Archive for November, 2012

La Natura favolistica del “Grande e potente” Sam Raimi, il Mago è Lui cari “O(r)Z-o-bimbi”. Fu il nuovo horror e anche il “Ragno”: ora pregate in religioso silenzio


15 Nov

Rapsodia del suo movimento variegato nel Cinema reinventato

Incontro un ragazzo “peperino”, gli chiedo se conosce Raimi Sam, mi prende a “cagnate” e mi deride apertamente. Al che, non chiudo neppure l’occhio della palpebra “canina” mancina, e lo tempesto di domande a raffica, a cui ignorantemente lo indementirò godibilissamentissimo:

– Che fai? Scherzi sui “santi?”. Fai il fante con le verginuzze? Citrullo, sei solo un pupazzo che spupazza. Quindi, già pazzo e scemo, t’accorgerai qunato ti diverrà “corto” prima che tu possa allungar di nuovo… il naso e la lingua.
– Babbeo, io sono grande e grosso e ce l’ho “peloso”.
– Ah, scusa. Mi sbagliavo allora. Pensavo fossi un “fuso”, invece ami le fusa. Come “lo” affondi? Fondente, da fesso o fendente? Non offendermi. Le tue effusioni ti rendon’ un fusto?
– Che cazzo dici?
– Il “tuo”. Mi concentrerei sulle origini brade del tuo sbavare. Ti faccio una domanda: se un cane lupo indossa un “nato con la camicia”, la fragolina sarà poi un camice di forza da ululato in mutande?
– Basta, non ti reggo. Che sono queste “intromissioni” criptiche?
– Vedi? La cripta, luogo cimiteriale da cui rinacqui e t’annacquerò nella tomba se ancor repellente vorrai seppellirmi.
Parliamo di Sam Raimi, caro il mio becchino che “tutte” le becca. Lei, sì, (im)mette il becco ove la bocca apre famelica, ma io son fauci e anche falco. Stia attento a non entrare in me, ché potrei sventrarti in tre.
– Continuo a non capirti.
– Non avevo dubbi. Sei mai stato a Gubbio?
– Gubbio?
– Sì, la città medioevale vicino ad Assisi, la patria di San Francesco. Sai, lì di “balaustre” defenestrano e ti gettan alle ortiche di tortura per il tuo culo.
– Ma va, va’!

Al che, infastidito, lo pigliai ancora, non solo per il…
Anche di “cravattino”. Lo legai alla sedia, mi spogliai danzando di mio nudo “amorevole” e gl’impartii lezioni di Cinema.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La casa (1982)
    Sam, assieme alla pupilla del suo pupillo Bruce Campbell, compagno di “liceo”, dal Super 8 “in famiglia” passò, in quattro e non fa quattr’otto, ma ottovolantissimo di genialità, a inquadrature sghembe.
    In questo film, c’è anche una figona di gambe da “zoom“.
    Che volete di più? Il caffè Borghetti?
  2. L’armata delle tenebre (1992)
    L’apice della meraviglia. L’Uomo della ferramenta è di ferro.
    Altro che Iron Man. Combatte tutti i borghesi con gli scheletri... nell’armadio e di “Dammi un po’ di zucchero, baby” è grande a(r)matore.
  3. Spider-Man (2002)
    A Tobey Maguire preferisco Andrew Garfield, ma Willem Dafoe ha il suo effetto.
    Un Goblin, voi invece leggerete il vostro “gobbo”.
  4. Il Grande e Potente Oz (2013)
    Doveva esserlo Robert Downey Jr., quindi Depp Johnny.
    Ma Franco James è troppo amico di Sam, e non pretende stipendi “da favola”. James lavora “al minimo” sindacale, dando il massimo.
  5. Pulp Fiction (1994)
    Non è di Sam, ma di Tarantino. Ma anche Quentin apprese da Raimi.
  6. Gioco d’amore (1999)
    Come te “lo” piazza Costner, neppure John Travolta, vero Kelly Preston?
  7. The Gift (2000)
    Ecco il “dono”: dicesi l'”orco” delle belle favole.Ecco la strega, ecco la mela, ecco il “miele”, ecco la caramellina…

“Oz…”, il nuovo fantasmagorico Trailer


15 Nov

A dar lustro al mito del Mago di Oz, stavolta ci pensa Sam Raimi, guidato dall’Arte recitativa dello “strambo” UFO di nome James Franco.

