Archive for November, 2012

Mickey Rourke, l'”Hero” rabbit di Jessica…


11 Nov

Con(s)igli per la lettura…
Tale play è ad alto-basso, “potassio”, tasso di “puttana(ta)”.
Quindi, “agite” di conseguenza, salvo “eruzioni cutanee” del buffo brufolo delle adolescenze assopite di pom(p)ata che pensaste d’aver superato e invece sperano ancor, tardive, d'”attardarsi” nel “tirato”

Ama il prossimo tuo e porgi l’altro “guanciale” fin a “salir” nell’Alba. Attento a non farti male, “una” così scotta e sculetta ma (pre)tende più “filetti” di “manzo” del tuo cagnaccio.
“La” dice tutta di “quanti” (soldi…) “vuole…”

Non è propriamente elegantissimo in queste “gustose” apparizioni e camei. Non molto da torta fresca “Cameo“.
Cattivo, manierista, piacione in quegli anni che poteva ancora “tirarselo”. Adesso, diciamo che la pelle è più tirata… Ti cacciava il “cartone”, e poi finiva nell'”animato” Marv, sì, parliam’ dell'”animal'” Mickey.
L’Uomo della sua sin city da fascino-faccion’ di “posacenere”. Un “bonaccione-bonazzo-“ammazza quanto sei bono!” per le bellissime, che or s’imbelletta perché è (s)fasciato… Curato e anche “trascurabile”, s’oscurò nel pugilato, fu rotto, poi si ruppe, quindi galoppò nonostante i groppi in gola.
E ritornò in sella…
In attesa del seguito, che si sta girando oggi come ieri,  il Rourke vale sempre  il prezzo del biglietto e della canzoncina. Sparatevela a tutto volume. Dovesse scapparci anche un “seghino” al calar del tramonto, eh sì, Jessica Alba (ri)sorgerà, non rabbuiatevi. Verran tempi più “messicani” da Iglesias.
Sì, Enrique non mangia le “orecchiette”, è un “topo” abbronzato e non d'”Alberobello”. Il “suo” tutte “le” abbrustolisce, mica “brustolini”. E tutte, anche in tuta, hanno occhi per “lui”. Il fascino latino dell’esotica barbetta appena appena “fotogenica”. Un romantico di video “gelatinoso” e stimolante.
Jessica, dammi “retto”, fra Enrique e Mickey, dovevi scegliere Danny Trejo.

Uno col “visino pulito” di cuoio, dunque come il cazzo.
E si sa, il genitale quand’è “impresentabile” di “butterato“, è il “Valium“, altro che vaiolo, per la bottana 90-60-90, anche se appena 1 e 50.
Tombola, evviva chi la tromba.
Come la moto…

Vi ricordate di questo culo?
Oh, scusate, volevo dire clip “cult“:

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Johnny il Bello (1989)
  2. C’era una volta in Messico (2003)
  3. City of Angels. La città degli angeli (1998)
  4. Sin City (2005)
  5. Machete (2010)
  6. Dal tramonto all’alba (1996)
  7. Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988)

 

Ove va lo scugnizzo, l’Uomo di “razza” fa razzia delle zie


11 Nov

Al reparto di geriatria, scambiarono Superman per un fesso.
Dopo trent’anni, mi ribellai e passai oltre, a Batman

Un mio amico su Facebook (va di moda così) inserisce il trailer “youtubico” della Domenica in famiglia (eh sì, ci siam “evoluti”, dopo il catodico, adesso la “condivisione” anche dei “culi” coi migliori fondoschiena d’America, fra una Jada Stevens e lo Reeves Steve di turno che se la fotte “riscaldando” il “bicipite” di “pitone” preistorico).

