Sono Simon Silver… linings playbook, un buffon’ “finto cieco” di rivelazione profetica

16 Nov

Spoiler: nel film, Red Lights, che solo la redazione di “FilmTv” ha stroncato, salvo l’ammanicato Porro Maurizio, il quale, in uno dei pochi momenti illuminanti della sua via ruminante, ha indovinato il meccanismo ingegnoso del film di Cortés. Sì, compro settimanalmente la mia affezionata rivista, ma non mi “vedo” nei giudizi. Per anni, noi lettori fummo ammorbati da Bocchi Pier Maria, che tenne in auge solo Michael Mann, trascurando sua moglie che miscelava nel manico di “scopa” con uno più “ameno”. A quanto pare di “canna” più a-r-mata. Prima, avemmo Martini Emanuela ché, se il film non era triste e “propenso” in zona tragica, non lo lodava. Solipsista della sua incurabile depressione, amò Clint Eastwood solo perché fraintese le sue “monoespressioni” per la sua vita senza jazzistica session d’uno duro duro d’erezioni. Quindi, Magrelli Enrico, di “panciotto” a incensare Cameron Diaz, tanto che ora “accavalla” con Marzullo Gigi, e “distilla” recensioni da bottiglie di vino nella cantinella del cantuccio del “cinema” caruccio. Mah…, il dubbio permane: chi assunse tali suini? Tornando al Porro, gli preferisco l’omonimo Vincenzo della mia periferia “scalognata” nella Bologna più “Pescarola”. Porro era un mio compagno delle medie, a tutte le insegnanti alzava il dito medio, poi gettava il suo “pennarello” sotto il banco per “oscur” scrutare il peletto della compagna, “ridendoselo” di gusto col suo compagnon’ di “merende”, tale Bronte, già bisonte a dodici anni. Dopo molte prese nell’ano, Bronte par che viva sui monti, nel “fanculismo” da “deluso” peloso alla Vasco Rossi. Porro & Bronte, due “cuoricini”, s’incontreranno come delle “star” al Roxy Bar, cantando con Ligabue la loro piccola “stellina” senza cielo. Si bruciarono, dunque se di tanto uccello favellarono, adesso di feci ancor “fannulleggiano”. Vite da “favola”. Porro però aveva una “marcia in più”, però. Sì, quella del teppista “Carmageddon”. Una volta offesero sua sorella perché è handicappata, e “lui” li “accoppò” di tamponamento. E anche di tampone, avendoli accoltellati previo senso di colpa da “infermiere” redento. Prima spaccò tutti i lor denti, quindi, dopo il “traumatologico”, li fasciò con delle garze… Eh già, come la sepoltura dei faraoni egizi…, li mummificò in modo tale che la polizia non potesse risalire (eh, il sale “bendato” sul volto putrefatto-“balsamo-che salma”) alle impronte del Carbonio 14. Altre volte invece, stanco di quei “preparativi” asfiassianti… e “infarinanti”, prima li polverizzò e poi li carbonizzò. Andando poi a gustare, col “carbonaro” Bronte, dei fumanti spaghetti alla carbonara presso l’osteria “Il mulino bruciato”, ove assieme ad altri “spellati vivi” intonavano la “canzoncina” canzonatoria dal ritornello sei diventato nero, nero, nero, come il carbon’!“. Sì, Maurizio è un po’ più intelligente dell’altro Porro(so), ed è lui a suonargliela. Maurizio, secondo la “legge” del Darwin, crede che a (r)esister a questo Mondo, sarà solo il più “forte”, infatti è un “patito” di Alberto Fortis: Vincenzo io ti ammazzerò, sei troppo stupido per vivere oh Vincenzo io ti ammazzerò perche’ perche’ non sai decidere! Comunque, facciamo i seri, chissà… Nel film di Cortés, una super racchiona cosmica, con tre chili d’occhiali, intervista De Niro da giovane, “scimmiottato” da tal Sbaraglia Leonardo. Chi ha scelto costui? Non c’assumigghià pe’ nient’! Infatti, all’intervistatrice vien da ridere, sebbene Simon Silver non stia scherzando. Lei lo definisce un pagliaccio, e Leonardo fa una smorfia deniriana-beffarda alla Carlo Verdone del rosso “qualcosa come riso, come me vien’ da ridde’…“. Ieri Notte, al solito non presi sonno, provai col sonnifero ma ripiegai, dunque piluccai, nella Nutella, appuntamento immancabile del mio scaffale formato “sarcofago” con voglia di qualcosa di buono. In mancanza d’una bonazza, il barattolino. Mentre leccavo, cantai con Lucio Battisti, in memoria di mio cugino Ivan… mi ritorni in mente bello come sei, forse… non più. Ora, poche persone si chiamano Ivan e hanno discendenza italiana. Solo i figli dei bolognesi comunisti. Suo padre infatti, deceduto e pace all’anima sua, era un fervido sindacalista, anche se non faceva, in fin dei conti, un cazzo. Ce “lo” menava con Stalin, la Russia, e anche Dolph Lundgren del quarto Rocky… All’ultima cucchiaiata di Nutella, mi son chiesto questo questo: Ivan era come Cabrini, il classico bel ragazzo con le “palle”, perché s’è sposato con un cesso? E, su questa domanda senza risposta, dopo indigestione immediata da scorpacciata, son andato in bagno e ho fatto tremare tutto l’appartamento con delle “botte” pirotecniche da “protettore” del mio culo. Quindi, dopo aver evacuato, alle tre di Notte nette, ho telefonato a una certa Elena, una che voleva fossi nel suo letto a quell’ora “tarda”. Lei, tutta gentile ed eccitata all’idea del “non è mai troppo tardi per tirartelo e bagnarmela”, ha reiterato l’offerta, e io: – Volevo sincerarmi che sei la solita troia. Hai qualcosa in bocca mentre stai parlando con me?. Un cioccolatone…, vero, tutto intero? Lei: – Pezzo di merda! Io: – No, qui casca l’asina. Sono uno stronzo “integrale” eppur integro cara la mia “Te la do gratuitamente”. Sì, non sono Simon Silver ma la tua totoiana “clausola” Murphy ché, se “qualcosa” può andar male, una così, non da clausura se “lo” farà a “prescindere“.

Una “pescivendola”.

Ho detto tutto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Red Lights (2012)
  2. L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
  3. Totò, Peppino e la… malafemmina (1956)


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