 

Sono Oz, il Mago…

Fratelli cari di questa congrega, accoglietevi nelle preghiere.

Sono grande, immani e “putent’”. A volte, quando m’ingozzo, cresce poi il gozzo.
Ma miei “bimbozzi” co’ u’ maritoz’ di panna di cervello da montati, io vi sgozzerò se, d’altri ozi, vi vizierete.

Il lupo perde il vizio ma non il “cazzo”.

E ora, cambiando aspetto in Al Pacino, elargisco voi miei tanti bacini!

Applauso!

Fui viziato e mi “aizzarono” le zie, ora son tornato nell’Oz da mago “potente” d’occhio “pendulo” ma non dipendente
Il “Grande”

Sì, sparii. Capitò. Meglio che essere decapitati. Anche se, a lungo non andare, si corse il rischio del capitombolo totale.
Crollai e a malapena riuscivo a “scrollarmelo”.
Varie diarree “pervasero” il mio fegato arrabbiato, e mi sfogai, evacuando di vana voce inascoltatissima che fraintesero per “scontata”. Ah, mi scottai, davvero.

(A) tutt’oggi la gente è rimasta “scioccata dalla marcatura d’Ibrahimovic, in rovesciata sforbiciante con palombella in dialogonale sui difensori capitati lì per caso a pigliar mosche.

Non mi sembra una gran rete. Un giornalista, dietro lauto stipendio, invece l’osannò sbattendosene invero un cazzo, definendolo il più grande.
Grande di che^ Si pigliasse Maradona, non questo svedese, il cui goal dicesi classico” colpo de’ cul'”.

Sì, (non) fui come Diego. Diego non s’allenava mai, tanto sapeva ch’era già oltre e poteva passare il Tempo a “menarselo”.

Ora, romanzi all’attivo, non mi son mai fatto di coca, a differenza di tal argentino, e sono molto più colto dei professori universitari.
Sono indubbiamente più bello di Gabriel Garko, e vi propongo questo video, ch’è una perla che non potete perdervi.
Fra l’altro, per inciso, recita come tua sorella l’analfabeta.

Se non credete che io sia il Mago, presentatevi agli studi di Albatros. Data da ficcar in agenda è il 7 Dicembre.

E vedrete un Genius sfavillante che mandò a monte tutta l’umanità con le sue teorie grazie a un calibrato mignolo sinistro.
Quando uso l’uccello, invece, non ce n’è per “nessuna”.

Un deficiente urla “Porco Z…io!”.

Lasci stare le sue porcate, lei ozia e io la sevizio.

Vi sarò Franco, non sono affatto morto. Fisso la mia bambolina, e divento di nuovo Fonzie. Il pollice su sta per “Ehiii“. 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. La casa (1982)
  2. Il mago di Oz (1939)
  3. Il Grande e Potente Oz (2013)
  4. Over the Top (1987)

 

Questo Kubritch non l’ho mai sopportato, in quanto scambia Eastwood per un terrorista, anche perché meglio un “piedipiatti” d’uno coi neuroni “piattola”


15 Nov

A questo punto, metto i puntini sulle i e lo (ar)rendo nero. Quando uno spara grosso di pistolotti da pistola, io tiro fuori il fucile e lo uso contro gli abusi.
Soprattutto quando si ha il permesso d’intervenire su un sito di Cinema, “mitragliando” a briglia sciolta. 

Si ricordi: il mio mulo…

Commento “a piè di calcio in culo”

