Archive for October, 2012

“Cogan – Killing Them Softly”, gli Spot italiani


14 Oct

 

Questo film ha le carte del Brad “meno in regola” per vincere la mia anima, e “raffreddarla”.

Per certi problemi, Lui è la soluzione…

Hai mai ucciso un uomo? Piangono, implorano, chiamano la mamma. Io li uccido… dolcemente.

 

 

 

Io vivo in America, e in America sei sempre solo.

 

“Cogan”, il Trailer italiano


14 Oct

 

Pitt grande, Dominik già.

 

“La leggenda del pianista sull’oceano” – Recensione


14 Oct

 

“Inabissato”, da bis abissale!

Tornatore fa rima con le rime poetiche e coi “trovatelli”, grandi storie ad alto “tasso acquatico” di melanconia “ispida” che gratta sotto le coltri velate di questo veliero transatlantico, Virginia, verginità novecentesca.

In una cassetta, si “rinviene” un orfano, anzi a trovarlo è il gigante Max, il Pruitt Taylor Vince più “oculato” di celeberrima “iridescenza (ina)mo(vi)bile.

Un genio “sepolto vivo”, nelle macerie del Tempo e del suo talento (ri)scoperto dai battiti arcani del ricordo.
Un pianista isolato dal Mondo e dalle sue falsità, che si “sanfranceschizza” affrescando la musica della Bellezza, “scolpendola” nelle “tastiere” del suo planare alto, sopra tutti, di sorvolarvi con “taste” delicato, romanticissimo, “inquietato” negli occhi “daltonici”, nervosi, irrequieti e poi morbidissimi d’un impressionante Tim Roth “italiano”.

Titanic-o “delirio” metafisico che viene sfidato dalla presunzione, un Django Reinhardt memore solo dei suoi “accordi e disaccordi” contro chi gli vorrebbe “strimpellare” di essere con le “stampelle”.

Questo poeta della “lirica”, immaginifico e oltre le barriere, le convenzioni, le “sociali” (ir)regolarità, distrugge, annienta solo “sorridendo” di dita che carezzan l’umanità già (scon)fitta.
Eleva un grido “pazzo” di potenza da lasciar attoniti, increduli, adoranti, a “piagnucolare” le “lagrime di coccodrillo” dell’errore nella loro errabonda “ribalderia” frivola.

Una piuma che s’innamora di un angelo biondo, che stende (im)pietosamente chi ha l’ardire di volerlo vedere “naufragare in questo mare“. Infinito leopardiano di pessimismo cosmico alle immonde dicerie di chi chiacchiera e non ha il suo “tocco”.

Guerre mondiali, tutta la (prei)storia, i dolori, i rimpianti e lui che batte nella sua battaglia senza senso.

Grandezza ai massimi livelli che azzera tutti, leggendario.

Dolly, “pomposi” carrelli, feste, bicchierini, donnacce “di bordo”, camerieri “tumefatti”, Sergio Leone che non c’entra con questo nuovo Cinema Paradiso.

(Stefano Falotico)

“Al di là della vita” – Recensione


14 Oct

Arcana “letargia” dell’anima 

Torreggiante malinconia “sapida” di “malincuore”. Deragliato in uno stato di “trance” mortifera, Frank Pierce, paramedico di New York, avvolto nei nitori “squillanti” di sirene “asfaltate” nel naufragio mesmerico a una perenne “chimera” trasparente e “traspirante” di carne sua corporea dissolta, anzi purpureamente “dileguata” e “sghemba” fra “tagli” inferti nei fotogrammi densi di “liquori” nervici, d’una sbronza febbricitante di nervi tesi, “conciliati” solo a un complesso di colpa di tormentato “corto circuito”, “sinaptico” al dolore, ai tremori, alle allucinate “sovraimpressioni” d’uno Scorsese “notturnissimo”, “circense” in un’inquadratura che “blatera” di delirio, “confabula” coi fantasmi riemersi da memorie “piangenti”, su “lieve”, detonante e “dormiente” ticchettio scandito in un Cuore che brucia selvaggio. Stupito, “impudico” nelle sue “urla” sedate dagli occhi d’un Nic Cage “invertebrato”, overacting stavolta “accor(d)ato”, appunto, alla tetra vacuità “zampillante” e disinibita d’una eterna Notte profonda, affliction nei “bruciori” delle vene, della “flebo” smarrita “diluita” dentro “sventrate” sue cangianti iridi azzurre di cieli intorpiditi dal marcio d’una città violenta, prima dell’opera di “risanamento” del sindaco Giuliani, che la “deturpò” del suo fantastico “imbizzarrirsi” anche nelle “orge” dei suoi folli, dei barboni, degli emarginati, dei “vigliacchi”, ecco… deambulanti.