Il film scelto per l’attesa dei “Mi piace” è Una pura formalità del Tornatore.
Un film che vale quanto il cacio sui maccheroni. Non tutti lo “spruzzan” sopra, ma guardan la moglie che non ha più le forme d’una volta. Sì, da “purissima” s'”indurì” nella dura, appunto, realtà quotidiana da supplente con la borsetta (e “annessi” assorbenti in caso di “pisciata fuori dal vaso”), fra una spesa e un “soppesarglielo” per “spronar” il maschio ch’era e ora, invece, fu(ma) e basta di “arrabbiata” bollente.
Sì, il marito, dopo aver ingoiato tutto ingozzato, insudiciando il tovagliolin’, scaraventa per aria la sua “carne al sangue”, “menandoselo” di “dolce” nella “macedonia” da “ellenico” davvero fine di “coltello” spartano.
E “la” spacca come una mela, fra una “banana” e il lampadario che osserva dall’alto il suo “sgusciar” la sua “pera”, “sbucciandola” di “rasatura” ortofrutticola e bucolica nei tre buche che rendon ogni sesso femminile appetitoso: la bocca che, aprendosi, accoglie il “maturo”, “quella” che dovrebbe star in mezzo alle gambe, anche se a volte si sposta nelle due protuberanze fra il collo e l’addome basso, eh sì, ogni donna che “stimola” è “ombelicale” di mossa “tettonica” a “smuovertelo”, e infine il “sacro” a cui è consentito il “pertugio” solo dopo molte confidenze.
Questo marito è “ruvido”, si strafoga della sua “figaccia” fra il vino, il caffè e il “promiscuo” d’una del Chianti, la sua amante “toscana” da “panna” in Arno.
E non accetta nessun preliminare. Passa il Mercoledì di “Coppa” a tifar per l’eliminazione del Milan, ma ha un Diavolo per capello (Fabio or non allena più, c’è Allegri, stiamo freschi), e pensa sempre al “pelo” d'”erba”, drogandosi coi suoi colleghi appuntiti dell’ufficetto ove, dietro maschere da “signori”, cocion’ a puntin’, del loro “temperamatita” di “pennarello”, la segretaria più “fotocopiabile” di “temperature”, scommettendo su chi la “marcherà” prima.
Forse, “ce la farà” Daniele, “brillante” di gel, appena assunto quindi più “motivato”. Oppure il veterano direttore, perché più “facilitato”, soprattutto quando la “contes(s)a” è una “facilissima”.
S’accontenta dello stipendiello, e “glielo” serve allo “sportello”, dicesi “bagnuccio” con tanto di “sciacquone” da vomito.
Ma si sa, bisogna “sudarsela”.
La pagnotta è un compromesso anche con un pessimo “pen'”.
Ragioniera o perita tecnica, a “lei” non importa.
Basta che “incassi”. Il “geometra” è uno che “la” sa, di “salatino”, e misura la sua “architettura” barocca, tirandosele tutte per le ciocche, fra un “nero” gotico e le belle gotine.

Per quanto mi riguardò, mi guardaron a vista. E io continuerò a fottermene.

Se non vi piaccio, chiamate la mutua.
Renderò quest’istituzione a delinquere come il 90 per gente della gente, che sta muta e lavora.

Io invece nuoto e non faccio un cazzo.
Anche perché il “mio” è il più a(m)bito.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chi è più matto… ha ragione (1973)
  2. Una pura formalità (1994)
  3. Si può fare (2008)
  4. Angelo tra la folla (1950)

Meeting del 10 e lode di “fiorentina” croccante. No, se è cruda non è cottura


11 Nov

Firenze, tuo amour? Meglio la mora da “mirar”…

Domani, spero che un Giuda non contesti il mio Cristo

10 Novembre 2012, i Maya “avean” profetizzato la fine del Mondo. Sì, mangiavan l’avena nelle ciotola di “riso” a prefigurar che saremmo tutti “sfigurati” nell’apocalisse con tanto d’eclissi e angeli demoniaci a piantarci il forcon’ nei pantaloni, ribaltati d’aspirazioni perite nel perduto Dio canuto dai canini “mandibolari” del nostro patibolo dopo tante fatiche e oboli. Fidatevi, ai Maya preferisco i miei pettorali, ché a Maometto non s’inchinerà né si scalfirà la mia roccia ancor da “nessuna” sgretolata. Sono uno schiacciasassi che non ama il casino dei mondani, meglio il mulino “bruciato” nelle altissime montagne, ove puoi riscaldarti, abbrustolendo di “seme d’arachidi” una Donna che, come me, non soffre d’aracnofobia.
Sì, mi estraniai “molteplici” secoli fa eh, son secolar di quercia, moltiplicandomi in molte (con)versioni. Tanti, infatti, perlopiù gli infanti, ma anche le loro madri streghissime quanto decrepite, mi diedero per morto. Ah, non son ancor crepate? E dir che gravitaron nelle “VIP”-ere loro “materne” come il grembo delle “sacre” unzioni di così “dotta” presunzione, tanto “attorniata” da un marito “soffritto”, un bisonte bisuntissimo che sarà traghettato da Caronte nelle “corna” dell’Inferno, ove gli “amputeran” le cornee, e ove potrà morder, “mordacissimo”, dei “cremosi” cornetti, tali e qua(g)li(a) alle sue “taglie” di “pizza” in faccia “al taglio(ne)”, farcita come la torta con “ciliegina”, un po’ “soffice” come la sua “panna” da montato, letteralmente in tutti i sen(s)i, che poi si (ri)poserà nell’eterna “brillantezza” focosissima… Ardente come i suoi dentini “feroci”.
Ah, mogli ribellatevi e sbudellatelo, non servitegli più dei budini, ma solo del “burro” piazzato di “tanga” a uno meno smanioso di “percosse”. Gettate in aria le vettovaglie, svestitevi e lavatelo “detersivamente”, a voltaggio “90 gradi” nella lavatrice, depurandolo poi in lavastoviglia se ancor presenta qualche “macchia” da traditor nei sudori “bianchi” fraudolenti. Anche se foste fedifraghe, “fregatelo” e strofinatelo “all’asciutto” coi panni in mutande, impacchettandolo come un panino arrotolato sotto il ponte del Tevere, ove “pontificherà” da impostore ben “impattato” nell’aderenza suicida, “meritevole” di tal “impantanato” d’”acquolina in bocca”.
Plof, che “tuffo”. Se invece voleste offrirgli una seconda possibilità, impegnatevi a cercargli un lavoro “minerario”, parimenti “lucido” come la sua anima “adamantina”, nelle cave dei tufi.