@kubritch, hai presente quando, prima di vedere i film, “profetizzi” di “megastronzaton’?”. Ecco, se guardassi il film della tua testa prima di rilasciare queste “grandi” play, te ne sarebbe grato ogni terrorista islamico perché, leggendo ‘sta roba sciroccata peggio dei loro attacchi, avrebbe le convulsioni e ci penserebbe sopra, sapendo che c’è chi sta peggio, nel cervello, di loro. Quindi, andrebbe in cucina, si gusterebbe del tè, afferrerebbe la cornetta del telefono, contattando chi gli ha dato l’ordine di far saltare la Casa Bianca per manie guerrafondaie con bellicose battaglie a “preservar'” (ho sempre preferito il preservativo…) l'”integralismo”-secessionista-“fanculista”-razzista d’autoxenofobia, poco “fanciullesco”, quindi attraverso il cavo sputerebbe in linea “mondiale” un “Fottiti!” alla Clint Eastwood versione Callaghan, su elevazione ecumenica contro il fascismo neoimperante, obliterato nell’oblio e all’obitorio d’un chiaro messaggin’ di “pace” nel “massaggiar” il deretano-pancin in panciolle a te che evacui, col gemellaggio “scimmiottante” alla scimmia invero ancor poco tuo evoluta, tal merdoso far il troll. Ora, se stai scherzando, bene, ci sto, altrimento ti “stoppo” subito. Non ti piace? Allora, questo è il mio semaforo rosso: stia impalato a impallinare di cazzatone generaliste il caporale Clint, e si sorbirà il suo mondo perfetto prima che possa comparire la “lucina verde” di qualche lucciola vicino al marciapiede ove, a pedate, la renderò un “pedone” da metter sotto più di “stiramento” davvero “bianchissimo”. Tanto che i passanti non distingueranno la strada dai suoi “stracci”.
E anche la peggior puttana non vorrà saperne del suo pen’.

Questa è “sanità” pubblica.

Interviene kubritch, sì “K” minuscolo da testa di…, bravi…
E mi grida: – Sei passibile di denuncia!.

Risposta secca: – Sì, prima sbucciami la mela. Poi, si vedrà. Il coltello potrebbe rivoltarsi…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Gli spietati (1992)
Gran Torino (2008)
Cielo di piombo, ispettore Callaghan (1976)

Per un pugno di dollari (1964)

Nessun dollaro per “lei”, carissimo.
Invece, “pluralizzerei” i pugni.
Così, la finirà di “spugnettarsi” qui, espugnando a “man” armata bassissima.

“Silver Linings Playbook”, Press Conference, basta crederci


14 Nov

Fiato alle trombe, la Weinstein sta pubblicizzando a tambur battente questo film, dato tra i favoriti ai prossimi Oscar, un po’ in tutte le categorie.

Dopo la sua presentazione al Toronto Film Festival, ove fra l’altro ha vinto, eletto dai votanti del pubblico, ieri s’è tenuta la conferenza stampa ufficiale e la “passerella”, organizzata proprio dalla Tribeca di De Niro.

 

Scorriamo alcune immagini.

 

   

 

 

Come potete vedere, cast al completo, il protagonista Bradley Cooper, il regista David O. Russell, Chris Tucker e la grande (sebbene da noi poco conosciuta) Jacki Weaver.

Unica assente, proprio l’altra meravigliosa interprete, Jennifer Lawrence, al momento troppo occupato a finir le riprese del seguito di Hunger Games.

 

Mi concentrerei però su “costui”.

Il prossimo anno, compierà 70 anni. A me appare ringiovanito rispetto a un decennio or sono. Era messo maluccio e imbolsito parecchio. Qui, lo ritroviamo piacevolmente più magro, molto più in forma di quanto non t’aspetteresti. Con un carisma ammodernato, diciamo.

Sarà il profumo di statuetta che sta bussando alle porte, dunque alle sue narici “oculari”, per la sua interpretazione?

 

(Stefano Falotico)

Scorsese compie 70 anni, ma Nazzaro Giona brucia i suoi ultimi “vent’anni”, invecchiandolo


14 Nov

Fervida lettera a Cuore “aperto”, perché dilaniato e sbranato…

Da “tagli stilografici” che non mi sarei aspettato

Se sei ora, chi fosti anche quando fu la vita “fosca?”.

Anch’io acquisto l’edizione settimanale della mia cara rivista “FilmTv”, appuntamento pressoché fisso da quando apparve con successo verso l’inizio degli anni ’90. Sì, credo di non averne mai persa una copia, sebbene quasi tutte le abbia poi consegnate al “macero” per ragioni di spazio ma non spaziali come il Cinema.
Sì, avrei potuto ammonticchiare tutti i “numeri” in cantina ma spesso, in via della Ca’ Bianca n.3/3, residenza periferica della Bologna degradata in cui abito e m’”annido”, l’acquedotto fa degli “scherzetti”, e spesso questi “loculi sotterranei”, ove i miei condomini invece conservano il vino “pregiato” per le occasioni in cui si “fregiano”, travolgono d’”allagamento” l’intero perimetro di questi “ripostigli” frequentati tra l’altro dai roditori, più comunemente in-tesi come sudici topi, razza disgustosa che s’accoppia con le zoccole.
Quindi, la collezione di tale biblioteca è andata perduta in molte “spazzature” a scadenza mensile.
Peccato. Un peccato veniale però, visto che, l’archivio online della rivista, proprio in questo sito ha catalogato perlomeno tutti i giudizi con relative stellette, in una mirabile opera di catalogazione che dà lustro e rispolvererà sempre le nostre “antiche”, dunque riammodernate, memorie cinefilissime e non solo.

