Archive for November, 2012

Un turbinio accecante di guerra, “spacc(i)ato” negli occhi del folle


20 Nov

Il ringhio

Viviamo in tempi opachi, ove s’obnubilano i reati, camuffandoli dietro leguleie burocrazie a metter “ordine” con perentori ricatti ad abusare di “vantaggi” psicologici spesso accumulati grazie a tangenti, prevaricazioni morali, arrivismi mafiosi, collutazioni “politiche” alle s-palle dei “polli” da raggirare, prima di privilegi acquisiti da padri tradizionalisti nel perpetrare le irragionevoli ragioni “fondatrici” d’una società livellata su appiattimenti stantii, con la “forza” d’economia “encomiabile” della discendenza “nobiliare” e “rispettosa”, poi, “migliorati” di pezzi di carta “bianchissima” profumo puzza (sotto il naso e anche “sotto… b-i-anchetti”) “color” cioccolato “lattiginoso”, a peggiorare chi era partito “male”, a partorire “diagnosi”, perché semplicemente non si vuole che chi partì, appunto, “debole”, possa ribaltare le regole, soverchiandole di “sovversivi” atti giusti, presto liquidati ad etichettarle passibili di “pericolosità”. Il “detersivo” di pulizia “mentale”. Ah, si sa, la reattività, la reazione, la ribellione è da sedare, da “insederare” e da ammainare, ché non “degeneri” dalle “basi” solidissime (sì, infrangibili come sabbia tersa nel Sol marino di tal somari bambini “adultizzati” del “tosto” aspetto-pettoral’ “oral” in fuori… le palle e i “cannoli”) d’equilibri “avvalorati” da non leder con scosse elettriche da spegnere, irrigidendole nella radiografia a “celofanar” l’encefalogramma nei (dia)grammi su(ine) chimiche spicciole da reparto biologico delle cavie da laboratorio. Ove solo i più “indefessi” e conformisti “lavoratori”, ligi al dovere più falso, fascista e meschino, avran il permesso alla gioia del “Godo” e, chi s’eleva, è da “spappolar” per pazzo, “fuori di testa” o addirittura “criminale” perché ha solo avuto il coraggio, immancabile ai suoi geni valorosi, di non prostrarsi e prostituirsi a queste “torte di mele”, a queste creste che ti sbatteran in faccia solo la crostatin’ di marmellata. Allattati alle mammelle della suzione materialista, delle soluzioni d’azione “contraccettiva” a prevenire, minority report, il potenziale elemento “pericolante”. Che potrebbe far proprio crollare e ridurre al macero e in briciole le assolute, assurde convenzioni, oggi assunte per vere e indiscutibili. Ove la carnascialesca frivolezza è stata innalzata a “brillante”, incontrovertibile, unico modello di vita. Ove, chi non se n’attiene, è uno d’“attenuare”, da tener d’occhio, da “tenerezze” ad “addolcir” l’urlo rabbioso degli ululati suoi combattenti. Ah, meglio barricarsi nell’“invincibilità” dell’ottusa “civiltà” piuttosto che prender coscienza e mollar la presa e confessare, che fessi e soprattutto da fossa son loro, i “leoni”, meglio inveire d’altra subdola violenza, meglio tacere prima che deflagri l’averli colti in flagrante.
Ma vocine “dispettose” non ci stanno, perché sventolare bandiera bianca e “affrescarci”, appunto, in questa “fresca” tanto “ironica” presa per il culo?
I coglioni van addormentati, picchiati se “sganceranno” le bombe, abbindolati se non vorranno “abbottonarsi”, accerchiati se l’“oltraggio al pudore” fuoriuscirà dai ranghi della cernita vile, delle cerniere, del maiale col cavial’, che apparecchia la sua cenetta da “buona forchetta”. Ah, chi tira il forcone è da forca in tal nostra, di massa, “fornicazione”. Certo…
Seviziato perché denunciò i viziosi, strizzato perché stava aizzando.
Amputato perché non puttaniere da festini, non festeggiato perché da conciar “a festa” e impagliato da pagliaccetto da “bacetti”, ché non amò la “mondanità” di tali anali nei tavoli (s)quadra(n)ti im-banditi d’argenteria di “lusso”.
Smussati e smidollati nell’osso, ché non son “ossigenati” ma pensatori meno appariscenti della gran “maggior” parte della gente, i dementi.
E dunque io vado avanti, di stessa legalità, visto che i giustizieri “solitari” furon “ammutoliti”, bisogna alzare la voce di stessi pugni massacranti di (a)r(r)ing(a).

Buone le vostre aringhe?

Dopo tante sparatorie di sangue sparso, posso cospargervi di salsina sopra la vostra “salsiccia?”.
Proprio farsi un film, da Oscar.

Proprio a Roma, il 7 Dicembre, quando il mio calunniatore vedrà la faccia in Tv, una lagrima color sono nella merda, colerà dal suo dittatore.

