Archive for August, 2012

Anche i geni sbagliano, il perfetto” d’altronde è un difetto dei robot. Già, tutti voglion sistemarsi da prefetti, invece io pappo la mia fetta, che “filettona”, e non m’inf(l)etterete più


27 Aug

The Master

Se aveste letto in vita vostra Isaac Asimov, vi sareste accorti di come, la razza umana, sempre fin dai primordi alla ricerca d’un significato al mistero insondabile della vita, sia sempre stata ossessionata dalla “perfezione”, che ha idealizzato in Dio e poi in tante “icone” greche, le quali vengon studiate alle scuole “alimentari” affinché il grezzo si “plagi” nel plasmarci, Plasmon, alla società. Per una rigidezza mentale che spesso ottunde le libere scelte e anche quelle “discole” non da discoteca, ove spesso i nostri “parenti” di Neanderthal “gozzoviglian” di “carne in scatola”, graffiando di “graffiti” il murales “affrescante” della “gazzella” in cui “sguazzarlo”, “pennellando” su musica aizzante.

Sì, stavo risfogliando il mio “Dizionario dei film 2011” e il mio proverbiale, maniacale perfezionismo è stato turbato da un clamoroso “Porco Dio, che refuso pazzesco. Non me n’ero accorto, come cazzo ha fatto a sfuggirmi?”.

E dire che circa 400 pagine, sebbene ost(r)iche a rileggerle innumerevoli volte, eran già impresa leggendaria pubblicarle, considerando che, per tale progetto, ho dovuto “sbattermelo” da solo, assieme a Valerio.
Qualche “virgoletta” che (s)balla, qualche imprecisione lessicale e “combricola” con una “c”, anche se poi scopro che, addirittura, c’è tanto d’un sito “ufficiale” e pagine Facebook che riportan tale erronea dicitura.

Che dite? Lo debbo scrivere nuovamente?
No, pigliatelo così ché già mi son fatto il mazzo(lin) di “rosso”, perché tanto faticai che nessuna Donna poi, alla fin fine, mi “sculacciò” a dovere. E fui diligente, vacca boia.
Basta, che voglion queste vacche? Voglion “sgozzarmelo?”. Che s’ingozzin con Alessandro Magno, ché a paragon di Lorenzo il Magnifico, qual io sono reincarnato, non ha conquistato neanche un grammo dei suoi, dunque miei, neuroni.

Allora, siete pronti per quello del 2012?
Se sì, vedete di non fare i precisini, ché qui si “pompa” e talvolta, sbronzi, si sfasa un po’ di cervello, e gustatevi già i primi post del prossimo.
Che potrete trovare sul nostro “benianim” e, di legenda “posterizzato“, “Cinerepublic”.

E ricordate: se Fox era “malato”, la ragione era riconducibile solo al “fallo” che “nessuna” gli concesse, sì, eran solo dei cessi, il pompino perfetto non esiste, soprattutto se scopri che in mezzo alle gambe vale molto di più di questa “stramba” umanità nel “transessuale”. E Gabriele D’Annunzio “lo” sapeva…

Sì, i poeti spesso si “sollazzano” ma, a differenza del nostro “Lele”, farò la fine dell’Arcangelo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. New Rose Hotel (1998)
    A dar retta al mio “amico” Dafoe, che intanto si scopava le “Asie”, sarei finito suicida senza “aiuole”.
    Che bel piano per salvare la mia vita. Lui, intanto, “appianava” e mi avrebbe ridotto a planare giù dal balcone.
  2. Ronin (1998)
    Hai mai ucciso qualcuno? No, l’ho “solo” offeso.

    Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?
    Sono andato a letto tardi, perché rimanessi sveglio non è un “cazzo” tuo.

  3. Insomnia (2001)
    Qui, lo scrittore di gialli sono io, caro Robin Williams veda di nevrotizzare la sua follia in barca.
    Sì, lei è imbarcato da un pezzo di merda.
  4. I dieci comandamenti (1956)
    Non desiderare la donna d’altri.
    E se, di cognome, faccio “Altro?”.

