“C’era una volta in America” rivive sul grande schermo – Io vivo solo per il mio “C’è”

18 Oct

L’America abita in Leone, come me, il “vecchio

Rancori, solitudini, destini che si perdono, intreccio “affabulato”, “oppiaceo” d’un Leone che si piace anche del celeberrimo gesto triviale del cucchiaino “esasperante” di Noodles quando “ritorna” e provoca il suo amico, che poi sarà un “ex”, un brutto ricordo o uno smarrimento del Passato da reimmaginare, poi l’infanzia e l’adolescenza cresciuta e “incresciosa” assieme, le rabbie di chi visse ai margini, di chi non si rimarginerà mai perché, se Max s’imborghesirà scippando il sogno del suo compagno di donne, sbronze e baldorie, di eccessi, goliardie e “bordelli” vari, di riflessioni e problemi trascorsi assieme, Noodles rimarrà se stesso, “derubato”, “detronizzato” dagli “ordini” di un’epoca scomparsa, della sua generazione non adattata, del suo “matto” duello contro tutto e tutti, perfino “imbestialito” nello stupro dell’amore puro di Deborah.

Il capolavoro di Leone è oggi d’ammirare “reintegrato”, dunque integralissimo. Tarantino lo considera l’apice di Sergio, perché contiene, nel “manifesto”, la sua anima, il testamento di tutta una vita e delle sue emozioni.

Le emozioni di ognuno di noi sono la storia personale, il viaggio, il travaglio, il “trafelato”, gli errori e chi (non) li ha commessi, chi ha sbagliato tutto ma non intende tornare indietro, anzi, ostinato continuerà sempre per la sua strada, “violenta” ma almeno onesta e mai traditrice.

Noodles è la sua faccia da “culo”, il De Niro che (non) ti aspetteresti che ti ride come al solito, qui nel “finalissimo” che manda a monte la retorica, le cazzate, lo schifo anche suo, l’indigestione pesante, il fottuto che se ne frega e ti dice “Di te, non me ne sbatte un cazzo, vai a denunciarmi? Ma che vuoi denunciare. L'”Annunciazione d’uccello sano sono io. Guarda che la tua maionese impazzisce, Renato Pozzetto ha solo “tremore” che il cagnone lo inculi, mica ha paura”.

Max lo raggiunge, si allontana, probabile suicidio?

– Ma tu ti fai i film? Vivi della loro aria che respiri?
– Sai, beota. Scoprii molto presto che il Mondo “reale” è letame. Te ne stai a sorseggiare un birrotto e una puttana ti “scoccia” col suo “Scotch“, passeggi al parco e un drogato ti pianta una siringa nel sederino, sodomizzandoti dei suoi fallimenti. Che disgraziato! Me e lui. La Donna, che ami, ne ama “tanti”. E il lavoro per me equivale al compromesso di chi crede alle messe.
Io credo che, al di fuori dell’emerito sottoscritto, esista solo una sega, mentale e non.
Il resto è una stronzata.
Fidati.

– Non mi fido.
– Sai perché?
– Perché sei un gobbo.
– Ma come ti permetti?!
– Mi permetto questo e altro. E ora mi accendo il “sigar(ett)one” sul tuo “far spallucce”.
– Ehi, stronzo. Ti taglio le palle.
– Sì, sì, come no. Stai attento che non ti ammazzi io.
– Ah, provochi? Io sono il migliore sulla piazza, sai?
– Anche di puzze.
– Ora, stai esagerando. Ti aspetto fuori fra 5 min. Poi, sarai un Uomo morto.
– Bang! (colpo, non letale, alle s-palle di “tradimento”).
– Figlio di puttana! Che vigliacco! Sparare a uno disarmato.
– Guarda che la gobba t’ha salvato.
– Fermatemi! Adesso lo strangolo!
– Non inciampare!
– Perché dovrei inciampare?
– Oltre alla gobba, sei anche cieco?
– Perché?
– Io sono frutto della tua immaginazione.
– Cioè?
– Vedi qualcuno davanti a te? Sei davvero sicuro che non sia un fantasma partorito dalla tua testolina già bella che andata?
– No, tu sei vivo e vegeto, pezzo di merdaccia. E ora creperai!
Beccati queste pallottole!

Trenta secondi dopo, il gobbo capì che stava parlando da solo.
E che questo dialogo gli rinfacciò che, anche senza bernoccolo, aveva preso coscienza della sua esistenza ingobbita da una demenza “cavalcante”.

Sì, Klaus Kinski scopò Caprioglio Deborah, “violentandola”.
A questo punto, gli è preferibile il “barbone” Lino Banfi che, assieme alla figlia, cantava: grandi magazzini, per grandi e per piccini!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. C’era una volta il West (1969)
  3. C’era una volta in America (1984)
  4. Grandi magazzini (1986)

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