Archive for October, 2012

Killer Joe… Gli psicopatici moderni – Ritratto al vetriolo d’una nuova “genetica” invadente


11 Oct

Mi chiamano Joe, il “killer” degli assassini

Il celeberrimo “tacchimetro, “strumento” con cui le donne misurano le “proporzioni” e gli uomini invece “livellano” i porco-metri” 

Passerà alla Storia come una contemporaneità oscurantista, d’una “memorabile”, “indelebilissima” society a base di sfottò e “Fotti me che io fotto te” su balli di sceme, insipienti ragazzine con le ballerine e balenotteri, nelle loro notti di balle, balsamiche come un balzano “presentimento” che una “vaga” vendetta accadrà.
A corda tesa, prima o poi si spezza, e il malfattore, tutto lì a “farsi”, sempre affaccendato dalle sue facezie e dal suo “screzio”, “scherzoso” sarà appeso al palo.
Per le palle o per le “bolle di sapone?”.

Ecco, “brutte”, orrende, “punitive” storie indignitose alle dignità messe “sottosopra” e “sotterrate” nel “silenzio” omertoso ove qualcuno bisbiglia, apre bocca e poi “stappa la bottiglia”.
Ma la festa non ha previsto uno “strano” ritorno, “dolcissimo” quasi quanto la cautela di come certa gentaglia interferì, non poco, anzi sporchissima d’attacchi ferali.
Nelle gozzoviglie per imbrigliare le coscienze e gustarsi le “cosciotte” di “pollo“.

Allora, capita che una persona venga “rivestita” di esser “speciale”, e a cui s’affidano ingrati “compiti” da “lavoretti duri”.
Poi, la tal persona, scopre che le stesse persone, che si finsero “fedelissimi amici”, altri non sono che quelli che modificarono i “profili”, non solo in Internet, per “allegre” risate (in)discrete.
Possiamo chiamarli i delinquenti della peggior specie?
Direi di sì.

Altstop con le violenze!
Che il maniaco confessi!

Le cattiverie, appunto, durarono per indebolire, di “cotti” e crude, mentre il loro prosciuttesco “godersela” mangiava, lavandose le mani.

Quando l’atrocità fu scoperta, reazioni incontrollabili avvennero, ma era meglio perpetrare le bugie piuttosto che costituirsi.
Meglio fregar anche la “costituzione”, minuscola da microbi, anziché confessare la vergogna.

Io mi chiedo. Come si fa a frequentare una persona per anni, poi scaricarla, non solo come se non fosse mai esistita, ma insistendo di “divertimento”, “sadicissimo”, per “demolirla”, abbattendo invero solo se stessi e le proprie porcate?

L’agenzia investigativa “rintraccia”. Loro non lasciarono “tracce” del “delitto”, ma il “morto” è più vivo che mai.
E l’inculata sarà alla fellatio falotica.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Vivere e morire a Los Angeles (1985)
  2. The Hunted – La preda (2003)
  3. Killer Joe (2011)


Russell “Il Miserabile”


11 Oct

 

Lo stronzo.

Stallone è un genio – Non scherzo, chi confuta il mio fiuto, è un bietolone!


11 Oct

Sì, che barba(bietole), che noia.
Basta con lo “zucchero!”. Piantatela con le vostre piantagioni di “cinema sdolcinato!”.
Adorai Stallone perché il suo oro merita solo un pugno… alla vostra faccia!

Sì, Sly viene invitato al Festival.
E i “cinefili” s’accaniscono. Preferiscono i film di “ruggine e ossa“, anziché i suoi muscoli.
Consigliano a Stallone e agli organizzatori di “dimettersi”.
Ma si dimettessero dalle loro teste!
Be’, be’ e sempre a mettere il becco di “beo(ti)”.

Sì, stavo pensando di noleggiarmi questo film: Le valigie del portaborse, film ad alto contenuto “esplosivo”.