Guida per riconoscere il tuo “Santo” (in Paradiso), cioè il ritorno del Cavaliere oscuro che l’ignoranza oscurò, salvo esserne salvata


26 Aug

Ho sempre incarnato l’eleganza, e ciò è un (di)letto che trangugia il profumo, carezzando le donne con “equivoca” sfacciataggine, “falciante” da equino(zio). Sì, le ragazze che raccolgon la margherita con me rifioriscon in Primavera.

Ode a noi, uomini che imbruniamo nella Notte, fra polli arrosto che se “la” ridono, inconsapevoli della realtà agghiacciante in cui saran spezzati senza (con)doni e senza più Condom, a filo spinato e d’“erba”, sempre più (de)crescente di “Crescina” che smalterà l’alopecia androgenetica di “menopause” mentali sempre più “propedeutiche” per smarrir il pel(vico) che fu(ma), ora spelacchiati come capre che non furon educate al servigio del mio gregge ché, pastore di questa vostra valle di lagrime, consolerò le più belle da bellicoso “montone” e mi sdraierò poi montato dalla “lana” calda d’una sopra all’altra per una “tessitura” con tanto di “stiratura” e sempre più duro, alternando il fiato di trombe “incanalato” nella (corna)musa al “muso” di “pecorine”, con piroettante “cavalluccia” che un po’ ciuccia e un po’ sta a cuccia.

Sì, se Ian McEwan scrisse “Chesil Beach”, storia di due “amori” alle prime “armi”, non vedo perché Io, l’Altissimo Signore, non posso scrivere la sceneggiatura della mia vita, dal titolo “lunghissimo” e furbesco: “Sulla spiaggia astratta c’è il gatto che raccatta i ratti e li getta nel mare delle loro idiozie, ove affogheranno senza fighe ma con foga precipiteranno, da lì, sin nelle fogne, in cui saran poi spurgati dal purgante del mio It da Stephen King, essendo io Stefan’ il Re(galo) alle loro coscienze, che poco gradiranno e non più s’aggraderanno in codici militareschi da chi gradì ribaltar la mia gerarchia quanto, invece, nelle cosce delle loro mogli sarò milizia delle liquirizie”.

Sì, Batman è a voi, prendete carta e penna e leggete la sua biografia. Appurerete, con tanto di “diagnosi”, che Christian Bale è un sedicente mio imitatore, l’unico vigilante mascherato è il Falotico.

Mi scambiaron per Peter Parker, invece il mio “muscolo” avrebbe dovuto metterli in guardia. Perché, “motorizzato”, picchia e “suona” il cattivone, gli ruba il suo “culo” e se lo fotte nella “caverna”, “dandolo” in pasto a un cagnaccio e poi “intrattenendosi” con Catwoman, quella “purissima” e non la Hathaway, ancora troppo “insaponata”.

Sì, parlo della suprema, fottuta Michelle Pfeiffer, attrice “mobile” che, “scodinzolandola”, attizzava il Bat-tito in mezzo alle mie gambe.

Cardiaco, un infarto o qualcosa di non identificato che “schizzò” per Gotham City, ove la mia “vivacità seminale” seminò il panico fra chi sbiancò, stupefatto che ci fosse stato, finalmente, un pipistrellone che “lo” mise lì a tutti.

Sgommando da scarface.

Un fottuto figlio di puttana? No, un puritano che salva Iris dalla strada, e poi s’“angelica” nella biondona…

 

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Batman. Il ritorno (1992)
  3. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  4. Scarface (1983)

“The Wolf of Wall Street”, first look “from” Di Caprio “in” Scorsese


26 Aug

 

Sono da pochi giorni iniziate le riprese di The Wolf of Wall Street della nuova “accoppiata”, al solito, Scorsese-DiCaprio.

E il nostro Leo è stato, prevedibilmente,  subito “spaparazzato” per le strade di Manhattan.

 

Sempre più bello, inevitabile capolavoro?

