Un De Niro insospettabilmente ispirato, affila i “coltelli” della recitazione. Sempre carismatico, più del film, “un po'” scadente.
Già (s)caduto, forse.
Comunque, osserviamolo “in azione”.
Un De Niro insospettabilmente ispirato, affila i “coltelli” della recitazione. Sempre carismatico, più del film, “un po'” scadente.
Già (s)caduto, forse.
Comunque, osserviamolo “in azione”.
Altro che la partecipazione ne I mercenari 2, un “ruolo” da amico di Sly, con cui “combatterà” anche in The Tomb, un faccia a faccia storico.
Il comeback di Arnold parte da questo imperdibile. Già cult.
(Stefano Falotico)
Ne vogliam parlare di questo quartetto d’interpreti strepitosi?
(Stefano Falotico)
Gli “stalloniani” sono tornati e Schwarzy is back.
Ma, secondo la news di “Total Film“, c’è davvero una megasorpresona in arrivo.
Leggiamo, infatti quanto segue in quest’articolo:
The Expendables 2 is out this week, and to celebrate, we sat down with producer Avi Lerner to discuss the movie.
And, during our chat, Lerner revealed that he’s in talks with some of the biggest names in cinema for Expendables 3.
“We’ve approached Clint Eastwood to be one of the guys, we’ve got a character in mind for him. We’re talking to Harrison Ford. [And we want] Wesley Snipes when he comes back from prison. I’ll give you one more name, we’ve got Nicolas Cage to play [one of the characters].”
“And we’re going to bring Mickey Rourke back, if he won’t be too crazy. I like Mickey. And of course, all the existing stars [will return]”.
Sì, il paperone Avi Lerner della Millennium, non solo, a pochi giorni dall’uscita mondiale de I mercenari 2, annuncia già il terzo “episodio”, convinto che sarà uno stracciabotteghino, ma rivela clamorosamente che ben 4 nomi “nuovi nuovi”, importantissimi della Mecca “dura”, Nicolas Cage, Clint Eastwood, Harrison Ford e Wesley Snipes con molte probabilità entreranno nella squadra.
Con la “rinascita” di tanto Mickey Rourke.
Dubito però che Eastwood accetterà. Con tutta la simpatia e il più vasto apprezzamento per questi “samurai” al soldo di loro stessi, mi pare infatti assai poco credibile che il vecchio leone Clint accetterà un “blockbuster“.
Ma mai dire mai. Chissà… il lauto compenso potrebbe essere, appunto, un “incentivo”.
(Stefano Falotico)
Quando le ingiustizie superano le soglie delle sogliole che son state pescate in flagranza di reato, un Uomo, armato sin ai denti, sbudella gli ebeti al fin d’imbottirli di piombo, con tutta la scia adorante del suo alive
Cari fratelli, dei miei fatti privati, “sfatti” in fattacci per l’ignoranza d’una famiglia di barbari, abituata a coprirsi dietro la presuntuosa maschera d’una “sociale” benevolenza (s)truccata a stuccar il prossimo con “proibizioni” inquisitorie degne del Medioevo più buio, vi ho narrato in tempi anche “sospetti”, quando equivocaste la mia “sagoma”, sfigurandola anche voi dietro “preoccupanti” paranoie a scapito che non capì quanto, invece, son emerito e principesco, com’esige la tradizione nobiliarissima del mio “genealogico” genio. Oserei dire, senza paura del ridicolo, fiero e di portamento altezzoso, secondo la superbia che mi è congenita, appunto, e non intendo “rinnegarlo” scendendo a patti(nar) con una mediocrità che tanto mi “distrugge” quanto m’induce a scardinarla per annusar, sempre più, il fiotto vincente della mia mente incoercibile, oltre ogni limite “prevaricato”, per valicar ancora panorami di scibilissima Illuminazione a cui pochi eletti saranno ammessi, ammesso che abbian le mie eguali energie per scalar montagne, alla cui “asperità” difficoltosa già tremerebbero, arrancando più che arrampicandosi.
Sì, sono la pianta rampicantissima, piccante di sberleffo e sberlone, a chi vorrà anchilosar i miei polmoni per asfissiarli nel suo “fiato corto” da crudo imborghesito prima d’esser nato.