Poi, emetto il “berretto verde” da “tenente-colonnello” alla Al Pacino!:

criticate Sylvester? Solo perché lo invidiate?
Questa signori miei, è una grande stronzata! Stallone ha girato un sacco di bischerate, dette volgarmente “porcatone”, ma Rocky, Rocky Balboa, Rambo e John Rambo sono dei capolavori. A cui (al)legherei  Cop Land. Anche il prossimo Walter Hill m’attizza.

Mercenari della carta (igienica) “stampata”, questo è il mio verdetto. Non si discute, è expendable!

Al che interviene Melisia, detta “La melassa”, e replica che, se sovra(e)ccitati film sono come io li definisco, “lei” aggiunge ‘Nù jeans e maglietta!

Sì, è proprio come Licia, “costei!”.
Non va “assoldata“, è da film di Silvio Soldini!
E gliele suoneremo!

Che cazzo vuol pretendere di sapere chi non ha mai visto neppure il logo della Nu Image?

Quindi, il direttore di questa “scuola di cinematografia” mi vorrebbe invitare alla calma:

– Ora, basta! Lei sta esagerando! Si moderi, Falotico!
– Analfabeta! Le faccio vedere io cosa sono capace di fare quando esagero!
Ed ecco il lanciafiamme!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Bullet to the Head (2012)
    Ti “entra in testa”, o no?
  2. Pane e tulipani (2000)
    Sì, ma io non sono “buono”.
    Gli olandesi stessero nei cavolfiori di Bruxelles.
    Io son appaiabile al “belga” Van Damme!
    Siamo delle belve!
    Forza, beviti questo. In pancia!
  3. The Tomb (2013)
    Sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca il “caprone” si fa gli addominali delle caprette.

    Evviva DiCaprio!

  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Preferisco il “mio”.

“Unbreakable” – Recensione


11 Oct

Indistruttibile

Alcuni film tornano avvolgenti da antichi, sfarzosi castelli ove c'”assediarono”, perché c’incendiammo nei sogni svagati, nel fantasy e nel fumetto che ha il lusso confortevole di fondersi nella Notte, nel mescerla di “baldacchini” a immolazione perpetua, divina(toria) contro chi sacrificò la poesia per “atterrirla” ad attenuate emozioni.
E siamo arrabbiati cavalieri delle nostre “macerie”, “fatiscenti” perché inarrendibili.
Come un Principe, rispetto l’onore, la grazie e lo stile della mia appuntita, sofisticata stilografica, e “gemo” irrispettoso per le vostre rabbie coperte da ingannevole pregiudizio e “festose armonie” che son già spente nelle ceneri di cuori gretti, appassiti.
Questa mia dimora è una grotta rugginosa, pensierosa perché s’eleva a tal evoluzione d’apparir “regredita”, “smantellata” nel mio mantello che “raschia” le vostre ossa e le scarnisce, scandendo i miei candori fin a superare le barriere del Tempo, a innalzarmene in troni di spade che rammemorano Artù, i suoi fidi scudieri, Lancillotto, Ginevra e il mio “lancio del giavellotto” a vessillo che s’abbatterà sui corpi da dissanguare e “amputare” dei vostri “sguardi” da “gianduiotti”. Vi coccolate nel “cioccolato”, ma avete dimenticato gli orli dorati dietro platinate carnalità già (s)tese, come “panna” stesa.

Nella mia “segregazione”, fischietto nel vento e me ne vanto. Tale è il mio arbitr(i)o.
Serpeggio, afferrando la Luna quando s’accascia troppo perché mostra le cosce come una irriverente “amante” delle “brave” (io direi “brade”) animalità, carnalissime di materia sua “smagrita” in tacchi da sottana, gran puttana, che “adduce”, “elude” di “cortesie”, e indurrà in tentazione per “indurirlo” nel “burro”.

Così, per “provocarla”, le chiedo “sottilmente” d’inviarmi una foto, al fine di spogliarla nella sua Natura più “pura”. “Spolpata”.
“Ella”, “distintamente”, in tono implorante da “regina”, m’implora d'”improperi” affinché mi “tolga dai piedi” una già (av)venuta elevazione… spirituale, e “la” innalzi, invece, tristemente a impantanarmi all'”adulta”, adultera visione delle cos(c)e.