Ora, in tal Domenica ove appunto il Papa farà i “punti” della situazione, predicando dal balcone, si disputerà anche il derby Lazio-Roma, con tutta la Capitale a sperperar i propri capitali d’ultimo biglietto nella “fossa” da bagarini.
Tifan da “leoni” e poi vivon da pecoron’.

In mezzo a tutti, con Totti al sorriso “ricotta”, spunterò io leprotto a gustar l’erbetta dell’Olimpico su formato Russell Crowe, sfoggiando un “doppiaggio” dribblante alla “tenore” Luca Ward, da tenuta fra questi calciatori “mantenuti”.

A Luca, essendo un Santo, preferisco anche per omonimia “martire” De Sando Stefano. Voce ufficiale del Bob De Niro, dopo che Amendola Ferruccio, roco di  fettuccine, prima d’espirare dopo tanto desinar’, eh sì, non potè più mantenere Claudio, “l’erede” e pretendente al “trono” di raccomandazione a cui avrei sparato a vista, dunque a testa.
Sì, un pestaggio al “bravo ragazzo”.

De Sando non è un tipo da salmi, ogni Inverno si reca assieme agli orsi per procacciar il salmone. Dà la mano ai suoi “colleghi” irsuti d’egual voce “melodica” e poi, nello scambio di “pesci” cristologici, tira fuori il suo “pezzo forte” dal cilindro: Ma con piassscccerè.

Sì, ogni volta che De Niro s’ingrazia qualcuno, Stefano pronuncia tal battuta di dizione “spiccata” da Pizzo Calabro, località vernacolare nonostante gli allenamenti ad affinar il cavernicolo inguaribile dalla cadenza che fa cascar le palle. Dunque da latte alle ginocchia, anche quando De Niro recita solo con lo Sguardo, scotendo il capo malinconico e muto. Non ha bisogno delle intonazioni del De Sando, delle flessioni del suo diaframma, che ammutinerebbero anche lo spettatore più “partenopeo” che s’accontenta di due frasi “in Croce” molto “alla buona”.

Non è vero che De Niro, da un ventennio a questa parte non ha più interpretato dei capolavori. Siamo noi a vederlo così attraverso la “gola” di De Sando. Ora, obietterete. Ronin fu forse il primo film “del”… Sando.
Sì, recitò alla grande, ma era “alle armi”. Poi, non lo congedammo, “concedendogli” il “superbo lavoro” (s)fatto col resto “di mestiere”. Più che il solito De Niro con la sordina, meglio un sordo che non ascolterà Stefano.

Scusate la digressione, l’ho presa molto alla larga. Di solito, con le donne, bado più al sodo.
Molte mi prendon per stolto, quel che conta è come “glielo” racconti.
Il contorno è già infornato di “patate”. Il loro giudizio a come miscelai gli ingredienti è già tutto “entrato”. Che “preparazioni”.
Quindi, non importa se è andata male, ma come il “senno” delle donne fu “dissennato”. Il “poi” non interessa a “nessuna”. Se raschi il fondo del barile, è perché hai incontrato una “costei” solo balenottera.
Prima annusò la tua canottiera, quindi (pre)tese (non tanto…) solo un “amaro” da caffettiera.
Ecco, la mia brioche amerà solo le albicocche. Che ciocca di capelli…
Che “cioccolato”. Spellami tutto nella colazione “nutriente”.

