“Il pasto nudo”, recensione di Gianluca Marzani

05 Nov

Signore e signori buona sera….
vi prego, mettetevi comodi e rilassatevi, perché ora vi narrerò una storia assolutamente (in)credibile.
Ecco a voi il tormento e l’estasi messi a confronto con la dualità dell’uomo.
Finalmente anche tu hai scoperto
l’insostenibile leggerezza dell’esser vivo
con l’atroce conseguenza di aver capito di essere simile a un tipaccio come Lou Ford, e ti avvii ineluttabilmente verso i quaranta.
BENE,
ogni mattina ti svegli maledicendo la vita
e, ingollando antidepressivi, riesci miracolosamente a non farti saltare il cervello con la pistola che tieni (da reazionario quale sei) a portata di mano sul comodino accanto al letto.
E mentre la guardi pensi :”Fanculo,oggi no,voglio vivere ancora un po'”.
Anche se sei ancora tutto scombussolato per gli incubi avuti la notte passata dove piangevi disperato davanti a tua madre dicendo di essere stanco dello stato delle cose
ma tu ci hai fatto l’abitudine perché, in questo mondo, a tutto ci si abitua
perché la tua forza e la tua fede sono in un immagine che ritorna più volte
che è quella di un bambino preso per mano dal padre in riva al mare
con le onde che placidamnete accarezzano i suoi piccoli piedi
e con essa il ricordo della tua infanzia così diversa ma in fondo simile alla sua che apparentemente è passata senza lasciare tracce
così spesso essa ritorna come d’incanto
e con lei il tormento
come quando prima di un temporale
ti capita sentire dentro
cieli sempre più neri
tuoni e fulmini che scuotono
la tua anima
per poi scrivere di questo
parole vuote
senza senso per gli altri

che non capiscono
il disagio supremo sublimato in un conflitto che tenta di piegarti al proprio volere
di piccolo uomo
perché tu ti svilisci e non accetti le sconfitte
cerchi comprensione ed empatia in ogni essere vivente
ma non trovi altro che apatia
e allora ti vien voglia di urlare
e speri vivamente d’incontrare
un pagliaccio di strada
che ti guardi e ascolti…

amico, non sei solo
sei in compagnia di tutto un mondo
sotterraneo silenzioso
che aspetta il salvatore…

perché devi sapere che egli non è morto invano perché cammina tra noi
senza nascondersi
e ora quasi per magia mi sembra che sia proprio tu che ha scelto
per far divertire bambini che ridono felici accanto a padri
a loro volta tristi ma pronti a rispondere alla domanda che gli viene posta ogni volta
“Papà, perché il signore si trucca così?”
“Per sembrare felice, ma sai… lui in realtà è triste e ne ha le palle piene di noi”
“Oh, allora è un clown triste!”
“No figliolo, non si chiama clown ma pagliaccio, ricordatelo, pagliaccio!”
“Si papà, me lo ricorderò!”…

e così il prodig-i-o continua
e le risate non soffocano i tuoi pensieri
le ore rubate dal lavoro
agli abbracci mai dati
e ai baci che una volta ricevevamo ma che adesso sono svaniti come bolle di sapone nei tuoi sensi di colpa.
(e pensi)… Siate maledetti!
perché LORO ti castrano
e ti annientano
bastardi
li odi
e se invece li amassi?
cosa succederebbe?
ma tu no, NON PUOI!
non riesci a dimeticare
e allora fai fuoco
bang!
ecco
un pagliaccio in meno
la folla scappa e tu (finalmente) ridi di gusto
e il bambino guarda il clown morto senza battere ciglio
(e allora ti vien da pensare…) “tale padre tale figlio”
e poi di colpo come sempre
ritorni
alla fine (inizio) della storia
e ora sapendo di essere libero
vivrai una nuova vita
amerai e sarai amato
ogni giorno sarà per te un evento speciale
ogni ora passata sarà difficile da sprecare
e così ogni minuto con lei sarà indimenticabile
e infine ogni domenica andrai a messa ringraziando Dio per essere vivo
così facendo
potrai sputare sulle nostre tombe.
AMEN

 

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