Già, di “rapporto epistolare”, mi consiglia per “il meglio”:

Ora ti dico una cos(ci)a (ecco, appunto).
Ho una scarsa opinione degli uomini, in quanto incapaci nel percepire le emozioni e i desideri di una donna, tali da diventare spesso inopportuni e volgari. Nella mia vita, ho avuto occasioni di conoscere diverse tipologie di uomo, una cosa vi accomuna, l’istinto primordiale che vi fa ragionare prima con il pene poi (forse e non sempre) con la testa.
Scrivi poesie ma a cosa servono? Per alimentare la tua anima o per cercare un’anima che ti compiaccia?
Ti comporti come la maggior parte dei piccoli uomini. Crescete… (e “voletene” tutti…, “violentatevi!” nel “viola” dipinto di “rossa”).
Smettila di chiedermi foto, tanto non ne avrai!
Cerca oltre da una donna, guardala dentro, li c’é poesia, quella vera.


Come no… “volevasi” dimostrare.

Sì, mi blandì affinché abbandonassi i miei sogni e li deturpassi nello “spassarmela” solo nelle “passere” che “adorano” i baci (dis)graziati…
Così, brandisco le lame e, da arrotino, di “cipigli” piglio la sua “immagine allo specchio” e la “rincuoro” da “carissima”, “carezzandola”.

E invece temo che non “crescerò” mai, amo scrivere poesie e, se saranno indesiderate, muoviti a compassione per uomini falsi che sbaveranno per il tuo corpo, “ingraziandoti” di regali celati dietro eleganze sincere come facce da sberla.

Distinti saluti,
un genio che scambi (di coppia?) per “ingenuo”, invece è “gel(ido)” fra i suoi capelli, poiché non è manesco, e infila la “mano”.

Sì, nella mia “polvere cosmica” (lo stardust...), sono stellare e non “uomo” da “stalle”.



Sono nato predestinato. E il mio destino sarà implacabile.

Un treno deraglia, colmo “zeppo” di passeggeri. Muoiono tutti, tranne uno, l’ultimo immortaleDavid Dunn, il più grande Bruce Willis della Storia.

Perché Lui non è solo un sopravvissuto, ma un vivo per sempre.
Sul parabrezza della sua auto, trova tale messaggio (messianico?):

quanti giorni della tua vita sei stato malato?.

Egli rappresenta l’enigma della Trinità, quindi “Nessuno” è la sua risposta all’incognita.

David non ha mai avuto la “febbre”, e scoprirà che, l’emissario di quella “scritta” (profetica?), altri non è che un Uomo che “incarna” fragilissimo la sua nemesi, Elijah, un Samuel L. Jackson “spaventoso”.
Elijah ha cercato, per tutta la vita, un Uomo che fosse “al contrario”. Infatti, lui soffre dell’osteogenesi imperfetta. Raro fenomeno, anzi “fenotipo” di patologia per cui l’intero suo corpo è debolissimo e si frattura “permanentemente”. Tanto da costringerlo quasi sulla sedia a rotelle e a vivere in un museo “antiquario” in cui allev(i)a la sua anima, colorandola appunto di fumetti per non “mortificarsi” e morire di “solitudine”.

Inizia un'”inconsapevole” sfida a distanza fra David, l’Uomo “forte”, e Elijah, l’Uomo che non c’è, “senza ombra“.

Secondo Elijah, l’incidente “casuale” del treno sarebbe “solo” una fottuta coincidenza che darebbe credito alla sua teoria. Secondo Elijah, appunto, David non si sarebbe salvato per caso. Dietro questo “miracolo”, si nasconderebbero le ragioni della sua grandezza da superuomo, da Superman, da supereroe.

Elijah è un povero pazzo o ha visto giusto?

David è forse davvero il nostro amato Salvatore?

Il capolavoro di Shyamalan.
E non girerà mai più un film (im)battibile.

Come faccio a saperlo?
Lo so e basta.

Parola del Signore.