Ora, a Roma ci saranno tanti amici. Non fate però i mici. Ammiccate senza “fusa”. Eh no, ho stima di voi. Non confondetemi le idee, addentandovi d’ammiccamenti alla signora dell’alt-ro, così “facendo!, miei faceti, v’inimicherete solo di “fusibili” come lo sballato, fuso Diego, e addio il fuoco amicale.
No, mi raccomando, nessuna rissa. Se proprio “dovete”, meglio presentarvi con un “testa-coda” di Ferrari rossa. Isabella con la Boccoli? No, “quelle” meritan solo la mia bocciatura e non saran “imboccate”.

Ah, come? Come dite?
L’incontro non è a Roma, ma a Firenze?
Ho già tracciato un lungo pezzo di strada, non ho più benzina.
Non posso tornare indietro di uturn.  Meglio rimanere Sean Penn con Jennifer Lopez.

A parte gli scherzi, non potrò gustar la (s)cena con voi.
Impegni improrogabili stan “allarmando” un equilibrio che, pianissimo, speriam s’appianerà. Speravo anche di pranzare nel tutti assieme, ma planerò per un’altra (circo)stanza.

Anche se, all’ultimo minuto, potrei catapultare dietro il cameriere a rubargli il dessert.
Sì, non sono mai alla frutta. Salto i pasti arrivando per il cacao che stupisce col suo inaspettato “Ciao”.

Ci sarà ROTOTOM? Non sa, ma glielo dico io. Anni fa, correva l’anno 2006, quella volta fu davvero Roma, monsieur Dying Theatre lo paragonò a Javier Bardem. Volete la verità? ROTO è molto più sexy, d’altra parte la sua compagna è cento volte superiore alla sopravvalutata Cruz. Tal Penélope ti rompe solo il pene, una cozza da indigestione di “spaghetti”.
Poi fa pena come attrice.

Maso, l’organizzatore è strenuo “sostenitore” di Catherine Bell. Ecco, qui ci siamo.
Catherine è meglio della Deneuve. Catherine fu la controfigura, fighissima, della Rossellini ne La morte ti fa bella. Basta “osservarglielo” quando esce dalla piscina, e chi non si bagnerebbe?

Solo Bagni, il commentatore “sportivo” dei cazzi altrui.

Invero, l’incontro non “era” domani, non fu, si “tenne” d’antenna ieri, forse prima, il 10? Quand’è il dieci?
Non so, tu credi al decalogo?
Sì, quando mi tira però mai.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. SPRINT: Ritorno a Firenze (1966)
  3. Il bagnino d’inverno (1976)
Da Firenze, giungon voci d'”alacre” divertimento (s)alatissimo dei conti da oste(lli) con principesse che s’accasarono, accasciandosi nei “cuscini”, in un castello di tal “massima”…

… ove cova un “cavo elettrico”, non caverai i ragni dal “buco”…

… ma l’osso ti spolperà di costoletta con l’insalata delle acide anoressiche, per una dieta ipocalorica di carnali “sughetti prelibati”, cani di paglia pronti al furore di tutta la rabbia che non fuoriuscì ma di fucile uccise chi lo stuprò, “paglietta” nella stalla ove anche un asino può tramutar in Sylvester Stallon‘, migliorando dalle sue recitazioni “(anti)scolastiche” da “muscolo cresciuto” solo d’anabolizzante fin ad arrivar dove è arrivato d’immedesimazione alle sue origini meno “ambiziose” dunque più vere, cioè a Cop Land, film in cui esibì un trasformismo-“pancetta” alla Bob De Niro autodistruttivo-torello scatenato che poteva (t)esser se un incidente “acustico” non avesse acuito la miopia dei corrotti poliziotti, stimolando il “sordo che non vuol sentire” a far piazza pulita di tutti gli sporchi “giochi d’adulti”, soprattutto “quelli” delle lenzuola di Cathy Moriarty, il cui marito è il “cattivo tenente” Keitel Harvey che, quando si (dis)occupò nel “manico” affil(i)ato ai complotti mafiosetti, “venne” cornificato da Peter Berg, il qual’, “guaglione” di “prosciutton'”, “inserì” piacevolmente in sua assenza, assumendo le “veci” e la voce di Cathy “ripassata” anche se meno passera di “allora”, mentre Annabella Sciorra fece (eh sì, che merda di donna) la gatta morta con lo “sceriffo”, “glielo” illuse accarezzandolo ma poi lo lasciò (in balia del “cervo” più deerhunter e meno tirato, un po’ “tardo, oramai è tardi per far con te Notte tarda”), assieme all’allegra band del Bruce Springsteen a “bersela” tutta… A soppesar i rimpianti e poi optare per Vasco Rossi, negli spari sopra sono per voi.