Sì, le mie “foglie morte”, eppur appiccicaticcissime, pungono gli untori cinici e ne graffian la pelle intonsa, murandoli vivi.
Circa tre mesi fa, telefonai, ripetiamolo per la cronaca (“nera”) a una radio bolognese che “staziona” in un pub ubicato in una delle zone più losche di Bologna. Un “ritrovo” di mezze calzette che “filano” di musica pompante per “spippar” in compagnia di qualche “donzella vien dalla campagna” per ritmi a “marinarla” su andature “poganti”, con qualcuno che si sfoga e una fighetta “affogata” nell’alcol “dolce-liscio” di andamenti lenti nel fegato “a bollore”. Sì, evaporerà, traumatizzata dai villani assalti alle sue verginità, piangendo poi amara con un tamarro “duro” che si sarà sposata per consolarsi fra un’autoradio “scacciapensieri” e un direttore che la “insegretarizza” cancellando i peccatucci fedifraghi nella “ninfomania” religiosa d’ipocrite confessioni domenicali, “valide” quanto un bambino che ruba la marmellata e poi si lecca le mani, scambiando un segno di Pace con suo padre che, intanto, sta telefonando a un “Telefono rosso”, un po’ rozzo, un po’ di “Ingozzami, dai, bella gnocca, mia moglie non basta, imbestialiscimi tu. Sai, ho avuto una giornata pesante, ho bisogno di qualcuna che mi renda (dis)tensivo. Sì, sarai il mio detersivo, il mio diversivo”.
Questi qua, uno in particolare, di cui il mio avvocato conosce benissimo l’identità “nascosta” e vigliaccona, per un’altra querela che lo spolperà “pen malissimo”, non sa contro chi si è messo.
Allora, raccontiamola questa storia. Questi deficientuzzi pensano d’impaurire la mia “lethal weapon?”.
Sì, come tutti sanno, frequentavo una compagnia che mi pareva degna della mia “frequenza”, poi, per ragioni dettate da invidie profonde e immotivatissime, da collegar solo alle pulsioni omicide che tanto “allettano” l’adolescenza, pensaron bene di tirarmi uno scherzetto per “stirarmelo”.
Sì, un massacro psicologico da branco, con tanto d’intimidazioni, abusi indifendibili e “ostaggio senza riscatto”. Cioè, se mi fossi ribellato e avessi denunciato le loro offe(nsiv)e, mi avrebbero poi riso in faccia per “mancanza di prove”.
Cercai spiegazioni, e mi recai proprio all’indirizzo di questa radio. Ove, tutt’ora, non so in quale stato “emotivo” (forse, di tanti ematomi finanziari), “lavora” uno di questi “Caponi“, nel senso di Al.
Eh sì, nella nostra società, ove le magagne e i manganelli coprono di pugni, son tutti “coperti” dietro apparati istituzionali che ne preservano l’integrità (im)morale.
Al che, costui, consapevole che la bomba era finalmente, giustamente esplosa, chiamò la polizia, dichiarando che ero andato lì per piazzare davvero un “esplosivo”.
Tale denuncia m’è costata quattro mesi di ricovero psichiatrico a scopo “calmante”, perché fu appurato che avevo subito un trauma ma gli “uccisori” non potevano essere accusati per “insufficienza” di testimoni e “dati alla mano”, e ha costretto l’intero “gruppo” a finire in tribunale, come tutti voi sapete. Ne siete già stati ampiamente illustrati.
Visto che non ho nulla di cui vergognarmi, ho contattato costoro per ricordare che le violenze si ritorcono sempre contro quando, ogni mattina, prima di parlare al microfono, si specchieranno “testando” la loro “voce”… dell’anima.
Al che, spaventati di nuovo dalla “mina vagante”, mi hanno “segnalato”.
Dove non si sa, essendo io, come potete constatare, un Uomo liberissimo che, però, mal sopporta tali affronti di “recidiva” che vorrebbero “terrorizzarmi” nel silenzio, come dire: “Stai zitto, fai la tua vita, non complichiamoci le cos(c)e”.