(Stefano Falotico)

 

De Niro non ha ancora finito la “Season”


11 Oct

Ah, pensavo che il film fosse già pronto.
Invece, si devono (ri)girare ancora alcune scene.

Parliamo di Killing Season.

Da qualche Giorno, Travolta e De Niro, gli interpreti della pellicola, sono “sbarcati” a Sofia, Bulgaria.

Per “ri(de)finire” alcuni dettagli.

Eccolo qua, il Bob. Che si catapulta da un set all’altro, da stacanovista indaffaratissimo.

Appena terminato Malavita di Besson, in “pausa” per Mark Steven Johnson, dunque sarà prestissimo nei panni di Ray Arcel.

Il poeta Raimondo Loriga presenta la sua nuova silloge poetica


11 Oct

 

Compratelo e, prima di tutto, ascoltatelo.
“Auscultatelo”:

 

Per la sua forza guerriera, d’accostamento, lo associo ad Al Pacino.

(F)Argo – Come “lecca” Affleck, neppure J. Lo


11 Oct

Sono assai lontani i tempi in cui il “bel” Ben Affleck inculava Jennifer Lopez, spedendo poi le foto “proibite” ai paparazzi, che “lo” ritrassero, assieme alla “villana”, nel villino del suo “pippone” tutto “spaparanzato”
Oggi Ben è “cresciuto”, dopo averlo “fatto” (come se l’è fatta la “fattona”) sviluppare.

Ed è regista di “qualità” che affronta “grandi” temi, dopo quel “grosso…”.
Prima “lo” ha “assicurato” in lei “vellutata”, poi ora viaggia sul sicuro del “velluto”.

E, quest’anno, sarà addirittura candidato proprio come miglior regista, per un argomento appunto “scottante”.
Dopo il suo “giusto” in J. Lo “solido” e “solidale”, la sua “solidarietà” alle ingiustizie sociali.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fargo (1996)
    Commedia acida.
  2. Rambo (1982)
    Dramma all'”acido”.
  3. Killer Joe (2011)
    La (faccia da) sberla e lo sberleffo.
  4. Argo (2012)
    Dopo le sue fighe, un film “figo”.

    Come u’ caz‘.

Il Professore sancisce ancora Sergio Leone


10 Oct

C’era un volta un Uomo, oggi è ingigantito nei suoi mille volti. Egli, l’arcano e supremo, voltò dagli avvoltoi, li avvolse di nastro (isolante) e poi non sparò loro che pensarono fosse scomparso, dopo averlo “cosparso”, ma ricomparve tutto appariscente fra chi vive solo d’apparenza fra quattro pareti del suo piccolo cervello

Una brezza “scoscesa”, arcuata si terge in me e, nel frattempo, l’umanità è “indaffarata” nelle solite corse all’oro, da bidoni che si celan dietro maschere dorate ma son solo bidelli d’una vita non spesa, solo a far le spese e “pesarsi”, stressarsi e (s)tirarsi. Bighelloni coi “righelli” ad alterare le loro stesse prospettive, malsane ottiche da miopi o da “preti” presbiti.
Sentenziano di plebiscito con la “proboscide”, scudisciano e se “lo” dormono fra i cuscini.
Il loro mo(t)to di vita, di “gravità” alle caste, è “Il fico”, ma io mi copro solo di nudo passeggiar fra la gente, traviata da troppa “carne al fuoco”, “stufata” che sbuffa e annoiata che s'”annoda”.

Falotico, in mezzo a quest’orticaria, lancia le rose e si slancia lanceolato, “allacciato” solo alle cinture di sicurezza del suo (manu)brio che scorazza a Tempo libero, fottendo chi sfotte e picchiando chi pensa solo alla “botta(na)”.
Botte piena e moglie ubriaca?
E allora “ingroppiamola”, di glup alla “scaloppina” con del buon vino nello “scantinato”, ove “scarpineremo” di “mascarpone” nella cena del nostro Piacere.
Da gustare issando i calici e sollevandole la gonna, per levarci dalle palle gli ignobili e, di nobiltà, “appallottolarla” nelle “nevi” che si sciolgono di forti, sto(r)iche, mitiche ed erotiche imprese leggendarie da prodi delle leve.
Da mastini nel martirio, nel Martini che brinda con Lisa e, appunto, dallo “Snow” la “riscalda” da Don. Era un po’ “down” e ora sta (tirami)su…

Così, il Falotico, narra della sua “risalita” appunto.
Da rain man a Jerry Maguire il passo (non) è stato breve. Ma ora è lunghissimo… Non è coperto di soldi, ma scopre tutte sotto le coperte.
Voi, (scopa)tori, soverchiaste le regole del genio “vergine”.
E il genio vi punì, soprattutto lì.