A Bologna, unica città tardiva del commercio librario, “FilmTV” esce con un Giorno di ritardo, appunto.
Quindi, stimolato dalla provocazione (?) di Bobtheheat, ho potuto appurare sol stamane l’”epistola” formato “sparatoria” di Giona Nazzaro.

Giona è un mio amico, perlomeno un carissimo conoscente.
Privatamente, lo ringraziai circa un mese fa, per esser stato in qualche modo ispiratore della mia nuova opera letteraria, “Noir Nightmare…”, attualmente in commercio su Ibs.it e in eBook, che vi consiglio “subdolamente” d’acquistare per accrescere le mie modeste finanze. Se poi vi piacerà tanto di guadagnato. Adesso, per il sottoscritto, contan i conti. Ribadiamo… i guadagni. Perché puoi essere geniale ma, senza Euro, potresti diventare un “marsupio”. Tenetelo a mente quando, in periodi di “magra”, dovrete, v(i)olenti o nolenti, arrangiarvi nella ricerca della sopravvivenza più brava a “involver” da “bravi” per una cenetta dignitosa sotto un tetto che non “sgoccioli”.

Come al solito, come Sam Elliott de Il grande Lebowski, l’ho presa “un po’” alla larga. Anzi, direi “allagata” playlist.
Scusate se v’ho annoiato, intendo d’annotazioni “stufarvi” di più.
Dunque…

Inizio del papiro, e anche di Scorsese “fermo” a De Niro nonostante DiCaprio (?)

Egregio Signor Giona,
sì, abbiam discusso un pomeriggio recente fa di come Lei sia stato l’involontario “apripista” del mio nuovo libro.
Nella sua recensione su J. Edgar, incensato di lodi reciproche, Lei cita/ò il quindicesimo sonetto di Shakespeare, vero?
Ecco, presi le “palle” di William al balzo per comprarmi proprio tutta la sua raccolta. E optare, guarda il “caso”, sul 15 per l’inizio del mio Incipit da poesie ermetiche. Come spiegherò, in termini più esaustivi, a Roma il 7 Dicembre presso gli studi della casa editrice Albatros.

Quindi, rinnovo il mio gratis et amore.

Ma Giona che cosa Lei mi combina?
Tradisce la mia stima?

Eh sì, leggo attentamente il suo breve pezzo a demolire Scorsese, soprattutto l’”ultimo”. Un Tempo, Lei lo chiamava come “suo fratello”, dandogli del Marty, oggi del “matto”. Adesso infatti, deluso dalle sue ultime pellicole, si rivolge a Martin (appunto…) come un alunno nei confronti d’un Maestro a cui si (su)dan sempre gli onori, salutandolo scriteriatamente con un “Buonanotte Scorsese”.

Ah no, non si fa. Si ricordi le parole “bibliche” del giornalista Franco Ordine quando i suoi colleghi, con Piccinini a sedar la “guida al campionato” di sberle e offese, inveirono in massa (e “a mano armata” di pugni, già…) contro il Pallone d’Oro Figo. Criticandolo e abbattendolo senza ritegno perché, a detta(r) loro, di “plebiscito” stupido da “leggi anagrafiche” incontrovertibili, non era più il “figon’” d’una volta, ma solo un onesto calciatore “rincoglionito” e imbalsamato.

Ordine Franco, irritato a pelle, ordinò e urlò “Portate rispetto!”.

Sì, non bisogna mai criticare, “a posteriori”… (le famose prese “pal’” pel’ culo), colui che ha rivoluzionato le geometrie balistiche appunto, coi suoi deliziosi passaggi millimetrici, i suoi assist strato-sferici, i suoi dribbling radenti che rasero al suolo tutti gli avversari, coi suoi tiri d’ambidestro a confondere e spiazzare i portieri e i terzini che non capivano a quale velocità si muovesse…

No, non si può. Mentre Lei Giona, “sarcasticamente”, nel suo articolo irride Martin Scorsese.
Ora, scandiamo la nomea: M-a-r-t-i-n SCORSESE!