Avvertii che il Principe sarebbe tornato. Per ammazzarlo nel modo più cattivo possibile.

Un grande Uomo, destinato a un Futuro luminoso, fu invidiato a morte da suo fratello.
E scontò una pena crudelissima per la sua scellerata vigliaccheria.

Il Gladiatore torna in sua arena, si cela con una maschera, se la toglie delicatamente e fissa il suo omicida.

Non solo non è morto, morirà qualcun altro. Con la folla a osannarlo.

Questa si chiama vendetta!

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

    1. Gran Torino (2008)
    2. I duellanti (1977)
    3. Il gladiatore (2000)

“Silver Linings Playbook”, altre clip


20 Nov

Indiscutibilmente, è il film dell’anno. La Critica america americana sta andando fuori di senno per come se n’è innamorata. E pioveranno Oscar come rane di Mosè.

Dunque, ancora una volta, scrutiamo da vicino questo imperdibile, grazie ad altre clip che la Weinstein Company, dal suo canale ufficiale di “YouTube”, ci propone.

Dalle best reviews ad altre brilliant e pure gold immagini. Un grande movie già moving. Già un classico intoccabile, ma anche toccante. Da commozioni in sala con lagrimuccia vera e non furbetta da “tavolino”.

Una strepitosa commedia drammatica dolceamara. Che ad alcuni ha subito ricordato il miglior Frank Capra aggiornato ai tempi nostri, obiettivamente più incasinati, meno buonisti e meno “sempliciotti”.
Un film che mescola, a quanto leggiamo, aspettando di potercene fare un’idea più soggettiva quando uscirà anche da noi, ingredienti con cui bisogna stare attentissimi nella mistura. Troppo pepe e potrebbe essere scotta, poco zucchero e sarebbe insipida, troppa glassa e vomiteremmo d’indigestione, troppo cinismo e la pietanza sarebbe surriscaldata.

Invece, il “cuoco” David O. Russell, dopo averci entusiasmato col terrific The Fighter, da un “manicaretto” apparentemente banale e già “fritto” in altre salse, l’omonima novella discreta di Matthew Quick , pare che abbia cucinato un capolavoro d’ottima confezione.

Ah, mi sto perdendo nel “primo piatto”, non voglio esser logorroico, poi vi vorrà il lassativo per “diarrea”.

Dunque, direi di mostrarvene una:

 

David Lynch disse: “Le persone non cambiano, si rivelano”. In surrealtà, ha scoperto l’acqua calda, già Freud combinò danni, anni anali fa, con le sue discese regressive all’origine dell’ego…


19 Nov

… adesso pure darsi forza citando i suoi estratti nella condivisione “mondial-socialista-nazista-equilibrista” su Facebook, detto il bacillo dei bacini

Fra Lynch e Sigmund, scelgo moi, perché a me va

Sì, se Lynch girasse film che non gira dal 2006 anziché illuminarci con le sue sortite ritrite come il cucco del pescivendolo, non c’aizzerebbe a sospettare che soffra d’Alzheimer, perché pare che Laura Harring lo tormenti, “toccandolo” e turbandolo quando va in giro col trattore e pensa: “Il mio prossimo capolavoro, osannato dai critici, sarà Il bagnomaria della pentola a pressione del mio mouse. Immediato film da “cliccare” e da scaricare in streaming per un download del tonto il cui cervello, fritto da David, e-saltato in padella, schiamazzerà “entusiasta” un “Che cazzo voleva dire? Non so, m’ha fatto venir voglia di filmare la vicina di casa, la zoccola conclamata del palazzo, e addivenire alle ragioni erogene che l’han condotta a tutti quelli che, raggirandola d’astrusi dottori, eppur ci danno e lucidano la sua lindissima mente che partorisce, dalle sue grandi cosce, un eraserhead formato fantasma di Bob, l’elephant uccel’ che è nel velluto… viola. Poi, lavorare di montaggio per scremare i raccordi anulari non necessari”.

Lynch ne dice di stronzate, tanto tutti lo acclameranno anche se, mentre piscia, mescola la maionese per non farla impazzire coi suoi deliri.
Grideranno: “Un’esegesi dell’arte visiva, ombelicale alla dinamica pensante del genio pisciante!”.

Le mie non sono cagate. Miei scoreggioni, io so quando buttar fuori. Infatti, il mio secondo nome è “Furbetto”, l’Uomo che abbatte i furetti, smerdandoli.

Sì, non è che mi fa la fine di Freud, il nostro Lynch?
Uno che, analizzando, non ha beccato una sola annata e, suonato, neppure il suo ano. Tanto che cagò inutilmente delle teorie che poi non riuscì ad “evacuare” in “una” da “infilare”.
Che Freud fosse impotente lo sanno pure i muri.
Il muro, infatti, ascolta. Per questo si dice, quando uno urla: “Non far tremar i muri”.