Sì, la polizia, di quel postaccio d’animaloni, fu sconvolta dal suo tornar alla ribatala alla (re)azione che li ribaltò e, prima che potesse rivelare tutto lo scandalo dei “ribaltoni”, tentarono di storpiarlo del tutto, “stropicciandogli” la faccia nel selciato all’urlo “duro” da “ligi” dittatori della “quiete” da non turb(in)are: – Che cazzo ti sei messo in testa, testone? Hai capito come si sta al Mondo? Devi stare zitto e levarti dalle palle! Non scateniamo guerre a catena. Pigliati quest’altro orecchio “messo male”. Ah, sei già un finto tonto, e ora ti torchiamo, torturiamo, strigliamo, stritoliamo, “striamo” e “stiriamo”, non strillare, non piangere. Ecco il fazzoletto, asciugati le ferite e il naso che cola. Chiara l’antifona nell’Eustachio? La prossima volta, te “lo” stacchiamo… Vuoi fare il tosto e invece devi tornar a casa e spalmare del burro solo sulle fette biscottate, sciocco! Questo è il messaggio, sveltisci il “comprendonio” e tampona la bocca se non vuoi che ti rompiano del tutto i timpani, così non potrai più “campa(na)re”.

Invece, lo Stallone è ‘na capa davvero tosta, ostinatissimo, sì, un testardo. A costo d’esser violentato da tutta la comunità, umiliato, deriso, emarginato, fottuto “a sangue”, spappolato e spacciato-spiaccicato, va avanti con le sue ragioni per far venir fuori tutti i vigliacchi e poter sputtanarli da marcissime merdacce! Come si meritano!

Così, “bucherellato” e nient’affatto “imburrato” da quei burini, non s’arrende e marcia verso casa loro. Mettendo a soqquadro chi non lo inquadrò per “il verso giusto”, con la “messa a fuoco” bugiarda come i chiesaioli ipocriti.

E li ammazza senza batter ciglio, spalleggiato dall’amico Ray Liotta che ebbe una crisi di coscienza, capì tutta la storia di ricatti e “mutismo” indotto, trivellando “doviziosamente” il figlio di puttanazza.

Al che, Sly… anziché esser sbattuto al trattamento psichiatrico per “ingiustificato veder reati e ratti inesistenti” da “schizofrenico-disturbato”, dopo appurate diagnosi alle malsane menti di quei piccoli borghesi “tranquilli” quanto turpi e turlupinanti, riceve il premio Nobel per il coraggio valoroso da lupo.
Invitato come messaggero di pace a redarguire quel “venduto” stramiliardario e maialone che si spaccia da “prete”, Paul David Hewson degli U2, più “artisticamente” noto come “Bono”. Sì, “figo” quanto una grassona che lo “osanna”. Bono piace agli autistici, questo si sa. Solo loro posson “apprezzare” la sua musica che canta nel “coro” di massa.
Sly l’afferra per il bavero da “bravo” e glielo ficca in culo, cantando la melodia del suo peggior beautiful day…
Ad ogni “colpo”, mentre su botte sempre più potenti e “prominenti” spinge…, obbliga il Bono a “intonar” lo sweetest thing.
Poi, sempre con furia detonante, dopo il “suo cavallo del West“, lo consegna alla moral guidance di Clint Eastwood.

Grazie a Ottavio, ho saputo che a Firenze ve “la” siete (s)passata “a bestia”.

Che significa? Non è che vi siete a-r-mati a vicenda?

Scherzo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cop Land (1997)
  2. The Son of No One (2011)
  3. Rambo III (1988)

“World War Z”, il Trailer


11 Nov

Un Pitt peloso di capelli lisci.

“Asfaltati”.

 Per tentare di fermare un’invasione di zombie che sta mettendo a ferro e fuoco l’intero pianeta Terra, le Nazioni Unite affidano a Gerry Lane (Brad Pitt) il difficilissimo compito di combattere faccia a faccia con le orde di creature affamate di carne viva. Generati dopo la diffusione di un virus in Cina, gli zombie hanno letteralmente invaso ogni territorio, non hanno capacità di autoconservazione o aggregazione e l’unico modo per sterminarli è distruggere il loro cervello prima che l’intera razza umana arrivi al collasso totale.

Adattamento dell’omonimo romanzo di Max Brooks.

 

“Lincoln”, la Premiere


09 Nov

Classico, anche troppo… polpettone?

Ma Day-Lewis is terrific, più e come sempre.

“Red Lights” di Sentieri selvaggi…


09 Nov

Ecco, la recensione (in)aspettata della nuova opera di Cortés, Red Lights.

