Archive for November, 2012

Gran Torino – Night of the Hunter – Siamo soli io e te…


01 Nov

Una tenera paura serpeggiò d’impeti sull’eretta, impettita Giustizia, per voli di libertà intessuti nelle vene lucenti

Soleggiato, direi assolato, a rassodar le delinquenze “gioviali” d’una società “pudicissima”, pulita come i giochini psicologici di strafatti colmi e zeppi di neuroni fradici di sperma assai grigio nel “guazzabuglio e cianfrusaglie” cervello appannato, di “pallottole” tese e protervissime ai tendini e alle meningi delle altrui dignità. Da incenerir d’amene calunnie, “garbugli” e “impiccagioni”. E poi celar i reati nel “nascondiglio”. Porta che spaventa l’orrore agghiacciante dell’abominio perpetrato, reiterato e assai recidivo a costituirsi. Omicida e sacrilego. Immondo e molto “nobile”. Oh, appiccaron il fuoco d’intimidazioni, sventrando col piombo i vetri da infrangere e ledendo i civili confini, “recintando” le purezze, circuendole, inondandole di “goliardia” esplosiva d’ormoni un po’ troppo “bollenti”, a prender fiato dopo altre Lune “romanticissime” di bagorda combriccola da (ba)lordissimi. Davvero dei “baronetti”, tutti boriosi a saccheggiarsi a vicenda e a scheggiar le verginità e le “senili dolcezze” per ironizzar di “gaudio” davvero “fertilissimo”. Partorito da aberrazioni per abortire innocenze, a infangarle, deturparle di “turpiloquio” anche fisico, di violenza a “castigare” e creder di fuggire senza macchia, nel vigliacco “addio” dei convenevoli che prima stupraron e arsero di “cenette” assai “illibate”.

Ma i nodi vengon al pettine e anche i nani, ché la verità è corta di bugie, e i criminali non scorazzeran più tanto a zonzo insudiciando l’onore di chi ammonì la loro “superba” congrega di spaventapasseri, così “bravi” a spararle “grosse”. Che “palle”.

Un Uomo, pian pian, “carezzevolmente”… si avvicina nella casina dei malviventi, sta per aprir bocca ma vien subissato d’offese e altre “mortificazioni”.
Accenna a un gesto che gli costerà cara, carissima, la pelle.
Ma lo fa apposta. Per incastrarli.

Perché ricordate le parole dell‘Indio, uno così è meglio ammazzarlo subito anziché trovarselo in posizione orizzontale.
Uno così ti disintegra solo aggrottando la fronte e fissandoti negli occhi si a farti crollare.

Parola del Signore…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

      1. Per qualche dollaro in più (1965)
      2. Gli spietati (1992)
      3. Gran Torino (2008)
      4. La morte corre sul fiume (1955)

 

“IMDb” board: 2013 is De Niro’s year? Aprite le orecchie “profeti(ci)” e troll fessacchiotti perché…


01 Nov

… ogni anno, dai suoi esordi “sessantottini” in poi, dagli inizi depalmiani alle autoparodie odierne (sublimi), è segnato dall'”ombra” deniriana. Potrete stroncarlo, togliergli il neo e appiccicarvelo sul mento da dementi che siete, ma anche nel “bisestile” Lui è la sestina vincente. Che vi piaccia o no, questo è Simon Silver.

Chi non conosce l’enciclopedia online “IMDb” merita solo Paolo Mereghetti, a cui regalerò il pandoro Melegatti, con una “gatta” sotto l’albero di Natale a fargli gli auguri d’una vita che non ha ca(r)pito. Egli, il Paolo… mangiò sempre i canditi, “infarcendo” recensioncine scolastiche da chi guarda il film macchiandosi la patta dei pantaloni per colpa del caffè “bollente”, “versatogli” addosso da un'”emerita” collega “raffinata” a stimolar la diuresi delle sue stronzate.

Nel suo “dizionario”, egli il protervo, il cerbiatto, dilapida il De Niro degli ultimi vent’anni, abbondando di stellette misere.
Perché Paolo del Bob ha capito solo la malinconia peggiore da borghese col tè.
E non merita altro che un Paul Vitti che gli fa le smorfie, puntandogli il dito e sussurrandogli un “Lei non è bravodottore di ‘sta minchia!”.

Come codesto suo parente “alla lontana”. Sì, li avran s(e)parati alla nascita, mescendo le culle e cullandoli di latte coi biscotti della balia più (de)cadente di grembo “materno” da Edipo.

Uno che, non avendo un cazzo da fare, se non cazzeggiare appunto, stila le sue previsioni “meteorologiche” dei prossimi film col De Niro.

Leggiamo la sesquipedale “azzeccata” da “Nostradamus”:

Most of them will not succeed I think.