Perché?
Perché potrebbero rivelarsi per quello che sono.
Cioè fracassarti il cranio in modo “parete acustica”.

Le persone non cambiano, mulhollandlynch.com sì, evolve.

Sì, ho avuto un solo problema nella vita. Nacqui mille secoli più avanti dei miei contemporanei. Non capendomi, apparvi io “indietro”. Ho dimostrato che sono dei primitivi, e indiscutibilmente son poeta e romanziere che saltella loro attorno, come un pugile che li ha messi a tappeto senza neppure sfiorarli.
Che “fiorellini”, eh? Amico, ti porgo la margherita dell'”amore”, su cui strapperai tal dichiarazione amletica: “M’ama o non m’ama?”.
La risposta te la do io: “Tua mamma amò eccome tanti maiali, e tu sogni il domani invece che badare al sodo”.

Secondo me, la vita si divide in due: “quelli” che vogliono scopare e fanno di “tutto” per ottenere il vantaggio, e quelli che se ne fregano delle gambe. E te le spaccano.

Io appartengo alla terza. Me ne fotto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. INLAND EMPIRE (2006)
  2. Freud. Passioni segrete (1962)
  3. Rocky IV (1985)
    Se io posso cambiare, se voi potete cambiare, tutto il Mondo può cambiare (?).
    No, il Mondo non cambierà. I ricchi andranno sempre con le puttane e inventeranno un altro comunismo per combattere l’edonismo reaganiano.

    E io rimango un genio che, platealmente, con la folla plaudente, v’incula.

    Sono Ivan Drago?
    No, non credo ai draghi, a Rambo sì…

    L’ho detta tutta, mi son rivelato.

“The fan”… “sfegatato-sfregiato” di Jim Morrison: il “maestro” dice che Mick Jagger è gay… Ah sì? Digli di andare a prenderselo nel culo!


19 Nov

City of Night…

Citazione che calza a “pennello”, trasfigurata senza figuraccia ma carico di fighe a tutti quelli che volevano “ammaestrarmi”.
Come la “scimmia” Jagger Mick, mi schiero “battente” alzabandiera contro le vetuste regole d’una società regredita all’asilo nido, piegata alle false dolcezze da Robert Zemeckis, e sbanco alla “zecca” da “zuccone”..

Sì, Bob De Niro girava a tutt’andare col furgoncino, portando suo figlio a vedere i Giants, ché acclamasse anche il pargolo l’idolo Rayburn. Ma il figlio, “catechizzato” ai precetti dei “preti”, scolarizzato già alla castrazione che inibisce il maschio vero, obietta e critica il padre che ascolta, dalla mattina alla sera, gli Stones.
Gil Renard, in uno scatto portentoso, da “venditore di coltelli”, salta su inkazzato come una bestia e offende tutto il “corpo” insegnanti.

Sì, per me Jim Morrison, assieme a Bruce Springsteen e a Tom Waits, è una delle poche “cose” per cui valga la pen-a di scoparsela questa… vita di merda.

Ci sono momenti che me “lo” sparo a palla, con le mie palle tirate a lucido, virtualmente onanistico anche quando non c’è nessuna nella stanza, eppure si “muove”, gravitano attorno al “magnetico”. In quegli attimi, l’etica va appunto a farsi fottere.
Alzo le casse, e non incasso più.
La mia casa si riempie di superfighe di tre chilometri di cosce, e le pareti sudano, in una “serpentina” delirante-sudata-anchilosata-sfiancante-focosa-affaticante nei fianchi sognanti nei tacchi attizzanti. E miscelo tutto anche col pelvico di Presley Elvis.
Che pelo, che “nero” cari polli.

Prendete “Light My Fire ad esempio “lampante”, sì, anche il lampadario balla e, d’intermittenza, lo “mette” nelle pause “buie”.

Varie teste di cazzo hanno provato a “rifarla” con delle cover che non valgon neppure la trapunta di Madre Teresa di Calcutta. Sembran le peggiori checche invaghite di quella bionda “minestrina” di Gwyneth Paltrow. Una che deve solo lavare il pavimento. E se non basterà, bastonatela con la “scopa”.

Sì, Jim aveva una faccia angelica, poi apriva bocca e gli davan dello sboccato. Ah, per forza, se uno apre, bocca volete “togliergli” la “S” davanti? La S di serpe nel “didietro”, di Superman, di Satana, di “Stronza, ti strappo e stappiamo assieme!”, la S di “Succhia!”, la S di “Ti sfanculo”.

Jim eccitava, incitava, ingravidava, gracchiava, godeva, mangiava, divorava, leccava, ficcava, danzava fra le “zanzare”, “libelluleggiava” fin all’alba, “imbellettava”, se ne beveva tante.

