8 Gennaio romano

04 Jan

Martedì 8 Gennaio, fratelli della community, riunitevi in adorazione del Papa Falotico in quel di Roma, ove Michelangelo dipinse la Cappella Sistina e amò una suora di “pennello” nelle sestine

Mezzanotte da trota in una trattoria “colorita” da schiacciatino nel “panino al prosciutto”. Forse un pannolino ma, anche se in panne, Lei vuole mangiare le mie mutande “all’arrabbiata”: più che rabbit amplessi, una cena con neppure i denti da coniglio e senza sugo di lepre non sudo. Però il purè è puro come il porcello

Sì, incontro una che sto corteggiando da mesi, salvo varie gastroscopie che han sbudellato la mia autostima, “grazie” ai suoi cortesi “No, non te la do, stasera i miei reggipetti aspettan l’ispettore della buon costume”.

Dopo molto se tanto mi dà tanta, Lei m’accorda un “appuntamento-spuntato”. Per meglio dire, alla locanda “Qui i candidi saran bruciati dal peperoncino scott(at)o nel bucolico buchin coi bucatini del cameriere, garzone di cazzon fumante”.

“La faccio” accomodare, prima d’ordinare, mi “scompongo”. Eh sì, non sto mai composto. Anche se vorrei “appostarglielo”.

Emani una sessualità incandescente, da “intavolarci” sopra su posate “allibatrici” della libido più montante di panna, e questo Sguardo tuo “alla diavola”, “malsano” allo stuzzichino, sta aggredendo ogni mio più pacato acchetarmi, mi sorbirei caffè bollenti d’estatico “macularli” in te sdraiata su un tavolo a “chiacchierare” d’ombelico abbrustolito nel bacio spasmodico dai gusti “piovigginosi” del famelico inebriarcene di papille aromatizzate, succhiando poi i pollici e sventolando i nostri corpi fra i “tovaglioli”, angustiati un po’ dal cuoco, cinico che vorrebbe inforchettarci e da un umanoide, lì limitrofo d’antropomorfia  smorfieggiante, che muore di gelosia mentre golosamente si riempie il fegato nei suoi occhi strabuzzati da pollo arrosto.
Quindi, verserei del vino sulle tue gambe, perché sgorghi di color rosso, passione verace dei tuoi tacchi già scalzati e già feticismo del mio fetale affetto dentro le nostre cavità stiracchiate e sgranchite, e di me “incazzato” perché devo attendere il tuo miglior 
dessert. Fra un preliminare impaziente e un antipasto con dei salatini che non son il pasticcino al finale “gourmet”. Prenderò un granchio, ma preferirei l’abbraccio al mascarpone. Dai, il tuo mascara va sciolto nella “zuppa inglese”.
No, la brace no. No, non infornarmi. Voglio solo scaldarti di “capricciosa”
.

Mi ami Margherita?

– No, ordino una pizza al salame del camionista. Poi sgommeremo assieme.
– Va bene, l’idraulico ha sempre la pompa.
– Cioè?
– Mai gettar benzina sul fuoco.
– Sei pazzo?
– Sì, come quell’altro.
– Chi è quell’altro?
– Quello che hai divorato nell’auto.
– Ma sei autistico, per caso?
– No, quando me lo leccano, uso il casco.
– Perché?
– Per evitare che poi mi spacchi il cranio.
– E per quale ragione dovrei farlo?
– Sono una macchina.
– Del sesso?
– No, dell’autolavaggio.

L’8 Gennaio, fratelli cari, meglio le “sorelle” comunque, Stefano Falotico, Uomo balzano amante dei seni anche nelle polluzioni, sarà ruscello a ricomparirvi nel suo Cavaliere più nobile. Egli sporca la faccia degli angeli che son invero finti monaci e sa che l’abito non farà il monaco ma sa esser “monastero” di “campane” din don dan nella mora da benedir con segno della Croce, su un abside soda… perché il mio non s’ossiderà per quanto maledetto.

Sì, balzano ricompaio, eccomi qua, Butcher come Daniel Day-Lewis e fra le vostre bucce di banana, mie scimmie. Tutte ai miei piedi in questa giungla giullaresca ove afferro una liana e ne prendo una strappandole le lane. Sì, di peli noi saettiamo da un albero della foresta alla vostra non tanto vispa, intestinal vista di flora batterica, e amiamo di batteria, battendoci contro i miserabili e chi, di bile, soffre e si mangia il fegato sbattendosene. Va sbattuto al muro, perché si abbatterà.