Perché Falotico è come Noodles, un “bambino” cresciuto che tratta malissimo il vecchissimo Max, ex amico corrotto, a cui porge un “Vaffanculo!” di enorme gentilezza, inducendolo al suicidio, poi si avvia lungo la sua strada, nella sua enorme immensità, come Sergio Leone su musica di Morricone.

Applauso!

Per chi (non) l’ha o avesse visto, eccolo qua, ancora.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. Gran Torino (2008)
  3. C’era una volta in America (1984)


Tutta l’Italia che od(i)o marcatamente, smarco e “marchio”


10 Oct

Marco è il nome che ritrae alla perfezione la mentalità “dura” di questo stivale di “stalloni” italiani.
Da cui il modello Marcus, al quale Pamela Anderson “affilò” il “muscolo”, e poi tutta la “progenie” degenerata di nomi composti degli impostori: “Marcantonio” detto il Mastrolindo alla Brando Marlon con le Marlboro, Tognazzi Gianmarco, il marchese del Grillo, Anna Marchesini e quell’altro emulatore di PasoliniTullio Giordana nel fiume del Giordano… di suoi “battesimi” evangelisti

Marco viene invocato per le insufficienze renali di sua moglie Renatella, “infoiata” che cuoce il suo “marchio“, appunto, del Pollo Arena.
Sì, si credon tutti gladiatori delle arene, ma son solo nella rete.
A volte, “socializzano” di network per poi “bloccare gli utenti indesiderati”.
Da circa dieci anni, una “donna” mi perseguita di “stalking” perché, mentre ascolto il metallo pesante col walkie-talkie, “spizzicando” la “capricciosa” delle mie “olive sott’aceto”, lei accavalla alla Tv, mostrando “senza ritegno” un “pelo forbito” da giornalista che stimola la “cerniera” con le sue gambe di “ceretta”. La mia “cera”, sì, si “sbianca”, prima fu “impallidito” dalla malinconia “sonora”, poi “impallinato” nella rossa “robustezza”.
Si chiama Elvira, ed è mora. Con “permanente” di “mècherlo” nella “besciamella” (s)tinta.
Parla solo di Calcio, d’altronde è specialista di “sfere”, nel senso del suo seno di “boccia” promossa “a pieni voti” dalla “gratitudine” dei suoi colleghi, “esperti” della “balistica”. E delle balle che sparano più dei “fendenti” del centravanti di “sfondamento”.
Elvira è una patita del Pescara, tanto che lavora per un canale locale, che viene trasmesso a orari improponibili, ma che, “al bisogno”, da “bisonti” bisogna, eh già, registrare solo per la sua “tenuta” da “competente” del tuo “fuorigioco”.
Che “tiro”.
Sì, su Twitter mi ha “fermato”, solo perché le ho “inoltrato” una mia foto “ritoccata” con la scritta, un po’ “slavata”, “Voglio toccartela”.
Che c’era di male? Lei, di mani… ne sa… “benissimo”.
Ma Elvira è simpatica, fino a prova contraria sono come Steve Everett alla Clint Eastwood, appunto, e nessuno mi condannerà alla pena di morte solo perché sono “arzillo” di pene.
Però, “quella” più odiosa, da scopare “a sangue“, nel senso truculento di Rob Zombie, è senza dubbio la “radiocronista” della sua figa di legno, Cercato Flavia.
“Appoggiata” sempre da un trio che le fa da (s)palla, quel terzetto manicomiale della Gialappa’s Band, “forchettone” di “banditi” con diritto alla cazzata, imbandito da Taranto Carlo (meglio Nino Taranto, Totò lo sapeva), Gherarducci Giorgio, uno “triste” come Carducci del “pargoletto” (cioè, Giorgio è un porcone) e da Santin Marco.
Vedi che il teorema non fa una piega?
Ogni primo pomeriggio, appena hai finito di pranzare, semmai pasta col pesto, ti sintonizzi a quest’emittente di R101, ove le “evacuano” escrementizie di grana grossa, e ti viene voglia di “pestarla“.
No, non la volpe e l’uva. Da “spremerla” ché vada a vendemmiare.
Questa stupida ce l’ha sempre con gli “sfigati” e, appunto, va sempre a par(l)are delle sue “limonate“.
La “puttana(ta)” di oggi era incentrata su un articolo odierno comparso su “La Repubblica”, inerente i geni incompresi che han subito parecchie umiliazioni prima di essere capiti.
Cioè, la storia della mia “complessità”, tutt’ora “imprendibile”.
“In compressa…”.
Al che, telefona un’impiegatina e rivela che, oggi, ce “l’ha fatta”.
Si reputava bruttina durante l’adolescenza.
Ma, “grazie” ad apportuni interventi chirurgici, ha ridotto il naso e allargato le tette.
E anche le “cosce”.
Per di più, a completare l'”opera” (d’autodistruzione “imbellettata” alla Alba Parietti), proclama ai quattro venti (dell’etere e di chi non è più “etereo”) che è “pienamente soddisfatta” perché il suo “fidanzato” è stato (con)vinto a usare il “deodorante”. E “spruzza” da chi ce l’ha, ecco, profumato.
Sì, il suo ragazzo sarà un pupazzo, di nome Mirco.
Senza dubbio, un carabiniere dell'”arma”.
Ho detto tutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Un tram che si chiama desiderio (1951)
  2. Bulli e pupe (1955)
  3. Fronte del porto (1954)
  4. Il selvaggio (1954)
  5. Il padrino (1972)
  6. Superman (1978)
  7. Il boss e la matricola (1989)