Pigliatevi la vostra (L.A.) Woman e “sgolatevi!”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Fan. Il mito (1996)
  2. Che. L’Argentino (2008)
  3. The Doors (1991)

Al vs Bob, l’eterno scontro duale… “The Irishman” si farà?


19 Nov

Al Pacino, classe 1940 contro Bob De Niro, 1943.

Date fatidiche per il Cinema Mondiale. Due campioni di razza dell’avanguardia sperimentale anni ’70, a dar lustro e onorare capolavori ancor più impreziositi dalla loro presenza, appunto: scenica, mostruosamente sacra già fin dalle prime apparizioni, monumentali, carismatiche, “endovenose” a infiltrarsi nella pelle della nostra anima, a raschiarvi dentro, a esplodere nelle emozioni del nostro Cuore. Pellicole che hanno fatto la Storia, da Taxi Driver a Quel pomeriggio di un giorno da cani, personaggi “border…”, nel bene e nel Male assoluto, indimenticabili, da Corleone, padre e figlio (eh sì), a Travis Bickle, da Serpico a Johnny Boy. E via dicendo, via scorrendo per altri trent’anni sempre sulla cresta dell’onda. Al s'”appanna” momentaneamente, gira pochissimi film negli ottanta, colpa dei problemi di droga, di eccessi, forse la “fatica” schiava del troppo successo. Ma non si scordano, basterebbe il duo Scarface e Cruising, maledetti impressionanti da restarti dentro a vita. Immortali, Tony Montana, il self made man che, nel giro d’un battito di ciglia, arriva ai vertici, rubando, “drogando” il Mondo ai suoi piedi, sino alla disfatta finale, tragica ma epica. E il suo Burns, etero convinto, poliziotto integerrimo che perde colpi lungo le linee di sangue, forse il suo, di un’indagine ad alto tasso di “morto” avvelenato e del morbo viralissimo a cambiarti per sempre. O forse no, eri già così, gli eventi han risvegliato il cagnolino che stava buono e “caro”. Da “carino”, anzi, a lupo più ambiguo dei veri cattivi. Viene candidato a iosa, eppure puntualmente perde. L’Oscar non l’agguanta mai. E dire che come han fatto a non premiarlo? L’occasione (im)meritata, in fin dei conti, arriva col suo tenente-colonnello cieco-gassmaniano Slade… I novanta partono sotto i migliori auspici, e infatti infila la cosiddetta sfilza di altri bersagli strepitosi.

Fino alla consacrazione come the greatest living actor. Un animale dietro la videocamera, un genio del Teatro. Un gigante!

Ma c’è sempre stato un altro a contendergli il podio, Mr. De Niro. Per di più, a inizio carriera, tutte le gratificazioni s'”intascavano” a Lui. Pacino, il “loser“, lo pigliava sempre nel “saccoccio”. Perché, certo, Pacino era bravissimo, unico, ma meno “attraente”, meno “versatile”, meno “poliedrico” e troppo “italoamericano”. De Niro, invece, no, origini irlandesi però solo di tre quarti di sangue italico, un neo sullo zigomo da colpo d’occhio e immediato innamoramento. Trasformista e camaleonte del Metodo più (auto)distruttivo a costruir, da un paio di capodopera, già il mito.

Anni ’90, appunto, però più sgualciti. Assieme a masterpiece come Cape FearHeat e Casinò, anche una lunga lista di “quasi inguardabili” e ruoli non necessari. Qualcosa vacilla, diventa la parodia di se stesso e comincia a mollare la “serietà”. Isitituisce il Tribeca, se ne frega molto di essere ancora il più Grande, e si butta parecchio o un po’ via. Bob pensa ai soldi adesso, alla quantità che non centellina e non lavora per pochi “centesimi”. Dollari a milioni, e alla gente comincia a romper le “palle”. Stanca di vederlo trattarsi male. Va da sé, proprio, che accetta per paga lauta, prestando il nome per mestiere. Si reincontrano in Righteous Kill. Nel film di Mann eran schierati l’uno contro l’altro, come di rivalità inguaribile, come rovesci della medaglia fra due stili di recitazione, Pacino l’istrionico e teatrale, nervoso e iracondo, De Niro il metodico, sì, che recita spesso solo con lo Sguardo che dice tutto. Nel film di Jon Avnet, invece, sono due detective a indagare assieme sui fattacci della New York e della Little Italy sporca e serial killer. Stanno lì, sempre a un pub, a guardarsi, a confidarsi. Ma non sanno un cazzo a vicenda di chi è colui che sta dinanzi a loro, a te, a noi. Due amici fidati ma qualcosa s’incrina. Un sospetto latente, forse il matto-scacco è Giuda.

Secondo Dennis Quaid, Pacino è il migliore attore della Storia.

Secondo Leo DiCaprio, lo è De Niro. Voi chi preferite? Fra i due litig(ig)anti, appunto, il terzo gode? Cioè Jack Nicholson?