 

 

 

 

 

(Stefano Falotico)

Anche(ggiando) Neil Armstrong era dop(pi)ato, sì l’oppio che l’allunò nel total recall


26 Aug

A Neil preferisco il nulla.

“Memoriando” le imprese memorabili dei ricordi di tutta una vita, fra una meteora che ti saluta, allietando il blu dipinto di blu e la NASA forse col “bugiardino” delle “istruzioni per l’(ab)uso” d’un naso che mentì, allungandosi come Leslie Nielsen de L’aereo più pazzo…, spupazzando il satellite (che s-a-etta satanica) su cui una bandiera americana “sciovinista”, di nazisti “monopoli” capitalisti, piantò le radici del suo sfruttamento e dello schiavismo, opponendosi ai sogni lunatici dei russi con una guerra fredda a base d’eruzioni missilistiche e “aviazioni guerrafondaie-fondamentaliste” (qui, “c’azzecca” Ignazio La Russa, comunque) per il fondamento che affondò i “valori” della società “odierna”, “millenaristica” nel “puttanesimo” globale con le stelle di Hollywood tra festini e Tom Hanks di Apollo 13 che arranca nel seno di Rita Wilson, perché ora è un big (boss man?)si va in rampa(nte)…
Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata.

Sì, in seguito a complicazioni al “cuore”, è morto il primo ”uomo” sulla Luna. Una persona a cui van le mie condoglianze perché capì, come Kurt Russell di Stargate, che questo Mondo non val la pena soffrirlo, altrimenti se ti ribelli alle “tragedie” ti dan quella “capitale”, con tutta l’“America” ad aspettar l’attimo “inderogabile”, fino a prova contraria, della tua morte in diretta, ripresa da videocamere “piazzate” in culo, per la “gioia” di Homer Simpson nella sua villina a schiera, con la birra a urlare: “La mia panza se ne frega, ammazzate subito chi osò sfidare la mia scemenza!”. Sì, impazzano porno in Internet che non richiedono l’iscrizione, il tuo estratto conto di “strozzinaggio” sì però (capperi!), peggio delle violenze mascherate di queste gran fighe sfruttate a mo’ del “manubrio” guardone che un po’ è reattivo e un po’ rallenta la corsa del rutto va in vacca.

Ieri sera, conversai con un mio amico al telefono:

Lui: – Stefano, sei mai stato in un cinemino a luci rosse?

Io: – Ora, il mio nick è Travis Bickle ma mi tocca “igienizzare” già le poltroncine dei tamarri di The Space Cinema, “famoso” ritrovo di villici che “friggono” il pop corn, di cornee cornutissime, del “ragazzo” d’ordinanza, “ordinatissimo” a sbevazzar fra un film di cui capisce il suo cazzo e una tastatina nella sua patta un po’ “distratta” dalla visione, anzi “visibilissimo” ché, mentre “lei” smuove le palle, “lui” sbuffa “Pallosa questa roba”. No, solo sedermi su quelle “sedie”, ove porci e animali hanno appena consumato “chilometri” di sperma, mi costringerebbe a un bagno “caldo”, praticamente bollente, senza patata ma abrasivo dopo che “fu” corrotto.

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità.

Sì, questa leggendaria impresa è sotto gli occhi di tutti. Infatti, dai grandi sogni, l’umanità “inte(g)ra” è passata a Luana.

Che non gira attorno alla Terra ma ti “rigira”, atterrando sulla tua “propulsione”. “Sparato” con tanto di video privato da “YouTube” casareccio.
Bello, eh? Sì, più che “darlo” a questa qui, “piissima”, scelgo di “darmelo” come sempre a gambe, in gambissima, e alla “negrona” metto su i Negrita, gruppo musicale italiano che viaggia davvero nello spazio della fantasia.

