Causa figlio sciagurato, e il documentario dell’HBO di Scorsese su Bill Clinton, ribattezzato il carisma dell’oratoria “orale”
Viva Las(t) Vegas!
Amici del patto di sangue, innalziamoci nell’irascibile potenza batmaniana da barman con noie divoratrici
La stanchezza, le afflizioni, il lamento di chi “perse” e, strangolato da un ricattatorio sistemino a base di giochetti psicologici, assediato e minato nella dignità, con violenze subdole fu angosciato nel “mutismo”, e ondeggiò incessantemente “piagnucoloso” nei lavaggi mentali perché mal giudicato troppo “cervellotico” per aderire alle stagnole, stantie regole “laccate” di lecchini ch’allaccian le coscienze giovanili, ammorbando anche le forze ventricolari degli spasmi acuti, dilania(n)ti nell’urlo, squartato di vigoria atrocissima e intonato a un salvifico, guerrigliero, mai domo e mai arreso a gridarvi contro, scardinare le mura di questi “rubicondi” damerini pasciuti nell’allegrezza borghese, e intimarli a recedere dalle loro ottuse presunzioni e posizioni. Accerchiarli, appiccar fuoco alle loro anime e non arretrar un istante. Senza remore, intimorirli, castigarli, ingessarli fra pareti che s’appiccicheranno alla macellazione micidiale di come, protervi, contundenti, nazisti e agghindatamente ambiziosi, incendiarono a combustione lenta, col veleno virale delle loro allusioni “inguinali”, con la suggestione affinché chinassimo il capo e c’inaridissimo in trincee patetiche, barricati solo per un quieto vivere invero farfallone e ancor più fannullone, di chiacchiere, retorica e lor cazzeggio mascherato dietro la “prosopopea” di “lauree” igieniche, annodate nella cravatta e nel doppiopetto impettito della “serietà”.
Quando poi, carnevaleschi, la smorzano, “innamorati” di stati bradi e animaleschi d’orge buffone, di lagrime coccodrillesche “stizzite” sol quando le verseranno a tragedie già annunciate, evitabili ma, per colpa delle loro “evirazioni”, già spirate. Espiassero!
Quando, nel rimorso del falso pentimento, fingeranno ancor più laidi d’essere dispiaciuti, e di “mea culpa” tardiva avran già che dilapidato un altro Uomo, bruciandolo vivo col gelo della loro fredda arroganza.
Sedandolo e sedimentandosi in certezze che non vollero prestare ascolto, “tagliaron” le porte in faccia, perseguitando d’ingiusto pregiudizio e famelico sadismo, figlio d’una cattiveria proprio disumana dei più bassi e questi sì, perseguibili, istinti “casti” da caste. Del privilegio ereditario acquisito rubando, calpestando, “menefregandosene” di risatina “Arrangiatevi! Adattatevi!”.
Gente che si meritava quel ch’è successo e con più rabbia, irreversibilmente, accadrà.
L’ostinazione di tali fiere fierissime del loro “intoccabile” abito “firmato”, immacolati e immarcescibili nei colletti e poi a decollare e ad “accoltellare” d’omicidio bianco.
Oh, come sbiancheranno, e gli avvertimenti furono tanti. Ma si tapparono le orecchie per altri ostaggi da rapir, rattrappendoli per stappar il loro spumante “felice”.
No, non rimpiango un solo gesto “pericoloso” contro costoro, insisto imperterrito, a muso durissimo, spietato.
Sfida aperta.
Distruzione apocalittica d’una promessa irrinunciabile da mantenere.
Amen. A Cristo!
E, come Sailor Ripley di Cuore selvaggio, “faccio” il cattivo tenente sulla mia Laura Dern, dandoci di “pelle di serpente”.
Io sono “matto?”.
Già. E questa è sanità!
Che “insalata!”.
Dite a quella mentecatta di costituirsi se non vorrà essere “prostituita”.
Anche se ne dubito, per ottenere un ruoletto come professorella, pare che sia stata sodomizzata da vari extracomunitari che le “pulivano” le “scarpe” durante i suoi “quiz”.
Amo Django, il “Nerone” che brucia.
Tornando al titolo. Il figlio di Douglas, Cameron, credo che si suiciderà. Deve scontare nove anni di prigione per spaccio di droga. Il padre, dopo doverosa cura al Cancro, è ora grintoso di Traffic.
Scorsese invece annuncia un film per la Tv cavo delle cavità entro cui il “glande” Clinton entrò in tutte le “monache”-Moniche.
Sì, Martin è impazzito. Dopo Taxi Driver, adesso la White House da ripulire del pappone.
Se m’interpellate a proposito di ciò che penso del Mondo, la mia risposta è tal proclama.
Oggi, leggevo di una notizia sconvolgente. Degli infermieri legavano i pazienti con disturbi pischici e sono stati giustamente colti con le mani nel “sacco”.
Verranno picchiati, a loro volta, in carcere.
Ecco, domani leggerò la stessa notizia. Perché il Mondo non cambierà mai. E lo ritengo una schifezza.
Sì, potevo essere un Addams alla Tim Burton e un Adamo qualunque. Tanto Adamo è un povero maiale che vuol la mela di Eva.
Così, decisi di “sterzare” e trasformarmi, “transformer” nel Jack.
Sparatevi questa e dite a Jennifer Lopez che le darò un’altra “accelerata” se non sta zitta con quel culetto sguaiato: http://www.filmtv.it/film/3292/grosso-guaio-a-chinatown/opinioni/665779/
Big trouble nella “bubble” del cervello camionista, uno che vive del suo carisma senza Bibbie
Jack Burton, un nome ch’evoca il Nicholson polanskiano di reminiscenza noir, invece (si) contamina nel Kurt più Russell e sfrenatamente muscolo ironico. Canagliesco “loser” che guida un TIR, stirando ogni nemico nel colpo “basso” della sua risata menefreghista, antileghista, slegata senza freni.