Io, nel dubbio, ci metto pure Jeff Bridges, che nessuno cagò. Scarto Dustin Hoffman, e me ne “fotto” quattro.

Ieri, al Doha Tribeca, De Niro ha confermato ancora una volta che The Irishman si farà, eccome. A dirigerlo, come saprete Martin Scorsese. Segnerà il ritorno di Joe Pesci, e proprio Pacino sarà l'”avversario” di De Niro, Jimmy Hoffa.

 

Però, qualcosa non quadra. Se andiamo a controllare su “IMDb”, c’è un altro titolo identico con Joe Pesci. Peccato che il suo “compagno” risulti Macaulay Culkin (?).

 

Tuttò ciò ha del macabro…

 

(Stefano Falotico)

Il predicatore Ca(n)dy della valle pallida, ove le principesche reggie son nowhere per i “re(i)”


17 Nov

Or, qui ad Alcatraz, “sfarfalliamo” e ci piace così. Abbiam imparato a nutrire l’odio, si sta infilando sotto le secolari nostre genealogiche ramificazioni ché, prima c’inalberammo, adesso adoriamo il ramo rampicantissimo della stirpe congenita al chi non ripudieremo, sputando in faccia, d’invisa strafottenza, a chiunque se s’azzarderà ad “accelerar” d’altre vergogne per ‘“ammutolir” il nostro sembiante, infangandolo al fin che non muti e involva proprio nei loro “voli” falsamente liberi ma inibiti, sebben s’esibiscan di fischietti e arbitrio che legifera col ferro della pugnace, ottusa e quindi contundente demenza.

Stan lì, questi secondimi, primi solo ai primati, respiran la loro scimmia, fottendosela mentre fuman assieme all’aguzzino direttore, un losco vermone che sbircia nelle nostre anime ad appassirle con tagliate indagini anche al nostro “pisciargli” in faccia un declamatorio “Crepa nella tua crema! Ti cagheremo in testa!”.

Noi, combattenti ardendo fra questo addentarci, di spauracchi che si coccolano solo dei loculi “accoglienti” del ruffiano, anale farsi sotto ché, mai attenuati, ci “dirigon” da sopra, sopra i nostri antenati e le antenne credute ammainate, “vergandoci”, e ci squadran dalla testa loro “caporalistica” sin ai nostri piedi, sì, incapricciati di caprino, demoniaco morderci da ribelli senza pelle, dall’alto in basso per st(r)ingerci alla costrizione dell’inchino, del “cheto” asservircene da schiavi.
Ci schivarono e siamo qua, gemellati al marin canto sirenesco dell’Ulisse che li massacrerà, “sverginandoli” dal loro ibrido cannibalistico, viscido, dogmatico, stigmatizzante plebiscito.”Sguazzanti” guanti ai nostri volti. Oh, avvoltoio, t’avvoltoleremo i neuroni sulla sedia elettrica, e “scoccherai” la fiamma delle tue colpe, violentato a “carburare” il tuo rigido mezzobusto che disprezzò coloro i quali, accusati di troppi trambusti “intollerabili”, imbestialisti per sfocarli dal Cuore.

Ma io sono il Principe, sceso qui ad Alcatraz per spiarti, smantellerò il tuo macellaio e poi ti strapperò l’uccello per farti volare… giù dalla torre del tuo “torroncino”.
Mio orrido lurido, stavolta ha fatto capolino, qui ad Alcatraz, un Uomo che ti paralizzerà e, con flemmaticissime, impercettibili torture a te leggerissimamente addolorate, sarà violentissimo solo lacerando le tue budella di lametta “intoccabilissima”, mio “bel” bue, mio dittatore habitué in abiti, invero beoti, da chi s’illuse d’ammansire il gregge che invece ti scoreggia un “profumato”, lindo e amabile “suon mellifluo” come lo stantuffo a sfiatar ché non fiaterai se non solo, quando evirato “divinamente” dall’orco in te camuffato da “grande uomo”, soffocherai proprio, espirante, nel fantoccio appeso d’urla strazianti da tuo albero della “cuccagna”.

Vedi che il teorema naturale della tua flora… batterica torna indietro?
Boomerang micidiale alla tua “disciplina” da feroce branco, da ranghi di manganelli, da gorilla con le arachidi che c’inasprì per ischeletrirci da rachitici e, invece, è stato raschiato nel teschio che t’ha smascherato.