Curioso personaggio questo Rodrigo Cortés: produce, scrive, monta i suoi film e – dopo l’esercizio di stile di Buried – continua la sua indagine teorica sulla radice del fare cinema oggi. Red Lights sabota dall’interno il genere thriller paranormale e fa un bel discorso sullo statuto iconico di De Niro e della Weaver. Ma, alla lunga, il giovane regista spagnolo in preda a un’ansia declamatoria e assertiva spreca un po’ troppo il potenziale della sua storia

Curioso personaggio questo Rodrigo Cortés. Giovane regista spagnolo esponente di spicco di quella generazione cinefila che da qualche anno esporta il cinema iberico nel mondo, questa volta messo a servizio di una produzione internazionale con star di primo livello. Lui però continua a produrre, scrivere e montare i suoi film come un volenteroso artigiano e – dopo l’interessante Buried – continua anche la sua indagine teorica sulla radice del fare Cinema oggi e sulla mutata percezione dell’immagine in era digitale.

La prima ora di film (sicuramente la più riuscita) ribalta dall’interno un sottogenere codificato, quello dei thriller paranormali, assumendo come protagonisti degli investigatori/scienziati che si occupano di smascherare i “falsi” poteri dei sensitivi. L’equipe universitaria formata da Sigourney Weaver e Cillian Murphy sabota dall’interno il thriller e ne smaschera i trucchi guidandoci in una meticolosa indagine su come l’immagine (del Cinema) possa creare illusione ma anche pericolose derive. E s’intravede anche un notevole discorso sullo statuto iconico di De Niro (l’enorme e idolatrato attore anni ’70 che forse da dieci anni ci prende un po’ tutti in giro…) e della stessa Weaver (l’alien-a pragmatica e spudoratamente teorica che squaderna l’ordine prestabilito, un ruolo che aveva già ricoperto quest’anno in Quella casa nel bosco). Nella seconda ora di film, invece, il regista diventa troppo impegnato a dimostrarci la bontà della sua riflessione, sfornando addirittura una sequenza in cui la tracciabilità del pensiero di Silver è indagata su tre supporti: una macchina fotografica digitale, una analogica e una Polaroid, tanto per sottolineare la natura teorica del tutto…
Insomma, Red Lights rimane solo un buon esercizio di stile. Pensato da un giovane autore che dimostra un innegabile talento, ma ancora in preda a un’ansia declamatoria e assertiva che nel finale spreca un po’ troppo il potenziale di questa storia. Affrettandosi a “chiudere” tutti i quesiti posti e tutte le derive di genere intraprese. Nonostante ciò rimane un film che sfugge sempre la banalità, che ritaglia finalmente a De Niro un personaggio nel “suo” tempo e che tutto sommato consegna allo spettatore un ruolo attivo e partecipe.

by Pietro Masciullo

“The Last Stand”, latest Trailer


08 Nov

Arnold is BACK! Bastardi!

Rock & Roll Love Affair (di famiglia…) – Il ritorno del Prince


08 Nov

Anche gli alieni sono onanistici

Serata noiosa come quasi tutto Novembre, salvo quando avvisto (che “balconcino” con vista…) un UFO e qualcuno s’impaurisce perché crede nel Dio dei “comuni mortali”. Ipocriti! Manco alla vostra evidenza credete? Mangiate la “calda” minestra e non avete rispetto di “sua” eminenza. A voi importa solo la “panza”. Spagna o Francia, basta che ve “la” magnate (più grasso che cola c’è, più magnati siete, dunque “imprenditori”…) e bagnate… nella “benedetta”.
Sì, la gente comune s’alza alla mattina e poi pecca tutti i dì, fin al Sabato sera ove aspetta l'”orzata”. I maschi si tramutan in orsi, le “donne” invece amano la “donnola”, “esemplare” di trenta centimetri, “pellame soffice” che, durante la stagione invernale meno eremitica da Franco Battiato, assume una colorazione “bianca”, disgelata e toglie l'”ermellino” a tutte le mule, allattandole ai “buchi sacri” della montagna “alpina”.
Sì, la donna è ape, l’uomo il suo miele apuano, a pois!
Quando una di queste ti rifiuta, ti sputacchia da lama con un “Puah!“.
Che schifo!

Sì, non ho mai avuta “grossa” considerazione del genere femminile. “Chiamatemelo” misogino, “di mio” è “orogenesi” del genio “integro” e non integrale. Non se ne trovan “molti” in giro. Come si suol dire, potrete navigar i mari e valicare i monti, appunto, mie care da “montone”, uno della mia pelliccia è “ungulato” rarissimo.
Voi, al massimo, state sul divano “di pelle” a smaltarvi le unghie. E siete sempre “stufe” nonostante vi “stantuffino!”.
Ho detto tutto…

Una delle cose peggiori di questo Mondo, è prender l’ascensore assieme a uno che non sopporti. L’ospite indesiderato di stasera fu il signor “Cocco”.
Ah però, scopro suo (mal)grado che vive ancora coi genitori ed ha quasi cinquant’anni. Tal nomignolo, “Cocco”, gli fu affiabbiato anni fa dall’intero condominio. Perché costui è sempre stato un “bel ragazzo”, ma non ha mai fatto un cazzo in vita sua. Sebbene l’abbia “usato” molto, da equazione “anti Celentano“: chi non lavora, fa proprio l’amore.