  1. 2001. Odissea nello spazio (1968)
  2. Capricorn One (1978)
  3. Apollo 13 (1995)
  4. Moon 44. Attacco alla fortezza (1990)
  5. Stargate (1994)
  6. Mission to Mars (2000)
  7. Atto di forza (1990)

In tutta sincerità, avete mai visto un cane con gli occhiali? Se sì, siete voi il bastardo


25 Aug

Sono un mercenario, mi presto prestante a chi mi garantisce dei “prestiti” e, fra i preti, son quello che predica le bone, anziché la bontà. Se qualcuno, ostile al mio “Verbo”, oserà infangar il mio “Innominato“, sarà perdonato perché il suo matrimonio s’ha da fare, così “ammogliato” sarà rovinato

Dovete sapere che ho acquistato vari volumi “enciclopedici” sulla razza canina, a cui m’affil(i)a solo il canino destro, essendo stato, quello sinistro, “paffutamente” arrotato da una Donna troppo “zuccherosa” che prima “cariò” il mio “smalto” e poi da tartara, “calcificò” il mio “titani(c)o” dopo averlo “visto” enorme, e gridando “esultante” come Doc di Ritorno al futuro: “Grande Giove!“. Sì, davvero “glande”. Diciamo un martello che si (s)lancia simil “giavellotto”. Sì, è un bel “gianduiotto”, “cioccolata “raffinata” che mette la “sua” di buon umore, dolce come la seta seral di come Lei, “sorseggiando”, s’asse(s)tò “rosseggiando”.

Fra tutti gli esemplari, vi porrei un esempio, il cane chiamato “L’incagnito incarnato”, “famoso” di “pelo” ruvido, mansueto quando non accarezzato, liscio se non “movimentato”, ché si rizza “abbaiando” nel bacino.

Sì, “a garrese”, son bassotto ma non prendetemi per un film di Garrone. Io son “arido” solo nel profumo del suo mare.

Ecco, psicopatici e bestioncine, statemi alla larga, ché il mio è lungo e “annusa”.

Un mio amico, osservandomi, urla sull’orlo della crisi di nervi, col guinzaglio e la museruola: – Stefano, il tuo cambiamento è “ululante!”.
– Sì, perché l'”amico” a quattro zampe, detto anche quadrupede, è Uomo di “quadrifoglio” che tutte “le” inquadra e poi “azzanna” nel “bianco notturno.
Sì, sono il Jim Carrey di The Mask. Maschio “fino in fondo”.

No, le sfumature di grigio sono per gli “incroci”.
Al massimo, con me, “allarga” d’un “candore” che neanche Coccolino lo “smacchiatore“.
Sì, fra una smanceria e l’altra, ci sta l’orsettino con una da Crazy Horse, infatti mi chiamano Cavallo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Frozen Ground (2012)
    Un trailer già “cul”.

    La “ragazzina” Vanessa Hudgens (di)mostra al maniaco John Cusack l'”indelebile valore” della spogliarellista.
    Se hai un costumino nero, lo specchietto è per le allodole di chi pagherà il biglietto per questa “pura” porcata.

  2. Ritorno al futuro (1985)
    Il delfino, sappiatelo, è Uomo letterato che si “fa” i film, lavora di Scienza con la Fanta, e spesso, “a lungo andare”, mette tutti a novanta.
    Compreso chi gli diceva che era un “senza palle”.
  3. I promessi sposi (1941)
    Esiste anche una versione televisiva con Alberto Sordi nella parte di Don Abbondio.
    Sordi è sempre stato un “vigliacco”, l’uomo medio “maccheroni & cartellino”, ma sapeva che Renzo, prima o poi, l’avrebbe “fatta” in barba ai “bravi” e si sarebbe “allucinato” con Lucia.
  4. Prometheus (2012)
    Rischia di essere l’ultimo film di Ridley Scott che, scioccato dalla morte (in)aspettata del fratello Tony, ora non ha più i soldi per “girarsele”.

    Sua moglie, l'”elegante” minigonna sfacciata di cognome Facio, pare che però non “glielo” alienizzerà.

    Mah… vedremo. Sembra che Ridley, dopo aver “costellato” Charlize Theron, ancor non l’abb(a-z)ia atterrato.

    E dire che Rapace è meglio.