Senta, “ausculti” che Bellezza, che ricordi.
Ma Lei, Giona ci scherza sopra. Rammemorandoci quando si commuoveva per la grinta e l’energia del suo Cinema funambolico, ora a suo avviso (di cartellino “giallo”, salvo espulsione diretta “alla prossima”) accademico e sterile. Anzi, anche quasi da “sterco”.

Ora Giona, se vuol provocare, ha trovato pane per i suoi denti.
Perché Io, Padreterno indiscutibile e universale, mi rivolgo a Lei con tono accusatorio, previo spedirla all’Inferno senza Purgatorio d’”intermezzi” (termini…) della bolgia dantesca più dura, quella dei traditori! Come da Max Cady scippato per “proto-colli” omessi.

Lei è come Caino, e adesso schiaffeggia e trucida il suo parente!

No, non va bene. Si confessi e, grazie a cinque milioni di Ave Maria da tentazione di Cristo, potrà tornare a scrivere le sue recensioni. Solo dopo un “lavaggio” al Giordano, peraltro, potrà di nuovo “sindacare”.
Prima la punizione, poi il piacere del dovere.
Obbedisca a Dio!

Nel suo articolo, distrugge con boria da lasciar esterrefatti tutto lo Scorsese degli ultimi quindici anni.

Concordo su The Departed, una “scopiazzatura” che toglie all’originale. Proprio uno dei film più bruttarelli di Martin. Che, vuoi la solita idiozia dell’Academy (di che?), è stato proprio il “capolavoro” a dargli il primo (dico primo…) Oscar come “Miglior Regista”.

Non funziona quel dipartimento. L’unica scena che salverei, con tanto di hard davvero hard del mio “disk” (d’ernia…), è “quella” in cui Leo spoglia Vera Farmiga, che si mostra figona come non mai.
Il resto, sì, non merita rispetto!

Ah, c’è un “ma”. Lei (mi) scrive ch’è la prima collaborazione con DiCaprio. Come no. Gangs of New York dove me “lo” mette?

Shine a Light? Sì, il finale che c’azzecca? Con Martin che (s)compare nel dietro le quinte e ammicca di Luna, “logo” degli Stones.

Mi rivaluta invece The Aviator. Io no.
Il film è freddo come il debito.

Poi, “casca” sugli altri restanti…, Shutter Island ce lo definisce un “fallimento”.
Ora, gli preferisco Angel Heart, anche Shining e pure David Lynch.
Ma è un gran signor’ filmone.

Per (s)finire, spacca in due Hugo Cabret. Asserendo che il 3D è una sciocchezzuola infantile.
Ma che dice? Prima, (c’) ha scritto che il Cinema parte dall’infanzia, enumerandoci le sue emozioni “proiettate”. Ah, non è che preferisce il peggior Gigi Proietti?

Giona si riprenda. Viviamo in tempi di crisi, il lavoro stenta a decollare, e molti si suicidano perché, dopo essersi sgolati in piazza, son costretti a tagliarsi la giugulare.

Se Lei mi trancia anche Scorsese, possiamo “stroncarci” subito. Senz’aspettare la “caduta” del Wolf of Wall Street.

Ho detto tutto…

Distinti saluti,
nella viva speranza che non sia un “Addio” ma un “Arrivederci” quando lo stato febbrile le sarà (tra)passato.

Firmato il Genius,
in veste di Dante Alighieri.

Applauso!

Il Paradiso è una Donna che ha le “chiavi” di San Pietro, della tua “pietra”.

  1. The Wolf of Wall Street (2013)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Casinò (1995)
  4. Al di là della vita (1999)

Il Mondo è un posto triste?


