di Stefano Falotico
Dracula cercò sangue di vergine e morì sia di sete che di fame in ogni sen(s)o
La “grande bellezza” di tal società falsa come una donna dai facili costumi ma “laureata” in “lettere” e lo(r)data nei (di)letti
Le donne sono pazze totalmente. A “(dis)cap(it)o” di tal (non) mia Mina (vagante), a capitombolo d’aver capito tutto, vi scrivo questo racconto, ed evviva Dracula, il Conte(nto) mica tanto che vive nella sua “gola profonda”.
Mi rivolgo a una, credo molto unta da parecchio tempo e da molti monta(n)ti dentro (bis)unti, come lei, esaltata montatissima, poco alla panna, e le chiedo scusa perché, per via della sua enorme bellezza, la presi per il culo, an(n)i fa.
– Ti ho già scusato. Prenditi cura di te stesso, “fallo” anche per me. E abbi cura anche degli altri, ognuno soffre per qualcosa ed è giusto che tu rispetti questo. Altrimenti, nessun (ris)petto. Solo pollo.
– Ah ok, una risposta un po’ altezzosa, ma ognuno risponde alla vita come crede. Sì, tutti soffrono di qualcosa, c’è anche chi soffre della bellezza di essere sé stesso/a. E legge sempre a (de)formazione delle sue (in)certezze. Sì, credo sia la risposta migliore alla vita e alle (s)fighe.
Come dire, insomma, molto tristemente, che a ognuno del prossimo non frega un cazzo.
Che grande bellezza, eh?
“Posto” tal supponente donna su Facebook, riportando la conversazione sì (s)fatta.
Sì, forse per “digerire” questa, sarebbe meglio una (sup)posta senza “ricevuta” del “mittente”.
Un mio amico legge e dice: “Bello, ma cos’è? A che ti riferisci?”.
Gli spiego la puttan(at)a:
ah, nulla di che. Neanche “Nutella”, figurarsi se si mostrò nuda ma è una “mostra”. È solo, solissimo, un mio pensiero di oggi. Si pen(s)a… con citazione sorrentiniana. Sì, meglio Cheeta a questa donna di “c(l)asse” come la scimmia (s)pelata da fare “cassa”, eh sì, ne (in)castrò molti, altri ne “incasserà”, che cazzo fa(rà)? Sono deluso dal sesso opposto. Anni fa, scrissi a una giornalista dei commenti (s)garbati, per modo di dire, in privato. Commenti alla Vittorio Sgarbi. Uno che fa tanto il gentile e poi s’incazza perché (in)giustamente non apprezzano la sua “(p)arte”. E lei celò il fatto che per mesi ci appartammo e parlammo in chat anche di cose diciamo intime, appena si accorse che qualche suo collega aveva rinvenuto tali messaggi compromettenti nella sua messaggeria. Insomma, sarebbe stato scandaloso che una donna cotanto “prestigiosa”, soprattutto di co(nta)nti, nutrisse interesse nei miei confronti. Mah. Lei sostenne che le incasinai la vita e decise di non parlarmi più. Ho sempre avuto il dubbio che, in effetti, gestisse un casino. La notte porterà con(s)iglio? La scorsa settimana, le scrivo per scusarmi ad anni di distanza, anche se non dovrei scusarmi proprio di un cazzo…
Erano messaggi personali assolutamente normali, lei dovrebbe vergognarsi semmai di aver fatto il doppio gioco, sputtanando me. Una bara… Al che, per tagliar la testa al toro, è il caso di dirlo, le regalo un paio di miei libri. Continua a rispondere con tale indifferenza da mettere i brividi, poco caldi. Sarebbe da denuncia per la sua altezzosità. E per scrivermi che si può permettere di far la stronza perché è ricca sfondata e tanto alla mia versione non crederebbe nessuno. Così, ho romanzato in tale post la presa di cosc(i)e(nza), come dico io, delle mie (s)fighe. Mondo triste, assai.
Fatto sta che non mi devon far… incazzare, se no sanno bene che, se sarò (non) “morto”, si troveranno impal(l)ati. A memoria lo imparassero, cari pallini e car, carissime e poco carine, donne con le palle. Ecco il tributo dei vostri attributi ché dovete pagare di palate, mie patatine fritte. Che aff(l)itto o saran a te fitte e molto ritto a cuor aperto? Non vorrei essere un “rubacuori” di pal(ett)o al contrario di livor d’(av)or(i)o.
Eppur si lavora “duro”.
Fammi firmare il cont(r)atto. Altrimenti, con tutte queste bollite e bollette, mi tolgono il riscaldamento.
E mi ridurrò pelle e ossa.
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