Il lupo non perde le palle e neanche l’“orifizio”: tre donne alla cui “vista” mi ricoverarono, vollero ledermi ma ne “entrai” teso


25 Aug

Un mio amico crede che io soffra di bassa autostima e m’invoglia a tirarmela, e io:
– No, deve solo tirare.

Ah, quest’Estate non aspetta altro che ci tuffiamo nei residui calori di “piscine” marine ove, “abbronzandole”, teniam desta la “bandiera” del piacerin “sottocutaneo”, a tratti frizzantello di bollicine “idromassaggianti”, “erogeno” nel cloro e “acclarato” mentre Lei è corista immersa nella musica cavalcante del ritmo “allegretta-grilletto-ondante” su flusso “ghezziano” un po’ fuori sincrono rispetto alla tua voce, ma pur sempre “orgasmizzanti” accordati “strimpellando” e un po’ intonati…, per il momento più piacevole, il “tuonando”.
Sì, il classico “acquazzone” rinfrescante dopo troppa “arsura” da “orsi” e di ossa nella “grigliata” senza creme protettive eppur cremosi.
Sì, quest’Agosto le prede furon tutte “predate” e “impomatate”, eppure di fronte a queste non c’è competizione né dunque “erezioni” che “tengan”.
Tre donne da perder la testa, e soprattutto da “arderlo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Amici & vicini (1998)
    Un fermoimmagine che vale l’infarto.
    Jason Patric, conclamato pessimo attore, dopo le violenze da sleeper e la speed in Sandra Bullock, ecco che a letto è un porcellino.
    Amy Brenneman è depressa, sempre (senza) heat, e “lui” alza le lenzuola, svelandola “tutta”.
    La sodomizzerà o rassoderà il “piagnisteo” di Amy, andando a fumarsi una sigaretta amara?
  2. Naked Lies (1998)
    Shannon Tweed, senza dubbio, è una mignotta.
    Sì, su “questa” ci piove eccome.
    Dopo averla data a Hugh Hefner per “salir in cattedra”, si è sposata il Kiss Gene Simmons, tradendolo in questi filmettini molto “fini” ove vien stantuffata da dei “filetti”.
  3. Il sorriso (1994)
    La moglie di Polanski?
    Ecco, ora capisco la risatina di Roman.

“Tenere” son le notti quando s'”addormon” nell’efferata ira “ascetica” del “pacifico” Uomo delle solitudini “lunatiche”


24 Aug

 

Qui, vige la Legge inoppugnabile del più forte, di suo mantello “preistorico” nella (ri)nascita delle sue stesse, camaleontiche “morti”

Orde barbariche agli angoli di questa strada mendicano il mio talento, sputandolo in viso al fin che “lo” offra in sacrificio ai loro oboli. Ah, il lobo delle vostre orecchie sarà “morente” nella mia voce, e la udirete quando “insaponerà” le friabili vostre ossa, già martoriate nelle bestemmie “tendenziose” della trappola che “sogghigna” nelle insidie delle vostre “insigni” bugie, quando v'”imbavagliate” in cene ove l'”orgia” è assuefatta a labbra torpide di un’arida ingannevolezza “ariosa” che, invero, incenerì i vostri pusillanimi cuori cinici nelle “dolcezze” d’uno svenimento che disgusto.

Ah, che schifo. Raccolo solo la mia saliva per spargerla a virtù incensante in onore dei deboli di Spirito ché, affiliati alle gengive mie sanguinarie di morsicanti ire del mio reame mai assopito nella vostra pasciuta sazietà, innerverà di DNA principesco le cellule delle anime “impaurite”, per spronarle d’una energia guerrigliera, accerchiando quindi, accigliato, i torvi mentecatti per poi (s)fasciarli nel “soqquadro” convulso d’una “bestial” irrisione “burlesca” quanto la degenerata pazzia, così fallace, che assassinò la Luce lucidissima delle coscienze “irregolari” con la “propedeutica taumaturgia” ancor schiava e succube della vostra deviante “leggiadra”, tanto “aggraziata” quanto ingrata a chi come me, fiero delle sue (ano)malie, non fu atterrito dalle regole a cui vorreste che atterrisca. Oh, le terrorizzate, incupendone, sì, le avvenentissime libertà. E vi turba che esse or (vi) ridano in faccia, commosse e vive, magnificenza che si tocca sol annusandoci da lontano. Me e la mia “prole” di prodi (e)letti e di prodigiosi effetti, a “bruciarci” nella Notte, “foschi” per esser delicati solo all’indulgenza del nostro Piacere.