I sette film dell’ultimo trentennio più “importanti”, dopo di me


10 Oct

Se Ed Norton patì eternamente nella venticinquesima ora, io “subisco” solo “Il Sole 24 Ore”, giornalaccio vecchio come il cucco dei vecchioni, “infarcito” di economie del mio wall street da una poltrona per due

Sì, Monty Brogan scopava Naturelle, cioè Rosario Dawson…
creek, serie televisiva al genitivo sassone. Infatti è il “fiume mistico” dei nativi americani che non tollerano “insediamenti” anomali dei britannici. I vari Anthony Hopkins e Daniel Day-Lewis sono avvertiti. Infatti, Daniel lavora con Spielberg, Tony, per colpa dei troppi rifiuti da parte del “puritanesimo” a stelle e strisce, “lo ha fatto” similarmente, di reazione cannibalistica (detta anche sopravvivenza per “magnare”), a tutti, soprattutto a se stesso, visto che l’hanno “imprigionato” sempre nel ruolo del “folle”.

Rimangono pur sempre dei camaleonti, e saranno presti sui nostri schermi con due personaggini niente male:Hitchcock che, mentre si grattava il gozzo, ordinava perentoriamente alle sue attrici di non “annuire” troppo alle vogliettine dei “gargarozzi” di quei rospi lì seduti nella loro “finestra sul cortile“, sempre a “psychotizzare” dei cazzi fuori dalle loro competenze. Virtuosi di virtualità “erotica”, dunque “paraplegici” mentali.
Eppure, siamo onesti, Grace Kelly era un “bel vedere”.
Speriamo che Nicole Kidman, “reinterpretandola”, “adattandola” ai giorni nostri, meno “pruriginosi”, sia ninfomane come ogni Von Trier “vuole ma non può”.

Sul Day-Lewis stenderei un velo pietoso. Ogni cinquemila anni, si decide a “tornare”. E viene candidato all’Oscar.
Detta, papal papal’ a pelle e “a palle”, ha scassato la “minchia”, appunto.