13 Nov

No, lo è la gente che lo abita, la maggioranza perlomeno, carnale e materialista, che si livella su temperature d’adattamento stantio e dunque statici, e poi pretendono, a ignoranza elevata pregiudizievole della ragion “pura”, del proprio status non solo economico che io invece, con altrettanto menefreghismo, reputo solo un osceno orpello da bordelli in camuffa dietro abiti “intonsi”, difficilmente intaccabili perché barricati dietro il ricatto dell’abuso di potere, del “vantaggio” quindi “psicologicamente” acquisito (a mio avviso un “acquitrino” s-porco di pozzanghere spacciate per laghetti “cristallini” dal “dolce” mare scrosciante spesso applausi ruffiani quanto furfanti e di furbizie “dabben'” celate” quanto a me d’accapponar la pelle, quindi raggelanti d’autoreggenti “esigenti” d'”erezione”), della “pasta-asciuttezza” che si fa beffe della “sfiga”, dunque di “fighe” esonda in un oceano dal lascivo lasciar che tutto vada a monte e poi, se ti disperi o lecitamente ti ribelli, san solo piagnucolar da coccodrilli (vedi che la “sabbia mobile” torna, eh?…, l’anfibio, preso per “viscido”, sa sguazzare perché già sgozzato), domandandoti con ipocrisia agghiacciante (vedi quanto son teneri a “riscaldarti” e di minestra di lor piatto “appiattirti”…) a quanto ammonta il danno.
Ah, io vedo solo anni buttati via, i vostri, miei mostri.
Il mio ano non è tuo, che vuoi stronzo?
E so che vale più una particella del mio cazzo deriso piuttosto del vostro “culo” da me, com’è giusto e sacrosanto (buco…) che sia, reciso e ben co(i)nciso.

Ora, pigliate la mentecatta e spurgatela nel lavello.
Perché come dice il detto, chi più lavora più “posate” mangia.

E io, ostinato, preferisco il genio in me infuso che nessuno più confonderà da nano qual è, poiché innato e quindi per voi dannato.
Tale è il mio antologico delirio contro la vostra preistoria, tale è il mio pretendere che tutti obbediscan a rispettar tal mia giornaliera “idiozia”, tanto stupida che v’ho rimbambito.
Perché se il genio frainteso fu, lo scemo inchiappettato di pappine confabulerà non dandosi spiegazioni “razionali” del suo cervello che squadrò ma, a soqquadro, “ripiegò” sulle “rotelle”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. A Christmas Carol (2009)
  2. Red Lights (2012)
    Truffatore, t’ho smacherato.
    So che questo dà fastidio, ma tu hai negato te stesso per sempre.
    Come il 90 per cento, che vive (in)dotta e imboccata e poi scopre che poteva godersi la vita senza cercare consensi da ricercatori che non trovaron se stessi.
  3. End of Watch – Tolleranza zero (2012)

Il Conte Dracula pretende il “conto” in “tabaccheria”


13 Nov

Jack Nicholson era amico di Marlon Brando, e Naomi Watts di Laura HarringLynch lo sapeva, e allestì quelle ville di Mulholland, spedendo Laura Dern nel “manicomio” dei conigli, ove l’Inland Empire l'”accolse a braccia aperte”

Sì, nel marasma della mia mente, non riesco mai a prender sonno. Ieri Notte, dopo esser crollato in seguito, anche inseguito, (d)a una giornata oberante, con tanto di operatori sociali che provaron a estrapolarmi le palle “rimanenti”, dopo le Red Lights di Cortés, da me opportunamente “videorecensite” come da “Cinerepublic”, dopo cont(r)atti a destra e a “manico” a cont(r)armelo, dopo ragazzine che m’han telefonato per chiedermi il “numero” del “cavo” di un altro, più bravo a “collegarle” nel “doggy” stile davvero del ferro da (s)tiro, dopo essermi svegliato alle tre in preda a convulsioni alla ricerca disperata dell’ultimo “colpo” di cucchiaino su tremila baci-barattoli di Nutella da me “prematuramente” fottuti, sbiancai allo specchio, perché da dietro il tavolo della cucina apparve Federico Frusciante, con cui stiamo allestendo un sito di Cinema.
E m’urlò “Non ti pagherò mai i soldi che hai anticipato per aprirlo. Anzi, ti apro, dopo averti ficcato in frigo!”.

A parte gli scherzi, su Facebook rilasciò pochi minuti fa un post “equivoco”: “Se non mi ricorderò, anche oggi, d’andare alle poste a far il bonifico, Stefano m’ucciderà”.

Sono pochissimi Euro, Davide Stanzione n’è consapevole, perciò anche lui tende a “evadere” accampando scuse ché oggi deve vedere l’ultimo film del regista belga-olandese-slovacco-musulmano Jean Valente detto il “Malsano”. Il film s’intitola Sapore di rughe e di Marina Ripa di Meana, storia cronenberghiana di trasformazioni “al car(l)ino” durante le notti convulse, “brasiliane” della “Mostra” di Venezia. Film d’analizzare nel salotto di Marzullo con la Marzotto mentre il telecronista Mazzocchi pensa a quando Barbara d’Urso fu zoccola anche con “lui”.