E perché mai? Questa storia, come sa bene il mio avvocato, è appena iniziata, cari “bellocci” di mamma.
E non credo che “ballerete” il Sabato sera. Anzi no, danzerete alla grande. Sì, se non finirete in galera, sicuramente sarete sfiniti sotto il Ponte Galliera, cioè nel dormitorio dei barboni della “ferrovia” di Bologna. A brindar fra un treno e la merda dei cani. Alziamo il “volume”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Non tutti hanno uno zio di nome Coppola. Dunque, già per questo è rispettabile. Se poi aggiungiamo che Patricia Arquette (una con cui pareva giocasse al ruolo del “dottore” su profilo da ergastolano emaciato ma “ammalato” di selvaggio) era l’attrice bionda col “culo” migliore sulla piazza, potete risalire a quanto possa “stimarlo”. E anche “smaltirlo”, ridando smalto a un mito da “Carbonio 14”
Ho sempre amato Nic Cage, a dispetto delle burle con cui, nelle notti di Maggio “afasiche” e in quelle novembrine uggiose, gli perpetro offese “spronanti” per sgrezzarne un po’ il talento ancora, nonostante la cinquantina raggiunta, non del tutto, a mio avviso (di “ammonizioni”), esploso.
Le potenzialità ci son sempre state, e chi è miope credo debba rivedere le sue “ottiche”, giudicandolo nella giusta rivalutazione di quanto la sua faccia gommosa, nevrotica, seducente di vampiro “sclerotico”, il suo torso australopiteco e i suoi occhi celesti su sfumature di grigio, siano invece la dura forza di uno che usa il dopobarba solo per non “contaminare” le copertine con peli che potrebbero irritare “a pelle”.
Credo che sia, in questo sarò appoggiato da molti (vero?), il più grande attore di sempre. Non sto scherzando. E le ragioni son presto dette.
Nella carriera altrui, c’è forse uno che massaggiava Zandalee e poi è stato un paramedico ossessionato dai complessi di colpa, c’è un altro che brindava con David Lynch e poi “cenava” da family man?
No, Lui è l’unico, uno e trino.
Caprin e caprone al Tempo stesso. Capra e sulla panca a farsi gli addominali, e sul letto a scoparsi Jenna Jameson.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Sì, amo il Boss, Lui è l’Uomo paradisiaco che non guarda in faccia Patti Scialfa quando “la” sublima, e non teme le Montagne Rocciose quando, nel freddo malinconico del “Nebraska“, ascolta il dolore dei figli innocenti di “Philadelphia“
Tutto ciò, a preambolo “digressivo” del nostro “Ritratto d’attore”.
Stavolta, in vista della sua “doppiona”, parleremo di Joaquin Phoenix. Sbruffone, “labbroso”, a molti antipatico, dunque “lebbroso”.
Sì, prendo carta e penna (indiana) e risalgo alle sue origini selvagge.
Classe 28 Ottobre del 1974, cinque anni dunque più vecchio di me, sebbene se “li” porti male (non “usa” però ancora il riporto, i capelli son brizzolati un po’, ma molti, li perderà quasi tutti stando a quel che intuisco dalla sua virilità ormonale), può annoverare vari capolavori all’attivo.
Innanzitutto, facciam subito chiarezza con chi, di Cinema, ne capisce quanto il fruttivendolo del rione “Gli aironi rossi del cocomero stimolano i sogni perduti dell’aeroplano”.
Sì, una ragazza, oca più delle papere che galleggiano nel laghetto “La stronzetta in cerca del galletto per il suo volatile”, mi si avvicina, con far “felpato”, e mi disturba alquanto:
– Carino codesto, come me lo…
– Senti, vai a lavare i piatti. Tu assomigli a tuo fratello.
– Che vorresti dire?
– Dai, lo sanno tutti. L’altra sera ha visto Phoenix – Delitto di polizia di Danny Cannon, e si è sparato un cannone credendosi Ray Liotta di Goodfellas.
La sua innocenza fu infranta a 8 anni, quando vide vostro padre mungere più del dovuto una vacca. Da allora, è un lattaio.
