L’addome s’appiattisce, il cervello diluisce, qualcos’altro “smaltisce” mentre smalta
L’anomala(ttia) ipocondria-ca d’un Uomo che poteva essere il nuovo Re di Troia e sta “scomparendo” simil-Polaroid alla Massimo Troisi, di grande freddo polare, come il padre “fantascientifico” di Ritorno al futuro.
Un mio amico prova scongelarmi, l’ibernazione riscaldata provoca un “effetto serra” perché vorrei ancora barricarmi “al calduccio”, nella mia zona rintanata senza i “buchi dell’ozono” da donnaiolo qualunque per erogene zone “contaminatissime”, visto l’andazzo puttanesco delle odierne “amazzoni”.
Sì, da statuario “a stenti”, la fame si fa sentire, provo a “racimolare” me stesso, raggranellando il mio corpo prima che sparisca nella polvere. Forse, ci s(t)arà lo sparo in testa, deflagrazione alla purezza estinta di tinte sanguinanti su pareti imbrattate.
Spedisco i miei manoscritti ovunque, ogni volta che squilla il telefono, spero sia uno che possa darmi speranza. Un editore, un “buon” contatto, o una che, anche di “amanuense” raccomandazione dietro “Intimi” favoretti sessuali a spingerle dentro, possa darmi la spinta.
Lo slancio s’ammoscia, il “laccio” mi renderà un ramoscello, e penderò dalla trave in mezzo a questa società traviata e corrotta. Sì, urlerò “Adesso mi sono rotto, cosa volete da me? Mi son spaccato il culo, credo che mi spezzerò il collo!”.
Sì, in questo Mondo t’accoltellano se non “decolli” e, se presto non cogli, t’accusano d’averti (s)beccato in flagrante. L’altra sera ero a un bar. Entrò una signora con tre chili di trucco.
Le chiesi gentilmente se potevo “toccarla” per constatare se, nonostante le mie afflizioni castranti, ancor “tosto” è appetibile nello zucchero del suo “scappellar’” da falsa cappuccina della sua pelle “al caffè”. Sì, copre le rughe della senilità con un che d’”abbronzante”. A parte l’età e la sua tintura, se li porta bene. Cosa? I seni? Completamente rifatti. Eppur ci vorrebbe un “rifarsela”.
Mi diede della “fece”, esponendo davanti a tutti la sua nuziale “fede”, molto religiosa al marito cornificato peggio di Belzebù.
Mi cacciarono dal locale a calci in faccia, stuprando il mio desiderio “innocente” di volerle esserle “marmellata” di brioche.
“Catapultai” in mezzo alla strada, frequentata da balordi che attentarono, cupidi, a violentarmi pesantemente d’offese “carnali”. Fuggii alla disperata, gridando aiuto “Al lupo! Al lupo! Hanno la lupara! Sono dei mannari, vengono alle mani, questi animali!”.
Dalla padella alla brace, dai buoi alle mannaie, ecco. Girando l’angolo, scorsi una coppietta lesbica che aveva imbavagliato un ragazzino, obbligandolo a esser “rigido” cattivo tenente dinanzi alle loro tette slinguazzate. Tentai di liberarlo, ma caddi in tentazione nei riguardi, irriguardosi, della rossa, di nome Michelle. Afferrai la sua compagna, Chanel, bionda d’origini terrone nascoste nel nome eccitante francese, e la “imbragai” per “infilarle” un bacio “naturale”. Scivolai, nel frattempo, in una pozzanghera lì vicino e il ragazzino, intanto slegatosi dai nodi “marinareschi” (scoprii più tardi che viene pagato per questi “umilianti” giochetti, marinando la scuola), m’inveì contro d’altri insulti derisori: – Ah ah, sto venendo. Sei un omosessuale”.
Tornai a casa sano e salvo, “semicalvo” per il pericolo scagionato, mi sdraiai a letto. Dopo tre minuti di sonno “pesante”, fui svegliato dal Pinocchietto lì appostato sul comodino: – Dai, Falotico. Forza, non mentire. Hai voglia d’un femminile “grilletto”, s’è allungato il tuo “nasino” di “cartilagine” nelle mutande. Guarda qui che Pollicino, io direi polluzione!”.
Il burattino mi “scaraventò” a letto. Scoprii presto che non ce l’”aveva” di legno. Infatti, dopo dieci secondi, non tanto netti, ma da inetto, il “suo” si sbriciolò prima di “bruciare” come Mangiafoco.
Corsi in cucina, aprii la finestra e mi affacciai al balcone, svegliando tutto il vicinato: – Sono il Papa. Mio zio acquisito, Gigi, è come Sammarchi. Stessa andatura da cretino. Non è laureato, lavora tre ore al giorno come “bibliotecario” nella libreria del paese natio dei miei genitori. Ha sempre percepito più di mia madre, che è biologa. Secondo me l’”ha dato” al sindaco! Sappiatelo!
Ho sempre creduto alla morale cristiana, all’Eucarestia e alla Caritas, ma con me non sono stati tanto “cari”.