Ho sempre vissuto “a culo” e come cazzo, appunto, volevo e vorrò, e adesso volo, violando regole vecchie come il cucco dei vostri nidi dei cuculi. Io ve le suono e, se non starete zitti, allora non sarete neanche zii, perché non amo il nepotismo della vostra prole di porcili ma i dilatati pori dei miei vasi “comunicanti” in Lei “spermanti”. Ah, che spumante, come scoppia il “tappo”.

Sì, tanta gente che mi volle “bene”. Da strapazzo come le uova al tegamino di patate fritte. La padella va rosolata e poi gettata nel forno delle “legne”. Ove, scoppiettando “allegri”, boom!, esploderan di tutta evacuazione merdosa.

Quanti ne ho visti. Studenti liceali con licenza d’uccidere perché si ritenevano superiori. Arme convenzionali da or azionisti? Di che, del pensionamento anticipato?
Adesso li han cremati perché, dopo essersi fottuti d’abbuffate dando del buffo al prossimo, si schiantaron in prossimità della vita adulta. Ah, che “duri”, malleabili, più che altro dal malleolo slogato. Dai a me dello sfigato? Stai attento che non ti gratterò con gli imbuti. Più che integrati, son degli “inteneriti”.
Sì, ammiravano e applaudivano il Cinema di Scorsese e, dopo tanti bacini da Muccino d’amoretti al confetto, si son trasferiti a Perugia perché la loro “donna” li scartò nel Perugina d’uno dell’Umbria, forse più penetrante nelle loro “ombre”. Si sa, il bosco di queste qua adora l’impiegato per occuparla in uno con lo stomaco. Sì, delle stomachevoli.

Vidi chi svenne e oggi è addivenuto. Chi si bucò le vene e poi convenne ch’è meglio la “droga” di David Lynch d’una siringa delirante. Infatti, stramazzò all’ospedale con l’infermiera Edwige Fenech che, intanto, rimestò nel torbido col dottor “palloso” a sbucciarglielo da troppe cicatrici acutizzatesi, causa una casa “mutuata” dai poveracci a cui rifilò pillole sedative per calmar i coglioni “su di giri”.
Edwige se lo raggirò, e il ragazzo disadattato, che voleva solo del “latte”, fu ammanettato per resistenza al pudore della “pubica” ufficialessa con tanto di suo lesso nel farci fessi con film coi quali (chiamala quaglia, lo “s-quagliò” eccome) s’arricchì, che birichina, così da produrre anche Michael Radford de Il mercante di Venezia. Eh sì, la Fenech è una che sa dove voleva andar a “pararla”. Dandola di tette, su Pozzetto Renato, finì negli Occhipinti Andrea col pizzetto del Pacino ben pagato di lauta ricompensa. No, Pacino accettò la parte ma rifiutò le sue “grazie”, optando per un monologo contro Jeremy Irons. Da ebreo che non si fa metter sotto, a costo di finir colpevolizzato da tal serpe peggio di Serpico. Se lo scopò. Che grande topo!

Ne guardai tante ma non toccai. Verginelle delle magistrali davvero “maestre” con tanto di “bacchett(on)a” del fidanzatino geometra delle forme più siliconate nell’architettura “dirigente” di massa. Eh sì, Einstein calcolò che massa più accelerazione di gravità dà la legge della relatività.
Queste invece, appoggiate dal compagno, sanno che massa più “lentezza” di “gravezza” del suo “righello” al goniometro degli occhialini regala un relativo divorzio per inconciliabili differenze non calcolate dovute all’amante più “leggero” e spiritoso. Sì, sa farle ridere, l’amante solletica quel che, con l’anello, non è lecito. Perché l’anulare è “impegnato” d’ottone senza manico di scopa.

Di mio, gradisco una panchina vicino a una banchina, con tanto di tè alle prime luci del tramonto nel marinare sempre. Io marino, tu amaro, posso darti del merlo? Guarda che uccellone! Aspetto che i ragionieri rincasino dopo tanto “incassarlo” alle colleghe s-collegate e, dopo litigi che scassano, montino per poi gustarmi il mio guardon’ che sa arderlo senza bisogno di coniugali debiti.