Spogliati Donna, apri le gambe, mostra alle nostre “cristologie” le stigmate per cui peccasti d’avarizia, ed elargiremo odi all’allegria fra questi “grattacieli” storti, “penzolanti” e già traviati da “intimità” mostruose ischeletrite d’armadi senza sogni e da corrotti “indaffarati” e “onesti” nel romper solo le uova nel paniere e a spezzar le teghe di “baldacchino” senza il ve(t)ro baccano della nostra forza.

Topo, ti scoverò quando te “la” fumi, “sbaciucchiante”, nel tuo “scolo”.
E scoperò il “pozzo” nero della chiave di tua moglie.
Altro che la tua cloaca. Con me sarà davvero “allocca” e tutto (in)fioccherà… è una falsa monaca e tu un prete per la nostra “Comunione”.

Ora, gemi e prega. Il silenzio è il tuo Pastore.
E ti ho salvato dall’idiozia.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Gangs of New York (2002)
  2. The Warrior (2001)
  3. Mad Max: Fury Road (2013)

 

Brevissimo omaggio alla Notte di Frank Sinatra


24 Aug

 

Prima del Sinatra di Scorsese e delle lyrics sparse qua e là del Tempo, Stefano Falotico, “picassiananamente” sghembissimo, omaggia il celebre “Strangers…”.

 

Dizionario dei film 2012 (“The Artist”)


24 Aug

 

Eccoci qua, dopo una pausa momentanea, tra cassetti che si aprono, qualche sogno che si (dis)chiude, polvere sul selciato, genialoidi passeggiate a passo di danza, in un Tempo fuori da ogni “cronologia”, alterato, anche “allitterato”. Nella suspense di quel che avverrà, forse (e)venti positivi, forse “sciagure”, iatture, “catture” o a “captarci”, capitani ancora, nell’Oceano increspato d’onde solitarie sul ponte di “maestri” o assieme a scolarci una birra dopo una “mareggiata” turbolenta, or distensivi, anzi a stenderci ove tutto iniziò, nella celluloide senza “colori” ma più colorata nel citar le origini, omaggiarle con acute finezze cinefile, “incagliarle” un po’, fra detrattori e ammiratori sfrenati, un’Academy che incensò di lodi e premi ambitissimi, i più prestigiosi (Film, Regia, Attori, fra gli altri), una mesta serata in un Theatre illuminato dalle più grandi stelle, una volta all’anno, a emozionarsi e commuoversi per un’opera “controcorrente”, attualissima, “sviscerato” atto d’amore alla poesia “ingenua” del Cinema come il concorrente Hugo Cabret di Scorsese.

Porgo dunque gli onori alla prima recensione di ROTOTOM, anche Lui nella nostra squadra per questo picaresco “giro del Mondo in 365 giorni” (anche se il bisestile ci contraddirà come le quattro stagioniVivaldi o ancor più vivi, evviva Arcimboldi!).

 

The Artist di Michel Hazanavicius

 

Il film più innovativo dell’anno è un muto, in bianco e nero, formato dello schermo 4/3. Sorprendente, deliziosa commedia The Artist di Michel Hazanavicius che narra le vicende di un divo del Cinema degli anni Venti alla vigilia della più grande rivoluzione tecnica del mondo delle immagini in movimento: l’avvento del sonoro. Rivoluzione che condannò all’oblio frotte di attori non in grado di trasmettere con la voce le stesse emozioni della recitazione enfatica tipica di quegli anni e causò la sospensione momentanea del linguaggio cinematografico.