“Ovatta” che, invece, sanguina… ancora più fragorosa, perché “ammutolita”.

Ove personaggi “infermieristici”, di “donchisciottesca” reminiscenza ai “mulini a vento” dell’assurdità più grottesca, “afferrano” i pazienti più “pazzi” e insanabili, appunto, su “spranghe” che ne stuprano l’innocenza, marmorea, candida, “infreddolita”, come “carta vetrata” al velo troppo “zuccheroso” di chi ha deciso d'”assopirsi” per non contrattare con Satana il proprio Faust mercificato e “prostituito” ai frivoli abbagli, alle “allodole”, ché tanto lo specchietto retrovisore, “tassista” dostoevskijano “incarnatissimo” nei sospiri mai ammortizzati dell’inquietudine più sfrenata e “out of control“, è combattiva “crocifissione” a un Mondo falso da (s)lavare senza mai sventolare bandiera bianca.

Ottusa “utopia” o salvezza?

Scorsese resuscita i morti“, i demoni e i “mostri” del tuo sonno leggero da Paul Schrader.

Sì, un Light Sleeper fra gli spacciatori dei raggi (dis)persi. Fra chi brulica e, da b(r)uco “tossico”, non evolverà mai nei livori d'”ardori” apparenti, perché non vuole.

Dalla novella “biopic” di Joe Connelly, trasposizione tutta personale ch’echeggia di Frank Sinatra, delle sue “stranezze” di night, d’un “punteruolo” ghiacciato che spacca e distrugge tutti gli “antibiotici”, che si slabbra in amori sognati, per una Patricia Arquette vitalisticamente (ir)reale che deve fuggire prima d’essere uccisa o di venire “scarnificata”.

Eccentriche solitudini della downward spiral con una colonna sonora che “esagita”, “shakera“, esaspera, di Clash “suonati”, bastardi, incazzati, di grandi pezzi storici mentre un “verme” penzola da un cornicione, s'”arrampica” nel suo “orlo” lì a precipitare e viene all’ultimo momento “preso per mano”, sui fuochi artificiali d’una splendida decadenza tutta di Martin, tutta “martire”, tutta “matta”.

Svenata Bellezza. Attimi d’antologia, di grande Cinema.

Un cast eterogeneo di caratteristi “impresentabili”. Il “placido” John Goodman, “pasciuta” placebo che “oscura” e cela i suoi casini personali, Ving Rhames mastodontico “stregone” dei suoi Voodoo (ir)religiosi, nero ectoplasma “ridicolo” da “stregone ciarlatano e “ciarliero”, Tom Sizemore più grasso del porco che combinò sua “moglie” per le feste, Marc Anthony, il latino amante che fu di Jennifer Lopez, qui “scemo” al “punto cotto”.

Robert Richarson in “cabina” macchinista di sprazzi, di alterazioni “igieniche” alle immagini, illuminate, poi a spegnere il “lumicino”, poi a colorire il viaggio.

Mary, Mary Burke è la Madonna? La locandina cristologica, “intrappolata” nel rosso che vive dei suoi incubi, “(e)spiati”, “(ri)morsi” dentro…

(Stefano Falotico)

 

 

 

 

“Godsend” – Recensione


14 Oct

 

Il maligno “rinascente

“Il male è rinato”, recita il “breviario” del sottotitolo introduttivo, a “prefazione” della pellicola.
Bistrattata, “umiliata”, “sotterrata” come gli incubi peggiori, eppur da me goduta in una brezza “ottombrina” con l’ombrello del mio “ondulato” mantello da Dr. Frankenstein, della mia vita innanzitutto.
“Distorta” e ancor nelle ruote, incito i cavalli a spronarla, e mischio la cenere dei morti alla beltà della mia vitalità vivacissima.