L’ira di Dio, la sua calamità, il suo flagello!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Face/Off (1997)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Fuga da Alcatraz (1979)

Il “Pinocchio” di Tim Burton


17 Nov

Fra i miei innumerevoli scritti ancora editi, che presto saran editati, ce n’è uno “inerente” sulla favolona di Collodi, filtrata dai miei occhi. Ora, mio finocchio, io ho il “bernoccolo”, lei è solo un becchino

Mi dissipai, il mio naso s’allungò ma il mio uccello no, perché ebbe le 

  • Il cattivo tenente (1992)
  • Il sentiero del pino solitario (1936)
  • Bentornato Pinocchio (2007)
  • Sono Simon Silver… linings playbook, un buffon’ “finto cieco” di rivelazione profetica


    16 Nov

    Spoiler: nel film, Red Lights, che solo la redazione di “FilmTv” ha stroncato, salvo l’ammanicato Porro Maurizio, il quale, in uno dei pochi momenti illuminanti della sua via ruminante, ha indovinato il meccanismo ingegnoso del film di Cortés. Sì, compro settimanalmente la mia affezionata rivista, ma non mi “vedo” nei giudizi. Per anni, noi lettori fummo ammorbati da Bocchi Pier Maria, che tenne in auge solo Michael Mann, trascurando sua moglie che miscelava nel manico di “scopa” con uno più “ameno”. A quanto pare di “canna” più a-r-mata. Prima, avemmo Martini Emanuela ché, se il film non era triste e “propenso” in zona tragica, non lo lodava. Solipsista della sua incurabile depressione, amò Clint Eastwood solo perché fraintese le sue “monoespressioni” per la sua vita senza jazzistica session d’uno duro duro d’erezioni. Quindi, Magrelli Enrico, di “panciotto” a incensare Cameron Diaz, tanto che ora “accavalla” con Marzullo Gigi, e “distilla” recensioni da bottiglie di vino nella cantinella del cantuccio del “cinema” caruccio. Mah…, il dubbio permane: chi assunse tali suini? Tornando al Porro, gli preferisco l’omonimo Vincenzo della mia periferia “scalognata” nella Bologna più “Pescarola”. Porro era un mio compagno delle medie, a tutte le insegnanti alzava il dito medio, poi gettava il suo “pennarello” sotto il banco per “oscur” scrutare il peletto della compagna, “ridendoselo” di gusto col suo compagnon’ di “merende”, tale Bronte, già bisonte a dodici anni. Dopo molte prese nell’ano, Bronte par che viva sui monti, nel “fanculismo” da “deluso” peloso alla Vasco Rossi. Porro & Bronte, due “cuoricini”, s’incontreranno come delle “star” al Roxy Bar, cantando con Ligabue la loro piccola “stellina” senza cielo. Si bruciarono, dunque se di tanto uccello favellarono, adesso di feci ancor “fannulleggiano”. Vite da “favola”. Porro però aveva una “marcia in più”, però. Sì, quella del teppista “Carmageddon”. Una volta offesero sua sorella perché è handicappata, e “lui” li “accoppò” di tamponamento. E anche di tampone, avendoli accoltellati previo senso di colpa da “infermiere” redento. Prima spaccò tutti i lor denti, quindi, dopo il “traumatologico”, li fasciò con delle garze… Eh già, come la sepoltura dei faraoni egizi…, li mummificò in modo tale che la polizia non potesse risalire (eh, il sale “bendato” sul volto putrefatto-“balsamo-che salma”) alle impronte del Carbonio 14. Altre volte invece, stanco di quei “preparativi” asfiassianti… e “infarinanti”, prima li polverizzò e poi li carbonizzò. Andando poi a gustare, col “carbonaro” Bronte, dei fumanti spaghetti alla carbonara presso l’osteria “Il mulino bruciato”, ove assieme ad altri “spellati vivi” intonavano la “canzoncina” canzonatoria dal ritornello sei diventato nero, nero, nero, come il carbon’!“. Sì, Maurizio è un po’ più intelligente dell’altro Porro(so), ed è lui a suonargliela. Maurizio, secondo la “legge” del Darwin, crede che a (r)esister a questo Mondo, sarà solo il più “forte”, infatti è un “patito” di Alberto Fortis: Vincenzo io ti ammazzerò, sei troppo stupido per vivere oh Vincenzo io ti ammazzerò perche’ perche’ non sai decidere! Comunque, facciamo i seri, chissà… Nel film di Cortés, una super racchiona cosmica, con tre chili d’occhiali, intervista De Niro da giovane, “scimmiottato” da tal Sbaraglia Leonardo. Chi ha scelto costui? Non c’assumigghià pe’ nient’! Infatti, all’intervistatrice vien da ridere, sebbene Simon Silver non stia scherzando. Lei lo definisce un pagliaccio, e Leonardo fa una smorfia deniriana-beffarda alla Carlo Verdone del rosso “qualcosa come riso, come me vien’ da ridde’…“. Ieri Notte, al solito non presi sonno, provai col sonnifero ma ripiegai, dunque piluccai, nella Nutella, appuntamento immancabile del mio scaffale formato “sarcofago” con voglia di qualcosa di buono. In mancanza d’una bonazza, il barattolino. Mentre leccavo, cantai con Lucio Battisti, in memoria di mio cugino Ivan… mi ritorni in mente bello come sei, forse… non più. Ora, poche persone si chiamano Ivan e hanno discendenza italiana. Solo i figli dei bolognesi comunisti. Suo padre infatti, deceduto e pace all’anima sua, era un fervido sindacalista, anche se non faceva, in fin dei conti, un cazzo. Ce “lo” menava con Stalin, la Russia, e anche Dolph Lundgren del quarto Rocky… All’ultima cucchiaiata di Nutella, mi son chiesto questo questo: Ivan era come Cabrini, il classico bel ragazzo con le “palle”, perché s’è sposato con un cesso? E, su questa domanda senza risposta, dopo indigestione immediata da scorpacciata, son andato in bagno e ho fatto tremare tutto l’appartamento con delle “botte” pirotecniche da “protettore” del mio culo. Quindi, dopo aver evacuato, alle tre di Notte nette, ho telefonato a una certa Elena, una che voleva fossi nel suo letto a quell’ora “tarda”. Lei, tutta gentile ed eccitata all’idea del “non è mai troppo tardi per tirartelo e bagnarmela”, ha reiterato l’offerta, e io: – Volevo sincerarmi che sei la solita troia. Hai qualcosa in bocca mentre stai parlando con me?. Un cioccolatone…, vero, tutto intero? Lei: – Pezzo di merda! Io: – No, qui casca l’asina. Sono uno stronzo “integrale” eppur integro cara la mia “Te la do gratuitamente”. Sì, non sono Simon Silver ma la tua totoiana “clausola” Murphy ché, se “qualcosa” può andar male, una così, non da clausura se “lo” farà a “prescindere“.