Quand’ero adolescente, “glielo” pescai a “Colpo grosso”, programma “altamente” cul-turale, “condotto” da Smaila Umberto, un tricheco pachidermico che regalava gli smile ai maiali della sua trasmissione “Culi sodi e roventi tette per il rude”.
Cocco stava “lì”, stravaccato a gustar lo “spettacolo”.

Cocco non è cambiato molto da allora, infatti vive d’allori al suo “carisma”. Che ri(s)me baciate… Essendo ancor carino, ha mantenuto (più mantenuto di “lui” neppure le “figliuole” di Briatore… e quelle del “direttore” della FIAT, il “baron” nipote dell'”Agnellone”), ribadiamolo, ha mantenuto un aspetto “pimpante” per l'”ocarina” da (s)pompare. Ha “battuto” tutti i primate. Infatti, fra lui e un primate non c’è differenza. La scimmia ha dal “suo” l’onestà “intellettuale” del suo aspetto onesto e senza maschera.
Col Tempo però, da playboy delle “gatte” dei vicoli Miracoli, appunto, è invecchiato d’imborghesimento “plastico” come il viso di Alba Parietti nella “sciarpa” color “simpatia” di Franco Oppini.
Ha conservato i suoi rituali, buon pranzo di lasagne con la besciamella e molte cene d'”uccello” con la “panna montata”.
Ogni Domenica, si reca allo stadio. Ha un posto “in prima fila” alla Curva Bulgarelli, ex Andrea Costa. Ove, da “integerrimo” mister  “X” che infila fra le gambe, si trasforma in urlatore (più delle “grida” delle sue gallinelle…) su tale-insultante (da suin “sultano” dell’harem..) “incitamento finissimo” agli avversari delle sue “palle” da “fedelissimo”: “Spaccagli il menisco, tiragli un calcio dove dico io!”.

Sì, subirsi quattro piani d’ascensore con Cocco “adiacente”, è una delle esperienze più dure che un Uomo possa sostenere in vita sua. Altro che i lavori forzati, la vera punizione è Cocco!

Cocco però, “annuendo” d’occhiolino (chissà, avrà anche sviluppato un bisex da 2012 bisestile, oltre che andar dentro quelle con la sesta…), m’ha “fatto”… venir in mente i momenti “indimenticabili” di quando, alle scuole medie Salvo D’Acquisto, “tutte” mi volevano per la mia vaga rassomiglianza con Luke Perry di “Beverly Hills 90210”. Andava forte Luke, “spingeva”. Lucky Luke, la “pistola” più veloce della sua “ombra“. Nessuno poteva “vederlo”, data la velocità dei suoi “cambi di marc(h)ia” fra lenti e sveltine.
A me sbatteva una minchia… di Luke, della sua “rivoltella” e di quante ne “ribaltava”.
“Protesi” subito a un attore un po’ più malinconico e “per i cazzi suoi”, già: Bob De Niro, molto più “straniero” alle zoccolate. Molto più Travis Bickle che, se gli prendon i “cinque minuti”, afferra “ferro”, carta e penne, “canna“, fucile e “occhio” da mohicano, poi appende per il bavero i bavosi, quindi spenna vivi tutti i papponi sfruttatori nell’applauso “conciliato” alla massa che lo eleva “eroe”.

Dunque, puttane e puttanieri, vedete di (ri)metter su Prince, e lasciate stare le canzoncine “romantiche”.
Servono solo ai cocchi…

L’ho “detto?”.
Più chiaro di così, si muore…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Teste di cocco (2000)
  3. Ascensore per il patibolo (1957)
  4. Angel Heart. Ascensore per l’inferno (1987)

Filogamo, l’alano, amò la fede di lana


08 Nov

Le donne sono le “colonne”.
Sì, del “colon”.
E dell’idrofilo cotone dopo le “ferite”

Ieri sera, dopo essermi bevuto, a casa d’un mio amico, tutto d’un (senza) fiato il primo Tempo d’un “lapidario” Bayern Monaco, che in 45 minuti ne infilò già cinque, rincasai tutto “strapazzato”.