Forse il primo film sulla clonazione, “tema” portante che deve aver attratto due calibri come Greg Kinnear e Bob De Niro, “conditi” dalla “ciliegina” della “fragolosissima” bionda Rebecca Romijn-Stamos, all’epoca sulla cresta dell’onda nella sua criniera da modella “swimsuit calendar” riciclatasi nel “platinare” la Settima Arte della sua Bellezza che non scorderei neppure se la mia femme fatale mi tradisse con la pecora Dolly su fotografia fear and loathing in Las Vegas di Pecorini Nicola a “sgran(occhi)arla” nelle pecorine.

Questa Rebecca ancora riscalda, eccita non poco, ed è stato uno dei maggiori pol(l)i attrattivi del mio “precipitare” al cinema all'”ultimo spettacolo” per poter gustare il suo bikini “bianco”.

Sono la cellula somatica del “mammifero” che ama le mamme(lle). Miei somari…

Coppia sposata, semirintronata, vive agiatissima “baloccandosi” con un pargolo già “prodigio” d’occhio “ubicato” nelle prime depressioni infantili.
(Ac)cade, dal “nulla”, una tragedia irreparabile l’incidente della “strada” che spezza i destini.

Il bambino crepa, schiatta, viene investito.
Si celebra il funerale nell'”intontimento” dei due, inconsolabili.
Da dietro una chiesa gotica, appare fantasmatico l'”impermeabile” del De Niro, Richard Wells, esperto “dottore” degli orrori. Richard è infatti a capo del Godsend Institution, laboratorio (bio)chimico ove possono (ri)creare una “cosa preziosa” punto e (d)a(c)cap(pi)o.

Il Bob offre, ai due “vedovi” del”gingillino”, di poter “ripartorire” di nuovo il figlioletto. Così che la felicità ripartirà.

Il miracolo si compie e Adam, rigenerato “come mamma l’ha rifatto”, spunta “extraterrestre” dall’utero.
In vitro e “in vasetto”.

Giunto all’età in cui il primo “cucciolo” è morto, Adam Duncan sviluppa una strana nevrosi e “sogna” una scuola bruciata con tanto di vecchiaccia presa a martellate.
In tal “carne al fuoco”, riceve sempre l’apparizione di Zachary, che scoprirà essere il figlio disabile e “tormentato” proprio del suo “patrigno”, De Niro.

In (ir)realtà, Adam altro non è che una “creatura” originata da un primordiale, schifoso esperimento mal riuscito di Wells.
Che aveva provato, proprio, a (ri)po(r)tar alla Luce suo figlio, Zachary.
Zachary non aveva sufficiente DNA quando il suo cadavere arse “vivo”. E Wells aveva pensato “bene” di scovare i “galloni” dalle uova d’oro per completare l’opera (di distruzione…).
Adam contiene nell’anima i “pezzi mancanti” di Zachary e viceversa, in un’allucinazione davvero orrorifica.

Kenneth Branagh sapeva che De Niro, sebbene due volte Premio Oscar, non ha mai recitato Shakespeare a Teatro, eppure lo scelse come suo “mostro“… “ereditario”, da “padre” degenerato.
Mary Shelley… un capolavoro all’altezza del Dracula di Coppola, che peraltro lo finanziò lautamente.

De Niro qui assume le veci del Branagh e lavora con Nick Hamm, regista di “poco credito”.
Che roba è mai questa?

No, non è male come si dice.

Guardatelo e vomitate solo prendendo coscienza che la “scienza” s’è spinta oltre le fantasie.

(Stefano Falotico)

Pacino – “Stand Up Guys” Premiere


13 Oct

Alzatevi in piedi, ragazzi! C’è Al!

   Ieratico, consumato, “invecchiatello” di classe che non è acqua.

   La compagnia dei lupi e delle vecchie volpi.

   (S)macchiato in viso, emaciato raffinato.

Pacino, bellocci miei, non ci son cazzi che tengano, comunque si mantiene.

De Niro Screen Shots


13 Oct

Ecco, mi “giunge voce” che quest’anno lo (ri)vedremo in molte pellicole.

Signore e signori, annessi detrattori dell’ultima ora (im-parzialmente scontenti delle sue ultime prove attoriali), ecco a voi il più grande camaleonte della Storia del Cinema. E non solo.

Vi presento questo personalissimo slideshow di Mister Bob De Niro.

Qui, lo vediamo “sfilare” in una galleria di tanti suoi personaggi famosi. Che ve li cito a fare?

