Lode al Cinema, alla Letteratura e alla mia “posa” che non si sposerà mai, in quanto prescelto da Dio in odore di “santità” fra i malsani sessuali
Io e il Cinema c’annodammo in questioni omeriche, e costrinsi la mia mente a risalire lungo un impervio, nottambulo cammino per non finire “bruciato” nei camini sul “forno a legna” delle donne, che avrebbero arsa viva la mia “fisicità” spaventosa da Max Cady impertinente nella “truffaldina” risatina schierata, vessilliferamente, contro il “pen’ fiammifero” dell’uomo “allattato”, arrogante di plebiscito e ossessionato dal “triangolo amorevole”, ove va sempre a parare di discorsi (auto)inculanti di suo “ottovolante”. Egli si sbudella, rosica di fegati slabbrati per leccar quel che vorrebbe e invece, solo agognato semmai con la cognata, rimane arrostito nel desiderio non concupito. Vorrebbe “spataccarsene” e “spaccarle” come le mele ma, fallendo di fallo e fisico imbolsito a pera, si spaccia per non capito, capitombolando nei giochi di tombola per esorcizzare “giocoso” la tomba.
Io e il cosiddetto sesso siamo agli antipodi. E non provo pena per me a dichiarare tale massima fra questi omini minimi che ne son “incappucciati” da “strozzapreti”. Tutti, sì, di “cappella” pregano per vergini immacolate da “colla”.
“Favellano” Notte e dì, ubicando i loro ragionamenti entro quella… traiettoria, fra trattorie di panne “montate” nel ragù d’occhiolino perspicace su una procace e “arrabbiata” per esser “affumicata”.
Aizzo la battaglia e non intendo arrendermi alla pigra, pastasciuttesca borghesia di tali pranzi puttaneschi. Il matrimonio, in Italia, fu uno dei patti più ipocriti.
E ben ve ne spiego, al (det)taglio, le ragioni. L’amore, secondo me, è un’illecita bugia che c’infilarono durante i “riti sacerdotali” e satanici del “catechismo”. Ove fummo “chiesaiolizzati” per (pro)tendere al “tensivo” e finire dunque ammogliati con una “stiratrice” da detersivi.
Le donne le conosco e, perlopiù, le ripudio. Poiché il podio è podista del mio testacoda da cavallino matto che mai s’assoggetterà alle regole “sensuali” di tal “convivio” sociale d’animalità coatta e da branchi(e).
Le donne, quando adolescenti, si raschian il clitoride sognando il ragazzo “più nelle gambe”, quello che, a pelle, provoca caldo irresistibile. Da “imboccare” di educazioni non educande ma piccante per “farlo” crescere… . Una volta raggiunta l’età “matura”, non bastan più i “duri”. Ma uno, incluso gli amanti per divertimenti da verità nascoste, che la mantenga e la soddisfi quasi quotidianamente.
“Dimostrandole” che è “adatto” al suo stato depressivo già da “inguainare” di cura “virile”.
Sì, una povera strega screanzata volle darmi delle sberle per “adultizzarmi”. Per “rizzarmelo”.
Non sono uno alla mano e alla “palpatine”, e venimmo ai manicomi…
Sì, incontrai una suadente bionda che mi sverginò, salvo accorgersi che, dopo 5 min dall’atto già “ritroso” e “ritirato”, fu solo cagione d’altre disavventure mie mentali a un cazzo già andato.
– Stefano, secondo me, dopo aver scopato, sei impazzito.
– Già.
Come molte altre donne che, basandosi solo sul mio volto “figo”, provarono a “ficcarselo” per “inserirmi” nella “normalità”, non ottennero il mio “visto”, posso asserire che il sesso mi fa solo male.
Ed è dunque malvagia bugia a infiacchirti per infarinare il tuo genio.
Ché, acuto, deve solo spingere oltre il conformismo delle forme e delle curve, formandosi come vuole, anche se sarà trattato disumanamente da “deforme”.
Io “verso” la forma sui maccheroni e voglio questa fame. Altri appetiti non “imbiancano” il mio pranzo. No, non sarò mai uno da lavoretto per poi spaparanzarsi davanti alla Tv con la birretta e la “tredicesima” cattolica del decalogo.
Sì, in ogni modo, desiderarono che anch’io adorassi il sedere, per poter sistemarmi di “gran culo”.
L’uomo medio, appunto, considera forte colui che scopa come Ercole e che supera tutte le prove e le “piovre”.
Mi spedirono a un’esistenza grigia di tal monotonia ma, dopo un leggero, vago sbandamento, tornai all’ovile, rifiutando, lo ripeto, i porcili e tutti questi peti, pentimenti.
Perché il Cinema, per me, non è un mero passatempo da “merli” alla Lando Buzzanca e la panza fa solo assonanza con “patonza”.
No, di patate io son esperto di cottura nel microonde.
Così è, così sarà.
Chi non mi sopporta, si sobbarcasse le troie da fornicare di “bona” forchetta.
Preferirò sempre il mio zigomo ai mascelloni. E le stecche a una bistecca di maiale.
Firmato il supremo Stefano Falotico, maudit.
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