The Big Wedding – Bad director and doesn’t look to good from the trailer
Motel – First time director, so you never know.
Killing Season – Bad director and the movie is said to be pretty terrible.
Malavita – Besson’s last movies weren’t pretty good, but I think this is one of De Niro’s more promising projects.
Last Vegas – Bad director, so at best it will be a mediocre movie.
Hands of Stone – Pretty unknown director, but this project doesn’t sound to bad to me.
Grudge Match – Mediocre director and a horrible idea, will be a complete mess I think.

So as of now I think we will get to see a lot of bad stuff from De Niro next year, maybe except for Malavita and Hands of Stone. I really hope that he will do The Comedian with Sean Penn and The Irishman with Scorsese, those are truely promising projects.

Secondo tale “critico affermato”, richiesto dai “Cahiers du Cinéma” di mezzo Mondo (ecco, mezzo è meglio…), i seguenti “a venire” non riscuoteran successo.

Secondo me, assieme al Paolo potremo sbatterlo nella prigione: “Senz’arte né parte, di palate e non patate, tante ne riceverete. Guardando le stelline fuori dalla cella dei vostri gelidi giudizietti tanto giudiziosi e pregiudiziali”.

Per quanto mi concerne, in questo Ognissanti mi sbarberò e laverò a terra, gettando nella spazzatura gli “scopatori”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Big Wedding (2012)
    Non è mai troppo tardi per il “matrimonio con sorpresa”.
    E, dalla torta nuziale, spuntò il Falotico versione “ultimo bacio” di Muccino Gabriele. Urlandogli: “Tu e Stefano Accorsi, dovete imparare lezioni d’amore. Ecco, la candelina, cioè il candelotto!”.
  2. Killing Season (2013)
    Travolta contro il Bob, scontro epico fra gli Appalachi. Che non fa sconto, che gioca d’autoscontri, di corridoi fra le montagne, di gatto col topo, di Mark Steven Johnson che non capì niente fra le pallottole.
  3. Malavita (2013)
    Ronin più Besson.
    Scorsese alla francese.
    Tommy Lee Jones nella “pechinese” della Pfeiffer.
    E Parigi che spara!

“Red Lights”, recensione di MYmovies.it


01 Nov

Thriller di gran fascino e tensione con il solo difetto di voler troppo sorprendere lo spettatore

Margareth Matheson e il suo assistente Tom Buckley sono due tra i più importanti ricercatori esperti di paranormale del paese e in quanto tali i principali smascheratori di ciarlatani, guaritori e medium. La dottoressa Matheson in carriera non ha mai confermato un solo evento paranormale e il caso più clamoroso di tutti, quello del chiaroveggente cieco Simon Silver, è l’ossessione che già rischiò di esserle fatale. Chiunque cerchi di smascherare Silver fa una brutta fine e ora il sedicente medium ha intenzione di portare in scena per l’ultima volta uno dei suoi affollatissimi spettacoli psichici.
Il segreto di ogni inganno adeguatamente sofisticato è distrarre lo spettatore, portarlo a guardare o concentrarsi su un elemento in modo che non si accorga del trucco che sta avvenendo da un’altra parte. Allo stesso modo funziona la struttura di questo film congegnato come uno spettacolo di magia in cui, per tutta la sua durata, i protagonisti si concentrano e fanno concentrare lo spettatore sui possibili trucchi del loro indiziato mentre il regista, non visto, può disporre il proprio prestigio.
Dopo aver esordito con il sorprendente Buried, Rodrigo Cortés si misura con la potenza del cinema americano senza mutare atteggiamento. Red lights è un thriller sofisticato che intreccia paura e suggestioni intorno al possibile, l’impossibile e il paranormale, con l’obiettivo di confonderne i confini nella mente degli spettatori e che, come una piccola valanga, cresce in ritmo e tensione in maniera esponenziale attraverso un dosaggio preciso alla goccia di suspense e momenti di stasi. Come i grandi maestri del passato Cortés mostra di sapere che la suspense deriva dalla convinzione dello spettatore di saperne di più dei protagonisti e dall’abilità del regista di creare un mondo in cui l’implausibile è un’opzione reale.
Al suo secondo film Cortés continua a mantenere la caratteristica più interessante del suo esordio, ovvero la capacità di stimolare nello spettatore la volontà di prefigurare quel che accadrà per poi tentare di superarlo, sorprendendolo con i fatti. Red lights non ci riesce in ogni momento, spesso suona un po’ scontato e in altri casi si ha la sensazione di uno svolgimento più canonico di quanto i molti artifici registici non cerchino di mascherare, simile a quello di tanto cinema americano di fine anni ’90. Tuttavia il racconto imbastito intorno al medium non vedente e (forse) onnipotente ha la rara dote di essere più appasionante che sorprendente.
Con uno dei personaggi principali fatto fuori a metà film (fuori campo e senza tante celebrazioni) e una prestazione quasi all’altezza del suo nome da uno degli attori diventati tra i più svogliati e apatici di Hollywood come Robert De Niro (il suo medium non somiglia a nessun omologo villain cinematografico), Red lights stacca di netto la massa di thriller movie a buon mercato con i quali rischiava di essere confuso e diventa un piccolo gioiello di rapidità e ritmo, che non può brillare dell’originalità di Buried ma sa risplendere di una luce propria e confortante.

