Wrecking Ball

29 Jan

Mi “sprangai” con Springsteen, e spalancai le “anche”, perché son steel ossidato, forse rubicondamente ossigenato ma mai P(l)atinato nel mio stile-sprint

Onda d’urto portentosa, virillissima e potentissima fra virgulte donne e furiosi bastimenti d’una mente rocciosa ma sinuosamente “chiassosa” nei mormorii di chi vocifera e mai “si spacca”

“Wrecking Ball”, il nuovo album di Springsteen, quest’Uomo dal corpo metallico, quasi metallaro ma romanticamente “sciocco” che scocca frecce dalla sua primigenia acuità, figlio delle montagne, stone corrugata nelle vene, di sogni-sanguinolenza, innervato in jeans torpidamente attilati, mastodonticità incarnata nella macha “sdrucitezza” di labbra che sibilan roche, già avvolte nel suo fumo, inghiottito di mari infiniti e agonie vampire di brame tese nel vento. O da un martirio che lo stinge per glorificarlo celestiale d’una ascetica, ma carnale, messianica potenza redentrice.
Questo gatto delle nevi, che nessuno ammansirà, veloce liquor che gorgoglia, ansima “traslucido” di cangevolezze nella sua anima intrisa di variegate purezze a mescerlo in orge immolate alla sfrenata eccentricità del suo corpo nudo, anche in giacca di pelle, che si strappa e di mordenza si “vince” per “giacerla” in lagrime ch’attingon alla Notte livida, ai sogni affranti o allo speranzoso attracco all’incantata Terra Promessa, Spirito di fantasmatici “squittii” da saloon, ubriaco della sua personalità ostinata, attanagliata però da incubi “smaglianti”, fuggevoli ombre di “afflittori” ritmi a ringhiar, mai estenuati, di rabbia “eterea”, d’un vivo ardor che gli respira con virulenza a strugger l’amore, a “infuocarlo” tra ruvide corse lucidate di quella “sporca ruggine” ch’è la vita.

A wrecking ball is a heavy steel ball, usually hung from crane, that is used for demolishing large buildings.

Sì, questa la definizione della nostra knowledge “sapientizzata” nel web, Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Sì, proprio così, “acciaizzato” che erutta e rompe le regole, gli “psichiatrismi” di moda nella società “livellata” e globalizzata di oggi, che sarà “itunesizzato” per facili commerciabilità, ma mai commestibili a chi non avrà mai “palato”, bisogna istintivamente amar di mar mai amaro (anche il caffè ascolta con le sue “cuffie”), vive d’appalti, ed è già corroso da putredini di troppa merda ingerita, smacchiata solo con “benedizioni” domenicali da ipocriti pii, già, sempre pulcini.

Springsteen, perfino Badly Drawn Boy ne ha “attinto”, perché i suoi colori, più melanconici, son come “sradicati” dal fiume esoterico delle magie di Bruce, origine d’ogni forza fottutamente rock. Immensità delle emersioni, dell’ustione, nel duro che carbura…

Kurt Cobain, se fosse vivo, sarebbe così pieno d’accidia & acrimonie, da mandar tutti “a fanculo”, io, oggi, lo spedirei a pulir i cessi di qualche stalla pub(bl)ica.
E i Pearl Jam son melodici attempati d’una ex adolescenza di “marmellosità”, ma li salviamo perché sono into the wild.
Sì, certamente han letto di beat generation. Cazzo.

Io prendo la mia Donna, prima scodinzolo e poi “ruzzoliamo”, c'”infliggiamo” pene zuccherose a permear le vite “impermeabili” d’un vitalismo che “spinga”.

Ah, cosa ne sapete voi di me?
Siete annacquati da un pezzo, nelle vostre pezze, cari pezzi…
E io v'”impupazzo”.

Conobbi le mosse di Mick Jagger prima d’assumerne sembianze scimmiesche, e ho annusato i piedi di Uma Thurman quando voi giocavate ai Truman Capote.

Sì, la mia vita si cappottò, e fui un Uomo “parigino” dietro il cappottino, ma conosco le cosce meglio d’ogni medico della mutua. Che tocca e “impastiglia” d'”antibiotici”, ma la “botanica” è solo per “lui” quella “bottanica” di mogliaccia. Ah, quanti compromessi per “nasconderla” dietro le “messe”.
“Emoliamoli” perché lui “lo” ammaini e lei cucini solo i manicaretti!

Scivolo dal Faro di Gibilterra nelle “sue” entroterre, “bocche” fameliche, e so che Marlon Brando è come Sean Penn.
Uno all’occorrenza bullo ma che “scema” nel “burro” da grande amante con ciuffo “spettinato” da ribaldo “giovin”.

Il resto è una zoccola, e io mi dinoccolo.
Perché voi “sgranocchiate” e maladocchiate il prossimo, io sono il Futuro venturo nelle mie avventure, chiaro? Sventurati?
Io mi rompo le nocche.
E anche la testa, “incocomerando” di rosa anche il Cielo più grigio.

Firmato il Genius, che sempre s’entusiasterà della sua “asta” che non dice mai “Basta”.
È un “bast(i)one”.
Anche, un bastardo.
(Stefano Falotico)

  1. Strade di fuoco (1984)
  2.  Black Rain – Pioggia sporca (1989)
  3.  The Fighter (2010)

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