Mezzanotte aspettando il 25 Dicembre, tanto la profezia dei Maya verrà blandita da Carosone Renato col suo “Mo’ vene Natale”. Io non tollero le nevicate, perché vengo di “valanga”
Mo’ vene Natale nun tengo denare
me leggio `o giurnale e me vaco a cucca’.
Mo’ vene Natale nun tengo denare
me leggio ‘o giurnale e me vaco a cucca’.
Mamma, mamma e damme n’a mano
ca doppo dimane fernesce ‘a semmana
e nun saccio che fa’ e nun saccio che fa’.
La “milf” aiuta di “mano…”.
Mezzanotte donnaiola d’“uno” dondolante, pendente dalle labbra nel fuoco fatuo eppur diffamato, essendo infausto d’affamato di femmine che m’effeminarono
Tre lettere d’amore, un amore puro e lapalissiano come le mie paralisi quando vedo un culo che ha un suo perché e anche i fianchi d’un altro che l’”affranca”, sfiancandola mentr’”incagnisco” il canin “mancino”.
Più “porcata” micidiale di “botta”.
Una figona macroscopica d’Indianapolis-curve tortuose eppure da torrido nel “cruscotto” che vuol “scrocchiarla”, intimamente-accelerando.
1) Magnetico scricchiolio erotico, il tuo seno rovente, glabro di seduttiva maternità burrosa ha raschiato il mio rauco essermene non assolto ma dissol(u)to desiderarlo.
Voglio insinuarmi e tuffarmi di capezzoli nella brezza.
Risposta: – Fottiti. E levati. Lavati.
Controreplica: – Sì, mi sto elevando… nell’acqua del Giordano, grondando d’ano. Battezzami battona. Dunque, sbottona e innaffiati.
2) Innanzitutto, bellissima e fuori dalla massa. Come me, Uomo post noir, in Blu-ray eastwoodiano del mio carisma negli zigomi lapidari d’occhi pallidi eppur neri d’azzurro. Sono il nuovo Debito di sangue, edito dalla Warner, e tu il mio Cuore rubato. Sarai rubina col mio pelo grigio?
Ti piacerebbe, anche per amicizia, conoscere un tipo “non affollato”, spesso affogato, romanziere nel romanticismo e rambistico contro i cinici? Insomma, un cigno che fa il baffo a Capitan Uncino?
Se Neverland è la tua patria, allora voliamo, avvolgimi e concupiscimi. Ho voglia, cazzo!
Risposta: – Ti piscio in testa.
Controreplica: – Non contaminare la mia isola (in)felice. Ecco, il mio uccello non c’è ma potrebbe essere dentro di te…. Sono Peter, Peter Pan… di zucchero ma anche “salsedine” se non mi tergerai al Sole delle tue mele.
3) Mi respingi ma vorrei spingere, basta coi pisolini, tutto va accresciuto. Anche quando dormirai, io dominerò dall’alto verso il “basso”. Mia principessina sul pisello…
Quelle tette sono farina del tuo sacco?
Voglio “insaccarlo”. “Impanami”. E tutto il pen impennerà!
Di bagnato!
Risposta: – Ti castro seduta stante.
Controreplica: – No, basta con le (c)astrazioni, basta con le palle che roteano nell’universo, voglio esserti concavo di sfere spaziali fra le balle… di fieno. Sì, affanniamoci nelle stalle, voglio “installartelo” nel “cavallo”.
3 e mezzo “chilo”) Sono un fighter e ti sbranerei, versando caffè “bollente” su un addome d’allisciar di baci.
Abito lontano ma prenderei il primo treno per Memphis in te affinato e “affondato” di mordente. No, non scollegarmi con un “bannaggio“, sei una sventola e la mia banana merita profumi ove coverò senza sinapsi di troppo e privi di schiaffi ma scafato ed effuso, “pepsizzandoti” di fusa nella coca ettolitra del sudore mai smielato poi “stucchevole” in senso di piastrelle aromatiche d’orgasmo. Nel quartiere, sono Mickey “Il gatto”, appellativo che mi affibbiò una vecchia maleodorante dopo che mi “scornai” con la figlia, intraprendente d’appetiti, ché almeno è liquor di buchi senza peti cosmici del moralismo chiesaiolo ma da “scassinar” di mio casino.
