I diari borderline d’un delfino affinato a sgrezzare il petrolio grezzissimo del truce
Sì, sono mutato, sono “maturato”, sono “indurito”, ché dormir al freddo ha “riscaldato” la vendetta da servir su un piatto d’argento, e sono un sommergibile che gira altre boe e altri bui, senza più la “bua” del boia.
Un bovaro che “impiccai” senza ucciderlo, così che possa picconarmi, legatissimo, d’altra sconcezza che “bersaglierò” da “tiro al piattello alla piattola” col cervello piatto e occhi sempre puttanieri che “frivoleggiavan” nel pattume, detto anche immondizia della sua “pulizia”.
Sì, non sopportava la mia libertà e la reputò tacciabile di “follia”, al che inviò pattuglie di polizia per “piazzarmelo” lì, e appurare, di “perquisizioni corporali” da caporali, che fossi solo un “puro”. Suo padre perfino mi picchiò, nella sua “tana del lupo”.
Dopo opportuni lavaggi al cervello a quegli “igienisti” dal moralismo virale, ne “addolcii” la rabbia, “indocilendoli” nell’aroma del caffè zuccherante di retrogusto amaro e sputo in faccia avarissimo.
Si ritirarono di buona lena, sì, dopo tali dolenze, oggi, non son più leonini ma leniti.
Molto (r)allentati, anche loro cambiati, praticamente nudi e muti.
Per anni, uno psicopatico della “buona” borghesia classista, s'”accaparrò” il diritto di vita, e soprattutto di morte, sulla mia esistenza, ma non desistetti, resistii, restio alla sua voglia di “arrestarmi”, e gli infilai, molto infilzanti, dei romanzi ad ammansire i suoi deliri da manzo in mezzo alle “ganze”. Quelle “gazzelline” che circuì per poi accerchiarle di stalking.
Lo scoprii, e s’incazzò, tanto che l’ho “scazzato” da tutte.
Costui, farlocco già putrefatto di cinismo alcolico e tante “alcove” davvero “bronzee” di sbronze con le “rondinelle”, è ossessionato dal lavoro.
Secondo “lui”, le persone che non lavorano sono “matte”, e, secondo i suoi “principeschi” principi, vanno uccise e fucilate.
Con me, i suoi “torchi” hanno “sparato” nell’effetto rinculo, inculantissimo.
Oggi, son poeta e romanziere che me “lo” spasso. Dopo l’amplesso, io e le signore della mia “freccia”, giochiamo a freccette sul volto di tale diffamatore, e lo “innaffiamo” di “coltellate” appuntatissime per accecarlo ove si guadagnano più “punti”… di sutura, le sue “iridi”, tanto “curative” quanto lassative quando hai bisogno di conati di vomito.
Recidivo, non contento del mio “pranzetto”, anzi disgustato e irritato, mi domanda se lavoro.
Persevera, eh, l’imbecille?
Certo, domattina, ho un compito “inderogabile” d’arrogare alla sua arroganza.
Appena si sveglierà, dopo essersi depurato i punti nerissimi della sua anima “pulita”, troverà in cucina, ad aspettarlo, un domatore con la frustra che lo imbavaglierà, gustandosi sua moglie con “pancetta” affumicata e sigaretta deliziosa “p(r)ostata” nel post amplesso che l’ha “mangiata” e soddisfatta di leccata ai miei “baffi”.
Poi, “glielo” saluterò, augurandogli di aver cara la pelle della consorte e delle sue sorti.
Firmato il Genius
(Stfano Falotico)
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