Adora De Niro come “sparli”, non avrai altro Dio al di fuori di Lui, cioè me(desimo)
Ogni attore ha un suo perché, un “tepore” tutto suo. In Letteratura si chiamerebbe “poetica”, cinematograficamente si utilizza la stessa espressione associandola allo Sguardo. Oltre a quello del regista che ne fotografa, esalta, accentua, a volte (se non lo “prende” per il verso giusto) ne sminuisce il carisma, o ingigantisce le sue doti attoriali.
Nicolas Cage n’è un esempio lapalissiano. “In mano” a grandi cineasti, si trasforma e i suoi eccessi (anche se non sempre) s’accordano alla virtuosa macchina da presa che lo “sbalza-rimbalza” modulandosi attorno ai suoi occhi celesti con “sfumature di grigio“. Sì, fra questo libro per educande frustrate in cerca dell'”amante” sognato da “stoviglie” di (di)letti focosamente immaginati, ove le “sacralità”, ardendo di lagrime amare, porgon baci alle mura incancrenite del rimpianto, preferisco la sincerità “tamarra” d’un Nic(helino), per accensioni di recitazione smodata “misurata” nelle sordine d’un Maestro che lo imbriglia, tenendone a freno gli “istrionismi” che “bucano” lo schermo, anche troppo, anzi in modo “nevrotico”.
Eppure, fra i patatoni Clive Owen e i “pantaloni” di Colin Firth, a mio avviso noiosetti e con qualche smorfia che “ammicca” più del “dovere”, fra la “pazzia” da “LSD” d’un Nicholson grasso oramai quasi quanto il suo ex vicino di casa Marlon Brando, tra il dire e il fare non c’è di mezzo il mare, perché mai mettere il dito nel “mezzo” di marito e moglie, semmai De Niro. Che, di neo, pitta il Piacere, solleticando l’eroe erotico della sua ambiguità “furbetta” da lupo inesausto,”assetatissimo” (uh, lenzuola di seta e “fame”), “integrale”-rassodando, d’occhio “alludendo” e di gambe “farneticando” con “panegirici” che amano il corteggiamento (in)diretto che sai ove andrà a “parare” ma intanto “parla” a iosa prima delle ros(s)e.
Quanto lo subissaste di critiche dilanianti. Solo perché volle concedersi il lusso di qualche “ferie” autoparodiante come i commedianti d’un Tempo nel verso a se stesso del mito che fu(rono)?.
Beccatevelo quest’anno, zitti e mosca!
Egli ronza, di donne s'”abbronza”, di capello s'”ammoscia” un po’ viscido e come Sean Penn si sbronza da bianco che ama la nera Hightower e di Tribeca spende e di Trinità epica si espande.
Allocchi, per guadagnare baiocchi non dovete abboccare ma rimboccare.
E, se vi andrà male, sarete comunque bravi ragazzi.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
- Red Lights (2012)
Egli vede tutto. Sembra cieco ma è più in gamba di chi vuol metterlo in ridicolo.
Riapparso è Egli ora, come allora prima che scomparve.
Nella confusione “di stucco” generale che non ci capisce nulla, come la Critica americana “interdetta” da un “arcano” oggetto misterioso. - Being Flynn (2012)
Geni si nasce, barboni si diventa.
L’inversione della massima di Totò.
Lui lo nacque, Signori e signore, ma le circostanze posson “annacquare”. - L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
Leggere Hemingway può aiutare a superare un momento di “folle” panico.
Sì, però se ci aggiungi il culo di Jennifer Lawrence, la “resurrezione” è totale…
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