No, qualcuno ve lo “enumero”: Vito Corleone, Travis Bickle (già), Jake LaMotta, Harry Tuttle, Al Capone, Jack Walsh, Max Cady, Sam Rothstein, Conrad Brean, Paul Vitti.

 

Gli altri, provate voi. Sì, vi verranno in mente.

 

Giocate infatti con la memoria e accostate le sue rispettive, tante facce ai capolavori “elencati” nei vostri ricordi. Vedrete che (IMDb.com alla mano…), riuscirete a indovinarli tutti.

 

In questo video, sono comprese anche due imminenti interpretazioni, direttamente-prossimamente, appunto, da Being Flynn Red Lights.

 

Buona visione.

 

 

(Stefano Falotico)

“Il mio West” non è la doccia di “Alessia” né i goal di Osvaldo della “Nazionale” oriunda, ma la mia onda anomala da “Snake Eyes” con lo snack su “Mars”


13 Oct
  1. Fottiti.

    2. Ama.

        3. Vaffanculo!

Sono il cacciatore di “taglie” nella mia midnight run “ruspante”

Italiani, alle prossime elezioni votate il Genius.
Essere “specialissimo” d’andatura “magniloquente” su umori traballanti, con risvegli roboanti e “colpi di fulmine” per le donne “durevoli” come l’igienica Tenderly, con un “sesso” che (pro)tese verso la castrazione fin ad “affilarlo” nello “sparo”, “cogliendole” ove “capitava”, “decapitato” del suo “capitan” da molti sparvieri e adesso “spaurito” perfino dalla sua faccia, irriconoscibile in mezzo alle cosce di “morbidezza” per le pelli sensibili di “assorbenza“.

Egli circumnaviga il globo, anche delle sue palle, “fucilando” di pallottole i “bimbetti”, infilando colpi secchi da “attaccante” nelle “terzine” della “schedina” vincente.
Infatti, fuori da ogni schema, non è etichettabile e potete acquistarlo al banco dei “pugni” accanto ai mosci “pelati”.

Volto guascone, scopatore impunibile, anche dei suoi “pavimenti”, leggiadro che (mai) lecca, “aspirapolvere” che se “lo” tirerà sempre fra le stiratrici, “ferro battente” che scalpita fra le vostre zoccole, naso che annusa e sputa in viso, cavallo purissimo che fa op(là) alla stangona dietro le “staccionate” da “tornito” stallone, rimesta e mai mesto nel torbido, mangiandosi la minestra delle vostre “riscaldate” che, in assenza del “padrone”, son puledre nel cowgirl.
Cari tonti, io mi gusto le vostre “rotondità”.
“Saltellando” dalla padella, della vostra scoreggia ai fagioli, alla brace del suo bacio col succhiotto nel “sughino”.
Sudando vado “inondando”.

Non sopporta il rumore delle stoviglie e “vettovaglierà” sempre contro gli asini che ragliano, aizzando e a(r)mando il loro “grilletto” nelle notti del sentiero selvaggio.

Pirlo è un pretendente allo Scudetto e pure al Pallone d'”oretto”, e il “romanista” Osvaldo insacca di “testa” da zotico.

Io, come Nic Cage di De Palma, prendo anche mia “Gugino” e l’arrostisco nel sacco “a pelo”.

A Pieraccioni porgo il mio culo, migliore della “bombastica” Marcuzza, e poi mi sciacquo col bagnoschiuma profumato nella noce di “cocco”.

Sono il Bounty, “killer” di tutte le “cioccolatesche”.

Amo John Ford, ma anche la F(i)esta alla Kinder, “merendina” dal retrogusto (ribaltabile nel “posteriore”) liquoroso ed invitante.
Non ho la Ferrari, e neppure l’omonima Isabella, e me ne “fotto”.

Una delle colazioni più amabili.

Qui non si rispettano i patti, gli incontri son truccati. Il mio amico non mantiene gli accordi, lo redarguisco d’ammonizione, alla prossima lo “espellerò” vivo.