Bando alle ciancione, www.mulhollandlynch si presenta già “a spingere”, con tanto di Travis Bickle che se ne frega di sorrisetto falotichesco.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Insider. Dietro la verità (1999)
  2. Per qualche dollaro in più (1965)
  3. Dracula 3D (2012)
    Mah… il dubbio permane d'”anteprima” raccapricciante. Ora, come detto, ieri son andato a vedere Red Lights. Di solito, gli esercenti fan così. Prima d’un film “mistery“, infilano i trailer dei coming soon “de’ paura“. Prima [Rec]3(sì, “alla terza” media di prima di seno), con una ragazzina “semisforbiciata” solo perché il matto di turno voleva scoparsi la sua migliore amica ma scoprì che l’avevano “inculato” a sangue, quindi questo devastante Dario Argento.
    Il mio amico critico Giona Nazzaro, lo difese quando fu presentato a Cannes (?), definendolo “decoroso”.
    Ora, stimo molto Giona, ma dalle prime immagini mi sembra una stronzata da render rossi, sì, paonazzi.
    A questo punto, se vogliam buttar in vacca il mito del Conte, direi “raffinatamente” di scegliere Aldo Baglio del trio…
  4. Dracula morto e contento (1995)
    Ecco, ho detto tutto.
  5. Brazil (1985)
    Marina mi “sbertuccia” accarezzandomi da cagnolino:- Sei un gattino peloso da film di Terry Gilliam.
    – Come prego?
    – Sì, ecco cucciolotto. Vai all’oratorio.
    – E tu troia vai a dar via il culo “dorato”.

“Nemico pubblico”, recensione


13 Nov

Ultimo “Manhattan” fra i “gangster” dei propri demoni

Il Cinema energico, poderoso, folgorante di Michael Mann, stavolta s’inerpica nell’imbrunito volto dei tramonti che si cosparsero di vital linfa trasgressiva.
Intonata a battiti di ciglia, nerissimi, come gli occhi dall’abisso “candido” di Johnny Depp, arrochiti nei tagli cristallini, turbinanti, “digitali” di spari e spasmo laconico, spalmati di limpida acquiescenza “assorbita” nelle vene drogate delle lisergiche calme apparenti, a detonar scattanti su, sopra, dentro sventranti, meticolose, furiose, “lancinanti”, infiammate rapine a rapirsi proprio l’anima per saccheggiarne il valore o, forse, elevarlo a trono di ribalda sfacciataggine “scont(r)ate” nelle regole assurte a insostenibile modello di “stile”. La vita dei (propri) processi alla morte d’esorcizzare nella perenne fuga assurda, appunto, che risorge a ogni smaltato fucile della chimera polverosa, abba(gl)iata di schizzi esangui, affranti ma mordaci con gaglioffe spavalderie frantumate, ecco, nella putredine che annebbiò gli squarci visionari della lirica mistica all’increspato ora romanticismo ferito nel ventre d’una levigatezza a destarlo poi nell’abisso del vortice della Luna più melliflua e “incatenata” all’incanto perduto.

Dream perito, strada piovigginosa di vetri affumicati, d’una battagliera rivalsa a istituzioni che legifereranno, ferocissime, a imbrigliar caudine la morigerata “castità” del te già divelto, svelto però a sfoderar il “grilletto”, come un gringo del solitario, assolatissimo West, era remota, scomparsa nella tua riapparizione da fantasma più vivo delle ombre che perseguitano la tua, “assediano” e bloccan lo sterno del tuo deviar dello sterzante, feral sferrar attacchi al brado, disumano lor morirsi dentro nei boschi sempre più foschi d’una menzognera “dolcezza”, apnea galleggiante delle temperature “equilibrate”, stagn(ol)e. A cucir claustrofobiche, e di fobia a impaurire, a iniettare la leguleia osservanza del loro, sì, cupo eclissarsi e tetro, stridulo occultarsi cadaverici dietro (s)coperte, “rinomate” nomee.
“Egide” di stelle di latta graffianti da sceriffi monolitici come J. Edgar.
Un Edgar che sbircia i suoi passi “robotici” per avvolgere l’America nell’illusione solo automatica delle calibro. Sì, “calibrata” nel t(u)ono soffuso, plumbeo e dentro burocratiche archiviazioni per un catalogo di plastica dalla compostezza tanto “filigrana” ad attenuar l’anima da incenerirla nella “pulizia formale” d’una asettica” virtù “bibliotecaria” del proprio volto legnoso. La setta dei corpi segreti…
Un Edgar manichino, scarnito negli zigomi obnubilati, “nubili”, tanto nobili anche da spezzarsi nel “cuoio” inespressivo d’una sagoma “virginale” del Billy Crudup obliato nel bianco più “cerone” e ceruleo, che (non) c’è. Come un ruolo “secondario” di demiurgica, ieratica, orripilante presenza inamovibile.