Uno che, dietro il “parabrezza”, se guidasse oggi, avrebbe sicuramente “impresso” il fondoschiena di Jennifer Lopez. Stampato nella sua ottica “storta” da autista semiautistico di “demenziale” genialità. Sì, un tizio tozzo, grande e “grosso”, ammaccato di neuroni buffoni, che non va per il sottile con le donne. La sua misoginia è strategica, piazza battutine pneumatiche per “sgommare” beato su tutte, anche in tuta bombastica d’addome non appiattito.
Ah, Jennifer…, “stilerei” una parete di tutti gli orgasmi che ho trangugiato senza “distillarli”. Quando, anni fa, s’esibì in un costumino dal seno “galoppante” per la “scaloppina”, sempreverde su abbronzatura mulatta per lattea suzione.
Quando, in pants esagerati di striminzito graffio alla tua più imperturbabile “griffa”, un po’ giraffona formosa e animalesca di balli latini, sculettò addolorando il tuo leonino “boxerino”.
E pompavi con l’autoradio “spinta” over the top. Da Stallone amico del Tango & Cash.
Quella cagna si sposò perfino con Marc Anthony ma, durante una delle sue rare pause dal “mouse” della sua gattina, finì a letto anche con me, il lupus.
Sì, questo l’accaduto piccante di mio “spiccato” involarmi nelle sue voglie.
Fu un viaggio “nebuloso”, irto e impervissimo. Valicai tutte le “curve” più tortuose del Nebraska, alla guida appunto del mio camioncino. Che tortura. Dovevo rinfrescarmi dalla fatica. Ma, in giro, non avvistai nessun motel. Girovagai a lungo, a perdifiato, e la benzina stava per finire. Quando, all’improvviso, su una collina di texani alberelli, adocchiai di sfuggita una bettola. Lì, incontrai la “puttana”.
Avevo bisogno d’un pasto caldo e di stendere i miei bicipiti arrugginiti.
E chi ti pesco? Jennifer, già, una con due pesche adescabilissime-facili. Ora, perché si trovava lì? Pare che avesse tenuto un concerto per dei sindacalisti messicani, aizzandoli di “Arriba arriba!” e, dopo un infinito itinerare, anche Lei desiderava “stiracchiarla”.
Era affamata e, appena la vidi, tramutai nel grindhouse fra le mutande. Ah, indossava calze su minigonna attillata e attizzante. E stava gustando un panino di prosciutto accavallato su tacchi(na).
M’avvicinai, previo bere una “liscia” con ghiaccio, m’aggiustai il bavero da tenuta post bevuta, e le sbavai un “Sono Jack, tu Jennifer. Due i lunghe amano, secondo te, la tua unghia nel mio ungulato?”.
Lei “afferrò”. E, cinque minuti dopo, accalappiata nella stanzetta affittata dietro lauta mancia senza sconto, la scottai, sferrandole vari “rovesci” di “dritto” e “dietro”.
La lasciai dormire distrutta, sudò tanto che si risvegliò tre giorni dopo con l’emicrania.
Nel frattempo, successe questo capolavoro di Carpenter.
Roba da non crederci, miei cari.
Io e il mio amico Wang Chi ci stavam recando all’aeroporto di San Francisco, per prelevare la sua Donna. Capito Wang? Faccia da cinesino scemino che sta però con Kim Cattrall, sinuosa da sex nella city.
Ma altri suoi “consanguinei” gliela fregarono.
Perché tal bonazza era la primizia-prima scelta delle “mire” d’un vecchiaccio schifoso. No, in realtà Kim interpreta la parte dell’avvocatessa ma è più figa dell’altra. Sì, un gran casino, ne succedon delle “belle”. Imbrogli, raggiri, scambi di persona, depistaggi, pestaggi, botte da orbi, Kurt schizzato, “scanottierato”, scatenatissimo. Grande!
Si scopre che tal mostro era invero un principe maledetto che, per tornare giovane e scongiurare appunto la sua immortale, ottuagenaria senilità, deve sposare una damigella con gli occhi smeraldo.
Rapimento, ostaggio, tutta la Cina dell’Imperatore.
Una stronzata colossale!
Dunque, un pezzo da anni ottanta da far invidia al cinemucolo di oggi.
Ficcatevelo in testa! Non c’è Jack che non sia falotichesco.
Sì, allacciatevi le cinture e state accorti se non volete che ve l’accorci. Io concio per le feste, io son “coniglio” nel canino.
Finirei quest’esegesi colta con questa “volgarità”: sette culi entro cui…
1) Mischa Brooks, leviatana che alita “snocciolata” sublimando durante il “soffiando” soffice.
2) Alexis Texas, ove il sodo vuole il “covo”. Sì, corvi miei, incurvatela.
3) Roxanne Hall, il fascino maturo della “rifatta”. Da farsela di più.
4) Brandi Love, una che batte… tutte.
5) Brianna Love, doppio amore coi fiocchi!
6) Ami Emerson, la rossa che struscia nell’arbusto.
7) Rocky il settimo, uno che ti sgancia il gancio ed è “sconcio” di pugni. Balboa ti appende, non c’è “dipende” che tenga. Tenetelo! Le classiche “botte” inculanti!
Chiaro, bottanazze!?
E ora vecchio, beccati questi:
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Last Vegas (2013)
- Mi gioco la moglie a Las Vegas (1992)
- Paura e delirio a Las Vegas (1998)
- Via da Las Vegas (1995)
- Buffalo Bill e gli indiani (1976)
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