Vado a vivere su Marte, perché Jessica Biel è una cavallona.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Omicidio in diretta (1998)
  2. Snack Bar Budapest (1988)
  3. Gangster, amore e… una Ferrari (1959)
  4. Atto di forza (1990)
  5. Il mio West (1998)
  6. Colazione da Tiffany (1961)
  7. Tender Mercies – Un tenero ringraziamento (1982)

“Cruising” – Recensione


13 Oct

 

Cruising

Notte nerissima e molto “ambigua”, l’angelo nel crocevia delle morti “infernali”

 

Tempo di celebrazioni, mai tardive e mai sgradite, quando si va a parare su William Friedkin, oggi sui nostri schermi con l’amatissimo Killer Joe, una pellicola “sporca” di “platinata modernità” violenta e furiosa, acida dark comedy “innestata” su una performance “spaventosa”, nel senso letterale e nel “centro del bersaglio” d’un McConaughey nel suo cavaliere, troppo pallido e fisicamente perfetto, “liftato” e calibratissimo da pistolero senza regole, per non destar “stupori” e dubbi “esterrefatti” che presto “squillerà” l’imprevista mossa falsa di qualcuno a (non) cantare.

A incatenarsi d’autoimbroglio e servito “piatto freddo” su edematosa, livida, “rinforzata” e “riturgidissima”, “liturgica” e godibilissima vendicativa “protuberanza” nell’estensione cinefila da bad lieutenant, da cattivo lupo tradito da chi voleva “spelacchiarlo” e spillargli l’“incasso”.


Un ritorno in grande stile per il “clandestino” Friedkin, a cui troppe volte Hollywood derubò un talento unico destinato a più prolifica e proficua produzione. Ma forse, forse è meglio così.
Almeno, scevro da condizionamenti e (r)accordi produttivi di “commissioni”, William gira quel che gli “spara”.

 

Chi si sarebbe aspettato questo Cruising dopo The French Connection? Popeye era un bastardo, ma la detection di questo Pacino è proprio Burn(s).
Il regista de L’esorcista qui scende proprio nelle cavità insondabili di Satana, ove il “maestro” s’annida di sospetti insospettabili, di “piatti” silenzi, di rumore negli occhi “suadenti”, sibillini di “seduzioni” molto pericolose.

Si gioca tutto, anche il “culo” Friedkin, appunto. E decide d’ambientare la sua macabra, “scarna” storia nei “candelabri” del “peccato”, fra i gay borchiati, sudati, “pervertiti”, che ballan nel loro “village people” di “smile” che “assopisce”, dietro tanti volti “carini”, il mostro.
Sì, c’è già una prima ragione per considerare questo film importante, al di là dei meriti che ognuno vorrà attribuirgli. Si tratta della prima opera, da che ne ho memoria, sul serial killer, prim’ancora di Manhunter di Mann, dei capitoli “lecteriani” di Hannibal/Hopkins e inevitabili epigoni.

Per di più “macerato” ove l’America puritana si tace(va). Il “losco” sottobosco delle sessualità “diverse”.

Steve Burns, un Pacino Serpico solo di più muscoli di “aguzzo ingegno”, più “corruttibile”, meno integro di come vorrebbe apparire nelle prime scene, “marine” e “pacate” su foto agli “obitori” delle ossa maciullate nel “trasecolare” però già in guardia su “pelle” lurida, “irta” nell’“ostia” black dei suoi capelli scuri intonati al buio delle sue iridi. “Trascolorendo”, già trasloca se stesso da emaciato-marcio anche quando solo, solissimo, solleverà il “bilanciere” del suo specchio “traditore”, subito “bugiardo”, lì “penetrato”.

Film tagliato, censurato, semi bloccato, “invisibile” nell’edizione “intera”, anche perché non sarà mai distribuita. Sbattuto chissà dove, mai visto, inviso. Quella “completa”, con tutti gli “extra” nascosti, la tiene “cara” Friedkin in cassaforte. E ha promesso che nessuno, in effetti, la vedrà.
Il mistero “brulica” di più sul maledetto, quasi uno snuff movie.

Hardcore o strategia?
Credo alle onestà intellettuali dei grandi cineasti.
E, dovessi scalare l’Everest, me ne impossesserò, regalandola da “Babbo Natale” a tutti i “cattivi”.
Che amano le cose belle.