La vicenda di The Artist narra proprio questo, la caduta del divo George Valentìn (Jean Dujardin) e successiva riabilitazione grazie all’amore per Peppy Miller (Bérénice Bejo) una piccola comparsa che grazie al sonoro diventa diva del nuovo Cinema parlato.

È divertente e pieno di grazia The Artist, sinceramente appassionato nel cercare un recupero filologico il più coerente possibile, nell’era del digitale e del dolby surround, al Cinema anni Venti. Ricco di trovate visive riassume in sé l’anima dell’inganno cinematografico per trasfigurare il trauma della trasformazione del divismo e conseguente perdita dell’innocenza del mondo dei sogni, il Cinema etereo ed enfatico distante dalla realtà che si confronta con i suoni di un risveglio prepotente e radicale. Un sussulto violento di modernità che squassa contemporaneamente le vite al di qua e al di là dello schermo così, in un colpo di genio proprio del Cinema, il suono irrompe nell’incubo di George Valentìn che ode il rumore degli oggetti che gli cadono corrompendo il (suo) mondo che dei suoni fino ad allora aveva fatto a meno. George è al contempo spettatore e protagonista di quel mondo in cambiamento, sogni e sognatori devono reinventarsi e le nuove possibilità espressive ridefinirsi sotto altri canoni e percezioni.

È ovviamente un esercizio di stile il film di Hazanavicius, un compendio di specifiche e rimandi cinefili all’epoca  che si autocita adottandone le caratteristiche per descriverne l’umore e il clima. Il suono commenta le immagini sullo schermo con grande intelligenza e proprio la traccia sonora separa la Storia del cinema dal suo Mito, la minuziosa ricostruzione storica dalla sua rappresentazione. Straordinaria l’ultima scena, che finalmente divide l’epoca del muto da quella del sonoro con il lento carrello all’indietro che separa il set cinematografico dalla realtà. L’inganno viene scoperto, finalmente anche nel reale si odono le voci degli attori che solo pochi anni prima, anche nella loro realtà raccontata dal film, erano scandite dai cartelli. Necessario l’aggancio alle figure che hanno caratterizzato il periodo suggerendone le suggestioni passate, le anime di Buster Keaton, Douglas Fairbanks e di Rodolfo Valentino aleggiano nei set dai fondali dipinti, nella freschezza della messa in scena e nell’ingenuità vitale di uno spettacolo appena agli inizi della sua storia.

Ruolo della vita per il comico francese Jean Dujardin,  che presta faccia e fisico a un divo fragile e disperato in crisi con la propria identità. Nell’esistenza del divo decaduto non c’è  differenza tra palco, set e vita privata: le movenze sono le stesse, le espressioni e le passioni espresse secondo la medesima fisicità, connotando la piena corrispondenza tra la vita privata dell’uomo e dell’artista proiettato nell’immaginario collettivo del pubblico. Bravissimi tutti gli altri attori, John Goodman, James Cromwell, Bérénice Bejo e il cane di Valentìn, altro straordinario protagonista del film. Da non perdere assolutamente.

 

Vi lascio col divertente “Dietro le quinte”, con un assoluto dominatore della scena (o forse solo del “divano?”), il cane del film.

 

 

 

 

 

Un post di Stefano Falotico

“Passion”, il Trailer


23 Aug

 

Ritorno per Brian, atteso al Lido.

 

Elegante e disinvolta, Christine è affascinata dal denaro che le deriva dal suo ruolo di potere nel mondo degli affari internazionali. Spesso, pur di mettersi in mostra, non ha remore nel rubare le idee all’avanguardia e redditizie della giovane e innocente Isabelle: dopotutto, sono nello stesso team e Isabelle è la sua protetta. Esercitando pieno controllo su Isabelle, Christine la coinvolge in un gioco di seduzione e manipolazione, di dominio e umiliazione. Quando però Isabelle finisce a letto con uno degli amanti di Christine, tra le due donne scoppia la guerra.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)