Per il resto, tua madre vale quanto De Niro nel film Nascosto nel buio.
Uccide la figlia di diagnosi quando la matta è Lei.
Lo sospettai subito, usava il matterello senza prima sfogliar la “besciamella” del coniuge. Uno da falce e martello eppur non tanto la trivellò ma fu falciato. Solo quando partorì dei degenerati già partiti, il godimento fu un qualcosa di fuggevole.  Ora, i diseredati, che sederoni, si son sposati con un buon partito. Preferisco infierire. Basta con la Comunione, col Comune, coi mulini a vento. Diamoci di Comunismo!
Che cazzo sono questi ecumenismi? Che mi rappresenta quel fondamentalista che non s-fondò nessuna, Ruhollah Khomeyni. Iran? Meglio le ire. Almeno tira!

Passiamo alla rassegna, non rassegniamoci, stampiamo senza “stapparlo”.

Sì, Johnny Depp regala una spiaggia ad Amber Heard, io regalo un’isola felice alla mia infelicità migliore degli scemi.

Se taluni non mi sopportano, si sobbarcassero le vacche.
Le vacche svaccano e poi sbrachi perché sei fiacco.
La fiasca non è come il mio fisico.

Pagherò comunque i fiscali, fischiando.

E, su tale faloticata non accomodante, vi lascio alle civette sul comò. Sì, il medico è ammalato, io son la cura non legale. Legatelo. Sarà slegato solo dopo che, ribaltato, sarà riabilitato.

La rima?
Eccola: chi rema, se non sta accorto, tremerà e diverrà un termometro.

Non la vedete?
Io sì, tutte le notti diversamente abile nel concupibile.
Essendo allupabile.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Django Unchained (2012)
    Qui, Tarantino has done it again, con un Jackson erudito forse storpio, di crapa pelata su cerone seminegro, vegliardo arcano, un Don Johnson che appare e spia, forse un po’ spara, un Jonah Hill che pensa “Se mi scopavo Marisa Tomei, sarei dimagrito e invece predico contro il Ku Klux senza il suo cul’”, un DiCaprio smargiasso che lo piglierà d’asse, col “bastoncino” dal Jamie Foxx più “Ti faccio una poltrona per due” e, ciliegina sulla torta, il Waltz saggio dei suoi stivali.
  2. L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
    Qui, De Niro ritorna al vecchio Bob, beffardo intima il figlio a esser dolce ma non troppo, e a non autocastrarsi più di sensi di colpa. Perché oramai merita le “coppe” di Jennifer nel ballo trionfante, un po’ “affondandolo” nel ficcante colpo di scena. Amaro come il suo neo grigio, tendente al senile ma, con seder, vincerà di poltroncina un posto agli Oscar.
  3. The Master (2012)
    Anderson è Paul Thomas, e qui non sai chi è il pazzo, se Phoenix umanoide-nomade o il maestro della nuova (dis)umanità, l’inizio della psichiatria.
  4. Stand Up Guys (2012)
    Quando l’arzillo è vecchietto, Walken sa che Pacino non perde il vizio. E assieme lupeggeranno di Notte, fra puttanate ancora. Fra i due amici, il terzo litigante t-romberà nel saccoccio i soldi e scapperà? No, forse d’Escort si fotterà e basta. Morendo sul selciato Arkin dell’Alan meno Delon.
  5. World War Z (2013)
    Pitt il salvatore. Sì, identico a Cristo “oh mio Dio, che cazzo succede?”. Di fantascienza esalta quando sale la Jolie che n’è senziente nella sua di consenzienti dal cachet stellare. Vampirismo di Hollywood a farci bere ogni stronzatona, mentre loro ci danno d’inchiappettatine. I volpini.Fidatevi, meglio il mag(li)one di tua nonna, una che sa quanto Pitt è bono, soprattutto dopo avergli rifilato la calza della befana.
  6. Last Vegas (2013)
    Eccal’ là. Ancora ‘sti matusalemme voglion leccare? Nella città ove s’azzarda, a loro rischio e pericolo di corona-rie. Infatti, nei casinò trovate sempre Fabrizio con l’aureola nel paparazzo che ruba i mazzi. Egli fotografa le prostitute, viene denunciato per “stupro” alla privacy ma, intanto, la Rodriguez è più zoccola dei film di Robert col suo “Machete” in Jessica Alba.
  7. Gravity (2012)
    Alfonso gioca di piano, pianissimo sequenza, e spero che parta dagli occhi della Bullock per sballare d’adorazione lenta sul suo fondoschiena macroscopico nella cosmica apoteosi spaziale interiore alle cavità “sotterranee” d’ogni nostra navicella della penna più Spock-iosa alla Star Trek che ti spacco nelle gambe, che spacchi di cosce, che gonna d’alliscio.Sandra è da sanare.

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