Prendi questo fazzoletto, e vedi di smammare.
Parlo con donne che meritano la mia bocca. Dunque, stai zitta e non cercar di “rizzar” quel che, da me, non avrai.
Mai! Neppure “in ginocchio”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Comunque, se la scopò.
Per gentile “concessione” della Paramount, ecco la prima immagine del Noè di Darren Aronofsky.
(Stefano Falotico)
Chi mi conosce sa che, se sei vuoi fottermi fra le cosce, te le sbriciolerò
Ricordo un Tempo in cui placavo me stesso, tappandomi nella “cucitura”, sempre poi riaperta delle cicatrici inguaribili, di gente che lacerava di “lame leziose” d’uno snob “acculturato” contro lo “smog” della mia sincerità. Io sono uno che “lo” dice, con peli sulla lingua di chi si sbarba solo per entrare nell'”esercito” dei gendarmi o dei germi sociali, fasulli di “prima vista” sobria.
Oggi, svegliandomi col canto d’una cresta già soffice nel caffè d’augurio mattutino, ho pensato: “Se chi fa per sé fa per tre è un uomo soddisfatto, a me piace suddividermi in più porzioni per altre r(e)azioni a base di pugni a spaccarli in più parti”. Poi, gustando l’aroma miscelata allo zucchero, mi son denudato dal pigiama, mi sono affacciato “al” balcone, come si dice in gergo, non so se anche a Gerico, e ho urlato chi sono alla vicina dirimpettaia, affascinata da una “scimmia” più sexy di suo marito, un gretto direttore dell’azienda più “ambita” di questa città di crumiri, un palazzo ove si consumano violenze giornaliere abominevoli, fra colleghi più pettegoli delle nonnette e “belle” donne a “uso” del capoufficio tra un “buffetto”, un distributore “automatico” e una palpatina-leccatina, un “cemento armato” ove campeggia la scritta: “Qui sfrutterò tutti perché io rubo anche la frutta, e frusto i miei dipendenti di mobbing che ne uccide il sentimento”.
Ah, non finirò mai di stupirmi degli uomini.
Da quando sono dei puberali, pensano a come guadagnar soldi per essere dei soldatini.
La razza femminile, poi, è solo “dominata”. Una casta, “castissima”, che vuole uno che le porti al mare fra un diamante e l’altro, ammirandosi nel letto fra una porcata meno appariscente e l’altra a danno dell’ano altrui, cioè l’amante, detta anche “La monaca che ama essere zoccola, e pregare a bassa voce durante l’atto apostolico”.
Io non “lo” nascondo proprio.
Questa società mi disgusta.
Mi ricordo che, vent’anni fa, era già un “miracolo” raccattare un porno, adesso un bambino può collegarsi, di maggiore età “confermata”, su un sito davvero “prelibato”, e vedere schizzi “svolazzanti” mentre già si sta afflosciando su una che prima alzò la temperatura.
Che “roba”, eh. C’è anche il “fermoimmagine” con l’opzione “Salva con nome”. Sì, da incorniciare quest’istante brado e animalesco quando, in “archivio”, ripescherai le origini primitive del “sapiens” che oggi ha il computermegapotenziato.
Adesso, questi “attori” sono degli idoli, per la massa(ggiatrice).
Le loro “imprese” vanno per la “maggiore”, eppure poi, quando si “scende” nella “realtà” quotidiana, nessuno vuole ammettere che, in casa, ha la collezione completa della “serie”: “La coccinella, all’occorrenza farfalla, ama far falli con tanto di gioco pericoloso a gambe tese”.
Li vedi, ammiccano sempre per peccare, e poi non confessano quando sono dei “ladroni!”.
Al che, chiamano un tizio, uno che dovrebbe rompermi il grugno per farmi stare zitto.
Mi “adesca” e mi tende un agguato, la classica “trappola per topi”.
Sconvolto, si accorge che ho già fatto ingiunzione all’Appello della sua “cappella”.
E, ritirandosi in mezzo alla sua melma, “consola” Salma, sua moglie, famosa prostituta che ha un lavoro come avvocatessa da parcella-porcella.
Ho detto tutto.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
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