Michael Mann azzarda nel noir camuffato da “poliziesco”, un urlo raschiato d’una Storia nota quanto “banale” e senza “guizzi”.

La “vera” avventura di Dillinger, già un inganno. Perché Johnny Depp, anche se all’anagrafe più vecchio del “reale” Dillinger, appare etereo d’immarcescibile giovinezza senza Tempo, una proiezione svecchiata dunque, rinvigorita nell’efebica diafanità angelica di Depp stesso e altro(ve), smacchiata dal John “biografico” dei documenti ingialliti.
Ove le poche foto dell’FBI ce lo “dipingono” canaglia e sporco, Mann “immedesima” Depp nella sua iconica statura decadente da eroe bellissimo.
Come l’adorante primo piano iniziale, martellante di colonna sonora da “biglietto da visita” del suo innato carisma.

Come tutti i capolavori, e soprattutto come in Michael Mann, la trama è “stupida”. Buoni osservatori della “legge”, senza sfumature psicologiche, contro i “malvagi” banditi “mascherati”.
Gatti coi topi e viceversa. Fra evasioni a cui basta “schioccar le dita” per organizzare la propria liberazione, dall’angoscia ancora di sé, d’un viaggio già schiantato e cosciente della sua “intrepida”, tenera vigliaccheria.
Duelli metropolitani da spadaccini con le pistole, appunto un western “in costume”. Anni ’30 sbiaditi, o ancor più lucenti delle praterie, rasoi e creme da barba più affilate e dissanguanti delle lame dei coltelli, macchine lussuose e firmati “occhiolini” più coraggiosi delle cavalcanti città coi saloon, aperitivi morbidi e “harmony”  più “scostumati” e smargiassi delle birre stronze nelle tavole calde.

Un Christian Bale titanico, senza sonno, missionario della “giustizia”, freddezza implacabile, un Depp asmatico e malinconico che sa quando e dove morirà, aspetta la sua fine proprio nello “schermo” del suo “melodramma” (in)glorioso.
A issare, brindare nel suo Cuore le gioie, i rimpianti, i rancori, la rabbia, l’amore e la Bellezza.
Una Cotillard sfuggente, peccaminosa anche solo quando terge d’acqua erotica pruriginosa, in vasca da bagno, col suo piede “scosciato” e stuzzicantisismo, il feticismo nervoso d’un leone combattivo ma fratturato, arso fra il vivere o morire da re(o) delle errabonde, “erronee”, sbavate, “brave” e “bevute” notti.

(Stefano Falotico)

 

“Grudge Match” si girerà a New Orleans


12 Nov

 

Come da location, dopo la new entry di Alan Arkin nei panni del coach di Stallone, la commedia (agrodolce?) di Peter Segal, Grudge Match, finanziata dalla Warner Bros, veniam ad prrendere che sarà “filming” in quel della città del “Diavolo”.

Warner Bros. feature film Grudge Match starring Sylvester Stallone, Robert De Niro, and Kevin Hart will shoot January 7th for 45 days in New Orleans.

Maurizio Porro, anche lui un estimatore di “Red Lights”


12 Nov

Leggiamolo:

 Mix parapsicologico con il sensitivo cieco

Derby tra la costanza della ragione e la paranormalità con la studiosa che, con assistente, combatte un noto sensitivo cieco e forse cialtrone. I medium intuiranno la sorpresa, ma il thriller funziona, un Figlio di Giuda (minore) con le paillettes dell’Al di là. La Weaver la prende sul serio e Cillian Murphy è bravo e si fa pestare come sempre nei bagni maschili. Nel mix parapsicologico di Rodrigo Cortés, dedito ad incubi ed eccessi, De Niro ad occhio spento fa la parodia di De Niro ad occhio acceso.
VOTO: 7

Maurizio Porro

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