e “cucche”.

    Basta con queste ziette, delle mezze professorucole sicule, con la mentalità fascista che han fatto regredire i figliocci all’età irragionevole del raziocinio più bieco. Basta con questi panzoni, che allestiscon spettacolini teatrali per guadagnarsi il plauso di rancorosi finiti lor amici di zingarate che furono. Bolognesacci con la panna dei tortellini al posto dei neuroni e i fusilli delle loro fusa a prostitute che pagaron di lauti pranzetti, con tanto d’emulazion d’attori navigati nel mar della loro giovinezza mai vissuta e inanellata di filastrocche ridicole da pomodori e ortaggi in faccia.

    Chi pensa(ro)no d’impaurire? Coi loro cazzoni, i loro schiaffi, le lor acque bollenti (eh già sempre bolliti, fra patate e contorno di bicchierini, questi cherichetti cheti cheti di “magniloquente”, pomposa quanto lercia merda, i migliori anni della loro mai vi-s-ta).

    Quindi, come il grande Aristoteles, afferro le “palle”, volteggio nel campo, metto al tappeto tutti e insacco per la folla in visibilio che tifa per la grandezza.

    Andrea e Gigi, commossi, esultano, il Presidente (di che?) vien spiazzato da una freddura peggiore delle tre reti di Paolo Rossi al Mondial’ 82, e l’eroe vien portato in trionfo.

  2. Fuga per la vittoria (1981)
    Partita storica, emozioni a gogò.Veri assi calcistici per la magistrale regia di John Huston. Mezzi ergastolani incastrati nella rivincita che vale tutta una vita. Michael Caine guida le fila del discorso “nazista” che non fila, potrebbero evadere ma preferiscono la dignità.
    E tornano a combattere. Finirà in pareggio con Stallone che para di labbro “storto” un rigore “imprendibile”. E tanto di centravanti tedesco annichilito, che crolla e piange la sciagura di Hitler.Poi, la platea spacca tutto, salva i giusti ed è festa per tutti.I cattivoni, di stessa “classe”, lì lo presero.Prendeteci!
  3. Italia-Germania 4 -3 (1990)
    Film patetico, di depressi, mosci, falliti, ma Rivera è stato più forte di Gigi Riva?
Ultimo minuto (1987)
Tognazzi vive da “merda”, non crede più a nulla, ma Abatantuono sa che la “giovane speranza” è l’ultima a morire. E, in zona Cesarini, il ragazzino salva capra e cavoli, con un “cazzo” di goal della Madonna! Alla Maradona… incoronet!
Che incornata!Del tipo “Dove l’avete pescato?”.
Spostato perché mi va.

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