Mi trovo qui, solo “in pigiama”.
Quindi adesso, platealmente, mi sparo una sega sul terrazzo!
Dunque, con estrema indifferenza, dopo averlo “spiattellato”, il caramello, sulla faccia d’uno scemetto lì sotto, per caso, nel cortile, mi risbatto dentro. Lo scemo incassò lo “spermicida”, io nascondo l'”omicidio bianco”, ficcandomi in casetta.
E penso ai fessacchiotti. Il Mondo, perlopiù, ne è stracolmo.
Pieno zeppo di queste zecche ammorbanti. Ma il problema è genetico, anzi congenito alle “pedagogie” dei genitori, ossessionati, come da tradizione fortemente “metafisica”, alla potenza del maschio “topolino” e all’”agghindamento” della femmina, la zoccola.
Il maschio, sin dalla nascita appunto, vien sbirciato e all’occorenza “prepuzizzato” di circoncisione, come da discendenza egizia. Sì, affinché cresca “forte” di buon auspicio che il glande “fertilizzi” fottendo gli ebrei, “invaginandosi” senza complicazioni contraccettive da invaghimento che, senza profilattico, potrebbe “scioccarlo” anafilatticamente. Viene semiesportato affinché s’esponga “tutto”, così non avrà bisogno della palpatina “aromatizzante” prima del blowjob scoppiettante. Le donne, di “contraltrare”, stan al gioco. Le madri, premurose perché sviluppino seni avviluppanti, incitano infatti all’ingrossamento mammario per l’erezione peniana, penando se la figlia, entro il compimento dei suoi quindici anni, non ha ancora tonficato l’“alto” addome di grazia spermatozoica, come esige il passaparola di generazione in generazione del “Più fai sangue e più figli trucidi tramanderai nel verbo della lingua biforcuta”.
Sì, infatti si spaccian per religiosi. Il Sabato sera “tribalizzan” di (tim)balli, sganasciandosi nella forchetta d’una cenetta, poi nella porchetta di chi le infornerà di sandwich, il panino del “prosciuttino” tutto pienotto di “cotta”. Dopo tale “crocifissione”, di Domenica si sveglian tardi, tornan ai fornelli, rimembrando il membro del rude torello delle loro cavalcate da rodeo, quindi, dopo opportuna, nuova abbuffata, “digeriscono” schiantate in poltrona, sintonizzando di nuovo l’occhio su un marpioncino “in famiglia”, ben augurante per una pia, ripetitiva settimana lavorativa d’oneri “doverosi” salvo lo svago della “svaccata” del weekend.
Le donne, sì, son pallose, gli uomini di contro sono invidiosi, e rosicano di fegati “appallottolati” nei thriller più “fucilanti” da chi ha le palle e poi si sottomette da ragionierino dell’ano tutto “insaccato”.
E la vita di questi qua va.
Imborghesita ma “felice e contenta” come se Brad Pitt recitasse nel film Intervistarono il mio vampiro ma le mie belle svampite, disturbate dal mio volto troppo “affilato” di canino, non mi furon più cagne di vampate, e finii angioletto senza Jolie Angelina, intanto “concupita” dal “gel” d’uno più peloso di “cotonarla”.
Titolo impressionantemente “lungo” che però “la” dice tutta su questa razza animalesca del “bestione” che è l’uomo, inteso in senso primitivo.
No, non recedo. Mi massacreranno in cella d’isolamento ma io ribadirò: “Io m’isolo senza le vostre suole. Suore, voi siete solo delle sorcine e tu, che volevi picchiarmi, sarai trombato come quella suonata di tua sorella!”.
Evviva Socrates!
Sì, sono l’elogio della follia, come Erasmo da Rotterdam!
Anche se odio gli sceriffi di Nottingham.
Su questa stronzata, buonanotte! Anzi, Robin Hood, colui che toglie ai ricchi per dare ai poveri.
Ma aveva ragione Superfantozzi, se uno toglie ai ricchi per dare ai poveri, i poveri poi diventan ricchi, e tutto va a puttane un’altra volta.
Infatti, Merenda nel suo cognome sa che è Luc–ky. Il “suo”, sul picnic, spicca “solare” e sporca le porcelline da “lupetto” di macchioline sulle fragoline.
Ma rimane un attore di merda.
Finirei in “bellezza”. Una psichiatra prova ad “accerchiarmelo”, nel persuadermi che, così (non) facendo, perderò la stima di me stesso.
– Sì, Falotico, senza sesso poi laverai i cessi.
Per ottenere il sesso, ci vuole il successo.
Le ficcai il ciucciotto e, sotto camicia di “sforzo”, la implorai sin a “esplodere” in un “Accattalo!”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- La fattoria degli animali (1954)
- Animal Factory (2000)
- Anime fiammeggianti (1994)
- Sette anime (2008)
- Biancaneve e i sette nani (1937)
- Cuori in Atlantide (2001)
- I Goonies (1985)
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