    Una “pescivendola”.

    Ho detto tutto…

    Firmato il Genius
    (Stefano Falotico)

    1. Red Lights (2012)
    2. L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
    3. Totò, Peppino e la… malafemmina (1956)


    Demolizione dei muli da manicomio


    16 Nov

    Sì, (il) sottoscritto in calce su calci, con tanto d'”affresco” a “rinfrescar” le loro memorie molto annacquate, nella volontà “castrante” d’annegare il prossimo per raggirarlo nei loro circuiti mentali da dementi, circuendone la buona fede e poi spacciar la nobile levatura ed elevazione di coscienza per “intontimento”.

    No, con questa gente bisogna essere durissimi, non arretrare neppure un istante, assediarli pezzo per pezzo con la stessa “meticolosità” con la quale “spar(l)arono di diffamazione per deliranti desideri folli e psicopatici del “godimento” davvero “estasiante” del far “impazzire” il prossimo.

    Bisogna osservarli, assumere degli investigatori privati, agire con la stessa “chirurgia” a ledere la loro pelle, terrorizzandoli di paura, obbligandoli al mutismo, a non aprir più bocca, a cuci(na)rli vita (in)natural durante per stuprarne la calunnia con stesse fauci loro “accanite”.

    I cani vanno bastonati, arrostiti a fuoco lento, prima arrossirono d’imbarazzo quando capitombolaron d’un mio recapitar, da Capitano, un bel romanzo a immagine e somiglianze dei loro scem(p)i, frizionando di “shampoo” a codeste testone d’asini, un bel funghetto atomico, uno champignon “profumino” champagne! Per un brindisino, “brillantissimo”, da “Campari” a “limonarli” di sodo…

    Sì, fra i più “maturi” dell’anno “Duemila”, che bella sfilza di cretini che pensaron malissimo di mangiarmi allo spiedo, ma invece polli saran presto richiamati in tribunale, con pochi altri alibi d’accampare. E prevedo anche poche allegre albe.
    Dato che avran poche opzioni: o un risarcimento immane, oppure un suicidio annunciato.

    Sì, fra questi (e)letti, abbiam il “caporale” del nazismo “moderno”. Lui è un “buon” bambin’, di nome fa Matt… ino, ed è sempre stato matto.
    Da quando, di berrettello, infante rubava le caramelline e, sessuopatico, invidiava il miele dei suoi coetanei, inventandone di cotte e di crude(ltà). Appena gli stavan antipatici, quasi tutti, essendo gli altri indubbiamente molto più belli e intelligenti d’uno storpio così “appeso”, da pagar ai “pesi” d'”oro”, dava malattie mentali e spargeva la voce in giro.

    Internet fu la sua manna(ia) dal “cielo”. Il nostro maniaco “mannaro”, infatti, si creò profili falsi, acconti per raccontarne d’ogni a chiunque, e “divertendosi” davvero davvero tanto.

    Ma un Giorno, il suo nightmare peggiore, incontrò un tosto, ma proprio di marmo.
    Come ogni psicopatico che si “rispetti”, codesto di “gran” testa” (presto frantumata… prima che possa immaginare altro…) si svegliò assieme al fratello e iniziò una guerra tutta sua, tutta loro, per distruggere proprio colui che gli parò il cul’ molte e molte più volte.
    Da montati esaltatoni, “saltaron” su di “macchinazioni” per combinar per le feste solo il loro guasto al cervello.