Ti chiedo venia se son (s)venuto, hai due gambe che, oltre allo sballo, han già odorato la mia “rapina a mano armata”.
Amami e brinderemo il Capodanno d’olio miscelato nel motore turgido, ove il liquore a scoppio “pandorizzerà” di velo raffinato nelle tue cosce scopanti di fumante. Che “spymanti!”.
Al che, contattai il chirurgo plastico per varie amputazioni, non solo per il “mio” spezzettato.
Mi rispose che ha degli “arretrati in sospeso” con Rourke.
Prima d’un quarto di secolo, l’agenda è piena dei suoi “tagli”.
Dunque, mi recai alla bocciofila, sperando di rintracciare i miei testicoli fra qualche “vecchio”.
Ma un delinquente m’inumidì di coccole, strofinando il suo pugno nell’“estrazione”.
E obbligandomi ad azionare un investigatore per “recuperarlo” in extremis.
Sia “lodato”. Cosa? Il muschio, il miscuglio di cazzate, il maschio arrapato, l’Uomo boschifero, un po’ schifoso ma equivoco e “vocali” di chiave nel buco.
Stronzi, sono del reparto ferramenta, il mio Merry Christmas è questo:
Applauso!
Sinceramente, domani sarà un’altra inculata.
Sì, le donne rispondono così al mio rimorchiarle, qunado (at)tento d’“orali” per le tendine:
– Conosci la differenza tra un flusso di pensiero autoreferenziale e uno scambio di comunicazione tra persone che non sia un interrogatorio?.
– Ma guarda che lo so. Sono centratissimo. “Concentramento”. Parlo solo di me anche quando gli altri sparlano del sottoscritto.
– Direi autocentratissimo. Ma hai mai pensato di aprire un bel autocentro?
Autolavaggio.
– Lucrezia caschi male con me. Son stato in analisi. T’ha turbato questa news?
– Aspetta, devo riflettere.
– Cosa stai riflettendo? Se “fletterla?”. Dai, non farmi a fette.
– No, pensavo, “soppesavo” se piazzarti un calcio.
– Amo le punizioni “balistiche”, dette palla piazzata all’”incrocio”, la cosiddetta “foglia morta” che s’affloscia dopo la parabola ascendente che “cola”. Di colpo di culo. Gran “rete”.
– Sei una merda.
– Dai, scherzarvo.
– L’analisi è una truffa. Meglio la transpersonale.
– “Trans…” per cosa starebbe? Non è che, lì in mezzo, scovo che c’è un serpentello?
– No, tranquillo. Sono Eva.
– A me parevi Adamo. Dunque, a prescindere… dammela.
Il mio amico Stanzione su Facebook, a proposito del nuovo Grandi speranze, scrive: di quegli adattamenti che non cambiano il mondo e neanche lo rendono un posto migliore.
Riposta del Falotico: – Nessun adattamento rende il Mondo migliore. Per questo, non m’adatto. Provai a fottermi la mia prima ragazza, “funzionò”, poi continuai a masturbarmi, “filosofeggiando”.
Dialogo, Davide: – Ma insomma Stefano, non val mica come massima assoluta (al di là delle tue pose esistenziali, va da sé che, in quanto tue e solo tue, sono granitiche).
Stefano, cioè me (medesimo-mimetico): – La mia non è una posa, è uno che mai si sposerà. Sono “durissimo”.
E comunque, a Ralph Fiennes, preferisco De Niro.
Domani, quindi, non ci sarà nessuna presentazione della mia opera a Roma.
Tutto spostato all’8 Gennaio.
Il solito “inghippo”. E dire che m’ero precautelato di bigliettini e inviti, con tanto di fanfare gladiatorie anche su questo sito.
Questa è bella, è “bellissima”. Parafrasando Totò.
Già, ridiamo…
Sì, non vado preso sul serio quando ho le “crisi”. Prima, a sedici anni erano passeggere, adesso manca la passera.
Ho detto tutto.
Chi ha orecchie per intendere, intenda, chi è un “ricchione” sturi bene…, tutti “lo” prendono.
Io lo do.
A chi?
A te. Cioè sempre (D)io.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Non ci resta che piangere (1984)
- Paradiso perduto (1997)
- L’armata delle tenebre (1992)
- Grandi speranze (2012)
- Johnny il Bello (1989)
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