 

(Stefano Falotico)

Com’è cambiata la società – “Evoluzione”, da James Dean a James Deen, il pornoattore


13 Oct

Eh sì, inutile fare delle “dietrologie”, il Mondo “progredisce”, abominevolmente indietro, in una corsa all'”oro” (spermatico) che disgusta, di seme virtuale “sente” ed è sempre meno senziente. Gli scemi…
Dal “bruciato“, vividissimo James Dean, “icona” innanzitutto dei pugnaci valori puri giovanili, a tutti i scardinati “tabù” di un “Net” al WC

Oramai siamo “sovrappopolati” d’immagini davvero “soffici”, di “cum” e videocamerine piazzate nelle zone “proibite”, poi “mandate in onda” nella diretta del web.

Impazza, come dico io, la follia, e ti “sbattono” in faccia un’immondizia di carne “macellata”, nell’esibizionismo ove anche il più primitivo omuncolo può vantare il suo spazio di “celebrità”, Perché “accontentarsi” di 15 minutes alla Andy Warhol, quando può “dilatarli” e “soddisfarla” a “30” in versione hard?

Come siamo arrivati a tutto ciò?
Grazie al conformismo dell’idiozia di massa.
A un certo punto, (c’)inventano questo “bel” strumento e la “connessione” del “Tube” catodico e scatologico.

Così, da “semplice” mezzo informativo, il “sistema” si propaga “capillarmente” di capillari “venosi”, di pene eretto, di donne denudate… che basta un “click” su “Enter” per confermare che hai la maggiore età, senza neppure “accedere” con la credit card. Quindi, “puoi guardare ma (non) toccare” (versione avvocato del diavolo di monologo pacinesco da “diabolico” delirio “onanista”) quel “croccante”. La patata di Siffredi va “salata”. Perché le sue “donne” sono “modelle” da “insalate”.
Sì, oltre il “piccante”, oltre i limiti dell'”umanità”. Anche Rocco ha la sua età, e ha ancor più “gatte da pelare”…
Fino a una ventina d’an(n)i fa, questo c’appariva improponibile, tanto che le pellicole “normali” venivano censurate solo perché mostravano un ardito “semiculo” nel “semi(nar)duro”.

Bertolucci fu “ritirato” solo per il “burro”, nell’ipocrisia terribile di un’Italia tremenda, che “arse” i suoi ultimi tanghi.

Che “fango” sulla pelle. Che “ritocco” a ringiovanire…, che vecchiume!

Oggi, c’è davvero di che ridere.

Killer Joe viene al solito sforbiciato per un “pompino” effettuato col “pollo”, quando poi tutti han il “permesso” di “sbizzarrirlo” nell’youporn e più porky’s.
In quest’Italietta ove tutti van ad “amare” e ad “acclamare” il “capolavoro”, così da me “nominato” (“ispirandomi ai “glandi fratelli delle “sorelle” alla Marcuzzi di “orgasmi” alla “Moto Guzzi”), L’Innominato benedì Lucia col “martelletto (opera imprescindibile d’ogni moralista cristiano), in quelle poltroncine il “poltrone” mangia il suo “sandwich” con le “salsine”, detto “famoso” (underhot dog, “paninaro” farcito con quella “crauta” della sua cruda “fidanzata”, tamarra alla “maionese” nei suoi fast food di “sveltine” con un altro durante la “pausa pubblicitaria” fra un Tempo e “chi più ne ha, più ne metta!”.

Così, senza neppure accorgercene, siam “arrivati” dal grande James Dean “venendo” a Deen James, magrolino d’occhio strabico e strabuzzato, sempre “accompagnato” da Escort che “caldeggiano” la sua “gioventù” bella che “fottuta”. Bellissima, una “gnocca della Madonna”.
Praticamente una “segretaria” che va con l’avvocato degli appalti edili, ove l’avvocato “ribalterà” l'”appartamento” con “lei” di “lento”, mentre l’operaio da tarantella “stuccherà” d'”imbiancatura” coi “pennelli”, uno a “dipingere” e l’altro a (s)tingere.
Dai la “cera” e togli la cer(nier)a…

In edicola, ripropongono Gran Torino a soli 9 Euro.
Compratelo!

E non “scass(in)ate” la minchia!

Ché Vito Catozzo, al secolo Faletti Giorgio, sapeva già tutto di Harvey Keitel e del suo cattivo tenente…

Ho detto tutto…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gioventù bruciata (1955)
  2. La meglio gioventù (2003)
  3. Redacted (2007)
  4. Porky College: un duro per amico (2002)
  5. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Visto che “sparata?“.
    “Tale e quale” all’eiaculazione dei mignottoni!

Genius-Pop

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