    Ieri sera, su “La 7”, s’è discusso di questo: la diffamazione è un reato gravissimo. Se un innocente viene momentaneamente incriminato d’accuse estemporanee da “attesa” di giudizio, ha il lecito diritto di riaprire il caso e anche il cranio di chi ha perpetrato il danno, ché di danni morali e psicologici alla reputazione dovrà render proprio conto al penale. Più salato, miei salamini…

    E di pene sarà amputato d’appello…

    Ciao belli…

    Ricordate: giocando di chi ha più grossa la “cappella”, si può finire senza pelle.

    Firmato il Genius
    (Stefano Falotico)

    1. Sfida senza regole (2008)
      Il violentatore rise “sotto i baffi”…
      E un signor “nessuno”, di smorfia alla De Niro l’avvisò d’un “Guardati alle s-palle…”.
    2. Inseparabili (1988)
      Ecco, saran staccati dal cordone ombelicale dopo tanto lor maialesco “caviale” di “cavie” e, se non basterà la cava, un cappio.
    3. Rocky V (1990)
      Ok, idiota. Adesso vuoi ribaltar(mi)?.

      Forse, non hai mai saputo chi sono.

    “Istruzione” correzionale delle azioni centrifughe


    16 Nov

    Ogni peccato(re) si smacchierà nello smacco

    Qui, ad Alcatraz, vegetano tutti unti in un torpore ferino, abbindolati da un Sistema ipocrita che schiaccia di poltiglie e pontifica dietro i biechi abiti verecondi delle “parsimonie” da reverendi. Predicatori proprio, “appropriati” della spicciola oratoria, del loro grasso che cola “smanioso” e smagliato a smaltare le coscienze, per rabbrividirle nel gelo stantio delle statiche “imbalsamazioni”.
    Ostaggi ammanettati a sventrare l’anima dei neuronali “sbagli”, ah, sbadigliano e poi “badano al sodo”, irrigidendoti in tenute ad attenuar le “grinze” dei tuoi occhi che, da grintosi, furon graffiati in queste carceri ammorbate solo alla “morbidezza” del “vellutar” il suono melodico contro il nostro (s)pifferar, “silenziato” e attanagliato nel caudino, ricattatorio “attenercene”, catene “terrene”, disumane, ove sprofonderemo negli abiti abissali di precipizi “oziosi” solo del perverso inumidirci per sfuggire, ancora recidivi e tenacissimi, dal loro “vivente” inamidarsi di cauto “abitare” nel cammino già chino, di quando quell’infanzia vostra, mostruosa e già gretta, si grattò le palle e si sgretolò su carnali ambizioni a palpar per de-perire chi non sparerà con le loro armi. Coi loro “amori”, con quel sudore venereo, “veniale” che dovremmo perdonare altrimenti, di “demenza”, ci rabboniranno con dei “dolcetti” spremuti dentro le loro “confetture”, barattolini di plastica stagna, a piluccare la superficie “asciutta” e “gustosa” dell’arido esservi invero ruvidi.
    Mon ce n’asserviremo. Avidi del nostro sangue, vibreremo per vivere come il grande Profeta, Ave all’immane, immuni alla vostra morte. Alle vostre mummie.

    Noi non c’arrendiamo, combattiamo sotterranemente, sì di grandi menti, di “grandine” biblica, questa faccia rovesciata della medaglia ai valori, con furia d’ossa disotterrate, rinati nell’amianto, da vostri piantini dei vostri “padri”, non patiamo più, ribellandoci noi ci scheggiamo per incarnarci nelle schegge del livido arrembante, divelliamo la pelle più obbrobriosa di quest’orrore spacciato per pacati calmanti inquietanti.

    E perfezioniamo l’omicidio perpetrato d’altrettanta sottigliezza a segnar eternamente le nostre stuprate tenerezze.
    Ora, sull’attenti, il Cavaliere soverchierà il “comandante”, e dominerà dall’alto, tranciando di stesso Taglione, ucciderà senza neppure toccarvi con un guanto, d’acuto, impetuoso, roboante stratagemma, ché anneriste le gemme di chi perlacei e speranzosi fummo, le affumicaste a salvaguardare il vostro fumo spar(pagli)ato nell’antro bestiale del vostro abominevole sguardo.

    Ora, i sorvegliati speciali han ribaltato l’assurdità di regole vetuste che c’offuscarono d’angusti bui, qui nelle gattabuie.

    Attenti gatti, siamo dei lupi.

    Firmato il Genius
    (Stefano Falotico)

    1. Fuga da Alcatraz (1979)
    2. Sorvegliato speciale (1989)
    3. Le ali della libertà (1994)

    Genius-Pop

    Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)