Date il premio anche a quel Cristo di Willem Dafoe. L’unico attore dalla cui faccia comprendi subito che subì.
Giada Colagrande prova tutt’ora a sviluppare l'”ercolino” di “glassa”, toccandogli il glande.
Ma Lui urla “Non me ne frega un cazzo! Che cosa sfreghi? Voglio essere solo il più…”.
Intanto, il rapporto “coniugale” s’ammoscia, e Willem “sviluppa” solo un volto scavatissimo ogni sofferenza che (non) passa.
Da cui il detto “Se non scopi, in un modo o nell’altro dovrai cavartela. Dunque, scavi”.

Dopo tale “panegirico” di pene nei miei giri(ni) di parole, “verrei” subito alla “dura” questione.
Chi sono i cineasti migliori? Anzi, le pellicole da ricordare? Alcune lo sono, altre no. Dimentichiamole e bruciamole. Un falò.
Senza dubbio, innanzitutto, alcuni di loro non giocano a canasta e neppure a canestro, anche se Spike Lee è un “nero” a parte.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Jackie Brown (1997)
    A Tarantino tutto il bene possibile.
    Anche perché, fra gli altri meriti, è stato l’unico a mostrarci Bridget Fonda come mamma l’ha fatta.
  2. A Serious Man (2009)
    Per molti anni vissi da “serioso” e non mi presero per un Uomo.
    Adesso vivo da “morboso”, e mi prendono per il Morbillo.Cosa vogliono le donne? Il “morbidone?”.
    Ecco, allora si beccassero questo.
    Cos’è “questo?”. “Quello” che entra in culo.
  3. Le belve (1971)
    Oliver Stone è un regista di merda. Tutti i suoi film sono “americanate” che cazzeggiano polemiche. E non vengono mai al “sodo”.
    Anche i suoi assassini nati sono “psichiatrizzati” nella faccia di Woody Harrelson.
    Ecco,
    Come fai a prendere sul serio un Woody?
    Allen “lo” sa… Infatti, non ha mai lavorato con l’Harrelson, nonostante la sua “verve” comica “spontanea”.
  4. Sin City (2005)
    Rodriguez l’ho visto dal vivo.
    Capisci subito che gira per “tiramento”.
    Già, in più, “unisce” al “fascino” del “cappello”, la “cappella” a Jessica Alba.Un vero “pistolero”. E noi siamo dei “pistola” a dargli i soldi del biglietto. E dello “scontrino fiscale“.
  5. Lincoln (2012)
    Ah, un Tempo Steven era Spielberg.
    Poi, ha cominciato a voler far piangere di retorica.Adesso, quando vedo Indiana Jones, mi sembra “preistoria”.
  6. Revenge (1989)
    Tony Scott è morto e pace all’anima sua.
    Questa è però, indelebilmente, la più grossa porcata che ha girato (le nostre…).Il senso di tal puttanatona dov’è?
    Anthony Quinn è un “armatore” sposato a Madeleine Stowe.
    Una che te “lo” fa diventare come la “stone“. Anche Sharon di “granitico” nella “granita”.
    Costner vuole inchiappettarla (come tutti), ma vuole “inchiappettare” anche il marito.
    Che si vendica e lo “sbatte” nel convento dei “cappuccini”.

    Ha fatto bene. Non capisco ‘ste anziane che si commuovono.
    Dico, che pretendeva ‘sto Kevin? Che la “tensione” non “calasse?”.

  7. Ghost (2011)
    Ho sempre odiato questo “strappalacrime”.
    Sì, le ragazzine mie coetanee erano da “strappo” per lo Swayze.
    Si davan tante “arie”, sperando che Patrick si “reincarnasse” dentro il “vuoto romantico”, e mi disgustavano, trattandomi da “arido”.Ho fatto la scelta giusta. Quella del “fantasma“.
    Lei non “lo” vede, ma è entrato in “punta di piedi”, da “ballerino“.

    Anche adesso che ha “cinquant’anni”, come si fa?

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)