Dopo molte, o alcune, anche in laguna con qualche lacuna, recensioni “stilografiche”, nere, ridicoline, coi numeretti sovraimpressi o le cifrine, ho deciso d’inaugurare una nuova “categoria”, partendo con la recensione luciferina di Angel Heart.
Datata 23 Novembre del 2010
È passato un po’, ma son andato a cercarla.
Chissà com’ero all’epoca. Si cambia e mutan le opinioni, così come l’anima.
Stati d’animo, ipocondria, buongiorno o buonanotte.
Preferibilmente, me stesso.
Film capolavoro di Alan Parker, sottovalutato dalla redazione di “FilmTv” che ha preso un enorme abbaglio.
Immerso in una New Orleans anni ’50, è un thriller per antonomasia da anni ’80. Un noir notturno, fra riti voodoo e immagini esoteriche, ventole che girano e “trucidi” omicidi con cadaveri squartati, in un’indagine detection in linea con l’ambientazione, lagrima sangue dalle pareti (tanto che la scena di sesso “sanguigna” fra Rourke e la Bonet viene puntualmente sforbiciata nei passaggi televisivi), per approdare allo “sconvolgente” finale in cui precipitiamo all’Inferno. In qualche modo, Parker anticipa il Cinema a venire, già magmatico nella languida pacatezza d’immagini contorte, già precursore della tendenza onirica che “ossigenerà” molte pellicole posteriori.
Chi è Johnny Favorite e chi è questo misterioso personaggio vestito di nero con la risata melliflua di un De Niro glaciale, sinuoso, pietrificato nella sua smorfia da gatto che coglierà la sua preda?
Un plauso a Mickey Rourke, perfetto per il ruolo, cast di facce giuste come si dice in questi casi, dalla luminosa presenza di quell’astro nascente mai nato di Lisa Bonet alla solita perturbante Donna senza Tempo di nome Charlotte Rampling.
De Niro, apparizione memorabile che rimane impressa nonostante il finale un po’ grottesco con tanto di occhi “iniettati” di “diavoleria”.
Ho svelato troppo? Guardatelo.
(Stefano Falotico)
Tags: Alan Parker, Angel Heart, Mickey Rourke, New Orleans, Noir, Robert De Niro