Al che, aprii Facebook per gli “aggiornamenti”.
Durante il pomeriggio uggioso, inviai l’amicizia a “una” che stimolò subito il mio “apparato” visivo, comparendo semi-ignuda di “vulva” nel “Trova amici” da mia “fava” di fuca, di mia fame da foca…
Chi trova un amico, trova un tesoro, chi trova una troia, non trova la “chiave” di una senza castità ma, di forziere “scassinato”, nel “casino” dei forzuti della sua “gloria” da Umberto Tozzi.

Scoprii ch’ella accettò, una bella da “belare”, e subito “la” colsi in chat. Per un’immediata colite. Più che una scopata, fu una “trombata”.
E un’accolita di “decollarmelo” d'”impatto imminente”. No, non era mattino, ma quasi Mezzanotte.
Infatti, me “lo” spezzò di Luna sua di “traversa”.

Il suo cognome (ché si sappia per “evirare” altri “birbanti” poi impagliati…) è Filogamo.
Ma mi par più doveroso elidere il “lo” e il “mo” e lasciar solo “Fi-ga” (sì, “sciamoci” dentro, “inneviamoci” d'”innervosimento” da cavernicoli sui nostri eretti-li corpi cavernosi…). Fi-ga!  Ah ah, come Pacino bisogna pronunciare  e ben scandire il “candito” piccantissimo di tali due sillabe pro-fumanti.
Palpabili alle labbra e d’arrossire di “rossetto”. Eh eh.
Filogamo non è fica di legno ma da uno di “mogano”. “Rettifichiamo”. Ficchiamola, miei finocchi!
Non so se abita in “quel” Milano, di certo bisogna “darle di mani”.

Mi spingo oltre? No, volevo solo “spingere” un po’. Non prendetemelo… per “uno” che esagera.
Al massimo, son Troisi vestito da Arcangelo Gabriele con Lello Arena, per il mio “pollo” che mi “svergina” al grido “Annunciazione! Annunciazione!”.

Se Nunzio fu conduttore, Filu-o-mena Marturano fu la prostituta dei “maturandi”, poi maturò e si convertì ai monologhi col caffè di Eduardo De Filippo.
E Berta filava, filava davvero… sulla “bocca di rosa” di Rino Gaetano.

Sì, De André era un poeta, Troisi ricominciò da tre, ma Rino, bando alle ciance, sapeva la verità: di Notte c’è un Mondo diverso… fatto di sesso, chi vivrà vedrà.
Infatti, Stanley Kubrick s’ispirò a tal ritornello per Eyes Wide Shut.

Tornando alla Filogamo, mi rifilò uno “sfilettarmelo”. E il “mio” non si “sfregò”, perché m’inculò di “fregatura”.
Sì, ove le “confetture” son di fragole, anche il “duro” s’”intenerisce”. Ammosciatellissimo senza più “pisello”.

Io volevo solo “intascarmela” strappandole il “tanga”, coi miei amici a “stappar” il brindisi d’applauso!

Finìi di  schiena e di spada nella mia chiappa “finemente” sfinita. Altro che clap clap da lieti fini…

Altro che felino e ferino. Questo è un Inferno, oh mio Dio!

Lo so, non disperiamo d’uccello, Caronte il traghettatore recitava la nostra nave al mot(t)oNon isperate mai veder lo ciel.

Troisi lo sapeva. Al pelo… E anche Pasolini d’”uccellini” alla Ninetto D(i)avoli.

Questa è la verità, mentecatti e mendicanti, accattoni e minchioni!

Non ne esiste un’altra  al di fuori di “quella”.

Sono un provocatore, aizzo la mia mente alla “demenza” solo per non patire le depressioni ma, nel “buttarlo” a ridere e non nelle “buttane“, scarabocchio le vostre teste, anche perché poche donne amano che “schizzi” fra le “loro”.

Così è, così sarà.
Parola del “sudore”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. No!… Sono vergine (1970)
  2. Shining (1980)
  3. Whore – Puttana (1991)
  4. Gloria. Una notte d’estate (1980)
  5. Pensavo fosse amore invece era un calesse (1991)
  6. Uccellacci e uccellini (1966)
  7. Nottataccia (1991)
    Doccia fredda…

“Faust e l’homunculus”, nuova versione


07 Nov

Il mio amico Ottavio Plini ha presentato la sua nuova versione, deluxe, del suo Faust…

Ammiriamola in tutto il suo splendore:


Qui, invece la presentazione del precedente corto su Euridice, in cui possiamo “addentrarci” nel fascino ormonale di Rocco Femia, un attore istintivo, passionale, animato del bucar lo schermo con il carisma intatto del suo cranio rasato come un pirata nel suo galeone carico d’avventure intrepide:

 

 

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