 

Gabriele Niola

Malavita Magazine


01 Nov

Eccoli qui riuniti, De Niro, Lee Jones, la Pfeiffer e Besson. Di “rima”.

 

Meeting del 10 Novembre a Firenze – Io sono Lorenzo de’ Medici(nale), detto il Magnifico per via delle mie “fighe”


01 Nov

A Firenze, ci sono gli sbandieratori del “corteggio”.
Eh sì, sono Artù e tutti, di “servitù”, obbediscon alla Tavola rotonda del mio “corto”, di naso allungato da Pinocchio di Collodi, nella mia Camel(ot), sigaretta ruvida di cazzo “epico”

Appuntamento imperdibile e “imprendibile”, giungerò come un imprevisto, forse non mi vedranno oppure mi venereranno, una gemma in quest’Italia che ha perduto l’odore del proprio “usignolo”.
Tante voci si spargon sul mio (rac)conto, presto presenterò la mia nuova opera letteraria in quel di Roma, in una libreria Albatros vicino al raccordo “anulare”. Eh sì, il dito medio contro i miei detrattori…

Ieri sera, il Genius ha recensito Gran Torino, canto del cigno d’un Eastwood superbo. La performance of a lifetime. La storia della mia vita.

Franco-LAMPUR, uno che “battaglia” per non arrendersi a questa società di “puledri” e “porcini”, mi dà un colpetto per invitarmi ancora a Firenze. Sfida a compagnia di tenzoni.

E Io, Lorenzo, capostipite del Rinascimento, iconoclasta delle convergenze artistiche, rispondo di tutto punto:

@Franco… potrei essere a Firenze e anche no. Chi lo sa? Credo che m’aggredirete, divorandomi in una cena vampiresca, sbudellando ogni sana mia purezza non ancora estinta. Ma forse, probabilmente sì, ci sarò. “Camuffato” da Batman, non lesinando di baldorie e, vestito come Arlecchino, a dileggiar un Balanzone con troppa boria. Ah, che pallon gonfiato, deve volare alto nell'”aerostatico”, metterò “pepe” alla sua mongolfiera “ballonzolante” e, nel blu dipinto di blu, se ancora provocherà, lo “buttereremo giù dalla torre” dell’asinello che è, sputtanandolo d’un “Vaffanculo!” sincero. Per una “caduta libera”, “a picco”, nei torroncini delle sue ipocrisie. Mentre “svolazzerà”, sarà pure “trivellato” da “uccellini “piranha” che “spizzicheranno” la sua pellaccia e le sue “palline”. “Atterrerà” vellutato come un orso polare senza la sua Alaska, “Infilato” dentro il cosiddetto “strapiombo”. Esiliato poi all’isola “toscanaccia” di “Elbaove sarà Napoleone di tal barzelletta “partenopea”:

Napoleone chiama a raccolta i suoi fidi “discepoli”, e sottopone loro delle domande da Hitler. Ne pesca uno, un po’ fuori dai ranghi e troppo “aggressivo” perché “napoletano”. Da metter subito in riga solo per la sua apparenza “sgangherata” da mezzo gangster.

– Allora, qual è il tuo nome?
– Rosario, “guarda Omar quant’è bello“.
– Cos’è il tuo “nomignolo” totoiano?
– Sì, sono “L’Imperatore di Capri“.
– E canti con Peppino “il caffè della Peppina?”. Ora, scamorza sfigatissima, sarò schietto come la tua faccia da bugiardo e “ladro”. Secondo me, i vesuviani son tutti dei terroni maledetti che campan(ia) d'”arrangiarsi” e non voglion “adattarsi” alle “regole”. Cosa ne pensi?
– Bonaparte… son così.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Un ragazzo alla corte di re Artù (1996)
  2. La spada magica – Alla ricerca di Camelot (1998)
  3. È più facile per un cammello… (2003)
  4. Porta un bacione a Firenze (1956)
  5. Pinocchio (2002)
  6. Napoleone cucciolo pasticcione (1995)
  7. Manuale d’amore 3 (2011)

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